CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 novembre 2014
339.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 73

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 19 novembre 2014. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA, indi della vicepresidente Barbara SALTAMARTINI. — Interviene il Viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando.

  La seduta comincia alle 10.40.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2015).
C. 2679-bis Governo.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017.
C. 2680 Governo.
(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti, rinviato, da ultimo, nella seduta del 18 novembre 2014.

  Francesco BOCCIA, presidente, segnala che l'onorevole Ginefra sottoscrive l'emendamento Peluffo 17.464; l'onorevole Boccadutri sottoscrive gli emendamenti Causi 4.30 e Capodicasa 21.64; l'onorevole Fedriga sottoscrive l'emendamento Prataviera 28.2; gli onorevoli Ferraresi e Dell'Orco sottoscrivono l'emendamento Ghizzoni 44.105; l'onorevole Piazzoni sottoscrive l'emendamento Patriarca Tab.C.11; l'onorevole Porta sottoscrive l'emendamento Rampi 17.353; l'onorevole Dorina Bianchi sottoscrive gli emendamenti Saltamartini 26.77 e De Girolamo 26.84; l'onorevole Nicchi sottoscrive l'emendamento Melilla 26.86; l'emendamento Censore 26.29 è sottoscritto dagli onorevoli Murer, Paola Bragantini, Capone, Mariano, Beni, Lenzi, Becattini, Amato, Piazzoni, Casati e Miotto; l'onorevole Romanini sottoscrive le proposte emendative Fassina 4.31, 5.89, 9.73, 11.58, 13.70, 17.96, 37.01 e 44.10; l'onorevole D'Alia sottoscrive l'emendamento Misuraca 38.28; l'onorevole Petrenga sottoscrive l'emendamento Latronico 26.56; l'onorevole Rossomando sottoscrive gli emendamenti Giulietti Pag. 7411.021, Petitti 38.12 e Benamati 17.365; l'onorevole Quartapelle Procopio sottoscrive l'emendamento Patriarca 13.24; l'onorevole Carra sottoscrive gli emendamenti Gnecchi 11.16, Lenzi 13.27, Zampa 17.164, Boccuzzi 26.38, Marchi 35.3, 35.5, 35.7, 35.1, 37.1 e 37.023, Gasparini 37.029, Marchi 38.2, 38.3, 38.108, 38.110 e 38.114, Fragomeli 38.115 e 43.5, Marchi 43.1 e 43.2, Mariani Tab.A.21, Beni Tab.A.19, Quartapelle Tab.A.30, Patriarca Tab.C.11 e Agostini Roberta Tab.C.5; l'onorevole Fanucci sottoscrive l'emendamento Romano 19.1; l'onorevole Taranto sottoscrive gli emendamenti Fassina 44.10, Berretta 44.40 e Petitti 5.14; l'onorevole Carnevali sottoscrive gli emendamenti Bargero 26.99 e Sanga 26.16; l'onorevole Capone sottoscrive gli emendamenti Vargiu 26.79, Fucci 26.65 e Censore 26.29; l'onorevole Schullian sottoscrive gli emendamenti Zolezzi 8.23, Guidesi 32.6 e Caon 19.11; l'onorevole Taricco sottoscrive l'emendamento Romanini 44.85; l'onorevole Tino Iannuzzi sottoscrive l'emendamento Marchi 8.43; gli onorevoli Lupo, Gallinella, L'Abate, Gagnarli, Benedetti, Bernini, Parentela sottoscrivono gli emendamenti Capezzone 44.242 e Schullian 44.349; l'onorevole La Marca sottoscrive l'emendamento Fitzgerald Nissoli 27.28; l'onorevole Zoggia sottoscrive l'emendamento Petitti 5.14; l'onorevole Schullian sottoscrive gli emendamenti Zolezzi 8.23, Guidesi 32.6 e Caon 19.11; l'onorevole Melilla sottoscrive l'emendamento Cariello 33.6; l'onorevole Naccarato sottoscrive l'emendamento Garavini 26.35; l'onorevole Capone sottoscrive gli emendamenti Sbrollini 39.46 e D'Incecco 40.03; l'onorevole Melilla sottoscrive l'emendamento Cariello 33.6; l'onorevole Pes ritira la propria firma dall'emendamento Garavini 26.35; l'onorevole Taranto sottoscrive l'emendamento Causi 4.30; gli onorevoli Currò e Cariello sottoscrivono l'emendamento Pisano 4.13; l'onorevole Casellato sottoscrive gli emendamenti Fassina 4.31, 13.70, 17.96, 11.58, 5.89, 44.10 e l'emendamento Misiani 9.45; l'onorevole Boccadutri sottoscrive l'emendamento Benamati 17.41; l'onorevole Marzano sottoscrive le proposte emendative Fassina 4.31, 5.89, 6.11, 9.17, 9.73, 11.58, 13.62, 13.70, 13.71, 17.96, 21.19, 44.10, 9.034, 19.08 e 37.01; l'onorevole Carbone sottoscrive l'emendamento Boccadutri 16.33; l'onorevole Meloni sottoscrive l'emendamento Gelmini 28.54; l'onorevole Riccardo Gallo sottoscrive l'emendamento Capodicasa 21.64; l'onorevole Marcon sottoscrive l'emendamento Fassina 21.19; l'onorevole Preziosi sottoscrive l'emendamento Quartapelle Procopio 27.26; gli onorevoli Marcon, Melilla e Paglia sottoscrivono gli emendamenti Ruocco 9.30 e 9.33, Misiani 9.48 e Fregolent 9.70; i deputati De Menech e Ginato sottoscrivono l'emendamento Rubinato 17.28; l'onorevole Antezza sottoscrive l'emendamento Meloni 17.383.
  Avverte che è stato presentato dal Governo l'emendamento 10.38 al disegno di legge di stabilità, corredato di relazione tecnica (vedi allegato 2). Avverte, altresì, che il predetto emendamento, che è in distribuzione, è stato ritenuto ammissibile e che il termine per la presentazione di subemendamenti è fissato alle ore 12 di oggi. Segnala, infine, che, su richiesta del rappresentante del Governo, la seduta sarà sospesa nel corso della mattinata, all'incirca alle ore 11.30.

  Mauro GUERRA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, con riferimento alle proposte emendative segnalate riferite all'articolo 4, esprime parere contrario sull'emendamento Pesco 4.26 e formula un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'emendamento Fassina 4.31. Esprime parere contrario sugli emendamenti Pisano 4.13 e Paglia 4.21 e formula un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'emendamento Tinagli 4.22. Propone di accantonare l'emendamento Librandi 4.23, allo scopo di proporre una riformulazione dello stesso. Propone, inoltre, di accantonare l'emendamento Causi 4.30, in attesa di effettuare ulteriori approfondimenti in merito alle modalità di copertura finanziaria da esso previste. Formula un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'emendamento Schullian 4.9. Propone di accantonare gli emendamenti Pag. 75Librandi 4.32 e 4.33, al fine di consentire che gli stessi siano esaminati nel corso della discussione delle proposte emendative riferite all'articolo 13, che reca misure per la famiglia. Infine, propone di accantonare l'articolo aggiuntivo Fantinati 4.04.

  Il Viceministro Enrico MORANDO esprime parere conforme a quello del relatore, evidenziando che la decisione di accantonare alcune delle richiamate proposte emendative si è resa necessaria al fine di consentire ulteriori approfondimenti sulle stesse, alla luce dell'esigenza di mantenere inalterata la struttura, nonché la platea dei beneficiari, del bonus fiscale di 80 euro, la cui stabilizzazione, prevista dall'articolo 4 in esame, rappresenta una scelta fondamentale del Governo in tema di politica economica e sociale.

  Girolamo PISANO (M5S) esprime preliminarmente contrarietà in ordine alle modalità previste per l'erogazione del bonus di 80 euro, sottolineando come tale misura fiscale, rivolta essenzialmente a beneficiari che non si trovano in condizioni di indigenza, ma che dispongono di redditi medio alti, non sia in grado di incentivare l'aumento dei consumi da parte delle famiglie. Nell'illustrare l'emendamento a sua firma 4.13, volto a modificare la base reddituale sulla quale viene riconosciuto il bonus di 80 euro attraverso l'utilizzo dell'indicatore della situazione economica equivalente piuttosto che del reddito individuale dell'avente diritto, fa presente che tale proposta emendativa consente di destinare le risorse stanziate per la stabilizzazione del suddetto bonus fiscale a vantaggio di categorie di persone che si trovano in condizioni di indigenza e povertà. Rileva, inoltre, come tale intervento di modifica dell'articolo 4 si renda necessario per far fronte alla situazione di grave crisi economica che interessa, in particolare, il Mezzogiorno, ove si riscontra la più ampia presenza di redditi bassi tra la popolazione. Alla luce di tali considerazioni, auspica, da parte del Governo, un maggiore approfondimento della questione.

  Mattia FANTINATI (M5S), nell'illustrare l'articolo aggiuntivo a sua firma 4.04, volto a stabilizzare, a decorrere dal 2015, le misure di compensazione dei debiti riconducibili alle cartelle esattoriali con i crediti vantati dai fornitori delle pubbliche amministrazioni, segnala che si tratta di una disposizione già prevista per il 2014, ma la cui attuazione è stata rinviata a causa del ritardo nell'approvazione del relativo decreto attuativo. Nel sottolineare la rilevanza delle finalità perseguite da tale proposta emendativa, chiede al relatore e al rappresentante del Governo una più approfondita riflessione sulla questione in esame, che possa portare all'espressione di un parere favorevole sul suddetto articolo aggiuntivo.

  Stefano FASSINA (PD) illustra il suo emendamento 4.31, volto a modificare tanto l'importo quanto la base reddituale in base alle quale viene riconosciuto il bonus di 80 euro, evidenziando come tale proposta emendativa interviene al fine di superare il difetto di equità che, a suo avviso, è ravvisabile nella modalità di erogazione attualmente previste del suddetto bonus fiscale. Rileva, infatti, che utilizzando, ai fini dell'erogazione del bonus, l'indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) dei nuclei familiari, anziché l'importo del reddito IRPEF, si consente di destinare le risorse stanziate dal Governo per la stabilizzazione di tale misura fiscale a vantaggio delle famiglie bisognose con figli a carico, facendo sì che il bonus si configuri realmente come intervento volto a contrastare le situazioni di povertà e di indigenza, sempre più diffuse nel Paese. Osserva come la predisposizione di misure adeguate per riequilibrare gli effetti redistributivi conseguenti al predetto bonus sia necessaria anche alla luce di quanto sostenuto, nel corso dell'audizione sul disegno di legge di stabilità, dal presidente dell'ISTAT, secondo cui tale agevolazione, così come prevista dall'articolo 4 del provvedimento in esame, interessa, in particolare, categorie di contribuenti con redditi medio alti. Segnala, inoltre, che le modifiche proposte dal suo Pag. 76emendamento 4.31 sono, altresì, volte a far fronte agli effetti negativi sulle politiche sociali che, a suo giudizio, conseguiranno all'applicazione dei tagli ai trasferimenti erariali nei confronti di enti locali e territoriali, previsti dal disegno di legge di stabilità in esame. Nel sottolineare come l'emendamento in esame non snaturi l'impianto complessivo previsto attualmente ai fini dell'erogazione del bonus fiscale di 80 euro, auspica che il Governo possa riconsiderare il parere precedentemente espresso su tale proposta emendativa.

