ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00019

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 9 del 16/04/2013
Abbinamenti
Atto 1/00015 abbinato in data 01/07/2013
Atto 1/00128 abbinato in data 01/07/2013
Atto 1/00129 abbinato in data 01/07/2013
Atto 1/00130 abbinato in data 01/07/2013
Atto 1/00131 abbinato in data 01/07/2013
Atto 1/00132 abbinato in data 01/07/2013
Firmatari
Primo firmatario: ZACCAGNINI ADRIANO
Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE
Data firma: 16/04/2013
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
LUPO LOREDANA MOVIMENTO 5 STELLE 01/07/2013
LOMBARDI ROBERTA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
PARENTELA PAOLO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
ZOLEZZI ALBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
D'UVA FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
BRESCIA GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
DIENI FEDERICA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
LIUZZI MIRELLA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
COZZOLINO EMANUELE MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
VILLAROSA ALESSIO MATTIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
IANNUZZI CRISTIAN MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
D'INCA' FEDERICO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
SEGONI SAMUELE MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
MANNINO CLAUDIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
SORIAL GIRGIS GIORGIO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
SPESSOTTO ARIANNA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
FICO ROBERTO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
CASO VINCENZO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
BALDASSARRE MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
CARIELLO FRANCESCO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
DADONE FABIANA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
BATTELLI SERGIO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
D'AMBROSIO GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
TOFALO ANGELO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
TERZONI PATRIZIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
DEL GROSSO DANIELE MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
LOREFICE MARIALUCIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
MARZANA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
CRIPPA DAVIDE MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
BRUGNEROTTO MARCO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
TONINELLI DANILO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
MANTERO MATTEO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
MICILLO SALVATORE MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
NESCI DALILA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
CARINELLI PAOLA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
GRILLO GIULIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
CANCELLERI AZZURRA PIA MARIA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
COLONNESE VEGA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
NUTI RICCARDO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
DI BATTISTA ALESSANDRO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
SIBILIA CARLO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
GRANDE MARTA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
SPADONI MARIA EDERA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
DI STEFANO MANLIO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
CIPRINI TIZIANA MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013
COMINARDI CLAUDIO MOVIMENTO 5 STELLE 16/04/2013


Stato iter:
03/07/2013
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 01/07/2013
Resoconto ZACCAGNINI ADRIANO MISTO
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 01/07/2013
Resoconto BENEDETTI SILVIA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FOSSATI FILIPPO PARTITO DEMOCRATICO
Resoconto GAGNARLI CHIARA MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto FITZGERALD NISSOLI FUCSIA SCELTA CIVICA PER L'ITALIA
Resoconto L'ABBATE GIUSEPPE MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto BERNINI MASSIMILIANO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto PELLEGRINO SERENA SINISTRA ECOLOGIA LIBERTA'
Resoconto GALLINELLA FILIPPO MOVIMENTO 5 STELLE
Resoconto CIRIELLI EDMONDO FRATELLI D'ITALIA
 
INTERVENTO GOVERNO 01/07/2013
Resoconto AMICI SESA SOTTOSEGRETARIO DI STATO ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - (PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI)
Fasi iter:

APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 01/07/2013

ATTO MODIFICATO IL 01/07/2013

DISCUSSIONE IL 01/07/2013

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 01/07/2013

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 01/07/2013

RITIRATO IL 03/07/2013

CONCLUSO IL 03/07/2013

Atto Camera

Mozione 1-00019
presentato da
ZACCAGNINI Adriano
testo di
Lunedì 1 luglio 2013, seduta n. 43

