ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10130

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 475 del 04/08/2015
Firmatari
Primo firmatario: PARENTELA PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 04/08/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 04/08/2015
Stato iter:
21/03/2016
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/03/2016
GALLETTI GIAN LUCA MINISTRO - (AMBIENTE E TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 21/03/2016

CONCLUSO IL 21/03/2016

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10130
presentato da
PARENTELA Paolo
testo di
Martedì 4 agosto 2015, seduta n. 475

   PARENTELA. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, al Ministro della salute . — Per sapere – premesso che:
   l'interrogante ha appreso da notizie a mezzo stampa che la camorra avrebbe interrato rifiuti tossici quali scorie radioattive a Lattarico (CS) con l'aiuto di un imprenditore cosentino;
   a rendere noto quanto sopra esposto è un pentito, il 28enne Mattia Pulicanò. Nell'articolo apparso su «Il Quotidiano della Calabria» del 3 agosto 2015 si legge: «I rifiuti tossici, secondo il collaboratore di giustizia già spacciatore per conto del clan Lanzino, sarebbero sepolti a Lattarico, più precisamente nella frazione denominata Regina. A portarceli, 15 o 20 anni fa, sarebbe stato l'ormai arcinoto Cipriano Chianese, avvocato napoletano di 62 anni ritenuto organico al clan dei Casalesi. Gli inquirenti campani lo considerano come l'inventore delle «ecomafie» nonché protagonista della «Terra dei fuochi» e, proprio per vicende analoghe, l'uomo – che vanta anche trascorsi in politica – è tuttora sotto processo nella città partenopea. I rifiuti di Lattarico, Chianese li avrebbe seppelliti con la complicità di un imprenditore cosentino «intimo» di Pulicanò. Proprio lui, nel 2012, avrebbe riferito al futuro pentito i contorni di quell'operazione di smaltimento illecito. «Interrare quei rifiuti – spiegava l'ex pusher ai magistrati a giugno del 2014 – rappresentava una contropartita agli appalti che Chianese gli aveva fatto prendere nel corso degli anni». Non a caso, le più recenti inchieste giudiziarie dipingono il legale come uomo dalle ottime entrature nel mondo politico e imprenditoriale. E in virtù di queste amicizie, sarebbe riuscito a far ottenere all'imprenditore cosentino rilevanti commesse pubbliche nel Nord Italia. In cambio, però, l'imprenditore «doveva mettere a disposizione la sua azienda per occultare rifiuti tossici». Pulicanò sostiene di ignorare la tipologia di rifiuti in questione, ma da suo ormai ex amico avrebbe appreso che, in passato, lui «ci aveva fatto soldi a palate, poiché il settore è molto redditizio». In quel 2012, i due uomini avrebbero discusso dell'argomento perché l'imprenditore aveva intenzione di ripetere il giochetto. «Ero appena uscito dal carcere – rammenta il pentito – e lui mi ha proposto il trattamento, da parte della mia cosca, di rifiuti tossici provenienti dal Nord Italia. A riguardo, mi precisava di aver già assunto contatti con un veneto che trattava le spedizioni per conto di un gruppo di Modena che spediva rifiuti tossici in Africa. L'oggetto dell'affare era quello di far arrivare rifiuti nella zona di Lattarico dove dovevano essere interrati». Secondo il pentito, il progetto era quello di costruire innocui capannoni agricoli e impianti fotovoltaici sui terreni prescelti, al fine di «non dare nell'occhio», dissimulando così la presenza dei veleni radioattivi. In altri casi, invece, quelle scorie erano state oculate «nelle colate di cemento». Quell'affare non andò poi in porto perché il sedicente gruppo modenese, in quel caso, non aveva in animo di trasferire rifiuti tossici, bensì «semplici» ingombranti. «Scocche di autovetture, pneumatici, batterie auto e altro. Uno stock di 20-25 container al mese difficilmente occultabili a differenza di scarti industriali, fanghi e scorie radioattive, ovviamente più remunerativi e semplici da gestire». Il cosentino collegato a Chianese, comunque, cercava l'appoggio della cosca per due buone ragioni: «Gli serviva un finanziamento e la forza lavoro in quanto, trattandosi di attività illecita, non si fidava a utilizzare i propri dipendenti». In tutto ciò, lo stesso Pulicanò sostiene di aver sollevato obiezioni e perplessità, in virtù dei rischi per la salute che un'operazione del genere comportava. Fu allora che, «esternando tranquillità», il suo interlocutore gli avrebbe detto di averlo già fatto un ventennio prima. «In effetti ho verificato che, nella zona in questione, si sono registrati, negli anni, diversi casi di tumore»;
   l'interrogante, in data 5 febbraio 2015, ha depositato atto di sindacato ispettivo n. 4-07737, ad oggi senza risposta, chiedendo che fossero pubblicati quanto prima i risultati del monitoraggio dell'elicottero con un'apparecchiatura appesa a cavi d'acciaio che ha sorvolato i cieli di Calabria al fine di individuare aree inquinate per conto del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dell'Arpacal –:
   di quali elementi informativi disponga il Governo con riferimento alla richiamata vicenda e se non ritenga doveroso che venga fatta chiarezza per quanto di competenza, sulla presenza di scorie radioattive interrate nella città di Lattarico;
   se non ritenga opportuno che vengano svolte delle verifiche da parte del Comando carabinieri per la tutela dell'ambiente al fine di tutelare il diritto alla salute dei cittadini delle aree coinvolte;
   se non ritenga opportuno pubblicare quanto prima i risultati del monitoraggio descritto nelle premesse così da favorire la successiva bonifica dei siti inquinati;
   se, vista l'alta incidenza di tumori in alcune zone della Calabria, non ritenga urgente assumere iniziative per promuovere l'istituzione del registro tumori e del registro epidemiologico. (4-10130)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 21 marzo 2016
nell'allegato B della seduta n. 594
4-10130
presentata da
PARENTELA Paolo

