ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE CONCLUSIVA DI DIBATTITO 8/00141

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: del 27/07/2011
Risoluzione conclusiva di dibattito su
Atto numero: 7/00205
Atto numero: 7/00616
Atto numero: 7/00630
Atto numero: 7/00640
Atto numero: 7/00645
Firmatari
Primo firmatario: DE GIROLAMO NUNZIA
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 27/07/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
DI GIUSEPPE ANITA ITALIA DEI VALORI 27/07/2011
SERVODIO GIUSEPPINA PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011
DELFINO TERESIO UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO 27/07/2011
CALLEGARI CORRADO LEGA NORD PADANIA 27/07/2011
RUSSO PAOLO POPOLO DELLA LIBERTA' 27/07/2011
ZUCCHI ANGELO PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011
BECCALOSSI VIVIANA POPOLO DELLA LIBERTA' 27/07/2011
OLIVERIO NICODEMO NAZZARENO PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011
AGOSTINI LUCIANO PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011
BITONCI MASSIMO LEGA NORD PADANIA 27/07/2011
BRANDOLINI SANDRO PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011
CARLUCCI GABRIELLA POPOLO DELLA LIBERTA' 27/07/2011
CARRA MARCO PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011
CATANOSO GENOESE FRANCESCO DETTO BASILIO CATANOSO POPOLO DELLA LIBERTA' 27/07/2011
CENNI SUSANNA PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011
CUOMO ANTONIO PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011
DAL MORO GIAN PIETRO PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011
DIMA GIOVANNI POPOLO DELLA LIBERTA' 27/07/2011
D'IPPOLITO VITALE IDA POPOLO DELLA LIBERTA' 27/07/2011
FAENZI MONICA POPOLO DELLA LIBERTA' 27/07/2011
FIORIO MASSIMO PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011
FOGLIATO SEBASTIANO LEGA NORD PADANIA 27/07/2011
GOTTARDO ISIDORO POPOLO DELLA LIBERTA' 27/07/2011
MARROCU SIRO PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011
MESSINA IGNAZIO ITALIA DEI VALORI 27/07/2011
MUNERATO EMANUELA LEGA NORD PADANIA 27/07/2011
NASTRI GAETANO POPOLO DELLA LIBERTA' 27/07/2011
NEGRO GIOVANNA LEGA NORD PADANIA 27/07/2011
PEPE MARIO (PD) PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011
RAINIERI FABIO LEGA NORD PADANIA 27/07/2011
ROMELE GIUSEPPE POPOLO DELLA LIBERTA' 27/07/2011
ROTA IVAN ITALIA DEI VALORI 27/07/2011
SANI LUCA PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011
TADDEI VINCENZO POPOLO E TERRITORIO (NOI SUD-LIBERTA' ED AUTONOMIA, POPOLARI D'ITALIA DOMANI-PID, MOVIMENTO DI RESPONSABILITA' NAZIONALE-MRN, AZIONE POPOLARE, ALLEANZA DI CENTRO-ADC, LA DISCUSSIONE) 27/07/2011
TRAPPOLINO CARLO EMANUELE PARTITO DEMOCRATICO 27/07/2011


Commissione assegnataria
Commissione: XIII COMMISSIONE (AGRICOLTURA)
Stato iter:
27/07/2011
Fasi iter:

COLLEGA (RISCON) IL 27/07/2011

APPROVATO IL 27/07/2011

CONCLUSO IL 27/07/2011

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 8-00141
presentata da
NUNZIA DE GIROLAMO
mercoledì 27 luglio 2011 pubblicata nel bollettino n.518

