ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00145

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 18
Seduta di annuncio: del 09/12/2021
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/00686
Atto numero: 7/00726
Atto numero: 7/00743
Firmatari
Primo firmatario: VIVIANI LORENZO
Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER
Data firma: 09/12/2021
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
INCERTI ANTONELLA PARTITO DEMOCRATICO 09/12/2021
CARETTA MARIA CRISTINA FRATELLI D'ITALIA 09/12/2021
BENEDETTI SILVIA MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 09/12/2021
DALL'OSSO MATTEO CORAGGIO ITALIA 09/12/2021
GADDA MARIA CHIARA ITALIA VIVA 09/12/2021
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2021
NEVI RAFFAELE FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE 09/12/2021
AVOSSA EVA PARTITO DEMOCRATICO 09/12/2021
BILOTTI ANNA MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2021
BUBISUTTI AURELIA LEGA - SALVINI PREMIER 09/12/2021
CADEDDU LUCIANO MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2021
CAPPELLANI SANTI PARTITO DEMOCRATICO 09/12/2021
CASSESE GIANPAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2021
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 09/12/2021
CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 09/12/2021
CILLIS LUCIANO MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2021
CRITELLI FRANCESCO PARTITO DEMOCRATICO 09/12/2021
FRAILIS ANDREA PARTITO DEMOCRATICO 09/12/2021
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2021
GASTALDI FLAVIO LEGA - SALVINI PREMIER 09/12/2021
GERMANA' ANTONINO LEGA - SALVINI PREMIER 09/12/2021
GOLINELLI GUGLIELMO LEGA - SALVINI PREMIER 09/12/2021
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2021
LIUNI MARZIO LEGA - SALVINI PREMIER 09/12/2021
LOLINI MARIO LEGA - SALVINI PREMIER 09/12/2021
LOSS MARTINA LEGA - SALVINI PREMIER 09/12/2021
MAGLIONE PASQUALE MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2021
MANCA ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2021
MANZATO FRANCO LEGA - SALVINI PREMIER 09/12/2021
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2021
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2021
PIGNATONE DEDALO COSIMO GAETANO MOVIMENTO 5 STELLE 09/12/2021
TARANTINO LEONARDO LEGA - SALVINI PREMIER 09/12/2021


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
09/12/2021
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 09/12/2021

APPROVATO IL 09/12/2021

CONCLUSO IL 09/12/2021

Atto Camera

Risoluzione conclusiva 8-00145
presentato da
VIVIANI Lorenzo
testo di
Giovedì 9 dicembre 2021 in Commissione XIII (Agricoltura)

Risoluzioni nn. 7-00686 Viviani, 7-00726 Caretta e 7-00743 Incerti: Iniziative in sede europea a tutela del comparto ittico nazionale.

TESTO UNIFICATO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

   La XIII Commissione,

   premesso che:

    il regolamento (UE) n. 1380/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio reca le norme della politica comune della pesca (PCP) in linea con gli obblighi internazionali dell'Unione stabilendo che essa deve contribuire alla protezione dell'ambiente marino, alla gestione sostenibile di tutte le specie sfruttate commercialmente e, in particolare, al conseguimento di un buono stato ecologico, nonché deve garantire che le attività di pesca e acquacoltura siano sostenibili dal punto di vista ambientale, sociale ed economico, nel lungo termine, applicando un approccio precauzionale alla gestione delle attività di pesca e un approccio alla gestione di tali attività basato sugli ecosistemi ma soprattutto si prevede che la PCP deve altresì contribuire ad un equo tenore di vita per il settore della pesca, ivi compresa la pesca artigianale, sia su piccola scala o costiera;

    il citato regolamento si estrinseca operativamente nell'adozione di piani pluriennali per le attività di pesca contenenti misure tecniche e misure relative alla fissazione e ripartizione dello sforzo di pesca; ciascun piano di gestione pluriennale prevede obiettivi per la gestione degli stock ittici e può anche includere altre norme specifiche in materia di conservazione. Inoltre, i piani pluriennali devono includere un obiettivo in termini di rendimento massimo sostenibile e un termine per il suo raggiungimento;

