Atto Camera
Mozione 1-00432
presentata da
CARMELO LO MONTE
testo di
martedì 14 settembre 2010, seduta n.367
La Camera,
premesso che:
il superamento del divario tra il nord ed il sud del mondo rappresenta la grande sfida del ventunesimo secolo e la comunità internazionale è chiamata da tempo a raccogliere questa sfida;
eliminare la povertà estrema continua ad essere una delle maggiori preoccupazioni del nostro tempo. Porre fine a questa tragedia richiede lo sforzo congiunto di tutti: Governi e organizzazioni della società civile e del settore privato, in uno spirito di collaborazione per lo sviluppo più intensa ed efficace;
la crisi dei Paesi poveri fortemente indebitati è una crisi quasi tutta africana, che trascina Paesi intrappolati in una spirale di povertà che si autoalimenta, spesso coinvolti in conflitti sanguinosi, costretti ad affrontare enormi emergenze sanitarie, con una struttura economica fragile e spesso interamente dipendente dall'esportazione di poche materie prime dai prezzi calanti; una crisi che si fa fatica ad affrontare proprio perché non mette in allarme né i mercati finanziari, ad essa estranei, né i creditori, Paesi e istituzioni, rispetto ai quali il debito dei Paesi poveri è ben poca cosa;
contrastare le cause profonde dei conflitti, sostenere le azioni di mantenimento della pace, incoraggiare buon governo e politiche sociali atte a realizzare educazione, salute e pari opportunità per tutti, rompere il circolo vizioso della povertà estrema, che condanna ancora oggi centinaia di milioni di persone nel sub-continente a lottare per la sopravvivenza, sono gli obiettivi che si è imposta di perseguire la comunità internazionale nel settembre del 2000, in occasione del millennium road convocato dalle Nazioni Unite;
in suddetta occasione i leader mondiali si sono impegnati a liberare ogni essere umano dalla «condizione abietta e disumana della povertà estrema» ed a «rendere il diritto allo sviluppo una realtà per ogni individuo», sottoscrivendo un programma di priorità dell'agenda internazionale, noto come millennium development goals e dal quale sono scaturiti otto obiettivi di sviluppo da realizzarsi entro il 2015;
i millennium development goals circoscrivono impegni precisi per la lotta alla povertà e vanno dagli interventi per il rafforzamento della cooperazione fra le Nazioni Unite e le organizzazioni regionali, alle politiche in favore di un sistema finanziario e commerciale multilaterale ed equo, dalla politica di esenzioni doganali al miglioramento dei programmi di condono del debito per i Paesi poveri;
i traguardi da raggiungere sono:
a) dimezzare entro il 2015 la percentuale di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno e dimezzare la percentuale di persone che patiscono la fame;
b) assicurare entro il 2015 che in ogni luogo i bambini e le bambine, i ragazzi e le ragazze siano in grado di completare un ciclo completo di istruzione primaria;
c) eliminare la disuguaglianza di genere nell'istruzione primaria e secondaria preferibilmente entro il 2005 e a tutti i livelli di istruzione entro il 2015;
d) ridurre di due terzi, tra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità infantile al di sotto dei cinque anni d'età;
e) ridurre di tre quarti, tra il 1990 e il 2015, il tasso di mortalità materna;
f) arrestare, entro il 2015, e invertire la tendenza alla diffusione dell'hiv/aids;
g) integrare i principi di sviluppo sostenibile nelle politiche e nei programmi di sviluppo delle nazioni e arrestare la distruzione delle risorse ambientali;
h) espletare entro il 2015 una serie di interventi di sviluppo, principalmente in quattro aree: cooperazione allo sviluppo, debito estero, commercio internazionale, trasferimento delle tecnologie;
l'United nations development programme (Undp) stima che, qualora fossero raggiunti gli obiettivi di sviluppo del millennio, 500 milioni di persone si lascerebbero alle spalle l'estrema povertà, più di 300 milioni non soffrirebbero più per mancanza di cibo, 30 milioni di vite di bambini sotto i cinque anni sarebbero salvate, insieme a quelle di 2 milioni di madri, mentre 350 milioni di persone in meno sarebbero senza acqua potabile e 650 milioni di individui in più avrebbero accesso alla sanità di base;
