ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07916

scarica pdf
Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 375 del 11/02/2015
Firmatari
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 11/02/2015


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA SALUTE delegato in data 11/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07916
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Mercoledì 11 febbraio 2015, seduta n. 375

   NESCI. — Al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   a pagina sedici dell'edizione crotonese del giornale Il Quotidiano del Sud, in un articolo di Giacinto Carvelli uscito sul numero del 5 febbraio 2015 è raccontata la triste storia di una signora quasi novantenne, di cui vengono riportate le iniziali, corrispondenti a S. M., che ha trascorso – è scritto nella cronaca – una decina di giorni nell'ospedale civile di Crotone, nel tentativo vano di essere ricoverata;
   nel riferito articolo si precisa che, secondo alcune segnalazioni, la donna, ben nota ai servizi sociali del comune di Crotone, avrebbe vagato in ospedale – prima di essere ritrovata da una vicina di casa accorsa a cercarla – fra i reparti di medicina d'urgenza, cardiologia, ginecologia e pronto soccorso, finanche cadendo riportando un trauma ad un occhio, in seguito al quale nessuno – quindi anche del personale sanitario in servizio – si sarebbe attivato per soccorrerla;
   l'anziana signora sarebbe stata ritrovata, stando al citato articolo, in condizioni igieniche critiche e in evidente stato di denutrizione, con un peso di «30 chili», è scritto nella cronaca;
   la suddetta vicina, si legge, l'avrebbe poi portata a casa propria e assistita, consentendole il ricovero presso una rsa;
   i fatti testé esposti sono, a parere dell'interrogante, di una gravità assoluta e necessitano di essere chiariti, risalendo ai comportamenti tenuti dal personale ospedaliero e dei servizi sociali del municipio;
   nelle ultime settimane, in assenza del commissario per l'attuazione del piano di rientro dal debito sanitario della Calabria, la stampa regionale sta riportando una serie di notizie, anche molto contraddittorie, sulla Fondazione Tommaso Campanella di Catanzaro e i suoi dipendenti;
   in particolare, di recente il Ministero del lavoro e delle politiche sociali non ha autorizzato – per mancanza di requisiti di legge – la cassa integrazione del personale per cui è in corso il licenziamento, mentre, stando alle uscite apparse nello scorso gennaio, il problema della suddetta Fondazione era stato risolto dopo un incontro a Roma tra il Governatore regionale, Mario Oliverio, e il Ministro della salute, Beatrice Lorenzin;
   l'interrogante ha già presentato altra interrogazione, la n. 4-07660 dello scorso 23 gennaio, chiedendo conto ai Ministri della salute e dell'economia di un piano di rilancio riguardante la Fondazione Campanella, secondo notizie stampa attribuito al dottor Andrea Urbani, subcommissario per il piano di rientro dal debito sanitario;
   sulla gestione della Fondazione Tommaso Campanella sono in corso indagini giudiziarie che hanno ipotizzato un'alterazione dei bilanci dell'ente, che, secondo la commissione ministeriale cosiddetta «Serra-Riccio», è un mostro, un ibrido per la propria natura giuridica;
   a tale ultimo riguardo va ricordato che, pagata dalla regione Calabria, la Fondazione Campanella, privata, con atto del dirigente generale – dell'epoca – del dipartimento regionale per la salute, Raffaele Faillace, assorbì – come ha scritto la giornalista Teresa Munari in un lungo servizio apparso il 31 gennaio 2015 nell'edizione calabrese del quotidiano Cronache del Garantista – alcuni reparti dell'azienda ospedaliera Mater Domini di Catanzaro, cioè «Anestesia, Rianimazione, Igiene Ospedaliera, Microbiologia, Neuroradiologia» e diversi altri;
   il riferito trasferimento di reparti avvenne nel 2007, si sostanziò nello spostamento di risorse regionali verso le corrispondenti attività, con il che fu snaturata la missione della Campanella, non più oncologica come all'origine, ma a tutti gli effetti ospedaliera, col personale reclutato per chiamata diretta;
   la Fondazione Campanella doveva essere un istituto di ricerca, ma a riguardo si rivelò rovinosa la suddetta operazione politica, cui corrispose l'accennato drenaggio di risorse, che finì anche per assecondare — come ha scritto la giornalista Munari nel citato articolo — «un furbo mondo accademico»;
   in questo momento critico per la sanità della Calabria, in generale la politica si sta’ occupando della sorte della Fondazione Campanella — i cui lavoratori sono stati ad avviso dell'interrogante ingannati per anni a causa di scelte politiche improbe —, mentre sembrano non esserci controlli diffusi sulla gestione amministrativa e finanziaria delle aziende sanitarie e ospedaliere calabresi, e si legge di collocazioni dirigenziali in singole strutture pubbliche disposte dai dirigenti generali;
   attualmente in Calabria manca il commissario per l'attuazione del piano di rientro sanitario e il Governo si sta mostrando assolutamente immobile, in relazione a gravi fatti che con alta frequenza si verificano negli ospedali calabresi, anche imputabili alla mancanza di un soggetto apicale cui rispondere e le interrogazioni presentate sul tema dall'interrogante sono allo stato prive di risposta;
   vale ricordare che i direttori generali facenti funzioni delle aziende sanitarie provinciali furono nominati nello scorso autunno, dopo un lungo braccio di ferro tra i Ministeri della salute e dell'economia e la giunta regionale della Calabria, che, contravvenendo ai richiami ministeriali e a uno specifico parere dell'Avvocatura generale dello Stato, nominò i vertici della sanità regionale anche in assenza del commissario governativo;
   di fatto, i suddetti facenti funzioni oggi non devono rispondere a nessuno, non essendoci il commissario per il rientro dal debito nella sanità regionale;
   come già rappresentato nell'interrogazione n. 4-07613, presentata nella seduta della Camera n. 367 di mercoledì 21 gennaio 2015, innumerevoli, gravi e persistenti disservizi e inadempimenti si sono cumulati in ordine alla sanità calabrese, a motivo del fatto che il Governo centrale sostituì con evidente, colpevole ritardo il commissario deputato al piano di rientro dal debito sanitario, da quell'incarico decaduto per legge Giuseppe Scopelliti, poiché intervenuta nei suoi confronti una sentenza penale di condanna in primo grado;
   la riferita situazione complessiva — come peraltro già significato nell'interrogazione a risposta scritta n. 4-07518 — ha di fatto interrotto l'attuazione del piano di rientro dal debito sanitario calabrese, determinando una paralisi generale rispetto alla riorganizzazione dei servizi, con diffuse ripercussioni sulla tutela del diritto alla salute previsto all'articolo 32 della Costituzione;
   l'odierna interrogante ritiene il Governo politicamente responsabile delle disfunzioni, dei disservizi e dei gravi fatti che stanno verificandosi nella sanità calabrese, dal momento che avrebbe potuto nominare il suddetto commissario in ogni momento e invece, rinvia aggrappandosi alla modificazione della normativa di specie, che secondo l'interrogante è del tutto ininfluente per risolvere la vacanza del responsabile del rientro sanitario –:
   se siano a conoscenza dei fatti esposti;
   quale sia l'attuale stato finanziario della sanità calabrese e come sia stata controllata la spesa sanitaria prima e dopo la nomina dei summenzionati facenti funzioni;
   come i Ministri interrogati, nei limiti di competenza, ritengano di garantire, permanendo la mancanza del commissario per il rientro dal debito sanitario regionale, l'erogazione di livelli essenziali di assistenza in Calabria. (4-07916)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

debito

inchiesta giudiziaria

potere di nomina