ATTO SENATO

MOZIONE 1/00588

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 695 del 20/03/2012
Abbinamenti
Atto 1/00524 abbinato in data 21/03/2012
Atto 1/00579 abbinato in data 21/03/2012
Atto 1/00585 abbinato in data 21/03/2012
Atto 1/00586 abbinato in data 21/03/2012
Atto 1/00587 abbinato in data 21/03/2012
Firmatari
Primo firmatario: BOLDI ROSSANA
Gruppo: LEGA NORD PADANIA
Data firma: 20/03/2012
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
GARAVAGLIA MASSIMO LEGA NORD PADANIA 20/03/2012
ADERENTI IRENE LEGA NORD PADANIA 20/03/2012
VACCARI GIANVITTORE LEGA NORD PADANIA 20/03/2012
FRANCO PAOLO LEGA NORD PADANIA 20/03/2012
MONTANI ENRICO LEGA NORD PADANIA 20/03/2012
CAGNIN LUCIANO LEGA NORD PADANIA 20/03/2012
MARAVENTANO ANGELA LEGA NORD PADANIA 20/03/2012


Stato iter:
11/04/2012
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 21/03/2012
VACCARI GIANVITTORE LEGA NORD PADANIA
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 21/03/2012
AGOSTINI MAURO PARTITO DEMOCRATICO
 
INTERVENTO GOVERNO 21/03/2012
POLILLO GIANFRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 21/03/2012
GARAVAGLIA MASSIMO LEGA NORD PADANIA
LANNUTTI ELIO ITALIA DEI VALORI
BRICOLO FEDERICO LEGA NORD PADANIA
POLI BORTONE ADRIANA COESIONE NAZIONALE (GRANDE SUD-SI-PID-IL BUONGOVERNO-FI)
 
INTERVENTO GOVERNO 11/04/2012
POLILLO GIANFRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
 
DICHIARAZIONE VOTO 11/04/2012
MASCITELLI ALFONSO ITALIA DEI VALORI
FERRARA MARIO COESIONE NAZIONALE (GRANDE SUD-SI-PID-IL BUONGOVERNO-FI)
SBARBATI LUCIANA UNIONE DI CENTRO, SVP E AUTONOMIE (UNIONE VALDOTAINE, MAIE, VERSO NORD, MOVIMENTO REPUBBLICANI EUROPEI, PARTITO LIBERALE ITALIANO, PARTITO SOCIALISTA ITALIANO)
BARBOLINI GIULIANO PARTITO DEMOCRATICO
AZZOLLINI ANTONIO IL POPOLO DELLA LIBERTA'
VACCARI GIANVITTORE LEGA NORD PADANIA
 
PARERE GOVERNO 11/04/2012
POLILLO GIANFRANCO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (ECONOMIA E FINANZE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 21/03/2012

DISCUSSIONE IL 21/03/2012

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 21/03/2012

DISCUSSIONE IL 11/04/2012

ATTO MODIFICATO IN CORSO DI SEDUTA IL 11/04/2012

PARERE RIMESSO ALL'ASSEMBLEA IL 11/04/2012

PARERE GOVERNO IL 11/04/2012

APPROVATO IL 11/04/2012

CONCLUSO IL 11/04/2012

Atto Senato

Mozione 1-00588
presentata da
ROSSANA BOLDI
martedì 20 marzo 2012, seduta n.695

BOLDI, GARAVAGLIA Massimo, ADERENTI, VACCARI, FRANCO Paolo, MONTANI, CAGNIN, MARAVENTANO - Il Senato,

premesso che:

l'accordo di Basilea 3 prevede un sostanziale rafforzamento dei requisiti patrimoniali a livello mondiale delle banche;

la proposta di direttiva (CRD IV) e di regolamento (CRR) presentate il 20 luglio 2011 dalla Commissione europea, per adeguare la normativa comunitaria in materia di requisiti di capitale delle banche ai contenuti di Basilea 3, stanno suscitando molte perplessità presso gli istituti bancari;

a seguito del Consiglio europeo dell'autunno scorso, i Governi dell'Unione europea hanno concordato sulla necessità di elevare l'indice di Core Tier 1 e hanno introdotto nuovi criteri per il calcolo dei requisiti patrimoniali che prevedono la valutazione a prezzi di mercato dei titoli del debito pubblico, superando le disposizioni precedenti che prevedevano la contabilizzazione dei titoli iscritti nel portafoglio bancario al valore di acquisto; il rispetto dei nuovi requisiti fissati dalla European Banking Authority (Eba) comporta per gli istituti di credito italiani una ricapitalizzazione pari a circa 14,7 miliardi di euro, penalizzati dalla notevole quantità di titoli Bot e Btp che detengono in portafoglio, in un momento in cui il debito sovrano dell'Italia è sottoposto ad evidenti pressioni speculative e soggetto a grande deprezzamento, con la conseguenza di dover aumentare il capitale aggiuntivo necessario per rispettare i nuovi limiti europei;

è necessario arginare ulteriori possibilità di crisi dei mercati e mettere in atto interventi calibrati in base alla diversa natura delle realtà bancarie, al fine di evitare effetti finali negativi per alcune tipologie di fruitori del credito, in particolare i più deboli, ossia famiglie e piccole e medie imprese (PMI);

è indispensabile evitare il verificarsi di un'eccessiva contrazione del credito bancario ad imprese e famiglie, il cosiddetto credit crunch, che si tradurrebbe in una serie di reazioni a catena a livello sia occupazionale che sociale;