La XIII Commissione,
premesso che:
da diversi anni la filiera cunicola italiana attraversa una fase di grave crisi, nonostante il consumo di carne di coniglio sia in costante aumento, anche in virtù delle sue eccellenti proprietà nutritive;
l'allevamento del coniglio da carne rappresenta il quarto comparto della nostra zootecnia e impegna circa il 9 per cento della produzione agricola con alcune grandi aziende collocate soprattutto al centro nord e altre medio-piccole sparse su tutto il territorio nazionale;
fino al 2007 la cunicoltura italiana deteneva il primato di produzione a livello comunitario ed europeo, con 93.500 tonnellate di prodotto, equivalente a 67,5 milioni di capi all'anno, pari al 54 per cento del totale della produzione, mentre a livello mondiale era seconda soltanto alla Cina; prima della crisi, in Italia, si contavano circa 5.000 allevamenti cunicoli, di cui 1.600 professionali, 51 macelli con bollo CEE e 14 mangimifici medio grandi;
a partire dal 2007 le quotazioni del prezzo del coniglio hanno fatto registrare forti diminuzioni, a fronte di un costo di produzione cresciuto per gli aumenti record dei mangimi e dei carburanti, con una perdita netta per gli allevatori; secondo i dati ISMEA, la situazione di fondo, ancora nel luglio 2011, permane negativa per il settore, in quanto i costi di produzione sono sensibilmente superiori ai prezzi di realizzo;
i produttori italiani denunciato che tale andamento negativo è stato influenzato da ingiustificati aumenti nelle importazioni di carne di coniglio e da una contemporanea diminuzione nelle esportazioni, che hanno alterato sensibilmente la struttura dell'offerta di mercato e provocato uno status di crisi strutturale;
i mancati redditi delle imprese determinano la chiusura di molti allevamenti, con il rischio di un progressivo abbandono e di una crisi di liquidità finanziaria senza precedenti con gravi ripercussioni sul made in Italy, sull'occupazione e sull'intero indotto del comparto e con il rischio altresì di concentrare il mercato in poche grandi aziende di lavorazione;
a fronte di tale anomala crisi del settore, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, nel settembre 2008, ha attivato il tavolo della filiera cunicola, al fine di evidenziare le criticità strutturali e congiunturali del settore nonché le priorità di intervento per il rilancio dell'intera filiera;
nel maggio 2009, la Commissione Agricoltura del Senato ha approvato la risoluzione n. 7-00025, con la quale impegnava il Governo ad assumere un articolato quadro di misure per fonteggiare la crisi e rilanciare il settore cunicolo;
il 29 aprile 2010, in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, è stato sancito un accordo su un «Piano di intervento per il settore cunicolo», che, con l'obiettivo di offrire una risposta organica alla crisi di redditività che coinvolge l'intera filiera, ha previsto un programma organico di interventi, così come definiti nell'ambito del tavolo di filiera;
il Piano, che peraltro non recepiva tutte le misure prevista dalla citata risoluzione parlamentare, ad oggi non è stato tuttavia attuato; nonostante gli impegni assunti dal Governo, non sono state infatti ancora adottate misure in grado di fronteggiare la grave crisi che sta attraversando il comparto cunicolo nel nostro Paese, con il risultato di abbandonare al loro destino gli allevatori, le cui condizioni sono peggiorate per le irrisolte distorsioni del mercato;
il Piano di intervento prevedeva anche azioni per l'introduzione dell'etichettatura di origine obbligatoria della carne di coniglio; tuttavia, il 6 luglio 2011, il Parlamento europeo - nel ratificare l'accordo con la Commissione europea e il Consiglio sul regolamento relativo alla fornitura di informazioni sui prodotti alimentari ai consumatori - ha esteso l'obbligo di etichettatura d'origine a tutte le carni fresche esclusa quella di coniglio; in Italia, il settore cunicolo ha un elevato indice di autoapprovvigionamento (il 98 per cento circa), ma ciò non toglie che l'indicazione dell'origine in etichetta sia importante per dare una corretta informazione al consumatore e per ridurre la concorrenza del prodotto di importazione, utilizzato come leva strategica per condizionare i prezzi di mercato e controllare gli approvvigionamenti, a danno ovviamente dei nostri allevatori e del made in Italy;
il Piano di intervento prevedeva altresì di dare vita ad una Commissione unica di mercato per il coniglio, il cui compito non sarebbe quello di rilevare il prezzo storico settimanale (compito delle borse merci), ma quello di indicare la tendenza per la settimana successiva, formulando le indicazioni dei prezzi in base all'analisi e al confronto dei dati oggettivi previsti dal regolamento (compito finora svolto impropriamente dalle borse merci); si sarebbe quindi dovuto successivamente provvedere alla stesura del regolamento della Commissione per individuare gli attori e gli strumenti al fine di avviare una fase di test con l'individuazione degli indici da rilevare (import, export, produzioni e consumi nazionali);
alcune regioni hanno già deliberato lo stato di crisi del settore chiedendo l'attivazione del Fondo per le crisi di mercato di cui all'articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, attivazione a cui ancora non si è proceduto anche a seguito delle rilevate incompatibilità con la vigente normativa comunitaria;
l'Associazione nazionale liberi allevatori di conigli (ANLAC), segnalando la presenza di fenomeni fraudolenti da parte degli importatori, con una prima segnalazione all'Autorità garante per la concorrenza e il mercato, ha chiesto di avviare un'istruttoria ai sensi dell'articolo 12 della legge n. 287 del 1990 per violazione delle regole della concorrenza, tutelate dall'articolo 102 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea; abuso di posizione dominante ai sensi dell'articolo 3 della legge n. 287 del 1990; mancata attivazione delle misure anticrisi che le associazioni produttori possono autonomamente adottare ai sensi dell'articolo 8 del decreto legislativo n. 102 del 2005;
