ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06332

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 306 del 09/10/2014
Firmatari
Primo firmatario: CATALANO IVAN
Gruppo: MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO
Data firma: 09/10/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
PISICCHIO PINO MISTO-ALTRE COMPONENTI DEL GRUPPO 09/10/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI delegato in data 09/10/2014
Stato iter:
24/11/2014
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 24/11/2014
LUPI MAURIZIO MINISTRO - (INFRASTRUTTURE E TRASPORTI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 24/11/2014

CONCLUSO IL 24/11/2014

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06332
presentato da
CATALANO Ivan
testo di
Giovedì 9 ottobre 2014, seduta n. 306

   CATALANO e PISICCHIO. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   la «variante di valico» è il nodo centrale del potenziamento del cosiddetto corridoio appenninico ed è rappresentata dalla tratta La Quercia-Aglio dell'Autostrada A1; essa fa parte del progetto a livello nazionale di potenziamento della tratta autostradale da Firenze a Bologna (125 chilometri) in particolare dell'attraversamento appenninico, previsto dal piano decennale della viabilità di grande comunicazione (approvato dal C.I.P.E. ai sensi dell'articolo 2 della legge n. 531 del 12 agosto 1982);
   la variante di valico, la più grande infrastruttura stradale attualmente in costruzione in Europa, è un raddoppio autostradale pensato per rendere più fluido il collegamento su gomma tra Nord e Sud della penisola, riducendo i gravi inconvenienti del tracciato attuale, caratterizzato da forti pendenze e spesso di difficile agibilità nei mesi invernali, a causa di neve o condizioni atmosferiche avverse;
   come denunciato dagli, organi di stampa (e, fra i tanti, da Il Fatto Quotidiano, in propri articoli e inchieste del 25 ottobre 2011, 3 novembre 2011, 17 novembre 2011, 20 novembre 2011, 3 dicembre 2011, 1o gennaio 2012, 28 gennaio 2012, 22 febbraio 2012, 28 marzo 2012, 24 maggio 2012, 24 marzo 2013, 23 marzo 2014, 15 aprile 2014, 15 maggio 2014), sono emerse a più riprese, nel corso dei lavori, gravi criticità, relative anche all'assetto idrogeologico delle aree coinvolte, tali da determinare un possibile ulteriore allungamento dei tempi e incremento dei costi per la realizzazione delle opere;
   in particolare, nel 2011, in concomitanza degli scavi del tunnel Val di Sambro, una frana «sopita» ha ricominciato a muoversi, minacciando la vicina località di Ripoli-Santa Maria Maddalena;
   risulta agli interpellanti che i tecnici del Cnr e dell'Ispra, giunti sul luogo su invito del prefetto di Bologna, Angelo Tranfaglia, avrebbero imputato il risveglio della frana (di volume pari a due milioni di metri cubi di terra) ai lavori di cui sopra;
   la procura di Bologna ha aperto un fascicolo, contro ignoti, per disastro colposo, disposto numerose perizie tecniche e, infine, richiesto l'archiviazione (si veda Il Fatto Quotidiano del 22 luglio 2013), per la difficoltà a risalire a specifiche responsabilità individuali in ragione del complesso, ventennale iter di progettazione dei lavori; ciononostante, la consulenza tecnica ha sancito che «nelle diverse fasi progettuali non si è mai valutata la possibile interferenza tra lo scavo delle gallerie ed i movimenti del versante, sia quelli direttamente indotti dalla realizzazione dell'opera (subsidenza), sia quelli da attribuire alla riattivazione dei movimenti franosi già presenti all'inizio dei lavori anche se in fase di quiescenza, sia infine quelli eventualmente di nuova formazione» e che «la zona di Santa Maria Maddalena, al pari della zona precedente, presentava nel ventennio precedente i lavori velocità costanti di circa 2,7 mm/anno, valore stimato sulla base dell'analisi di immagini satellitari. I lavori di costruzione della galleria hanno impresso una generale accelerazione che ha fatto aumentare la velocità di spostamento di più di un ordine di grandezza»;