    il regolamento (UE) n. 2019/1022 (cosiddetto WestMed) del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 giugno 2019, infatti, istituisce un piano pluriennale per le attività di pesca che sfruttano gli stock demersali nel Mar Mediterraneo occidentale, stabilendo, tra le altre cose, una riduzione rilevante (da un iniziale 10 per cento fino ad arrivare al 30 per cento) dello sforzo di pesca per le Geographical Subareas (Gsa) interessate;

    il regolamento (UE) n. 2019/2236 del Consiglio del 16 dicembre 2019 ha stabilito, per il 2020, le possibilità di pesca per alcuni stock e gruppi di stock ittici applicabili nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero, mentre il regolamento (UE) n. 2021/90 del 28 gennaio 2021 prevede che, al fine di garantire il raggiungimento del Rendimento massimo sostenibile (Msy), ovvero un parametro che indica la sostenibilità dell'attività di pesca, siano applicate, almeno fino al 2023, determinate percentuali di riduzione dello sforzo di pesca per alcuni stock e gruppi di stock ittici applicabili nel Mar Mediterraneo e nel Mar Nero applicato a tutte le citate Geographical Subareas del Mediterraneo dando così applicazione al regolamento n. 2019/1022;

    la disciplina europea ha previsto la presenza di organismi consultivi che svolgono le proprie funzioni all'interno del procedimento decisionale relativo alla politica comune della pesca. Tra questi il «Comitato scientifico tecnico ed economico per la pesca (CSTEP)» e la «Commissione generale per la pesca nel mediterraneo (CGPM)» la quale promuove la conservazione e la gestione delle risorse biologiche marine anche attraverso raccomandazioni vincolanti per gli Stati membri;

    le possibilità di pesca sono assegnate agli Stati membri in modo tale da garantire la stabilità relativa delle attività di pesca di ciascuno Stato membro per ciascun stock o ciascun tipo di pesca;

    le raccomandazioni della Commissione generale per la pesca nel Mediterraneo (CGPM) promuovono la conservazione e la gestione razionale delle risorse biologiche marine anche attraverso l'adozione di raccomandazioni e di misure gestionali vincolanti per gli Stati membri, tra cui quelle relative a specifiche attività di pesca individuando, quindi, misure di gestione delle risorse della pesca nell'area di applicazione;

    la CGPM adotta, quindi, misure vincolanti relative alla gestione della pesca e alla tutela delle risorse marine viventi e degli ambienti ed ecosistemi marini da cui tali risorse dipendono; quindi, queste raccomandazioni, avendo natura vincolante per gli Stati membri, intervengono direttamente a disciplinare l'attività di pesca in tutti gli Stati membri, e le nostre marinerie si trovano a doversi districare tra regolamenti, raccomandazioni e quant'altro per poter svolgere un'attività economica delle più importanti del mondo, fonte di ricchezza, occupazione e salute per i consumatori;

    la nuova disposizione, dettata dal regolamento (UE) n. 2021/90, prevede il raddoppio delle giornate di fermo pesca tecnico che segue i 30 giorni di fermo pesca biologico: uno stop che passa da 15 a 30 giorni per barche inferiori ai 24 metri e da 20 a 40 giorni per quelle di lunghezza superiore;

   rilevato che:

    il settore della pesca, per tutelare la risorsa ittica, negli ultimi 3 anni ha ridotto lo sforzo di pesca del 20 per cento e nel solo 2020 del 10 per cento, e ha rispettato le chiusure spazio temporali, come previsto dall'attuale piano di gestione, con ripercussioni sulle dimensioni della flotta di pesca nazionale, ridottasi di oltre il 16 per cento nell'ultimo decennio;

    secondo dati del 2019, l'Italia è il secondo maggior produttore di pesca nel Mediterraneo e Mar Nero, con volumi di poco inferiori alle 250 mila tonnellate (15 per cento del totale) e un valore di 754 milioni di euro (29 per cento del totale);

