ATTO CAMERA

MOZIONE 1/00164

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Dati di presentazione dell'atto
Legislatura: 15
Seduta di annuncio: 160 del 29/05/2007
Abbinamenti
Atto 1/00024 abbinato in data 29/05/2007
Atto 1/00165 abbinato in data 29/05/2007
Atto 1/00166 abbinato in data 29/05/2007
Atto 1/00167 abbinato in data 29/05/2007
Atto 1/00168 abbinato in data 29/05/2007
Firmatari
Primo firmatario:
Gruppo: COMUNISTI ITALIANI
Data firma: 25/05/2007
Elenco dei co-firmatari dell'atto
Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma
COMUNISTI ITALIANI 25/05/2007
COMUNISTI ITALIANI 25/05/2007
COMUNISTI ITALIANI 25/05/2007
COMUNISTI ITALIANI 25/05/2007
COMUNISTI ITALIANI 25/05/2007
COMUNISTI ITALIANI 25/05/2007
COMUNISTI ITALIANI 25/05/2007
COMUNISTI ITALIANI 25/05/2007
COMUNISTI ITALIANI 25/05/2007
COMUNISTI ITALIANI 25/05/2007
COMUNISTI ITALIANI 25/05/2007
COMUNISTI ITALIANI 25/05/2007
COMUNISTI ITALIANI 25/05/2007
COMUNISTI ITALIANI 25/05/2007
COMUNISTI ITALIANI 25/05/2007


Stato iter:
06/06/2007
Partecipanti allo svolgimento/discussione
ILLUSTRAZIONE 29/05/2007
Resoconto COMUNISTI ITALIANI
 
INTERVENTO PARLAMENTARE 29/05/2007
Resoconto SINISTRA DEMOCRATICA. PER IL SOCIALISMO EUROPEO
Resoconto ALLEANZA NAZIONALE
 
DICHIARAZIONE GOVERNO 29/05/2007
Resoconto SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (PUBBLICA ISTRUZIONE)
Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 29/05/2007

DISCUSSIONE CONGIUNTA IL 29/05/2007

RINVIO AD ALTRA SEDUTA IL 29/05/2007

RITIRATO IL 06/06/2007

CONCLUSO IL 06/06/2007


Atto Camera

Mozione 1-00164
presentata da
COSIMO GIUSEPPE SGOBIO
martedì 29 maggio 2007 nella seduta n.160

La Camera,

premesso che:

i minori stranieri, al pari di quelli italiani, sono innanzitutto «persone» e, in quanto tali, sono titolari di diritti che prescindono dalla loro origine nazionale o condizione sociale;

la Dichiarazione universale dei diritti umani, all'articolo 2, recita: «ad ogni individuo spettano tutti i diritti e le libertà enunciate nella presente dichiarazione, senza distinzione alcuna per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di altra condizione». Principi confermati dalla Convenzione sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, ratificata dall'Italia con la legge 25 maggio 1991, n. 176, la quale, all'articolo 2, ribadisce: «gli Stati parte si impegnano a rispettare i diritti enunciati nella presente convenzione ed a garantirli ad ogni fanciullo che dipende dalla loro giurisdizione, senza distinzione di razza, di colore, di sesso, di lingua, di religione, di opinione pubblica o altra del fanciullo o dei suoi genitori o rappresentanti legali, dalla loro origine nazionale, etnica e sociale, dalla loro situazione finanziaria, dalla loro incapacità, dalla loro nascita o da ogni altra circostanza»;

alla fine del 2004 - come risulta dal dossier statistico 2006 Caritas/Migrantes - i cittadini stranieri nei 25 Stati membri dell'Unione europea, escludendo quelli che hanno già acquisito la cittadinanza, sono risultati 26 milioni e 61 mila su una popolazione di 457 milioni di abitanti ed un'incidenza di poco superiore al 5 per cento, con punte del 9 per cento in Germania ed Austria, dell'8 per cento in Spagna, del 5 per cento nel Regno Unito ed in Francia e superiore al 4 per cento in Italia. L'Unione europea si presenta così come un'area ad alta concentrazione di migranti, la cui presenza costituisce una necessità demografica, perché il vecchio continente, anche se è prevista un'immigrazione netta di 40 milioni di persone, nel 2050 vedrà comunque diminuire di 7 milioni di unità la popolazione nel suo complesso e di 52 milioni di unità la popolazione in età da lavoro;

