ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/07393

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 356 del 22/12/2014
Firmatari
Primo firmatario: L'ABBATE GIUSEPPE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 22/12/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO
  • MINISTERO DELL'INTERNO
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE 22/12/2014
MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE 22/12/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 18/02/2015
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-07393
presentato da
L'ABBATE Giuseppe
testo di
Lunedì 22 dicembre 2014, seduta n. 356

   L'ABBATE. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dello sviluppo economico, al Ministro dell'interno . — Per sapere – premesso che:
   in un contesto caratterizzato dai recenti scandali che hanno colpito il triveneto (Mose, Passante di Mestre, commissariamento CVN e Maltauro, Mantovani Costruzioni, De Eccher e altro) vi è la Friulia s.p.a. finanziaria regionale del Friuli-Venezia-Giulia controllata dalla regione e dal Mediocredito FVG con accanto alcuni soci privati quali Mps, Veneto Banca, Banca Popolare di Vicenza, Assicurazioni Generali ed altri;
   la Holding Friulia gestisce una settantina di partecipazioni societarie, tutte accompagnate da patti parasociali, tra le quali si trovano «Costruzioni Meccaniche s.p.a.», «Autovie Venete», «Autoservizi Fvg», «Gruppo Sangalli», «Opit s.p.a.», e altri. Di recente, il presidente del Friuli-Venezia-Giulia Debora Serracchiani e il presidente di Friulia, il dottor Pietro Del Fabbro, hanno dichiarato che, in futuro, Friulia non finanzierà aziende «decotte». La finanziaria regionale oggi sconta circa 36 milioni di euro di perdite, a fronte di bilanci trascorsi sempre in utile;
   nella primavera 2014, vari manager di Friulia e l'ex amministratore delegato Marescotti sono stati rinviati a giudizio per bancarotta fraudolenta e altri 19 capi d'imputazione per il crac della «Fadalti s.p.a.», società di costruzioni di Sacile (PN), in concorso coi soggetti apicali dell'azienda fallita. La prima udienza, presso il giudice penale, è fissata per febbraio 2015. Vari manager rinviati a giudizio sono ancora al loro posto. In particolare, Franco Biasutti continua di fatto a gestire i rapporti con Sangalli, contribuendo ad approvare bilanci in perdita nonostante l'esposizione di 73 milioni di euro e in pendenza di richiesta di concordato preventivo (anche se non ancora formalmente depositato) del Gruppo Sangalli. La carica di presidente di Friulia, dal gennaio 2014, è ricoperta dal dottor Pietro Del Fabbro, commercialista di Udine già amministratore delegato di «Autovie Venete s.p.a.», società concessionaria di varie tratte autostradali nel triveneto a partecipazione pubblica dal 1950 involta di recente nello scandalo «Mose». Vi sono state indagini e perquisizioni da parte della direzione investigativa antimafia, su indicazione della quale è stato già emesso un provvedimento di interdizione per la «Rizzani De Eccher s.p.a.» per infiltrazioni mafiose. A seguito di tali notizie, e di un finanziamento di 1,5 miliardi di euro da parte di Cassa depositi e prestiti, pare che molti soci privati vogliano esercitare il diritto di opzione e convertire le quote di Friulia in Autovie Venete. Il dottor Del Fabbro, oltre che presidente della succitata finanziaria regionale, è il titolare, tra le altre cariche, di una società di consulenza finanziaria «Del Fabbro e Associati s.r.l.» con sede ad Udine;
   nell'attuale contesto recessivo, noti ai più, e soprattutto nel triveneto, l'esplosione dei ricorsi allo strumento del concordato preventivo, anche a quello cosiddetto «in bianco», ed i relativi abusi. L'abuso di tale strumento, infatti, sul quale è più volte intervenuta la magistratura, è stato definito dal presidente Zaia addirittura «criminale»;
   nel caso di Friulia (con i suoi partner Mediocredito FVG e Friuliadria), esposta per oltre 70 milioni di euro solo nei confronti del gruppo Sangalli (pari a quasi il 60 per cento del totale), il ricorso a tale strumento affrancato da una ristrutturazione del debito potrebbe a giudizio dell'interrogante essere assai rischioso per vari motivi: (i) il ricorso al concordato non elimina il rischio di fallimento e non garantisce il rientro dei capitali. Garantisce, tuttavia, ad avviso dell'interrogante una certa sfera di impunità in ambito penale; (ii) va altresì considerato che i fidi accordati ad un soggetto privato da parte di una finanziaria regionale, cioè pubblici, se non restituiti, possono facilmente essere considerati alla stregua di finanziamenti pubblici in conto capitale, creando potenziali conflitti con la normativa europea riguardante gli aiuti di Stato;
   essendo Friulia (tramite FRIE) il debitore principale (prossimo al 60 per cento dell'intero ammontare del debito), l'accettazione del piano di ristrutturazione del gruppo Sangalli e del/i relativo/i concordato/i (in bianco, liquidatorio, in continuità con la creazione di una newco o con fitto di ramo d'azienda) dipende pressoché interamente da Friulia che ad avviso dell'interrogante, nel caso estremo, vedrebbe crescere rapidamente le proprie perdite fino a oltre 100 milioni di euro in caso di fallimento del gruppo Sangalli;
   non dissimile sarebbe l'ipotesi in cui il piano concordatario prevedesse una dilazione del capitale in tempi molto lunghi: 15-30 anni. È necessario precisare che le decisioni riguardanti tale empasse finanziaria vede protagonisti i vertici di Friulia s.p.a., le regioni Friuli-Venezia-Giulia e Puglia, le organizzazioni sindacali, il Ministero dello sviluppo economico, la famiglia Sangalli ed il partner russo Glasswall che non ha ancora preso posizione. Non certo le 400 famiglie dei dipendenti dell'ormai inattivo impianto Sangalli di Manfredonia, in sciopero permanente manzi lo stabilimento sipontino da giorni. Sul tema è intervenuto il Ministero dello sviluppo economico nel mese di dicembre 2014;
   si richiamano, il proposito, le interrogazioni parlamentari 4/06513 del 21 ottobre 2014 trasformata in 5/04210; 5-03601 del 19 settembre 2014; 4/05268 del 24 giugno 2014; 4-02323 del 28 ottobre 2013; 4-11494 del 5 aprile 2011 –:
   se i Ministri interrogati, ciascuno per le proprie competenze, siano a conoscenza o meno della situazione descritta e siano consapevoli delle implicazioni economico-finanziarie relative al tessuto delle regioni coinvolte, al distretto industriale di Manfredonia ed all'intero comparto del vetro piano;
   quali iniziative urgenti i Ministri intendano assumere per promuovere il dialogo tra le istituzioni coinvolte, il ceto bancario e la proprietà Sangalli allo scopo di salvaguardare la produzione ed i livelli occupazionali. (4-07393)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

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