ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10765

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 430 del 07/02/2011
Trasformazioni
Trasformato il 24/10/2012 in 5/08235
Firmatari
Primo firmatario: BERNARDINI RITA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 07/02/2011
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2011
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2011
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2011
TURCO MAURIZIO PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2011
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 07/02/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 07/02/2011
Stato iter:
24/10/2012
Fasi iter:

SOLLECITO IL 03/03/2011

SOLLECITO IL 23/03/2011

SOLLECITO IL 15/04/2011

SOLLECITO IL 23/05/2011

SOLLECITO IL 06/07/2011

SOLLECITO IL 21/09/2011

SOLLECITO IL 16/11/2011

SOLLECITO IL 15/02/2012

SOLLECITO IL 11/04/2012

SOLLECITO IL 04/07/2012

SOLLECITO IL 26/07/2012

TRASFORMA IL 24/10/2012

TRASFORMATO IL 24/10/2012

CONCLUSO IL 24/10/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-10765
presentata da
RITA BERNARDINI
lunedì 7 febbraio 2011, seduta n.430

BERNARDINI, BELTRANDI, FARINA COSCIONI, MECACCI, MAURIZIO TURCO e ZAMPARUTTI. -
Al Ministro della giustizia, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

il 4 febbraio 2011, il sito Repubblica.it ha riportato l'appello di Angelo Provenzano, 36 anni, primogenito di Bernardo Provenzano, affinché il padre malato, detenuto in 41-bis dal 2006, sia adeguatamente e tempestivamente curato;

«Chi ha perso un padre - ha detto Angelo Provenzano - credo che possa capirmi, anche se il mio dolore non è paragonabile al suo dolore, lo ho provato a immedesimarmi nei miei coetanei che hanno perso un genitore per morte violenta. Confesso di non esserci riuscito. Penso che provino un dolore immenso, che non riesco neanche a immaginare. E mi dispiace. Ognuno di noi paga un dazio, e anche io l'ho pagato solo perché esisto e perché sono figlio di un certo pezzo di storia di questo Paese. Oggi vorrei dire: anche un pluriergastolano ha diritto di essere trattato come un essere umano. Se poi l'esistenza di mio padre dà fastidio, qualcuno abbia il coraggio di chiedere la pena di morte, anche ad personam»;

sulla scorta di una perizia diagnostica disposta dalla corte d'appello a fronte della istanza di scarcerazione per motivi di salute, l'avvocato difensore Rosalba Di Gregorio afferma che tale perizia proverebbe che Provenzano sta da tempo molto male e che si sarebbero persi mesi preziosi per tentare di salvargli la vita;

gli autori della perizia, i dirigenti della medicina legale dell'università di Ferrara, Francesco Avato, della neurologia dell'università di Pavia, Giuseppe Micieli, e dell'urologia del San Raffaele di Milano, Francesco Montorsi, chiedono che venga eseguita al più presto una scintigrafia e soprattutto una terapia, «radio o chemio». Ci sarebbe infatti alcuni valori che fanno pensare al ritorno del tumore alla prostata per cui Provenzano fu operato nel 2003, a Marsiglia, ragion per cui i periti avrebbero scritto di una «prognosi non particolarmente favorevole a breve-medio termine» (circa 2-3 anni);

dalle carte depositate in corte d'appello risulterebbe che nel giugno 2009 era stata la seconda sezione del tribunale a chiedere il ricovero di Provenzano in un centro clinico, sulla base di una relazione del medico del carcere di Novara. Ma qualche giorno dopo, sarebbe arrivato un invito del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria a riconsiderare il provvedimento. «La direzione di Novara tiene sotto controllo la situazione», avrebbe scritto il direttore del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria e, quando i giudici ribadirono l'ordinanza, il dipartimento dell'amministrazione penitenziaria avrebbe inviato una nuova nota, assicurando cure ed esami, sicché al tribunale non restò che revocare il ricovero;

fatto sta che ora, da quanto risulta dall'ultima perizia disposta dalla corte, secondo l'avvocato Di Gregorio «l'ombra di un tumore si è fatta minacciosa e l'ultima scintigrafia è stata fatta nel 2009»;

l'articolo 1 del decreto legislativo n. 230 del 1999 afferma che «I detenuti e gli internati hanno diritto, al pari dei cittadini in stato di libertà, alla erogazione delle prestazioni di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione, efficaci e appropriate»;

l'articolo 11 della legge n. 354 del 1975, al comma 2, recita «Ove siano necessarie cure o accertamenti diagnostici che non possono essere apprestati dai servizi sanitari degli istituti, i condannati e gli internati sono trasferiti, con provvedimento del magistrato di sorveglianza, in ospedali civili o in altri luoghi esterni di cura (...); al comma 5 «All'atto dell'ingresso nell'istituto i soggetti sono sottoposti a visita medica generale allo scopo di accertare eventuali malattie fisiche o psichiche. L'assistenza sanitaria è prestata, nel corso della permanenza nell'istituto, con periodici e frequenti riscontri, indipendentemente dalle richieste degli interessati»; al comma 6 «Il sanitario deve visitare ogni giorno gli ammalati e coloro che ne facciano richiesta; deve segnalare immediatamente la presenza di malattie che richiedono particolari indagini e cure specialistiche»; -:

se corrisponda al vero quanto esposto in premessa circa la gravità dell'attuale stato di salute di Bernardo Provenzano;

se corrisponda al vero che, di fronte alla richiesta avanzata nel 2009 dalla seconda sezione del tribunale di ricovero di Provenzano in un centro clinico, il direttore del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria abbia invitato il tribunale a riconsiderare il provvedimento fino a ottenerne la revoca sulla base di assicurazioni che per il detenuto sarebbero stati disposti esami e cure adeguate;

se sia noto quali cure ed esami siano stati effettuati dall'ultima scintigrafia del 2009 e, cosa intenda fare ora, nell'ambito delle proprie competenze, passati due anni dalla richiesta di ricovero in un centro clinico, per evitare che si perda altro tempo per una cura adeguata del male che dall'ultima perizia disposta dalla corte risulterebbe emergere.(4-10765)