ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01337

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 108 del 30/10/2013
Ex numero atto
Precedente numero assegnato: 4/01808
Firmatari
Primo firmatario: GALLINELLA FILIPPO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 30/10/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 30/10/2013


Commissione assegnataria
Commissione: VII COMMISSIONE (CULTURA, SCIENZA E ISTRUZIONE)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ISTRUZIONE, DELL'UNIVERSITA' E DELLA RICERCA delegato in data 30/10/2013
Stato iter:
06/02/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 06/02/2014
Resoconto ROSSI DORIA MARCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ISTRUZIONE, UNIVERSITA' E RICERCA)
 
REPLICA 06/02/2014
Resoconto GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 30/10/2013

DISCUSSIONE IL 06/02/2014

SVOLTO IL 06/02/2014

CONCLUSO IL 06/02/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-01337
presentato da
GALLINELLA Filippo
testo di
Mercoledì 30 ottobre 2013, seduta n. 108

   GALLINELLA e CIPRINI. — Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:
   da molto tempo, diverse associazioni di comuni si stanno muovendo per garantire, anche nei piccoli centri – specie quelli geograficamente più complicati da raggiungere e meno collegati con le grandi città – il diritto all'istruzione, almeno per quel che riguarda la scuola primaria;
   l'ANCI Umbria si è più volte fatta promotrice di iniziative a carattere nazionale su questo importante tema, tuttavia diverse sono le situazioni di emergenza scolastica nella regione, con moltissime sezioni chiuse negli ultimi due anni e con intere scuole che rischiano di scomparire, soprattutto perché l'aumento delle pluriclassi nei piccoli comuni fa aumentare proporzionalmente l'esodo verso i grandi centri;
   le pluriclassi attualmente sono circa 90 in Umbria e necessitano di organico aggiuntivo per garantire una didattica di qualità, anche se non vanno comunque misconosciute le capacità di quegli insegnanti che hanno saputo «fare scuola» anche nelle pluriclassi;
   un problema analogo si pone anche per le scuole d'infanzia, le cui liste d'attese spesso non vengono evase, favorendo in qualche modo la «fuga» dal paese di residenza nel momento delle future iscrizioni alla scuola primaria;
   è evidente che la chiusura di una scuola in un piccolo centro fa aumentare l'isolamento e la marginalità dello stesso, pertanto, specie in situazioni in cui le distanze tra un comune e l'altro sono considerevoli sarebbe auspicabile garantire la continuità e la qualità scolastica primaria anche nei paesi più piccoli;
   l'ANCI Umbria chiede che venga messa in atto una strategia per la scuola di montagna e delle zone svantaggiate, al fine di assicurare il diritto all'istruzione in maniera capillare e uniforme sul territorio nazionale;
   quello dell'Umbria non è certo l'unico caso per uno Stato, come l'Italia, che presenta realtà geografiche molto diverse; basti pensare ad alcuni paesi dell'entroterra calabro o lucano, che, tra le altre cose, presentano problemi analoghi anche dal punto di vista dell'assistenza sanitaria, con piccoli ospedali che vengono chiusi pur trovandosi in zone isolate e difficili da raggiungere;
   oggi le politiche scolastiche hanno privilegiato un accentramento, nella logica dei grandi numeri, che ha indebolito il sistema scolastico dei piccoli centri, svigorendo, di conseguenza quella «protezione» sociale primaria che, insieme alla famiglia, è fondamentale per la crescita e lo sviluppo del bambino, nonché del territorio stesso;
   in un documento redatto dall'ANCI Umbria ed inviato in questi giorni a diverse istituzioni, nazionali e regionali, si legge che salvare le scuole dei piccoli Comuni significa lasciare presidi territoriali, evitare congestioni a livello centrale, garantire una didattica ricca perché proporzionata e pluricentrica, salvaguardare gli investimenti fatti in termini di sicurezza e messa a norma degli edifici e di garanzia di servizi di qualità connessi al sistema scolastico;
   è evidente che, pur comportando non irrisori costi di gestione, mantenere un presidio scolastico su un territorio particolare come i piccoli comuni è fondamentale per garantire il diritto allo studio dei bambini, nonché la pluralità e valorizzazione dei territori minori che rivestono, comunque, grande importanza in merito alla gestione delle risorse naturali, alla qualità territoriale e alla coesione sociale –:
   se non si ritenga opportuno promuovere per le piccole scuole dei comuni montani una normativa specifica, non più limitandosi alla sola deroga, e assicurando nella dotazione organica assegnata dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca la copertura per le scuole montane, stabilendo priorità nella assegnazione dell'organico a cura degli uffici scolastici regionali;
   se ritenga opportuno abbassare i parametri per la costituzione delle cosiddette «pluriclassi» nelle scuole di comuni montani, che al momento è fissato in un massimo 18 alunni, per evitare la creazione di pluriclassi comprendenti più gruppi di alunni di età diverse, anche non contigue;
   se ritenga possibile abbassare il numero minimo di alunni per classe per i comuni montani – attualmente fissato a 10 alunni – portandolo almeno a 6-8 alunni;
   se, in base a quanto esposto in premessa, intenda valutare l'attivazione di sezioni per la scuola dell'infanzia con numero di 10 alunni nei comuni montani come previsto dal decreto ministeriale n. 176 del 1997 e allo stesso tempo se ritenga importante affrontare il problema delle liste di attesa alla scuola dell'infanzia anche nei piccoli comuni, spesso privi di altri servizi per l'infanzia;
   se, nell'ambito delle proprie competenze e di concerto con le competenti autorità regionali, possa definire l’«ottimale dimensionamento» della rete scolastica cercando di coniugare le istanze degli enti locali con l'esigenza di una qualità del servizio;
   quali opportuni investimenti intenda mettere in atto nell'ambito della formazione degli insegnanti che lavorano nelle pluriclassi, al fine di garantire un insegnamento di qualità e condizioni adeguate per l'innovazione didattica;
   quali strumenti intenda utilizzare al fine di garantire la «continuità» pluriennale degli insegnanti nelle scuole di montagna, legando la concessione di punteggi aggiuntivi ad una effettiva continuità di servizio, secondo criteri da concordare tra le parti sociali;
   se non intenda promuovere, nell'ambito delle proprie competenze, come già avviene in alcune parti di Italia, progetti innovativi volti a superare le «sofferenze» di organico (docente e personale ATA) nelle piccole scuole nell'ottica di sostenere, potenziare e valorizzare questi presidi educativi, strettamente legati al territorio;
   se intenda valutare la possibilità di istituire un gruppo di lavoro inter-istituzionale per «La scuola di montagna e la montanità», opportuno strumento per la programmazione educativa sul territorio. (5-01337)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 6 febbraio 2014
nell'allegato al bollettino in Commissione VII (Cultura)
5-01337

