Doc. XVII, n. 3

DOCUMENTO APPROVATO DALLA IV COMMISSIONE PERMANENTE (DIFESA)

nella seduta del 7 maggio 2014

A CONCLUSIONE DELL'INDAGINE CONOSCITIVA
deliberata nella seduta del 17 luglio 2013

SUI SISTEMI D'ARMA DESTINATI ALLA DIFESA IN VISTA DEL CONSIGLIO EUROPEO DI DICEMBRE 2013

(Articolo 144, comma 3, del Regolamento della Camera dei deputati)

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INDICE

1. Contenuto e finalità dell'indagine Pag. 5
2. Evoluzione del quadro normativo nazionale » 7
  2.1. Le leggi promozionali degli anni ’70 » 8
  2.2. La legge n. 436 del 1998 (c.d. «Legge Giacché») » 8
  2.3. I pareri espressi dalla Commissione difesa della Camera dal 1988 ad oggi » 9
  2.4. La legge 31 dicembre 2012, n. 244 » 10
  2.5. L'esame parlamentare dei programmi di acquisizione di sistemi d'arma ai sensi della nuova formulazione dell'articolo 536 del decreto legislativo n. 66 del 2010 » 10
  2.6. Il Documento programmatico pluriennale per la Difesa » 11
  2.7. La nuova disciplina dei poteri speciali esercitabili dall'Esecutivo rispetto alle imprese operanti nei comparti della difesa e della sicurezza nazionale » 13
3. Il quadro generale dei programmi d'arma ed obiettivi programmatici dell'investimento » 15
  3.1. Considerazioni generali » 15
  3.2. Le esigenze operative delle singole Forze armate » 16
  3.3. Esercito » 16
  3.4. Marina » 18
  3.5. Aeronautica » 19
  3.6. Arma dei carabinieri » 20
4. I principali programmi di acquisizione di sistemi d'arma in corso di esecuzione » 21
  4.1. Il programma Joint Strike Fighter (F35) » 21
  4.2. Il programma European Fighter » 27
  4.3. Il programma Forza NEC » 28
5. La Politica di Sicurezza e di Difesa Comune (PSDC) » 29
  5.1. Il Trattato di Lisbona » 30
  5.2. Iniziative in vista del Consiglio europeo del 19-20 dicembre 2013 » 31
  5.3. Posizioni espresse dal Governo italiano in sede europea » 41
6. Considerazioni conclusive » 43
Allegato: I pareri parlamentari sui programmi d'arma dal 1987 al 2011 » 55
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1. Contenuto e finalità dell'indagine

  Il Consiglio europeo dei Capi di Stato e di Governo dell'Unione europea si è riunito il 19-20 dicembre 2013 per esaminare alcune rilevanti questioni inerenti al tema della Common Security and Defence Policy (CSDP) e alla stessa integrazione europea.
  In vista di questo importante evento la Commissione difesa ha deliberato di svolgere un'indagine conoscitiva che – tenuto conto dei dati acquisiti e delle conclusioni raggiunte nella indagine conoscitiva sull'acquisizione dei sistemi d'arma, delle opere e dei mezzi direttamente destinati alla difesa nazionale, a venti anni dall'entrata in vigore della legge 4 ottobre 1988, n. 436, svolta dalla Commissione difesa nella precedente legislatura e conclusasi con l'approvazione di un documento condiviso da tutte le forze politiche – consentisse di fare il punto sullo stato attuale dei sistemi d'arma.
  La necessità di acquisire, attraverso lo strumento dell'indagine conoscitiva, elementi di conoscenza e valutazione su questo tema muoveva da una serie di considerazioni.
  La prima riflessione si basava sul fatto che successivamente alla conclusione dell'indagine conoscitiva svolta nella XVI legislatura, il Parlamento ha approvato la legge n. 244 del 2012, sulla revisione dello strumento militare, che recepisce alcune importanti considerazioni formulate nel richiamato documento conclusivo, nella parte in cui viene auspicato un ancor più incisivo controllo parlamentare sugli investimenti e una più profonda condivisione delle responsabilità tra Governo e Parlamento per l'adeguamento dei sistemi e delle dotazioni dei militari.
  La legge n. 244 del 2012 si inserisce nell'ambito di quei provvedimenti normativi che si sono susseguiti negli ultimi anni nel settore della difesa, a partire dalla professionalizzazione delle Forze armate, che hanno inciso profondamente sul funzionamento e l'organizzazione delle nostre Forze armate con l'obiettivo di realizzare uno strumento militare di dimensioni più contenute, ma più sinergico ed efficiente nell'operatività e pienamente integrato e integrabile nel contesto dell'Unione europea e della NATO. In sostanza, uno strumento più piccolo, ma capace di esprimere un'operatività più qualificata rispetto al passato, sostenuto da risorse per l'operatività, per il mantenimento, l'addestramento e la preparazione del personale, che lo deve gestire.
  Al contempo, la legge sulla revisione dello strumento militare getta le basi per garantire un ancor più incisivo controllo parlamentare sugli investimenti e una più profonda condivisione delle responsabilità tra Governo e Parlamento per l'adeguamento dei sistemi e delle dotazioni dei militari ed è apparso quindi importante avviare una nuova indagine per acquisire importanti elementi di valutazione utili alla Commissione per esercitare al meglio le proprie competenze su questo delicato settore.
  La seconda considerazione atteneva al quadro geopolitico internazionale che sta cambiando rapidamente. La perdurante instabilità, Pag. 6che continua a caratterizzare il quadro internazionale geostrategico e, in particolare, il quadrante mediterraneo e mediorientale, e che chiama in causa l'impegno dell'ONU, della NATO e dell'Unione europea nel rafforzamento dei processi di democratizzazione e stabilizzazione, secondo una linea che assicuri il rispetto dei diritti e delle libertà fondamentali a tutela della pace e della sicurezza internazionale, è un fattore che deve essere attentamente valutato quando si analizzano decisioni relative alla politica di acquisizione dei sistemi d'arma.
  Più in generale, qualsiasi decisione in tema di pianificazione dello strumento militare, inclusa l'attività di ammodernamento delle dotazioni, si deve basare sull'apprezzamento dello scenario strategico – cioè del livello e della natura dei rischi e delle minacce che si intendono fronteggiare – sulla considerazione degli impegni internazionali assunti dall'Italia e, non ultimo, sul livello delle risorse disponibili.
  Al riguardo, l'indagine conoscitiva, attraverso il contributo che può arrivare dall'audizione di esperti del settore, è apparso lo strumento più efficace per comprendere meglio il quadro di riferimento nell'ambito del quale vanno esaminati i temi della difesa legati alla politica degli armamenti.
  La terza considerazione atteneva al quadro finanziario di riferimento.
  Nel corso degli ultimi anni, in considerazione del persistere e dell'intensificarsi di forti tensioni sui mercati finanziari, sono state adottate numerose misure di contenimento della spesa pubblica finalizzate alla riduzione ed al miglioramento dell'efficacia della spesa pubblica e recanti un ampio numero di iniziative la cui comune finalità è il contenimento e la razionalizzazione degli oneri a carico della finanza pubblica, anche al fine di reperire risorse da destinare alla crescita economica.
  Nel settore della difesa le citate misure di revisione della spesa hanno inciso in maniera significativa, tenuto, altresì, conto che le risorse sul bilancio ordinario del dicastero (Funzione difesa) hanno subito un trend fortemente decrescente già dal 2005, peraltro in concomitanza con il processo di professionalizzazione delle Forze armate (e quindi correlati a maggiori costi per il personale) e con l'accresciuto impiego operativo.
  In tale contesto finanziario, è apparso opportuno conoscere quale sarà nel breve e medio termine la capacità di programmazione e riqualificazione della spesa in un'ottica di contenimento dei costi e le opportunità che potranno derivare dall'integrazione europea nel settore della difesa.
  L'indagine conoscitiva è stata quindi deliberata dalla Commissione difesa per conseguire diversi obiettivi di approfondimento.
  Si è trattato di una prima fase di un processo conoscitivo più ampio che la Commissione difesa ha inteso avviare su questa materia nella convinzione che le scelte che un Paese compie su questi temi hanno profonde conseguenze sulla sua sicurezza, su quella dei suoi cittadini e sulla capacità di salvaguardare i propri interessi e il ruolo internazionale del Paese e richiedono, pertanto, la massima considerazione.Pag. 7
  Nell'ambito dell'indagine conoscitiva sono state svolte le audizioni del Ministro della difesa, Mario Mauro; del professor Michele Nones, direttore dell'area sicurezza e difesa dell'Istituto Affari Internazionali (IAI); del dottor Gianandrea Gaiani, direttore della rivista Analisi Difesa; dell'Ambasciatore Gabriele Checchia, Rappresentante permanente d'Italia presso il Consiglio Atlantico; dell'Ambasciatore Alessandro Cortese, Rappresentante permanente d'Italia presso il Comitato politico e di sicurezza (COPS) dell'UE; di esponenti della Federazione Aziende Italiane per l'Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (AIAD) in rappresentanza di Confindustria; di rappresentanti di IVECO Defence; di rappresentanti di Finmeccanica; di rappresentanti della Campagna «Sbilanciamoci !» e della Rete Italiana Disarmo; di rappresentanti di Fincantieri; del professor Andrea Margelletti, presidente del Centro Studi Internazionali (CESI); del dottor Enzo Casolini, esperto del settore; del Segretario generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti, Generale C.A. Enzo Stefanini, infine, del direttore della NATO Defence College Foundation, Alessandro Politi.
  Sono state acquisite agli atti dell'indagine le audizioni del Capo di stato maggiore della Difesa, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli; del Capo di stato maggiore dell'Esercito, Generale di Corpo d'Armata Claudio Graziano; del Capo di stato maggiore della Marina, Ammiraglio di Squadra Giuseppe De Giorgi; del Capo di stato maggiore dell'Aeronautica, Generale di Squadra Aerea Pasquale Preziosa; del Comandante Generale dell'Arma dei carabinieri, Generale di Corpo d'Armata Leonardo Gallitelli; del Generale di Squadra Aerea Claudio Debertolis, già Segretario generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti; del Vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per l'industria, Antonio Tajani.
  Sono state, altresì, acquisite agli atti dell'indagine conoscitiva le risultanze delle missioni svolte dalla Commissione in Lituania, a Vilnius, il 4-6 settembre 2013, in occasione della III Conferenza per il controllo parlamentare sulla politica estera e di sicurezza comune; a Roma, il 3 ottobre 2013, presso il Comando Operativo di vertice Interforze (COI); a Bruxelles, il 5 novembre 2013, congiuntamente alla Commissione affari esteri, in occasione della riunione organizzata dalla Commissione Affari esteri e dalla Sottocommissione Sicurezza e Difesa del Parlamento europeo su «Il futuro della difesa europea in vista del prossimo Consiglio europeo di dicembre»; infine, a Torino, il 9 novembre 2013, congiuntamente alla Commissione attività produttive, in occasione dell'iniziativa organizzata dalla Rappresentanza della Commissione europea in Italia, per un «Dibattito nazionale per una politica estera di sicurezza e di difesa comune europea».

2. Evoluzione del quadro normativo nazionale

  Nel corso dell'indagine conoscitiva, da più parti è stato fatto riferimento all'evoluzione della normativa concernente le procedure di approvvigionamento dei materiali della difesa, con particolare riferimento al controllo parlamentare sulla spesa militare.Pag. 8
  L'esigenza di assicurare un adeguato controllo parlamentare sul corretto ed efficiente utilizzo delle risorse destinate al finanziamento dei programmi di armamento, in considerazione del carattere di investimento strategico che tali programmi rivestono per la difesa nazionale e per lo sviluppo tecnologico e produttivo del nostro Paese, rappresenta in realtà un tema sul quale da diverse legislature si concentra l'attenzione parlamentare.

2.1. Le leggi promozionali degli anni ’70

  Precedentemente all'approvazione della legge n. 436 del 1988, recante norme per la semplificazione e per il controllo delle procedure previste per gli approvvigionamenti centrali della Difesa (cosiddetta legge Giacchè), il finanziamento di tutti i programmi di armamento avveniva con apposite leggi.
  In particolare, negli anni Settanta, al fine di assicurare un significativo ammodernamento dei mezzi a disposizione delle singole Forze armate, sono state approvate le cosiddette leggi «promozionali» che stanziarono importanti risorse aggiuntive per la costruzione e ammodernamento dei mezzi navali della Marina Militare (legge 22 marzo 1975, n. 57, con 1.000 miliardi per gli esercizi 1975-1984), per l'ammodernamento dei mezzi dell'Aeronautica (legge 16 febbraio 1977, n. 38, con 1.000 miliardi per il 1977-1986) e per l'ammodernamento degli armamenti, dei materiali, delle apparecchiature dell'Esercito (legge 16 giugno 1977, n. 372, con 1.115 miliardi per il 1977-1986).
  Le richiamate leggi, grazie alle quali si è successivamente provveduto all'acquisizione di mezzi come le fregate classe Maestrale, il velivolo Tornado e i carri Leopard, in relazione agli specifici programmi di ammodernamento che andavano a finanziare, contemplavano obblighi di informazione da parte del Governo nei confronti del Parlamento.
  Sul finire degli anni ’80 si è avuto un più incisivo incremento delle funzioni parlamentari di controllo e di informazione nel settore della difesa, conseguente anche alla semplificazione delle procedure di autorizzazione di alcuni programmi d'arma, e una importante opera di delegificazione su questa materia.

2.2. La legge n. 436 del 1988 (c.d. «legge Giacchè»)

  Con specifico riferimento al tema degli armamenti la legge Giacchè del 1988 ha introdotto il parere parlamentare sui programmi d'arma direttamente destinati alla difesa nazionale, finanziati con il bilancio ordinario della difesa.
  In particolare, l'articolo 1, comma 1, nella sua originaria formulazione (1), prevedeva l'approvazione:
   con legge, dei programmi relativi al rinnovamento e all'ammodernamento dei sistemi d'arma, delle opere, dei mezzi e dei beni Pag. 9direttamente destinati alla difesa nazionale, qualora richiedessero finanziamenti di natura straordinaria;
   con decreto del Ministro della difesa, qualora si trattasse di programmi finanziati con gli ordinari stanziamenti di bilancio. In tal caso, salvo che si trattasse di provvedimenti per il mantenimento delle dotazioni o per il ripianamento delle scorte, prima dell'emanazione del decreto ministeriale doveva essere acquisito il parere delle competenti Commissioni parlamentari che dovevano esprimersi entro un termine di trenta giorni.

  In relazione a tale procedura, il documento conclusivo dell'indagine conoscitiva sull'attuazione della legge n. 436 del 1988, svolta nella scorsa legislatura, ha rilevato che, da un lato, l'esclusione dal parere parlamentare in presenza di provvedimenti di mantenimento delle dotazioni «suscita perplessità dal momento che, essendo il quadro di riferimento molto dinamico, nulla esclude che in ordine al medesimo armamento di cui si intenda mantenere le dotazioni, il Parlamento, in presenza di uno scenario mutato rispetto al passato, possa svolgere una diversa valutazione; dall'altro ha evidenziato come la nozione di ordinario stanziamento di bilancio non trovi una puntuale definizione normativa a causa della difficoltà di collegarla a parametri obiettivi». «Tale difficoltà», osservava la Commissione, «risulta oggi ancora più evidente ove si consideri che la legge n. 196 del 2009, recante la nuova disciplina contabile, all'articolo 23, sembra implicitamente escludere la possibilità di collegare tale nozione al parametro forse più obiettivo utilizzato in via di prassi nel passato, ossia quello della spesa storica. Infatti, tale articolo vieta la formulazione delle previsioni di spesa sulla base del mero calcolo della spesa storica incrementale e conferma la funzione programmatoria del bilancio a legislazione vigente affermatasi negli ultimi anni. Al riguardo, le conclusioni del documento prospettavano l'opportunità di includere nel novero dei programmi oggetto di controllo parlamentare «tutti i programmi di armamento a prescindere dalla loro forma di finanziamento, a valere o meno sugli ordinari stanziamenti del Ministero della difesa, compresi quelli destinati al mantenimento o al ripianamento delle scorte».

2.3. I pareri espressi dalla Commissione difesa della Camera dal 1988 ad oggi

  Successivamente all'approvazione della Legge Giacchè sono stati presentati alla Camera, ai fini dell'espressione del previsto parere parlamentare, 173 programmi d'arma, di cui 11 ritirati nel corso dell'esame parlamentare. In 4 casi la Commissione difesa non ha espresso il proprio parere.
  I pareri espressi sono stati sempre favorevoli (a volte con osservazioni e/o condizioni).
  In allegato al presente documento è riportato l'elenco dei programmi d'arma sottoposti al parere parlamentare dal 1988 al 2011 Pag. 10(successivamente al 2011 non sono stati presentati al Parlamento nuovi programmi di acquisizione di sistemi d'arma da sottoporre al parere parlamentare ai sensi dell'articolo 536 del Codice dell'ordinamento militare).

2.4. La legge 31 dicembre 2012, n. 244

  La legge n. 244 del 2012, approvata sul finire della XVI legislatura, è intervenuta sulla materia dei programmi d'arma innovando sia le procedure che regolano l'esame parlamentare dei programmi di acquisizione dei sistemi d'arma, sia gli strumenti conoscitivi concernenti, in particolare, la programmazione degli investimenti in questo settore al fine di assicurare una più ampia informazione sulla materia in esame e una più incisiva partecipazione del Parlamento nella fase decisionale concernente l'acquisizione di sistemi d'arma.

2.5. L'esame parlamentare dei programmi di acquisizione di sistemi d'arma ai sensi della nuova formulazione dell'articolo 536 del decreto legislativo n. 66 del 2010

  Per quanto attiene alle procedure parlamentari di esame dei programmi di acquisizione dei sistemi d'arma, nel corso dell'esame parlamentare della legge 244 del 2012 la normativa recata dall'articolo 536 del Codice, relativo ai programmi di ammodernamento e rinnovamento della Difesa, è stata profondamente rivisitata anche al fine di recepire alcune importanti conclusioni della richiamata indagine conoscitiva svolta nella XVI legislatura nella parte in cui viene auspicato un ancor più incisivo controllo parlamentare sugli investimenti e una più profonda condivisione delle responsabilità tra Governo e Parlamento per l'adeguamento dei sistemi e delle dotazioni dei militari» (2).
  La legge n. 244 del 2012 ha delineato precise cadenze temporali sia nella presentazione dei programmi di ammodernamento da sottoporre al Parlamento, sia nelle modalità di espressione del parere anche quando questi risulti ostativo.
  Nello specifico, la nuova formulazione dell'articolo 536 prevede che per i programmi finanziati attraverso gli ordinari stanziamenti di bilancio, il relativo schema di decreto venga trasmesso alle Camere per l'espressione del parere delle Commissioni competenti.
  I pareri dovranno essere espressi entro quaranta giorni dalla data di assegnazione ed è previsto che il Governo, qualora non intenda conformarsi alle condizioni formulate dalle Commissioni competenti, ovvero quando le stesse Commissioni esprimano parere contrario, trasmetta nuovamente alle Camere lo schema di decreto corredato delle necessarie controdeduzioni per i pareri definitivi delle Camere da esprimere entro trenta giorni dalla loro assegnazione. In tal caso, qualora entro il termine indicato le Commissioni competenti esprimano Pag. 11sullo schema di decreto parere contrario a maggioranza assoluta dei componenti, motivato con riferimento alla mancata coerenza con il piano di impiego pluriennale della Nota aggiuntiva, il programma non potrà essere adottato. In ogni altro caso, il Governo potrà invece procedere all'adozione del decreto.

2.6. Il Documento programmatico pluriennale per la Difesa
  Per quanto attiene, invece, agli strumenti conoscitivi, la legge n. 244 del 2012 ha previsto un nuovo strumento nell'ambito delle relazioni (3) che il Ministero della difesa presenta al Parlamento sulle materie di propria competenza: il Documento programmatico pluriennale per la Difesa.
  Il Documento, chiamato a fornire una lettura di sintesi e al contempo una visione strategica e di prospettiva nel contemperamento delle diverse esigenze in campo definisce gli aspetti strategici, politico-militari e operativi, mettendo in luce le priorità stabilite per il personale, le esigenze di operatività delle singole Forze armate e, in particolare, i programmi di investimento, nonché le previsioni di spesa di tutto il Dicastero.
  Come evidenziato dal Ministro della difesa nel corso della sua audizione sulle linee programmatiche del Ministero, svolta il 15 maggio 2013 davanti alle Commissioni difesa di Camera e Senato, il Documento di programmazione pluriennale della Difesa accresce il Pag. 12livello di trasparenza del bilancio di questo Dicastero, già definito minuziosamente da apposite norme di legge, ed interviene, altresì, in un ambito dove «il livello di interazione e di scambio informativo con il Parlamento non ha eguali».
  Analoghe considerazioni sono state ribadite dal Segretario generale della difesa e Direttore nazionale degli armamenti, Generale Stefanini, nel corso della sua audizione del 29 ottobre 2013. In tale occasione il Segretario generale ha osservato che «la necessità di fornire ogni elemento utile a conoscere e valutare con efficacia le conseguenze derivanti dalle scelte che si adottano in tema di Difesa è stata sottolineata dalla legge 31 dicembre 2012, n. 244, laddove annualmente sono fornite al Parlamento, attraverso la Nota aggiuntiva, la Nota integrativa al bilancio, le relazioni allegate, lo stato di previsione della spesa e il conseguente Documento programmatico pluriennale per la difesa, il quadro generale delle esigenze operative delle Forze armate, comprensive degli indirizzi strategici e delle loro linee di sviluppo capacitive, nonché l'elenco dei programmi d'armamento e di ricerca svolti, in atto e futuri».
  A livello parlamentare, la previsione di questo nuovo strumento informativo ha riscontrato un giudizio sostanzialmente positivo che si è espresso, in particolare, nel corso dell'esame da parte della Commissione del Documento programmatico pluriennale per la Difesa relativo al triennio 2013-2015.
  In quella occasione la Commissione ha osservato come il Documento apra una nuova stagione di collaborazione da porre in relazione con l'entrata in vigore della revisione dello strumento militare prevista dalla legge n. 244 del 2012 «che ha coronato una stagione di impegno parlamentare, sia sul versante legislativo che sul quello conoscitivo, fortemente incentrato sul rafforzamento del ruolo di controllo esercitato dal Parlamento in materia di difesa» (4).
  Ad avviso della Commissione il Documento potrebbe, quindi, in futuro validamente contribuire alla promozione di un dibattito pubblico più approfondito e consapevole in materia di difesa ed in questo senso può costituire un'importante premessa alla stesura di un libro bianco della difesa, in un'ottica di sempre maggiore collaborazione interistituzionale tra Governo e Parlamento, fondata sul dialogo, sulla trasparenza e sulla responsabilità.
  Tali considerazioni sono state successivamente ribadite nel corso dell'indagine conoscitiva.
  Con particolare riferimento al versante dell'ammodernamento, la Commissione ha osservato come il Documento subisce comprensibili limiti che derivano dal fatto di essere redatto in relazione ad un periodo circoscritto a fronte della continua evoluzione che caratterizza la pianificazione degli investimenti.
  Inoltre, è stato rilevato che il Documento presenta margini di miglioramento sul piano dell'indicazione delle condizioni contrattuali delle diverse tipologie di programmi di ammodernamento e rinnovamento dei sistemi d'arma, con particolare riferimento alle eventuali clausole penali in caso di recesso.Pag. 13
  A questo proposito, nel corso dell'esame del Documento, il Governo, nel confermare la disponibilità ad individuare inizialmente anche a titolo sperimentale un percorso che, nei futuri documenti, porti ad un progressivo approfondimento riferito ai più rilevanti programmi, sotto il profilo economico-finanziario o di particolare rilevanza strategica, ha rilevato che la Difesa ha inteso dare una prima risposta riportando le diverse casistiche rilevabili dall'attività amministrativa svolta in precedenza, sia per quanto concerne i contratti nazionali che per i programmi svolti in cooperazione o tramite agenzie internazionali, riconducendo a tali tipologie i principali programmi, ed ha fatto, altresì, presente che «un approfondimento sistematico dei singoli contratti o programmi è reso difficile dalla mole degli atti e dalla estrema complessità di tale materia che comportano di fatto l'emersione di specifiche peculiarità quasi in ogni singolo atto adottato dall'amministrazione».