  Tommaso CURRÒ (M5S) sottoscrive, unitamente all'onorevole Cariello, l'emendamento Pisano 4.13.

  Maino MARCHI (PD) ricorda preliminarmente come la decisione di stabilizzare, a decorrere dal 2015, il bonus fiscale di 80 euro, introdotto in via transitoria dal decreto-legge n. 66 del 2014, sia stata più volta annunciata dal Governo e prevista anche nell'ambito della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014. Evidenzia, inoltre, come tale misura rappresenti un intervento sul cuneo fiscale, quindi di riduzione delle tasse sui redditi da lavoro, e non sia, invece, volto a far fronte a situazioni di povertà e di indigenza, sulle quali è necessario, a suo avviso, intervenire con specifici provvedimenti legislativi. Nel sottolineare come la base reddituale in virtù della quale è prevista l'erogazione del bonus tenga conto di quello che è l'attuale sistema fiscale del Paese, basato sul reddito individuale dei contribuenti, segnala che eventuali proposte di modifica degli indicatori per il riconoscimento di tale bonus devono prevedere un più complessivo intervento sulla struttura fiscale attualmente vigente. Osserva, poi, che il reddito complessivo non superiore a 26 mila euro, a cui fa riferimento l'articolo 4 del disegno di legge di stabilità ai fini del riconoscimento del bonus fiscale, non può essere considerato un reddito medio alto. Infine, nel sottolineare come, a suo avviso, tale intervento di riduzione dell'imposizione fiscale produrrà sicuramente effetti di stimolo per la crescita economica, ritiene che una esatta valutazione in ordine agli effetti sui consumi conseguenti al bonus di 80 euro richieda maggiore tempo, atteso che la misura è stata introdotta in via transitoria solo a partire da maggio 2014 e sarà stabilizzata a decorrere dal 2015.

  Giovanni PAGLIA (SEL), sottoscrivendo l'emendamento Fassina 4.31, dichiara di non voler affrontare la questione dell'efficacia del bonus IRPEF degli 80 euro ai fini del rilancio dell'economia nazionale, a proposito della quale accenna comunque alle osservazioni negative formulate da più parti. Il proprio intervento è volto a illustrazione le ridefinizioni e rimodulazioni del bonus proposte dall'emendamento a sua prima firma 4.21 e dall'emendamento Fassina 4.31. Ricorda che al momento dell'introduzione di questo istituto si dichiarò che, per la volontà di intervenire rapidamente, non era stato possibile tener conto di tutte le situazioni di disagio esistenti nel Paese; osserva però che è ora possibile ed opportuno effettuare un intervento più meditato, anche considerando che si intende rendere permanente il bonus.
  Segnala in particolare che l'emendamento Fassina 4.31 è volto a superare le sperequazioni legate alla mancata considerazione del reddito familiare, attraverso l'utilizzo dell'ISEE, mentre l'emendamento a sua prima firma 4.21 mira a ricomprendere tra i beneficiari del bonus categorie attualmente escluse quali i pensionati, gli incapienti e i titolari di piccole partite IVA. Le obiezioni che furono mosse a suo tempo contro l'estensione del bonus, fondate sulla mancanza di risorse, possono essere superate utilizzando quanto si potrebbe ottenere introducendo un'imposta patrimoniale – alla quale si dichiara ora favorevole anche la CISL –, una tassa sulla pubblicità su internet, aumentando le aliquote IRPEF sui redditi più elevati e sopprimendo la deduzione del costo del lavoro dall'IRAP, prevista dall'articolo 5 del provvedimento in esame, che, a suo parere, è concessa inopinatamente in maniera indiscriminata, mentre sarebbe opportuno Pag. 77riservarla alle imprese virtuose che, per esempio, effettuano investimenti in ricerca e sviluppo. Conclude evidenziando che, a suo parere, il bonus IRPEF, come attualmente configurato, non ha effetti redistributivi.

  Bruno TABACCI (Misto-CD) ammette che la stabilizzazione del bonus degli 80 euro può essere considerata una misura parziale o poco efficace sul piano dell'equità, ma ritiene che sarebbe stato peggio non confermarla o disperdere le relative risorse per interventi frammentari sperimentati dai precedenti Governi con scarsa efficacia. Pertanto, pur comprendendo le critiche sulla mancanza di equità del bonus IRPEF, osserva che prendere in considerazione l'indicatore ISEE non sarebbe risolutivo delle problematiche evidenziate, dal momento che tale meccanismo è basato sulle dichiarazioni degli interessati, che all'incirca nella metà dei casi non sono veritiere. Pertanto, l'ISEE potrebbe essere preso in considerazione per l'attribuzione del bonus, come un criterio più equo e veritiero della situazione economico-patrimoniale complessiva del nucleo familiare, solamente a seguito di una riforma della relativa disciplina che lo rendesse più efficace e trasparente, aumentando i controlli e sanzionando le dichiarazioni mendaci al pari dell'evasione fiscale.
  Si dichiara pertanto contrario agli emendamenti Fassina 4.31 e Paglia 4.21, non per una questione politica, giudicando infatti con favore un eventuale spostamento della tassazione dal singolo al nucleo familiare, ma rispettivamente per motivi di pratica applicazione e di reperimento delle necessarie risorse finanziarie.

  Francesco LAFORGIA (PD) condivide la scelta operata dal Governo con la stabilizzazione del bonus IRPEF, finalizzato alla redistribuzione del reddito e all'aumento della domanda aggregata. Ritiene però opportuno apportare alcune correzioni a tale misura per realizzare una maggiore equità ed efficacia e, a tal fine, fermo restando il sistema di tassazione su base personale attualmente esistente, condivide la proposta dell'emendamento Fassina 4.31 di utilizzare l'indicatore ISEE, il quale, anche con i limiti evidenziati dall'onorevole Tabacci, permette di selezionare con maggiore precisione la reale situazione economico patrimoniale del nucleo familiare. Segnala che concedere il bonus a coloro che ne hanno maggiormente bisogno, oltre a rispondere a criteri di equità, avrebbe un maggiore effetto espansivo sull'economia, trattandosi di soggetti con una più elevata propensione marginale al consumo.

  Lello DI GIOIA (Misto-PSI-PLI) sottoscrive l'emendamento Fassina 4.31, osservando che l'istituto del bonus IRPEF, come attualmente disciplinato, non si è dimostrato sufficiente per far fronte alla povertà e alla diseguaglianza che esistono nel Paese. Pertanto ritiene opportuno utilizzare l'indicatore ISEE, che comunque dovrà essere rivisto, allo scopo di individuare i soggetti che hanno diritto al bonus IRPEF.

  Il Viceministro Enrico MORANDO osserva che nella discussione testé svolta sono emersi due argomenti critici: da una parte la valutazione dell'efficacia del bonus IRPEF sul piano della domanda aggregata e, dall'altra, oggetto di un maggior numero di interventi, la richiesta di riforma dell'istituto per realizzare una maggiore giustizia sociale.
  Con riferimento al primo tema, segnala che è possibile che il limitato effetto positivo sull'economia sia stato dovuto al carattere inizialmente sperimentale della misura, che ha indotto molti beneficiari a non spendere quanto percepito. Rendere permanente il bonus avrà quindi, a suo avviso, un maggior effetto di rilancio della domanda aggregata. Per quanto riguarda l'effetto redistributivo, riconosce che il bonus non abbia centrato pienamente tale obiettivo, ricordando però che, trattandosi di un intervento sulla tassazione IRPEF, non può che rispecchiare le caratteristiche del vigente sistema impositivo. Conclude riconoscendo che la struttura dell'imposta Pag. 78sui redditi delle persone fisiche potrebbe essere rivista in alcuni punti, anche al fine di tener conto della situazione economica del nucleo familiare, ma sostiene che non è questa la sede nella quale è possibile realizzare un simile intervento.
  Conclude facendo presente, fermo restando l'impianto e la platea di beneficiari del bonus IRPEF, l'intenzione di valutare attentamente alcune proposte emendative riferite all'articolo 13, per realizzare più efficaci politiche in favore dei minori in situazione di povertà assoluta.
  Conferma pertanto il parere contrario del Governo sugli emendamenti Fassina 4.31 e Paglia 4.21.

  Francesco BOCCIA, presidente, come preannunciato, sospende la seduta, che riprenderà alle ore 16, così da permettere ai deputati che ne hanno fatto richiesta di poter partecipare al question-time in Assemblea.

  Laura CASTELLI (M5S) chiede al Governo se la richiesta di sospensione dei lavori parlamentari sia correlata alla valutazione delle istituzioni europee sul disegno di legge di stabilità.

  Il Viceministro Enrico MORANDO fa presente che la richiesta di interruzione dei lavori parlamentari è motivata da ragioni diverse da quelle richiamate dal deputato Castelli.

  Francesco BOCCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 11.35, è ripresa alle 16.35.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che è stato presentato un subemendamento all'emendamento 10.38 del Governo al disegno di legge di stabilità e che il predetto subemendamento, Molteni 0.10.38.1 (vedi allegato 2), è stato ritenuto ammissibile. Comunica altresì che sono stati presentati dal Governo gli emendamenti 17.487 e 31.44 (vedi allegato 2) e che il termine per la presentazione dei relativi subemendamenti è fissato alle ore 19 della giornata odierna.

  Giampaolo GALLI (PD) sottolinea che l'articolo 4 del disegno di legge di stabilità interviene sul tema, condiviso in Italia e a livello internazionale, della necessità di ridurre il cuneo fiscale, ossia la differenza tra busta paga e costo del lavoro, che in Italia è molto significativa e pesa negativamente sulla competitività delle imprese. Ritiene che la misura messa in campo dal Governo non sia banale in termini quantitativi e che rappresenti cosa assai diversa dal contrasto alla povertà, che si configura anch'essa una misura da attuare, ma non preliminarmente a quella in discussione. Rispetto alle critiche di coloro che sostengono che la misura in esame non riduce significativamente il numero di soggetti nella fascia di povertà, osserva che ciò è naturale, dal momento che tali soggetti appartengono a quella che si definisce «no tax area». Quanto invece all'utilizzo dell'ISEE quale parametro di riferimento per l'attribuzione del bonus di 80 euro, ritiene che l'applicazione di tale procedura comporterebbe un carico burocratico eccessivo. L'ISEE, a suo avviso, rappresenta infatti uno strumento da utilizzare per l'attribuzione di specifiche agevolazioni, riferibili a platee di beneficiari molto ridotte.