   nel frattempo, numerose famiglie di Ripoli hanno dovuto sgomberare, volontariamente o sulla base di ordinanze sindacali, le loro case, a causa dell'apertura di crepe e di scivolamenti dovuti allo smottamento del terreno;
   la frana minaccia anche il tracciato esistente dell'A1: in particolare viadotto Rio Piazza dell'autostrada del sole che collega Bologna a Firenze, nel tratto che passa sull'Appennino bolognese, ha iniziato a muoversi, tanto che nella primavera del 2012 la Società Autostrade ha aperto un nuovo cantiere sotto il viadotto per mettere in sicurezza i piloni (si veda Il Fatto Quotidiano del 24 maggio 2012);
   è invece degli ultimi mesi (si veda Il Fatto Quotidiano del 15 aprile 2014) la notizia che anche la galleria Sparvo, realizzata con modalità e macchinari che avrebbero dovuto evitare le complicazioni idrogeologiche che interessano la galleria Val di Sambro, ha subito danni a causa, ancora una volta, di una «frana lenta»: i rivestimenti in calcestruzzo della volta della canna nord sono saltati, per una lunghezza di 350 metri circa, e sono già stati individuati segnali premonitori di un analogo danneggiamento del rivestimento della corrispondente tratta della canna sud;
   risulta agli interpellanti, per quanto trapelato agli organi di stampa (si veda Il Fatto Quotidiano del 23 marzo 2014) che le ditte costruttrici abbiano inviato al Ministro interpellato, e a Mauro Coletta, commissario per la variante di valico e direttore della struttura di vigilanza sulle autostrade, una preoccupata missiva, nella quale ricordano di aver fatto presente fin dall'inizio ad Autostrade le proprie perplessità rispetto al progetto delle gallerie, proprio in virtù del rischio geologico; la società Autostrade, però, non avrebbe accolto tali osservazioni;
   risulta agli interpellanti che i costruttori, ritenendosi danneggiati e sostenendo di aver speso molto più del previsto, avrebbero chiesto ad Autostrade ulteriori 564 milioni di euro a titolo di «indennizzi e maggiori compensi»;
   la procura di Bologna ha recentemente aperto, in relazione alla galleria Sparvo, un fascicolo conoscitivo –:
   se quanto in premessa trovi conferma;
   quali siano, a oggi, i costi di realizzazione stimati per l'opera, e di quanto siano incrementati nel tempo;
   entro quale data la variante di valico sarà operativa;
   quali iniziative siano state intraprese, e a quale punto siano, per proteggere la popolazione delle zone interessate dalle frane;
   quale sia l'orientamento del Governo rispetto ai fatti di cui in premessa, e in particolare rispetto alla controversia contrattuale tra committente ed esecutore dei lavori;
   quali iniziative intenda il Governo assumere per individuare, nel limite dei propri poteri e nel rispetto delle competenze dell'autorità giudiziaria, le eventuali responsabilità tecniche, politiche e amministrative che hanno portato alla presente situazione. (4-06332)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Lunedì 24 novembre 2014
nell'allegato B della seduta n. 337
4-06332
presentata da
CATALANO Ivan