2.7. La nuova disciplina dei poteri speciali esercitabili dall'Esecutivo rispetto alle imprese operanti nei comparti della difesa e della sicurezza nazionale

  Tra i più recenti provvedimenti normativi adottati nel settore della difesa e al quale è stato fatto più volte riferimento nel corso dell'indagine conoscitiva, vi è il decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, adottato dal Governo allo scopo di salvaguardare gli assetti proprietari delle società operanti in settori reputati strategici e di interesse nazionale.
  Con il richiamato provvedimento il legislatore è intervenuto ridefinendo organicamente la materia dei poteri speciali esercitabili dal Governo in tale settore, anche al fine di aderire alle indicazioni e alle censure sollevate in sede europea.
  In relazione a tale normativa, l'attuale Segretario generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti, Generale di Corpo d'armata Enzo Stefanini, nel corso della sua audizione del 29 ottobre 2013, ha osservato come lo strumento normativo in esame è particolarmente significativo nel settore della Difesa a protezione degli asset strategici nazionali contro manovre internazionali tendenti ad acquisire tecnologie altrimenti non disponibili: «Esso potrà, infatti, impedire la vendita incontrollata di aziende in possesso di tecnologie e know how strategici, un sistema di regole equilibrato e attento che tiene in giusta considerazione la libera circolazione di capitali e tecnologia».
  In precedenza, il Generale di squadra aerea Claudio Debertolis, già Segretario generale della difesa e Direttore nazionale degli armamenti, nel corso della sua audizione del 16 luglio, aveva osservato come la nuova normativa «ci dà un grosso potere di mantenere la tecnologia dentro i confini nazionali, a prescindere dalla proprietà».
  Per mezzo del citato decreto-legge n. 21 del 2012 sono stati ridefiniti, anche mediante il rinvio ad atti di normazione secondaria, l'ambito oggettivo e soggettivo, la tipologia, le condizioni e le Pag. 14procedure di esercizio da parte dello Stato (in particolare, del Governo) dei cosiddetti «poteri speciali», attinenti alla governance di società operanti in settori considerati strategici.
  Per «poteri speciali» si intendono, tra gli altri, la facoltà di dettare specifiche condizioni all'acquisto di partecipazioni, di porre il veto all'adozione di determinate delibere societarie e di opporsi all'acquisto di partecipazioni. L'obiettivo del provvedimento è di rendere compatibile con il diritto europeo la disciplina nazionale dei poteri speciali del Governo, che si ricollega agli istituti della «golden share» e «action spécifique» – previsti rispettivamente nell'ordinamento inglese e francese – e che in passato era già stata oggetto di censure sollevate dalla Commissione europea e di una pronuncia di condanna da parte della Corte di giustizia dell'Unione europea.
  Per definire i criteri di compatibilità comunitaria della disciplina dei poteri speciali, la Commissione europea ha adottato un'apposita comunicazione, con la quale ha affermato che l'esercizio di tali poteri deve comunque essere attuato senza discriminazioni ed è ammesso se si fonda su «criteri obiettivi, stabili e resi pubblici» e se è giustificato da «motivi imperiosi di interesse generale». Riguardo agli specifici settori di intervento, la Commissione ha ammesso un regime particolare per gli investitori di un altro Stato membro qualora esso sia giustificato da motivi di ordine pubblico, di pubblica sicurezza e di sanità pubblica purché, conformemente alla giurisprudenza della Corte di giustizia, sia esclusa qualsiasi interpretazione che poggi su considerazioni di ordine economico.
  Il decreto-legge reca anzitutto la nuova disciplina dei poteri speciali esercitabili dall'Esecutivo rispetto alle imprese operanti nei comparti della difesa e della sicurezza nazionale.
  La principale differenza con la normativa precedente si rinviene nell'ambito operativo della nuova disciplina, che consente l'esercizio dei poteri speciali rispetto a tutte le società, pubbliche o private, che svolgono attività considerate di rilevanza strategica, e non più soltanto rispetto alle società privatizzate o in mano pubblica. Per effetto delle nuove norme, alla disciplina secondaria saranno affidate le seguenti funzioni: individuazione di attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale in rapporto alle quali potranno essere attivati i poteri speciali; individuazione della tipologia di atti o operazioni infragruppo esclusi dall'ambito operativo della nuova disciplina; concreto esercizio dei poteri speciali; individuazione di ulteriori disposizioni attuative.
  Le norme fissano puntualmente il requisito per l'esercizio dei poteri speciali nei comparti della sicurezza e della difesa, individuato nella sussistenza di una minaccia di grave pregiudizio per gli interessi essenziali della difesa e della sicurezza nazionale.
  L'Esecutivo potrà imporre specifiche condizioni all'acquisto di partecipazioni in imprese strategiche nel settore della difesa e della sicurezza; potrà porre il veto all'adozione di delibere relative ad operazioni straordinarie o di particolare rilevanza, ivi incluse le modifiche di clausole statutarie eventualmente adottate in materia di limiti al diritto di voto o al possesso azionario; potrà opporsi all'acquisto di partecipazioni, ove l'acquirente arrivi a detenere un Pag. 15livello della partecipazione al capitale in grado di compromettere gli interessi della difesa e della sicurezza nazionale. Sono poi disciplinati gli aspetti procedurali dell'esercizio dei poteri speciali e le conseguenze che derivano dagli stessi o dalla loro violazione. Sono nulle le delibere adottate con il voto determinante delle azioni o quote acquisite in violazione degli obblighi di notifica nonché delle delibere o degli atti adottati in violazione o inadempimento delle condizioni imposte.
  Con il D.P.C.M. 30 novembre 2012, n. 253, è stato adottato il regolamento che individua le attività di rilevanza strategica per il sistema di difesa e sicurezza nazionale al fine dell'esercizio dei poteri speciali e gli atti/operazioni infragruppo esclusi dall'ambito operativo della nuova disciplina.

3. Il quadro generale dei programmi d'arma ed obiettivi programmatici dell'investimento

3.1. Considerazioni generali

  Gli elementi raccolti nel corso dell'indagine conoscitiva hanno consentito di acquisire un quadro di sintesi in merito ai programmi di acquisizione dei sistemi d'arma attualmente in essere. Sono stati, inoltre, raccolti importanti elementi di valutazione in merito alle esigenze di ammodernamento e rinnovamento delle singole Forze armate e sono stati, altresì, analizzati alcuni tra i più significativi programmi di acquisizione di sistemi d'arma attualmente in corso di svolgimento.
  Per quanto attiene alla situazione generale dei programmi attualmente in essere il Segretario generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti, Generale Stefanini, nel corso della sua audizione del 29 ottobre 2013, nel ricordare che allo stato i programmi maggiori sono circa settanta, ognuno di questi caratterizzato da una propria specificità, ha rinviato per una più completa informazione al contenuto del Documento programmatico previsionale presentato da ultimo nell'aprile del 2013.
  Tale Documento, ha osservato il Generale Stefanini, unitamente alla Nota aggiuntiva, alla Nota integrativa al bilancio, alle relazioni allegate, allo stato di previsione della spesa, fornisce annualmente al Parlamento il quadro delle esigenze operative delle Forze armate, comprensive degli indirizzi strategici e delle loro linee di sviluppo capacitive, nonché l'elenco dei programmi d'armamento e di ricerca svolti, in atto e futuri.
  Ulteriori elementi di carattere generale sono emersi nel corso dell'audizione del Capo di stato maggiore della Difesa, Ammiraglio Binelli Mantelli, svolta il 22 maggio 2013, laddove è stato fatto presente che le nostre Forze armate dispongono di materiali, sistemi d'arma e mezzi adeguati all'impegno attuale e il cui standard possiamo considerare, dal punto di vista qualitativo, paritetico a quello di molti alleati: «Sussiste, tuttavia, l'esigenza di mantenerli in efficienza», ha osservato il Capo di stato maggiore della Difesa, «di Pag. 16ammodernare e rinnovare costantemente le dotazioni delle unità, sia per l'impiego continuato in operazioni lontane dal supporto logistico in patria, che ne ha fortemente accresciuto l'usura, sia per la rapida evoluzione della tecnologia e delle esigenze di interoperabilità a livello interforze e multinazionale».
  Inoltre, in relazione a future misure di razionalizzazione riguardanti l'operatività dello strumento militare, sempre il Capo di stato maggiore della Difesa ha fatto presente che le Forze armate hanno avviato da tempo e a più riprese una riduzione dei mezzi in inventario e delle infrastrutture, secondo criteri di costo/efficacia, volti a focalizzare le scarse risorse di funzionamento sui mezzi, sui reparti e sulle realtà infrastrutturali più moderni e di pregio.
  L'Esercito, ad esempio, prevede la riduzione da tre a uno dei comandi di divisione proiettabili e da undici a nove delle brigate di manovra. Contestualmente, saranno attuate significative riduzioni delle linee dei mezzi pesanti (i carri armati scenderanno da 337 a circa 200, mentre le blindo centauro da 300 a 136), le unità di supporto al combattimento (principalmente quelle di artiglieria ruotata) passeranno da 110 a 56 e gli elicotteri complessivamente subiranno una contrazione da 250 a circa 168 velivoli.
  Con riferimento, poi, alla Marina si prevede invece di ridurre le unità d'altura di prima linea, con una contrazione delle unità cacciatorpediniere (le unità antiaeree), da quattro a due, e delle fregate che passeranno da 12 a 10, mentre le unità destinate al pattugliamento e alla ricerca delle mine, sostituite da una futura classe di unità multiruolo, si ridurranno a 18, a fronte delle attuali 30, i sommergibili da sei a quattro. Anche la componente elicotteri subirà una significativa riduzione, attestandosi a 70 macchine a fronte delle precedenti 105.
  Infine, con riferimento all'Aeronautica, è stato fatto presente che 236 velivoli Tornado e AMX raggiungeranno i limiti di vita operativa e saranno sostituiti da 75 JSF. Parallelamente, è prevista la riduzione dei velivoli EFA (72 a fronte degli attuali 90). Continuerà inoltre la riduzione del numero complessivo degli aeroporti militari, che negli ultimi 20 anni si sono ridotti del 50 per cento (da 42 a 21).

3.2. Le esigenze operative delle singole Forze armate

  Anche al fine di una più completa analisi delle esigenze di operatività delle singole Forze armate e dei relativi programmi di acquisizione di sistemi d'arma in corso di esecuzione, la Commissione ha acquisito agli atti dell'indagine una serie di audizioni che hanno riguardato, tra le altre, i vertici della Difesa.

3.3. Esercito

  Con specifico riferimento ai sistemi d'arma dell'Esercito, il Capo di stato maggiore di questa Forza armata, Generale Graziano, ha fornito diversi elementi che riguardano lo stato attuale dei sistemi Pag. 17d'arma in dotazione dell'Esercito, le esigenze di ammodernamento e i futuri programmi di riduzione e ammodernamento.
  In particolare, il Generale Graziano, nell'affermare che attualmente l'Esercito è dotato di mezzi adeguati e idonei nei teatri operativi, in grado di interoperare con le Forze alleate, ha al contempo evidenziato che tale obiettivo è stato in larga parte conseguito destinando ai soli teatri operativi i mezzi moderni e aggiornati e facendo riferimento a stanziamenti aggiuntivi.
  Con riferimento, poi, all'ammodernamento dei sistemi in essere, il Generale Graziano ha evidenziato che si tratta di un aggiornamento necessario per una pluralità di considerazioni ed ha altresì fatto presente che allo stato le linee di ammodernamento «nel tendere a colmare i gap capacitivi, si basano largamente sulle lezioni apprese nei teatri operativi».
  In particolare, è stato fatto presente alla Commissione che tutti i sistemi di mobilità tattica, introdotti prima delle operazioni in Iraq e in Afghanistan, non sono più in servizio, in quanto la nuova insorgenza di minacce esplosive li ha resi non più idonei a garantire la sicurezza del personale.
  Inoltre, è stato rilevato che il tasso di usura dei materiali, connesso alle operazioni, ha determinato una riduzione della vita tecnica dei materiali stessi, sino ai due terzi della durata ipotizzabile con i normali parametri logistici.
  Infine, una considerazione particolare rispetto alla quale si manifesta una particolare necessità di ammodernamento riguarda lo sviluppo tecnologico dei sistemi d'arma di interesse per l'Esercito. Al riguardo, il piano di sviluppo di questa Forza armata si muove su due assi corrispondenti: quello della modernizzazione e quello della digitalizzazione. «Un mezzo nuovo adottato senza capacità di digitalizzazione è fondamentalmente un mezzo inutile» ha osservato a questo proposito il Generale Graziano, ribadendo che l'obiettivo da perseguire prevede «una capacità da implementare su ogni piattaforma operativa e su ogni sistema in dotazione o in acquisizione dell'Esercito, al fine di conferire alle unità militari la possibilità di scambiare informazioni e di condividere la situazione operativa» (5).
  Con riferimento, poi, alla componente elicotteristica, questa sarà ridotta in 10 anni da 250 a circa 168 elicotteri. Si tratta di una componente considerata essenziale per l'Esercito, ha osservato il Generale Graziano, anche grazie ad un mezzo del tutto peculiare: l'elicottero da attacco, ricognizione e scorta A-129 Mangusta, di cui si prevede un ammodernamento e un rinnovamento con 48 nuovi elicotteri in 20 anni.
  Tale mezzo si è dimostrato il principale strumento nelle operazioni di supporto alla pace, per la scorta dei convogli, la protezione del personale, per risolvere situazioni di estrema gravità con assoluta precisione, evitando danni collaterali. L'elicottero Mangusta, ha rilevato il Generale Graziano, ha volato per la prima volta in operazioni remote, già 20 anni fa in Somalia ed è soggetto ad un'ovvia obsolescenza, con il passare degli anni.Pag. 18
  Da ultimo, il Capo di stato maggiore dell'Esercito ha prospettato: l'incremento della dotazione di sistemi Lince e VTMM (Veicolo Tattico Medio Multiruolo), ritenuti particolarmente importanti in quanto specializzati contro le minacce da esplosivi; la riduzione della componente pesante dell'Esercito (in passato l'Esercito disponeva di moltissimi carri armati, mentre per il futuro se ne stimano 150, insieme a 200 cingolati di tipo moderno); lo sviluppo di forze medie, che rappresentano mezzi specializzati contro le mine e contro le nuove minacce digitali e che consentono di ridurre il numero dei mezzi rispetto al passato, mantenendo la capacità (al riguardo, si prevedono 136 blindo centauro 2, rispetto alle 300 in servizio della prima versione).

3.4. Marina

  Il Capo di stato maggiore della Marina, Ammiraglio De Giorgi, nel corso della sua audizione del 19 giugno 2013, ha fornito taluni dati riguardanti l'assetto attuale dei mezzi a disposizione della Marina, l'ammodernamento della flotta navale e futuri programmi d'investimento. Nel corso dell'audizione sono stati, altresì, fornite informazioni in merito al futuro impiego del velivolo F35 sul portaelicotteri Cavour.
  L'Ammiraglio De Giorgi, nel richiamare i numerosi impieghi operativi delle unità navali della Marina italiana, ha, altresì, ricordato che attualmente la flotta della Marina militare è composta da 60 navi e 26 unità del naviglio minore. Gli aeromobili sono 70 e suddivisi in tre poli aeronavali. Gli arsenali sono tre: La Spezia, Taranto e Augusta.
  In relazione a tali strumenti operativi l'Ammiraglio De Giorgi si è soffermato, in particolare, sulla necessità di un loro ammodernamento al fine di garantirne la piena operatività e tempestività d'impiego. Tale esigenza risulta allo stato fortemente limitata in considerazione dell'insufficienza delle risorse finanziarie assegnate alla Marina, pari al 50 per cento del reale fabbisogno. Tale budget a disposizione, oltre a non consentire la sostituzione delle navi al termine dello loro vita operativa, rappresenta un limite alla prontezza e alla disponibilità delle navi. La scorta di munizionamento resta, inoltre, sotto i livelli minimi e il potenziale operativo è conseguentemente ridotto. Lo stesso addestramento della flotta, anche per la minor disponibilità di navi, risulta limitato con un aumento degli infortuni sul lavoro e una minore efficacia dello strumento.
  A fronte di tali considerazioni di carattere generale sono stati forniti dati in merito alla specificità dello strumento navale e alle connesse esigenze di ammodernamento. In particolare, è stato rilevato che l'età operativa di una nave è in media di vent'anni a fronte di una età media attuale di molto superiore. A sua volta il numero di navi a disposizione di una flotta è influenzato dalle manutenzioni: «un terzo di queste è sempre in manutenzione programmata, ma solo quando si dispone delle risorse» ha sottolineato l'Ammiraglio De Giorgi aggiungendo che «le navi manutenute meno del livello ottimale invecchiano prima e questo è un ulteriore aggravio. A fronte di un Pag. 19investimento di un certo livello per avere queste navi, quindi, il fatto di mantenerle poco ci dà una riduzione in efficienza e una minore potenzialità».
  Negli ultimi anni la Marina dispone, quindi, di 20 unità effettivamente pronte all'impiego, un numero inferiore al totale complessivo teoricamente a disposizione.
  Per quanto riguarda le previsioni relative al prossimo decennio, è stato reso noto che il prossimo decennio la Marina radierà per fine vita operativa 47 unità navali, 4 sommergibili e 14 unità del naviglio minore a fronte di un previsto ingresso di 8 fregate FREMM, una unità di supporto subacqueo polivalente (l'unità di soccorso sommergibili) e di 2 sommergibili, in fase di costruzione.
  Il restante programma approvato dalla Difesa prevede due unità aggiuntive in attesa di finanziamento, una logistica e una anfibia.
  Il Capo di stato maggiore della Marina ha quindi manifestato la propria opinione in merito al fatto che per garantire la sopravvivenza della flotta, ancorché con numeri più ridotti, salvando al contempo il settore strategico della cantieristica militare attualmente impegnata al 50 per cento delle proprie capacità, occorrerebbe avviare urgentemente un programma organico di costruzione, finalizzato anche alla razionalizzazione dello strumento.
  Ulteriori osservazioni hanno, infine, riguardato i velivoli destinati a costituire il futuro sistema d'arma del portaelicotteri Cavour sostituendo l'attuale sistema d'arma, l'AV-8, attualmente in servizio, ma di cui si prevede a breve la cessazione della vita operativa.
  Secondo quanto riferito dal Capo di stato maggiore della Marina, i primi F35 saranno operativi a partire dal 2023. Si tratta di un primo nucleo di 6-7 velivoli.

3.5. Aeronautica

  L'audizione del Capo di stato maggiore dell'Aeronautica, Generale Preziosa, ha consentito di acquisire elementi in merito all'approntamento, l'efficacia operativa e l'impiego delle Forze aeree italiane nel quadro del sistema di sicurezza nazionale e internazionale. Specifiche informazioni hanno riguardato poi il programma F35.
  In linea generale il Capo di stato maggiore dell'Aeronautica ha osservato che negli ultimi venti anni l'Aeronautica militare ha operato costantemente una riduzione complessiva della propria struttura in aderenza con le decrescenti risorse finanziarie a disposizione.
  In particolare, con riferimento all'anno 2012, il 67 per cento delle risorse è stato assorbito dal personale, poco più del 20 per cento dall'investimento e solo il 9 per cento per l'esercizio. Quanto all'esercizio, il Generale Preziosa ha ritenuto tale percentuale molto inferiore alle necessità effettive, anche in considerazione degli attuali elevati standard di addestramento sotto ai quali un determinato reparto non è riassegnato in sede NATO.
  In considerazione di tale contesto, l'Aeronautica considera fondamentali tutti i programmi di trasformazione, tra i quali viene espressamente richiamato quello di sostituzione dei velivoli Tornado Pag. 20e AMX con 75 velivoli F35. «Il passaggio da 236 a 75 velivoli significa una riduzione delle forze operative di questo settore» ha osservato il Generale Preziosa il quale ha, altresì, aggiunto che «sostanzialmente, rimarremo con il 30 per cento di quello che negli anni Ottanta fu acquisito per questa specifica esigenza. Tuttavia, le capacità del velivolo – consentendo l'espletazione di più compiti – ci consentiranno una riduzione notevole e la comunanza logistica non più di due linee di volo, ma di una sola. Ciò ci consentirà, inoltre, una riduzione notevole del supporto logistico».
  Per quanto riguarda, poi, il soccorso aereo, è stato fatto presente che gli aeromobili HH-3F sono ormai in fase di cessazione della propria operatività e non risulta possibile operare la manutenzione per la difficoltà di rinvenimento dei pezzi di ricambio. Inoltre, la componente di elicotteri Agusta-Bell AB 212 ASW cesserà a breve la propria vita operativa anche in considerazione del fatto che la manutenzione di questi elicotteri è considerata, allo stato, troppo onerosa.
  Con riferimento, poi, all'acquisizione di capacità di contrasto dei missili balistici per il soddisfacimento della nuova missione cosiddetta BMD (Ballistic Missile Defence) assegnata in ambito NATO, il Generale Preziosa ha espresso il proprio apprezzamento sul fatto che il MEADS (Medium Extended Air Defence System) ha ricevuto i finanziamenti da Stati Uniti, Germania e Italia per concludere la fase di sviluppo.
  Ulteriori considerazioni hanno riguardato il quadro geopolitico e il livello di instabilità e di violenza che caratterizza ancora molte aree del mondo. A fronte di questo contesto in continua evoluzione, ha osservato il Generale Preziosa, «occorre disporre di tutti i mezzi, grandi e piccoli, per intervenire immediatamente cercando di porre rimedio a quello che succede, che sorprenderà, per poi aumentare, eventualmente, il resto delle dotazioni».

3.6. Arma dei carabinieri

  Il Comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Generale Gallitelli, nel corso della sua audizione del 3 luglio 2013, ha evidenziato, in primo luogo, come le spese di investimento dell'Arma si risolvono essenzialmente nell'acquisto di autoveicoli e motoveicoli e strutture telematiche non esistendo per questa Forza armata una dotazione di grandi armamenti.
  Al riguardo, è stato fatto presente che la manutenzione dei veicoli, essenziale per esplicare il controllo del territorio, presenta diversi profili di criticità in considerazione delle risorse a tal fine disponibili, di gran lunga inferiori alle effettive esigenze di manutenzione:
  A fronte di una disponibilità di circa 11,5 milioni di euro, le richiamate spese si assestano intorno ai 30 milioni.
  Ulteriori informazioni hanno riguardato le risorse destinate, più in generale, al settore dell'investimento e al loro utilizzo. È stato al riguardo evidenziato che tali somme sono pari a 25,65 milioni di euro, 44 in meno rispetto al precedente anno. Ulteriori risorse, pari a 15 milioni di euro, sono state, invece, garantite dallo stato maggiore della Pag. 21Difesa per l'acquisto di ulteriori veicoli e per il completamento di un piano di innovazione tecnologica per i reparti investigativi e per le dotazioni scientifiche del raggruppamento investigazioni scientifiche. Sono stati, inoltre, assegnati 10 milioni suppletivi sui capitoli investimento da destinare a questi particolari settori.
  Infine, 27 milioni di euro sono stati forniti sempre dallo stato maggiore della Difesa, relativamente al triennio 2013-2015, per il completamento della struttura telematica condivisa con le altre Forze armate e di polizia.
  Infine, grazie a finanziamenti europei, è in corso di completamento la digitalizzazione delle capacità di trasmissione dati che consente di raggiungere i comandi distribuiti sul territorio. Si tratta di una infrastruttura telematica che pone l'Arma all'avanguardia in questo settore.