  Rocco PALESE (FI-PdL), in ragione dell'ampio dibattito che si sta sviluppando sull'articolo 4, propone che venga accantonato, per procedere più speditamente all'esame di altri articoli del disegno di legge.

  Francesco CARIELLO (M5S) nel condividere la proposta del collega Palese, chiede alla presidenza un chiarimento sulla pubblicità dei lavori della Commissione, evidenziando che nel resoconto della seduta di ieri non sono riportati alcuni rilievi da lui espressi in riferimento all'articolo 33.

  Francesco BOCCIA, presidente, fa presente che la pubblicità dei lavori della Pag. 79seduta è assicurata mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso, di cui non viene conservata la registrazione e che della seduta viene redatto un resoconto sommario, non stenografico.

  Massimo Enrico CORSARO (FdI-AN) esprime dubbi sulla richiesta di accantonamento dell'articolo 4 formulata dal collega Palese, e ritiene anzi opportuno che tutte le forze politiche della Commissione possano effettuare un dibattito più approfondito su temi di grande rilevanza.

  Guido GUIDESI (LNA) nell'esprimere anch'egli dubbi sull'opportunità di accantonare l'articolo 4, si rende disponibile a concedere al gruppo Partito Democratico del tempo per riflettere sui suoi contenuti, qualora ne abbia necessità.

  Francesco BOCCIA, presidente, ritiene opportuno proseguire nell'esame dell'articolo 4 e fa presente al deputato Guidesi che non vi è alcuna richiesta in tal senso da parte del Gruppo Partito Democratico.

  Dario PARRINI (PD) ritiene che il contenuto degli emendamenti riferiti all'articolo 4 che legano il bonus degli 80 euro ad una richiesta degli aventi diritto effettuata sulla base dell'ISEE contravvenga allo spirito della legge di stabilità, che ha inteso invece prevedere una riduzione della pressione fiscale sui redditi da lavoro. Concorda, inoltre, con l'onorevole Galli in merito al fatto che l'introduzione dell'ISEE, quale parametro di riferimento ai fini dell'attribuzione del predetto bonus, determinerebbe un considerevole incremento degli adempimenti burocratici, con conseguente venir meno degli obiettivi di semplificazione perseguiti dal Governo. Rileva, invece, come l'introduzione dell'ISEE possa ritenersi condivisibile nel caso del cosiddetto «bonus bebé», in quanto coinvolgerebbe una platea di soggetti assai più ridotta.

  Barbara SALTAMARTINI (NCD) ritiene opportuno che la Commissione svolga un dibattito approfondito su un tema a suo giudizio di grande importanza, e ritiene di scarso interesse che questo possa costituire o meno una occasione di confronto o di scontro all'interno del Partito Democratico. Ritiene che l'emendamento Fassina 4.31 in esame, come anche gli altri emendamenti riferiti all'articolo 4 che ne sposano la filosofia, penalizzino una misura, quale il bonus di 80 euro, che rappresenta una risposta immediata e significativa per coloro che versano in difficoltà economiche. Esprime infatti apprezzamento per l'orientamento del Governo e della maggioranza di porre il carico familiare al centro della politica fiscale, come da sempre auspicato dalla propria parte politica, e giudica i decreti attuativi della delega fiscale la sede propria per riformare la politica fiscale tenendo conto di questo elemento, ben più delle singole misure contenute nel disegno di legge di stabilità. Quanto al c.d bonus bebé, di cui all'articolo 13 del provvedimento in esame, fa presente che il suo gruppo parlamentare è favorevole all'introduzione dell'ISEE, o del riferimento alla situazione economica complessiva del nucleo familiare, ai fini dell'attribuzione della predetta agevolazione.

  Girolamo PISANO (M5S) giudica infondate le considerazioni dei colleghi che l'hanno preceduto rispetto all'inadeguatezza dello strumento dell'ISEE o dell'indicatore della situazione economica equivalente per l'ottenimento del beneficio di cui all'articolo 4. Osserva che la misura in esso contenuta si configura come una detrazione dalle imposte e non come una riduzione della pressione fiscale, che invece avrebbe luogo qualora venissero ridotte le aliquote IRPEF. Fa presente che sia l'emendamento Fassina 4.31 in discussione sia il successivo emendamento a sua prima firma 4.13 non intervengono sulle dimensioni della platea di soggetti destinati a percepire il bonus, bensì sulla sua composizione qualitativa. Contesta, inoltre, la considerazione secondo cui l'introduzione dell'ISEE rappresenterebbe un fattore di incremento degli adempimenti burocratici a carico dei cittadini. A suo Pag. 80avviso, la misura prevista all'articolo 4 è sostanzialmente iniqua, in quanto, per come è costruita, è destinata, di fatto, a privilegiare soggetti con redditi medio-alti, a scapito di quelli che versano in situazioni di disagio economico. Al riguardo, stigmatizza la resistenza del Governo ad apportare modifiche migliorative, determinata, a suo giudizio, dalla necessità di non smentire le dichiarazioni fatte dal premier per ragioni di carattere elettorale. In ultimo, sottolinea il fenomeno della «trappola della povertà» che porterà alcuni soggetti, dopo aver beneficiato del bonus, in una condizione economica peggiorativa rispetto a quella precedente e segnala, al fine di diminuirne l'impatto, l'opportunità di modificare le soglie attualmente fissate a 24 mila e 26 mila euro, ampliando la forbice attualmente prevista.

  Rocco PALESE (FI-PdL), nel rilevare la sostanziale incoerenza delle posizioni espresse nell'ambito dei partiti di maggioranza, sottolinea come le posizioni di ciascuna forza politica siano chiaramente emerse nell'ambito del dibattito.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) evidenzia come emergano notevoli profili problematici connessi alla quantificazione degli effetti finanziari della norma contenuta nell'articolo 4. Nel rilevare infatti come, anche il Servizio Bilancio dello Stato della Camera, nell'esaminare i profili finanziari delle disposizioni in esame abbia evidenziato che la quantificazione degli effetti finanziari è stata effettuata utilizzando un modello di microsimulazione che non consente di effettuare una precisa verifica della stima effettuata, richiama alcuni aspetti problematici sui quali ritiene necessari chiarimenti da parte del Governo. Segnala, innanzitutto, un problema di metodo, rilevando come risulti scorretto operare delle quantificazioni tanto approssimative e inadeguate quando, viceversa, ai cittadini è richiesta una grande accuratezza e precisione nel loro rapporto con l'Amministrazione finanziaria. A tale proposito, rammenta che, come indicato nella Relazione tecnica al provvedimento, la microsimulazione è effettuata con riferimento ai redditi 2012, adattati al 2015, non tenendo conto che tale platea potrebbe, nel frattempo, essere significativamente mutata. Rileva infatti che, se da un lato si potrebbe registrare un aumento dei cosiddetti incapienti o dei soggetti senza redditi da lavoro dipendente, dall'altro potrebbero rientrare nel beneficio soggetti che nel 2015 realizzano redditi inferiori rispetto a quelli del 2012. Inoltre, con riferimento ai criteri di cassa, fa presente come la Relazione tecnica consideri la mensilità di dicembre come recuperata nel 2015, non tenendo in considerazione il fatto che, nel caso di datore di lavoro pubblico, l'effetto di cassa si verifica già nel 2014, in quanto è lo stesso soggetto che, in qualità di sostituto di imposta, effettua l'erogazione del beneficio. Infine, per quanto concerne i profili di quantificazione dell'operazione in bilancio, chiede chiarimenti circa la qualificazione degli effetti finanziari, ai fini del saldo netto da finanziare o del fabbisogno, in parte come «minore entrata» ed in parte come «maggiore spesa». A tale riguardo, rammenta infatti che nella Relazione tecnica riferita al testo modificato del decreto-legge n. 66 del 2014, dal punto di vista contabile, gli effetti erano stati contabilizzati per la gran parte come maggiore spesa e, solo marginalmente, nella misura dell'8 per cento, come minore entrata. Nell'evidenziare come la ripartizione posta nella legge di stabilità in esame rispecchia le suddette percentuali indicate nella Relazione tecnica al decreto-legge n. 66, chiede quindi al Governo un chiarimento circa le motivazioni che hanno indotto ad una diversa imputazione dell'operazione in bilancio.

  Stefano FASSINA (PD), in relazione ai rilevi sollevati dagli esponenti dei gruppi di opposizione, reputa che la discussione svolta sulle misure contenute nell'articolo 4 in esame non riproduca i motivi di dissenso emersi all'interno del Partito democratico, essendo invece stata utile allo scopo di migliorare il testo del provvedimento sul tema molto importante delle Pag. 81misure di contrasto alla povertà. Con riferimento all'intervento della collega Saltamartini, che ha evidenziato l'attenzione rivolta alla situazione delle famiglie italiane, evidenzia come ciò non rappresenti una novità nell'approccio a tali questioni. Ribadisce come il suo emendamento 4.31 non fosse volto a trasformare il bonus di cui all'articolo 4 in una misura di modifica strutturale del sistema fiscale vigente, limitandosi a prevedere, ai fini dell'attribuzione di tale beneficio, l'applicazione di criteri che tengano conto del reddito complessivo e della composizione dei nuclei familiari.
  Accoglie quindi con favore quanto affermato dal Viceministro Morando, il quale ha fatto presente che, nell'ambito delle misure per l'erogazione del cosiddetto bonus bebé previste dall'articolo 13 del provvedimento in esame, si terrà in considerazione la situazione economica equivalente (ISEE) dei nuclei familiari.

  Francesco BOCCIA, presidente, fa presente che, per il gruppo Partito Democratico, gli onorevoli Tino Iannuzzi, Fregolent, Rosato, Causi e Taranto sostituiscono rispettivamente gli onorevoli Bonavitacola, Censore, Losacco, Melilli e Rubinato; per il gruppo MoVimento 5 Stelle l'onorevole Pesco sostituisce l'onorevole Colonnese; per il gruppo Lega Nord e Autonomie, l'onorevole Simonetti sostituisce l'onorevole Giancarlo Giorgetti; per il gruppo Sinistra Ecologia e Libertà l'onorevole Paglia sostituisce l'onorevole Marcon.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) ribadisce al Governo la richiesta di chiarimenti circa i profili problematici connessi alla quantificazione degli effetti finanziari della norma contenuta nell'articolo 4 del provvedimento.

  Il Viceministro Enrico MORANDO, con riferimento alla richiesta del deputato Villarosa, ribadisce quanto dichiarato in sede di discussione generale sugli emendamenti riferiti all'articolo 4.
  Rileva a tale riguardo come per la quantificazione e contabilizzazione in bilancio della misura in esame, la quale presenta certamente profili problematici, si debba necessariamente tener conto dei criteri imposti dall'Eurostat, in base ai quali, qualora, anche per un solo contribuente, il credito d'imposta comporti l'erogazione di un assegno da parte dello Stato, come nel caso dei beneficiari del bonus degli 80 euro la cui imposta lorda risulti parzialmente incapiente, l'intera operazione relativa al suddetto credito d'imposta stesso va qualificato e contabilizzato come «maggiore spesa».
  Fa tuttavia presente come siano al vaglio del Governo ipotesi di ridefinizione dell'intervento in esame in modo che lo stesso possa essere diversamente qualificato e contabilizzato dal punto di vista contabile.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Pesco 4.26, Fassina 4.31 e Pisano 4.13.

