ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/00843

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 32 del 12/06/2013
Firmatari
Primo firmatario: GRIMOLDI PAOLO
Gruppo: LEGA NORD E AUTONOMIE
Data firma: 12/06/2013


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 12/06/2013
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLO SVILUPPO ECONOMICO delegato in data 25/11/2013
Stato iter:
IN CORSO
Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-00843
presentato da
GRIMOLDI Paolo
testo di
Mercoledì 12 giugno 2013, seduta n. 32

   GRIMOLDI. — Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. — Per sapere – premesso che:
   nel comune di Castellanza (provincia di Varese), nell'area dell'ex polo chimico Montedison, al confine con i comuni di Olgiate Olona, Busto Arsizio e Legnano (Milano), è prevista la realizzazione di un impianto di smaltimento di rifiuti chimici e farmaceutici della multinazionale israeliana Elcon;
   tale impianto è previsto all'interno della suddetta area chimica-industriale che si affaccia sul Sempione, zona densamente abitata, a pochi metri dalle case dei cittadini e non lontano da asili, scuole e dall'università Liuc;
   l'area in questione è fortemente inquinata; il sito del progetto che fa parte della Valle Olona, è parte di una vasta area produttiva in gran parte dismessa, contaminata nel suolo principalmente da mercurio, e per la quale è dunque necessario procedere alla bonifica preventiva prima di qualsiasi intervento di edificazione;
   in particolare gli obiettivi di bonifica devono riguardare le acque di falda e il soggetto subentrante dovrà compartecipare agli oneri e alle azioni di bonifica dell'acquifero;
   i sindaci dei comuni interessati dalla realizzazione dell'opera hanno espresso forte preoccupazione in ordine allo scarico delle acque di processo dell'impianto, in relazione anche allo stato di qualità attuale del fiume Olona e alle difficoltà attuali di gestione del depuratore consortile di Olgiate Olona; infatti, l'impianto, produrrebbe 150 mila metri cubi all'anno di acqua inquinata che verrebbe inviata al depuratore di Olgiate Olona e, da lì, al fiume Olona, peggiorando, di conseguenza, la situazione già critica del fiume;
   il fiume Olona è stato dichiarato area sensibile dall'articolo 91 del codice dell'ambiente di cui al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e successive modificazioni; le aree sensibili sono individuate con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare che provvede, ogni quattro anni, alla riedificazione di tali aree e dei rispettivi bacini drenanti che contribuiscono all'inquinamento delle aree sensibili;
   dagli anni ottanta è in atto un'azione di bonifica del fiume Olona, con la costruzione di depuratori;
   lo Stato ha assegnato anche specifiche risorse all'area ad elevato rischio di crisi ambientale «Lambro-Olona-Seveso», nell'ambito dei programmi triennali del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per l'azione pubblica e per la tutela ambientale;
   è in corso presso la regione Lombardia il procedimento di valutazione di impatto ambientale, ai fini della valutazione degli impatti che verrebbero prodotti dal funzionamento del nuovo impianto che interessano, oltre la falda acquifera, e conseguentemente le acque del fiume Olona, anche la qualità dell'aria, profondamente compromessa nella zona da polveri sottili generate dagli impianti industriali e dalla congestione del traffico; il nuovo impianto creerebbe un ulteriore aggravio del traffico, generando un indotto di oltre 30 camion al giorno che passerebbero all'interno dei centri abitati;
   inoltre, l'impianto rilascerebbe in atmosfera sostanze pericolose per la salute, quali polveri, benzene, ossidi di azoto, NOX, SOX, HCL, CO, COT, HF, ammoniaca, metalli pesanti, diossine e furani, oltre ai PM 2,5, non controllati dal sistema di misura delle emissioni; oltre a ciò l'impianto rilascerebbe vapore acqueo (pari al 75 per cento dell'acqua presa dai pozzi barriera) contenente arsenico, formaldeide, ferro; si tratta di inquinanti che trasformandosi in particolato secondario peggiorano la qualità dell'aria della pianura padana, con ricadute anche a distanza e ciò peggiorerebbe la situazione italiana nei confronti della commissione europea anche in considerazione della procedura di infrazione contro il nostro Paese per superamento dei limiti del PM10 che interessa soprattutto la pianura padana;
   la Elcon è una società israeliana fondata ad Haifa nel 2003, che ha sviluppato una tecnologia per il trattamento e lo smaltimento chimico e fisico dei rifiuti liquidi, pericolosi e non, principalmente scarti di aziende chimiche e farmaceutiche; attualmente l'unico impianto esistente è stato realizzato proprio ad Haifa ed è funzionante dal 2004; ma da allora, in tutto il mondo, la tecnologia proposta, che utilizza enormi volumi di acqua per i processi di raffreddamento, non ha trovato altre applicazioni;
   l'impianto è previsto a meno di venti chilometri dalla sede di Expo 2015 e un inquinamento della falda acquifera e del fiume Olona, proprio a ridosso dell'evento considerato strategico per il Paese, ove, peraltro, si discuterà di alimentazione sana, acqua potabile, prevenzione di malattie e stili di vita sostenibili, sarebbe il peggior deterrente per il rilancio del Paese a livello internazionale –:
   se si intendano assumere iniziative normative al fine di evitare che siano realizzati impianti di smaltimento di rifiuti chimici e farmaceutici in aree sensibili come quella in prossimità del fiume Olona, considerati gli effetti che tali impianti possono determinare in termini di inquinamento del suolo, della falda idrica e dell'atmosfera. (4-00843)

Classificazione EUROVOC:
SIGLA O DENOMINAZIONE:

FIUME OLONA

GEO-POLITICO:

CASTELLANZA,VARESE - Prov,LOMBARDIA

EUROVOC :

eliminazione dei rifiuti

inquinamento idrico

corso d'acqua

rifiuti chimici

inquinamento del suolo

rischio sanitario