ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/00357

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 34 del 17/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: VENTRICELLI LILIANA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 17/06/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 17/06/2013
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 17/06/2013
BASILIO TATIANA MOVIMENTO 5 STELLE 17/06/2013
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 17/06/2013
CORDA EMANUELA MOVIMENTO 5 STELLE 17/06/2013
FRUSONE LUCA MOVIMENTO 5 STELLE 17/06/2013
RIZZO GIANLUCA MOVIMENTO 5 STELLE 17/06/2013
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 17/06/2013


Commissione assegnataria
Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA)
Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA DIFESA
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 17/06/2013
Stato iter:
26/09/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 26/09/2013
Resoconto PINOTTI ROBERTA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (DIFESA)
 
REPLICA 26/09/2013
Resoconto VENTRICELLI LILIANA PARTITO DEMOCRATICO
Fasi iter:

MODIFICATO PER COMMISSIONE ASSEGNATARIA IL 17/06/2013

DISCUSSIONE IL 26/09/2013

SVOLTO IL 26/09/2013

CONCLUSO IL 26/09/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta in commissione 5-00357
presentato da
VENTRICELLI Liliana
testo di
Lunedì 17 giugno 2013, seduta n. 34

   VENTRICELLI, CARIELLO, D'AMBROSIO, BASILIO, BRESCIA, CORDA, FRUSONE, RIZZO e ZOLEZZI. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   il Parco nazionale dell'Alta Murgia, istituito con decreto del Presidente della Repubblica del 10 marzo 2004, è una area naturale protetta situata in Puglia, nelle province di Bari e di Barletta-Andria-Trani; è un ente autonomo regolato dalla legge n. 394 del 1991: nel gennaio 1993 tutti i comuni interessati deliberano la propria adesione al progetto di istituzione del parco; il 14 ottobre 1993 la conferenza dei servizi costituisce il comitato tecnico che deve elaborare una proposta di perimetrazione e le relative norme provvisorie di salvaguardia; il 24 novembre 1993 la conferenza dei servizi approva all'unanimità la proposta di perimetrazione del comitato tecnico e avvia l’iter amministrativo per l'istituzione del Parco; nel marzo 1997 si approva la legge quadro regionale sulle aree protette pugliesi (legge regionale n. 19 del 1997) nella quale si prevede l'istituzione del parco regionale dell'Alta Murgia; nel dicembre 1998 la Camera dei deputati approva in via definitiva il disegno di legge «Nuovi interventi in campo ambientale» (legge n. 426 del 1998) che prevede l'istituzione del parco nazionale dell'Alta Murgia; nel 1999 c’è la presentazione della bozza di perimetrazione del Parco nazionale dell'Alta Murgia elaborata dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare; l'11 novembre 2002 si arriva all'accordo preliminare comuni-regione-Ministero su perimetrazione e norme transitorie di salvaguardia; nel 2003 si arriva alla delibera regionale di approvazione definitiva;
   il parco ha un'estensione di circa 68.077 ettari, ripartiti in tre zone a tutela differenziata:
    zona 1 – di rilevante interesse naturalistico, paesaggistico e storico-culturale, caratterizzata da prevalente paesaggio «steppico» e rupicolo;
    zona 2 – di valore naturalistico, paesaggistico e storico culturale, caratterizzata da prevalente paesaggio agricolo;
    zona 3 – di connessione ecologica e di promozione di attività economiche compatibili con le finalità del parco. In tale zona sono comprese le aree interessate da accordi di programma, ai sensi delle norme regionali in materia;
   flora e fauna sono costantemente monitorati: nel Parco nazionale si ritrovano per lo più esemplari di alberi tipici della regione, sono molto diffuse specie di erba bassa e media, è possibile trovare piante o arbusti ad interesse alimentare, alcune specie fungine e, inoltre, benché non sia riscontrabile una particolare varietà di fauna, è stata accertata la presenza di donnole, faine, lepri, roditori, volpi e, dopo la reintroduzione di alcune coppie di cinghiali che si sono rapidamente moltiplicati, si è potuto assistere al riaffacciarsi di lupi generalmente provenienti dall'Abruzzo o dalla più vicina Lucania, così come attestano documentazioni fotografiche;
   l'istituzione dei parco è dovuta soprattutto alle rilevanti valenze naturalistiche del territorio che costituisce una delle più importanti aree steppiche d'Italia con la presenza di vari endemismi floristici e una delle maggiori popolazioni di avifauna delle steppe;
   l'area ha inoltre una forte valenza paesaggistica e culturale, grazie alla presenza di fenomeni carsici che hanno modellato il calcare della zona e reso possibili originali architetture rurali, e di numerose testimonianze preistoriche come i ritrovamenti de l'Uomo di Altamura; inoltre l'aspetto prevalente del territorio è caratterizzato da paesaggi quasi «lunari» che sono frutto di un'azione di erosione millenaria da parte di venti e acque piovane che hanno modellato nel secoli le forme dell'altopiano calcareo, creando un eccezionale patrimonio di fenomeni di origine carsica;
