ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05571

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 266 del 17/07/2014
Firmatari
Primo firmatario: DAGA FEDERICA
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 17/07/2014
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BUSTO MIRKO MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
DE ROSA MASSIMO FELICE MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
VIGNAROLI STEFANO MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 17/07/2014


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
  • MINISTERO DEGLI AFFARI ESTERI
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 17/07/2014
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 17/07/2014
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE delegato in data 23/07/2014
Stato iter:
IN CORSO
Fasi iter:

SOLLECITO IL 19/06/2015

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05571
presentato da
DAGA Federica
testo di
Giovedì 17 luglio 2014, seduta n. 266

   DAGA, BUSTO, DE ROSA, MANNINO, MICILLO, SEGONI, TERZONI, VIGNAROLI e ZOLEZZI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro degli affari esteri . — Per sapere – premesso che:
   i primi di luglio ha preso avvio il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea;
   pochi giorni dopo, il 10 luglio, gli organi di stampa hanno riportato la notizia dell'apertura di una nuova procedura di infrazione contro l'Italia da parte dell'Unione europea che ha accusato il nostro Paese di non fornire acqua conforme alla normativa comunitaria, nonostante siano già state concesse ben tre deroghe;
   nel comunicato ufficiale della Commissione europea si afferma quanto segue: «La Commissione europea apre una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia per la sua incapacità di garantire che l'acqua destinata al consumo umano sia conforme alle norme europee. La contaminazione dell'acqua da arsenico e fluoro è un problema annoso in Italia, in particolare nel Lazio. [...] Il periodo di deroga era finalizzato a consentire di trovare soluzioni durature. Tuttavia, più di un anno dopo la scadenza della terza deroga, l'Italia continua a violare la direttiva. Le decisioni di deroga stabiliscono condizioni rigorose per tutelare la salute umana. All'Italia era stato chiesto di assicurare che fosse disponibile l'approvvigionamento di acqua salubre destinata al consumo da parte dei neonati e dei bambini fino all'età di tre anni. Le deroghe erano subordinate al fatto che l'Italia fornisse agli utenti informazioni adeguate su come ridurre i rischi associati al consumo dell'acqua potabile in questione e, in particolare, i rischi associati al consumo di acqua da parte dei bambini. L'Italia era tenuta inoltre ad attuare un piano di azioni correttive e a informare la Commissione in merito ai progressi compiuti. I valori limite per arsenico e fluoro non sono ancora rispettati in 37 zone di approvvigionamento di acqua nel Lazio. Per questo motivo, su raccomandazione del Commissario per l'Ambiente Janez Potoĉnik, la Commissione invia una lettera di costituzione in mora all'Italia, la prima fase formale della procedura di infrazione.»;
   nel notiziario del febbraio 2013 dell'Istituto superiore di sanità, per citare uno dei numerosi riferimenti, si legge «L'arsenico è un metalloide presente nell'ambiente in varie forme organiche e inorganiche, di origine sia naturale che antropica. Le forme inorganiche dell'arsenico – arsenico trivalente e pentavalente, denominate collettivamente “arsenico inorganico” (As-i) – sono assai più tossiche di quelle organiche e, pertanto, critiche per l'analisi del rischio. L'esposizione della popolazione generale all'As-i avviene prevalentemente attraverso l'acqua potabile e la dieta, con un contributo preponderante degli alimenti quando l'acqua presenta livelli “di fondo”. Nell'acqua è presente solo l'As-i; negli alimenti si rinvengono anche le forme organiche, in proporzioni, tuttavia, molto differenti. Per valutare il rischio legato all'esposizione alimentare è quindi indispensabile distinguere l'As-i dalle diverse specie organiche che possono essere contemporaneamente presenti, obiettivo reso possibile dalle analisi chimiche di “speciazione”. I principali effetti sulla salute umana associati all'ingestione a lungo termine sono lesioni cutanee, tumori, effetti sullo sviluppo fetale e infantile, malattie cardiovascolari, anomalie nel metabolismo del glucosio e diabete»;
   l'11 febbraio 2014 è stata depositata un'interpellanza urgente in cui, tra altre questioni, si chiedeva al Governo «se e quali iniziative intendano promuovere per quanto di competenza per avviare tutti gli interventi necessari per l'immediata e duratura soluzione della grave contaminazione delle acque potabili di molti comuni italiani, in particolare a causa della concentrazione di arsenico, fluoruri e vanadio»;
   la risposta del Sottosegretario di Stato Silvia Velo del 7 marzo 2014 è stata la seguente:
    «Per quanto riguarda le iniziative assunte dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, volte al dialogo con i diversi segmenti del settore idrico, si porta a conoscenza che, con decreto ministeriale n. 358 del 13 dicembre 2013, è stata istituita una task force per individuare le strategie e le priorità politiche al fine di valutare, tra l'altro, le migliori pratiche in materia di sostenibilità nell'uso delle risorse idriche (il predetto provvedimento è visionabile presso il sito del Ministero). In merito alla contaminazione delle acque potabili, nel rammentare che la materia è regolata dal decreto legislativo n. 31 del 2001 e che le deroghe ai parametri di potabilità in esso previste sono scadute e non più rinnovabili, si rappresenta che la maggior parte delle contaminazioni presenti nelle acque sono di origine naturale e i sindaci di molti comuni italiani hanno provveduto ad imporre divieti, limiti e prescrizioni nell'uso delle acque. Visto che sovente la contaminazione interessa l'intera falda e non vi è la disponibilità di altre risorse idriche a cui attingere per il soddisfacimento della domanda ad uso potabile, quindi si ricorre a forniture sostitutive, atteso anche che le opere di risanamento di tal genere richiedono ingenti investimenti e che, allo stato, non trovano un'adeguata copertura finanziaria e richiedono anche tempi di attuazione di medio e lungo periodo»;
   l'11 marzo 2014 venne presentata una nuova interpellanza in cui si chiedeva al Governo:
    se fosse stato effettuato un monitoraggio periodico della risorsa idrica, costante ed esteso a tutto il territorio nazionale, in relazione agli inquinanti comuni quali arsenico, vanadio e fluoruri, come stabilito dal decreto legislativo n. 31 del 2001; quali fossero i dati attuali relativi ai 128 comuni a cui nel 2010 la Commissione europea voleva negare la deroga ai limiti di potabilità; se il Ministro interpellato ritenesse che fosse stata data corretta informazione ai cittadini rispetto a questi dati e se non intendesse renderli noti, anche fornendo la relativa documentazione, fondamentale per la tutela della salute e dell'ambiente; se la task force istituita con il decreto ministeriale 13 dicembre 2013, n. 358, si sarebbe occupata del monitoraggio dell'effettiva realizzazione degli investimenti necessari sia sul fronte della depurazione sia sul fronte delle infrastrutture per la distribuzione della risorsa; di quali elementi il Ministro interpellato disponesse circa le azioni poste in essere da gestori idrici, autorità d'ambito e regioni per il rientro in conformità delle acque secondo il rigoroso cronoprogramma parte integrante della deroga;
   il 14 marzo 2014, il Sottosegretario Gabriele Toccafondi rispose che «riguardo ai dati attuali relativi ai 128 comuni a cui nel 2010 la Commissione europea voleva negare la deroga ai limiti di potabilità e di quali e elementi disponga circa le azioni poste in essere dai gestori idrici, autorità d'ambito e regioni per il rientro in conformità delle acque secondo il rigoroso cronoprogramma parte integrante della deroga, il Ministero dell'ambiente è venuto a conoscenza dello stato di avanzamento dei lavori di messa in conformità delle acque, comunicato da parte dei competenti uffici della regione Lazio, in sede di Consiglio superiore di sanità (seduta del 21 ottobre 2013), secondo cui sono state concluse le opere finalizzate a mantenere la concentrazione di arsenico al di sotto dei limiti consentiti nelle acque dei territori non rientrati in conformità alla scadenza della terza deroga e sono in corso le azioni per assicurare il rientro in tutti i territori dei tenori di arsenico in acque destinate al consumo umano al di sotto del valore di parametro del decreto legislativo n. 31 del 2001;
   per quanto attiene la task force istituita con il decreto ministeriale n. 358 del 13 dicembre 2013, vi è da dire che il decreto prevede che la stessa potenzi l'attività di studio a supporto delle attività di individuazione di strategie e priorità politiche del Ministro in tema di: correlazione tra pressioni ambientali legate al ciclo dei rifiuti e strumenti tariffari e impositivi; di valutazione di metodologie nazionali ed internazionali nel campo della fiscalità ambientale; di valutazione delle migliori pratiche in materia di sostenibilità energetica; di sostenibilità nell'uso delle risorse idriche e, infine, di modelli per la riduzione degli sprechi alimentari.»;
   dopo 10 anni durante i quali si sono avvicendate inerzia amministrativa e concessione di deroghe, senza tenere in alcuna considerazione gli appelli e le segnalazioni sulla gravità del problema, è in fine arrivato, il 10 luglio scorso, l'avvio della procedura di infrazione verso l'Italia da parte della Commissione europea –:
   se, a seguito dell'avvio della procedura d'infrazione n. 2014–2125 relativa alla «Cattiva applicazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità dell'acqua destinata al consumo umano», il Governo intenda prendere in considerazione e soprattutto risolvere un problema che riguarda la salute dei cittadini e la negligenza di istituzioni e gestori che quasi nulla hanno fatto pur avendo avuto molto tempo e soprattutto abbondanti risorse economiche, grazie alle bollette pagate dai cittadini. (4-05571)

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

acqua potabile

consumo alimentare

sostanza tossica

alimentazione umana

procedura CE d'infrazione

bevanda

diritto alla salute

risorse idriche

inquinamento idrico