  Risposta. — Con riferimento alle interrogazioni in esame, relative al progetto Monitoraggio ed Individuazione delle aree potenzialmente inquinate e al presunto interramento di rifiuti in località Regina, nel comune di Lattarico (CS), sulla base degli elementi acquisiti dalle direzioni generali competenti del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, nonché dal Ministero della salute, si rappresenta quanto segue.
  La regione Calabria, nell'ambito delle attività del Programma operativo Nazionale «Sicurezza per lo sviluppo-Obiettivo Convergenza 2007-2013», è stata beneficiaria, unitamente alle altre regioni dell'obiettivo convergenza (Campania, Sicilia e Puglia) delle risorse per la realizzazione del progetto promosso dal Ministero dell'ambiente per il «Monitoraggio ed Individuazione di Aree Potenzialmente Inquinate (MIAPI)».
  L'obiettivo del progetto MIAPI è la localizzazione di possibili fonti di inquinamento attraverso l'individuazione di anomalie di alcuni parametri geofisici (magnetici, termici e radiometrici) misurati mediante sensori alloggiati su una piattaforma aerea.
  La modalità di rilevamento è innovativa e ha previsto una successiva verifica a terra delle anomalie rilevate, con il costante coinvolgimento del comando carabinieri per la tutela dell'ambiente e delle agenzie regionali per la protezione dell'ambiente, territorialmente competenti.
  In dettaglio, al termine dei voli condotti sulle aree volabili (esclusione dei centri abitati e aree con pendenze superiori al 15 per cento), per una copertura totale del territorio pari a 4898,976 km2, dall'interpretazione dei dati telerilevati sono stati individuati e mappati i siti che presentano anomalie considerevoli per i quali si sta procedendo con specifici rilievi in campo.
  Nel caso in cui anche il riscontro a terra sarà positivo, seguiranno ulteriori attività in situ volte alla definizione della natura dell'anomalia rilevata e della tipologia di rischio correlato. In funzione di ciò, di conseguenza, si progetteranno gli eventuali interventi di messa in sicurezza e/o bonifica delle aree interessate.
  Tutti i dati fino ad oggi rilevati sono confluiti in un sistema informativo denominato SIAPI (Sistema Informativo Aree Potenzialmente Inquinate), a cui hanno accesso i soggetti coinvolti nel progetto MIAPI (comando carabinieri per la tutela dell'ambiente e Arpa, regionali) in modo da permettere agli enti territorialmente competenti di avere una conoscenza più approfondita degli eventuali rischi da inquinamento presenti sul proprio territorio. In particolare, il comando carabinieri per la tutela dell'ambiente (sede di Napoli) ha accesso alla totalità dei dati derivanti da telerilevamento e da campagna a terra; le Arpa regionali hanno accesso a tutti i dati derivanti da telerilevamento e a quei dati derivanti da campagna a terra che non hanno avuto un riscontro positivo.
  Il progetto MIAPI, che ha ricevuto il plauso della Commissione europea, si inquadra nell'ambito di una serie di interventi coerenti con gli obiettivi del programma PON sicurezza, fornendo valore innovativo e conoscenza alle autorità pubbliche preposte alla tutela del territorio, per meglio vigilare sui cittadini nei confronti dell'aggressività e degli attacchi dell'ecomafia.
  In riferimento al comune di Lattarico (CS), a seguito della richiesta di intervento da parte del sindaco del comune in parola, è stata inviata al comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente la lista delle schede prodotte nell'ambito del progetto MIAPI che insistono sul territorio comunale. In tali schede vengono evidenziate le aree che meritano una verifica puntuale tramite indagini in campo, che sono tuttora in corso.
  Inoltre, considerate le emergenze sul traffico illecito di rifiuti e sull'interramento di rifiuti tossici, si è dato incarico formale al comando dei carabinieri per la tutela dell'ambiente per la completa ricostruzione di tutti i fatti segnalati al fine di acquisire informazioni circa l'esito di eventuali procedimenti penali in corso e l'esatta individuazione delle eventuali aree oggetto di smaltimento illecito.
  In riferimento ai quesiti posti dall'interrogante in relazione al registro tumori e al registro epidemiologico, a cura della regione Calabria, il Ministero della salute fa infine presente quanto segue.
  Al momento attuale sono attivi ed operativi a livello regionale i seguenti registri tumori:
   Reggio Calabria, a cura dell'Azienda sanitaria provinciale (ASP) di Reggio Calabria;
   Catanzaro, a cura dell'Azienda sanitaria provinciale (ASP) di Catanzaro;
   Crotone-Cosenza, a cura dell'Azienda sanitaria provinciale di (ASP) di Crotone.

