ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06023

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 290 del 15/09/2014
Firmatari
Primo firmatario: NESCI DALILA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 15/09/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'ECONOMIA E DELLE FINANZE delegato in data 15/09/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 28/01/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-06023
presentato da
NESCI Dalila
testo di
Lunedì 15 settembre 2014, seduta n. 290

   NESCI. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:
   il 18 febbraio 2014 il dirigente dei servizi ispettivi di finanza pubblica della ragioneria generale dello Stato, dottor Gaetano Mosella, ha stilato una relazione molto dettagliata sulle spese di personale della regione Calabria, eseguita dal 30 settembre al 20 dicembre 2013, frutto della visita ispettiva dell'11 settembre 2013, in attuazione dell'articolo 60, comma 5, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 e dell'articolo 14, comma 1, lettera d) della legge 31 dicembre 2009, n. 196;
   dalla succitata relazione emerge un quadro desolante per la marea di dirigenti che hanno recepito emolumenti illegittimamente, contravvenendo tra le altre cose – come precisato nel capitolo 1 della relazione – all'articolo 1, comma 557, della legge n. 296 del 27 dicembre 2006 (legge finanziaria per l'anno 2007) che «prevedeva che gli enti locali dovessero ridurre le spese di personale, garantendo il contenimento della dinamica retributiva ed occupazionale»;
   a mo’ di esempio si citano alcuni tra i casi più emblematici. Per quanto riguarda l'avvocato Paolo Filippo Arillotta, a cui è stato conferito l'incarico di direzione dell'avvocatura regionale con deliberazione n. 457 del 29 giugno 2010, si segnala «la violazione dell'articolo 19, comma 1-bis del decreto legislativo n. 165/01 in quanto manca la pubblicazione dell'avviso per il conferimento dell'incarico in esame». Allo stesso Arillotta è stato inoltre riconosciuto il trattamento economico di direttore generale, sebbene – si precisa ancora nella relazione – «l'Avvocatura Regionale non è un Dipartimento per il quale la legge regionale n. 7/96 prevede la figura di un Direttore Generale e, quindi, all'avv.to Arillotta non poteva essere riconosciuto il trattamento economico di Direttore Generale». A conti fatti, dal 2010 al 2013, gli importi indebitamente riconosciuti all'Arillotta sono pari a 563.557,80 euro;
   occorre qui precisare che lo stesso Arillotta ha espresso pareri che sono stati duramente contestati, come quello del 23 giugno 2014, in cui si affermava, contrariamente alle stesse disposizioni del Ministero della salute, la possibilità che l'ex governatore della regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, potesse continuare a ricoprire la carica di commissario ad acta per il piano di rientro dato che, scriveva Arillotta, quest'ultimo incarico non è «strettamente connesso alla carica di Presidente della Regione, potendo il Consiglio dei ministri scegliere anche tra altri soggetti»;
   il caso più eloquente di importi illegittimi segnalati nella relazione è senz'altro quello dell'avvocato Francesco Zoccali, il dirigente più pagato dalla Regione. Nonostante manchi «dell'esperienza quinquennale nella qualifica dirigenziale, requisito richiesto dall'articolo 25 della legge regionale n. 7/96 per la nomina a Direttore Generale», con deliberazione della giunta regionale n. 333 del 21 aprile 2010 è stato conferito a Zoccali un primo incarico di direttore generale della giunta. Anche in merito alla procedura di conferimento di tale incarico, scrive il dottor Mosella, «emerge che la stessa è stata effettuata in violazione dell'articolo 19, comma 1-bis del decreto legislativo n. 165/01 in quanto priva di adeguata pubblicazione dell'avviso per l'incarico da conferire». A ciò si affianca, come detto, la mancanza di esperienza quinquennale dato che, da curriculum acquisito dalla ragioneria generale dello Stato, Zoccali «ha dichiarato di aver svolto, presso il Comune di Reggio Calabria, le funzioni di Direttore Generale dal maggio 2008 al maggio 2010 (quindi, due anni)»;
   si ravvisa, ancora, un'ulteriore irregolarità dato che Zoccali ha dichiarato di aver svolto anche le funzioni di capo di gabinetto e dirigente staff del sindaco del comune di Reggio Calabria dal settembre 2002 al mese di aprile 2008. E proprio quest'ultimo incarico è «incompatibile con l'esercizio della funzione dirigenziale», così come ha, recentemente, stabilito la deliberazione n. 313 del 28 agosto 2013 della Corte dei conti-sez. di controllo del Piemonte, secondo cui il suddetto incarico «non può negli effetti andare a sovrapporsi a competenze gestionali ed istituzionali dell'ente»;
   secondo quanto denunciato dalla relazione Mosella, all'illegittimità del succitato incarico conferito con la deliberazione della giunta regionale n. 333 del 21 aprile 2010, ne segue un altro conferito all'avvocato Zoccali con deliberazione della giunta regionale n. 161 del 13 maggio 2013. Ciò perché il suddetto secondo incarico «si fonda sull'errata esperienza quinquennale nella qualifica dirigenziale; requisito, quest'ultimo, primario per accedere all'incarico di Direttore Generale così come stabilisce l'articolo 25 della legge regionale n. 7/96»;