    per i pescatori italiani, la riduzione dello sforzo di pesca si traduce, soprattutto per le piccole barche a strascico, in più ore in mare per poter sfruttare i pochi giorni che rimangono per pescare e non si tiene in considerazione che una maggiore operatività giornaliera implica importanti ripercussioni e rischi per la sicurezza dei pescatori medesimi; inoltre, manca un sistema efficace di ammortizzatori e politiche di mercato in grado di compensare i periodi di interruzione dell'attività di pesca: una situazione che viene ritenuta non più sostenibile economicamente;

    la pesca, infatti, ha un'alta mortalità e pericolosità ed è scientificamente dimostrato quanto i pescatori siano esposti ad altissimi rischi per la salute, derivanti proprio dalla continua esposizione agli agenti atmosferici durante le lunghe giornate in mare e lavorando molto spesso anche durante la notte;

    nel complesso, per alcuni segmenti di flotta, le giornate di effettiva operatività sono scese a 140 l'anno, livello tale da rendere non più economicamente sostenibile l'attività di pesca; infatti, con meno di 170 giornate di pesca e costi fissi immutati superiori ai ricavi, le riduzioni dello sforzo di pesca comportano un danno, irrecuperabile al settore – già duramente colpito dall'emergenza COVID – in termini di fatturato e occupazione mettendo a rischio la sopravvivenza delle marinerie italiane;

    nei primi giorni di giugno 2021, la Spagna in sessione plenaria del Parlamento, ha approvato una mozione per sollecitare il Governo a fermare l'esecuzione dell'ordinanza APA/423/2020 del piano di in pesca demersale nel Mediterraneo, finché non venga dimostrata – supportata da dati scientificamente effettivi – l'esistenza di un eccessivo sfruttamento della pesca da parte della loro flotta; il Parlamento spagnolo ha inoltre chiesto al Governo che, in sede europea, venga data una nuova interpretazione del regolamento (UE) n. 2019/1022, al fine di studiare un nuovo Piano di gestione che consenta la sopravvivenza e sostenibilità sia della flotta delle Isole Baleari che delle risorse ittiche;

   rilevato, altresì, che:

    con una nota del 14 giugno 2021 il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ha comunicato alle associazioni di categoria della pesca professionale e alle autorità marittime che, a partire dalla mezzanotte dello stesso 14 giugno, da una verifica dei dati relativi allo sforzo di pesca, è risultato che la quota disponibile per le attività di pesca delle unità con L.f.t. superiore a 24 metri (EFF2/MED2_TR4), che effettuano la pesca dei gamberi di profondità, sia stato superato e pertanto ha stabilito, al fine di tutelare le economie delle imprese e non incorrere in violazioni che possano comportare il superamento della quota nazionale, la chiusura immediata delle suddette attività di pesca nelle GSA 9 (Mar Ligure e Mar Tirreno Settentrionale), GSA 10 (Mar Tirreno Centrale e Meridionale) e GSA 11 (Mar di Sardegna Orientale e Occidentale);

    la predetta misura ha trovato conferma con dispaccio protocollato n. 0365055 del 13 agosto 2021, con cui il superamento della quota di attività è stata rilevata per unità con LFT compreso tra 12 e 18 metri (EFF1/MED2_TR2) e LFT compreso tra 18 e 24 metri (EFF1/MED2_TR3);

    a seguito di questa chiusura, dall'oggi al domani, per le imbarcazioni che effettuano tale tipo di attività non è stato più consentito effettuare l'attività di pesca, nelle GSA indicate, né procedere alle conseguenti operazioni di sbarco e commercializzazione;

    con le nuove norme europee che tagliano le giornate di pesca, le imprese del settore stanno già registrando una riduzione pari al 20 per cento di fatturato, con 8 imprese su 10 che rischiano la chiusura della loro attività;

    la programmazione della pesca, sia a livello europeo che a livello nazionale, deve fornire agli operatori gli strumenti necessari per monitorare, anche in tempo reale, l'andamento degli stock ittici scongiurando sospensioni immediate e repentine delle attività, consentendo invece di disporre di margini temporali nei quali rimodulare l'attività ittica stessa;

