ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/09826

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 462 del 15/07/2015
Firmatari
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/07/2015
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 15/07/2015
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 15/07/2015
SARTI GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 15/07/2015
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 15/07/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELL'INTERNO
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 15/07/2015
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 05/08/2015
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 01/12/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-09826
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Mercoledì 15 luglio 2015, seduta n. 462

   NESCI, D'UVA, NUTI, SARTI e DADONE. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia . — Per sapere – premesso che:
   Pietro Citrigno, ex editore de «L'Ora della Calabria», è stato definitivamente condannato a quattro anni ed otto mesi di reclusione per il reato di usura aggravata al termine dell'indagine convenzionalmente denominata «Twister»;
   in seno all'operazione, la direzione investigativa antimafia ha disposto una serie di sequestri (ammontanti a beni per oltre cento milioni di euro), tra cui quello di due società, Riace srl e Centro clinico San Vitaliano srl, le quali — secondo quanto riferito dal giornalista Pablo Petrasso in un articolo pubblicato domenica 5 luglio sul portale de «Il Corriere della Calabria» — nel luglio 2014 sono state confiscate dalla direzione investigativa antimafia di Catanzaro perché ritenute riconducibili all'imprenditore Pietro Citrigno;
   sempre secondo Petrasso, risulta che queste società abbiano peraltro contribuito con finanziamenti a iniziative politiche nell'area di Cosenza, città in cui maturò la clamorosa vicenda del quotidiano «L'Ora della Calabria», giornale che nel febbraio 2014 non uscì in edicola per un'inquietante vicenda, che ebbe rilievo nazionale, di pressioni riconducibili a un contesto politico-imprenditoriale;
   secondo quanto riportato anche dal giornale online «Strettoweb» in un articolo del 31 luglio 2014, il Tribunale di Cosenza, nel disporre altra confisca dei beni e con riferimento alle complesse risultanze di accertamenti patrimoniali eseguiti dagli uomini della Dia, ha individuato elementi da cui desumere la pericolosità di Citrigno, che — secondo la predetta fonte giornalistica — per la Dia è da ritenersi in «contiguità (e non già intraneità) con alcuni esponenti di spicco delle consorterie criminose operanti nel territorio cosentino»;
   in un post del 4 giugno 2015 pubblicato sul blog «L'Ora siamo noi», il giornalista Luciano Regolo, ex direttore del quotidiano «L'Ora della Calabria», ha scritto come in commissione Antimafia si sia discusso del caso del «bavaglio» al giornale;
   come si legge in un articolo pubblicato nel maggio 2014 sul portale della testata giornalistica «Internazionale», Regolo dichiarò che «ai membri dell'antimafia è stato tracciato un quadro chiarissimo di quelle che sono le relazioni personali, familiari, economiche e affaristiche, dei soggetti che hanno concorso alla chiusura dell’Ora della Calabria; nessun particolare è stato nascosto, così come molta attenzione è stata prestata al rapporto intercorrente tra la famiglia Citrigno e lo stampatore Umberto De Rose»;
   Regolo disse alla commissione Antimafia che stranamente il liquidatore della testata, Giuseppe Bilotta, era consulente, quale commercialista, di Piero Citrigno;
   Regolo denunciò pubblicamente l'improvviso oscuramento del sito del quotidiano «L'Ora della Calabria», dopo la vicenda della mancata uscita in edicola, e in seguito diverse altre difficoltà, riassunte in un lungo articolo pubblicato il 25 aprile sul sito «giornalistitalia.it»;
   nel medesimo articolo è sintetizzato che in Calabria «il sistema dell'accorduni, delle intese ai confini della legalità, è trasversale, senza confini di partito»;
   nonostante i tanti sforzi profusi dopo la chiusura del quotidiano «L'Ora della Calabria», lo stesso Regolo non riuscì poi a creare un nuovo giornale, progetto cui lavorò per mesi, denunciando, nel suddetto articolo, che «alla fine i silenzi, l'ignorare soprusi e manchevolezze serie, si traducono in un ausilio concreto ai prepotenti e in un ostacolo, in un mezzo d'isolamento e logoramento verso chi, invece, intende esercitare e fare esercitare la professione giornalistica nella piena legalità, nel rispetto dei diritti sindacali»;
   in un suo editoriale, Regolo denunciò, a suo avviso, un immobilismo della prefettura e della procura di Cosenza, della prima sulla liquidazione del quotidiano «L'Ora della Calabria», della seconda sulle indagini riguardanti la gestione del quotidiano calabrese e alcuni rapporti particolari intorno alla medesima gestione, come si legge in una nota del 24 settembre 2014 apparsa sul portale «Cn24tv.it»;
   per gli interroganti, il contesto delineato è complesso e preoccupante –:
   se siano a conoscenza dei fatti sopra esposti;
   se non ritengano di acquisire ulteriori elementi in ordine alla chiusura del quotidiano «L'Ora della Calabria» e alla sua vicenda liquidatoria. (4-09826)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

cessazione d'attivita'

confisca di beni

commissione parlamentare