  Rocco PALESE (FI-PdL) preannuncia il suo voto contrario sull'emendamento Paglia 4.21.

  La Commissione respinge l'emendamento Paglia 4.21.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che il deputato Librandi ritira l'emendamento Tinagli 4.22, di cui è cofirmatario, mentre gli emendamenti Librandi 4.23 e Causi 4.30 sono accantonati in vista di una loro riformulazione. Avverte inoltre che l'emendamento Schullian 4.9 è stato ritirato dai presentatori, mentre gli emendamenti Librandi 4.32 e 4.33 risultano accantonati ai fini di un loro esame congiuntamente alle proposte emendative riferite all'articolo 13 e l'articolo aggiuntivo Fantinati 4.04 è accantonato per una sua riformulazione.

  La Commissione passa quindi all'esame degli emendamenti riferiti all'articolo 6.

  Mauro GUERRA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, esprime parere contrario sugli emendamenti Corsaro 6.5, Pag. 82Paglia 6.32, Palese 6.31, Corsaro 6.6, Ciprini 6.23, Currò 6.20, Corsaro 6.7 e Guidesi 6.13, mentre invita al ritiro dell'emendamento Librandi 6.27, per l'eventuale presentazione di un ordine del giorno al riguardo. Esprime infine parere contrario sull'articolo aggiuntivo Prataviera 6.04.

  La Commissione respinge l'emendamento Corsaro 6.5.

  Giovanni PAGLIA (SEL), con riferimento all'impianto generale delle misure previste dall'articolo 6 del provvedimento, ritiene che esse siano state presentate come misure a favore dei lavoratori mentre arrecano agli stessi un grave danno economico. Rileva, infatti, come, prevedendo che la quota di TFR erogata in busta paga sia sottoposta a tassazione ordinaria anziché al regime di tassazione separata attualmente previsto, esse comportano un sostanziale innalzamento del carico fiscale su tali somme. Ritiene inoltre che si tratti di misure volte ad ottenere risorse per la futura copertura finanziaria di altre disposizioni.

  Paolo TANCREDI (NCD) segnala l'emendamento presentato dal suo gruppo per il mantenimento del regime di tassazione separata anche per la quota di TFR erogata in busta paga. In linea generale, ritiene che la motivazione addotta nella Relazione tecnica circa l'impossibilità di mantenere tale regime di tassazione, la quale porrebbe problemi di copertura finanziaria, non sia valida, in quanto si tratta di una misura che si autoalimenta proporzionalmente al numero dei soggetti che vi aderiscono, attraverso la maggior tassazione delle somme erogate.

  Il Viceministro Enrico MORANDO, nel condividere lo spirito delle proposte emendative volte al mantenimento del regime fiscale ad aliquota media anche per la quota di TFR erogata in busta paga, rileva come proprio tale aspetto, relativo alla disciplina fiscale, potrebbe determinare un minor successo della misura. Rileva peraltro come, in un'ottica complessiva, l'intervento sia, in termini finanziari, in equilibrio, presentando un perfetto meccanismo di compensazione al suo interno. Respinge quindi le osservazioni secondo cui la misura in questione servirebbe per finanziare ulteriori interventi.

  Guido GUIDESI (LNA) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo su tutti gli emendamenti che mirano al mantenimento del regime di tassazione separata anche per la quota di TFR erogata in busta paga, eccetto che sull'emendamento Paglia 6.32, rispetto al quale non condivide la misura di copertura finanziaria individuata.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Paglia 6.32, Palese 6.31 e Corsaro 6.6.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) evidenzia che, con la norma in esame, il Governo in carica acquisisce anticipatamente risorse che dovrebbero, invece, essere nella disponibilità dei Governi futuri. Rileva infatti che le imposte sul TFR non saranno riscosse all'atto della cessazione del rapporto di lavoro, ma anticipatamente sulle singole quote. Al riguardo, osserva che, non a caso, la misura sarà in vigore sino al 30 giugno 2018, in coincidenza con la fine della legislatura in corso. Segnala inoltre che un intervento analogo è stato posto in essere dal Governo Letta con il decreto-legge n. 133 del 2013, relativo all'aumento di capitale della Banca d'Italia. Manifesta, infine, perplessità su quanto affermato dal rappresentante del Governo in ordine alla neutralità finanziaria della misura in discussione.

  Girolamo PISANO (M5S) richiama l'attenzione sulle difficoltà che la misura in argomento determinerà per il finanziamento delle piccole e medie imprese che, di fatto, utilizzano le somme accantonate a titolo di TFR per le proprie esigenze di liquidità. Ritiene inoltre che le risorse del fondo, istituito ai sensi dell'articolo 6, comma 7, del provvedimento in esame per Pag. 83garantire i crediti concessi dalle banche ai datori di lavoro, non saranno sufficienti.

  Tiziana CIPRINI (M5S), illustrando l'emendamento a sua prima firma 6.23, segnala che lo stesso prevede la possibilità per i lavoratori di revocare il consenso espresso, mediante il meccanismo del silenzio-assenso, al trasferimento del proprio TFR alle forme pensionistiche complementari, ai sensi dell'articolo 8, comma 7, lettera b), del decreto legislativo n. 252 del 2005. In caso di revoca del consenso, il TFR sarebbe trasferito al datore di lavoro, per le imprese con meno di 50 dipendenti, o al Fondo di tesoreria presso l'INPS, per le imprese con più di 50 dipendenti. Evidenzia, infine, che l'emendamento ha il duplice scopo di riconoscere la libertà ai lavoratori di modificare le scelte precedentemente effettuate e di garantire alle piccole e medie imprese una fonte di liquidità.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) osserva che i crediti concessi dalle banche avranno comunque un costo per le aziende e che queste ultime non potranno godere, per le quote di TFR anticipato ai dipendenti, della deduzione del 4 per cento, attualmente prevista per il versamento del TFR alle forme pensionistiche complementari.

  Il Viceministro Enrico MORANDO evidenzia che il Governo, nel predisporre la norma in esame, ne ha attentamente valutato le conseguenze sulle piccole e medie imprese, escludendo la possibilità di effetti pregiudizievoli nei loro confronti. Evidenzia che alle imprese sono infatti perfettamente garantite, grazie all'intervento dello Stato, identiche condizioni di liquidità.

  Massimo Enrico CORSARO (FdI-AN) rileva che la misura in discussione non presenta profili di neutralità finanziaria, diversamente da quanto asserito dal rappresentante del Governo, né appare idonea a sortire effetti positivi per il sistema economico. Osserva, infatti, che non si produrranno effetti positivi né per i lavoratori, per i quali fu istituito il TFR al precipuo scopo di agevolare il passaggio dal lavoro alla pensione attraverso la realizzazione di una forma di risparmio forzoso, né per le imprese, per le quali viene meno una fondamentale forma di autofinanziamento. Osserva inoltre che le banche, che già forniscono ampie prove dell'incapacità, o della mancanza di volontà, di erogare credito alle imprese, difficilmente faranno fronte a questa nuova forma di finanziamento, senza contestualmente ridurre la disponibilità di credito per altre finalità. Ritiene, infine, che quella di cui all'articolo 6 rappresenti la peggiore misura prevista dal disegno di legge di stabilità.

  Daniele PESCO (M5S) sottolinea i problemi che graveranno sulle aziende in seguito all'introduzione della misura in esame, evidenziando in particolare la necessità che queste avranno di far ricorso al sistema bancario. Richiama inoltre l'attenzione sull'insufficienza delle risorse destinate al fondo previsto dall'articolo 6, comma 7.

  Maino MARCHI (PD) con riferimento alla questione relativa alla sottoposizione al regime di tassazione ordinaria delle anticipazioni del TFR in busta paga, osserva che probabilmente i lavoratori che faranno ricorso a questa possibilità saranno quelli con redditi più bassi e pertanto con aliquote di tassazione marginale inferiori. Ritiene comunque che una differenza di tassazione possa essere giustificata in relazione alla diversa natura che assume l'erogazione del TFR mese per mese oppure una tantum. Ricorda, infine, che il ricorso all'anticipo in busta paga del TFR costituisce una mera facoltà che viene accordata ai lavoratori, che potranno eventualmente non avvalersene.

  Il Viceministro Enrico MORANDO ribadisce che la misura di cui all'articolo 6 non è destinata a sortire effetti pregiudizievoli per la liquidità delle aziende e che comunque essa rappresenta una mera facoltà, non un obbligo, per i lavoratori Pag. 84interessati, i quali, in caso di anticipo del TFR in busta paga, saranno tenuti a corrispondere, in termini di maggiore imposta, la differenza tra l'aliquota media e quella marginale. Segnala comunque che la differenza tra la tassazione ordinaria e quella separata sarà minima per i redditi più bassi – intorno ai 25 mila euro annui di reddito la differenza sarà appena percepibile – e per i casi di carriere lavorative con progressioni economiche poco dinamiche. Osserva, infine, che in Italia il risparmio previdenziale forzoso raggiunge già livelli elevatissimi – 33,5 per cento di contributi previdenziali e circa 10 per cento di TFR – e tra i più alti nell'ambito dei Paesi industrializzati. Pertanto non ritiene che una minima riduzione di tale livello di risparmio possa essere giudicata rischiosa o irresponsabile.

  Tommaso CURRÒ (M5S) illustra le finalità dell'emendamento a sua prima firma 6.20, essenzialmente volto a consentire ai lavoratori che negli anni precedenti hanno deciso di conferire il TFR maturando alle forme di previdenza complementare di revocare la scelta inizialmente effettuata, ciò anche al fine di tenere conto del fatto che, a seguito della pesante crisi economica in atto oramai sin dal 2008, i rendimenti garantiti dalle citate forme di previdenza complementare si sono progressivamente ridotti. In proposito, osserva che l'articolo 7 del decreto legislativo n. 252 del 2005, che detta la disciplina generale in materia, non sembra stabilire un vincolo concernente la non revocabilità della scelta originariamente compiuta dal lavoratore all'atto del conferimento del TFR maturando alle forme di previdenza complementare.

