ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/08335

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 388 del 10/03/2015
Firmatari
Primo firmatario: PARENTELA PAOLO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 10/03/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI delegato in data 10/03/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-08335
presentato da
PARENTELA Paolo
testo di
Martedì 10 marzo 2015, seduta n. 388

   PARENTELA. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare . — Per sapere – premesso che:
   i prodotti agricoli di qualità rappresentano una delle risorse più importanti per il meridione d'Italia e possono divenire uno dei pochi strumenti di base sui quali costruire un solido e autocentrato processo di sviluppo economico di vaste aree;
   è tuttavia necessario che, ove tali patrimoni esistano e siano stati faticosamente organizzati in modo da essere realmente valorizzati, siano rafforzati gli strumenti di protezione degli stessi, preservandone in ogni modo l'integrità;
   in località Pipino, nel comune di Scala Coeli (CS), a due passi dalle coltivazioni biologiche finanziate dalla regione Calabria insiste un'area famosa per la produzione di olio extravergine di oliva a marchio «DOP Bruzio» menzione geografica «Colline Joniche Presilane»;
   il riconoscimento della DOP Bruzio è avvenuto in base al regolamento CE n. 1065/97 (pubblicato sulla GUCE n. 156/97 del 13 giugno 1997) con cui è stata registrata la denominazione d'origine protetta;
   tale zona appare pertanto un'area sensibile e occorrerebbe, come sopra esposto, preservarla in modo da evitare che possa essere compromessa la qualità delle matrici che hanno portato a tale importante e prestigioso riconoscimento;
   proprio nell'area citata sono tuttavia in corso i lavori per la realizzazione di una discarica di rifiuti non pericolosi ad opera della ditta Bieco srl che ne ha ottenuto l'autorizzazione integrata ambientale (AIA) di cui al registro dei decreti dei dirigenti del Dipartimento politiche dell'ambiente della regione Calabria n. 4180 del 29 marzo 2010;
   il comune di Scala Coeli già con nota del 7 agosto 2009, prot. n. 2284, aveva inviato al dipartimento ambiente per la regione Calabria la delibera del consiglio comunale n. 15 del 3 luglio 2009, nella quale veniva espressa la netta opposizione alla realizzazione di ogni tipo di discarica considerato che nel territorio comunale esistono aziende con certificazioni DOP;
   il dipartimento ambiente della regione Calabria, che, nel gennaio 2012, aveva sospeso i lavori per il completamento della discarica e richiesto alla ditta Bieco Srl di fornire controdeduzioni in ordine alle questioni sollevate dai proprietari delle aree agricole della zona a seguito delle quali, con atto del 25 gennaio 2013, prot. n. 0027625, ha autorizzato la ripresa dei lavori. La regione ha sostenuto altresì che: «le condizioni locali di accettabilità della discarica sopra emarginata, in relazione alla presenza di zone coperte dalla DOP Bruzio nell'area di relativa ubicazione sono conformi ai disposti di cui al capo 2.1 del decreto legislativo 36/2003 in quanto, per come riportato nella relazione agronomica di progetto, l'area risulta ricadere all'interno di zone argillose non conformi, a quanto previsto dal disciplinare di produzione dell'olio extravergine di oliva Bruzio che, all'articolo 4 — caratteristiche di coltivazione — riporta: “sono pertanto da ritenere idonei unicamente gli uliveti i cui terreni sono sciolti o di medio impasto e permeabili”»;
   con nota protocollo 48435 del 16 febbraio 2015 la regione Calabria ha dato il via libera al conferimento di rifiuti nella discarica di Scala Coeli;