i migranti in Italia sono 3.035.000 e il sensibile aumento registrato nel 2005 è dovuto sia ai nuovi arrivi (187.000) che alle nascite di figli di cittadini stranieri (52.000). Dunque la popolazione straniera aumenta per effetto non solo dei ricongiungimenti, ma anche per l'incremento dovuto ai bambini stranieri nati in Italia, fenomeno che ha inciso per il 9,4 per cento sulle nascite complessive nel nostro Paese. Dei 585.483 minori stranieri, pari al 19,3 per cento della popolazione straniera stimata come soggiornante in Italia a inizio 2006, il 55,6 per cento risulta nato nel nostro Paese: sensibilmente più della metà. Rispetto alle quasi 500.000 nascite nel 2005, è nato 1 bambino straniero ogni 10 neonati. Di anno in anno, dunque, per effetto dei nuovi nati aumenta il numero delle seconde generazioni. Si tratta, soprattutto, di bambini visibili principalmente nelle scuole dell'infanzia e nelle scuole primarie, ma vi è anche un nocciolo duro di adolescenti e giovani, nati in Italia o arrivati prima dell'inizio della scuola dell'obbligo alla fine degli anni ottanta;

gli studenti con cittadinanza straniera sono 431 mila (rapporto Istat 2006) e tra due anni supereranno abbondantemente il mezzo milione: essi incidono mediamente per il 4,8 per cento sul totale della popolazione studentesca, con punte del 6 per cento sugli iscritti nella scuola primaria: infatti, 4 su 10 sono concentrati in questo grado di scuola e solo 2 su dieci nella secondaria;

secondo il più recente rapporto Istat (2006), si è registrato anche un significativo incremento della presenza di alunni stranieri, nell'anno scolastico 2005/2006, nella scuola secondaria di secondo grado, dove si è notato un aumento di poco meno del 30 per cento. Gli istituti superiori rimangono, comunque, le scuole con la minore presenza di alunni stranieri, sia in termini assoluti che relativi: gli studenti con cittadinanza straniera, infatti, superano di poco le 83 mila unità, con un'incidenza del 3,1 stranieri ogni 100 italiani. Nella scuola primaria, invece, sono presenti circa 166 mila alunni stranieri su un numero di iscritti più o meno equivalente a quello delle secondarie superiori. Sopra i 5 alunni stranieri per almeno 100 alunni si attestano anche gli altri due ordini scolastici (Istat rapporto annuale 2006);

la presenza degli alunni stranieri sul territorio nazionale è estremamente disomogenea e differenziata. Si registra una concentrazione molto elevata nelle aree del Centro-Nord ed investe non solo le grandi città, ma anche i piccoli centri. Nel triennio 2004/2006, secondo le «linee guida per l'accoglienza e l'integrazione degli alunni stranieri» diramate dal ministero dell'istruzione, l'incremento di alunni con cittadinanza non italiana è stato mediamente di circa 60 mila unità all'anno, portando nell'anno scolastico 2005/2006 il totale degli alunni stranieri oltre le 400 mila unità, con un'incidenza rispetto alla popolazione scolastica complessiva di circa il 5 per cento;

il nostro Paese ha superato la fase dell'emergenza rispetto al fenomeno della presenza di studenti stranieri all'interno delle aule scolastiche e sta passando ad una fase di valutazione delle esperienze già realizzate e di programmazione degli interventi. La presenza degli alunni stranieri è un dato, peraltro, strutturale e riguarda l'intero sistema scolastico. In questo senso ancora molto vi è da fare nel nostro sistema scolastico, tuttavia esistono delle esperienze significative, che, già da tempo, hanno affrontato con successo la questione degli alunni migranti nelle aule italiane e costituiscono punti di riferimento da divulgare ed amplificare;