   nel Parco nazionale dell'Alta Murgia sono presenti poligoni militari estesi per circa il 30 per cento del territorio, come da delibera regionale n. 400 del 23 febbraio 1983 che approva la delibera di giunta n. 9116 del 20 settembre 1982 con la quale si destina, a poligoni militari permanenti, un'area complessiva di circa 15.000 ettari; nel territorio insistono le seguenti istallazioni ad uso militare, con relative servitù: deposito munizioni Poggiorsini – Poggiorsini, C.N.A. di Monte Caccia – Spinazzola-Andria; e i seguenti poligoni occasionali: poligono Torre di Nebbia – Spinazzola, poligono di tiro di Madonna del Buon Cammino – Altamura (parzialmente compreso nel territorio del Parco), poligono Parisi Vecchio, poligono La Sentinella – Altamura, poligono Scorzone – Minervino;
   gli accordi relativi alla possibilità di utilizzare una parte del territorio del parco per effettuare esercitazioni militari sono antecedenti all'istituzione del Parco stesso, regolati tra le stesse autorità militari e la regione Puglia;
   tali esercitazioni hanno un impatto ambientale deleterio per la zona, così come riportato da diversi studi scientifici: le esplosioni prodotte dalle simulazioni di guerra rilasciano nano particelle di metalli pesanti nell'aria e sul terreno, inquinando la falda acquifera e entrando nei tessuti umani (e non solo) senza più uscirne causando gravi malattie fra cui formazioni tumorali;
   da diversi anni la popolazione pugliese si è espressa in maniera inequivocabile contro il protrarsi delle installazioni militari nella regione, che bloccano lo sviluppo produttivo e sociale della regione;
   la presenza militare con le sue attività condiziona lo sviluppo economico dei territori con le servitù militari e talvolta imponendo scelte alle amministrazioni locali che vanno in contrasto con la volontà delle popolazioni interessate;
   rispetto alla scelta di tenere esercitazioni militari nel territorio interessato, il Presidente dell'ente parco, Cesare Veronico ha dichiarato che: «Noi non possiamo autorizzare alcuna esercitazione militare – afferma Veronico –: si tratta di decisioni che spettano esclusivamente al Ministero della difesa e nelle quali, purtroppo, non abbiamo modo di intervenire. I poligoni addestrativi, voglio che sia chiaro, sono in aperta contraddizione con i nostri obiettivi e sono il lascito di decisioni precedenti all'istituzione del Parco: esistono dagli anni 70 e tempi e modalità del loro utilizzo sono stati stabiliti in sede di comitato misto paritetico tra le autorità militari e la Regione Puglia. Nel corso dell'incontro di cortesia dello scorso 8 febbraio 2013, tenutosi a Bari presso il comando della Brigata meccanizzata «Pinerolo» con il comandante del 2o Comando Forze di difesa generale Vincenzo Lobs, non ho in alcun modo espresso parere favorevole all'attuazione di un incremento delle attività di esercitazione militare; ho, al contrario, disapprovato tali interventi. Proprio nelle ore in cui l'Alta Murgia intraprende ufficialmente il percorso per il conseguimento della Carta europea per il Turismo Sostenibile, prendo atto con rammarico della prosecuzione delle attività militari. Questo Parco deve essere percepito come un luogo di pace e di serena convivenza. Chiederò immediatamente un incontro a tutti i parlamentari, in particolare a quelli dell'Alta Murgia, perché si attivino per modificare il quadro normativo ed impedire le operazioni militari nelle aree protette. Quanto all'ipotesi dell'istituzione di nuovi poligoni militari all'interno dei Parco, si tratta di pure farneticazioni» –:
   considerati gli accordi stabiliti in sede di Comitato misto paritetico tra le autorità militari e la regione Puglia che regola la possibilità di effettuare esercitazioni militari nel territorio del Parco –, quale sia il criterio generale per il quale è possibile continuare ad utilizzare «aree di reperimento» di grande pregio ambientale elencate nella legge quadro sulle aree protette (legge n. 394 del 1991, articolo 34) in cui l'Alta Murgia è stata inserita insieme ad altre zone del territorio italiano, per i suddetti usi;
   se non sia opportuno individuare una serie di aree più idonee a tali usi poiché, come già riportato in premessa, le attività militari svolte hanno un forte impatto ambientale sul territorio che, proprio per questo, necessiterebbe di periodiche attività di bonifica;
   se sia possibile intraprendere, di concerto con la regione Puglia, un piano di riordino delle attuali servitù militari presenti nella regione, al fine di ridurre quanto più possibile le aree militari presenti nel territorio pugliese che per troppi anni è stato oggetto di un interesse prevalente da parte del Ministero della difesa che ha seriamente compromesso l'ambiente e la naturale vocazione turistica delle aree interessate, limitandone in maniera considerevole lo sviluppo economico e sociale;
   se non ritengano di intervenire affinché si possa avviare un'intesa atta a smilitarizzare, in un futuro prossimo, la zona interessata e, nel contempo, pensare il prima possibile ad un riordino delle servitù coinvolte. (5-00357)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Giovedì 26 settembre 2013
nell'allegato al bollettino in Commissione IV (Difesa)
5-00357