4. I principali programmi di acquisizione di sistemi d'arma in corso di esecuzione

4.1. Il programma Joint Strike Fighter (F35)

  Tra i programmi di acquisizione dei sistemi d'arma in corso di esecuzione che hanno formato oggetto di una attenta analisi nel corso dello svolgimento dell'indagine conoscitiva vi è il programma di ricerca e sviluppo del cacciabombardiere di quinta generazione Joint Strike Fighter.
  Si tratta di un programma che riveste da tempo un ruolo di centralità nell'ambito delle diverse tematiche che animano il dibattito politico sui temi della difesa e sul quale la Camera dei deputati ha approvato uno specifico atto di indirizzo (mozione n.  1-00125) con il quale si impegna il Governo: «a dare impulso, a partire dal Consiglio europeo di dicembre, a concrete iniziative per la crescita della dimensione di Difesa comune europea in una prospettiva di condivisa razionalizzazione della spesa; al pieno rispetto di quanto previsto dall'articolo 4 della legge n. 244 del 2012, allo scopo di garantire al Parlamento di esercitare le proprie prerogative; in particolare, relativamente al programma F35; a non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito, ai sensi dell'articolo 4 della legge 31 dicembre 2012, n. 244». Identica mozione è stata approvata dal Senato.
  Nel corso dell'indagine sono stati rivolti numerosi quesiti a diversi interlocutori, istituzionali, rappresentativi dei settori industriali maggiormente interessati, esperti della materia ed analisti militari.
  Gli elementi raccolti hanno permesso di esaminare il programma sotto diversi profili e sono stati raccolti orientamenti anche differenti sui diversi aspetti di questo investimento. A fronte di una parte di considerazioni basate sulla essenzialità del nuovo cacciabombardiere di quinta generazione per il nostro sistema di difesa e per le conseguenti ricadute positive in termini di ritorni industriali e occupazionali, sono state, altresì, raccolte diverse e in alcuni casi più critiche valutazioni basate sulla difficoltà di sostenere l'investimento Pag. 22sul piano dell'impegno di risorse (si veda l'audizione del dottor Andrea Gaiani, direttore della rivista Analisi Difesa, del 1° agosto 2013) e sulla necessità di rivedere totalmente la partecipazione al programma (si veda l'audizione dei rappresentanti della Campagna «Sbilanciamoci» del 1° ottobre 2013).
  Altri, infine, hanno considerano preliminare a qualsiasi valutazione e decisione sui sistemi d'arma e, quindi, anche sul programma F35, la definizione di un modello di difesa e la definizione delle strategie di sicurezza nazionale che si intendono perseguire (si veda l'audizione dei rappresentanti della Rete italiana per il disarmo del 1° ottobre 2013).
  Nel dettaglio i quesiti hanno riguardato essenzialmente diversi aspetti di questo programma ed in particolare la scansione temporale degli accordi, il costo complessivo del programma e dei singoli velivoli, lo stato attuale degli acquisti italiani, le ricadute industriali ed occupazionali del programma, la quota parte del programma che sarà materialmente realizzata dall'Italia, la presenza di offset contrattuali, i costi futuri di manutenzione ed esercizio, le conseguenze finanziarie e di politica estera derivanti da una eventuale uscita del nostro Paese dal programma, la relazione tra l'F35 e l'Eurofighter.
  Alcune risposte che attengono alle scelte politiche del programma sono state in primo luogo fornite dal Ministro della difesa, senatore Mario Mauro, nel corso della sua audizione del 23 luglio 2013.
  In quella sede, il Ministro ha ribadito quanto in precedenza rilevato in occasione del dibattito svolto sulla richiamata mozione n.  1-00125 quando aveva osservato che «a fronte dell'annunciato ridimensionamento del programma di acquisto degli F35 effettuato dal Governo e dal Ministro Di Paola il 15 febbraio 2012, la mozione Speranza rappresenta un atto inibente ogni ulteriore acquisizione e non sembra dover essere intesa come un generale retroattivo divieto incidente su politiche di acquisto già determinate. In mancanza di diverse scelte normative, il Governo ha il dovere di esercitare compiutamente le proprie competenze in materia di politica degli armamenti, in coerenza con un quadro giuridico rimasto immutato».
  Il Ministro, nel ricordare l'evoluzione del programma, originariamente programmato per l'acquisto di 150 velivoli e successivamente ridimensionato prima a 131 e poi 90 velivoli, ha sottolineato come lo strumento militare in esame è destinato a sostituire i velivoli Tornado e gli AMX che rappresentano di gran lunga i sistemi d'arma più utilizzati nella storia della Repubblica. Infine, ha invitato a riflettere sulla necessità di considerare attentamente i molteplici elementi di instabilità ed incertezza dell'attuale quadro geo-strategico con particolare riferimento all'area euromediterranea e a valutare lo scopo di forti sistemi di difese all'interno di società evolute in un'ottica di «deterrenza per la costruzione della pace».
  Per quanto riguarda, invece le caratteristiche tecnico-militari del velivolo tali informazioni sono state acquisite, in particolare, nel corso delle audizioni del Capo di stato maggiore della difesa e dei Capi di stato maggiore della Marina e dell'Aeronautica. Il primo, ha in particolare, sottolineato come il nuovo velivolo F35 sia destinato a colmare il gap dei sistemi dell'Aeronautica e dunque della difesa aerea, Pag. 23oltre che di sostegno alle forze di terra per i prossimi 30-40 anni. Il Capo di stato maggiore dell'Aeronautica, ha, invece, sottolineato come per l'Aeronautica militare, non esistono oggi alternative di pari valore operativo all'F35 sul mercato internazionale ed ha manifestato il convincimento secondo il quale «Qualsiasi altra soluzione oggi non è risolutiva della funzione». Il Capo di stato maggiore della Marina militare ha, invece, evidenziato come il velivolo F35 costituirà il sistema d'arma del Cavour, sostituendo l'attuale sistema d'arma in servizio, l'AV-8, che a breve cesserà la propria vita operativa. Inoltre, ha ipotizzato un possibile dual use di questo strumento in considerazione del fatto che «l'F35 è un aeroplano che decollerà dal Cavour quando servirà».
  Il Segretario generale della Difesa, Generale Stefanini ha a sua volta fatto presente come la scelta tra l'acquisto del singolo velivolo e la partecipazione al programma si sia in passato orientata verso la seconda di queste due opzioni in considerazione delle ricadute positive che tale partecipazione avrebbe comportato in termini industriali e tecnologici. «Partecipare al programma» ha osservato il Generale Stefanini «fa sì che la nostra macchina abbia determinate caratteristiche, che siamo in grado di controllare. Se, invece, non vi partecipassimo, tutto questo non potrebbe avvenire».
  Per quanto riguarda il profilo industriale dell'operazione, l'obiettivo perseguito, ha sottolineato il Segretario generale della Difesa, è quello di attirare sullo stabilimento di Cameri non solo l'assemblaggio di altre macchine che verranno acquisite in Europa, come quelle olandesi, ma anche le attività di mantenimento e di upgrading per tutte le macchine di questo tipo acquisite da Paesi europei o che in Europa operano, come gli F35 americani di stanza in Germania.
  Al contempo, il Generale Stefanini ha messo in evidenza come tale scelta, presenti comunque dei margini di rischio connessi con il carattere industriale e, quindi, commerciale dell'operazione, «pur tuttavia, tale operazione ha fatto sì che, allo stato, l'assemblaggio del velivolo potrà esser realizzato unicamente dagli Stati Uniti o dall'Italia».
  Su tale aspetto è intervenuto anche il Generale Preziosa il quale ha sottolineato come la partecipazione al programma JSF ha consentito ad Alenia Aeronautica di vincere la commessa per la costruzione degli 800 elementi di fusoliera centrale e il 40 per cento del velivolo più le ali.
  Per quanto riguarda, poi, i profili relativi ai contratti di acquisizione, il Generale Stefanini nell'evidenziare come in occasione di grandi programmi che coinvolgono più nazioni sono predisposte delle apposite agenzie internazionali che curano l'aspetto contrattuale e quello esecutivo del programma – quella che cura l'F35 ha sede negli Stati Uniti – ha posto l'attenzione sul fatto che con riferimento a programmi di durata così lunga come nel caso del programma F35, programma di durata venticinquennale, «sarebbe impossibile immaginare un impegno a distanza di quindici anni». L'impegno scatta in quelli più prossimi, quando contrattualmente bisogna impegnarsi concretamente. «Non esistono penali» ha puntualizzato, quindi, il Pag. 24Generale Stefanini, «ma anticipazioni che non sono restituite se si torna indietro».
  Pertanto, in risposta ad una specifica domanda, il Segretario generale della Difesa ha osservato che nella riduzione dell'impegno di acquisto da 131 a 90 velivoli, operata dal Governo Monti nella scorsa legislatura, si è probabilmente «tagliata quella parte di scatola vuota che non era stata soggetta ancora a nessun tipo di collaborazione diretta, stretta, di tipo industriale».
  Sempre con riferimento ai profili contrattuali del programma, l'Amministratore delegato di Finmeccanica, dottor Alessandro Pansa, nel corso della audizione del 16 ottobre 2012, nel sottolineare che il costo complessivo dell'aereo è tra i 90 e i 95 milioni di euro in quanto tale, ha osservato che il contratto originario, prevedeva che, nel momento in cui vi fosse stata una riduzione del numero dei velivoli acquistati al di sotto dei 100, non vi sarebbe stato più alcun tipo di «diritto» da parte dell'industria nazionale a produrre pezzi di questo aereo. In concreto, però, anche a fronte della riduzione a 90 velivoli dell'originaria previsione di acquisto, all'industria nazionale è stato assegnato il compito di produrre 800 sistemi di ala.
  Con riferimento poi al ridimensionamento del programma, il dottor Pansa ha aggiunto che la riduzione di 41 unità «non è un fatto irrilevante» perché significa ridurre il programma di un 35-40 per cento, il che, in termini di impegno industriale, impianti e macchinari, ha una sua rilevanza.
  Con particolare riferimento, poi, al profilo occupazionale, il dottor Pansa ha espresso il proprio convincimento in merito al fatto che i ritorni industriali di questo programma dipenderanno dalla capacità di utilizzare le infrastrutture create per attrarre la manutenzione, ovvero quella della parte avionica e dell'elettronica incorporata in questi aerei, che volano o sono di pertinenza, sia degli altri Paesi europei che li acquistano, sia degli aerei statunitensi di stanza in Europa. A questo proposito è stato evidenziato che il sito di Cameri è particolarmente attrezzato al riguardo e non vi sono altri siti europei col medesimo tipo di requisiti, sia di adeguatezza degli impianti, sia di sistemi di sicurezza, per cui l'occupazione complessiva che potrebbe, stabilmente e negli anni, generare questo programma potrebbe coinvolgere almeno 5.000 persone.
  Da ultimo, l'Amministratore delegato di Finmeccanica, nell'evidenziare che le società italiane coinvolte nel programma sono complessivamente 90 e che l'ammontare dei contratti stipulati a luglio 2013 è di circa 715 milioni di dollari, dei quali 565 milioni assegnati al gruppo Finmeccanica (le industrie Finmeccanica coinvolte nel programma JSF sono Alenia Aermacchi, Selex ES e OTO Melara), ha espresso il proprio convincimento in merito al fatto che i ritorni industriali a vita intera sono al momento stimabili in almeno 10 miliardi di dollari per l'intero sistema industriale italiano coinvolto, ma la successiva evoluzione del sito FACO di Cameri anche in un centro regionale di supporto (Regional Support Center) per la manutenzione, riparazione ed ammodernamento, sia per la parte aereostrutture che per l'avionica e per i sistemi d'armamento delle flotte Pag. 25F35, comporterà l'aumento del livello di trasferimento tecnologico verso l'industria nazionale e maggiori ritorni economici.
  Sulle prospettive industriali del programma si è espresso anche il dottor Enzo Casolini, ultimo amministratore delegato italiano del Consorzio Eurofighter, secondo il quale l'F35 dal punto di vista industriale «era, ed è tuttora, probabilmente, una grande opportunità per l'industria nazionale» a condizione che venga superato il limite all'accesso alle tecnologie e alle conoscenze del velivolo.
  Utili elementi di valutazione sono stati acquisiti anche nel corso delle audizioni degli esperti.
  Denominatore comune di queste audizioni è stata la considerazione secondo la quale la valutazione di un sistema d'arma non può prescindere dal quadro geopolitico di riferimento e dalla chiara individuazione dei potenziali rischi che un sistema d'arma è chiamato a contrastare.
  Il quadro geopolitico di strategie e di cambi di forze mondiali è stato messo bene in evidenza da Alessandro Politi, direttore della NATO Defense College Foundation. Politi, nel delineare quello che dovrebbe essere il punto di arrivo della politica di sicurezza europea, ha fornito utili dettagli in merito a quelle aree geografiche a più alta instabilità politica e istituzionale e, quindi, a più alto rischio di conflittualità, ed ha invitato a riflettere sul fatto che «quando ci sono forti squilibri commerciali, quando ci sono forti competizioni economico-politiche, il rischio che alla fine uno o più attori decidano di usare la scorciatoia della guerra non è assolutamente scontato».
  Con specifico riferimento al programma F35 Politi ha osservato come «il senso vero di quel programma, che è stato deciso quando la crisi finanziaria non c'era, era la capacità di rinsaldare un legame transatlantico. Si tratta di una scelta politica assolutamente comprensibile, ma che avviene, ancora una volta, in mezzo a persistenti resistenze nazionali e a tagli lineari tutti a livello nazionale».
  Sulla necessità di una chiara individuazione dello scenario di riferimento della difesa si è espresso anche il professor Michele Nones, direttore dell'area sicurezza e difesa dell'Istituto Affari Internazionali (IAI). Il primo elemento da considerare, ha rilevato il professor Nones, è quello della minaccia asimmetrica, diventata difficilmente prevedibile e quantificabile in termini di tempi, provenienza, modalità e durata. Il professor Nones ha, quindi, invitato a riflettere sul fatto che nell'arco di pochi anni «ci siamo ritrovati con una minaccia che mentre prima collocavamo in una distanza dell'ordine delle migliaia di chilometri adesso collochiamo in una distanza dell'ordine delle centinaia di chilometri».
  Con riferimento specifico al programma F35, pur dando atto della opportunità di pervenire quanto prima alla necessità di un libro bianco della difesa nell'ambito del quale si potrebbero meglio spiegare le ragioni e i modi di certe scelte o, eventualmente, anche correggerle, ha espresso il proprio convincimento in merito al fatto che una eventuale rinuncia al programma comprometterebbe pesantemente l'affidabilità italiana (l'esempio fatto dal professor Nones è ai connessi reciproci impegni presi con l'Olanda).Pag. 26
  Sulla scelta originaria di partecipare al programma, Nones ha sottolineato che l'Italia ha deciso di partecipare al programma quando è stato «chiaro a tutti – vi parlo degli anni 1999-2000 – che l'Europa non voleva, non poteva, non sapeva mettersi d'accordo nello sviluppare un velivolo analogo».
  Sulla medesima posizione anche il professor Margelletti, direttore del CESI, il quale ha definito l'F35 «un grande fallimento europeo. Come europei, non come italiani, noi non siamo stati in grado di metterci insieme intorno al tavolo e di renderci conto che da soli abbiamo pochissime capacità, pochi soldi e soprattutto, che è ciò che conta per il mercato, poche economie di scala. Più elevati sono i numeri, minore è la spesa».
  Il professor Margelletti, nell'illustrare le finalità del progetto e le prospettive di utilizzo futuro da parte delle Forze armate, ha espresso il proprio convincimento in merito al fatto che il programma, nel corso della sua evoluzione, ha presentato delle problematiche in origine non ipotizzate da parte statunitense ed ha evidenziato come il programma si stia sviluppando secondo una tempistica diversa dalle originarie aspettative.
  Considerazione critiche al programma sono state, invece espresse nel corso dell'audizione di rappresentanti della Campagna «Sbilanciamoci !» e della Rete Italiana Disarmo, del 1° ottobre 2013.
  In particolare, Francesco Vignarca, coordinatore della Rete italiana per il disarmo, ha manifestato la necessità di elaborare urgentemente un completo e innovativo modello di difesa in quanto «senza una precisa indicazione dei traguardi da raggiungere non è possibile, valutare gli strumenti necessari per arrivarvi e di conseguenza non è per voi possibile valutare compiutamente quali sistemi d'arma utilizzare». Leopoldo Nascia, esperto della campagna «Sbilanciamoci !», ha a sua volta auspicato una più ampia informazione circa i criteri in base ai quali vengono effettuate le previsioni di spesa e, con particolare riferimento al programma F35, ha manifestato la necessità di una precisa informazione in merito ai costi ufficiali: «manca una stima certa e verificabile con tutti i parametri necessari, calcolata in modo trasparente per consentirne eventualmente la verifica o la contestazione».
  Nel segnalare la necessità di definire quanto prima un nuovo modello di difesa, Maurizio Simoncelli, vicepresidente dell'Istituto di Ricerche internazionali dell'Archivio disarmo, ha posto l'attenzione su una serie di minacce, che devono essere considerate nella definizione di una strategia di sicurezza nazionale. Tali minacce vengono individuate essenzialmente nella proliferazione nucleare, nel terrorismo internazionale, nell'immigrazione incontrollata e nel riscaldamento globale. Si tratta di minacce che, ad avviso del dottor Simoncelli, non richiedono, per essere efficacemente contrastate, uno strumento militare essendo più efficaci soluzioni di altra natura: «Se c’è un pericolo di proliferazione nucleare», ha osservato il dottor Simoncelli, «noi dobbiamo rispondere in quella prospettiva e quindi il Ministero degli esteri deve attivarsi sul piano del rafforzamento del Trattato di non proliferazione nucleare. Ciò vale per tutte le altre minacce. Gli Pag. 27F35, le portaerei o i carri armati servono effettivamente per risolvere il problema del terrorismo ? Per quanto riguarda l'immigrazione clandestina, non fermiamo certamente i barconi nel Mediterraneo con le portaerei o con i cacciabombardieri».

4.2. Il programma European Fighter

  Il Programma EFA/Eurofighter 2000 (European Fighter Aircraft, poi European Fighter) rappresenta il più vasto programma industriale nel settore europeo della difesa, nonché l'esempio più avanzato di integrazione industriale in un unico programma comune.
  Il programma è frutto della cooperazione tra Italia, Germania, Regno Unito e Spagna, avviata in base al Memorandum of Understanding generale sottoscritto nel 1986.
  Un quadro completo del programma, con particolare riferimento alla sua evoluzione nel tempo, alle caratteristiche tecniche del velivolo, ai principi fondamentali che regolano la partecipazione al Consorzio Eurofighter e le sue prospettive future è stato offerto dal dottor Casolini, ultimo amministratore delegato del Consorzio, nel corso della sua audizione del 24 ottobre 2013.
  Il dottor Casolini ha posto in evidenza tre concetti fondamentali che regolano il Consorzio Eurofighter e che possono essere così riassunti.
  Fin dalla sua origine, tutte le decisioni all'interno del Consorzio sono assunte all'unanimità, indipendentemente dalla percentuale di partecipazione che i quattro Paesi hanno nel programma. Non esistono, quindi, livelli ai fini dell'assunzione delle decisioni che riguardano il programma partner di primo, secondo e terzo livello come, invece, è previsto nel programma F35 (6).
  Il secondo principio che regola il Consorzio si basa sul concetto «cost sharing uguale war sharing» in base al quale l'investimento fatto dalla singola nazione deve mantenersi nel relativo ambito nazionale. Conseguentemente a ciascuno dei quattro Paesi che partecipano al Consorzio è stata affidata la realizzazione di una componente rilevante del velivolo, oltre alla responsabilità del progetto su alcune parti. Sono, inoltre, previste verifiche periodiche a seguito delle quali eventuali sbilanciamenti devono essere recuperati.
  Il terzo principio che regola il Consorzio si basa sul fatto che tutte e quattro le nazioni che vi aderiscono hanno la conoscenza completa del velivolo, il know-how delle tecnologie e dell'avionica.
  Per quanto riguarda, le prospettive future del programma, il dottor Casolini ha ricordato che il programma Eurofighter «è ancora vivo e vegeto e il contributo delle nazioni, soprattutto dell'Inghilterra, per l'export è fondamentale per poter proseguire le linee di produzione del programma stesso».Pag. 28
  In tal senso si è espresso anche il dottor Pansa, Amministratore delegato di Finmeccanica nel corso della sua audizione del 16 ottobre, quando ha evidenziato che una volta terminato il flusso di ordini giunti dai quattro Paesi proponenti e costruttori, il futuro di questa piattaforma è prevalentemente nell'esportazione. Ed ancora il professor Margelletti nel corso della sua audizione del 28 ottobre, ha osservato come il programma Eurofighter ha margini di produzione e di sviluppo ancora notevolissimi, ma soprattutto, va aiutato l'export di questo velivolo.
  Con riferimento, poi al confronto fra il programma Eurofighter e l'F35, le valutazioni raccolte su questo profilo sono state numerose e anche in questo caso non sempre convergenti.
  Ad avviso del dottor Gaiani, ad esempio, in futuro, con taluni adattamenti già in corso di studio, il programma Eurofighter potrà svolgere funzioni di cacciabombardiere; il dottor Nascia ha, a sua volta, espresso il proprio convincimento in merito alla possibilità di valutare anche l'opportunità di «bloccare l'acquisto degli F35 e ritornare agli Eurofighter con tutti gli strumenti più moderni di cui disponiamo».
  Hanno invece, sottolineato le finalità diverse dei due strumenti in particolare, il Professor Nones e il Professor Margelletti.
  Il primo, ha fatto presente che nella concezione della nostra Aeronautica si ritiene di dover avere un numero di velivoli intercettori uguale a quello dei velivoli destinati all'appoggio tattico; il secondo, ha osservato come si tratti di velivoli profondamente diversi: «ciascuno è in grado, con un minimo di logico overlapping, di farne altre. Uno può portare bombe e l'altro può portare missili da difesa aerea, ma nascono in maniera completamente diversa per fare cose diverse».