la scuola media statale sperimentale Giuseppe Mazzini di Roma ha avviato, fin dal 1985, un percorso di integrazione interculturale in alcune sezione miste con alunni italiani e stranieri, per facilitare il processo di apprendimento ed alfabetizzazione di questi ultimi tramite la compresenza in classe di due insegnanti, che svolgono il loro lavoro in contemporanea, soprattutto per le materie che richiedono una maggiore elaborazione teorica. Gli alunni stranieri, in genere, a seconda del livello di alfabetizzazione, vengono seguiti da un insegnante in una materia specifica, lungo un percorso semplificato ma del tutto simile a quello dei compagni italiani. Nessuna diversificazione nei programmi, anche perché alla fine del ciclo l'esame è lo stesso. La sperimentazione accelera il processo di apprendimento e, soprattutto, favorisce l'abbattimento delle barriere linguistiche e culturali, favorendo l'incontro tra studenti di diverse nazionalità e conseguendo notevoli risultati positivi dal punto di vista dell'apprendimento scolastico e delle conseguenti valutazioni finali degli studenti interessati, evitando, dunque, forme di esclusione o separazione tra studenti italiani e stranieri;

analoghe forme di accoglienze mirate sono state sperimentate, solo per citare qualche esempio, alla scuola elementare Sandro Pertini di Martinsicuro in provincia di Teramo, 245 sono stranieri su 1.450, tutte le materie vengono insegnate in maniera interculturale, mentre alla scuola media Orsi di Novellara (Reggio Emilia) i nuovi arrivati di origine straniera (circa 40 l'anno) svolgono un percorso di 15 giorni per conoscere la scuola e il paese con l'aiuto di educatori e mediatori;

l'educazione interculturale in tutti i gradi e livelli del sistema scolastico costituisce la colonna portante di una reale educazione dei giovani a valori quali la solidarietà, l'accoglienza, la comprensione dell'altro, comunemente catalogato come «diverso», la conoscenza di culture e tradizioni di altri Paesi, che costituiscono l'antidoto principale alla prevenzione di fenomeni di razzismo, violenza e discriminazione, nei confronti di persone di nazionalità e origine sociale e culturale differente;

con particolare riguardo alla popolazione adulta, inoltre, da due recenti ricerche condotte dal gruppo Cerfe, su un campione significativo di immigrati qualificati, circa 1000 stranieri in Umbria, Lazio, Toscana e Sardegna, risulta che i laureati sono circa il 53 per cento. Se si mettono, però, in rapporto l'esperienza curriculare e professionale acquisita ed il tipo di lavoro svolto - secondo una elaborazione svolta dall'Agenzia redattore sociale - escludendo coloro che non sono ancora inseriti in un'esperienza lavorativa, emerge che il 77 per cento delle donne ed il 66 per cento degli uomini si trovano coinvolti in un processo di progressiva dequalificazione, non riuscendo a mettere a frutto le proprie capacità e competenza. Secondo la stessa ricerca condotta dal Cerfe, risulta che gli immigrati con un'istruzione superiore rappresentano in Italia circa un quarto della popolazione immigrata. Nella sola città di Roma il 65,5 per cento degli immigrati residenti ha una formazione secondaria superiore o universitaria, addirittura circa 30 punti percentuali in più rispetto ai romani. Tali dati sembrerebbero in contraddizione con il diffuso luogo comune che vuole la persona immigrata, anche impiegata in lavori dequalificati, dotata di minore cultura ed esperienza scolastica e formativa;

nel contesto sopra descritto, con particolare riferimento alle specifiche esigenze degli alunni immigrati, l'estensione del diritto per tutti ad un'istruzione qualificata costituisce, senz'altro, l'imprescindibile premessa per far sì che a tutti siano assicurati i diritti di cittadinanza ad iniziare da quello all'istruzione. Nella società della conoscenza, l'istruzione rappresenta un diritto inalienabile, la base strutturale su cui costruire la società della democrazia e dell'uguaglianza. Per questo l'elevamento dell'obbligo scolastico a 18 anni costituisce un obiettivo strategico per il futuro di tutti e, in particolare, per le fasce più svantaggiate della società che sicuramente comprendono parte della popolazione di origine straniera;