  Risposta. — Con riferimento all'interrogazione parlamentare in esame, relativa alla realizzazione della variante di valico, inserita nel potenziamento della Autostrada Al Modena – Incisa, sono state chieste dettagliate informazioni alla competente struttura di vigilanza sulle concessionarie autostradali di questo Dicastero che ha comunicato quanto segue.
  L'intero potenziamento tra Modena e Incisa è di 166,5 km ed è suddiviso in 33 lotti; della tratta tra Sasso Marconi e Barberino di Mugello, di circa 59 km, fanno parte i 32 km in variante che costituiscono la vera variante di valico: lotti 5A, 5B, 6/7, 9/10/11, 12 e svincolo di Barberino e lotto 13.
  La necessità di suddividere l'intera tratta da adeguare in 33 lotti è scaturita dai diversi livelli tra lo stato progettuale e quello autorizzativo. Al 24 ottobre 2014, dei 33 lotti 24 sono conclusi, 8 sono in corso, di cui 2 pressoché ultimati, ed in fase di affidamento e precisamente in attesa della Via.
  La realizzazione della variante di valico è inserita nella prima convenzione tra Anas e la Società autostrade per l'Italia (Aspi) del 4 agosto 1997.
  La Variante ha seguito un iter approvativo durato più di venti anni: il primo progetto risale al 1992, nel corso del quale sono stati concertati il tracciato, le opere di cantiere e gli interventi di mitigazione e compensazione ambientali rivolti al territorio interessato dall'opera, con tutti gli enti interessati.
  Come è noto, la variante di valico attraversa un territorio, quello appenninico, molto delicato e vulnerabile dal punto di vista geologico e idrogeologico, caratterizzato da una peculiare morfologia, con aree geologiche particolarmente instabili.
  La galleria Val di Sambro, una galleria naturale di 3780 metri, è parte del lotto 5B. L'opera si inserisce in un territorio interessato da una vasta area in frana «quiescente» con all'interno una zona in frana «attiva» e con la presenza degli insediamenti abitativi delle frazioni di Ripoli e S. Maria Maddalena nel comune di San Benedetto Val di Sambro.
  Con il passaggio della galleria si è verificata la riattivazione del movimento franoso che ha reso necessarie alcune modifiche progettuali nonché una importante attività di monitoraggio geotecnico.
  Il piano di monitoraggio geotecnico è stato infatti integrato con uno specifico piano di monitoraggio integrativo di dettaglio, presentato e condiviso con l'Osservatorio ambientale, che restituisce i dati in tempo reale, attraverso un sito ftp, e li mette a disposizione di tutti gli enti interessati.
  Anche a seguito delle azioni del comitato di cittadini «Autosole», il prefetto di Bologna è intervenuto sul tema e ha richiesto un parere agli organi tecnici Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale – Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare) e Irpi (Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica – CNR).
  Solo a seguito degli approfondimenti svolti e del loro parere, il prefetto, nel novembre 2011, ha dichiarato che «pericoli per la pubblica e privata incolumità non esistono. Sicuramente non esistono con caratteristiche di urgenza o immediatezza, ma non esistono nemmeno allo stato di avanzamento dei lavori in maniera diciamo prevedibile».
  È stato inoltre condiviso un protocollo d'intesa, tra regione Emilia Romagna, comune di San Benedetto Val di Sambro ed Aspi, nell'ambito del quale si è costituito un collegio di tecnici e di periti con il compito di acquisire le informazioni tempestive sulla eventuale presenza, consistenza e progressione delle lesioni che dovessero verificarsi durante l'esecuzione dei lavori di detta galleria, al fine di garantire la pubblica incolumità degli abitanti.
  Sostenuti da un capillare monitoraggio del versante e degli edifici, i lavori di scavo sono in via di conclusione senza aver generato particolari criticità.
  Al momento, si ha conferma che il disturbo al versante, dovuto al passaggio del fronte di scavo, si stabilizzerà una volta completata la galleria. Si ricorda al riguardo che la canna nord risulta già completamente forata e residuano 50 metri in canna sud per il completamento dello scavo.
  Inoltre, per quanto riguarda l'abitato di Santa Maria Maddalena, nel comune di Ripoli, la strumentazione presente nel versante ha consentito di attivare un importante sistema di monitoraggio, al fine di ricostruire un modello sempre più accurato dell'interazione tra gli scavi in sotterraneo e gli effetti in superficie.
  Per monitorare in modo completo l'intero versante, interessato dal centro abitato e dalla sovrastante autostrada attualmente in esercizio, nonché il settore di valle, in prossimità del tracciato delle gallerie in costruzione, sono state messe in opera diverse strumentazioni, sia profonde che superficiali, per la misurazione finalizzata al controllo delle soglie di attenzione/preallarme/allarme previste nel «Piano comunale di emergenza di protezione civile» (soglie maggiormente cautelative rispetto a quelle individuate nella letteratura tecnico/scientifica).
  Ad oggi, le risultanze strumentali confermano una chiara tendenza alla stabilizzazione del versante. Sono monitorati tutti gli edifici potenzialmente critici – circa centoquaranta – e per i quali è stato redatto il testimoniale di stato. Per novantuno edifici vengono eseguite misure in automatico e i restanti, per i quali non è possibile tale modalità a causa di ostacoli fisici che ne impediscono la lettura, sono soggetti a sopralluoghi, controlli e verifiche da parte dei tecnici incaricati.