   ma vi è di più: con deliberazione della giunta regionale n. 439 del 7 giugno 2010, si è deciso «di disporre l'accorpamento del Segretariato generale della Giunta regionale al Dipartimento della Presidenza della Giunta regionale, attribuendo, per l'effetto, al dirigente generale di quest'ultimo, le funzioni di segretario della Giunta regionale e di coordinatore del comitato di direzione dei dirigenti generali dei Dipartimenti regionali». Di conseguenza, all'avvocato Zoccali è stato conferito l'incarico di segretario generale. A riguardo la legge (articolo 8 della legge regionale n. 31 del 2002, comma 2) precisa che «l'incarico di Segretario Generale è conferito dalla Giunta regionale a dirigente regionale che abbia svolto le funzioni di dirigente generale per almeno tre anni, ovvero, con contratto di diritto privato a tempo determinato a soggetto di particolare e comprovata qualificazione professionale che abbia effettivamente svolto funzioni dirigenziali per almeno quindici anni in organismi, Enti o Aziende». Ebbene, si legge nella relazione che Zoccali «non è dirigente regionale che abbia svolto le funzioni di direttore generale per almeno tre anni [...], non ha effettivamente svolto funzioni dirigenziali per almeno quindici anni in organismi enti, o aziende pubbliche o private [...] e non proviene dai settori della docenza universitari con esperienza almeno quindicennale»;
   ciò che però ha destato maggiore stupore negli ispettori, ministeriali è stato il calcolo complessivo degli emolumenti che «appare piuttosto singolare», «più frutto di una prassi che di altro ma, soprattutto, è privo di qualsiasi riferimento normativo o provvedimentale»;
   al termine dell'analisi, si legge ancora nella relazione, gli imporli illegittimamente riconosciuti all'avvocato Zoccali ammontano, nel periodo preso in esame, a 735.570,81 euro;
   l'analisi condotta dal dottor Mosella non tocca solo i dirigenti nominati durante la legislatura Scopelliti, ma anche alcuni di quelli nominati nella precedente legislatura Loiero (centrosinistra). A riguardo si cita, a titolo di esempio, il caso dell'architetto Michelino Lanzo, al quale, con decreto del presidente della giunta regionale n. 109 del 13 giugno 2005, era stato assegnato l'incarico di capo di gabinetto della giunta regionale. Anche in questo caso, rileva la relazione, mancavano i requisiti necessari per assolvere tale ruolo, dato che il Lanzo non era in possesso della necessaria qualifica dirigenziale per poter essere legittimamente nominato capo di gabinetto della giunta, come precisato dai commi 4 e 5 dell'articolo 7 della legge regionale n. 7 del 1996. Per tale motivo, concludono gli ispettori, «si considerano illegittimamente corrisposti i compensi» che ammontano, dal 2005 al 2011, ad un totale di 1.136.771,36;
   i casi menzionati sono solo alcuni dei tanti che si potrebbero riportare. Basti pensare che i dirigenti a cui la relazione Mosella contesta gli emolumenti ricevuti sono 32 di nomina della giunta (17 dei quali risalenti alla giunta Loiero) e 6 di nomina del consiglio regionale (3 dei quali risalenti agli anni in cui era Presidente del Consiglio regionale Giuseppe Bova), per un totale di 9.579.288 euro di importi illegittimi (8.685.249 euro per nomine della giunta e 894.039 euro per nomine del consiglio);
   a tutto questo si sommano gli importi ritenuti illegittimi di giornalisti assunti per ufficio stampa nel periodo 2008-2012: 5.627.461 euro totali, di cui 2.216.891 per nomine della giunta e 3.410.570 per nomine del consiglio;
   si segnala, a riguardo, che sono in corso anche indagini giudiziarie, condotte dal pubblico ministero Gerardo Dominijanni il quale, partendo dalla vicenda del solo Francesco Zoccali, ha chiesto il rinvio a giudizio per abuso d'ufficio in concorso dell'ex governatore Giuseppe Scopelliti e degli assessori che, dal 2010 ad oggi, si sono alternati al suo fianco: Pino Gentile, Mimmo Tallini, Antonella Stasi, Francescantonio Stillitani, Giacomo Mancini, Piero Aiello, Antonio Stefano Caridi, Mario Caligiuri, Francesco Pugliano, Michele Trematerra e Fabrizio Capua;
   da notizie di stampa, ancora, pare che il pubblico ministero Dominijanni stia ampliando la sua indagine e stia ora acquisendo tutto il materiale raccolto dagli ispettori ministeriali;
   secondo quanto riportato dal Quotidiano del Sud dell'11 agosto 2014 in un articolo a firma Stefania Papaleo, «dopo aver iscritto nel registro degli indagati i nomi dell'ex Governatore Peppe Scopelliti e degli uomini che, dal 2010 ad oggi, si sono succeduti in giunta [...], il sostituto procuratore Gerardo Dominijanni ha deciso di affrontare uno per uno tutti gli aspetti poco chiari legati alla gestione delle casse regionali, per cui l'intera macchina amministrativa verrà scandagliata nei prossimi giorni, seguendo l'ordine della relazione»;
   per il nuovo articolo 97 della Costituzione, «le pubbliche amministrazioni, in coerenza con l'ordinamento dell'Unione europea, assicurano l'equilibrio dei bilanci e la sostenibilità del debito pubblico»;
   nel luglio 2014, la sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Calabria ha parificato, «nelle sue componenti del conto del bilancio e del conto del patrimonio, il rendiconto generale della Regione Calabria per l'esercizio 2013 di cui alla deliberazione delle giunta regionale n. 163 del 29 aprile 2014, ad eccezione della situazione finanziaria»;
   contestualmente, la sezione regionale di controllo della Corte dei conti per la Calabria ha ordinato «che i conti, muniti del visto della Corte, siano restituiti al Presidente della Regione per la successiva presentazione al Consiglio regionale» –:
   quali ulteriori iniziative urgenti, nell'ambito delle proprie competenze, intendano adottare per assicurare il ripristino della regolarità nei conti pubblici e dunque nelle casse della regione Calabria anche alla luce della relazione del dottor Mosella. (4-06023)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):

relazione

potere di nomina

procedura penale