Legislatura: 17Seduta di annuncio: 93 del 09/10/2013
Primo firmatario: BERGAMINI DEBORAH
Gruppo: IL POPOLO DELLA LIBERTA' - BERLUSCONI PRESIDENTE
Data firma: 09/10/2013
Commissione: III COMMISSIONE (AFFARI ESTERI E COMUNITARI)
Partecipanti allo svolgimento/discussione INTERVENTO PARLAMENTARE 16/10/2013 ZAMPA SANDRA PARTITO DEMOCRATICO INTERVENTO GOVERNO 16/10/2013 ARCHI BRUNO VICE MINISTRO - (AFFARI ESTERI) INTERVENTO PARLAMENTARE 16/10/2013 SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE LOCATELLI PIA ELDA MISTO-PARTITO SOCIALISTA ITALIANO (PSI) - LIBERALI PER L'ITALIA (PLI) DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE MARAZZITI MARIO SCELTA CIVICA PER L'ITALIA TIDEI MARIETTA PARTITO DEMOCRATICO SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/10/2013
DISCUSSIONE IL 16/10/2013
APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 16/10/2013
CONCLUSO IL 16/10/2013
La III Commissione,
premesso che:
il nostro Paese e il Parlamento italiano hanno sempre seguito con attenzione le violazioni dei diritti umani e delle libertà fondamentali in Myanmar;
in particolare, la Commissione affari esteri nel 2009 ha approvato all'unanimità una risoluzione che impegnava il Governo a prendere iniziative nelle sedi internazionali, in particolare alle Nazioni Unite e attraverso contatti con i Paesi del Sud est asiatico, per sostenere la liberazione di Daw Aung San Suu Kyi e di tutti i detenuti politici nonché l'avvio del dialogo tra le parti interessate ad una rapida transizione verso la democrazia attraverso un processo costituzionale concordato con l'opposizione;
la costituzione approvata nel 2008 era giudicata antidemocratica dai partiti di opposizione in quanto prevedeva, tra l'altro, che un quarto dei seggi parlamentari fossero riservati ai militari così come la carica di Ministro degli interni ed impediva inoltre a chiunque avesse parenti di nazionalità estera di candidarsi alla presidenza. La norma fu subito giudicata contra personam, ovvero contro Aung San Suu Kyi, vedova di un inglese e con due figli della stessa nazionalità;
nelle elezioni svoltesi nel novembre 2010 non si è presentata la LND di Aung San Suu Kyi, critica sulla legge elettorale emersa dalla nuova costituzione;
dopo le elezioni il Governo ha iniziato un processo di apertura. Oltre al rilascio di Aung San Suu Kyi, fu istituita una Commissione nazionale per i diritti civili, furono liberati 200 prigionieri politici, vennero promulgate leggi sul lavoro che garantivano la formazione del sindacato ed il permesso di sciopero e venne allentata la censura sulla libertà di stampa;
le conseguenze di tali riforme hanno aperto una nuova fase politica per illese. Il Myanmar è stata scelto come paese ospitante per il congresso degli Stati dell'ASEAN del 2014. Il segretario di Stato americano Hillary Clinton ha visitato il paese nel dicembre del 2011 incontrando sia il presidente birmano Thein Sein che Aung San Suu Kyi;
il 1o aprile del 2012, si sono tenute delle elezioni suppletive che hanno visto l'ingresso della Lega nazionale democratica e della stessa Aung San Suu Kyi in Parlamento. La LND ha ottenuto 43 dei 45 seggi disponibili. Per l'occasione è stato consentito il monitoraggio ufficiale del voto da parte di rappresentanti della comunità internazionale;
a giugno 2013 Aung San Suu Kyi ha reso noto il desiderio di candidarsi alle elezioni presidenziali del 2015. Per la sua candidatura sarebbe necessaria una modifica costituzionale;
è indispensabile proseguire il sostegno internazionale al processo di transizione verso la democrazia in atto nel Myanmar,
impegna il Governo:
fermo restando il diritto all'autodeterminazione e alla sovranità legislativa di ogni paese, a sostenere in ambito internazionale la modifica della costituzione del Myanmar, in particolare nel punto in cui impedisce a chi abbia parenti di nazionalità straniera di candidarsi alle elezioni presidenziali, previsione che non ha fondamento nei principi democratici universalmente riconosciuti;
a sostenere l'apertura democratica del Myanmar e, quindi, l'eguale e pari partecipazione di tutti i partiti politici alla vita democratica ed istituzionale dello stesso, nonché lo svolgimento di elezioni libere e democratiche;
a sostenere il legittimo desiderio di Aung San Suu Kyi e di ogni altro cittadino birmano di candidarsi alle elezioni presidenziali, senza per questo schierarsi a favore o contro alcun risultato dovesse legittimamente essere sancito dalle prossime elezioni del 2015.
(7-00123) «Bergamini».
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