4.3. Il programma Forza NEC

  Il progetto Forza NEC (Network Enabled Capabilities), è uno di quei programmi in corso di esecuzione sui quali si è concentrata l'attenzione della Commissione nel corso dell'indagine conoscitiva sia per la rilevanza dell'impegno previsto in questo investimento, sia per il carattere fortemente innovativo e tecnologico del progetto.
  Il progetto Forza NEC è, infatti, un progetto di ammodernamento dello strumento militare teso all'acquisizione di capacità operative e tecnologiche completamente digitalizzate e, come tali, in grado di sfruttare le opportunità offerte dalle moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione.
  Le audizioni svolte su questo progetto hanno posto in evidenza come da un punto di vista operativo, il progetto di digitalizzazione di Forza NEC consiste nel dotare le unità operative schierate in campo, dai posti di comando alle varie piattaforme (carri armati, veicoli di trasporto truppe, sistemi di ricognizione, semoventi di artiglieria) fino al singolo soldato, di opportuni sistemi digitali di elaborazione e di comunicazione, pienamente integrati ed interoperabili tra di loro. Il progetto in esame, attraverso l'utilizzo di nuove tecnologie informatiche, consente di ridurre in maniera significativa i tempi di comunicazione Pag. 29e di acquisizione delle informazioni che da sempre rappresentano una criticità nella condotta delle operazioni militari.
  Sulla prima fase del programma la Commissione difesa della Camera aveva espresso il proprio parere favorevole nel corso del 2009. La prima fase del programma, attiene, in particolare, ad una serie di attività sperimentali e di collaudo che dovranno costituire la cornice essenziale per la successiva fase di digitalizzazione, in tempi ristretti, di una Forza media articolata su una brigata media (blindati 8x8 e 4x4), completa dei necessari supporti logistici, nonché di una forza da sbarco, individuata nel Reggimento Lagunari «Serenissima» e nel Reggimento «San Marco» della Marina militare.
  Tali attività preliminari consistono, in particolare: nella progettazione del programma di digitalizzazione; nel collaudo dei sistemi e delle piattaforme da digitalizzare; nella definizione dei progetti industriali tesi, tra l'altro, alla fornitura dei principali sistemi C4ISTAR, C2N, sensori, attuatori e decisori; nell'approvvigionamento dei principali strumenti (sensori, attuatori e decisori) destinati a garantire che la «Digitalizzazione dello Spazio della manovra» della Forza NEC sia realizzata in tempi rapidi.
  La successiva seconda fase del progetto, relativa alla effettiva digitalizzazione delle prime due unità operative (una forza media ed una forza anfibia) non è stata ancora sottoposta al parere parlamentare.
  In relazione alla richiamata scansione temporale del programma, il Capo di stato maggiore dell'Esercito, Generale Graziano, nella sua audizione del 5 giugno 2013, ha fatto presente che l'esigenza di contenimento del bilancio ha indotto a rivedere quella programmazione che, mantenendo la sua validità, con l'ipotesi finanziaria attuale, permette di conseguire soltanto il 70 per cento dell'ammodernamento entro il 2032: «potremo cioè avere un ammodernamento del 70 per cento in 20 anni».
  Sul programma in generale si è soffermato anche Alessandro Politi il quale ha posto in evidenza come a livello europeo esistono numerosi sistemi analoghi. «I tedeschi hanno il loro programma, l'Infanterist der Zukunft. I francesi hanno RITA e FELIN. Gli inglesi hanno FIST, J-TAS ed ELSA. Tutti questi programmi» ha osservato il professor Politi «fanno esattamente la stessa cosa».
  Analoga considerazione è stata espressa dal dottor Festucci, Segretario generale della Federazione aziende italiane per l'aerospazio, il quale ha rilevato che in Europa esistono molti «soldati futuri», che non sono compatibili l'uno con l'altro: «Se si cominciasse a capire l'esigenza di farne uno solo, per efficientare i costi e anche il sistema, probabilmente faremmo una buona operazione».

5. La Politica di Sicurezza e di Difesa comune (PSDC)

  A livello europeo il tema dell'integrazione dell'efficacia della dimensione europea della Difesa è un tema centrale del dibattito politico e sul quale nel corso dell'indagine conoscitiva sono stati raccolti importanti contributi, sia con riferimento alla più recenti iniziative che riguardano questo tema, sia sulle prospettive di sviluppo della difesa europea.

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5.1. Il Trattato di Lisbona

  Importanti progressi sono stati compiuti con il Trattato di Lisbona nel settore della politica europea di sicurezza comune. In primo luogo, la prospettiva di una difesa comune, o comunque la definizione di una politica di difesa comune, i cui principi erano già stati stabiliti nel Trattato di Maastricht, diventa più realistica.
  Tale politica comune di difesa conferisce all'Unione una capacità operativa basata su strumenti civili e militari. Il Trattato di Lisbona ribadisce che il perseguimento della Politica di Sicurezza e di Difesa Comune non pregiudica il carattere specifico della politica di sicurezza e di difesa di taluni Stati membri, rispetta gli obblighi derivanti dal Trattato del Nord-Atlantico, per gli Stati membri che ritengono che la loro difesa comune si realizzi tramite la NATO, ed è compatibile con la Politica di Sicurezza e di Difesa Comune adottata in tale contesto.
  In materia di politica estera e di sicurezza, il Trattato di Lisbona ha provveduto: ad individuare la nuova figura dell'Alto Rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza (AR), cui si riconnette l'istituzione di un servizio europeo per l'azione esterna chiamato ad assistere, in collaborazione con le strutture diplomatiche degli Stati membri, l'Alto Rappresentante; a consolidare e definire le linee generali dell'azione dell'Unione con riferimento alla Politica Estera e di Sicurezza Comune (PESC) e alla Politica di Sicurezza e Difesa Comune (PSDC), fondate sulla reciproca solidarietà degli Stati membri e sul perseguimento di una sempre più stretta convergenza delle azioni poste in essere dai medesimi Stati. È in questa prospettiva che si ipotizza di pervenire ad un modello di difesa comune. Tale prospettiva, tra le altre cose, ha comportato l'istituzionalizzazione dell'Agenzia Europea per la Difesa (EDA) – già creata nel 2004 – chiamata, tra le altre cose, a promuovere la cooperazione europea in materia di armamenti; a consentire eventualmente, con decisione del Consiglio che delibera a maggioranza qualificata, una cooperazione strutturata permanente in materia di difesa tra gli Stati membri che hanno le capacità militari necessarie e la volontà politica di aderirvi.
  Tra le altre innovazioni si ricorda inoltre l'istituzione di un fondo iniziale per finanziare le attività preparatorie delle attività militari dell'Unione europea; il fondo dovrebbe facilitare il dispiegamento delle operazioni militari.
  Per quanto riguarda, in particolare, le missioni PSDC, si segnala che il Trattato ha disposto l'estensione delle cosiddette missioni di Petersberg – missioni umanitarie e di soccorso; missioni di mantenimento della pace (peace-keeping); missioni di unità di combattimento nella gestione di crisi, comprese le missioni tese al ristabilimento della pace (peace-making) – integrandole con ulteriori compiti relativi alle missioni di disarmo, di consulenza ed assistenza in materia militare, di stabilizzazione al termine dei conflitti. Il Trattato specifica, inoltre, che tutte queste missioni possono contribuire alla lotta contro il terrorismo, anche tramite il sostegno a Paesi terzi per combattere il terrorismo sul loro territorio.Pag. 31
  Quanto alle procedure decisionali, il Consiglio adotta le relative decisioni all'unanimità stabilendone l'obiettivo, la portata e le modalità generali di realizzazione. L'Alto Rappresentante, sotto l'autorità del Consiglio e in stretto e costante contatto con il comitato politico e di sicurezza, provvede a coordinare gli aspetti civili e militari di tali missioni.
  Sotto il profilo del controllo parlamentare in tale ambito, il Parlamento europeo acquisisce in linea generale il diritto di essere informato (o consultato), il diritto di controllo (interrogazioni, dibattiti) e di voto del bilancio PESC.
  In base al Trattato di Lisbona, il Parlamento europeo è consultato regolarmente dall'Alto Rappresentante sui principali aspetti e sulle scelte fondamentali della politica di sicurezza e di difesa comune ed è tenuto al corrente della sua evoluzione. L'Alto Rappresentante provvede affinché le opinioni del Parlamento europeo siano debitamente prese in considerazione. I rappresentanti speciali possono essere associati all'informazione del Parlamento europeo. Il Parlamento europeo può rivolgere interrogazioni o formulare raccomandazioni al Consiglio e all'Alto rappresentante. Il Trattato prevede, inoltre, che il Parlamento europeo svolga due volte l'anno il dibattito sui progressi compiuti nell'attuazione della Politica Estera e di Sicurezza Comune, compresa la Politica di Sicurezza e Difesa Comune.
  Il contributo dato dal Trattato di Lisbona è stato integrato, sul versante della cooperazione interparlamentare, dalla istituzione della Conferenza per il controllo parlamentare sulla politica estera e di sicurezza comune (PESC) e sulla politica di sicurezza e difesa comune (PSDC), composta da delegazioni dei Parlamenti nazionali degli Stati membri dell'Unione europea e del Parlamento europeo (cfr. infra).

5.2. Iniziative in vista del Consiglio europeo del 19-20 dicembre 2013

Il mandato del Consiglio europeo

  Si rende opportuno ricostruire che il Consiglio europeo del 13 e 14 dicembre 2012 ha indicato la necessità di rafforzare la collaborazione europea nella Politica Comune di Sicurezza e Difesa, sollecitando gli Stati membri a fornire capacità adeguate alle future sfide, sia nel settore civile che in quello della difesa giudicando necessario il rafforzamento della collaborazione per la situazione di ristrettezza finanziaria e per i potenziali benefici in termini di occupazione, crescita, innovazione e competitività industriale. Il Consiglio europeo ha quindi:
   invitato l'Alto Rappresentante e la Commissione europea ad elaborare entro settembre 2013 proposte volte al rafforzamento della PSDC e al miglioramento delle capacità militari e civili;
   indicato che il Consiglio europeo del 19 e 20 dicembre 2013 avrebbe proceduto alla valutazione dei progressi compiuti e alla definizione di orientamenti, anche stabilendo priorità e termini.

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  Il Consiglio europeo del dicembre 2012 ha indicato tre aree (cosiddette cluster) nelle quali rafforzare la collaborazione tra Stati membri in ambito PSDC:
   1) aumentare l'efficacia, la visibilità e l'impatto della PSDC, sviluppando l'approccio generale alla prevenzione dei conflitti, alla gestione delle crisi e alla stabilizzazione e la capacità di far fronte alle sfide che si profilano in termini di sicurezza; rafforzando la capacità dell'UE di spiegare con rapidità ed efficacia le capacità e il personale civili e militari negli interventi di gestione delle crisi;
   2) potenziare lo sviluppo delle capacità di difesa individuando le ridondanze e le carenze di capacità e stabilendo un ordine di priorità delle esigenze future per le capacità civili e militari; facilitando una cooperazione più sistematica, attraverso la messa in comune e condivisione delle capacità militari e nella pianificazione della rispettiva difesa nazionale degli Stati membri; facilitando le sinergie tra iniziative bilaterali, europee e multilaterali, comprese la messa in comune e condivisione dell'UE e la Smart Defence della NATO;
   rafforzare l'industria europea della difesa, sviluppando una base industriale e tecnologica di difesa europea integrata, sostenibile, innovativa e competitiva; sviluppando sinergie tra attività di ricerca e sviluppo civili e militari; promuovendo un mercato della difesa, aperto alle PMI, anche con un'attuazione efficace delle direttive sugli appalti pubblici e sui trasferimenti intra-UE.

Il rapporto dell'Alto Rappresentante in vista del Consiglio europeo di dicembre 2013

  Su mandato del Consiglio europeo di dicembre 2012 l'Alto Rappresentante, Catherine Ashton, ha presentato il 15 ottobre 2013 un rapporto recante proposte per il rafforzamento della PSDC.
  Il rapporto ha sottolineato come l'Europa si trovi di fronte a sfide crescenti alla sua sicurezza, legate alla trasformazione ed evoluzione del contesto strategico e agli effetti della crisi finanziaria sulle proprie capacità nel settore della sicurezza e della difesa.
  Il rapporto ha indicato l'importanza che il Consiglio europeo di dicembre 2013 non solo producesse risultati concreti, ma anche che si instaurasse un efficace processo di follow up per monitorare e sostenere le iniziative decise.
  In particolare, il rapporto ha fatto riferimento alla possibilità di avviare un'iniziativa di monitoraggio sulla difesa europea, una sorta di «semestre europeo sulla difesa», che consenta di sincronizzare i cicli di pianificazione nazionali di bilancio nel settore della difesa e definire parametri di riferimento.
  Le proposte e le linee d'azione individuate dall'Alto Rappresentante per rafforzare la PSDC si articolano intorno alle tre aree (clusters) definite dal Consiglio europeo di dicembre 2012 e, in particolare:
   accrescere l'efficacia, la visibilità e l'impatto della PSDC;
   sviluppare ulteriormente l'approccio globale dell'UE alla prevenzione dei conflitti e alla gestione delle crisi rafforzando una Pag. 33prospettiva di tipo regionale e garantendo una stretta cooperazione e un allineamento tra le diverse missioni e operazioni che insistono su una medesima regione; migliorare la collaborazione con i partner strategici (Nazioni Unite, NATO e Unione Africana);
  promuovere le partecipazioni a missioni PSDC di Paesi non membri della NATO e di Paesi candidati all'UE; contribuire alle capacità di partner locali e regionali incoraggiando la loro diretta responsabilità nella gestione e prevenzione delle crisi, fornendo non solo la consulenza e l'addestramento ma anche con l'equipaggiamento; esplorare le opportunità di cooperazione con i paesi del Partenariato orientale;
  concordare modalità per il sostegno (di concetto, organizzativo e finanziario), di servizi di sicurezza nazionali; rispondere alle nuove o imminenti sfide alla sicurezza, con particolare riguardo ai temi: della cyber-sicurezza, con una divisione dei compiti tra strutture nazionali e europee; dei profili di sicurezza e difesa della politica spaziale europea; della sicurezza energetica;
  potenziare la capacità di risposta alla sfide che premono sui confini dell'Unione, contribuendo allo sviluppo delle capacità degli Stati terzi di controllare i propri territori e gestire i flussi di persone e merci e rafforzando la sicurezza dei mari in termini di interoperabilità delle forze e di capacità di risposta collettiva attraverso una strategia europea di sicurezza marittima;
  rafforzare la rapidità e l'efficacia delle operazioni di gestione delle crisi: definendo un nuovo approccio per migliorare la possibilità di impiego delle forze militari di reazione rapida (i cosiddetti Battlegroup); procedendo a dare piena applicazione alla roadmap volta a velocizzare l'impiego delle missioni civili; avviando una discussione con gli Stati membri sulla possibilità di nuove modalità di finanziamento comune delle missioni; avviando una riflessione sull'articolo 44 del TUE, che prevede la possibilità che il Consiglio affidi la realizzazione di una missione a un gruppo ristretto di Stati membri che si accordano sulla sua gestione;
  accrescere la focalizzazione sulla prevenzione dei conflitti e sulla gestione dei processi di pace e di stabilizzazione, estendendo l'uso degli strumenti di analisi preventiva, la programmazione comune tra UE e Stati membri;
  accrescere la visibilità della PSDC, anche mediante una strategia di comunicazione nei confronti dell'opinione pubblica e promuovere una maggiore cooperazione ed interazione tra Stati membri nel settore della formazione in ambito militare, sulla base dell'esperienza dell'iniziativa cosiddetta «Erasmus militare»;
  rafforzare le capacità di difesa; creare le condizioni per una cooperazione europea nel settore della difesa più sistematica e a lungo termine, attraverso: la convergenza dei sistemi di programmazione degli Stati membri, con la piena incorporazione del cosiddetto «Pooling & Sharing» nelle programmazioni nazionali; la cooperazione nelle attività di supporto come la logistica e l'addestramento; la definizione da parte del Consiglio europeo di una roadmap strategica per una cooperazione di lungo termine con obiettivi e scadenze; la Pag. 34promozione di incentivi, anche di natura fiscale per progetti comuni di cooperazione; la riflessione comune su forme di cooperazione strutturata permanente previste dal Trattato di Lisbona;
   concentrare l'impegno comune sullo sviluppo di capacità-chiave, come il rifornimento di carburante in volo, i sistemi di volo comandati a distanza, la cyber difesa, le comunicazioni satellitari e l'accesso ad immagini satellitari ad alta definizione;
   facilitare le sinergie tra iniziative bilaterali, sub-regionali, europee e multilaterali, utilizzando a pieno il modello già sperimentato con il Comando europeo di trasporto aereo;
   rafforzare le capacità civili, rafforzando in particolare i legami tra la PSDC e gli attori che operano all'interno dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia (Europol, Interpol, Frontex);
   rafforzare l'industria europea della difesa;
   garantire una base industriale e tecnologica per l'industria della difesa competitiva su scala globale, lavorando in particolare sulla sicurezza degli approvvigionamenti, sugli «standard ibridi», sulla certificazione, la promozione delle PMI nel settore della difesa e incentivando l'avvio di programmi di collaborazione e condivisione delle risorse;
   stimolare le sinergie nel campo della ricerca, dello sviluppo tecnologico e dell'innovazione: invertendo il processo di tagli alla ricerca nel settore della difesa; rafforzando la cooperazione tra Stati membri attraverso programmi di ricerca congiunti; promuovendo una strategia globale volta a sfruttare al massimo le sinergie tra i programmi nazionali dual use e la ricerca europea; avviando un programma europeo per il finanziamento della ricerca tecnologia della difesa per il periodo 2014-2020; studiando forme di finanziamento innovative allo scopo di attrarre capitali privati.

La Comunicazione della Commissione europea su un piano strategico per rafforzare il mercato interno e la concorrenza dell'industria europea della difesa

  La Commissione europea ha presentato il 24 luglio 2013 una comunicazione intitolata «Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente» (COM(2013)542). La Commissione difesa, congiuntamente alla Commissione Attività produttive, ha esaminato tale comunicazione pervenendo, nella seduta del 12 dicembre 2013, all'approvazione di un documento finale.
  Si richiama che nella comunicazione la Commissione europea rileva come dal 2001 al 2010 la spesa complessiva dell'UE per la difesa si sia ridotta da 251 a 194 miliardi di euro. Le riduzioni hanno interessato in particolare gli investimenti in ricerca e sviluppo nel settore della difesa: tra il 2005 e il 2010 gli stanziamenti complessivi a livello europeo si sono ridotti del 14 per cento (ammonterebbero attualmente a 9 miliardi di euro). La Commissione calcola che gli Stati Uniti spendono per la ricerca nel settore della difesa sette volte di più della spesa complessiva degli Stati membri dell'UE.Pag. 35
  Nella comunicazione la Commissione europea propone un piano d'azione volto in particolare a:
   potenziare il mercato interno della difesa e della sicurezza. La Commissione intende garantire la piena applicazione della direttiva 2009/81 in materia di appalti nel settore della difesa e delle sicurezza e della direttiva 2009/43 relativa ai trasferimenti intra-UE di prodotti per la difesa. In particolare, la Commissione affronterà le distorsioni del mercato, assicurando la rapida eliminazione delle compensazioni economiche utilizzate dagli Stati membri per difendersi dagli acquisti di fornitori non nazionali e promuoverà un cambiamento della prassi in uso negli Stati membri in tema di appalti. La Commissione intende, inoltre, contribuire a migliorare la sicurezza dell'approvvigionamento tra Stati membri, avviando un processo consultivo con l'obiettivo di indurre gli Stati membri ad assumere un impegno a livello politico per garantire reciprocamente la fornitura, commissionata o concordata, di beni, materiali o servizi della difesa e pubblicherà un Libro verde sul controllo delle capacità industriali nel settore della difesa e sicurezza;
   rafforzare la concorrenzialità dell'industria europea. A tale scopo la Commissione svilupperà una politica industriale della difesa basata su due direttrici:
   a sostegno della concorrenzialità, compresa l'elaborazione di standard di normalizzazione «ibridi» su prodotti per applicazioni sia civili che militari, promuoverà un approccio comune per la certificazione a livello europeo dei prodotti per la difesa a vantaggio dei mercati della difesa e della sicurezza;
   a sostegno delle PMI, compreso lo sviluppo di strumenti strategici europei per la partnership di cluster atti a fornire collegamenti con altri cluster e sostenere le PMI della difesa nel contesto della concorrenza globale, avvalendosi anche di strumenti di sostegno alla PMI come il Programma COSME e il ricorso ai fondi strutturali e di investimento europei;
   sfruttare il potenziale a duplice uso della ricerca e rafforzare l'innovazione al fine di garantire l'uso più efficiente delle risorse dei contribuenti europei. In particolare: incentrando il proprio impegno sull'eventuale arricchimento reciproco fra l'ambito della ricerca civile e militare, sul potenziale a duplice uso nel settore dello spazio, sulle comunicazioni satellitari governative militari e sulla sviluppo di capacità dell'UE di immagini satellitari ad alta risoluzione; sviluppando un progetto globale per aiutare le Forze armate a ridurre il loro consumo di energia e promuovere azioni concordate in tema di energie rinnovabili ed efficienza energetica;
   rafforzare la dimensione internazionale dell'industria della difesa europea. In particolare, la Commissione europea intende istituire un dialogo con le parti interessate sulle modalità di sostegno dell'industria europea della difesa sui mercati terzi, valutando, altresì, le modalità con cui le istituzioni dell'UE potrebbero favorire i fornitori europei nei casi in cui una sola società europea si trovi a competere con fornitori di altre parti del mondo. In tema di controllo delle Pag. 36esportazioni la Commissione presenterà un rapporto sulla valutazione d'impatto relativa all'applicazione del regolamento (CE) n. 428/2009 e darà seguito al documento con una comunicazione che delinea una visione a lungo termine per i controlli sulle esportazioni strategiche dell'UE e le iniziative concrete per adeguare i controlli sulle esportazioni alle condizioni tecnologiche, economiche e politiche in rapido mutamento. A tale proposito la Commissione indica che è possibile che vengano elaborate proposte di modifiche legislative al sistema UE di controllo sulle esportazioni.

Raccomandazioni al Consiglio europeo

  Nella comunicazione la Commissione invita il Consiglio europeo di dicembre 2013 ad avviare un dibattito sulla base delle seguenti raccomandazioni di carattere generale:
   le decisioni in materia di investimenti e capacità per la sicurezza e la difesa dovrebbero essere fondate su una comprensione comune delle minacce e degli interessi. Occorre pertanto che l'Europa sviluppi, a tempo debito, un approccio strategico che comprenda tutti gli aspetti della sicurezza militare e non militare;
   la Politica di Sicurezza e di Difesa Comune è una necessità e deve essere supportata da una nuova politica europea comune delle capacità e degli armamenti di cui all'articolo 42 del TUE;
   al fine di garantire la coerenza degli sforzi la PSDC deve essere strettamente coordinata con altre politiche pertinenti dell'UE;
   sviluppare una strategia industriale per la difesa europea, basata sulla comune comprensione del grado di autonomia che l'Europa intende mantenere nelle aree tecnologiche critiche;
   per mantenere un'industria concorrenziale, in grado di produrre le capacità necessarie a prezzi accessibili, è essenziale rafforzare il mercato interno della difesa e della sicurezza e creare condizioni che consentano alle imprese europee di operare liberamente in tutti gli Stati membri;
   in tempi caratterizzati da forti restrizioni di bilancio è particolarmente importante stanziare ed impiegare le risorse finanziarie in modo efficiente. Ciò implica, tra l'altro, la riduzione dei costi operativi nonché la messa in comune della domanda e l'armonizzazione delle prescrizioni in campo militare;
   per dimostrare il reale vantaggio del contesto UE è necessario individuare un progetto comune per le capacità fondamentali nel settore della difesa, per le quali potrebbero essere pienamente mobilitate le politiche dell'UE.

  In base alle discussioni condotte dal Consiglio europeo nel dicembre del 2013, la Commissione svilupperà, per i settori definiti nella comunicazione, una tabella di marcia dettagliata con l'indicazione di azioni concrete e del calendario di attuazione.Pag. 37
  Per la preparazione e l'applicazione di tale tabella di marcia la Commissione istituirà un apposito meccanismo di consultazione, con il coinvolgimento dell'Agenzia Europea per la Difesa e del Servizio Europeo per l'Azione Esterna (SEAE), che fungerà da interfaccia con le autorità nazionali.