  Paolo TANCREDI (NCD), pur non essendo pregiudizialmente contrario ai contenuti dell'emendamento Currò 6.20, rileva il carattere sostanzialmente positivo dell'esperienza degli ultimi anni connessa al conferimento del TFR maturando alle forme di previdenza complementare, dal momento che tali fondi hanno consentito ai lavoratori che negli anni passati hanno effettuato quella scelta di percepire rendimenti superiori rispetto a quelli assicurati dagli istituti di previdenza pubblica.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) richiama preliminarmente l'attenzione sulla complessiva inefficienza del sistema previdenziale italiano, come dimostrato dalle negative conseguenze finanziarie connesse alla fusione tra l'INPDAP e l'INPS.
  Con riferimento più in generale alle disposizioni di cui all'articolo 6 del provvedimento, concernenti l'anticipo in busta paga del TFR, rileva che quella che viene qualificata come un'opzione in capo al lavoratore si configura, d'altro canto, come un obbligo in capo al datore di lavoro. A tale proposito, ritiene che la previsione di un apposito Fondo di garanzia per l'accesso ai finanziamenti per le imprese con alle dipendenze un numero di addetti inferiore a 50, recata dal comma 5 del citato articolo, non sarà comunque in grado, considerata l'esiguità delle risorse complessivamente stanziate, di risolvere le criticità che sul piano della liquidità finanziaria sicuramente all'atto pratico dovranno affrontare i datori di lavoro. Esprime, in particolare, scetticismo circa l'effettiva capacità da parte dell'INPS di rilasciare tempestivamente le certificazioni di cui al comma 6 dell'articolo 6, necessarie ad avviare le procedure per l'accesso ai finanziamenti da parte dei datori di lavoro.

  Francesco BOCCIA, presidente, ricorda che in via tendenziale su ciascun emendamento si è stabilito di consentire l'intervento di un deputato per ogni gruppo, ferma restando la facoltà per ciascun deputato di sviluppare ulteriormente la discussione su determinati temi nel corso dell'esame delle ulteriori proposte emendative vertenti su analoga materia. Ciò premesso, invita l'onorevole Villarosa a completare l'intervento.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), invitando il presidente Boccia a garantire comunque una gestione dei lavori pienamente rispettosa delle prerogative dei deputati, Pag. 85rinnova la propria perplessità, anche sulla base della personale esperienza di imprenditore, circa l'effettiva capacità da parte degli istituti di credito, a fronte delle richiamate attività di certificazione poste in capo all'INPS, di erogare tempestivamente i finanziamenti richiesti dai datori di lavoro.

  La Commissione respinge l'emendamento Currò 6.20.

  Massimo Enrico CORSARO (FdI-AN), in margine al precedente intervento dell'onorevole Tancredi, lamenta anzitutto l'evidente contraddittorietà dell'azione del Governo che, a fronte dell'esperienza complessivamente positiva fatta registrare negli anni passati dalle forme di previdenza complementare, che hanno saputo assicurare ai lavoratori rendimenti mediamente più elevati rispetto alle quote ad esse conferite del TFR maturando, ha tuttavia deciso, con le disposizioni di cui all'articolo 44 del provvedimento in esame, di innalzare inopinatamente la tassazione sulle medesime forme di previdenza complementare dall'11 al 20 per cento. Ciò premesso, illustra le finalità dell'emendamento a sua firma 6.7, volto a prevedere che l'erogazione delle quote di TFR non si calcola ai fini della determinazione del reddito da utilizzare per la definizione dei livelli ISEE, pena il rischio di estromettere determinati soggetti, in ragione della propria posizione reddituale, dal godimento di talune agevolazioni fiscali, concernenti spesso una serie di prestazioni di carattere sociale.

  Guido GUIDESI (LNA), nel sostenere con convinzione l'emendamento Corsaro 6.7, ispirato ad una sostanziale logica di equità, non comprende il parere contrario su di esso espresso dal relatore e dal rappresentante del Governo, dal momento che recependo i contenuti della suddetta proposta emendativa si consentirebbe di evitare che coloro che abbiano optato per l'anticipo in busta paga del TFR possano essere esclusi, in ragione di una accresciuta posizione reddituale, dal godimento di talune agevolazioni fiscali relative anche a determinate prestazioni di carattere sociale.

  La Commissione respinge l'emendamento Corsaro 6.7.

  Guido GUIDESI (LNA), intervenendo sull'emendamento a sua prima firma 6.13, invita il relatore ed il rappresentante Governo a svolgere un supplemento di riflessione, dal momento che la proposta emendativa, oltre ad essere priva di oneri, è esclusivamente volta ad evitare la concessione di indebiti favori agli istituti di credito, prevedendo che l'intera procedura istruttoria preliminare alla concessione dei finanziamenti ai datori di lavoro per l'erogazione del TFR in busta paga, di cui all'articolo 6, non comporti alcun aggravio di costo per i datori di lavoro medesimi.

  Daniele PESCO (M5S), nel richiamare le precedenti dichiarazioni del Viceministro Morando secondo cui l'anticipo del TFR in busta paga non comporterebbe alcun onere per l'erario, osserva tuttavia come stando a quanto riferito nella relazione tecnica al provvedimento tale intervento è qualificato come suscettibile di generare maggiori cospicui introiti per lo Stato.

  La Commissione respinge l'emendamento Guidesi 6.13.

  Gianfranco LIBRANDI (SCpI) ritira l'emendamento a sua prima firma 6.27, preannunciando la presentazione in materia di un ordine del giorno nel corso del successivo esame del provvedimento in Assemblea.

  Guido GUIDESI (LNA), illustrando l'articolo aggiuntivo Prataviera 6.04, rileva come esso affronta una questione, quella dei cosiddetti esodati del comparto della scuola, meglio noti come «Quota 96», sulla quale la Commissione bilancio si è già ripetutamente pronunciata. Evidenzia altresì che la citata proposta emendativa reca un contenuto analogo a quello della Pag. 86disposizione approvata inizialmente dalla Camera nell'ambito della discussione del decreto-legge «pubblica amministrazione», poi soppressa dall'altro ramo del Parlamento. Alla luce di tale precedente, sottolinea pertanto la palese incoerenza insita nel parere contrario espresso dal relatore e dal rappresentante del Governo sull'articolo aggiuntivo Prataviera 6.04.

  Barbara SALTAMARTINI (NCD) ricorda che l'articolo aggiuntivo Prataviera 6.04 concerne una tematica sulla quale, come ricordato anche dall'onorevole Guidesi, la Commissione bilancio si è già espressa anche attraverso l'approvazione unanime, il 27 marzo 2014, congiuntamente alla XI Commissione lavoro pubblico e privato, di una risoluzione che impegnava il Governo a reperire le risorse necessarie per l'adozione di urgenti iniziative normative volte a porre rimedio alla situazione dei cosiddetti esodati del comparto della scuola.
  A tale proposito, rammenta che anche il Presidente del Consiglio Renzi ha di recente riconosciuto l'urgenza del problema, promettendo l'individuazione di una tempestiva soluzione attraverso l'adozione di uno specifico provvedimento.
  Precisa che la questione, che riguarda i diritti di una platea di circa 4 mila lavoratori del comparto scolastico, qualora positivamente risolta, potrebbe altresì favorire nel suddetto settore l'auspicabile ricambio generazionale. Pur consapevole del rilevante impatto sul piano finanziario della questione, ritiene doveroso da parte del Governo assumere comunque una posizione coerente rispetto ai contenuti della risoluzione prima richiamata ed approvata all'unanimità. In considerazione della delicatezza della questione, invita pertanto il relatore ed il rappresentante del Governo a valutare la possibilità di procedere ad un accantonamento dell'articolo aggiuntivo Prataviera 6.04.

  Mauro GUERRA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, ricorda che, come già evidenziato dai colleghi che lo hanno preceduto, sul tema affrontato dall'articolo aggiuntivo Prataviera 6.04 la Commissione bilancio si è già pronunciata anche attraverso l'approvazione unanime di una risoluzione, con la quale si è impegnato il Governo a ricercare possibili soluzioni alla questione.
  Osserva, tuttavia, come le modalità di copertura finanziaria individuate dalla suddetta proposta emendativa hanno indotto il relatore ad esprimere su di essa un parere contrario. A suo avviso, il tema essenziale riguarda l'entità delle risorse finanziarie effettivamente necessarie per porre soluzione al problema dei cosiddetti esodati del comparto della scuola, tanto più che nella fase attuale non sembrano ricorrere le condizioni tali da consentire una tempestiva soluzione della problematica richiamata.
  Ritiene comunque opportuno rinnovare al Governo, nella presente sede, l'invito affinché possa affrontare nuovamente il tema, qualora ciò fosse possibile già nel prosieguo dell'esame parlamentare del disegno di legge di stabilità, ovvero nell'ambito delle risorse complessivamente stanziate dall'articolo 3 del provvedimento per la realizzazione del piano «La Buona Scuola». Sulla problematica concernente il regime previdenziale relativo al comparto della scuola, con particolare riferimento alla platea dei cosiddetti esodati, ritiene tuttavia opportuno acquisire l'avviso del rappresentante del Governo.

  Massimo Enrico CORSARO (FdI-AN) intervenendo sull'articolo aggiuntivo 6.04, fa presente che esso interviene a sanare un vero e proprio errore su una questione, conosciuta come «quota 96», commesso dal Governo Monti nel corso dell'approvazione della legge finanziaria, che allora non fu possibile correggere per meri fatti procedurali e che il Governo di allora e i successivi hanno assicurato che sarebbe stato risolto nel più breve tempo possibile. Fa presente che da allora si sono succeduti numerosi provvedimenti nei quali non è stata posta soluzione alla questione e che lo stesso attuale presidente della Commissione Bilancio, in un recente intervento in Assemblea, si era impegnato alla soluzione Pag. 87di tale questione. Ritiene che l'articolo aggiuntivo 6.04 costituisca una opportuna occasione per risolvere tale annoso problema e che la legge finanziaria sia il provvedimento che meglio di ogni altro possa contenere tale soluzione. Invita quindi i deputati della Commissione a votare non secondo le indicazioni che provengono dal Governo, di modo che i docenti che sono stati allora danneggiati per un mero errore tecnico e successivamente turlupinati con promesse mai mantenute, ottengano ragione di quanto loro dovuto.

  Giulio MARCON (SEL), nel preannunciare il voto favorevole del proprio gruppo sull'articolo aggiuntivo in esame, ricorda che tale questione era stata affrontata dalla Camera nel decreto-legge cosiddetto «pubblica amministrazione» e che successivamente era stata soppressa dal Senato su indicazione del Governo. Rammenta che dopo il citato stralcio il presidente del Consiglio Renzi aveva dichiarato che avrebbe posto fine alla questione in un successivo decreto-legge sulla scuola, cosa che non è avvenuta e, nel fare presente che il proprio gruppo ha presentato un emendamento all'articolo 12 di contenuto analogo, invita la Commissione a votare in modo coerente con gli indirizzi da sempre seguiti al riguardo.

  Laura CASTELLI (M5S) invita la Commissione e segnatamente il presidente a non perdere questa importante occasione per risolvere un problema annoso, se necessario attraverso una riformulazione dell'articolo aggiuntivo che intervenga a modificarne la copertura finanziaria, e dichiara la sottoscrizione dell'emendamento da parte dei componenti della Commissione Bilancio appartenenti al proprio gruppo.