    queste continue riduzioni dello sforzo di pesca, oltre alle conseguenze sopra citate, ha conseguenze anche per i consumatori in quanto verrebbero favorite ulteriormente le importazioni di prodotti ittici stranieri;

    quando si parla di pesca nel Mediterraneo, ci si riferisce essenzialmente all'Italia, perché Spagna e Francia svolgono le loro attività ittiche nel Mare del Nord e nelle acque dei Paesi terzi extra mediterranei, secondo accordi commerciali negoziati dall'Unione europea, facendo aumentare il numero delle flotte di pescherecci dei Paesi rivieraschi della sponda sud del Mediterraneo e del Medio Oriente;

    al netto di queste difficoltà registrate dal settore nazionale, vi sono anche difficoltà di gestione internazionale, in quanto assoggettare un peschereccio italiano ad un regolamento europeo molto restrittivo per preservare la fauna marina quando altri pescherecci extra europei operano in modo indiscriminato con attrezzi di pesca invasivi e vietati in ambito europeo, nonché svolgono l'attività di pesca per tutti i giorni dell'anno, è una questione che va urgentemente discussa e risolta in ambito europeo perché il protrarsi di questa situazione contribuirà ad estinguere imprese ittiche italiane e alla scomparsa della professione di pescatore,

    il settore ittico è stato fortemente colpito dalla chiusura dei canali «Ho.Re.Ca.», che ha causato perdite per 500 milioni di euro tra produzione invenduta, crollo dei prezzi e chiusura dei ristoranti, oltre al costo per garantire a bordo distanziamento e misure di sicurezza, mettendo in difficoltà una flotta da traino nazionale che conta oltre 2.300 imbarcazioni per circa 6.000 pescatori; nell'arco di trent'anni, circa il 33 per cento delle imprese ittiche ha chiuso, causando la perdita di 18 mila posti di lavoro, con la flotta ridotta ad appena 12 mila unità e con una vetusta età media del naviglio di circa 36 anni;

    il 13 luglio 2021 è stato pubblicato il regolamento UE n. 2021/1139 del 7 luglio 2021, con il quale viene istituito il Feampa (Fondo europeo affari marittimi pesca e acquacoltura), nuovo strumento finanziario di sostegno del settore pesca e acquacoltura per il periodo di programmazione 2021-2027. Il regolamento indica le operazioni o le spese non ammissibili nell'ambito del Feampa, lasciando maggiore margine di discrezionalità agli Stati membri nell'ambito della programmazione nazionale che dovranno tener conto delle loro specificità regionali o locali. Gli interventi sono mirati a: promuovere la pesca sostenibile e la conservazione delle risorse biologiche marine; contribuire alla sicurezza alimentare nell'Unione mediante un'acquacoltura e mercati competitivi e sostenibili;

    le risorse previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, a favore dello sviluppo logistico per i settori della pesca e dell'acquacoltura, sono fondamentali per la conservazione delle risorse ittiche e per la creazione di nuovi posti di lavoro;

    il comparto ittico nazionale deve essere anche supportato in modo da sostenere l'adeguamento dell'imbarcazione a livello tecnologico, l'innovazione e gli investimenti a bordo dei pescherecci e di tutta la filiera ittica. Tali sostegni dovrebbero includere azioni intese a migliorare la salute, la sicurezza e le condizioni di lavoro, l'efficienza energetica e la qualità delle catture;

    con la riduzione delle attività di pesca viene meno anche la possibilità di portare in tavola pesce Made in Italy, favorendo gli arrivi dall'estero di prodotti ittici che non hanno le stesse garanzie di sicurezza di quelli italiani;

    la sicurezza alimentare dipende da mercati efficienti e ben organizzati che migliorino la trasparenza la stabilità, la qualità e la diversità della catena di approvvigionamento, nonché le informazioni fornite ai consumatori,

impegna il Governo:

   a) ad adottare iniziative nelle opportune sedi europee, affinché siano modificati i regolamenti europei per tutelare il comparto ittico nazionale, in quanto la riduzione costante delle giornate di pesca, per i sistemi trainanti, risulta incoerente con la redditività delle singole imprese di pesca, ormai arrivate al limite della sussistenza economica, evitando così una ulteriore riduzione delle giornate per il 2022 rispetto ai piani di gestione nazionali e l'avvio di un dialogo per declinare una diversa gestione dello sforzo di pesca che esuli dal calcolo delle giornate in mare;

   b) ad adottare iniziative per instaurare un meccanismo di monitoraggio e pianificazione delle attività di pesca, anche con l'utilizzo di banche dati basate su aggiornamenti in tempo reale, attivando così un meccanismo di controllo che possa valutare e declinare la gestione della risorsa ittica stabilendo una programmazione dinamica dello sforzo di pesca, interloquendo con il settore e dando i giusti preavvisi nel raggiungimento delle soglie previste in caso di totale ammissibile di cattura (TAC) o numero di giornate;

   c) ad agevolare, in accordo con le regioni, per le opportune concertazioni e pianificazioni, l'attuazione di piani di gestione e della pesca scientifica, al fine di rimodulare le limitazioni sullo sforzo di pesca e sul mantenimento, recupero e salvaguardia di alcune tipologie di pesca tradizionale;

   d) ad adottare iniziative per aprire i necessari tavoli europei ed internazionali per garantire l'applicazione degli standard qualitativi e delle prescrizioni tecniche, sociali ed ambientali vigenti per la politica comune della pesca nell'area mediterranea anche ai Paesi extraeuropei operanti nella medesima area;

   e) ad adottare iniziative per l'armonizzazione degli strumenti di gestione nazionale con quelli comunitari, sulla base di metodologie scientifiche intraprendendo con gli altri Paesi dell'Unione europea del Mediterraneo, una politica di condivisione della gestione della risorsa e delle misure da attuare per salvaguardare l'economia della pesca Mediterranea;

   f) ad evidenziare, nelle opportune sedi europee, la problematica dell'aumento delle imbarcazioni extra europee che svolgono l'attività di pesca nel Mediterraneo, le quali non sono assoggettate ai regolamenti dell'Unione europea ed utilizzano attrezzi da pesca vietati internazionalmente, senza che vi sia alcun controllo e monitoraggio sullo sforzo di pesca;

   g) a promuovere iniziative tese a favorire un censimento delle infrastrutture portuali in cui sono presenti aree dedicate al settore ittico, garantendo spazi a mare e terra, nonché un censimento delle imbarcazioni da pesca, attraverso il quale definire lo stato attuale della flotta, e programmare in modo puntuale interventi di modernizzazione in termini tecnologici e di minor impatto ambientale della flotta stessa;

   h) ad adottare iniziative che rendano attrattivo l'intero comparto ittico, rilanciando il consumo di prodotti ittici italiani e promuovendo le attività di trasformazione e commercializzazione dei prodotti della pesca;

   i) ad assumere le iniziative di competenza per dotare il settore della pesca degli strumenti finanziari e delle risorse umane necessarie a raccogliere la sfida del nuovo corso europeo favorito dall'istituzione dal Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura (Feampa);

   l) a promuovere lo sviluppo della pesca sostenibile e la conservazione delle risorse biologiche del Mediterraneo attraverso misure che favoriscano l'economia blu sostenibile, la conservazione e il ripristino degli ecosistemi marini e la riduzione dei rifiuti marini.
(8-00145) «Viviani, Incerti, Caretta, Benedetti, Dall'Osso, Gadda, Gagnarli, Nevi, Avossa, Bilotti, Bubisutti, Cadeddu, Cappellani, Cassese, Cenni, Ciaburro, Cillis, Critelli, Frailis, Gallinella, Gastaldi, Germanà, Golinelli, L'Abbate, Liuni, Lolini, Loss, Maglione, Alberto Manca, Manzato, Marzana, Parentela, Pignatone, Tarantino».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

gestione della pesca

pesca marittima

salvaguardia delle risorse