ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/01821

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 520 del 19/09/2011
Trasformazioni
Trasformato il 28/06/2012 in 4/16801
Firmatari
Primo firmatario: BINETTI PAOLA
Gruppo: UNIONE DI CENTRO PER IL TERZO POLO
Data firma: 16/09/2011


Destinatari
Ministero destinatario:
  • PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
  • MINISTERO DELLA SALUTE
Ministero/i delegato/i a rispondere e data delega
Delegato a rispondere Data delega
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 16/09/2011
Attuale delegato a rispondere: PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI delegato in data 28/09/2011
Stato iter:
28/06/2012
Fasi iter:

TRASFORMA IL 28/06/2012

TRASFORMATO IL 28/06/2012

CONCLUSO IL 28/06/2012

Atto Camera

Interrogazione a risposta orale 3-01821
presentata da
PAOLA BINETTI
lunedì 19 settembre 2011, seduta n.520

BINETTI. -
Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute.
- Per sapere - premesso che:

i recenti fatti di cronaca mettono in evidenza che il problema connesso alla diffusione di droghe non è stato mai debellato, al contrario è possibile rilevare che sia in termini di prevenzione che di contrasto, l'azione dei media e delle istituzioni a ciò preposte è notevolmente ridimensionata rispetto agli anni passati;

secondo il rapporto dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze relativo al biennio 2007-2008 si registrano alcuni fatti particolarmente significativi come la conferma che in Europa marijuana e cocaina sono rispettivamente al primo e al secondo posto nei consumi dei ragazzi e dei giovani professionisti. Ma soprattutto sta tornando di moda l'uso dell'eroina che si affianca alle droghe sintetiche in miscele sempre più pericolose. In questa classifica l'Italia si trova tra le prime cinque nazioni a più alto consumo di cocaina, dopo la Spagna e l'Inghilterra, seguita da Danimarca e Irlanda;

dal 2004 nel nostro Paese il consumo di cocaina è in costante aumento e coinvolge il 5,5 per cento della popolazione compresa tra i 15 e i 34 anni; ormai il fenomeno cocaina è diventato particolarmente preoccupante, sia per la grande diffusione che questa sostanza sta avendo tra gli adulti, sia per il coinvolgimento di fasce giovanili in cui si rileva spesso anche uso contemporaneo di altre droghe e sostanze alcoliche;

si sta passando da un uso «elitario» riservato a quella fetta di popolazione che poteva acquisire questa costosissima droga, ad un uso generalizzato che non distingue più le classi sociali in quanto il costo di tale sostanza è talmente basso che è possibile acquistarla facilmente. Questa strategia di mercato, messa in atto dagli spacciatori per acquisire sempre nuovi clienti, amplifica il fenomeno rendendolo ancora più preoccupante e di vaste dimensioni;

la forte rilevanza dei fenomeni collegati all'uso di cocaina e la gravità delle conseguenze acute nel lungo termine che ne derivano, determinano quindi, la necessità di disporre di nuovi ed efficaci modelli di intervento in grado di rispondere ai tanti problemi connessi all'assunzione di tale sostanza. È ormai chiaro che serve una nuova politica socio-sanitaria che impegna i sistemi regionali e le amministrazioni centrali dello Stato in una lotta coordinata e comune che non può essere più procrastinata. Servono nuove ed innovative forme di prevenzione ma anche cura e riabilitazione affinché sempre meno giovani si avvicinino e restino intrappolati in questa sostanza e sempre più persone con dipendenza da cocaina possano uscire da tale schiavitù e riprendere il loro ruolo attivo e positivo all'interno della società;

i dati evidenziano «l'urgenza» di affrontare il tema delle sostanze stupefacenti in termini di prevenzione e non solo di intervento sulle conseguenze derivate dall'uso prolungato delle droghe; siamo in presenza di un fenomeno preoccupante che va adeguatamente trattato soprattutto in termini di formazione e informazione nelle scuole superiori;

nelle scuole, il fronte formativo delude le aspettative degli studenti e l'informazione spesso porta dietro di sé l'induzione a trasgredire, anche perché non agisce a livello di motivazioni positive, ma fa leva solo su paure che i giovani tendono a bypassare sentendosi spesso onnipotenti;

in termini di contrasto e prevenzione non esiste attualmente, a parere dell'interrogante, un'azione chiaramente leggibile, soprattutto in un momento in cui il tasso di disoccupazione tra i giovani crea un forte disagio e spinge quanti sono più fragili a fare esperienze che consentano una evasione dal grigiore sempre più marcato della loro esistenza quotidiana: il ricorso alle droghe potrebbe rappresentare un alienazione dalla realtà, per questo le «nuove tossicodipendenze» dovrebbero essere trattate con maggiore cautela;

la droga va considerata come effetto di un malessere interiore che la persona si porta dietro. Senza la consapevolezza di quel malessere e senza la capacità di rimuoverlo non ci sono possibilità di uscirne definitivamente. I grafici ci dicono che è tutto sotto controllo, ma l'evidenza dimostra che non è così e soprattutto che ci sono delle inadempienze sul versante della prevenzione, che aumentano l'inconsistenza del contrasto all'uso e abuso di sostanze;

oltre ai giovani e ai giovanissimi da tutelare soprattutto sul piano della prevenzione-informazione, si sta creando una nuova classe di tossicodipendenti rappresentata da giovani disoccupati o inoccupati; gli effetti si iniziano a vedere anche in termini di ansia e depressione; l'incertezza per un posto di lavoro sempre meno accessibile, mette a dura prova quanti risentono di un disagio battezzato «mal di crisi». La crescente disoccupazione, rilevano gli specialisti, è infatti una delle concause strettamente collegate all'aumento del tasso dei suicidi. In Europa per ogni incremento del 3 per cento della disoccupazione, crescono del 30 per cento le morti dovute a eccesso di alcol e aumenta di quasi il 5 per cento il tasso dei suicidi;

uno studio appena pubblicato sull'American Journal of Public Health, rileva che la disoccupazione è un forte fattore di rischio per la depressione negli adulti fra i 30 e 40 anni: quanto più tempo si trascorre fuori dal mercato del lavoro, tanto maggiore è la probabilità di sviluppare sintomi depressivi. L'avere sperimentato lunghi periodi di disoccupazione aumenta il rischio di sviluppare depressione anche nel resto dellavita -:

quali urgenti misure intendano porre in essere per potenziare, in accordo con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca scientifica e con gli esperti del settore, un adeguato sistema di prevenzione della diffusione di tutte le tipologie di droga attraverso la formazione e l'informazione;

quali iniziative prevedano, in accordo con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, per venire incontro alle nuove esigenze dettate dalla crisi economica in atto, che crea un effettivo rischio di tossicodipendenza, legato alla forte ansia di futuro e ad una sempre più diffusa sindrome di fallimento sociale. (3-01821)