  Paolo TANCREDI (NCD) fa presente che la richiesta di accantonamento avanzata ha come motivazione prioritaria quella di mettere all'attenzione della Commissione e del Governo una questione a suo giudizio indifferibile, a prescindere dagli eventuali problemi legati alla copertura.

  Rocco PALESE (FI-PdL) dichiara di voler sottoscrivere la proposta emendativa 6.04, in coerenza con gli indirizzi di cui alla risoluzione approvata all'unanimità dalla Commissione Bilancio, approvata con la finalità di correggere quello che è stato riconosciuto da tutti come un errore.

  Francesco BOCCIA, presidente, pur sottolineando che non è suo costume intervenire nel dibattito, ma ritenendo di doverlo fare essendo stato chiamato personalmente in causa da alcuni colleghi, ricorda che la Camera dei deputati aveva approvato in un precedente provvedimento una disposizione su questo tema, che il Senato ha ritenuto di sopprimere su indicazione del Governo. Nel ribadire che la proposta emendativa non presenta problemi tecnici di ammissibilità, anche per quanto riguarda la copertura finanziaria, e ribadendo la necessità che venga posta una soluzione a tale indifferibile questione sulla quale non è stato possibile intervenire finora per questioni procedurali, oltre che per la fine della precedente legislatura e l'avvio faticoso della attuale, osserva che l'assenza di questo tema nella legge di stabilità rende evidenti le priorità che il Governo ha ritenuto di voler privilegiare nel provvedimento in esame. Rendendosi in ogni caso disponibile ad un eventuale accantonamento della proposta emendativa ai fini di un successivo approfondimento, ritiene opportuno acquisire al riguardo l'avviso del rappresentante del Governo.

  Il Viceministro Enrico MORANDO fa presente che il Governo è stato impegnato da una risoluzione parlamentare, che prima è stata richiamata, a risolvere la questione affrontata dall'articolo aggiuntivo in esame e intende farlo con assoluta serietà e tempestività. Pur rilevando che la quantificazione degli oneri nella proposta emendativa è assolutamente corretta, sottolinea che la copertura, tecnicamente anch'essa idonea, non lo è dal punto di vista Pag. 88politico, in quanto azzera il Fondo nazionale per le politiche e i servizi dell'asilo, e quindi non concorda con la richiesta di accantonamento.

  Francesco BOCCIA, presidente, facendo presente che in caso di accantonamento potrebbe essere riformulata anche la relativa copertura, prende atto della dichiarazione del Viceministro.

  Rocco PALESE (FI-PdL) insiste riguardo all'accantonamento, chiedendo ai rappresentanti dei gruppi di maggioranza di farsi carico della questione in esso affrontata e verificare la possibilità di una diversa copertura finanziaria.

  Mauro GUERRA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, nel condividere la gravità della questione oggetto dell'articolo aggiuntivo 6.04, a livello procedurale ritiene, dal momento che la copertura non è condivisa dal Governo, che si possa procedere in due modi alternativi, ossia o accantonare tutte le proposte emendative che affrontano questo tema a qualunque articolo essi siano riferiti, per permetterne un approfondimento e una eventuale riformulazione, e per valutare il possibile inserimento della questione in esse trattata all'interno delle priorità che il Governo intende affrontare con la legge di stabilità, ovvero procedere alla votazione di questa proposta e affrontare la discussione e le eventuali richieste di accantonamento delle altre proposte emendative che recano coperture diverse nel momento in cui la Commissione le incontrerà.

  Il Viceministro Enrico MORANDO, nel dichiararsi disponibile in ogni momento a confrontarsi con il Parlamento sulle priorità da affrontare nella legge di stabilità, ribadisce quanto prima dichiarato riguardo alla richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo 6.04.

  Barbara SALTAMARTINI (NCD), ribadendo le considerazioni svolte dal collega Tancredi, insiste sulla richiesta di accantonamento di questa come delle altre proposte emendative che affrontano la questione «quota 96», al fine di verificare la presenza di una copertura condivisibile anche politicamente dal Governo e porre fine ad una vicenda annosa.

  Bruno TABACCI (Misto-CD), esprime la propria contrarietà sulla proposta emendativa in esame, in quanto smantella di fatto il fondo per i rifugiati, e, richiamando brevemente le origini della questione, ritiene che la soluzione più corretta, anche per il corretto rapporto tra i due rami del Parlamento, sia quella di licenziare il provvedimento invitando il Senato ad affrontarla.

  Maino MARCHI (PD) sottolinea che la questione cosiddetta «quota 96» è all'attenzione del Governo e della maggioranza e ritiene che l'unica soluzione possibile sia quella proposta dal relatore di individuare, a copertura degli oneri, fondi che abbiano una capienza sufficiente, come ad esempio quello relativo a «La buona scuola». Ritiene che non sia necessario l'accantonamento della proposta in esame, dal momento che nel prosieguo dell'esame la Commissione si troverà ad affrontare le altre proposte emendative che affrontano il medesimo tema, in quanto riferite ad articoli non ancora discussi, con l'auspicio che nel frattempo si possa individuare una strada percorribile per la soluzione del problema.

  Guido GUIDESI (LNA) segnala che, a differenza di quanto dichiarato dal Viceministro e dai rappresentanti della maggioranza, tra le priorità che devono essere affrontate il proprio gruppo privilegia la questione degli esodati della scuola rispetto a quella dei rifugiati. In qualità di cofirmatario della proposta emendativa, insiste per la sua votazione.

  Giulio MARCON (SEL), non essendosi reso conto che la copertura dell'articolo aggiuntivo era a valere sul fondo per i rifugiati, preannuncia il voto contrario su di essa, riservandosi di intervenire sulla proposta emendativa di analogo contenuto Pag. 89presentata dal proprio gruppo all'articolo 12.

  Francesco BOCCIA, presidente, fa presente che sullo stesso tema sono stati presentati gli articoli aggiuntivi Pannarale 12.03 e Di Salvo 28.04.

  Massimo Enrico CORSARO (FdI-AN) prende atto delle dichiarazioni del rappresentante del Governo riguardo alla diversa priorità da esso ascritta alla questione degli esodati della scuola e dei rifugiati, e dichiara di voler sottoscrivere la proposta emendativa in esame.

  Girgis Giorgio SORIAL (M5S) fa presente che procedere ad un accantonamento della proposta emendativa consentirebbe ai parlamentari di valutare a mente fresca la questione in esso affrontata, cosa che non accadrebbe se la stessa questione fosse posta all'attenzione della Commissione alla fine dell'esame del provvedimento, quando sarebbe impellente la necessità di chiudere i lavori. In ragione della copertura a valere sul fondo per i rifugiati ritira la firma apposta in precedenza e chiede alla presidenza di procedere alla votazione nominale, come già accaduto in passato, dando modo ad ogni parlamentare di assumersi una responsabilità personale, e non di dover procedere al voto secondo le indicazioni del proprio gruppo di appartenenza.

  Francesco BOCCIA, presidente, in relazione alla questione posta circa la possibilità di procedere alla votazione nominale degli emendamenti, fa presente come tale modalità di votazione non sia consentita in occasione dell'esame di provvedimenti in sede referente, bensì solo per i provvedimenti in sede legislativa o comunque nelle sedi in cui la Commissione deliberi in maniera definitiva.

  Il Viceministro Enrico MORANDO dichiara la volontà del Governo di valutare con attenzione le altre proposte emendative che affrontano lo stesso tema posto dall'articolo aggiuntivo Prataviera 6.04, individuando, tuttavia, coperture finanziarie differenti da quelle recate dalla stessa proposta emendativa. Nel confermare quindi il parere contrario del Governo sull'articolo aggiuntivo 6.04, preannuncia l'intenzione di discutere nel merito la questione nell'ambito dell'esame delle suddette proposte emendative, nel corso del quale i partiti di maggioranza e il Governo potranno esprimere le proprie valutazioni politiche circa l'opportunità di allocare risorse a questo fine.

  Barbara SALTAMARTINI (NCD) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento Prataviera 6.04, evidenziando come, nel corso del dibattito sull'emendamento stesso, sia emerso l'atteggiamento fortemente demagogico di alcune forze politiche.
  Dichiara peraltro la propria disponibilità a discutere altre proposte emendative che siano volte ad affrontare e risolvere la questione in esame.

  Rocco PALESE (FI-PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Prataviera 6.04.

  La Commissione respinge l'emendamento Prataviera 6.04.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che il relatore ha predisposto una nuova formulazione degli emendamenti Fantinati 4.04 e Librandi 4.23, che erano stati accantonati, nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Mauro GUERRA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, segnala che, con la nuova formulazione dell'emendamento Fantinati 4.04 si è inteso estendere all'anno 2015 l'applicazione delle misure, previste dall'articolo 12, comma 7-bis, del decreto-legge n. 145 del 2013, in relazione alla compensazione delle cartelle esattoriali in favore delle imprese titolari di crediti non prescritti, certi, liquidi ed esigibili, per somministrazione, forniture, appalti e servizi, anche professionali, maturati nei confronti della pubblica amministrazione. Pag. 90Rileva, a tale riguardo come sia stato inserito altresì il termine di novanta giorni per l'emanazione del decreto da parte del Ministro dell'economia e delle finanze.

  Mattia FANTINATI (M5S) chiede le ragioni per le quali debba essere emanato un nuovo decreto per l'applicazione di tali misure nel 2015, essendo già stato adottato analogo provvedimento con riferimento all'anno 2014. Inoltre, in termini generali, chiede al rappresentante del Governo quali siano le motivazioni che impediscono all'Esecutivo di trasformare questa forma di compensazione dei crediti in una misura strutturale, che sarebbe di aiuto per le imprese.

  Mauro GUERRA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, in relazione alle questioni poste dal deputato Fantinati rileva come si renda ad oggi necessario adottare un decreto ministeriale in relazione alla proroga dell'intervento per l'anno 2015. Precisa inoltre che la misura è stata limitata al 2015 poiché si ritiene che la sua utilità debba essere solamente transitoria.

  Il Viceministro Enrico MORANDO conferma quanto affermato dal relatore, ritenendo auspicabile che il fenomeno dei crediti vantati dalle imprese nei confronti della pubblica amministrazione possa essere validamente superato, in futuro, attraverso strumenti diversi, posto che la misura in esame non deve essere intesa in chiave strutturale.

  Mattia FANTINATI (M5S) ricorda che tale genere di intervento in Italia è indispensabile in quanto la pubblica amministrazione italiana è il peggior pagatore dei propri debiti in Europa.
  Accetta quindi la riformulazione del suo articolo aggiuntivo 4.04 proposta dal relatore.

  Gianfranco LIBRANDI (SCpI) accetta la riformulazione del suo emendamento 4.23.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva l'emendamento Librandi 4.23 e l'articolo aggiuntivo Fantinati 4.04, come riformulati (vedi allegato 1).