   La Camera,
   premesso che:
    la Monsanto è una multinazionale americana che, grazie al pressoché indiscusso monopolio delle sementi geneticamente modificate, rappresenta oggi il sinonimo mondiale di organismi geneticamente modificati (ogm). Il 22 aprile 1998, la Monsanto Europe ha ricevuto l'autorizzazione dalla Commissione europea per l'immissione in commercio del mais Mon810, che produce la proteina insetticida cryA per l'inclusione del gene del batterio bacillus thuringiensis, ai sensi della direttiva 90/220/CEE;
    il Mon810 non ha ancora ricevuto il rinnovo dell'autorizzazione ai sensi dalla direttiva 90/220/CEE abrogata dalla direttiva 2001/18/CE;
    nel luglio del 2004 prima e nel maggio del 2007 poi, la Monsanto ha fatto richiesta di riconoscimento del Mon810 come prodotto esistente al momento dell'entrata in vigore del regolamento (CE) n. 1829/2003 che ha sostituito parte della direttiva 2001/18/CE sull'immissione in commercio di organismi geneticamente modificati;
    il Mon810 è attualmente sul mercato in applicazione dell'articolo 20.4 del suddetto regolamento e può essere usato solo nei mangimi e non per l'alimentazione umana;
    a tutt'oggi, le uniche piante transgeniche autorizzate alla coltivazione sono il suddetto mais ed una patata (varietà Amflora) prodotta dalla Basf e destinata prevalentemente all'industria cartaria;
    in Italia non esistono coltivazioni di piante transgeniche mentre la commercializzazione dei loro prodotti avviene nel rispetto delle regole che riguardano l'immissione sul mercato di alimenti e mangimi contenenti organismi geneticamente modificati;
    risulta sempre più evidente che le sollecitazioni delle società multinazionali favorevoli alla produzione di organismi geneticamente modificati, estranee all'interesse comune dei cittadini comunitari, sono in grado, molto spesso, di condizionare le scelte dell'Unione europea ad ogni livello, in particolare per quel che riguarda la produzione agricola, convenzionale e biologica;
    la stragrande maggioranza dei cittadini europei vuole mantenere integre, ossia non inquinate da organismi geneticamente modificati, le produzioni agricole di qualità che rappresentano il vero valore aggiunto sul mercato alimentare globale;
    nei Paesi sul cui territorio è stata autorizzata la coltivazione degli organismi geneticamente modificati, nonostante l'adozione dei piani di coesistenza, non è stato possibile evitare la contaminazione con varietà tradizionali e colture biologiche;
    questo inquinamento, irreversibile, era previsto già nella direttiva 2001/18/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 marzo 2001, che per l'emissione deliberata nell'ambiente degli organismi geneticamente modificati, al 4 punto dei considerando riporta: «gli organismi viventi immessi nell'ambiente in grandi o piccole quantità per scopi sperimentali o come prodotti commerciali possono riprodursi e diffondersi oltre le frontiere nazionali, interessando così altri Stati membri; gli effetti di tali emissioni possono essere irreversibili»;
    la normativa comunitaria sull'emissione in ambiente di organismi geneticamente modificati è assai confusa, come dimostrato dalla decisione del Consiglio di Stato di Francia ed Italia di ricorrere alla Corte di Giustizia dell'Unione europea per ottenere l'interpretazione su come dirimere cause nazionali riguardanti la coltivazione del summenzionato mais geneticamente modificato;
    nei diversi dossier tecnici prodotti dalle aziende biotech, ai fini della loro valutazione da parte dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), vengono evidenziate differenze statisticamente significative nella composizione biochimica degli organismi geneticamente modificati rispetto alle varietà di origine, nonché negli effetti sulla salute degli animali oggetto degli studi di tossicità, i quali presentano generalmente alterazioni del sistema enzimatico, epatico e renale;
    l'Efsa ha sin qui giustificato le differenze statisticamente significative di diversi organismi geneticamente modificati, incluso il Mon810, come dovute alla variabilità naturale;
    diversi membri del panel di esperti sugli organismi geneticamente modificati dell'Efsa sono stati accusati di conflitto di interessi per la loro appartenenza ad aziende con chiari interessi economici nel mercato delle piante transgeniche;
    nonostante la normativa di riferimento si ispiri al principio di precauzione, l'articolo 34 del regolamento (CE) n. 1829/2003 carica la società civile dell'onere della prova definitiva circa la pericolosità degli organismi geneticamente modificati autorizzati;
    avendo valutato l'urgenza di riavviare con determinazione il percorso per mettere un freno alla possibilità di coltivazioni di organismi geneticamente modificati nel nostro Paese e con lo scopo di riportare l'attenzione del Governo sull'urgenza di emanare la cosiddetta clausola di salvaguardia, sancita dall'articolo 23 della direttiva 2001/18/CE (come già sollecitato nell'atto di sindacato ispettivo n. 4-00050) relativa al mais geneticamente modificato Mon810, che consentirebbe di scongiurare l'eventuale semina da cui potrebbe derivare una contaminazione ambientale irreversibile, una delegazione del gruppo parlamentare «Movimento Cinque Stelle» ha incontrato il 28 marzo 2013 il Ministro pro tempore delle politiche agricole, alimentari e forestali, Mario Catania, e il 3 aprile 2013 il Ministro pro tempore dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Corrado Clini, e il Ministro pro tempore della salute, Renato Balduzzi;
    dagli incontri suddetti, anche secondo quanto riportato da numerose agenzia stampa, è emersa la reale disponibilità dei Ministri pro tempore ad un concreto intervento in questa direzione, in particolare il giorno 4 aprile 2013, il Ministro pro tempore delle politiche agricole, alimentari e forestali ha dichiarato: «Il Ministero della salute ha dato seguito alla nostra richiesta e al dossier predisposto dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (CRA), chiedendo alla Commissione europea la sospensione d'urgenza dell'autorizzazione alla messa in coltura di sementi di mais Mon810 in Italia e nel resto dell'Unione europea»;
    è necessario ricordare che la clausola di salvaguardia è già stata attuata da Stati membri dell'Unione europea quali Germania, Francia, Austria, Ungheria, Polonia, Grecia e Lussemburgo;
    ad aprile 2013, il Ministro della salute pro tempore, Renato Balduzzi, ha inviato una lettera a Bruxelles chiedendo di adottare misure di emergenza che proibissero la coltivazione del mais Mon810 in tutta Europa, ma nessuna azione risulta essere stata intrapresa nelle sedi preposte;
    il 21 maggio 2013, l'Assemblea del Senato della Repubblica ha approvato all'unanimità un ordine del giorno che impegnava il Governo ad avviare la clausola di salvaguardia e/o tutte le misure urgenti predisposte dall'articolo 34 del regolamento (CE) n. 1829/2003;
    tuttavia, il 25 giugno 2013, rispondendo ad un'interrogazione in Commissione agricoltura della Camera dei deputati, il Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali rispondeva annunciando l'impossibilità di ricorrere alla clausola di salvaguardia poiché preclusa da una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea dell'8 settembre 2011 e annunciava l'emanazione di un decreto interministeriale di competenza del Ministero della salute, sempre in forza dell'articolo 34 del regolamento (CE) n. 1829/2003 per vietare la coltivazione del Mon810 sul territorio nazionale;
    nel frattempo, il 15 giugno 2013 a Vivaro (Pordenone) è stata avviata la prima semina – illegale – di mais geneticamente modificato in Italia: 6.000 metri quadrati sono stati seminati con mais geneticamente modificato che si tradurranno in un evidente rischio di contaminazione all'atto della sua fioritura, ciò circa 50 giorni dopo la semina;
    è opportuno far notare che l'obbligo comunitario, nella materia, prevale sul limite costituzionale interno solo quando non tocca princìpi e diritti fondamentali previsti dalla Costituzione (come il diritto alla salute, articolo 32 della Costituzione, e il diritto all'integrità dell'ambiente, articolo 9 della Costituzione), intangibili, in quanto tali, anche ad opera di prescrizioni comunitarie, non avendo l'Italia, con il Trattato di Roma (e successivi aggiornamenti) rinunciato a tutta la sua sovranità ma solo a parte di essa, come, peraltro, fatto rilevare anche dalla Corte costituzionale, con reiterate sentenze, tra le quali le sentenze n. 183 del 1973, n. 170 del 1984, n. 1146 del 1988 ed altre;
    è evidente, comunque, che se non si intraprenderà un'azione concreta da parte del Governo, l'agricoltura italiana tradizionale e biologica rischierà di essere contaminata da organismi geneticamente modificati, senza conoscere i reali rischi per la salute umana, né per l'ambiente, che questi comporterebbero;
    da quanto esposto in premessa, è chiaro che la normativa in materia di organismi geneticamente modificati – comunitaria, nazionale e regionale – presenta delle incongruenze che devono necessariamente essere risolte, a tutela della salute dei cittadini; per districare tale impasse burocratica sugli organismi geneticamente modificati, dal 2010 in Europa si è aperto il dibattito sulla revisione della direttiva 2001/18/CE affinché lasci agli Stati membri la possibilità di decidere in maniera autonoma circa la diffusione sul proprio territorio degli organismi geneticamente modificati;
    tale possibilità di revisione risulta, tra l'altro, avallata nel programma delle prossime tre presidenze dell'Unione europea,

