APPOSIZIONE NUOVE FIRME IL 20/07/2011
DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 20/07/2011
DISCUSSIONE IL 20/07/2011
RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 20/07/2011
DISCUSSIONE IL 27/07/2011
ACCOLTO IL 27/07/2011
PARERE GOVERNO IL 27/07/2011
APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 27/07/2011
CONCLUSO IL 27/07/2011
Atto Camera
Risoluzione in Commissione 7-00645
presentata da
CORRADO CALLEGARI
martedì 19 luglio 2011, seduta n.504
La XIII commissione,
premesso che:
il nostro Paese si colloca tra i primissimi al mondo nel settore della cunicoltura ed è leader in Europa con il 54 per cento della produzione comunitaria, seguito da Francia e Spagna che registrano percentuali di molto inferiori a quella italiana;
l'allevamento del coniglio da carne rappresenta il quarto settore della nostra zootecnia e impegna circa il 9 per cento della produzione agricola con alcune grandi aziende collocate soprattutto al centro nord e altre medio-piccole sparse su tutto il territorio nazionale;
nonostante il consumo di carne di coniglio sia in costante aumento, anche in virtù delle sue eccellenti proprietà nutritive, la cunicoltura nazionale attraversa una fase di grave crisi strutturale le cui cause appaiono poco chiare mentre le conseguenze, e segnatamente il drastico abbassamento dei prezzi, precipitati tra il 2007 e il 2008 sotto il livello dei costi di produzione, inducono a ritenere che l'intero comparto sia interessato dal verificarsi di fenomeni poco trasparenti a danno degli allevatori;
a partire dal 2007 infatti le quotazioni del prezzo del coniglio registrano forti diminuzioni, con una media di 1,45 euro al chilo a fronte di un costo di produzione cresciuto per gli aumenti record dei mangimi e dei carburanti, con una perdita netta per gli allevatori di oltre 0,30 euro per chilogrammo di coniglio vivo prodotto;
dopo la timida ripresa del 2008, nel 2009 i listini sono crollati a meno di 0,20 euro il chilo influenzati negativamente dalla crescita delle importazioni e dalla probabile presenza di fenomeni fraudolenti da parte degli importatori a seguito dei quali l'ANLAC (Associazione nazionale liberi allevatori di conigli), ha presentato all'Autorità garante per la concorrenza e il mercato due denunce concernenti distorsioni della concorrenza nel settore cunicolo e, in particolare, nel processo di formazione dei prezzi alla produzione, l'abuso di posizione dominante ai sensi dell'articolo 3 della legge n. 287 del 1990 e la mancata attivazione delle misure anticrisi che i produttori possono autonomamente adottare, riducendo i volumi immessi sul mercato, in base all'articolo 8 del decreto legislativo n. 102 del 2005;
i mancati redditi delle imprese determinano la chiusura di molti allevamenti, con il rischio di un progressivo abbandono e una crisi di liquidità finanziaria senza precedenti con gravi ripercussioni sul made in Italy sull'occupazione e sull'intero indotto del comparto;
a fronte della grave crisi che investe l'intero comparto, il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali già nel 2008 ha istituito un tavolo della filiera cunicola al fine di evidenziare le criticità strutturali e congiunturali del settore nonché le priorità di intervento per il rilancio della filiera;
anche a seguito dell'approvazione di alcuni atti di indirizzo, che impegnano il Governo a fronteggiare la crisi del comparto cunicolo, il Ministero ha definito, nell'aprile 2010, in sede di Conferenza Stato-regioni, un piano di intervento volto a rilanciare la filiera attraverso il superamento delle maggiori criticità, quali la contrazione generalizzata della redditività, conseguenza anche di un'accentuata stagionalità e ciclicità di mercato;
alcune regioni hanno già deliberato lo stato di crisi del settore chiedendo l'attivazione del Fondo per le crisi di mercato di cui all'articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, attivazione a cui ancora non si è proceduto anche a seguito delle rilevate incompatibilità con la vigente normativa comunitaria;
il 6 luglio 2011 il Parlamento europeo ha ratificato l'accordo tra i suoi rappresentanti e quelli del Consiglio e della Commissione approvando quindi il regolamento relativo alla fornitura di informazioni sui prodotti alimentari ai consumatori che estende l'obbligo di etichettatura d'origine a tutte le carni fresche esclusa quella di coniglio,
impegna il Governo:
a promuovere le iniziative necessarie al controllo dei prezzi nel settore cunicolo e valutare l'opportunità di definire un sistema di rilevazione delle quotazioni dei conigli a periodicità trimestrale, in linea con le esigenze della moderna distribuzione e l'individuazione di un mercato unico nazionale neutrale e trasparente;
ad intervenire con urgenza presso le competenti istituzioni comunitarie al fine di includere l'obbligo di etichettatura d'origine anche alle carni di coniglio al fine di garantire una maggior certezza giuridica a tutti gli operatori della filiera e una corretta informazione ai consumatori;
a monitorare l'attuazione del piano di intervento predisposto nel 2010 e fornire con urgenza gli elementi sullo stato di realizzazione degli impegni assunti a seguito dell'approvazione dei numerosi atti di indirizzo presentati;
ad avviare una campagna di controlli per reprimere le vendite sottocosto e soprattutto la vendita della carne di coniglio di importazione, peraltro priva delle indicazioni dei requisiti di qualità e delle informazioni in etichetta dei Paesi di allevamento di origine, presentata come prodotto made in italy;
a promuovere un accordo tra le associazioni degli allevatori e la grande distribuzione organizzata mirato a favorire l'incremento delle vendite dei conigli italiani;
a dichiarare lo stato di crisi per il settore cunicolo, attivando urgentemente le risorse del Fondo per le crisi di mercato di cui all'articolo 1, comma 1072, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, per il rilancio del comparto e per il sostegno al reddito degli allevatori;
ad adottare le iniziative necessarie a consentire l'accesso al credito in favore degli allevamenti cunicoli in stato di crisi, anche al fine di ripianare le passività e risolvere i casi di insolvenza e sofferenza delle imprese in conseguenza dello stato di crisi del settore.
(7-00645) «Callegari, Fogliato, Bitonci».