  Per quanto riguarda le famiglie raggiunte da ordinanza di sgombero, si fa presente che la stessa si è resa necessaria per situazioni di danno pregresso, prevedendo la delocalizzazione a titolo cautelativo per dieci fabbricati, di cui quattro non abitati. Dette operazioni hanno interessato dodici nuclei familiari residenti. Con alcuni proprietari si sono già conclusi gli accordi per il riconoscimento dei danni, valutati dal collegio dei periti, altri sono in corso di definizione.
  Per tutte le famiglie delocalizzate in via cautelativa è stata prevista una sistemazione provvisoria alternativa e il pagamento di tutte le spese connesse o, a scelta, la corresponsione di un indennizzo mensile omnicomprensivo.
  In merito, poi, al viadotto Rio Piazza nel comune di Ripoli posizionato lungo l'autostrada A1 parallelamente alla variante e sulla cui stabilità gli abitanti hanno rappresentato preoccupazioni, si evidenzia che il viadotto ha una lunghezza complessiva di 304 metri in destra e di 236 metri in sinistra ed ha travi semplicemente appoggiate e consente all'impalcato, che ospita la sede stradale, di assecondare gli spostamenti senza incrementare le sollecitazioni sulle parti strutturali dello stesso.
  Dall'analisi dei dati di monitoraggio topografico effettuato sull'opera si è registrato uno spostamento massimo pari a 12,6 cm. Nel mese di luglio 2012, solo al fine preventivo, si è attuata una strategia di contrasto, in modo da consentire un più ampio movimento senza riflesso alcuno per la percorribilità e la sicurezza del viadotto stesso.
  Successivamente, nell'aprile 2013, è stato effettuato l'intervento di sollevamento e riposizionamento degli impalcati; ad ulteriore margine di sicurezza potranno essere realizzati, qualora necessari, ulteriori riposizionamenti.
  Ai fini di una ulteriore tutela del versante e delle opere in esso presenti, Aspi ha già realizzato la regimazione idraulica del Rio Piazza e redatto un progetto di «sistemazione idraulica del versante sia profonda che superficiale (pozzi profondi e dreni sub – orizzontali)» per il quale è in corso la verifica di assoggettabilità alla Via e la conferenza di servizi che si è riunita in prima seduta il 24 luglio 2014.
  Per quanto attiene alla Galleria Sparvo, nella giornata del 21 novembre 2013, si è evidenziato un distacco del calcestruzzo del copriferro del concio n. 884 alla progressiva 3+120 della galleria, con una conseguente deformazione del ferro di intradosso di armatura. Sono stati attivati rilievi topografici, geotecnici e strutturali atti a valutare l'estensione del fenomeno e il grado di sollecitazione dei conci di rivestimento definitivo.
  I fenomeni riscontrati sono da associare allo specifico contesto geologico, geomorfologico e geotecnico del settore di galleria interessato dal contatto intraformazionale tra le formazioni del Monte Venere e delle argille a palombini, contatto caratterizzato dalla presenza di un sovrascorrimento. L'evento è riconducibile, pertanto, ad un fenomeno di versante e tettonico, attivatosi nel settore della galleria.
  Le prove effettuate hanno consentito di evidenziare un notevole stato di sollecitazione dei rivestimenti, in particolare nel settore di galleria interessato dai passaggi strutturali. Sono stati individuati valori tensionali superiori rispetto a quanto ipotizzabile in fase progettuale, ma comunque sufficientemente lontani dai limiti di rottura dei conci. Il sistema di scavo adottato è quello che disturba meno l'ammasso da attraversare ed è stato effettuato con l'attrezzatura tecnologicamente più avanzata ad oggi disponibile.
  La soluzione progettuale prescelta per il ripristino della galleria prevede l'inserimento di un sistema di rinforzo, misto in acciaio e calcestruzzo, atto ad assorbire per intero l'attuale quadro tensionale del rivestimento esistente e l'evoluzione prevista delle sollecitazioni.
  I costi di realizzazione stimati nel 1997 per la variante di valico, quando Aspi assunse l'impegno a realizzare la variante di valico, inclusi gli interventi sul territorio, erano pari a 2.5 miliardi di euro, con una situazione autorizzativa non finalizzata e sulla base di una progettazione di massima e pertanto non ancora esecutiva.
  Ad oggi, i costi stimati ammontano a 3.9 miliardi di euro. Tutti i maggiori costi di intervento a termine di convenzione unica sono a totale carico di Aspi, pertanto tali somme non contribuiscono a generare aumento tariffario sulla rete in concessione. L'avanzamento dei lavori è, oggi, pari a circa il 95 per cento.
  In merito all'operatività della variante, si comunica che l'obiettivo è l'apertura al traffico entro l'autunno del 2015.
  Infine, con riferimento alla controversia tra il committente e l'impresa esecutrice dei lavori, si comunica che la stessa si riferisce ai lavori dei lotti 6-7 della variante di valico e ha trovato risoluzione attraverso la sottoscrizione di un atto transattivo tra le parti.
Il Ministro delle infrastrutture e dei trasportiMaurizio Lupi.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

tunnel

idrogeologia

infrastruttura dei trasporti