ATTO CAMERA

RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00426

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 389 del 27/10/2010
Abbinamenti
Atto 7/00411 abbinato in data 16/11/2010
Atto 7/00430 abbinato in data 16/11/2010
Approvazione risoluzione conclusiva
Atto numero: 8/00096
Firmatari
Primo firmatario: GAVA FABIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA'
Data firma: 27/10/2010
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
VIGNALI RAFFAELLO POPOLO DELLA LIBERTA' 27/10/2010
ABRIGNANI IGNAZIO POPOLO DELLA LIBERTA' 27/10/2010
GOLFO LELLA POPOLO DELLA LIBERTA' 27/10/2010
LAZZARI LUIGI POPOLO DELLA LIBERTA' 27/10/2010
MILANATO LORENA POPOLO DELLA LIBERTA' 27/10/2010
MISTRELLO DESTRO GIUSTINA POPOLO DELLA LIBERTA' 27/10/2010


Commissione assegnataria
Commissione: X COMMISSIONE (ATTIVITA' PRODUTTIVE, COMMERCIO E TURISMO)
Stato iter:
16/11/2010
Partecipanti allo svolgimento/discussione
INTERVENTO PARLAMENTARE 16/11/2010
TORAZZI ALBERTO LEGA NORD PADANIA
 
INTERVENTO GOVERNO 16/11/2010
SAGLIA STEFANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 16/11/2010
LULLI ANDREA PARTITO DEMOCRATICO
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 16/11/2010
SAGLIA STEFANO SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SVILUPPO ECONOMICO)
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 16/11/2010
FORMISANO ANNA TERESA UNIONE DI CENTRO
GAVA FABIO POPOLO DELLA LIBERTA'
Fasi iter:

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 16/11/2010

DISCUSSIONE IL 16/11/2010

APPROVATO (RISOLUZIONE CONCLUSIVA) IL 16/11/2010

CONCLUSO IL 16/11/2010

Atto Camera

Risoluzione in Commissione 7-00426
presentata da
FABIO GAVA
mercoledì 27 ottobre 2010, seduta n.389

La X Commissione,

premesso che:

la legge «Reguzzoni-Versace» (n. 55 dell'8 aprile 2010), la cui operatività era prevista per il 1o ottobre 2010, crea un sistema di etichettatura obbligatoria dei prodotti nei settori del tessile, del calzaturiero e della pelletteria, che evidenzia il luogo di origine in ogni fase della lavorazione, assicurandone la tracciabilità; con direttiva del 1o ottobre 2010 della Presidenza del Consiglio dei ministri ne è stata sospesa la vigenza in attesa delle decisioni comunitarie sulla compatibilità col mercato interno;


la legge n. 55 del 2010, approvata definitivamente dal Parlamento italiano con un consenso altissimo (546 voti favorevoli e 2 astenuti) era da tempo invocata dai comparti di eccellenza del nostro sistema produttivo; essa persegue lo scopo di difendere i settori di punta del made in Italy da prodotti di bassa qualità importati fraudolentemente sul mercato nazionale e comunitario e venduti come prodotti italiani; la legge quindi si configura come strumento in favore della concorrenza, della trasparenza e della tracciabilità di prodotto, nonché come provvedimento di tutela e del consumatore;



il 28 luglio 2010 la Commissione europea, tramite lettera, ha sollevato dubbi sia sull'aderenza della legge n. 55 del 2010 alle disposizioni del Trattato in materia di libera circolazione delle merci, sia in relazione alla direttiva 98/34/CE in materia di procedure di comunicazione tra Stati e istituzioni comunitarie; la Commissione si è richiamata alla consolidata giurisprudenza della Corte di giustizia comunitaria, secondo la quale «gli schemi di marcatura nazionale, siano essi obbligatori o volontari, sono contrari agli obiettivi del mercato interno perché possono rendere più difficile la vendita in uno Stato membro di una merce prodotta in un altro Stato membro»; inoltre ha eccepito un difetto di notifica, in quanto gli Stati membri devono comunicare alla Commissione le bozze di regolamentazione tecnica prima della loro adozione;


la lettera della Commissione deve essere considerata un avviso di messa in mora, per avviare la quale l'Unione attende di prendere visione dei decreti attuativi della legge n. 55; nel corso dell'estate 2010 il Ministero delle sviluppo economico e Confindustria hanno chiesto di fermare l'entrata in vigore dei decreti attuativi per dar modo di accogliere i rilievi dell'Unione europea e approvare una legge che non crei incertezze o, peggio, rischi di sanzioni per le imprese;



contestualmente il commissario europeo all'Industria Tajani, si è impegnato a promuovere presso l'esecutivo dell'Unione europea l'adozione di un regolamento sull'etichettatura, esaminando il regolamento in materia a suo tempo approvato dal Parlamento europeo; il 29 settembre 2010 è stato approvato a Strasburgo con 19 voti favorevoli e 3 contrari in commissione commercio internazionale il testo di regolamento per l'obbligo di etichettatura di taluni prodotti extra-Unione europea;




secondo le stime 2008 del Ministero dello sviluppo economico la difesa dei prodotti italiani vale 21 miliardi di euro e 100.000 posti di lavoro; il 20 per cento delle attività d'impresa comunitarie presidiate da una misura comunitaria antidumping è italiano; il danno complessivo per il sistema produttivo nazionale, considerato nel suo complesso - agricoltura, industria e commercio -, a causa delle falsificazioni e delle contraffazioni, è stato valutato in 50 miliardi di euro l'anno;

va positivamente considerato il fatto che la legge n. 55 del 2010, approvata unilateralmente dall'Italia, ha obbligato l'Unione europea a dibattere e decidere sul tema dell'etichettatura in modo che princìpi di trasparenza e tracciabilità in essa contenuti possano diventare compatibili con la normativa comunitaria; il 24 settembre 2010 si è tenuta a Bruxelles la prima riunione del tavolo tecnico sui decreti attuativi, aprendo di fatto la procedura di esame e confronto per verificarne la compatibilità con le norme comunitarie; la procedura dovrebbe chiudersi in un periodo di tempo variabile dai 60 ai 90 giorni; l'iniziativa italiana ha anche imposto di riprendere la discussione sulla citata etichettatura dei prodotti extra-Unione europea, proposta che Commissione europea aveva presentato sin dal 2005;


il dibattito sull'etichettatura pone fine all'assenza di reciprocità per le merci europee rispetto a quelle dei grandi concorrenti globali. Stati Uniti, Canada, Cina, India e Messico hanno legislazioni molto precise per garantire la denominazione di origine dei prodotti messi in commercio,


impegna il Governo:


ad adottare ogni possibile iniziativa al fine di una sollecita adozione del regolamento comunitario sull'indicazione del Paese di origine di taluni prodotti importati da Paesi extra-Unione europea lavorando altresì per ampliarne la portata anche ad altri prodotti di rilievo per il made in Italy;


ad impegnarsi ai massimi livelli di rappresentatività, in sede di confronto con le istituzioni comunitarie, affinché siano accolti i princìpi della legge «Reguzzoni-Versace» 8 aprile 2010, n. 55, quale normativa nazionale di maggior tutela dei consumatori, o siano valutate ipotesi di modifica che non ne snaturino la ratio, trasfondendo per quanto possibile gli accordi raggiunti nei decreti attuativi della medesima.

(7-00426)

«Gava, Vignali, Abrignani, Golfo, Lazzari, Milanato, Mistrello Destro».