  Laura CASTELLI (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede alla presidenza quale sia la programmazione dei lavori per il prosieguo della seduta.

  Francesco BOCCIA, presidente, fa presente che, se non vi sono obiezioni, la Commissione potrebbe proseguire con l'esame degli emendamenti fino alle ore 20.30 circa, per poi passare alla riunione dell'Ufficio di Presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  La Commissione passa quindi all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 8.

  Mauro GUERRA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, invita al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, dell'emendamento Segoni 8.26.
  Preannuncia un analogo parere sul complesso degli emendamenti che prevedono l'estensione delle agevolazioni fiscali agli interventi effettuati da privati per interventi di messa in sicurezza degli edifici, per l'incremento del rendimento energetico, nonché per interventi volti alla riduzione del rischio idrogeologico, posto che, nell'ambito della legge di stabilità in discussione, si ritiene prioritario destinare risorse alla messa in sicurezza degli edifici situati in zone ad elevato rischio sismico.
  Propone l'accantonamento dell'emendamento Paola Bragantini 8.37, ai fini di una sua successiva riformulazione; invita al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, dell'emendamento Marchi 8.43. Propone quindi l'accantonamento, per un'ulteriore verifica ai fini di una sua riformulazione, dell'emendamento Iannuzzi 8.9, dalla cui approvazione risulterebbero pertanto assorbiti gli emendamenti Ferraresi 8.27, Pellegrino 8.32 e l'emendamento 8.6 della VIII Commissione. Invita al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, dell'emendamento Pag. 91Pisano 8.38, il quale sostanzialmente riproduce parte delle disposizioni previste in un provvedimento che è all'esame della VI Commissione Finanze, nonché dell'emendamento Rampelli 8.13. Esprime parere contrario sull'emendamento Pellegrino 8.33; invita al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, dell'emendamento Zolezzi 8.23, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Crippa 8.16. Invita quindi al ritiro, altrimenti esprimendo parere contrario, dell'emendamento Plangger 8.1, mentre propone l'accantonamento degli emendamenti Schullian 8.2 e Gebhard 8.3, i quali potrebbero risultare assorbiti dalla nuova formulazione dell'emendamento Paola Bragantini 8.37.

  Il Viceministro Enrico MORANDO esprime parere conforme a quello del relatore, confermando la priorità data dal Governo, nell'ambito delle misure adottate con la legge di stabilità in discussione, agli interventi di messa in sicurezza degli edifici situati in zone ad elevato rischio sismico.

  Samuele SEGONI (M5S) illustra il suo emendamento 8.26, raccomandandone l'approvazione. Rileva come esso, secondo un'impostazione diversa da quella propria del Governo, miri a favorire l'attuazione di una serie di piccoli interventi effettuati da privati, i quali potrebbero innescare un circolo virtuoso di interventi utili per il contenimento del rischio idrogeologico in molte aree del Paese.

  Patrizia TERZONI (M5S) rileva innanzitutto come l'emendamento in esame dia concreta risposta all'esigenza di affrontare, con misure di immediata attuazione, un pericolo costante che grava su vaste aree del territorio del Paese. Ricorda in proposito che, come evidenziato da uno studio del Centro ricerche economiche sociali di mercato per l'edilizia e il territorio (CRESME), analoghe misure, relative all’ecobonus a fini di efficientamento energetico degli edifici, hanno avuto una ricaduta estremamente positiva sia in termini occupazionali, con nuovi 300 mila posti di lavoro, sia in termini di maggiori introiti per lo Stato. Evidenzia quindi come il costo della misura proposta dall'emendamento, pari a 70 milioni per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017, sia di molto inferiore ai vantaggi che ne deriverebbero a favore dei cittadini e della tutela del territorio.
  Nel ricordare come il Presidente del Consiglio abbia più volte manifestato la sua intenzione di attuare tempestivamente misure di contrasto al rischio idrogeologico, rileva come l'emendamento fornisca al Governo l'opportunità di attuare una misura concreta in questo senso.
  Chiede quindi che l'emendamento Segoni 8.26 sia accantonato.

  Federico D'INCÀ (M5S), con riferimento all'emendamento in esame, sottolinea come esso prospetti una misura importante per contribuire ad affrontare un'emergenza del Paese, rispetto alla quale il Governo dovrebbe valutare l'opportunità di individuare la necessaria copertura finanziaria anche attraverso la corrispondente riduzione dello stanziamento previsto per l'erogazione del cosiddetto bonus di 80 euro.

  Daniele PESCO (M5S) chiede se ci sia da parte del relatore e del Governo la volontà di accantonare l'emendamento Segoni 8.26, al fine di effettuare una più approfondita valutazione sullo stesso.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) ricorda l'esondazione che ha colpito il comune di Barcellona Pozzo di Gotto nel mese di novembre 2011, e che ha causato 100 milioni di euro di danni, allo scopo di evidenziare come con una minima spesa preventiva, in questo caso si prevede un importo di 70 milioni di euro annui per il triennio 2015-2017, si può evitare il verificarsi di danni per importi molto superiori.

  Girgis Giorgio SORIAL (M5S) chiede che l'emendamento Segoni 8.26 venga adeguatamente discusso, trattandosi di un Pag. 92argomento di notevole interesse per il MoVimento 5 Stelle e pensando sia interessante per tutti i colleghi, indipendentemente dal gruppo di appartenenza. Ritiene che la situazione del dissesto idrogeologico sia veramente grave e meriti di essere risolta il più rapidamente possibile. Chiede che l'emendamento venga accantonato ai fini di una sua riformulazione, qualora ciò ne possa facilitare l'approvazione.

  Mattia FANTINATI (M5S) evidenzia che le aziende che operano nel settore della riqualificazione energetica sono quelle che presentano il maggior grado di innovazione e pertanto, se si vuole incrementare la ricerca e l'innovazione, è opportuno intervenire in questo settore.

  Maino MARCHI (PD) non ritiene che sia opportuno, in ragione della materia trattata e non per problemi di copertura, affrontare la questione del dissesto idrogeologico nell'ambito della discussione dell'articolo 8, relativo alle agevolazioni fiscali per le spese di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica, ovvero interventi che riguardano beni immobili di proprietà di privati. Preannuncia che proprio per questo motivo ritirerà l'emendamento a sua prima firma 8.43.

  Mauro GUERRA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, conferma la volontà, già espressa in precedenza, di non accettare richieste di accantonamento se non vi sia una concreta possibilità che il parere contrario possa essere rivisto. In questo caso in particolare non ritiene che lo strumento che l'emendamento propone di utilizzare, la detrazione fiscale, sia adeguato rispetto all'obiettivo del contrasto al dissesto idrogeologico, per il quale sarebbe necessario piuttosto un piano organico predisposto da soggetti pubblici.

  Laura CASTELLI (M5S) non condivide le obiezioni formulate dall'onorevole Marchi e dal relatore, anche in considerazione dell'ammissibilità dell'emendamento in discussione.

  Samuele SEGONI (M5S) chiede che l'emendamento a sua prima firma 8.26 sia accantonato allo scopo di predisporne una formulazione che consenta di superare i rilievi critici. Non ritiene comunque inverosimile che il proprietario di un terreno a rischio di franare possa intervenire per consolidarlo, grazie agli incentivi fiscali che si propone di introdurre.

  La Commissione respinge l'emendamento Segoni 8.26.

  Barbara SALTAMARTINI, presidente, avverte che, in assenza di obiezioni, l'emendamento Paola Bragantini 8.37 deve intendersi accantonato.

  Maino MARCHI (PD) ritira l'emendamento a sua prima firma 8.43.

  Barbara SALTAMARTINI, presidente, avverte che, in assenza di obiezioni, l'emendamento Iannuzzi 8.9 deve intendersi accantonato. Gli emendamenti Ferraresi 8.27, Pellegrino 8.32 e 8.6 della VIII Commissione devono intendersi anch'essi accantonati, in quanto risulterebbero assorbiti dall'eventuale approvazione dell'emendamento Iannuzzi 8.9.

  Girolamo PISANO (M5S) illustra l'emendamento a sua prima firma 8.38, relativo ai certificati di credito fiscale per interventi di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione energetica degli edifici, segnalando che il Dipartimento delle finanze ha espresso parere favorevole sullo stesso. Evidenzia gli effetti positivi che si realizzerebbero grazie al moltiplicatore, calcolato dal FMI nella misura dell'1,5 per cento, da raddoppiare, in considerazione del fatto che la partecipazione dello Stato è limitata al 50 per cento dell'importo del certificato. Dichiara comunque il ritiro dell'emendamento.

  Il Viceministro Enrico MORANDO premette che le opinioni degli uffici del Ministero dell'economia e delle finanze non possono essere invocate per contrastare il parere espresso personalmente dal Viceministro. Pag. 93Evidenzia poi che la proposta contenuta nell'emendamento Pisano 8.38 appare interessante e degna di approfondimento ed è volta, attraverso un'operazione di cartolarizzazione, a porre sul mercato un derivato. Segnala però che, secondo i criteri Eurostat, questo derivato, posto sul mercato dallo Stato, viene classificato come debito e questo costituisce un problema che deve assolutamente essere risolto prima di poter approvare la disposizione.

  Girolamo PISANO (M5S) assicura che non era sua intenzione contrastare il parere espresso dal rappresentante del Governo.

  Francesco CARIELLO (M5S) invita a valutare la questione dell'aumento del debito, causato dall'emissione dei certificati di credito fiscale, in relazione all'analisi di sostenibilità del debito. Osserva che l'aumento del debito non va considerato in valore assoluto, ma in rapporto al PIL, e che quest'ultimo crescerebbe, per effetto del moltiplicatore, e si avrebbe pertanto un miglioramento del rapporto debito/PIL.

  Bruno TABACCI (Misto-CD) si dichiara contrario a qualsiasi forma di finanza creativa.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Rampelli 8.13 e Pellegrino 8.33.

  Samuele SEGONI (M5S), illustrando l'emendamento Zolezzi 8.23, ricorda che l'amianto causa 5 mila decessi l'anno ed è pertanto necessario intervenire per rimuovere questo materiale dagli edifici e ridurre la mortalità.

  Patrizia TERZONI (M5S) evidenzia che il Partito Democratico, in Commissione ambiente, ha sempre dimostrato molta attenzione per a bonifica dall'amianto e osserva che l'approvazione dell'emendamento Zolezzi 8.23 potrebbe essere una buona occasione per dare concretezza a questa attenzione. Segnala che le cifre richieste per la copertura sono alquanto modeste e vi si potrebbe far fronte con i risparmi che il Servizio sanitario nazionale realizzerebbe in caso di riduzione delle malattie causate dall'amianto. Propone quindi l'accantonamento dell'emendamento Zolezzi 8.23.