anche l'attività di mediazione culturale dovrebbe essere attentamente monitorata e sostenuta, proprio per le specifiche esigenze della professione, che ha l'obiettivo di facilitare le relazioni tra gli autoctoni ed i cittadini stranieri, con l'intento di promuovere la reciproca conoscenza e comprensione, al fine di favorire un rapporto positivo fra soggetti di culture diverse. La loro presenza all'interno del sistema scolastico in maniera permanente costituirebbe, senz'altro, un sostegno importante al processo di apprendimento interculturale indispensabile per la costruzione di una società effettivamente multietnica e solidale. Attualmente i mediatori culturali, in prevalenza immigrati, sono circa 2.400, per i tre quarti donne. In 4 casi su 10 hanno un titolo universitario ed hanno conseguito un corso per potersi inserire nel lavoro della mediazione, quasi sempre precario, in prevalenza esplicato nei servizi educativi e sanitari. La maggioranza dei servizi di mediazione culturale è concentrata nel Nord (54,1 per cento) ed al Centro (30,3 per cento);
impegna il Governo:

a prevedere la completa gratuità della scuola dell'obbligo (libri di testo compresi) e l'individuazione di risorse indirizzate a incentivare la prosecuzione degli studi fino al diciottesimo anno di età, al fine di prevenire il fenomeno dell'abbandono e della dispersione scolastica, soprattutto per i giovani stranieri ed i ragazzi provenienti da situazioni socio-culturali più svantaggiate e famiglie con redditi medio-bassi;

a farsi promotore su tutto il territorio nazionale di iniziative volte a valorizzare la presenza nella scuola italiana di alunni di nazionalità diverse quale importante situazione di incontro, reciproca conoscenza, arricchimento culturale, socializzazione in una società sempre più multiculturale e, dunque, impegnata a prevenire e combattere ogni forma di razzismo e xenofobia;

a prevedere un adeguato aumento delle risorse destinate al fondo per l'inclusione sociale degli immigrati previsto al comma 1267 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006, al fine di potenziare la figura professionale del mediatore culturale, il cui intervento dovrà essere obbligatorio nelle scuole, di ogni ordine e grado, ove risulti la presenza di studenti stranieri;

a contrastare ed impedire forme di esclusione o separazione degli studenti stranieri non ancora alfabetizzati, assicurando alle scuole un organico di docenti, che, essendo funzionale anche alla presenza di alunni di diverse nazionalità, preveda, in tali situazioni, un minor numero di alunni per classe, situazioni di compresenza di docenti, soprattutto nelle materie che richiedono maggiore elaborazione teorica quali italiano, storia, geografia, matematica e scienze, la presenza obbligatoria di mediatori culturali ed attività specifiche di formazione-aggiornamento dei docenti sul tema della multiculturalità. Tali iniziative dovranno essere prioritariamente indirizzate a situazioni, nelle scuole di ogni ordine e grado, dove maggiore si registra la presenza di alunni stranieri;

a favorire la semplificazione del riconoscimento delle lauree conseguite in Paesi stranieri, anche al di fuori dell'Unione europea, tramite iter semplificati rispetto a quelli vigenti, al fine di non disperdere un bagaglio di competenze e professionalità, che, come dai dati sopra citati, risultano invece essere dequalificati nel nostro Paese;

a favorire e valorizzare con interventi specifici il fondamentale ruolo che gli enti locali svolgono su questa tematica.

(1-00164)
«Sgobio, Diliberto, Bellillo, Tranfaglia, Cancrini, Cesini, Crapolicchio, De Angelis, Galante, Licandro, Napoletano, Ferdinando Benito Pignataro, Pagliarini, Soffritti, Vacca, Venier».
Classificazione EUROVOC:
CONCETTUALE:
EQUIPOLLENZA DI TITOLI DI STUDIO, LIBRI DI TESTO, MINORI, SCAMBI CULTURALI, SCUOLA DELL' OBBLIGO, STRANIERI
SIGLA O DENOMINAZIONE:

L 1991 0176, L 2006 0296