Posizione del Parlamento europeo

  Il Parlamento europeo ha approvato il 12 settembre 2013 una risoluzione sullo stato attuale delle strutture militari europee e le loro prospettive future.
  La risoluzione evidenzia come l'Unione soffra di un'insufficiente capacità di reagire alle crisi internazionali e sottolinea come le strutture e le capacità militari costituiscano parte integrante dell'approccio globale dell'UE alla gestione della crisi.
  Si esprime preoccupazione per le riduzioni dei bilanci nazionali per la difesa e per l'assenza di un effettivo coordinamento tra gli Stati membri per colmare i divari in termini di capacità e si esortano gli Stati membri a invertire tale tendenza attraverso una maggiore cooperazione, messa in comune e condivisione.
  La risoluzione invita gli Stati membri a migliorare la qualità della difesa europea attraverso il rafforzamento delle strutture militari dell'UE. In particolare, la risoluzione chiede di istituire all'interno del SEAE un quartier generale permanente civile e militare – anche attraverso il ricorso ad una cooperazione strutturata permanente – e sottolinea che si deve trattare di una struttura civile-militare, responsabile della pianificazione e della conduzione sia di missioni civili che di operazioni militari dell'UE, con catene di comando civili e militari distinte.
  Al riguardo già in passato alcuni Stati membri si erano fatti portavoce di questa richiesta, l'ultima volta nel novembre 2011, quando Francia, Germania, Italia, Polonia e Spagna avevano chiesto formalmente all'Alto Rappresentante di studiare misure in grado di fornire all'UE «capacità critiche», come appunto un quartier generale che rafforzasse le capacità di conduzione integrata dell'UE.
  La risoluzione chiede, inoltre, di rafforzare i gruppi tattici dell'UE (i già richiamati Battlegroup, unità militari multinazionali di circa 1500 uomini, pronte al dispiegamento in ogni momento grazie ad un sistema di rotazione delle truppe). Si propone, inoltre, di avviare una riflessione su procedure semplificate per l'impiego dei gruppi tattici europei per periodi di tempo limitato e si chiede di avviare una revisione del meccanismo Athena, che regola il finanziamento dei costi comuni necessari per l'attuazione delle operazioni dell'Unione europea con implicazioni nel settore militare o della difesa, prevedendo un ampliamento della tipologia dei costi da considerare comuni. La risoluzione sottolinea come i gruppi tattici restino una risorsa limitata nelle dimensioni e nella sostenibilità, ben lontana dunque da uno strumento di intervento a carattere universale previsto dagli obiettivi di Helsinki del 1999 di creare una forza di 60 mila uomini dispiegabile in 60 giorni, obiettivo del tutto fuori portata dalle attuali capacità europee.Pag. 38
  Invita a un ruolo più attivo della Agenzia per la Difesa Europea nel promuovere lo sviluppo da parte dei sistemi di difesa nazionale di capacità integrate e coordinate ed esorta gli Stati membri a fornire all'Agenzia finanziamenti adeguati.
  La risoluzione chiede, poi, che sia valutata la possibilità di istituire un deposito permanente della PSDC (con funzioni simili all'agenzia di supporto della NATO) che fornisca un sostegno multinazionale integrato alle strutture militari dell'UE e agli Stati membri, comprese le attrezzature essenziali per tutte le missioni, evitando onerose procedure d'appalto, ed invita gli Stati membri a prendere in considerazione una titolarità congiunta di alcune capacità dispendiose, in particolare le capacità spaziali, gli aeromobili a pilotaggio remoto o le risorse di trasporto aereo strategiche.
  La risoluzione, da ultimo:
   sottolinea l'importanza strategica della industria della difesa europea e rileva con preoccupazione la crescente dipendenza da tecnologie non europee che potrebbero minare l'autonomia europea. Si deplora la riduzione degli stanziamenti previsti dai bilanci nazionali e favore della ricerca nel settore della difesa e la loro frammentazione su base nazionale;
   incoraggia una qualche forma di razionalizzazione e un migliore coordinamento delle numerose iniziative di partenariato bilaterale/regionale/multilaterale finalizzate alla messa in comune delle risorse e alla promozione dell'interoperabilità, in grado di apportare contribuiti alle operazioni di coalizione UE, ONU, NATO o ad hoc;
   ribadisce il pieno sostegno a strutture e progetti europei nell'ambito dell'istruzione e della formazione e sottolinea, in particolare, il contributo dell'Accademia europea per la sicurezza e la difesa (AESD) alla promozione di una cultura della sicurezza comune, nonché il suo potenziale ai fini dell'identificazione e dello sviluppo di progetti collaborativi tra istituzioni nazionali in grado di ridurre i costi;
   per quanto riguarda i rapporti UE-NATO sottolinea che il rafforzamento delle capacità militari europee attraverso strutture dell'UE rafforzate va a beneficio anche della NATO e contribuisce a una più equa distribuzione degli oneri all'interno dell'Alleanza ed esorta il Vicepresidente/Alto Rappresentante e il Segretario generale della NATO a instaurare con urgenza una collaborazione molto più stretta e più regolare a livello politico ai fini della valutazione dei rischi, della gestione delle risorse, della pianificazione strategica e dell'esecuzione delle operazioni civili e militari;
   incoraggia gli Stati membri che lo desiderano a procedere ad una cooperazione strutturata permanente in materia di difesa europea, che deve comprendere, in particolare, l'istituzione di un quartiere generale operativo permanente dell'UE; il finanziamento comune delle operazioni di reazione rapida in cui sono utilizzati i gruppi tattici dell'UE; l'impegno a contribuire al registro dei gruppi tattici, con regole d'ingaggio allineate e procedure decisionali razionalizzate.

Pag. 39

  L'accordo su una cooperazione strutturata permanente dovrebbe, inoltre, comprendere impegni ai fini di un coordinamento strutturato nella pianificazione della difesa; una valutazione e revisione comuni della creazione delle capacità e di maggiori finanziamenti per l'Agenzia europea per la difesa.

Conferenza interparlamentare sulla politica estera e di sicurezza e sulla di sicurezza e difesa comune (Vilnius, 4-6 settembre 2013)

  Nella conclusioni adottate dalla Conferenza interparlamentare sulla politica estera e di sicurezza (PESC) e sulla di sicurezza e difesa comune (PSDC), che si è svolta a Vilnius dal 4 al 6 settembre 2013, per quanto riguarda in particolare le iniziative in vista del Consiglio europeo della difesa di dicembre 2013 si chiede al Consiglio europeo di formulare proposte per: a) rendere più veloce il processo decisionale della PSDC; b) il finanziamento delle operazioni PSDC; c) l'avvio di cooperazione strutturate; d) il futuro dei gruppi tattici dell'UE. Si invita, inoltre, il Consiglio europeo a definire una tabella di marcia con scadenze specifiche per la realizzazione di progressi in materia di difesa.
  Si ritiene che la cooperazione UE-NATO sia essenziale per invertire il declino della difesa europea e per rafforzare il pilastro europeo dell'Alleanza transatlantica e che sia necessario un più stretto coordinamento nella pianificazione tra l'UE e la NATO per evitare duplicazioni.
  Si chiede di definire chiare priorità geografiche e di impegno in modo da fornire una guida ai programmi di acquisizione e si chiede un più efficiente coordinamento regionale tra le diverse missioni PSDC, in particolare tra quelle che si svolgono nella stessa area geografica.
  Si sottolinea il ruolo importante dell'EDA nel razionalizzare le esigenze di approvvigionamento di difesa in tutta l'UE e che si dovrebbe fare uno sforzo maggiore per coordinare all'interno dell'UE e con la NATO la specializzazione sulle capacità, in modo da identificare le capacità in eccesso che non corrispondono ad esigenze operative.
  Inoltre, si evidenzia che la standardizzazione e l'uso di norme comuni ibride (in ambito sia militare che civile) rafforzerebbero la cooperazione e l'interoperabilità tra le forze armate europee. Infine, si ritiene che una forte base industriale e tecnologica europea nel settore della difesa è essenziale per mantenere le capacità di difesa europee e si sottolinea che l'industria europea della difesa non è solo importante per la sicurezza dell'Europa, ma contribuisce anche alla crescita economica, fornisce posti di lavoro e promuove l'innovazione.

Conclusioni del Consiglio europeo sulla politica di sicurezza e di difesa comune (del 25 novembre 2013)

  In linea con le conclusioni del dicembre 2012, nelle quali il Consiglio europeo ha espresso l'impegno di rafforzare l'efficacia della politica di sicurezza e di difesa comune quale contributo concreto alla Pag. 40gestione delle crisi a livello internazionale, l'Alto Rappresentante/capo dell'Agenzia europea per la difesa ha presentato la sua relazione recante ulteriori proposte e azioni di rafforzamento della PSDC, che apporta un essenziale contribuito al Consiglio europeo sulla sicurezza e la difesa previsto nel dicembre 2013.
  Successivamente, il 25 novembre 2013, il Consiglio dell'Unione europea, riunitosi come Consiglio «Istruzione, Gioventù e Cultura», ha adottato conclusioni sulla politica di sicurezza e di difesa, in preparazione delle conclusioni del Consiglio europeo del dicembre 2013.
  In esse, il Consiglio dell'Unione europea si dichiara convinto che l'UE, tramite la PSDC e altri strumenti, abbia un ruolo importante nella prevenzione e gestione dei conflitti e delle loro cause attraverso il suo approccio globale, del tutto unico.
  Sottolineata l'importanza della collaborazione strategica con i partner, il Consiglio evidenzia che sotto il profilo della sicurezza l'UE affronta sfide di lunga data in un quadro geostrategico complesso e in rapida evoluzione e in un contesto di crisi finanziaria che sfida le capacità di sicurezza e di difesa dei Paesi europei. È in tale contesto gli Stati membri sono chiamati rinnovare l'impegno assunto per il miglioramento della disponibilità delle necessarie capacità e per la promozione di una base industriale e tecnologica di difesa europea più integrata, sostenibile, innovativa e competitiva, capace anche di assicurare occupazione, crescita ed innovazione.
  Premessa la necessità di promuovere una strategia di comunicazione sulle tematiche di difesa e sicurezza capace di coinvolgere maggiormente i cittadini, il Consiglio sottolinea l'esigenza che tali settori possano avvalersi di livelli di spesa sufficienti e rileva la necessità, a fronte della scarsità delle risorse nazionali e dell'Unione, di un migliore coordinamento che consenta l'ottimizzazione dell'impiego di tali risorse. Gli sforzi di ottimizzazione dovrebbero tuttavia insistere su una più chiara definizione del ruolo strategico dell'UE e delle sue priorità, fondata anche sul contributo alla sicurezza globale fornito grazie all'approccio globale, nonché sull'esperienza maturata con le missioni e operazioni PSDC.
  Il Consiglio dell'Unione europea attende con interesse la successiva discussione tra capi di Stato o di governo che fornirà un orientamento strategico per rafforzare la PSDC e intensificare la cooperazione nel settore della sicurezza e della difesa in Europa, conformemente al Trattato di Lisbona, e invita il Consiglio europeo a considerare l'eventualità di chiedere all'Alto Rappresentante di presentare le sue prime osservazioni ad alto livello, alla luce delle consultazioni con gli Stati membri, nella primavera del 2015.
  Il Consiglio dell'UE, che si propone di tornare sulle questioni della sicurezza entro il primo semestre del 2014 sulla scorta di una relazione sullo stato dei lavori, invita il Consiglio europeo continuare ad occuparsi della questione sulla scorta del contributo fornito dall'Alto Rappresentante, anche in qualità di vicepresidente della Commissione europea, segnatamente attraverso il Servizio europeo per l'azione esterna e l'Agenzia europea per la difesa, nonché dalla Commissione europea.

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5.3. Posizioni espresse dal Governo italiano in sede europea

Non paper «More Europe»

  Il Governo italiano ha presentato a marzo 2013 ai partner europei, in sede di Consiglio dell'UE, proposte sulla difesa europea in vista del Consiglio europeo del dicembre 2013, sotto forma di un non paper intitolato «More Europe».
  Nel documento si indicano le necessità di gettare le basi per una rinnovata comunità transatlantica di sicurezza sulla base di una più forte presenza europea sia per quanto riguarda le capacità che per quanto riguarda l'impegno politico, che non sia sostitutiva della NATO, ma che anzi rinforzi la operazione euro-atlantica. Senza una reale ed efficace coordinazione delle pianificazioni di difesa nazionali gli Stati europei sono destinati a perdere la capacità di garantire la propria sicurezza. Gli Stati membri devono dunque superare le riserve nazionali ed essere pronti a concordare un certo livello di reciproca interdipendenza. Tale cooperazione si rende necessaria sia per motivi di bilancio (diminuzione delle risorse finanziarie disponibili) sia per motivi strategici e geopolitici (sfide alla sicurezza con carattere ormai globale). Una PSDC più forte ed efficiente è considerata come il prerequisito per condividere una maggior parte delle sfide globali con i partner ed alleati dell'Europa.
  Il non paper indica, in particolare la necessità di sviluppare un confronto in sede europea sui seguenti argomenti:
   superamento della distinzione tradizionale tra dimensione interna ed esterna della sicurezza attraverso un approccio alle sfide globali di «diplomazia preventiva». A tal fine si propone di esplorare la possibilità di una interpretazione più ampia delle disposizioni relative alla clausola di solidarietà (articolo 222 del Trattato sul funzionamento dell'UE), che la lettera del Trattato limiterebbe ad eventi all'interno del territorio dell'UE, in cui la territorialità strettamente europea non sarebbe più una precondizione per la sua applicazione;
   integrazione e coordinamento della pianificazione delle operazioni militari e delle missioni civili, riorganizzando le strutture e le procedure per lo sviluppo di missioni con maggiore integrazione degli aspetti strategici militari e civili;
   definizione di nuovo processo di pianificazione delle difesa europea, con il quale preservare le complessive capacità europee attraverso una migliore allocazione e coordinazione delle risorse disponibili. A tal fine, il piano europeo di sviluppo delle capacità dovrebbe: funzionare automaticamente sulla base di un ciclo predefinito; essere sincronizzato con il processo di pianificazione della difesa in ambito NATO; essere capace di orientare i processi di sviluppo delle capacità nazionali; assicurare che il contributo di forze e capacità di ciascuno Stato sia consistente con il suo effettivo potenziale, al fine di un miglior equilibrio nella condivisione degli sforzi;Pag. 42
   sviluppo maggiore di forze multinazionali, al fine non solo di condividere i costi, ma anche di promuovere una maggiore integrazione tecnica ed operativa. A tal fine occorre una discussione su un incremento dell'utilizzo e della flessibilità dei battaglioni tattici (Battlegroup);
   creazione di un vero mercato unico delle difesa europea, rafforzando altresì la base industriale e tecnologica della difesa europea. A tal fine occorre incoraggiare la cooperazione industriale, aumentare la concorrenza, in particolare a vantaggio delle piccole e medie imprese. Occorrerebbe valutare la possibilità di estendere il ricorso a strumenti finanziari innovativi come i project bonds anche per il finanziamento dell'industria e della ricerca tecnologica nel settore della difesa;
   promozione di una rete di formazione militare europea, con un maggior ruolo del College per la sicurezza e la difesa europea, promuovendo una maggiore integrazione dei processi di formazione militare e lo sviluppo di un curriculum comune.

Documento di riflessione sul rafforzamento della collaborazione UE-NATO

  Successivamente Italia, Lituania, Polonia e Paesi Bassi hanno presentato nell'aprile 2013 un documento di riflessione sul rafforzamento della collaborazione UE-NATO, che auspica una più stretta collaborazione UE-NATO e propone di:
   dare più regolarità ai contatti e al dialogo fra le due Organizzazioni, allargando lo spettro delle tematiche discusse;
   rafforzare i meccanismi di cooperazione come l'UE-NATO Capability Group e istituire un comitato congiunto per la gestione delle crisi;
   lavorare allo sviluppo di capacità militari condivise, ad esempio armonizzando l’European Capability Development Plan con il NATO Defence Planning Process. È importante assicurare che nello sviluppo di capacità nelle due Organizzazioni si evitino duplicazioni;
   migliorare la reazione alle crisi e lo scambio di informazioni;
   ampliare l'interazione civile-militare nei teatri di crisi;
   estendere la cooperazione a nuovi settori, come la sicurezza energetica e le minacce cibernetiche.

  Negli ultimi mesi il Segretario Generale della NATO ha ribadito in più occasioni la necessità del rafforzamento della difesa europea, della complementarietà degli sforzi NATO ed UE e l'opportunità di bilanciare con un crescente impegno degli Alleati continentali il nuovo orientamento militare americano verso i quadranti asiatico e pacifico.

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6. Considerazioni conclusive

