Atto Camera
Interrogazione a risposta in Commissione 5-07859
presentata da
RITA BERNARDINI
martedì 18 settembre 2012, seduta n.687
BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:
sul sito di Ristretti Orizzonti, l'11 luglio 2011, sotto il titolo: «Assordante silenzio sulla morte di un detenuto paraplegico», è stato pubblicato il seguente articolo: «C'è indifferenza e insensibilità sul dramma delle carceri da parte delle istituzioni, degli esponenti politici e dei media». Lo afferma in una nota il leader del Movimento diritti civili, Franco Corbelli. «Il silenzio - aggiunge - sull'ultimo drammatico caso del detenuto paraplegico cosentino, lasciato morire in carcere, denunciato da Diritti Civili è vergognoso. Ancora una volta sono stato lasciato da solo a combattere l'ennesima battaglia civile per una giustizia giusta e umana. Quello che più colpisce e provoca, in me, tanta delusione e grande amarezza è l'assordante silenzio mediatico su questa ultima disumanità delle carceri, una inaudita vergogna. Tacciono le Istituzioni e i politici ma i media no, non possono tacere, non può una stampa libera chiudere gli occhi, non può non dare spazio e ascolto alla legittima e dignitosa richiesta di verità e giustizia che arriva dai familiari di questo recluso». «Il detenuto morto - prosegue Corbelli - è un essere umano, non è un fantasma, ha un nome e cognome, si chiamava Ennio Manco, 52 anni, paraplegico, è morto nel carcere di Palermo e ai suoi familiari è stato di fatto addirittura impedito di poter vedere la salma che è stata poche ore dopo il decesso subito chiusa in una bara e il giorno dopo trasferita dalla Sicilia in Calabria. Questo è un fatto gravissimo» -:
se il Ministro sia a conoscenza dei fatti descritti in premessa;
se intendano avviare un'indagine amministrativa interna al fine di appurare il modo in cui siano avvenuti i fatti e se nei confronti del detenuto Ennio Manco siano state messe in atto tutte le misure di cura e assistenza che le sue precarie condizioni fisiche richiedevano;
per quali motivi sia stato impedito ai parenti del detenuto di vedere la salma del loro familiare. (5-07859)