ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/01121

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 45 del 03/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: L'ABBATE GIUSEPPE
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 03/07/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 03/07/2013
DE LORENZIS DIEGO MOVIMENTO 5 STELLE 03/07/2013
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 03/07/2013
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 03/07/2013
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 03/07/2013
TRIPIEDI DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 03/07/2013
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 03/07/2013
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 03/07/2013
SCAGLIUSI EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 03/07/2013
RIZZETTO WALTER MOVIMENTO 5 STELLE 03/07/2013
ROSTELLATO GESSICA MOVIMENTO 5 STELLE 03/07/2013
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 03/07/2013
BECHIS ELEONORA MOVIMENTO 5 STELLE 03/07/2013
BALDASSARRE MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 03/07/2013
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 03/07/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI delegato in data 03/07/2013
Stato iter:
21/12/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
RISPOSTA GOVERNO 21/12/2013
DELL'ARINGA CARLO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (LAVORO E POLITICHE SOCIALI)
Fasi iter:

RISPOSTA PUBBLICATA IL 21/12/2013

CONCLUSO IL 21/12/2013

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-01121
presentato da
L'ABBATE Giuseppe
testo di
Mercoledì 3 luglio 2013, seduta n. 45

   L'ABBATE, RIZZETTO, ROSTELLATO, COMINARDI, BECHIS, BALDASSARRE, D'AMBROSIO, CARIELLO, DE LORENZIS, BRESCIA, GAGNARLI, CIPRINI, TRIPIEDI, GALLINELLA, MASSIMILIANO BERNINI e SCAGLIUSI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   sempre più spesso in Italia emergono criticità in relazione a casi di aziende che porrebbero in essere prassi integranti ipotesi di mobbing;
   secondo quanto riportato dagli organi di stampa, nella fattispecie a pagina 8 de La Gazzetta del Mezzogiorno del 2 luglio 2013, un dipendente dalla società Manutencoop è stato pedinato da un investigatore privato, per conto della medesima azienda (fuori orario lavorativo) mentre si accingeva ad effettuare un viaggio in automobile per dirigersi a Bologna da Bari, ove risiedeva, per un incontro dove era stato convocato dalla stessa azienda;
   il pedinamento veniva notato dalla Polstrada che identificava il pedinatore in un investigatore privato di Mantova che, come accertato dal tribunale di Bari, è impiegato presso una agenzia investigativa di Carpi;
   le mansioni svolte dall'agenzia investigativa di Carpi sarebbero state retribuite con fattura saldata da Manutencoop, per un corrispettivo pari euro 7.260, al fine di accertare i movimenti del dipendente sottoponendolo a verifiche in quanto aveva in precedenza dichiarato di essere affetto da agorafobia;
   la citata azienda non ha mai ammesso dinanzi ai carabinieri di aver sottoposto a pedinamento il dipendente, benché sussisterebbe prova del pagamento di una parcella in favore dell'investigatore;
   nel 2010, i sindacalisti della RdB-Usb hanno denunciato che «in Manutencoop all'Ufficio relazioni industriali è stato chiamato un responsabile delle Risorse Umane proveniente da Pirelli che utilizza tecniche persuasive finalizzate a fare dimissionare i lavoratori». Per la sigla sindacale, si tratta di mobbing strategico finalizzato a licenziamenti per induzione;
   la vicenda è al centro di una indagine penale e di un procedimento per mobbing davanti al giudice del lavoro perché l'impiegato 55enne, dopo due mesi di ferie forzate ed il pedinamento, verserebbe in condizioni psicologiche precarie;
   a parere dell'interrogante tali circostanze costituiscono fattispecie degna del vaglio e dell'attenzione degli organi preposti a verifiche e controlli in relazione al pacifico esercizio di ogni attività da parte dei lavoratori nello svolgimento delle proprie mansioni;
   con la sentenza n. 14197/12, depositata il 7 agosto 2012, la Corte di cassazione ha stabilito che «il dipendente può essere fatto seguire e controllare a distanza da un investigatore privato, ma solo se c’è il sospetto che stia commettendo reati. L'investigatore privato invece non può spingersi o essere spinto a verificare l'esatto adempimento dell'obbligazione lavorativa, cioè a fare l'esame a distanza di come il dipendente svolge le sue mansioni» e che «La perquisizione personale cioè corporale del lavoratore sospetto infedele è lecita se c’è il fondato sospetto che questo possa aver commesso un reato, ma non invece quella sulla sua auto o nella sua abitazione». Infatti, la Corte di cassazione, richiamando una precedente decisione della stessa Corte (la sentenza n. 9167/2003), ha ricordato che «le disposizioni (articoli 2 e 3, legge n. 300/70) che delimitano, a tutela della libertà e dignità del lavoratore, in coerenza con disposizioni e principi costituzionali, la sfera di intervento di persone preposte dal datore di lavoro a difesa dei propri interessi, e cioè per scopi di tutela del patrimonio aziendale (articolo 2) e di vigilanza dell'attività lavorativa (articolo 3) è legittima curiosità ma non può arrivare nemmeno all'auto utilizzata dal dipendente» –:
   se il Ministro interrogato sia a conoscenza di quanto su esposto;
   se il Ministro interrogato non ritenga opportuno intervenire, per quanto di competenza, anche attraverso iniziative ispettive degli organi preposti sul territorio, presso la Manutencoop al fine di porre in essere le più opportune verifiche. (4-01121)