  1. Gli elementi raccolti nel corso dell'indagine conoscitiva, sia per l'ampiezza dei soggetti auditi, sia per il considerevole materiale depositato e quello acquisito agli atti dell'indagine, hanno consentito di delineare un quadro generale su diversi profili che riguardano i sistemi d'arma e sulle principali questioni attinenti al tema della difesa europea.
  La quantità di informazioni raccolte dalla Commissione ha suscitato una serie di riflessioni che certamente meritano un futuro approfondimento, anche in considerazione della delicatezza della materia trattata e nella consapevolezza che le scelte di un Paese in tema di difesa e ancor più quelle che riguardano gli armamenti sono scelte che attengono alla sicurezza dei suoi cittadini e al ruolo internazionale del Paese.
  Ciò premesso in linea generale, il primo elemento che è emerso dall'indagine, e sul quale si sono raccolti numerosi e autorevoli contributi attiene alla complessità dello scenario, in cui il nostro Paese sarà chiamato ad operare.
  Denominatore comune di larga parte delle audizione svolte è la preoccupazione manifestata in merito alla continua evoluzione e all'instabilità dello scenario internazionale e geostrategico.
  È stato fatto presente come numerosi focolai di tensione e crisi interne a singoli Stati sono potenzialmente in grado di destabilizzare intere regioni e contribuiscono a delineare un quadro della sicurezza quanto mai complicato e imprevedibile ed è stato, altresì, evidenziato come l'emergere di nuovi attori quali Cina, India e Brasile, incida sul quadro strategico e quello degli equilibri geopolitici.
  La presenza di forti squilibri commerciali in diverse aree del pianeta e forti competizioni economico-politiche, possono considerarsi anch'essi come possibili minacce alla stabilità e alla sicurezza internazionale, in quanto non si può escludere che «alla fine uno o più attori decidano di usare la scorciatoia della guerra» (7) per il conseguimento dei propri obiettivi.
  Al contempo, è stata, altresì, espressa da più parti la considerazione secondo la quale alcuni importanti fattori di rischio devono essere affrontati con strumenti complessivi, ed in particolare quelli della cooperazione, della diplomazia, della politica estera e del rispetto dei trattati internazionali attraverso la reciprocità dei controlli.
  Per quanto attiene, ad esempio, allo scacchiere del Mediterraneo, la collaborazione in ambito europeo deve essere rafforzata, anche e soprattutto nel settore civile e dell'aiuto umanitario con l'obiettivo di realizzare un'area di pace e di stabilità politica.
  2. A fronte di tale contesto geopolitico, la realizzazione di una maggiore integrazione a livello europeo nel settore dalla difesa rappresenta un obiettivo condiviso dall'ampia platea dei soggetti ascoltati dalla Commissione, i quali, pur individuando talune difficoltà nella realizzazione di questo importante obiettivo, hanno sottolineato i vantaggi che un rafforzamento della Politica di Sicurezza e Difesa Pag. 44Comune, nell'ambito della più generale Politica Estera e di Sicurezza Comune, può comportare al sistema della difesa in termini operativi, capacitivi ed economici.
  La prima considerazione favorevole ad una dimensione europea della difesa, si ricollega proprio al richiamato quadro geopolitico e alla necessità di un rafforzamento dell'integrazione tra Stati, quale contributo concreto alla prevenzione e alla gestione dei conflitti a livello globale e per far fronte alle sfide che si profilano in termini di sicurezza. All'imprevedibilità e alla complessità delle minacce, è stato fatto notare da più parti, occorre poter rispondere, sia con una chiara strategia di sicurezza e difesa europea, sia con la tempestività e la flessibilità di strumenti comuni integrati e sostenibili da un punto di vista finanziario.
  La seconda considerazione favorevole al rafforzamento della dimensione europea si ricollega al generale quadro finanziario dei Paesi europei e alla contrazione dei bilanci della difesa di tutti gli Stati membri.
  In tale contesto la possibilità di realizzare uno strumento di difesa comune ed integrato è stata considerata come un'ipotesi non solo auspicabile, ma in alcuni casi necessaria, in quanto consentirebbe di evitare inutili sovrapposizioni di capacità, di strumenti militari e di spese.
  Al riguardo, la riflessione si è concentrata su due particolari esempi che sono stati considerati particolarmente significativi di questa duplicazione: il programma Forza NEC per quanto concerne i sistemi d'arma e i poligoni, con riferimento all'addestramento del personale militare.
  Nel primo caso, nel corso delle audizioni è stato fatto notare come analoghi programmi sono in corso di esecuzione in altri Paesi europei «I tedeschi hanno il loro programma, l’Infanterist der Zukunft. I francesi hanno RITA e FELIN. Gli inglesi hanno FIST, J-TAS ed ELSA. Tutti questi programmi» ha osservato Alessandro Politi «fanno esattamente la stessa cosa». Analoga considerazione è stata espressa dal dottor Festucci, Segretario generale della Federazione aziende italiane per l'aerospazio, il quale ha rilevato che in Europa esistono molti «soldati futuri», che non sono compatibili l'uno con l'altro. «Se si cominciasse a capire l'esigenza di farne uno solo, per efficientare i costi e anche il sistema, probabilmente faremmo una buona operazione».
  Sul versante dell'addestramento del personale militare, è stato invece evidenziato l'alto numero di poligoni esistenti in alcune regioni del nostro Paese ed è stata prospettata la possibilità che attraverso una maggiore integrazione europea nel settore della difesa e la condivisione di strutture addestrative, si possa pervenire ad una loro razionalizzazione, con benefici, sia in termini di costi operativi, ma anche per le popolazioni interessate che sopportano oggettivi disagi dalla presenza di un elevato numero di poligoni nelle loro aree.
  Da ultimo, nel corso delle audizioni, in diverse occasioni, è stata manifestata l'opportunità di superare l'attuale frammentazione del sistema industriale della difesa europea, in quanto la presenza di una Pag. 45pluralità di mercati nazionali è considerata un ostacolo alla competitività e allo sviluppo di economie di scala.
  Con particolare riferimento all'industria della difesa italiana, annoverabile tra le principali a livello europeo e, per alcune specificità, a livello mondiale, le opportunità di un ulteriore sviluppo di questo comparto e del suo bacino occupazionale, dotato di maestranze particolarmente qualificate è in parte legato alla capacità del nostro Paese di affermarsi sulla scena europea come uno degli attori principali del settore, disponibile a mettere a disposizione le proprie specificità industriali e tecnologiche per la realizzazione di programmi comuni, maggiormente efficaci ed economicamente sostenibili, in un'ottica di condivisione delle singole peculiarità dei diversi Paesi.
  3. Il richiamo ad una forte integrazione europea nel settore della difesa è stato ricorrente anche nel corso dell'indagine conoscitiva più direttamente rivolta ad una ricognizione dello stato attuale dei sistemi d'arma nel nostro Paese.
  In questo ambito la Commissione ha raccolto una serie di elementi di valutazione che, oltre al dato meramente numerico riguardante i principali programmi in corso di esecuzione, attengono più genericamente alle singole esigenze operative delle Forze armate e alle iniziative che si intendono intraprendere per garantire la piena operatività dello strumento militare in un quadro finanziario caratterizzato, rispetto al passato, da un minor numero di risorse finanziarie a disposizione.
  I Capi di stato maggiore di tutte le Forze armate hanno espresso forte preoccupazione per il generale quadro finanziario di riferimento, ma hanno, altresì, valutato positivamente i principi di razionalizzazione dello strumento militare previsti dalla legge n. 244 del 2012 che consentiranno di assicurare una più equilibrata ripartizione delle risorse finanziarie nell'ambito delle principali voci del bilancio della difesa (personale, esercizio ed investimento).
  La prevista riduzione del personale militare e civile della difesa e la conseguente razionalizzazione delle strutture militari consentirà infatti di destinare all'operatività e all'ammodernamento dello strumento militare un maggior numero di risorse con l'obiettivo ultimo di realizzare uno strumento militare numericamente più limitato, ma certamente più efficace, dotato di strumenti operativi efficaci ed integrati con i sistemi operativi dei Paesi alleati in ambito europeo ed internazionale.
  Sono state ribadite a livello istituzionale talune informazioni già contenute nel Documento Previsionale Programmatico del Ministero della Difesa per il triennio 2013-2015 e riguardanti le iniziative di revisione dei programmi attualmente in corso in vista di una pianificazione degli investimenti mirata non alla singola piattaforma ma alla capacità operativa, da perseguire in un'ottica interforze e nell'obiettivo di prevenire aggravi di oneri per l'Amministrazione Pubblica.
  Inoltre, sono state fornite informazioni su specifici programmi della Difesa attualmente in corso di realizzazione, sul possibile sviluppo dual use di taluni sistemi d'arma, sulla necessità di potenziare alcune sistemi di difesa a fronte del cyber terrorismo e del cyber warfare.Pag. 46
  La quantità di informazioni raccolte dalla Commissione, provenienti da soggetti autorevoli e qualificati, ha consentito di svolgere una serie di riflessioni su profili importanti della complessa materia dei sistemi d'arma. Al contempo, è emersa però la necessità di approfondire ulteriormente alcune questioni anche in considerazione della loro rilevanza e dell'estremo interesse della collettività su questi temi.
  Con riferimento, poi, ad alcuni programmi di acquisizione di sistemi d'arma in corso di esecuzione, quali ad esempio il programma Forza NEC o il programma F35, anche in considerazione dell'ingente numero di risorse pubbliche investite, appare opportuno che il confronto istituzionale su questi programmi, nell'ambito delle rispettive competenze, sia mantenuto costante. Più in generale, è stata ribadita la necessità di pervenire quanto prima all'elaborazione di un libro bianco della Difesa che consenta di avviare una riflessione profonda sulle ragioni e i modi di certe scelte e, come è stato evidenziato dal professor Nones, «eventualmente anche correggerle».
  È stato, altresì, ribadito che qualsiasi scelta in materia di difesa non può prescindere dal precetto di cui all'articolo 11 della Costituzione che ripudia la guerra quale strumento di risoluzione dei conflitti ed è stato ricordato l'impegno dell'Europa, della NATO e delle Nazioni Unite per il mantenimento della pace e della sicurezza dei popoli.
  Sul versante parlamentare, un riconoscimento unanimemente positivo è stato espresso nei confronti di quegli strumenti normativi, previsti dalla recente riforma sulla revisione dello strumento militare, finalizzati ad assicurare un adeguato controllo parlamentare sul corretto ed efficiente utilizzo delle risorse destinate al finanziamento dei programmi di armamento, in considerazione del carattere di investimento strategico che tali programmi rivestono per la difesa nazionale e per lo sviluppo tecnologico e produttivo del nostro Paese.
  Tali strumenti contribuiscono a promuovere un dibattito più approfondito e consapevole in materia di difesa in una ottica di sempre maggiore collaborazione interistituzionale tra Governo e Parlamento, fondata sul dialogo, sulla trasparenza e sulla responsabilità.
  4. Queste considerazioni conclusive si riallacciano doverosamente alle premesse dell'indagine conoscitiva, come definite dal relativo programma, deliberato dalla Commissione il 17 luglio 2013. Tale programma, prendendo le mosse dal citato Documento programmatico pluriennale per la Difesa per il triennio 2013–2015, ha individuato la priorità di una profonda revisione dello strumento militare, nel suo complesso e nel quadro dell'impegno europeo, anche per un concreto rilancio della Politica di Sicurezza e di Difesa Comune. Nello stesso documento è riconosciuta «una nuova e più stringente esigenza affinché il Parlamento possa acquisire utili elementi conoscitivi sull'insieme dei programmi di armamento e rinnovamento dei sistemi d'arma in corso di svolgimento», fissando come finalità ultima dell'indagine quella di «un'analisi esaustiva sulla compatibilità dei programmi d'investimento relativi ai sistemi d'arma con gli obiettivi della difesa nazionale, anche in vista del Consiglio europeo di dicembre».Pag. 47
  Date queste premesse il percorso della Commissione, avviato poco dopo l'inizio della legislatura, si è via via arricchito di contenuti e spunti derivanti dal vasto dibattito pubblico, e ha dovuto registrare l'elevata sensibilità e il percepibile disagio dell'opinione pubblica di fronte ai dati relativi alla spesa militare, in una fase caratterizzata da gravi difficoltà economiche e finanziarie, da una pressante richiesta di sacrifici e di forte contrazione della spesa pubblica nei servizi di carattere sociale.
  In conseguenza di ciò, hanno attirato l'attenzione dei cittadini e, dunque, della Commissione, i temi relativi ai progetti di progressiva sostituzione delle linee di volo Tornado, AV-8B Harrier e AMX con il cacciabombardiere per attacco al suolo in profondità F35 della Lockheed Martin, come pure il dibattito su Forza NEC, sul ruolo della Marina militare, nonché sulle missioni militari all'estero e sulla riforma delle Forze armate. L'indagine ha richiesto la contestualizzazione di tali temi, tenendo conto di significativi elementi di analisi geostrategica sulla posizione dell'Italia nel mondo, sulla qualità delle minacce che il nostro Paese deve fronteggiare e sulle modalità della gamma delle risposte che si possono approntare, come ben si evince soprattutto dalle audizioni svolte dagli autorevoli rappresentanti di istituti ed enti di ricerca.
  Le modalità con cui si è svolta l'indagine conoscitiva sono state approfonditamente illustrate nella proposta di documento conclusivo presentata già nella seduta del 10 dicembre del 2013.
  Nelle more dell'approvazione del documento conclusivo si è costituito un nuovo Governo. Il Ministro della difesa in carica, sin dalla presentazione degli indirizzi programmatici del suo Dicastero, ha annunciato l'intenzione di procedere alla stesura di una nuova edizione di un libro bianco della Difesa. Si tratta di un proposito sicuramente apprezzabile che raccoglie e fa propria esigenza di fondo che è stata all'origine della decisione di svolgere l'indagine conoscitiva: la necessità, non più rinviabile, di ridisegnare i confini della spesa militare, con l'obbiettivo di razionalizzare e ridurre significativamente la quota di spese destinate agli armamenti.
  È intenzione della Commissione interagire attivamente anche alla redazione della proposta definitiva del libro bianco, che dovrà essere votata dal Parlamento.
  L'indagine conoscitiva sui sistemi d'arma è quindi un tassello – parziale ma prezioso – di una complessiva opera di conoscenza e di decisione sull'insieme della materia della difesa che incombe sulla politica, e costituisce un presupposto dal quale non si può prescindere anche per la stesura di un libro bianco sul modello italiano di difesa, elaborato nella prospettiva di una deciso passo in avanti nella costruzione di una identità europea della difesa. Infatti, sia gli atti dell'indagine conoscitiva che l'orizzonte europeo dovranno costituire le linee guida per la stesura del libro bianco annunciato dal Governo.
  Nel corso dei lavori dell'indagine è stato spesso evidenziato che nel mondo prevalentemente instabile e insicuro, che si è formato dopo la fine dell'equilibrio duale postbellico, la sicurezza non sia da perseguire nella sola dimensione militare, bensì attraverso un insieme di misure e di comportamenti che vadano dalla promozione democratica dei Pag. 48diritti umani alla collaborazione allo sviluppo, umano ed economico, alimentare e sanitario. In questo contesto, la specifica dimensione militare della sicurezza – improntata al dettato costituzionale che vincola l'Italia a ripudiare la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali e a praticare una politica di attiva promozione della pace – resta un'esigenza imprescindibile del nostro Paese che, come ogni altro, ha l'obbligo di tutelare i propri interessi strategici da ogni possibile minaccia.
  Ma gli Stati europei, pur dotati in misura variabile di mobilità strategica e di buona capacità militare, difficilmente potranno aspirare alla piena autonomia nell'esercizio armato della sovranità. Visioni strategiche unilaterali, legate agli interessi nazionali e non facilmente superabili, sono ancora attive e vitali, mentre cresce l'esigenza che si affermi la volontà politica di elaborare visioni e concetti strategici su scala europea, sorretti da una capacità industriale integrata. In questo orizzonte europeo si dovranno, con più decisione, perseguire politiche volte allo sviluppo della cooperazione, dell'interoperabilità e della convergenza in ambiti specifici (Battlegroup, capacità di intervento rapido, strategia di sicurezza marittima, aerei a pilotaggio remoto, rifornimento in volo, cyber security, standardizzazione, coordinamento delle politiche di ricerca e di quelle industriali per realizzare economie di scala).
  Si tratta di dare impulso alle istanze che hanno trovato una puntuale definizione negli impegni indicati al Governo dalle Commissioni affari esteri e difesa con le risoluzioni sulla Politica di Sicurezza e di Difesa Comune (PSDC) in vista del Consiglio europeo del 19-20 dicembre 2013, approvate sia alla Camera che al Senato nel dicembre 2013 (risoluzioni n. 8-00031 Manciulli Scanu, approvata dalle Commissioni III e IV della Camera dei deputati il 18 dicembre 2013, e n. 7-00041 Fedeli, approvata, dalle Commissioni esteri, difesa e politiche dell'Unione europea del Senato il 19 dicembre 2013.
  All'interno di un'imprescindibile dimensione europea, in buona parte ancora da costruire, e dell'architettura della NATO, di per sé «partner» strategico dell'Italia e dell'Unione europea, la specifica situazione del nostro Paese, dal punto di vista della sicurezza, è duplice: da una parte è saldamente inserito in sistemi di alleanze politiche e militari, che fanno del Vecchio Continente un'isola di pace, ma dall'altra, sul versante sud, si trova in prima linea rispetto a un arco di crisi e di instabilità politica che va dal Nord Africa al Medio Oriente e al Corno d'Africa. Ambiti, questi, in cui l'Italia opera, sempre all'interno del diritto internazionale, con missioni militari, terrestri e navali, di vario livello e ruolo (mentre in Afghanistan è previsto l'inizio di una missione senza compiti di combattimento).
  Rispetto a questo quadro complesso – in cui prevale l'instabilità e in cui le minacce provengono prevalentemente da squilibri, tensioni e conflitti intrastatali, e in cui sempre maggiore sarà il ruolo di dimensioni tecnico-operative come l’intelligence e il dominio cibernetico – il Parlamento, attraverso questa indagine conoscitiva sui sistemi d'arma, ha fatto valere l'esigenza che siano messi a punto aspetti della politica militare meno noti al grande pubblico. In tal modo si è voluta sottolineare la rilevanza della politica di difesa e sono state poste le Pag. 49basi perché questa possa divenire l'elemento permanente di un informato dibattito civile e di un responsabile confronto politico nazionale, orientato in modo determinato a collaborare sinergicamente con interventi di razionalizzazione, necessari alla luce del processo in atto di revisione e della riduzione della spesa pubblica complessiva, che, in quanto tale, non può escludere quella militare.
  Inoltre, in un maturo concetto di democrazia fondato sulla conoscenza, il dibattito e la partecipazione, risulta del tutto centrale l'esigenza che sia pienamente valorizzato il ruolo del Parlamento, attraverso il quale, la materia militare, troppo spesso custodita da istanze e saperi tecnici e specialistici, venga integralmente consegnata alla coscienza civile e democratica del Paese. Grazie alla legge n. 244 del 31 dicembre 2012 la democrazia parlamentare ha acquisito la piena titolarità a trattare al cospetto dell'intero Paese anche questioni di forte impatto politico ed economico e di notevole spessore tecnico come i sistemi d'arma.
  Di questa forza e di questa legittimità delle istituzioni rappresentative è un esempio serio e coerente l'indagine conoscitiva, che si presenta libera da condizionamenti e di alto livello intellettuale. Essa si è svolta sotto l'azione propositiva del presidente della Commissione, onorevole Elio Vito, e dei rappresentanti di tutti i gruppi parlamentari, e le relative conclusioni intendono fondarsi su una laica interpretazione politica dei dati raccolti nel corso delle numerose audizioni e puntualmente riscontrabili negli atti della Commissione.
  Conclusivamente, può convenirsi che, nel corso dell'indagine svolta, sono emersi elementi di particolare interesse, sia in merito agli investimenti relativi ai sistemi d'arma più onerosi, che in relazione alla assoluta necessità di ottenere concreti passi in avanti, nella realizzazione di un efficace sistema di difesa europea, di seguito rappresentati.
  Tuttavia, al di là degli importanti risultati derivanti da questo lavoro istruttorio, svolto in un arco di tempo assai contenuto rispetto alla complessità dei temi e fortemente condizionato dall'imminenza degli impegni europei del dicembre del 2013, come si è già detto, permangono talune esigenze di approfondimento, che darebbero adito a congetture ed ambiguità se non venissero dichiarate già in questa sede. Infatti, il puntuale confronto del lavoro parlamentare con il parallelo dibattito all'interno delle stesse istituzioni e nella società civile sui temi della difesa ha evidenziato l'emergere di questioni di grande rilievo, del tutto meritevoli di trattazione e di accurata riflessione, che in questa sede si ritiene opportuno evocare per dare atto della sensibilità e della capacità di ascolto da parte della Commissione e nell'auspicio che esse possano costituire oggetto di prossime iniziative in sede parlamentare, sia di carattere conoscitivo che di indirizzo.
  1) Il rafforzamento dell'identità europea della Difesa costituisce l'orizzonte dentro il quale misurare anche la validità dei più importanti programmi nazionali. A questo fine occorre che, durante il semestre di presidenza italiana dell'Unione europea, dopo un ventennio di negligenza da parte dei governi nazionali, il Governo italiano si impegni per riaffermare che la PSDC diventi il paradigma su cui Pag. 50valutare i programmi nazionali. Non è più rinviabile la costruzione di una politica che incentivi fortemente i Paesi membri a realizzare investimenti comuni sul terreno della ricerca e della produzione di sistemi d'arma. Su questo punto è stato opportunamente inserito all'ordine del giorno del Consiglio europeo del dicembre 2013 il tema della produzione di velivoli senza pilota, che dovrà coerentemente figurare tra i temi prioritari nell'agenda del semestre italiano. Ma non è soltanto questo il terreno su cui insistere. Tale agenda dei lavori andrebbe ampliata alla necessità di individuare aree comuni, per svolgere insieme l'attività addestrativa di componenti essenziali delle rispettive forze nazionali, a cominciare da quei reparti già messi a disposizione dell'Unione, come i Battlegroup, come figura nella citata risoluzione n. 8-00031, approvata dalle Commissioni affari esteri e difesa della Camera dei deputati. In altre parole, si tratta di dar vita ad un processo di «approntamento delle Forze» che razionalizzi e metta a sistema le attività di addestramento comune, prima ancora che ci si trovi nella necessità di utilizzarle nelle missioni sotto bandiera europea. Così come si deve porre con determinazione l'esigenza di standardizzare a livello europeo gli equipaggiamenti individuali di base delle forze di terra – quali i fucili d'assalto, le armi corte, le granate, gli elmetti e i giubbotti antiproiettile – come evidenziato anche nel documento finale (Doc. XVIII, n. 8), approvato dalle Commissioni riunite difesa e attività produttive della Camera dei deputati il 12 dicembre 2013, ai sensi dell'articolo 127, comma 2, del Regolamento, sulla comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni «Verso un settore della difesa e della sicurezza più concorrenziale ed efficiente (COM(2013)542 final)».
  2) Con riferimento poi, a ciascuna Forza armata, per quanto riguarda l'Esercito, il programma più impegnativo sul piano finanziario e più significativo dal punto di vista operativo è quello denominato Forza NEC. Su questo programma, per il quale si prevede un investimento complessivo di oltre 20 miliardi di euro, l'indagine conoscitiva ha messo in evidenza i limiti di una scelta che si propone di dare continuità agli investimenti in questo settore, senza che sia stata data una risposta positiva al tema della realizzazione di una significativa interconnettività con i sistemi dei Paesi partner, a livello NATO e UE. Appare pertanto oggettivamente da valutare un ulteriore investimento su questo programma, senza che siano state preliminarmente acquisite idonee garanzie in merito all'esistenza di standard operativi tra loro compatibili, da utilizzare nel corso delle operazioni per le quali è richiesta una Network Enabled Capability. Anche alla luce dei richiami alle rilevanti audizioni, operati anche nel paragrafo 4.3, un investimento sul progetto «soldato futuro» potrà dirsi di sicuro ritorno finanziario solo quando i diversi sistemi nazionali saranno in grado di dialogare tra di loro.
  3) Per quanto riguarda l'Aeronautica militare, come è noto, vi è la necessità di rinnovare le principali linee di volo. Si tratta di un'esigenza che deve rispondere a fondamentali requisiti operativi di difesa dello spazio aereo nazionale e alla possibilità di pervenire Pag. 51all'assunzione delle necessarie responsabilità in operazioni fuori aerea. Questo ampio tema è percepito come strettamente connesso alla questione dell'acquisizione di un cacciabombardiere di profondità, prodotto dalla Lockheed Martin, in un primo momento stimata in 131 velivoli, ridotti poi a 90, di cui 75 destinati all'Aeronautica, come riferito dal Generale Preziosa. Nel corso dell'indagine è stata sostenuta e con argomenti di varia natura, sia dai vertici militari che dagli esperti auditi, l'ipotesi di una soluzione articolata sulle due linee di volo, fra loro complementari, costituite dagli F35 e dagli Eurofighter.
  Il rinnovamento e la modernizzazione delle nostre forze aeree dovrà coniugarsi con la necessità di sviluppare una politica industriale nel settore aeronautico, rafforzando le basi produttive, di ricerca e sviluppo delle nostre industrie nazionali che operano nel settore. In relazione, poi, al programma Eurofighter, dagli elementi acquisiti nel corso dell'indagine, risulta che il medesimo sia pienamente operativo, con importanti prospettive di sviluppo commerciale e tecnologico. Appaiono, pertanto, destituite di fondamento le considerazioni critiche basate su una presunta obsolescenza di questo programma, come emerso nel corso delle audizioni di esperti. Il caccia multiruolo Typhoon, non solo ha margini di produzione e di sviluppo ancora notevolissimi, ma risulterà competitivo con il JSF della Lockheed. Questa versione dell'Eurofighter, già realizzata dall'Inghilterra, sarà messa a disposizione dei numerosi alleati europei per le missioni UE, NATO e ONU (Austria, Spagna, Germania e Inghilterra, mentre la Francia utilizzerà le diverse versioni del Rafale). È necessario quindi che il nostro Paese mantenga e rafforzi con convinzione la partecipazione delle aziende italiane a questo programma, tenendone sotto controllo i costi, ma anche avendo presente che il sistema di worksharing, che tiene insieme tutti i programmi di cooperazione europea, garantisce ad ogni Paese ritorni in nessun caso inferiori alle proprie quote di investimento.
  4) Per quanto riguarda il programma F35, i molti dubbi che circondavano il medesimo hanno trovato nell'indagine conoscitiva la sede istituzionale più idonea ad una severa verifica e su taluni aspetti anche talune conferme. Infatti, al di là delle molteplici riserve tecniche e operative, emerse da più fonti, permangono dubbi derivanti dal fatto che:
   lo schema di accordo non offre sicure garanzie, dal punto di vista della qualità e del valore, sul piano di ritorni industriali e occupazionali significativi in quanto tali ritorni vengono fatti dipendere dalla «capacità che avremo di utilizzare le infrastrutture create per attrarre la manutenzione» e buona parte delle maestranze impiegate per l'F35 saranno sottratte all'Eurofighter (si veda l'audizione di rappresentanti di Finmeccanica del 16 ottobre 2013 e l'audizione del professor Nones e del dottor Gaiani, svolta il 1° agosto 2013);
   non risulta contrattualmente garantita dal principio del «best value» per le piccole e medie imprese nazionali l'acquisizione di commesse o subcommesse, come si evince anche dall'audizione del Pag. 52professor Nones. Giova ricordare a questo proposito, che il superamento del principio del «best value» era stato posto come condizione dal Parlamento all'atto della approvazione della realizzazione dello stabilimento di Cameri, unitamente alla condizione che risultasse garantita la fruizione da parte dell'Italia dei risultati delle attività di ricerca che saranno sviluppate nell'ambito del medesimo programma (Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 164 dell'8 aprile 2009);
   a fronte degli investimenti impegnati per realizzare lo stabilimento di Cameri non risulta contrattualmente definito un prezzo per l'assemblaggio delle semiali che garantisca l'ammortamento del capitale investito e un ragionevole ritorno;
   l'occupazione che si genererà a Cameri non può considerarsi aggiuntiva rispetto a quella attualmente già impiegata nel settore aeronautico, ma solo parzialmente sostitutiva;
   le stime del costo del programma risultano caratterizzate da un indice di variabilità che non può convivere con le esigenze della nostra finanza pubblica;
   l’embargo sull'accesso ai dati sulla cosiddetta «tecnologia sensibile» determina un fattore di dipendenza operativa da istanze politico-industriali statunitensi che risulta, al momento, non superabile;
   tutte le stime dei costi, non tengono conto di quelli aggiuntivi per l'armamento del velivolo.

  Tutto ciò comporta l'esigenza di una moratoria al fine di rinegoziare l'intero programma per chiarirne criticità e costi, con l'obiettivo finale di dimezzare il budget finanziario originariamente previsto.
  Come già detto, considerazioni di natura finanziaria, operativa e di politica industriale, inoltre, spingono a rinnovare la flotta aerea militare su due linee di volo, ovvero con gli F35 e gli Eurofighter, tra loro complementari e in grado di operare in ambiente sia NATO che UE. In questa stessa ottica appare ragionevole, infine, esplorare anche altre soluzioni, meno impegnative dal punto di vista finanziario, per quanto riguarda il rinnovamento degli aerei a decollo verticale. In tal modo sarebbe possibile garantire efficacia operativa al nostro strumento militare e realizzare, nel contempo, le ricadute industriali in grado di assicurare una significativa autonomia alla nostra industria, oltreché ottenere rilevanti risparmi di spesa, che si ha il dovere di conseguire nell'attuale situazione economica e di finanza pubblica.
  5) Per quanto riguarda la Marina militare, un decisivo intervento dell'attuale Capo di stato maggiore, Ammiraglio De Giorgi, ha indicato come priorità strategica, dal punto di vista operativo, la necessità di un profondo rinnovamento della nostra flotta. Questa esigenza è stata ritenuta fondata dal Governo, che ha inserito nella legge di stabilità per il 2014 un apposito finanziamento pluriennale. Nella stessa legge, all'articolo 1, comma 37, è stato precisato che, conformemente alle Pag. 53norme del Codice dell'ordinamento militare, i vari programmi con cui si realizzerà il piano di rinnovamento della flotta saranno sottoposti al parere vincolante del Parlamento. In quella sede sarà anche possibile riflettere sul nuovo assetto della nostra flotta, in direzione dell'eliminazione di ridondanze operative difficilmente sostenibili, quali potrebbero essere costituite dal mantenimento in linea di due portaerei.
  6) L'indagine conoscitiva ha inoltre consentito di individuare alcune criticità presenti nelle modalità con cui si formano le decisioni sugli investimenti per i sistemi d'arma. La prima di queste è riscontrabile nell'esigenza di scongiurare una competizione tra le richieste dei singoli capi di stato maggiore e di promuovere una sempre più radicata e condivisa concezione «interforze».
  Si tratta di un fattore distorsivo attribuibile a un deficit di collegialità, emerso anche da un'analisi comparata delle audizioni dei singoli Capi di stato maggiore. In tale ottica si potrebbe valutare una riconsiderazione dell'attuale normativa sui vertici militari nella promozione di uno «spazio istituzionale» significativo in cui collocare la maturazione di scelte importanti, come quelle sui sistemi d'arma, sulla base di una responsabilità condivisa, ad esempio anche valutando l'affidamento di un ruolo consultivo al Comitato dei Capi di stato maggiore di Forza armata, in un rapporto diretto con il Ministro della difesa, in materia di sistemi d'arma.
  7) Un punto centrale è costituito dalla necessità di rendere sostenibile il volume di investimenti nel settore dei sistemi d'arma con gli obiettivi della Difesa quali anche definiti dalla legge n. 244 del 2012 e, dunque, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica. Da questo punto di vista l'ipotesi, avanzata a suo tempo dall'allora Ministro della difesa, Giampaolo Di Paola, e richiamata nell'audizione del professor Nones, di una più equilibrata ripartizione delle spese per la «funzione difesa» sulla base del paradigma 50-25-25 (cioè 50 per cento per il personale, 25 per cento per l'esercizio e 25 per cento per gli armamenti), deve essere concretamente perseguita ponendo un tetto prefissato alle risorse per gli investimenti, per garantirne la stabilità nel tempo.
  Richiamando il parere espresso dalla Commissione sul disegno di legge di stabilità per il 2014, a legislazione vigente, il quadro delle spese militari per gli investimenti sui sistemi d'arma può essere così riassunto:
   3,222 miliardi annui sono assegnati al Ministero della difesa su un totale di 14 miliardi per la funzione Difesa;
   2,024 miliardi sono assegnati presso il Ministero dello sviluppo economico per alcuni sistemi d'arma (elicotteri NH 90, elicotteri CSAR, M-346, Eurofighter, Fremm, Unità supporto subacqueo, Freccia, Sicral, Forza Nec, Piano navale);
   1,201 miliardi sono le risorse destinate a finanziare le missioni internazionali, parte delle quali riguarda i sistemi d'arma.