impegna il Governo:

   a predisporre urgentemente e, comunque, prima della fioritura del mais, il decreto interministeriale annunciato, al fine di vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati nel nostro Paese, fino a che non sarà scientificamente dimostrato che il materiale transgenico non causa danni all'ambiente e alla salute umana;
   ad intervenire presso le competenti sedi affinché la revisione della direttiva 2001/18/CE garantisca agli Stati membri la possibilità di limitare o vietare l'emissione ed immissione nel proprio territorio di organismi geneticamente modificati, anche per ragioni che vanno al di là dei danni alla salute o all'ambiente;
   a mettere in atto tutte le azioni possibili al fine di procedere all'attuazione della clausola di salvaguardia, così come previsto dall'articolo 23 della direttiva 2001/18/CE, in quanto si ritiene che non ci siano impedimenti normativi;
   a richiedere la sospensione dell'uso del Mon810 sino al rilascio di una nuova autorizzazione che risponda pienamente ai requisiti richiesti di dimostrata innocuità nella coltivazione e nell'uso come alimento o mangime;
   a promuovere la ridefinizione, in particolare nelle competenti sedi europee, in maniera precisa e puntuale, del concetto di «rilascio in ambiente» per gli organismi geneticamente modificati che differisce in maniera sostanziale dal concetto di «commercializzazione e di immissione in commercio» e che da questo deve essere efficacemente separato.
(1-00019) (Nuova formulazione) «Zaccagnini, Lupo, Lombardi, Parentela, Benedetti, Gagnarli, Massimiliano Bernini, Zolezzi, Gallinella, D'Uva, L'Abbate, Brescia, Dieni, Liuzzi, Cozzolino, Villarosa, Cristian Iannuzzi, D'Incà, Segoni, Mannino, Sorial, Spessotto, Fico, Caso, Baldassarre, Cariello, Dadone, Battelli, D'Ambrosio, Tofalo, Terzoni, Del Grosso, Lorefice, Marzana, Crippa, Brugnerotto, Toninelli, Mantero, Micillo, Nesci, Carinelli, Grillo, Cancelleri, Colonnese, Nuti, Di Battista, Sibilia, Grande, Spadoni, Manlio Di Stefano, Ciprini, Cominardi».

Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

organismo geneticamente modificato

alimentazione animale

produzione vegetale

biotecnologia

commercializzazione

agricoltura biologica