  Si rende noto, infine, che il dipartimento tutela della salute e politiche sanitarie della regione Calabria ha emanato il decreto del dirigente generale n. 106 del 15 gennaio 2016, avente ad oggetto: «Dipartimento “Tutela della Salute e Politiche Sanitarie” — Adempimenti di cui alla DGR n. 541 del 16 dicembre 2015 di Approvazione della nuova Struttura organizzativa della Giunta Regionale». Tale provvedimento indica espressamente, tra i procedimenti affidati alle competenze del settore n. 2 «Prevenzione e Promozione della Salute – Pianificazione Sanitaria – Qualità, Governo Clinico e Risk Management», anche i seguenti:
   sicurezza sui luoghi di lavoro-prevenzione e promozione della salute, delle malattie professionali e degli infortuni sul lavoro; registri-infortuni mortali sul lavoro, malattie del lavoro, mesoteliomi;
   realizzazione del registro tumori e dei registri di patologia (diabete, diabete pediatrico, patologie neonatali, ipertensione, malformazioni fetali, cardiopatie, nefropatie, ictus, protesi d'anca, malattie rare, eccetera);
   costituzione, implementazione e gestione dell'osservatorio epidemiologico;
   realizzazione della funzione di osservazione epidemiologica;
   raccolta ed analisi di informazioni;
   sorveglianza epidemiologica per il monitoraggio dello stato di salute in relazione alle iniziative di prevenzione;
   indirizzo, verifica e valutazione dell'attività di sorveglianza epidemiologica svolta dai dipartimenti di prevenzione delle aziende sanitarie territoriali (compresi, sistemi di sorveglianza, rete epidemiologica regionale, registro tumori e registri di malattia);
   attivazione del registro di malattia e mortalità e relative banche dati.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mareGian Luca Galletti.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

sostanza tossica

deposito dei rifiuti

rifiuti pericolosi