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  Al momento, quindi, la quota da destinare agli investimenti nei prossimi anni risulta superiore al 25 per cento del budget per la funzione difesa. È possibile, pertanto, ridurla rinunciando, in tutto o in parte, a programmi già pianificati, ma garantendo una stabilità di risorse finanziarie nel medio-lungo periodo.
  Così operando si assesterebbe il budget della difesa conformemente ai parametri previsti dalla recente legge sulla revisione dello strumento militare e si conseguirebbero risparmi nella spesa militare per armamenti, non inferiori ad un miliardo di euro annui per il prossimo decennio. Sarebbe, inoltre, possibile, investire di più e meglio sull'esercizio, con particolare attenzione all'addestramento e alla sicurezza del personale.

  8) Gli investimenti sui sistemi d'arma costituiscono un elemento di assoluto rilievo per la sicurezza del Paese, ed anche un dato altrettanto significativo per le industrie del settore, nei confronti delle quali la domanda nazionale ha un doppio valore, economico dal punto di vista del fatturato e di promozione sui mercati esterni.
  L'assenza nel nostro Paese di un organismo di controllo sulla qualità degli investimenti ne circoscrive le valutazioni all'interno di un circuito chiuso, rappresentato dai vertici industriali e dai vertici militari, che dovrebbe invece essere integrato da un livello ulteriore caratterizzato da responsabilità di tipo politico, a tutto vantaggio della qualità e quantità degli investimenti stessi, così come è emerso nel corso dei lavori. L'autoreferenzialità, peraltro, è accentuata dal fenomeno ricorrente costituito dalla presenza di figure apicali del mondo militare che vanno ad assumere posizioni di rilievo al vertice delle industrie della difesa.
  Si hanno fondati motivi per ritenere che occorra introdurre, nel processo decisionale, un soggetto autonomo, credibile, con capacità di controllo sulla spesa militare per i sistemi d'arma, la loro implementazione e il loro ammodernamento. Un organo di alto profilo tecnico in grado di rapportarsi direttamente con il Parlamento garantendogli la disponibilità di informazioni significative ed esaurienti.
  Così come dovrebbero essere disciplinate con legge le condizioni da imporre per limitare il passaggio dai vertici militari a quelli delle industrie della difesa, come emerge anche da analoghi approfondimenti istruttori svolti dalla Commissione nella precedente legislatura.
  La principale misura finora adottata, per allargare la base decisionale di scelte così impegnative, è rappresentata dall'articolo 4, comma 2, della legge n. 244 del 2012. Una norma che, nonostante le forti resistenze che si sono manifestate da più parti nella prima fase di applicazione, ha riconosciuto al Parlamento un ruolo decisivo su tali materie. Queste resistenze, che di fatto vengono ricondotte a questioni procedurali in relazione all'allocazione delle risorse finanziarie presso ministeri diversi da quello della difesa, non hanno motivo di esistere, e devono essere superate prevedendo il parere vincolante da parte del Parlamento, qualunque sia la fonte ministeriale di finanziamento pubblico.

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Allegato: I pareri parlamentari sui programmi d'arma dal 1987 al 2011