nonostante i progressi realizzati ad oggi, ad oltre due terzi del cammino verso la fatidica data del 2015, gli obiettivi di sviluppo del millennio rappresentano ancora un traguardo lontano, raggiungibile solo grazie ad un'azione immediata e sostenuta di qui ai prossimi 5 anni;
in numerose sedi nazionali ed internazionali è stato più volte ribadito l'impegno di destinare lo 0,7 per cento del prodotto interno lordo alla cooperazione allo sviluppo. La media attuale tra tutti i Paesi donatori è purtroppo solo dello 0,23 per cento, che equivale a 56 miliardi di dollari all'anno;
stime della Banca mondiale e dell'Onu affermano che basterebbero 50 miliardi di dollari all'anno in più per realizzare gli obiettivi di sviluppo del millennio;
gli obiettivi di sviluppo del millennio dovrebbero ispirare l'azione di tutti gli enti, nazionali e internazionali, pubblici e privati, chiamati a gestire programmi in un quadro di rafforzamento della governance (liberalizzazione, partecipazione pubblica e democratizzazione, privatizzazione delle proprietà statali e assenza di corruzione, che dovrebbero portare allo sviluppo economico) e della capacità istituzionale;
gli obiettivi di sviluppo del millennio sanciscono la raggiunta consapevolezza, a livello internazionale, della necessità di adottare un approccio «olistico» alle politiche di sviluppo, traendo insegnamento dagli errori del passato, quando troppo spesso la mancanza di coordinamento tra enti erogatori e istituzioni riceventi ha generato episodi di corruzione, anche su larga scala, o di realizzazione di vere e proprie «cattedrali nel deserto», quali, ad esempio, edifici scolastici rimasti vuoti in assenza di vie di comunicazione adeguate che permettessero l'accesso degli alunni dai villaggi vicini. In effetti, gli obiettivi di sviluppo del millennio sembrano adottare un approccio allo sviluppo che non abbia più come obiettivo solo l'innalzamento del reddito della popolazione, ma anche il miglioramento delle condizioni di vita e di salute, soprattutto a partire dall'infanzia, generando speranza in un futuro migliore;
il rapporto 2008 sullo sviluppo umano evidenzia come, a un progresso rapido di alcuni Paesi verso questi obiettivi, abbia corrisposto un regresso notevole per altri. La situazione che emerge chiaramente dai dati è, quindi, quella di due gruppi di Paesi estremamente diversi tra di loro: quelli che hanno beneficiato dello sviluppo e quelli che sono stati lasciati indietro;
ad oggi sono falliti tutti gli impegni da parte dei Paesi donatori ad aumentare il livello dell'aiuto pubblico allo sviluppo, finalizzato al raggiungimento dei millennium development goals;
dal 20 al 22 settembre 2010 si terrà a New York la riunione di alto livello (hlpm) sugli obiettivi di sviluppo del millennio,
impegna il Governo:
ad individuare, nell'ambito della programmazione politico-finanziaria, soggetti, strumenti e metodi adeguati a contribuire alla realistica e sostenibile attuazione degli obiettivi di sviluppo del millennio compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica;
ad attivarsi per dare alla cooperazione italiana adeguati mezzi e risorse per il raggiungimento degli obiettivi che il nostro Paese si è dato a livello internazionale ed a privilegiare il ruolo della società civile locale, indirizzando gli sforzi - tenendo in ogni caso in considerazione le situazioni di maggiore emergenza - verso realtà e progetti a maggior potenziale di successo;
ad individuare, in vista del prossimo appuntamento internazionale del 20 settembre 2010, le misure più efficaci per conseguire gli obiettivi previsti dal millennium round, anche concordando su queste tematiche una posizione comune a quella di altri Paesi dell'Unione europea.
(1-00432) «Lo Monte, Commercio, Latteri, Lombardo, Misiti, Brugger».