Atto Camera

Risposta scritta pubblicata Sabato 21 dicembre 2013
nell'allegato B della seduta n. 143
4-01121
presentata da
L'ABBATE Giuseppe

  Risposta. — Con l'interrogazione in esame si pone all'attenzione del Governo la questione concernente la vicenda della società Manutencoop che, da quanto riportato dagli organi di stampa, avrebbe fatto pedinare da un investigatore privato un proprio dipendente.
  Il personale ispettivo di questa Amministrazione ha assunto le informazioni che seguono.
  Sabato 15 settembre 2012 un lavoratore dipendente di Manutencoop Soc. Coop. della sede operativa di Bari si trovava sulla strada da Bari a Mondragone con amici e famiglia, al di fuori dell'orario di lavoro, quando si accorgeva che la sua automobile era seguita da un'altra automobile. A seguito di un controllo della Polizia stradale sul fatto, il lavoratore in questione veniva a conoscenza che il soggetto che lo stava seguendo era un investigatore privato, presumibilmente incaricato di seguirlo, dalla propria azienda, anche al di fuori del lavoro. Si precisa che il lavoratore in questione aveva presentato alla propria azienda documentazione sanitaria afferente ad un proprio stato di patologia (agorafobia).
  In relazione a tali fatti risulta pendente un giudizio penale per molestie davanti all'autorità giudiziari di Bari, PM dottoressa Rosa Morea, nonché una causa per
mobbing davanti al giudice del lavoro.
  Tutto ciò veniva rivelato al pubblico da un articolo della
Gazzetta del Mezzogiorno del 2 luglio 2013, poi ripreso dal Corriere di Bologna del 4 luglio 2013.
  Il fatto avveniva al di fuori dell'orario di lavoro e al di fuori dei locali aziendali. La vicenda, inoltre, è all'attenzione delle competenti autorità giudiziarie.
  Non sono stati ravvisati nei fatti i presupposti per la violazione dell'articolo 2 della legge n. 300 del 1970 (l'incarico all'investigatore esula dal controllo sull'attività lavorativa in senso proprio), pertanto, gli uffici ispettivi di questa Amministrazione non hanno ritenuto di effettuare un accesso nei locali di Manutencoop Soc. Coop. La rappresentenza sindacale unitaria, al momento, non ha fatto pervenire alcuna richiesta d'intervento.

Il Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche socialiCarlo Dell'Aringa.

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

salariato

automobile

inchiesta giudiziaria

licenziamento

orario di lavoro

perquisizione