  Di seguito sono indicati i programmi terrestri, navali, aerei ed interforze esaminati dalla Commissione difesa della Camera dei deputati dal 1987 ad oggi.
  Programma di acquisizione della blindo armata Centauro. Esaminato dal Comitato permanente per i pareri ed i sistemi d'arma nelle sedute del 31 gennaio 1989, 7 e 14 febbraio 1989. Esaminato dalla Commissione nella seduta del 16 febbraio 1989 – Parere favorevole.
  Programma di acquisizione del sistema missilistico Sky-guard-Aspide. Esaminato dal Comitato permanente per i pareri ed i sistemi d'arma nella seduta del 16 febbraio 1989. Esaminato dalla Commissione nella seduta del 28 marzo 1989 – Parere favorevole.
  Programma di ammodernamento del sistema di identificazione amico-nemico. Esaminato dal Comitato permanente per i pareri ed i sistemi d'arma nella seduta del 14 marzo 1989 – Ritirato.
  Programma di acquisizione del sistema di identificazione NIS (NATO identification system). Esaminato dal Comitato permanente per i pareri ed i sistemi d'arma nella seduta del 4 maggio 1989 – Parere non espresso.
  Programmi esaminati congiuntamente dal Comitato permanente per i pareri ed i sistemi d'arma nella seduta del 28 giugno 1989 – Ritirati:
   Programma A/R marina militare (costruzione unità navale minore ausiliaria per centro addestramento antimine).
   Programma A/R aeronautica militare (rifornimento in volo F-104).
   Programma A/R aeronautica militare (sistemi per la goniometria di radioemissioni da ponti radio).
   Programma A/R aeronautica militare (versione Combi per due B-0707 Tanker).
   Programma di ricerca e sviluppo di un sistema elettroacustico per il progetto del sommergibile anni ’90.
   Programma A/R aeronautica militare (infrastrutture programma AM-X).
   Programma contrattuale concernente lo sviluppo di una famiglia di sistemi missilistici antiaerei futuri FSAF.
   Programma A/R aeronautica militare (integrazione dei sistemi radar tridimensionali a medio raggio MRCS-403).
   Programma A/R aeronautica militare (acquisizione del Modular stand of weapon).Pag. 56
  Programma di ammodernamento annuale n. SMA 5 relativo a «Infrastrutture programma AM-X». Seduta del 19 ottobre 1989 – Parere favorevole
  Programma SMM/SME/USG 01/89/I sviluppo di una famiglia di sistemi missilistici antiaerei futuri FSAF. Seduta del 19 ottobre 1989 – Parere favorevole
  Programma di ammodernamento (annuale) n. SMA 1 inteso al conferimento della capacità di rifornimento in volo dei velivoli F104-S. Seduta del 25 ottobre 1989 – Parere favorevole
  Programma di ammodernamento (annuale) n. SMA 8 relativo al conferimento di un'adeguata flessibilità di carico (passeggeri e/o materiali) a 2 velivoli cisterna B-707. Seduta del 25 ottobre 1989 – Parere favorevole
  Programma di ricerca e sviluppo di un sistema elettroacustico per il progetto del sommergibile anni ’90. Seduta del 25 ottobre 1989 – Parere favorevole
  Programma di ammodernamento (annuale) n. SMA 6 relativo all'acquisizione delle componenti telecomunicazioni, supporto logistico e mezzi per la movimentazione dei sistemi radar a medio raggio MRCS-403. Seduta del 25 ottobre 1989 – Parere favorevole
  Programma di ammodernamento (pluriennale) n. SMA 7 relativo alla definizione, sviluppo e produzione del sistema d'arma MSOW (Modular Stand of Weapon). Seduta del 25 ottobre 1989 – Parere favorevole
  Programma per la costruzione di una unità navale minore ausiliaria per il supporto logistico mobile alle unità di contromisure mine e per le attività del centro addestramento per la guerra di mine (Maricentromine). Seduta del 25 ottobre 1989 – Parere favorevole
  Programma di ammodernamento (pluriennale) n. SMA 9 relativo all'acquisizione di n. 3 sistemi per l'intercettazione, l'analisi e la goniometria di radioemissioni da ponti radio. Seduta del 25 ottobre 1989 – Parere favorevole
  Programma di A/R pluriennale n. SMM 004/90 L relativo allo sviluppo, assieme a Stati Uniti d'America e Spagna, di una versione dotata di radar del velivolo Harrier II AV-8 B, alla acquisizione di due velivoli da addestramento biposto Harrier II TAV-8 B ed alla successiva acquisizione di 16 velivoli Harrier II AV-8 B Plus. Seduta del 22 maggio 1990 – Parere favorevole
  Programma di ammodernamento pluriennale n. SME/01 A2 101/L relativo all'acquisizione di armi individuali cal. 5,56. Sedute del 17 e 25 luglio 1990 – Parere favorevole
  Programma di ammodernamento pluriennale n. SMM/003 90/I relativo all'acquisizione di una «Nave scuola». Seduta del 25 luglio 1990 – Parere favorevolePag. 57
  Programma di ammodernamento (pluriennale) SMA n. 26 relativo allo sviluppo di un apparato MIDS (sistema multifunzionale di distribuzione delle informazioni in campo tattico). Sedute del 5 marzo, 6 marzo, 10 luglio 1991 e 18 luglio 1991 – Parere favorevole
  Programma di acquisizione (SMM 005/91-1) di due cacciamine classe Lerici. Sedute del 3 e 23 luglio 1991 – Parere favorevole
  Programma di A/R pluriennale n. SME/03B1203/N relativo all'acquisizione di un carro di seconda generazione Ariete. Seduta del 24 settembre 1991 – Parere favorevole
  Programma di ammodernamento pluriennale n. SME/002, relativo all'acquisizione del sistema lanciarazzi leggero FIROS/30. Sedute del 1o ottobre e 7 novembre 1991 – Parere favorevole
  Programma di acquisizione di una nuova unità rifornitrice di squadra. Sedute del 17 e 24 settembre e 5 novembre 1992 – Parere favorevole
  Programma di ricerca e sviluppo pluriennale del sistema missilistico contro carro POLYPHEME (SME001/90). Seduta del 24 settembre 1992 e 16 febbraio 1993 – Parere favorevole
  Programma di ammodernamento pluriennale SME 002/92 relativo all'acquisizione di un sistema contro carro, a corta gittata, del tipo denominato Panzerfaust 3. Seduta del 24 settembre 1992 e 6 febbraio 1993 – Parere favorevole
  Programma di ammodernamento della marina per lo sviluppo di una unità navale (SMM 4/93) e per la produzione dell'elicottero EH-101 (SMM 5/93). Seduta del 29 giugno 1993 – Parere favorevole con una condizione
  Programma di A/R dell'Aeronautica militare relativo all'acquisizione in leasing di n. 24 velivoli Tornado ADV dal Governo del Regno Unito. Seduta del 13 gennaio 1994 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di ammodernamento/rinnovamento dell'Aeronautica militare SMA-2/94 relativo all'approntamento di un sistema di comando e controllo mobile (C2M). Seduta del 20 luglio 1994 – Parere favorevole
  Programma di ricerca e di sviluppo n. SMM/004/95 recante «Studio di definizione di un sistema di propulsione per siluro pesante». Seduta del 29 giugno 1995 – Parere favorevole
  Programma SMA 40/95 concernente l'acquisizione di un sistema avanzato di ricognizione per il velivolo AM-X. Seduta del 10 ottobre 1995 – Parere favorevole
  Programma SME/005 concernente l'acquisizione di 150 veicoli corazzati. Seduta del 10 ottobre 1995 – Parere favorevole con osservazioniPag. 58
  Programma SMA 43/95 relativo all'acquisizione di 20 sistemi contraerei a bassa e bassissima quota. Seduta del 10 ottobre 1995 – Parere favorevole con osservazione e una condizione
  Programma SMA 46/95 concernente l'acquisizione di 4 velivoli C-130H. Seduta del 10 ottobre 1995 – Parere non espresso
  Programma SMA 47/95 concernente l'acquisizione del supporto operativo agli apparati di guerra elettronica. Seduta del 10 ottobre 1995 – Parere favorevole
  Programma SME/258 concernente l'acquisizione di 250 veicoli blindati PUMA 4x4. Seduta del 10 ottobre 1995 – Parere favorevole con osservazioni
  Programma di A/R pluriennale n. SMM004/96 «Cooperazione internazionale con la Germania per la costruzione di sommergibili di nuova generazione». Seduta del 10 ottobre 1995 – Parere favorevole
  Programma di investimento USG/SME/SMM/1/95-I «Programma FSAF Fase 2». Seduta dell'11 ottobre 1995 – Parere favorevole
  Programma di A/R pluriennale SMM 006/96 «Sviluppo e produzione iniziale di un sistema missilistico superficie aria a medio raggio navale» (PAAMS). Seduta del 10 gennaio 1996 – Parere favorevole
  Programma di ricerca e sviluppo pluriennale USG 001/96 relativo ad un sistema missilistico di difesa aerea a medio raggio (MEADS) con capacità antimissile balistico, limitatamente alla fase di definizione e validazione. Seduta del 21 febbraio 1996 – Parere favorevole con osservazioni
  Programma pluriennale di R/S SME 108 relativo alla realizzazione di un veicolo blindato ruotato di derivazione «CENTAURO». Seduta del 2 luglio 1996 – Parere favorevole con condizione
  Programma pluriennale SME 106 di ammodernamento e rinnovamento dell'esercito relativo all'acquisizione di quattrocento «PUMA 6x6». Seduta del 2 agosto 1996 – Parere favorevole con osservazione
  Programma pluriennale SMA 6/96 di ammodernamento e rinnovamento dell'Aeronautica militare relativo all'acquisizione di n. 18 velivoli G-130J, del relativo supporto logistico iniziale e di un centro per l'addestramento. Seduta dell'11 febbraio 1997 – Parere favorevole
  Programma pluriennale SME 115 di ammodernamento e rinnovamento dell'Esercito relativo alla trasformazione di n. 15 elicotteri A-129 della versione base «specializzata contro carro» a quella da combattimento. Seduta del 11 febbraio 1997 – Parere favorevole
  Programma pluriennale A/R SMM 003/97 relativo all'acquisizione di n. 4 pattugliatori (1a serie). Seduta del 7 maggio 1997 – Parere favorevolePag. 59
  Programma annuale di A/R n. SMM 29/97 relativo allo sviluppo e alla realizzazione prototipica di un radar di scoperta di superficie per impiego su unità navali. Seduta del 2 luglio 1997 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R SMA n. 1/97 relativo all'adeguamento delle capacità ELINT (Electronic Intelligence) dell'Aeronautica militare. Seduta dell'11 settembre 1997 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R SME 24/97 relativo all'acquisizione di n. 35 mortai rigati da 120 millimetri. Seduta dell'11 settembre 1997 – Parere favorevole con una condizione
  Programma pluriennale di A/R SME 35/97, in cooperazione internazionale con Francia e Germania, relativo alla realizzazione di un sistema missilistico a lunga gittata, con guida a fibra ottica, denominato Polipheme. Dimostrazione della fattibilità tecnologica del sistema d'arma. Seduta del 11 settembre 1997 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R SMM 20/97 relativo all'acquisizione di n. 200 siluri MU-90 e relativo supporto logistico. Seduta del 1o ottobre 1997 – Parere favorevole con osservazioni
  Programma pluriennale di A/R n. SMA 2/97 relativo all'industrializzazione, produzione e supporto logistico iniziale di 121 velivoli EF2000. Seduta del 9 dicembre 1997 – Parere favorevole con osservazioni
  Programma annuale di A/R SME/037/97 relativo a n. 1700 fucili calibro 12 m. ad anima liscia. Seduta del 15 gennaio 1998 – Parere favorevole
  Programma pluriennale A/R SMM 001/98 relativo all'acquisizione di n. 1 «Unità maggiore». Seduta del 19 febbraio 1998 – Parere favorevole con osservazione
  Programma annuale di A/R n. SME 006/98 relativo a n. 10.000 (O.A. 112/97) giubbetti antiproiettile modello Corazza 2B. Seduta del 12 maggio 1998 – Parere favorevole
  Programma annuale di A/R n. SMM/006/98 relativo all'acquisizione di una Unità SIGINT (Signal Intelligence). Seduta del 13 maggio 1998 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R SMM/023/98 relativo al progetto di ammodernamento nel dispositivo di sorveglianza costiera, sviluppo e realizzazione del primo sistema. Seduta del 10 giugno 1998 – Parere favorevole
  Programma pluriennale SME 066/98: acquisizione di 70 obici semoventi PZH 2000 con bocca da fuoco di calibro 155/52. Seduta del 28 luglio 1998 – Parere favorevole
  Programma pluriennale R/S SME 035/98: partecipazione fase di EMD (Engineering and Manufacturing Development) di un obice ultraleggero da 155 mm. Seduta del 28 luglio 1998 – Parere favorevolePag. 60
  Programma pluriennale di A/R SMM 033/98 relativo allo sviluppo e realizzazione prototipica di un sonar per ausilio alla navigazione. Seduta del 28 luglio 1998 – Parere favorevole con osservazioni
  Programma pluriennale di A/R SME 030/98 relativo all'approvvigionamento di n. 698 msl., 194 gripstock ed apparecchiature addestrative e logistiche del sistema missilistico c/a di autodifesa STINGER «Riprogrammabile» (RMP). Seduta del 29 luglio 1998 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di R/S SME 008/98 per la fase di sviluppo ingegneristico e preproduzione (EMD) del nuovo razzo GMLRS a gittata e potenza incrementata per il sistema MLRS. Seduta del 16 settembre 1998 – Parere favorevole con osservazioni
  Programma pluriennale di R/S n. USG/02/98 relativo allo studio di fattibilità concernente un sistema in grado di fondere e processare in tempo reale dati ed immagini ottenuti tramite sensori imbarcati e non. Seduta del 16 settembre 1998 – Parere favorevole con osservazioni
  Programma pluriennale di A/R n. SME 54/98 relativo all'acquisizione di n. 200 VCC «DARDO». Seduta del 23 settembre 1998 – Parere favorevole con una condizione
  Programma di ricerca e sviluppo n. SGD/004-98 relativo al JSF (Joint Strike Fighter), partecipazione alla fase di CDP (Concept Demonstration Phase). Seduta del 9 dicembre 1998 – Parere favorevole
  Programma pluriennale SGD/05-98 per la fase di definizione del MPA (Maritime Patrol Aircraft). Seduta del 10 febbraio 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale 5/98 per l'aggiornamento del sistema d'arma HARM (AGM-88B). Seduta del 10 febbraio 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale 6/98 relativo allo sviluppo del sistema d'arma IRIS-T. Seduta del 10 febbraio 1999 – Parere favorevole
  Programma annuale di A/R n. SME/52/99 relativo all'acquisizione di 10.000 giubbetti antiproiettile modello AP98. Seduta del 24 febbraio 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SME/53/99 relativo all'acquisizione di 480 visori IR per la visione notturna a medio raggio. Seduta del 24 febbraio 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SME/55/99 relativo alla trasformazione di elicotteri a scopo di combattimento. Seduta del 4 maggio 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SMM/024/99 relativo all'acquisizione del sistema d'arma antisommergibile MILAS. Seduta del 4 maggio 1999 – Parere favorevolePag. 61
  Programma pluriennale di A/R n. SMM/030/99 relativo all'ammodernamento dei mezzi corazzati del Raggruppamento Anfibio San Marco (GRUPANF). Seduta del 27 maggio 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SMA/2/99 relativo all'acquisizione di n. 20 sistemi di artiglieria c/a e n. 20 sistemi missilistici Man Portable. Seduta del 1o giugno 1999 – Parere favorevole con osservazioni
  Programma pluriennale di A/R n. SMM/035/99 relativo Progetto di ammodernamento del dispositivo di sorveglianza costiera, primo sistema prototipico. Seduta del 1o giugno 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale SMA/1/99 relativo all'acquisizione di 200 Stand off Weapon (Storm Shadow), quale esigenza minimale a fronte di una esigenza operativa di 285 unità per i velivoli d'attacco Tornado e per il ruolo secondario dell'esercizio finanziario 2000, e delle relative stazioni di pianificazione delle missioni operative. Seduta del 2 giugno 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SMA/4/99 relativi all'acquisizione di materiale per il riconoscimento EOR (Explosive Ordnance Reconnaissance) e la neutralizzazione degli ordigni inesplosi EOD (Explosive Ordnance Disposal). Seduta del 21 luglio 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale R/S SME-58/99 per la realizzazione di un dimostratore tecnologico di un nuovo dispositivo di controllo del fuoco per il sistema d'arma MLRS (Multiple Launcher Rocket System) per il munizionamento guidato G-MLRS in fase di sviluppo. Seduta del 28 settembre 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SMA 13/99 relativo all'acquisizione potenziamento di stazioni di pianificazione missione (MPS) velivoli vari. Seduta del 28 settembre 1999 – Parere favorevole
  Programma annuale di A/R n. SMA 10/99 relativo a HH3F – Adeguamento configurazione. Seduta del 28 settembre 1999 – Parere favorevole
  Programma annuale di A/R n. SMA 14/99 relativo all'acquisizione di apparati CRASH BEACON (rilevatore di posizione). Seduta del 5 ottobre 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SMA 9/99 relativo all'aggiornamento della configurazione e dell'ammodernamento di mezza vita dei velivoli MB 339. Seduta del 5 ottobre 1999 – Parere favorevole
  Programma di A/R n. SMA 11/99 relativo al velivolo Tornado. Programma di ammodernamento di mezza vita (MID LIFE UPDATE – MLU). Seduta del 5 ottobre 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SMA 5/99 relativo al velivolo AM-X supporto tecnico all'esercizio di n. 76 velivoli (IN SERVICE SUPPORT-ISS). Seduta del 5 ottobre 1999 – Parere favorevolePag. 62
  Programma pluriennale di A/R n. SMA 7/99 relativo all'adeguamento operativo dei velivoli TANKER B707 TT. Seduta del 5 ottobre 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SME/069/99 relativo all'acquisizione di una sezione (n. 8 velivoli) DRONE a lunga portata MIRACH 150. Seduta del 17 novembre 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SME/070/99 relativo all'acquisizione di una sezione (n. 8 velivoli) Mini RPV (Remotely Piloted Vehicles) MIRACH 26. Seduta del 17 novembre 1999 – Parere favorevole
  Programma annuale di A/R n. SME/74/99 relativo all'acquisizione di 2.100 lanciagranate da 40 mm. Seduta del 17 novembre 1999 – Parere favorevole
  Programma annuale di A/R n. SME/75/99 relativo all'acquisizione di 30.000 giubbetti antiproiettile modello AP 98. Seduta del 17 novembre 1999 – Parere favorevole
  Programma annuale di A/R n. SME/76/99 relativo all'acquisizione di 24 mortai da 120 mm. Con canna rigata. Seduta del 18 novembre 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SMA/15/99 relativo all'acquisizione e all'integrazione sui velivoli d'attacco dell'aeronautica militare dei seguenti sistemi di guida per armamento di precisione. Seduta del 18 novembre 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SME/072/99 relativo all'acquisizione di 125 visori IR per la visione notturna a lungo raggio. Seduta del 18 novembre 1999 – Parere favorevole
  Programma annuale di A/R n. SME/74/99 relativo all'acquisizione di 2.100 lanciagranate da 40 mm. Seduta del 17 novembre 1999 – Parere favorevole
  Programma annuale di A/R n. SME/75/99 relativo all'acquisizione di 30.000 giubbetti antiproiettile «AP 98». Seduta del 17 novembre 1999 – Parere favorevole
  Programma annuale di A/R n. SME/76/99 relativo all'acquisizione di 24 mortai da 120 mm. con canna rigata. Seduta del 18 novembre 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SMA/15/99 relativo all'acquisizione e all'integrazione sui velivoli d'attacco dell'Aeronautica militare dei seguenti sistemi di guida per armamento di precisione. Seduta del 18 novembre 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SMM 036/99 relativo all'acquisizione di n. 2 fregate di difesa aerea di nuova generazione. Seduta del 30 novembre 1999 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SME 071/99 relativo all'acquisizione di n. 18 veicoli da ricognizione NBC (n. 16 per il reggimento Pag. 63difesa NBC e n. 2 costituenti scorta). Seduta del 14 dicembre 1999 – Parere favorevole con condizioni
  Programma pluriennale di R/S n. SME 001/2000 relativo alla realizzazione di una «interfaccia di dati digitali» – LLAPI/FAST (Low Level Air Picture Interface). Seduta del 2 febbraio 2000 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SGD 01/2000 relativo alla partecipazione nazionale alla fase di completamento dello sviluppo e industrializzazione del «Sistema di distribuzione multifunzionale delle informazioni – terminale di basso volume» – «Multifunctional information distribution system – low volume terminal». Seduta del 5 aprile 2000 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SGD 004/2000 relativo alle fasi di industrializzazione (Production Investiment – PI), produzione (Production – P) e supporto in servizio iniziale (Initial In Service Support – IISS) dell'elicottero. NH-90 Seduta del 24 maggio 2000 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R. n. SMA 02/2000 relativo all'ammodernamento della flotta AM-X. Seduta del 7 giugno 2000 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di R/S numero SGD 006/2000 relativo alla fase di definizione e validazione del sistema missilistico superficie-aria Memorandum Extended Air Defense System (MEADS) – Estensione triennale (Risk Reduction Effort, RRE). Seduta del 12 settembre 2000 – Parere favorevole
  Programma annuale di A/R n. SMA 03/2000 relativo all'acquisizione di n. 300 kit a guida laser «LIZARD» per allestimento bombe MK-82. Seduta del 26 settembre 2000 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SME/011/00 relativo all'acquisizione di n. 80 mortai calibro 120 millimetri rigati. Seduta del 26 settembre 2000 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SME/015/00 relativo all'acquisizione di n. 2000 missili c/c «F2A», attivi, lanciabili da posti tiro «MILAN» attualmente in servizio. Seduta del 26 settembre 2000 – Parere favorevole.
  Programma pluriennale di R/S n. SMM 021/01 relativo allo sviluppo di un siluro pesante di nuova generazione. Seduta del 26 settembre 2000 – Parere favorevole.
  Programma pluriennale di A/R n. SMA 024/2000 relativo all'incremento delle capacità di aviorifornimento e trasporto strategico tramite l'acquisizione di 4 velivoli aerorifornitori multiruolo. Seduta del 2 novembre 2000 – Parere favorevole con osservazioni.
  Programma pluriennale di R/S n. SGD 02/2000 relativo al completamento della definizione e dello sviluppo di un sistema di identificazione militare, compatibile con le esigenze del controllo del Pag. 64traffico aereo civile, già iniziato in un contesto di cooperazione internazionale quale programma NGIFF (New Generation Identification Friend or Foe – Identificazione Amico o Nemico di Nuova Generazione). Seduta dell'11 gennaio 2001 – Parere favorevole.
  Programma pluriennale di R/S n. SMD 001/2000 relativo alla realizzazione di un dimostratore radar di sorveglianza del territorio SOSTAR-X (Stand-Off Surveillance Target Acquisition Radar). Seduta del 16 gennaio 2001 – Parere favorevole.
  Programma pluriennale di R/S numero SMD 001/2001 relativo alla sorveglianza del campo di battaglia, denominato CAESAR (Coalition Aerial Survelliance and Reconnaissance). Annunciato il 7 marzo 2001 – parere non espresso.
  Programma pluriennale di RS/AR 16/2001 relativo allo sviluppo e alla produzione del missile aria-aria «Meteor». Seduta del 1o agosto 2001 – Parere favorevole.
  Programma pluriennale di A/R SMA n. 12/01 relativo alla realizzazione di un sistema nazionale di gestione automatizzata delle attività di Comando e controllo delle operazioni aeree definito Sistema di Comando e Controllo dell'Aeronautica militare (SICCAM). Seduta del 26 settembre 2001 – Parere favorevole.
  Programma annuale di A/R n. 006/2001, relativo all'acquisizione di n. 350 mortai leggeri cal. 60 millimetri. Seduta del 9 ottobre 2001 – Parere favorevole.
  Programma pluriennale di A/R n. SME 11/2001, relativo alla produzione di terminali MIDS-LVT. Seduta del 9 ottobre 2001 – Parere favorevole.
  Programma pluriennale di R/S e A/R SME 002/2001, relativo alla fase di sviluppo e produzione per il sistema di controllo del fuoco EFCS (European Fire Control System), per il sistema d'arma MLRS (Multiple Launch Rocket System). Seduta del 17 ottobre 2001 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di R/S SME 003/2001, relativo alla fase di sviluppo per un congegno di autodistruzione SDF (Self Destruct Fuze), per il submunizionamento del sistema d'arma MLRS (Multiple Launch Rocket System). Seduta del 17 ottobre 2001 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R SME 009/2001, relativo all'acquisizione di n. 40 posti comando moduli di ingaggio per le unità contro aerei (c/a), convenzionali e missilistiche, a cortissima portata (V/SHORAD). Seduta del 7 novembre 2001 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R SME 012/2001, relativo all'acquisizione di veicoli ad alta mobilità nel numero di 12 del tipo BV 206 della medesima tipologia di quelli già in servizio nella forza armata e nel numero di 189 del tipo BV 206 S/7 ad alta mobilità e dotati di protezione balistica, in varie configurazioni, per le unità specializzate di fanteria alpina. Seduta del 13 novembre 2001 – Parere favorevolePag. 65
  Programma pluriennale di A/R n. SMM 01/2002 relativo all'acquisizione di n. 10 Fregate di nuova generazione. Seduta del 10 aprile 2002 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SME 21/2001 relativo all'acquisizione di una batteria DRONE CL 289 dalle Forze armate tedesche. Seduta del 22 aprile 2002 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R numero SME 22/2001 relativo all'acquisizione di 4 sistemi radar eliportati CRESO NATO. Seduta del 9 maggio 2002 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SMD 02/02 relativo al sistema satellitare di osservazione della terra COSMO-Skymed/Pleiades. Seduta del 3 giugno 2002 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di R/S n. SMA 002/2002 relativo allo sviluppo del velivolo JSF (Joint Strike Fighter). Seduta del 4 giugno 2002 – Parere favorevole con osservazione
  Programma pluriennale di R/S SME 002/2002 relativo alla realizzazione di prototipi del sistema «Combattente 2000». Seduta del 26 giugno 2002 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SMD 03/2002 relativo alla acquisizione di una «componente di sorveglianza elettronica aerotrasportata». Annunciato il 19 settembre 2002 – parere non espresso.
  Programma pluriennale di A/R SMA 001/2003 relativi all'acquisizione di 444 missili aria/aria IRIS-T per il velivolo EF 2000. Seduta del 4 giugno 2003 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R SME/017/2003 relativo all'acquisizione di n. 1.150 veicoli tattici leggeri multiruolo con kit di protezione. Seduta del 2 ottobre 2003 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R SME/SMM 11/2003 relativo alla produzione di serie dei sistemi missilistici FSAF (Famiglia Superficie-Aria Futuri), costituiti dal sistema terrestre SAMP/T e dal sistema navale SAAM/It. Seduta del 14 ottobre 2003 – Parere favorevole con condizioni
  Programma pluriennale di A/R SME n. 04/2003, relativo all'acquisizione di cinquanta sistemi di comando, controllo e navigazione (SICCONA) per i veicoli da combattimento (Ariete, Dardo, Centauro, VBC 8X8, Puma 6X6 e 4X4) di cui undici prototipi. Seduta del 15 ottobre 2003 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di R/S n. SMA 01/2004, relativo alla fase di Disegno e Sviluppo (Design and Development D&D) del sistema missilistico denominato MEADS (Medium Extended-Air Defence System) realizzato in cooperazione internazionale. Sedute del 27 e del 29 luglio 2004 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di R/S n. SGD 02/2004, relativo a Sviluppo del New Generation IFF (NGIFF) attraverso prove di interoperabilità tra gli apparati IFF modo 5/S italiano e USA, e Pag. 66sviluppo di un prototipo di Battlefield Target Identification Device (BTID) per l'identificazione «amico-nemico» da installare su piattaforme veicolari terrestri. Sedute del 29 luglio e del 23 settembre 2004 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di R/S n. SGD 01/2004, relativo alla Migrazione verso la tecnologia JTRS (Joint Tactical Radio System) dei terminali del sistema MIDS-LVT (Multifunctional Information Distribution System «Low Volume Terminal»). Sedute del 29 luglio e del 23 settembre 2004 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di R/S n. SME/SMM 01/2004, relativo alla fase di Sviluppo ed industrializzazione del munizionamento di nuova generazione per l'incremento della gittata e della precisione delle artiglierie sulle unità navali (127 mm.) e terrestri (155 mm.) Step 2 «extended range» (Programma Vulcano). Sedute del 29 luglio e del 23 settembre 2004 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di R/S n. SGD 03/2005, relativo alla realizzazione di un dimostratore tecnologico-funzionale di veicolo «pioniere» del Genio, parte della componente ruotata del più ampio «Sistema da combattimento futuro del Genio» dell'Esercito italiano. Seduta del 23 giugno 2005 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di R/S n. SGD 01/2005, relativo alla sorveglianza del campo di battaglia denominato MAJIIC (Multisensor Aerospace-ground Joint Interoperability ISR Coalition). Seduta del 23 giugno 2005 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di R/S n. SGD 02/2005, relativo alla definizione di possibili strutture di sistema per la condivisione delle informazioni tattiche in ambiente centralizzato di reti di dati (Network Centric) denominato Shared Tactical Picture – STP. Seduta del 23 giugno 2005 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SMD 19/2005, relativo all'acquisizione di sistemi radar controfuoco. Seduta del 27 luglio 2005 – Parere favorevole con osservazione
  Programma pluriennale di A/R n. SMD 21/2006, relativo all'acquisizione di n. 249 veicoli blindati da combattimento VBC 8x8. Sedute del 5 e 6 dicembre 2006 – Parere favorevole
  Programma annuale di A/R n. SMD 08/2007, relativo al lancio di un satellite militare denominato SICRAL-1B. Sedute del 12 e 21 giugno 2007 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SMD 01/2007, relativo all'acquisizione di un satellite militare denominato SICRAL-2. Sedute del 12 e 21 giugno 2007 – Parere favorevole
  Programma pluriennale di A/R n. SMD 28/2007, relativo all'acquisizione di 4 aeromobili a pilotaggio remoto (APR-PREDATOR B), dei correlati sensori, sistemi di controllo e comunicazione ed afferente supporto logistico. Sedute del 6 e 12 febbraio 2008 – Parere favorevolePag. 67
  Programma pluriennale di A/R n. SMD 26/2007, relativo all'acquisizione di due sommergibili di nuova generazione U-212A – 2a serie e del relativo supporto logistico, quale completamento del programma di cooperazione internazionale italo-tedesca regolato dal M.o.U. U-212A. Seduta del 5 marzo 2008 – Parere favorevole
  Acquisizione di 4 sistemi tattici TUAV (Velivoli senza pilota) – Tactical Unmanned Vehicles per esigenze dell'Esercito, finalizzati ad assicurare in tempi rapidi ed a basso rischio il reperimento e il trasferimento di informazioni utili nei teatri operativi. Seduta del 3 dicembre 2008 – Parere favorevole
  Acquisizione di 16 elicotteri da trasporto medio per l'Esercito (con opzione di ulteriori 4 aeromobili), in sostituzione degli elicotteri CH47; per garantire migliori standard di sicurezza, garanzie di interoperabilità con gli assetti NATO e riduzione dei costi di gestione. Seduta del 3 dicembre 2008 – Parere favorevole
  Acquisizione di 500 bombe di piccolo diametro SDB (Small Diameter Bomb – armamento di caduta leggero) e relativa integrazione sul velivolo Tornado, per ridurre al minimo i danni collaterali, grazie alle limitate dimensioni e all'elevato livello di precisione del sistema di guida. Seduta del 3 dicembre 2008 – Parere favorevole
  Acquisizione di velivoli per il pattugliamento marittimo e ricognizione aerea a lungo raggio, in sostituzione dei velivoli Atlantic. Seduta del 3 dicembre 2008 – Parere favorevole
  Acquisizione di 12 elicotteri EPAM (Elicottero Pesante per l'Aeronautica Militare) più 3 in opzione, nel ruolo CSAR (Combat Search and Rescue – Ricerca e Soccorso anche in aree sotto minaccia) e di supporto alle operazioni speciali, in sostituzione degli elicotteri HH3F dell'Aeronautica. Seduta del 3 dicembre 2008 – Parere favorevole
  Acquisizione di 131 velivoli JSF (Joint Strike Fighter) e realizzazione in Italia, presso la base dell'Aeronautica militare di Cameri, di una linea di assemblaggio finale e verifica dei velivoli, trasformabile successivamente in un centro di manutenzione e riparazione dei velivoli Linea FACO/MRO&U (Final Assembly and Check Out/Maintenance, Repair, Overhaul & Upgrade). Seduta dell'8 aprile 2009 – Parere favorevole con condizioni
  Digitalizzazione dei principali mezzi, sistemi e componenti di una Forza media terrestre (Forza NEC – Network Enabled Capability) per abilitarla alle nuove capacità operative in rete, articolata su una Forza media digitalizzata a connotazione terrestre e su una Forza da sbarco digitalizzata (prima fase). Seduta dell'8 aprile 2009 – Parere favorevole
  Acquisizione di 2 velivoli con capacità SIGINT – Multi sensore e multi missione JAMMS (Joint Airborne Multisensor), con capacità di sorveglianza tattica e operativa, in sostituzione del velivolo SIGINT. Seduta dell'8 aprile 2009 – Parere favorevole con condizionePag. 68
  Acquisizione di sistemi controcarro di terza generazione con munizionamento, in sostituzione dei missili TOW e MILAN. Seduta del 16 giugno 2009 – Parere favorevole
  Acquisizione di venti veicoli protetti ambulanza da utilizzare nelle operazioni all'estero. Seduta del 16 giugno 2009 – Parere favorevole con osservazione
  Sviluppo ed industrializzazione della munizione guidata LR (Lungo raggio) per l'incremento della gittata e della precisione delle artiglierie sulle unità navali e terrestri «VULCANO». Seduta del 16 giugno 2009 – Parere favorevole
  Realizzazione di 3 stazioni Anchor fisse, con funzioni integrative ed alternative al Centro di gestione e di controllo di Vigna di Valle, del sistema satellitare per le telecomunicazioni della Difesa «SICRAL» (Sistema italiano per comunicazioni riservate e allarmi. Seduta del 16 giugno 2009 – Parere favorevole
  Sviluppo ed integrazione di un sistema di autoprotezione infrarosso a tecnologia laser DIRCM (Directed infra-Red counter-Measures), per la protezione degli assetti aerei dell'Aeronautica contro minacce missilistiche a guida infrarossa. Seduta del 16 giugno 2009 – Parere favorevole
  Produzione e supporto del missile antiradar a medio raggio AGM-88E per la difesa aerea, per limitare il rischio di danni collaterali. Seduta del 24 giugno 2009 – Parere favorevole
  Realizzazione di sistemi di simulazione «Constructive» e «Live» per addestramento terrestre, funzionali alla formazione e all'addestramento del personale militare. Seduta del 24 giugno 2009 – Parere favorevole
  Ammodernamento della Rete Radar Costiera della Marina e della Centrale di Sorveglianza Marittima Associata per realizzare un incremento di sorveglianza costiera, con l'introduzione di sensori di nuova generazione. Seduta del 24 giugno 2009 – Parere favorevole
  Partecipazione dell'Italia al progetto multinazionale relativo al futuro sistema federato di satelliti europei di osservazione della terra ed alla realizzazione di due satelliti Cosmo SkyMed che rappresentano il segmento spaziale nazionale del progetto. Seduta del 24 giugno 2009 – Parere favorevole
  Acquisizione di un sistema di sorveglianza aerea basato su una flotta di 8 velivoli pilota «Global Hawk». Seduta del 24 giugno 2009 – Parere favorevole
  Acquisizione di 2 aeromobili a pilotaggio remoto (APR). Seduta del 7 ottobre 2009 – Parere favorevole
  Acquisizione di mortai da 81 millimetri di nuova generazione e del relativo munizionamento, calcolatore balistico per la determinazione dei dati da tiro e supporto logistico. Seduta del 9 novembre 2010 – Parere favorevolePag. 69
  Acquisizione di un nuovo siluro pesante per i sommergibili U-212. Durata: 10 anni, dal 2010. Seduta del 9 novembre 2010 – Parere favorevole
  Acquisizione di un'unità navale di supporto subacqueo polivalente di ARS/NAI e del relativo supporto logistico. Seduta del 9 novembre 2010 – Parere favorevole
  Acquisizione di 10 elicotteri di categoria media con funzioni SAR (Search and Rescue) militare nazionale (interim solution) per l'Aeronautica militare. Seduta del 9 novembre 2010 – Parere favorevole.
  Acquisizione di 32 sistemi di osservazione e acquisizione obiettivi (OTS) e di 32 sistemi contro-carro di 3a generazione, per l'elicottero A129 Mangusta. Seduta del 9 novembre 2010 – Parere favorevole
  Realizzazione di un hub aereo nazionale dedicato alla gestione dei flussi, via aerea, di personale e di materiale dal territorio nazionale per i teatri operativi, e viceversa, con tempestività ed efficacia. Seduta del 9 novembre 2010 – Parere favorevole
  Realizzazione di una infostruttura evoluta DII (Defence Information Infrastructure) attraverso il parziale sviluppo di sette pacchetti capacitivi nella sola area di vertice della Difesa. Seduta del 9 novembre 2010 – Parere favorevole
  Acquisizione di due veicoli prototipali della Nuova Blindo Centauro 2. Seduta del 23 novembre 2011 – Parere favorevole con osservazioni
  Acquisizione di quaranta (più venticinque opzionali) Veicoli Tattici Medi Multiruolo (VTMM) in versioni dedicate alla capacità di bonifica di aree e itinerari, per equipaggiare gli assetti specialistici del Genio dell'Esercito italiano. Seduta del 23 novembre 2011 – Parere favorevole con osservazioni
  Acquisizione di centoquarantanove «Automezzi Logistici Protetti», in varie tipologie, per incrementare il livello di protezione delle forze impegnate nell'esecuzione di attività logistiche nei contesti operativi, caratterizzati sia da elevata minaccia balistica e sia dal pericolo derivante dagli ordigni esplosivi improvvisati, più comunemente conosciuti come IED (Improvised Explosive Device). Seduta del 23 novembre 2011 – Parere favorevole con osservazioni
  Acquisizione di cinquecentoundici Veicoli Tattici Leggeri Multiruolo (VTLM) Lince, versione 1 A, di cui quattrocentosettantanove nella versione combat e trentadue nella versione portaferiti, per incrementare il livello di protezione delle forze impegnate nei teatri operativi. Seduta del 23 novembre 2011 – Parere favorevole
  Acquisizione di protezioni passive, sensori elettro-ottici e radar integrati, per incrementare il livello di protezione delle basi operative avanzate e delle basi di supporto avanzate nel teatro di operazioni afgano. Seduta del 23 novembre 2011 – Parere favorevole

NOTE:

   (1) La legge n. 436 del 1988 è stata successivamente abrogata e il suo contenuto è confluito nel Codice dell'ordinamento militare, di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010 (articolo 536 e seguenti). Come di seguito indicato, su tali disposizioni è poi intervenuta la legge n. 244 del 2012

   (2) La modifica è dovuta all'approvazione, da parte della Commissione difesa del Senato, nella seduta del 17 ottobre 2012, dell'emendamento Scanu 4.2 all'Atto Senato n. 3271

   (3) In materia di relazioni al Parlamento, l'articolo 12 del Codice dell'ordinamento militare prevede che il Ministro della difesa, in sede di presentazione annuale dello stato di previsione del Ministero, illustra al Parlamento: a) l'evoluzione del quadro strategico e le implicazioni militari della situazione delle alleanze; b) l'evoluzione degli impegni operativi interforze, con riguardo alla capacità operativa e alla preparazione delle Forze armate e al loro necessario adeguamento; c) la nota aggiuntiva allo stato di previsione della spesa; d) gli altri elementi di cui all'articolo 548. Inoltre, il Ministro della difesa presenta annualmente, entro il 31 gennaio, una relazione al Parlamento sullo stato di avanzamento del processo di ristrutturazione, nonché sulla necessità di apportarvi correttivi nei limiti degli stanziamenti di bilancio e delle dotazioni organiche di personale previste dalle vigenti disposizioni. Il Ministro della difesa evidenzia altresì, nella medesima relazione, le modalità attraverso le quali il processo di ristrutturazione attua il principio del coordinamento tra le Forze armate. Ai sensi del successivo articolo 548 del Codice in materia di relazioni illustrative sullo stato di attuazione dei programmi, in allegato allo stato di previsione del Ministero della difesa, il Governo trasmette al Parlamento relazioni illustrative: a) sulla spesa complessiva prevista per il personale militare, con indicazione degli oneri riferiti al personale in servizio permanente e a quello in servizio non permanente, distinguendo, altresì, i dati per grado e per stato giuridico, nell'ambito delle aree tecnico-operativa e tecnico-amministrativa della Difesa; b) sullo stato di attuazione dei programmi di costruzione, acquisizione e ammodernamento di mezzi, impianti e sistemi, di cui ai pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa. Per ciascun programma sono indicati l'esigenza operativa, l'oggetto, la quantità, l'onere globale, lo sviluppo pluriennale e la percentuale di realizzazione; sono, altresì, fornite indicazioni sui rapporti tra acquisti compiuti all'estero e in Italia e sulla quota di questi effettuata nel Mezzogiorno; c) sull'attività contrattuale concernente la manutenzione straordinaria e il reintegro dei sistemi d'arma, delle opere, dei mezzi e dei beni direttamente destinati alla difesa nazionale, che si espleta secondo programmi aventi di norma durata annuale, in relazione alle quote da impegnare sugli appositi capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa; d) sullo stato di attuazione del programma di potenziamento e ammodernamento delle infrastrutture, con particolare riguardo agli alloggi dei militari di truppa, ai locali adibiti a cucine, mense e ad attività del tempo libero, e idoneo a garantire attività di promozione sociale e sportiva, al quale si fa fronte mediante gli ordinari stanziamenti di bilancio, specificando, nell'ambito dei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della difesa, le quote da destinare alla realizzazione del programma medesimo; e) sui programmi, di competenza del Ministero della difesa, attuati ai sensi della legge 11 novembre 1986, n. 770

   (4) Si veda l'intervento conclusivo della relatrice, onorevole Rosa Maria Villecco Calipari, pubblicato in allegato al resoconto della seduta del 31 luglio 2013.

   (5) Con riferimento a questo tema si veda anche il successivo paragrafo relativo al programma Forza NEC

   (6) Nel programma F35 il Regno Unito è partner di primo livello, al pari degli Stati Uniti, con una quota di investimento nello sviluppo del programma pari al 10 per cento; l'Italia, insieme all'Olanda, è partner di secondo livello, con una quota di investimento nello sviluppo del programma del 3,8 – 3,9 per cento; Canada, Turchia, Australia, Norvegia e Danimarca sono partner di terzo livello con una partecipazione finanziaria pari al 1-2 per cento

   (7) Cfr. audizione di Alessandro Politi, cit.