  Prima di entrare nello specifico della tematica illustrata dall'onorevole interrogante, vorrei evidenziare, in generale, che le attività addestrative e sperimentali – d'importanza primaria per le Forze armate, nell'ottica di disporre, a carattere continuativo, di aliquote di forze tecnologicamente aggiornate in grado di integrarsi rapidamente e di interoperare efficacemente nell'ambito di dispositivi interforze e multinazionali – vengono sempre effettuate nel pieno rispetto di precise norme di legge e di sicurezza, volte a garantire la salvaguardia della popolazione e la tutela dell'ambiente.
  Per quanto concerne, più in particolare, le esercitazioni e le sperimentazioni svolte presso i poligoni, ogni attività è preceduta da un'approfondita analisi dell'impatto ambientale.
  Inoltre, il Reparto/Ente utilizzatore della struttura deve:
   comunicare alla Direzione del poligono il tipo di armi e munizioni che prevede di impiegare, prima di ottenere l'autorizzazione a condurre le esercitazioni;
   presentare, al termine dell'attività, un rapporto che conferma l'avvenuta bonifica delle aree utilizzate e il numero e il tipo di munizionamento effettivamente impiegato durante l'esercitazione.

  È indubbio che lo svolgimento di tali attività possa comportare ripercussioni sul contesto territoriale, sotto diversi aspetti, ma, proprio per compensare tali disagi, la Difesa opera attraverso vari istituti, organismi e procedure che consentono un'assoluta compatibilità tra attività pianificate e impatto sulla cittadinanza.
  In tale ambito, s'inquadra il ruolo svolto dai Comitati Misti Paritetici (Co.Mi.Pa), istituiti ai sensi della legge n. 898/1976: le attività da svolgere nei poligoni vengono valutate e approvate anche contestualizzandole da un punto di vista ambientale.
  Inoltre, già nel 2005, la Difesa ha avviato una serie d'iniziative per controllare e censire il materiale utilizzato presso i poligoni: tra le principali, cito l'istituzione di «Comitati per la tutela ambientale» e un affinamento del «Disciplinare Ambientale» che, nel rispetto della normativa vigente, regolamenta le procedure per autorizzare le attività all'interno dei poligoni.
  Il Disciplinare prevede che ogni attività sia oggetto di una valutazione preventiva basata sulla documentazione tecnica del materiale da utilizzare, di un controllo di coerenza tra le attività pianificate e quelle effettuate durante le esercitazioni e/o sperimentazioni – da tenersi in coordinamento tra personale del poligono e utenti – e, infine, di un controllo successivo alla esercitazione/sperimentazione, durante il quale si interviene con la bonifica, qualora ritenuta necessaria.
  Affrontando, ora, nel merito, la situazione dei poligoni che insistono nell'Alta Murgia, devo osservare che il loro tasso di utilizzo risulta già sensibilmente ridotto rispetto ad altre aree analoghe che si trovano sia nella stessa regione che in ambito nazionale: circostanza, quest'ultima, che attesta come, nel corso degli anni, sia stata avviata una progressiva riduzione delle attività militari.
  Peraltro, nell'ambito delle riunioni dei Co.Mi.Pa. non è emersa, da parte dei rappresentanti regionali, la volontà di procedere ad una ridefinizione delle attività operative e/o addestrative che si svolgono presso i poligoni.
  Le incisive limitazioni alle attività addestrative previste nel periodo tra il 15 giugno e il 15 settembre, ulteriormente estendibile in presenza di temperature particolarmente elevate, unitamente al divieto sia di ingresso nelle zone di rimboschimento che di transito con mezzi pesanti/cingolati lungo le carrarecce esistenti, confermano come la tutela dell'ambiente sia un aspetto cui la Difesa pone particolare e doverosa attenzione, oltre a testimoniare la volontà d'individuare soluzioni che possano contemperare le esigenze addestrative e di approntamento dell'Esercito italiano con il rispetto della flora e della fauna, anche nell'ottica di prevenire eventuali incendi.