   l'interrogante, che ha sottoscritto la proposta di legge n. 2384 «Misure per la tutela dall'inquinamento dei territori di origine di prodotti agricoli e alimentari tutelati da denominazione di origine protetta o da indicazione geografica protetta» presentata il 14 maggio 2014 dal MoVimento 5 Stelle, precisa che tali iniziative — la proposta di legge prima e la presente interrogazione — non vogliono essere un ostacolo allo sviluppo economico e produttivo del Paese ma semplicemente mirare ad un modello di sviluppo sostenibile e maggiormente ragionato, programmato e pianificato: una volta tipizzate le attività che possono arrecare pregiudizio alle matrici ambientali del territorio circostante, non si intende vietarle o ostacolarne la diffusione in sé, ma semplicemente si propone di limitare la loro distribuzione spaziale in modo che non confliggano con eventuali attività produttive relative a prodotti agro alimentari di qualità. In tal modo si intende non solo salvaguardare la naturale vocazione agricola dei territori in cui si realizzano produzioni a DOP e a IGP, ma soprattutto scongiurare il verificarsi di casi in cui delle attività potenzialmente inquinanti possano arrecare danno, invece che portare sviluppo, al tessuto socioeconomico di interi territori. Innanzitutto, si vuole evitare che agenti inquinanti contenuti nelle matrici ambientali si possano trasferire ai prodotti stessi, pregiudicandone la qualità e le proprietà organolettiche o, addirittura, arrivando ai consumatori finali. In tal modo eventuali danni alla salute non si avrebbero soltanto nella popolazione della zona di produzione ma sarebbero trasferiti anche ai consumatori, seguendo la diffusione dei prodotti anche oltre confine. Il secondo tipo di danno da cui si intende salvaguardare i produttori di prodotti a DOP e a IGP è un possibile danno di immagine che si verificherebbe qualora la presenza di fonti di inquinamento nel territorio di produzione divenisse di dominio pubblico. In aggiunta, si rileva che verosimilmente tale danno si ripercuoterebbe anche sul settore turistico;
   la realizzazione di impianti di smaltimento di rifiuti in territori a DOP e a IGP appare, a parere dell'interrogante, come una grave «miopia» in quanto, oltre alla possibile compromissione dell'ambiente, del paesaggio e più in generale dell'intero ecosistema, può diventare un pericoloso boomerang destinato ad affossare l'economia e le attività imprenditoriali già esistenti nel territorio, oltre che a costituire un danno d'immagine immediato anche solo in fase di progetto;
   i prodotti a DOP e a IGP sono spesso caratterizzati da un valore aggiunto molto rilevante: sono infatti espressione di un peculiare rapporto tra uomo e territorio che si è consolidato nel tempo, producendo insediamenti e paesaggi caratteristici che conferiscono a tali territori un notevole pregio naturalistico e ambientale e un'intrinseca vocazione turistica –:
   se il Ministro sia a conoscenza dei fatti narrati alla luce di eventuali verifiche tecniche effettuate sullo stato di inquinamento dell'atmosfera, delle acque e del suolo e sullo stato di conservazione di ambienti naturali disposte ai sensi dell'articolo 8, comma 2, della legge n. 349 del 1986, in particolare, disponendo verifiche e controlli da parte del personale appartenente al comando carabinieri tutela ambiente (CCTA), in relazione all'oggettivo pericolo che si verifichi un danno ambientale, ai sensi dell'articolo 197, comma 4, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152;
   se non ritenga necessario e imprescindibile assumere iniziative normative per fissare regole certe per fare in modo che i territori con prodotti a DOP e a IGP siano esclusi dalla realizzazione di impianti di smaltimento di rifiuti come indicato nella proposta di legge n. 2384 presentata dal MoVimento 5 Stelle in data 14 maggio 2014 richiamata nelle premesse;
   quali iniziative di natura normativa intenda intraprendere al fine di tutelare le produzioni agricole biologiche della zona e le relative denominazioni di origine protetta che, ad oggi, sono sempre più insidiate dai prodotti a bassa qualità e a basso costo provenienti dall'estero. (4-08335)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

denominazione di origine

deposito dei rifiuti

regione rurale