ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05327

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 255 del 09/12/2009
Trasformazioni
Trasformato il 19/06/2012 in 5/07119
Firmatari
Primo firmatario: TURCO MAURIZIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 09/12/2009
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
BELTRANDI MARCO PARTITO DEMOCRATICO 09/12/2009
BERNARDINI RITA PARTITO DEMOCRATICO 09/12/2009
FARINA COSCIONI MARIA ANTONIETTA PARTITO DEMOCRATICO 09/12/2009
MECACCI MATTEO PARTITO DEMOCRATICO 09/12/2009
ZAMPARUTTI ELISABETTA PARTITO DEMOCRATICO 09/12/2009


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 09/12/2009
Stato iter:
19/06/2012
Fasi iter:

SOLLECITO IL 27/01/2010

SOLLECITO IL 09/02/2010

SOLLECITO IL 03/03/2010

SOLLECITO IL 23/03/2010

SOLLECITO IL 12/04/2010

SOLLECITO IL 12/10/2010

SOLLECITO IL 01/12/2010

SOLLECITO IL 12/01/2011

SOLLECITO IL 03/02/2011

SOLLECITO IL 03/03/2011

SOLLECITO IL 23/03/2011

SOLLECITO IL 15/04/2011

SOLLECITO IL 23/05/2011

SOLLECITO IL 06/07/2011

SOLLECITO IL 21/09/2011

SOLLECITO IL 16/11/2011

SOLLECITO IL 15/02/2012

SOLLECITO IL 28/05/2012

TRASFORMA IL 19/06/2012

TRASFORMATO IL 19/06/2012

CONCLUSO IL 19/06/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta 4-05327
presentata da
MAURIZIO TURCO
mercoledì 9 dicembre 2009, seduta n.255

MAURIZIO TURCO, BELTRANDI, BERNARDINI, FARINA COSCIONI, MECACCI e ZAMPARUTTI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri.
- Per sapere - premesso che:



sul quotidiano La Padania del 9 luglio 1998 apparve il seguente articolo dal titolo «I soldi di Riina riciclati in Vaticano - Lo lor - dichiara Marino Mannoia - incassò i miliardi di Cosa Nostra»: «Francesco Marino Mannoia non è un pentito qualsiasi e non fu nemmeno un mafioso qualsiasi. La sua collaborazione con la giustizia avvenne in epoche non sospette. Era il 1984 quando questo boss intimo di Stefano Bontate, morto da tre anni per mano di sicari di Riina, decise di rompere il muro dell'omertà per confessare a Giovanni Falcone ciò che sapeva di Cosa Nostra. La sua testimonianza fu preziosa nel primo maxi processo. Grazie a Mannoia - le cui dichiarazioni furono oggetto di dettagliatissimi riscontri dei pool di Caponnetto - alcuni padrini vennero condannati all'ergastolo, moltissimi mafiosi a pesanti pene detentive. Ebbene, due giorni fa a Palermo proprio Mannoia, interrogato in video-conferenza dagli Stati Uniti ove si trova sotto protezione federale, nell'ambito del processo a Marcello Dell'Utri, ha dichiarato: «Licio Gelli investiva il denaro dei Corleonesi di Totò Riina nella banca del Vaticano (lo lor - ndr)». Poi ha aggiunto che questa notizia la apprese dal suo capo di allora, Bontate, che gli raccontò come Pippo Calò e i Madonia fossero in affari con Gelli che riciclava i loro capitali usando lo lor. Mannoia, infine, ha concluso la deposizione dicendo: «Come Bontate e Inzerillo avevano Sindona, gli altri avevano Gelli». Questa tremenda ricostruzione fatta dall'ex braccio destro del capo dei capi della mafia siciliana offre una spiegazione - fra l'altro - alle auto-bomba fatte esplodere dalla mafia a Roma davanti a due chiese nell'estate del 1993. Papa Wojtyla, ricorderete, aveva da poco pronunciato in Sicilia un vibrante atto d'accusa contro Cosa Nostra scagliando la scomunica sui mafiosi. Ma come, si saranno detti i boss. Prima incassate i nostri soldi, poi ci bollate in eterno? No! Vendetta! Quando si osserva, in ultimo, che una delle esplosioni devastò la basilica dei cardinale Ugo Poletti, tutti i tasselli vanno al loro posto -:


se siano stati acquisiti elementi tramite richieste di rogatoria internazionale e quali ne siano stati gli eventuali esiti.
(4-05327)
Classificazione EUROVOC:
EUROVOC :

accordo internazionale

mafia

riciclaggio di capitali