  Come già ha avuto modo di chiarire il Ministro della difesa, in occasione della visita a Barletta lo scorso 12 settembre, le servitù militari non sono soltanto un onere, ma anche lo strumento attraverso il quale viene continuamente bonificato il terreno, vengono erogati dei contributi e vengono, altresì, effettuati tutti quei lavori nel territorio che contribuiscono a migliorare l'ambiente.
  Anche il Presidente della Provincia di Barletta Andria e Trani ha pubblicamente ritenuto «assolutamente positiva e strategica» la presenza dei militari nel Parco, grazie al ruolo positivo che essi rivestono per la sicurezza e per lo sviluppo stesso del territorio.
  Ovviamente, tutto si può e si deve migliorare attraverso il dialogo e la partecipazione delle istituzioni interessate, ma credo sia indiscutibile il valore aggiunto della loro presenza: basti pensare alle azioni di bonifica, di prevenzione degli incendi, di rivitalizzazione del tessuto agroalimentare e di sorveglianza areale.
  Quanto, invece, al presunto inquinamento della falda acquifera e alla formazione di patologie neoplastiche, a causa della penetrazione di nanoparticelle nei tessuti umani, allo stato, non è dimostrato un nesso causale tra le polveri sottili che assumono la forma di nano particelle con presenza di metalli pesanti e lo sviluppo di patologie neoplastiche.
  Fermo restando che gli effetti sulla salute umana e sull'ambiente del materiale nanoparticolato debbano essere studiati e approfonditi – questo è indiscutibile – di contro, è scientificamente e metodologicamente errato sostenere che vi sia una indubbia correlazione tra nanoparticelle e malattie tumorali.
  Tra l'altro, dall'analisi della letteratura scientifica più recente è emerso che le attività militari «ad alta intensità» non determinano alcuna esposizione significativa a metalli pesanti dispersi nell'ambiente, anche in forma di micro o nanopolveri; al medesimo risultato erano pervenuti autorevoli scienziati del mondo civile al termine di una conferenza sulle nanoparticelle svoltasi il 3 ottobre 2011 presso il CNR, tanto che le conclusioni della tavola rotonda finale erano state «...e la ricerca continua».
  Ciò non significa che l'Amministrazione non continui ad adottare ampie misure preventive, sia a livello ambientale che individuale e nei confronti della popolazione interessata e non esclude, comunque, che possano essere avviate le necessarie procedure di verifica e di approfondimento nelle aree interessate, anche affrontando il problema presso le opportune sedi istituzionali.
  Peraltro, nell'ambito della – ormai prossima – seconda Conferenza Nazionale sulle Servitù Militari, a conferma di una totale trasparenza e apertura nei confronti delle Amministrazioni locali, si procederà con la mappatura delle servitù militari, dei poligoni/aree addestrative sul territorio nazionale.
  Lo scopo della Conferenza è proprio quello di portare sul livello del confronto tutte le principali problematiche, evidenziando, nel contempo, come l'obiettivo della Difesa e del Governo sia svolgere le attività esercitative indispensabili per l'addestramento delle Forze armate.

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

PARCO NAZIONALE DELL' ALTA MURGIA

EUROVOC :

parco nazionale

addestramento militare

riserva naturale

sviluppo regionale

zona protetta