con una seconda segnalazione alla stessa Autorità, la medesima associazione ha evidenziato altri comportamenti anticompetitivi, in violazione delle regole della concorrenza, tutelate dall'articolo 101 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, per accertare l'antigiuridicità delle condotte denunciate, comprendenti: fissazione dei prezzi all'origine del coniglio vivo; determinazione dei quantitativi da produrre; scambio d'informazioni; supporto al cartello da parte di alcune associazioni di produttori;
in particolare, dalle evidenze probatorie raccolte dall'ANLAC, le commissioni prezzi provinciali delle camere di commercio sono diventate luoghi in cui i prezzi non vengono accertati, ma fissati, e perciò spesso sono prezzi collusivi e non concorrenziali, che aggravano la crisi degli allevatori italiani. Occorre, pertanto, riformare il sistema e renderlo moderno;
l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha ritenuto che, con riferimento ad un presunto abuso - prima - e un'intesa restrittiva della concorrenza - dopo -, non appaiono esservi i presupposti per un intervento ai sensi della normativa antitrust nazionale o comunitaria, nonostante la presenza di fumus e periculum in mora, che gli stessi dirigenti della DG Concorrenza della Commissione europea hanno riconosciuto durante l'audizione del 1o dicembre scorso a Bruxelles, nell'ambito dell'esame di una petizione dell'ANLAC al Parlamento europeo;
il 29 aprile 2011, l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha inviato alle Camere e al Governo una segnalazione nella quale auspica un riesame in senso pro-concorrenziale delle regole che attualmente guidano la formazione dei prezzi alla produzione, al fine di eliminare eventuali «inefficienze» e meglio adeguare il sistema alla normativa posta a tutela della concorrenza. Al riguardo, l'Autorità espime l'auspicio che sia data implementazione al piano di intervento per il settore cunicolo già adottato dalla Conferenza Stato-regioni, in particolare con riferimento alla costituzione di una commissione unica di mercato, neutrale e trasparente, che consenta di superare i meccanismi discrezionali delle attuali borse merci;
impegna il Governo:
ad attivare iniziative adeguate a fronteggiare lo stato di crisi del settore cunicolo, in particolare verificando la possibilità di utilizzare ogni strumento di sostegno compatibile con la normativa europea in materia di aiuti di Stato;
a dare piena attuazione al Piano di interventi per il settore cunicolo, previsto dall'accordo concluso il 29 aprile 2010 in sede di Conferenza Stato-Regioni, rispettando gli impegni già assunti con la filiera;
a fornire con urgenza elementi sullo stato di attuazione degli impegni assunti con la risoluzione approvata il 12 maggio 2009 dalla Commissione Agricoltura del Senato in ordine allo stato di crisi della filiera cunicola italiana;
a promuovere le iniziative necessarie al controllo dei prezzi nel settore cunicolo e a valutare l'opportunità di definire un sistema di rilevazione delle quotazioni dei conigli a periodicità trimestrale, in linea con le esigenze della moderna distribuzione e l'individuazione di un mercato unico nazionale neutrale e trasparente;
ad intervenire con urgenza presso le competenti istituzioni comunitarie, in coerenza con gli impegni già assunti e con la legislazione nazionale, per introdurre l'obbligo di etichettatura di origine anche per le carni di coniglio e per i prodotti trasformati a base di coniglio, al fine di garantire una maggior certezza giuridica a tutti gli operatori della filiera e una corretta informazione ai consumatori;
ad attivarsi in sede europea per l'adozione di una regolamentazione specifica per il settore cunicolo, che ne è tuttora privo, a differenza di quanto accade per il settore avicolo;
ad avviare una campagna di controlli sulle vendite sottocosto e sulla vendita di carne di coniglio di importazione, al fine di reprimere il commercio di prodotti falsamente indicati come made in italy e, in generale, ad attivare uno specifico programma di controlli per contrastare qualsiasi fenomeno di contraffazione e di pirateria nel settore;
ad adottare strumenti idonei per consentire un rapido accesso ai credito in favore degli allevamenti cunicoli in stato di crisi, anche tramite prestiti garantiti dall'ISMEA, al fine di diluire le passività accumulate e ristrutturare il debito, ivi compreso quello delle aziende cunicole insolventi, nel medio e lungo periodo;
a realizzare specifiche campagne promozionali per la valorizzazione della produzione, nonché a fornire una ampia informazione ai consumatori sulla qualità e sulle caratteristiche organolettiche della produzione nazionale;
a promuovere un accordo tra le associazioni degli allevatori e la grande distribuzione organizzata mirato a favorire l'incremento delle vendite dei conigli italiani;
ad intervenire perché sia assicurata, tramite l'ISMEA, la messa a disposizione di informazioni, studi e analisi sul mercato cunicolo (consumi, produzione, importazione ed esportazione, eccetera), quali strumenti indispensabili di supporto all'attività e alle scelte degli operatori;
a valutare l'opportunità di promuovere, ai sensi dell'articolo 12, comma 2, della legge n. 287 del 1990, un'indagine conoscitiva dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, per verificare se, in base all'evoluzione degli scambi, al comportamento dei prezzi o ad altre circostanze, la concorrenza nel settore cunicolo sia stata impedita, ristretta o falsata.
(8-00141) «De Girolamo, Di Giuseppe, Servodio, Delfino, Callegari, Paolo Russo, Zucchi, Beccalossi, Oliverio, Agostini, Bitonci, Brandolini, Carlucci, Marco Carra, Catanoso, Cenni, Cuomo, Dal Moro, Dima, D'Ippolito Vitale, Faenzi, Fiorio, Fogliato, Gottardo, Marrocu, Messina, Munerato, Nastri, Negro, Mario Pepe (PD), Rainieri, Romele, Rota, Sani, Taddei, Trappolino».