  Vorrei innanzitutto assicurare che il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca condivide le osservazioni formulate nell'interrogazione in merito all'opportunità di sostenere e valorizzare il servizio scolastico nei piccoli centri montani e alla circostanza che attraverso l'istruzione scolastica può essere attenuato il rischio di isolamento di questi centri e favorito il relativo sviluppo. L'attenzione che da molto tempo viene dedicata a questo tema è d'altra parte dimostrata dal fatto che la normativa vigente in materia di organizzazione del servizio scolastico sul territorio contiene specifiche disposizioni per le aree montane e le piccole isole, sia per quanto attiene al numero minimo di alunni per la formazione delle classi, sia al numero minimo di alunni necessari per mantenere il plesso scolastico (ridotto per tali zone di oltre il 10 per cento rispetto al parametro ordinario). Anche le istruzioni sulla distribuzione del personale docente, impartite annualmente dagli uffici centrali del Ministero, richiamano espressamente l'opportunità di riservare particolare attenzione alle condizioni di disagio legate a specifiche situazioni locali.
  Giova poi ricordare, al riguardo, il progetto «Aree interne», avviato dal Ministro per la coesione territoriale nel corso della precedente legislatura e fatto proprio dal Governo in carica. Tale progetto, al quale partecipa anche il MIUR, è finalizzato al rilancio economico e sociale delle cosiddette aree interne del Paese, tra le quali rientrano i piccoli comuni montani, valorizzando in esse i servizi essenziali, soprattutto in materia di istruzione, salute e mobilità. La realizzazione di questo progetto potrà fornire l'occasione per elaborare specifiche iniziative volte a definire nuovi criteri di distribuzione del personale scolastico che valorizzino i presidi educativi dei comuni montani.
  Passando ora all'esame delle questioni specificamente segnalate nell'interrogazione, in merito alla situazione della regione Umbria, per l'anno scolastico 2013-2014 la situazione delle pluriclassi è assai contenuta: sono infatti attive 76 pluriclassi su un campione regionale di 5698 classi, di cui 2079 di scuola primaria, dove in massima parte insiste il fenomeno delle pluriclassi. Altrettanto contenuto è il problema delle liste di attesa della scuola dell'infanzia, che per l'anno scolastico 2013-2014 sono state quasi completamente abbattute.
  Riguardo invece alla proposta di introdurre ulteriori norme sull'organizzazione del servizio scolastico nei comuni montani, il Ministro è ben disponibile a collaborare con il Parlamento nell'esame di proposte come quelle ipotizzate dall'onorevole interrogante. Nell'esaminarle, peraltro, occorrerà tenere conto, oltre che dell'impatto sulla finanza pubblica di alcune delle proposte formulate, anche dei limiti alle competenze del Governo in questa materia. In determinati casi, gli interventi proposti sono infatti realizzabili solo attraverso un intervento normativo primario mentre, per quanto riguarda il dimensionamento della rete scolastica e i criteri di assegnazione del punteggio ai docenti impiegati nelle scuole dei comuni montani, si tratta di decisioni rimesse, rispettivamente, alla competenza delle regioni e alla contrattazione collettiva.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

regione montana

formazione degli insegnanti

diritto all'istruzione

comune

istituto di istruzione

alunno