è evidente che l'entrata in vigore della disciplina prevista da Basilea 3 penalizzerebbe le piccole imprese, che invece sono una colonna portante della nostra economia, e le porrebbe in una condizione di limitato accesso al credito, dati il maggior costo dell'indebitamento, le limitate garanzie e una notevole ed apparente carenza di mezzi propri; la revisione dei requisiti patrimoniali di Basilea 3 ed Eba sta portando, infatti, ad un aumento del capitale di vigilanza delle banche pari al 31,25 per cento, con una distribuzione su tutte le posizioni attive bancarie e quindi anche sui portafogli crediti erogati alle PMI; secondo Confindustria, però, i portafogli crediti delle PMI risultano sicuramente meno rischiosi rispetto a quelli delle grandi imprese, grazie alla minore correlazione, dimostrata da analisi empiriche, tra gli attivi delle PMI e l'andamento economico generale;

i maggiori problemi creati dalle regole dell'accordo risiedono nella logica e nel fine perseguito, ossia la linea del tutto discriminatoria ed arbitraria della "taglia unica" per realtà bancarie diverse: in pratica si applicherebbero le stesse regole a modelli di attività bancarie differenti, a banche con diversa natura giuridica (società per azioni, società cooperative, banche di proprietà pubblica o privata), nonché a banche di dimensioni assai diverse;

al punto 8 della "Lettera dei dodici" si richiama acriticamente il pieno rispetto dell'accordo di Basilea 3;

considerato che:

nella realtà europea sono presenti migliaia di banche di piccola e media dimensione, nella forma giuridica sia di società per azioni che di società cooperative, che hanno dimostrato di non essere un rischio per il sistema economico a differenza dei colossi bancari transnazionali, troppo grandi per fallire proprio in relazione al rischio sistemico che rappresentano;

questi ultimi necessiterebbero di essere disciplinati da norme e controlli pubblici ancora più rigorosi e severi;

è bene ricordare che fonte dell'attuale crisi economica è stata proprio la finanza speculativa, alimentata dalle banche d'investimento internazionali e agevolata da alcune zone d'ombra di applicazione delle norme prudenziali;

la natura del modello di business della banca dovrebbe essere un elemento fondamentale nella valutazione dell'esposizione al rischio della stessa; infatti la banca al dettaglio di prossimità, al servizio dell'economia reale e della comunità servita, ben governata, che raccoglie risparmio e lo impiega in imprese e famiglie, sebbene assolutamente "tradizionale" si è rivelata strutturalmente più solida e stabile di quella cosiddetta "innovativa";

la banca "tradizionale" ha dimostrato negli anni di aver notevolmente contribuito a creare sviluppo, nuova occupazione e reddito, laddove invece rimane difficile stabilire se ci siano stati vantaggi per la collettività prodotti dalla finanza per la finanza, spesso senza patria, capace di operare nell'ombra e di vivere lontana dall'economia reale causando evidenti danni;

ad esempio giova ricordare che le banche a forma cooperativa, oltre a non aver partecipato alla crisi finanziaria del 2007-2008, hanno contribuito sensibilmente a rende meno dura la crisi economica per famiglie e imprese non interrompendo l'attività di finanziamento all'economia dei territori di riferimento e questo è documentato da statistiche ufficiali nazionali;

a questo proposito va sottolineata la carenza di statistiche a livello comunitario. In sede europea, infatti, non si reperiscono dati ripartiti per categoria giuridica di banche al dettaglio, anche se le differenze strutturali all'interno di questo vasto insieme di intermediari finanziari sono acclarate e rilevanti. Tali differenze assumono speciale importanza in sede di elaborazione delle politiche europee per il finanziamento delle PMI;

bisognerebbe applicare alle normative che interessano gli istituti bancari il principio di sussidiarietà previsto dall'articolo 5 del Trattato sull'Unione europea, ponendo grande attenzione alle materie la cui disciplina bisognerebbe lasciare alla responsabilità delle autorità nazionali, uniche in grado di valutare al meglio le ricadute di dette complesse disposizioni, così come dovrebbe trovare applicazione il principio di proporzionalità anch'esso contenuto nello stesso articolo 5, prevedendo interventi delle istituzioni unicamente nei limiti a raggiungere gli obiettivi previsti dai Trattati;

non applicare tali principi al processo di formazione delle regole finali porta alla creazione di nuovi vincoli patrimoniali e di liquidità imposti alla generalità delle banche europee, che risultano poco appropriati per i singoli Paesi dell'Unione europea, con il concreto pericolo che l'impatto su un'economia nazionale si dimostra più gravoso che altrove,

impegna il Governo:

1) ad attivarsi per quanto di competenza al fine di riesaminare i tempi e le procedure di entrata in vigore nel territorio dell'Unione europea dell'accordo di Basilea 3;

2) ad intervenire a livello europeo per rinviare, come richiesto anche dall'Associazione bancaria italiana (ABI), l'attuazione della raccomandazione dell'Eba e per rendere omogenei i criteri e le metodologie per ponderare i rischi degli attivi bancari, in modo da garantire effettiva concorrenza tra le banche dei differenti Paesi e da non penalizzare l'attività delle nostre banche, sicuramente meno rischiosa, ma considerata ad alto assorbimento di capitale;

3) ad applicare in merito i principi di proporzionalità e sussidiarietà, delegando alle autorità nazionali dei singoli Stati membri il compito di studiare regole che non penalizzino le banche a dimensione esclusivamente nazionale o regionale e tengano conto della possibilità dell'introduzione graduale delle nuove regole in base alle condizioni congiunturali dell'economia;

4) a valutare la possibilità di rivedere la posizione espressa dal Governo stesso al punto 8 della "Lettera dei dodici", scritta ai Presidenti del Consiglio europeo e della Commissione europea, recante l'impegno ad aderire acriticamente agli standard di Basilea 3.

(1-00588)