  Daniele PESCO (M5S) sottolinea l'importanza del problema, in passato non adeguatamente considerato, e l'esiguità delle risorse destinate alla copertura, pur riconoscendo che la stabilizzazione della misura comporterà un aumento delle somme da destinare a questa finalità. Si associa alla richiesta di accantonamento dell'emendamento Zolezzi 8.23.

  Maino MARCHI (PD) afferma di aver sempre tenuto in seria considerazione questo problema e ricorda di essere stato uno dei primi sindaci italiani che, anteriormente all'entrata in vigore della legge del 1992, ha disposto la chiusura di una fabbrica di produzione dell'amianto. Ritiene inoltre che l'utilizzo dello strumento della detrazione fiscale sia consono alla bonifica dall'amianto. Osserva però che non è possibile, a suo parere, ridurre i finanziamenti destinati alla sanità e ritiene preferibile concentrare le risorse disponibili per la concessione di una detrazione per la prevenzione del rischio sismico, come auspicato anche dalla Commissione ambiente.

  Federico D'INCÀ (M5S), pur esprimendo apprezzamento per le iniziative assunte negli anni passati dall'onorevole Marchi in qualità di amministratore locale con riguardo ad interventi di bonifica dall'amianto, sottolinea la particolare rilevanza dell'emendamento Zolezzi 8.23, i cui oneri finanziari sono peraltro assai ridotti, nell'ordine di 10 milioni di euro a decorrere dal 2015, dal momento che i decessi a causa di mesioteloma per esposizione all'amianto ammontano nel nostro Paese a circa 5 mila l'anno. A suo avviso, occorre pertanto reperire le risorse necessarie a realizzare gli interventi di bonifica, nonché agire con determinazione al fine di Pag. 94avviare un graduale percorso di risanamento delle situazioni critiche esistenti. Ricorda, infine, che sulla tematica in discussione ha presentato con il collega Zolezzi una specifica proposta di legge.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) fornisce i dati assai allarmanti relativi alle morti nel nostro Paese per esposizione all'amianto, con particolare riferimento ai decessi registrati, nell'ordine di 180 dipendenti su 220, presso l'azienda Sacelit della provincia di Messina. Ricorda, altresì, la recente scandalosa, a suo avviso, sentenza di assoluzione, per sopravvenuta prescrizione, emessa nell'ambito del processo Eternit nei confronti di un noto magnate svizzero. Nell'evidenziare l'esiguità degli oneri derivanti dall'attuazione delle misure previste dall'emendamento Zolezzi 8.23, segnala la preoccupante situazione, che risulta peraltro anche da una risposta del Governo ad un suo recente atto di sindacato ispettivo, in cui versano tuttora nel nostro Paese le caserme della Guardia di finanza, in alcune delle quali sono presenti tracce di eternit nonostante lo specifico piano di risanamento da parte della pubblica amministrazione avviato nel corso degli ultimi anni.

  Maino MARCHI (PD), pur riconoscendo l'urgenza delle problematiche legate agli effetti nocivi connessi all'esposizione all'amianto, nonché l'esigenza di intervenire con determinazione sulle situazioni di criticità ancora in atto, ritiene tuttavia che la questione sia anche l'inevitabile prodotto delle politiche industriali adottate nel nostro Paese nel corso degli ultimi decenni. Osserva, inoltre, come a suo giudizio gli interventi nel campo della bonifica dall'amianto possano essere perseguiti anche attraverso strumenti alternativi rispetto alla sola adozione di misure di incentivo fiscale.

  Girgis Giorgio SORIAL (M5S) rileva come la questione degli strumenti per incentivare, anche sul piano fiscale, gli interventi di bonifica dall'amianto, che costituisce l'oggetto dell'emendamento Zolezzi 8.23, debba trovare tempestiva soluzione già nell'ambito del presente disegno di legge di stabilità, senza che il Governo o la maggioranza parlamentare si impegnino con promesse volte a rinviare l'individuazione delle soluzioni più pertinenti a successivi provvedimenti che, come dimostrato dall'esperienza dell'ultimo anno di legislatura, vengono poi regolarmente disattese.
  Rileva, inoltre, come la legge di stabilità rappresenta piuttosto il contesto ottimale all'intero del quale reperire le risorse necessarie ad affrontare con serietà ed onestà intellettuale un tema di così delicata rilevanza, quale quello dei decessi per cause riconducibili all'amianto, anche nell'ottica di restituire piena dignità all'esercizio delle prerogative parlamentari, troppo spesso sopraffatte dal decisionismo del Governo.

  La Commissione respinge l'emendamento Zolezzi 8.23.

  Davide CRIPPA (M5S), intervenendo sull'emendamento a sua prima firma 8.16, evidenzia come tale proposta emendativa riproduca in realtà il contenuto di una analoga disposizione approvata dalla Commissione ambiente nel corso dell'esame presso la Camera dei deputati del decreto-legge «Sblocca-Italia» e poi soppressa in recepimento di una specifica condizione apposta, ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, dalla Commissione bilancio.
  Fa presente che finalità essenziale della citata proposta emendativa è quella di rimuovere una disparità esistente nel regime fiscale cui sono attualmente soggette le attività di ristrutturazione o di nuova costruzione degli edifici abitativi, riducendo dal 10 al 5 per cento la tassazione IVA sulle prestazioni aventi ad oggetto interventi di recupero del patrimonio edilizio, realizzati su fabbricati a prevalente destinazione abitativa privata.

  Maino MARCHI (PD), nel premettere che la scelta prioritaria compiuta dal Governo in tema di interventi per il recupero e la ristrutturazione degli edifici esistenti Pag. 95è stata quella di prorogare i cosiddetti ecobonus, osserva tuttavia come gli oneri finanziari ascrivibili alla proposta emendativa in esame, pari a 350 milioni di euro a decorrere dal 2015, appaiono comunque assai rilevanti. Nel replicare, infine, all'intervento precedente dell'onorevole Sorial circa le mancate promesse della maggioranza parlamentare, fa presente che gli interventi volti alla progressiva riduzione delle tasse su lavoro e imprese rappresentano ormai, anche grazie alle disposizioni recate dal presente disegno di legge di stabilità, una realtà inconfutabile.

  Girgis Giorgio SORIAL (M5S) osserva tuttavia come la riduzione del 10 per cento dell'IRAP disposta dal decreto-legge n. 66 del 2014, sia stata poi soppressa proprio con il disegno di legge di stabilità.

  Francesco BOCCIA, presidente, invita gli onorevoli deputati ad attenersi nei propri interventi ai contenuti specifici delle singole proposte emendative esaminate, senza addentrarsi in discussioni di carattere generale sulla politica economica del Governo.

  La Commissione respinge l'emendamento Crippa 8.16.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che l'emendamento Plangger 8.1 è stato ritirato dai presentatori e che gli emendamenti Schullian 8.2 e Gebhard 8.3 sono da intendersi accantonati ai fini di una loro eventuale riformulazione.

  Mauro GUERRA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, con riferimento alle proposte emendative segnalate riferite all'articolo 23 del provvedimento, esprime parere contrario sugli emendamenti Catalano 23.15 e Scotto 23.14 e parere favorevole sugli identici emendamenti D'Alia 23.19, Tancredi 23.13 e Melilli 23.1. Formula, infine, un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'emendamento Mazziotti Di Celso 23.17.

  Il Viceministro Enrico MORANDO esprime parere conforme a quello del relatore.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Catalano 23.15 e Scotto 23.14 ed approva gli identici emendamenti D'Alia 23.19, Tancredi 23.13 e Melilli 23.1 (vedi allegato 1).

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che l'emendamento Mazziotti Di Celso 23.17 è stato ritirato dai presentatori.

  Mauro GUERRA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, con riferimento alle proposte emendative segnalate riferite all'articolo 27 del provvedimento, esprime parere contrario sull'emendamento Merlo 27.21 e parere favorevole sull'emendamento 27.1 della III Commissione, mentre formula un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sugli identici emendamenti Manlio Di Stefano 27.18, Gregori 27.7 e Palazzotto 27.22. Con riferimento agli identici emendamenti 27.2 della III Commissione e Fitzgerald Nissoli 27.28, avverte che sulla materia da questi trattata ha testé presentato l'emendamento a sua firma 27.30 (vedi allegato 1), del quale raccomanda l'approvazione. Al riguardo, precisa che tale sua proposta emendativa interviene sulla medesima materia del trasferimento dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale alla Presidenza del Consiglio dei ministri delle attività connesse alla diffusione di notizie italiane attraverso testate giornalistiche italiane, con attività di servizi esteri, e straniere, provvedendo ai relativi oneri, per l'equivalente importo di 3 milioni di euro a decorrere dal 2015, a valere sul bilancio della Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Alla luce della presentazione del suo emendamento 27.30, formula pertanto un invito al ritiro dell'emendamento Fitzgerald Nissoli 27.28, identico all'emendamento 27.2 della III Commissione. Esprime, altresì, parere favorevole sull'emendamento Quartapelle Procopio 27.26, identico all'emendamento 27.3 della Pag. 96III Commissione, purché riformulato nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1), Formula, infine, un invito al ritiro sull'articolo aggiuntivo Bueno 27.01, identico all'articolo aggiuntivo 27.02 della III Commissione.

  Il Viceministro Enrico MORANDO esprime parere conforme a quello del relatore, concordando sulla proposta di riformulazione dell'emendamento Quartapelle Procopio 27.26 ed esprimendo parere favorevole sull'emendamento 27.30 testé presentato dal relatore.

  La Commissione, con distinte votazioni, respinge l'emendamento Merlo 27.21 ed approva l'emendamento 27.1 della III Commissione (vedi allegato 1).

  Maino MARCHI (PD) dichiara di sottoscrivere l'emendamento Gregori 27.7 e lo ritira.

  Girgis Giorgio SORIAL (M5S), premesso che l'emendamento Manlio Di Stefano 27.18 si propone di conseguire una riduzione delle spese del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, attraverso il ricorso allo scorrimento delle graduatorie vigenti nel caso di assunzione di nuovo personale, chiede un chiarimento al rappresentante del Governo circa le ragioni dell'invito al ritiro su di esso formulato.

  Il Viceministro Enrico MORANDO conferma l'invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sull'emendamento Manlio Di Stefano 27.18.

  La Commissione respinge gli identici emendamenti Manlio Di Stefano 27.18 e Palazzotto 27.22.

  Federico FAUTTILLI (PI) ritira l'emendamento Fitzgerald Nissoli 27.28, di cui è cofirmatario.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che l'identico emendamento 27.2 della III Commissione, non potendo essere ritirato, è da intendersi respinto per l'Aula.

  La Commissione approva quindi l'emendamento 27.30 del relatore (vedi allegato 1).

  Maino MARCHI (PD), nel sottoscrivere l'emendamento Quartapelle Procopio 27.26, ne accetta la riformulazione proposta dal relatore e condivisa dal rappresentante del Governo.

  La Commissione approva quindi l'emendamento Quartapelle Procopio 27.26, così come riformulato (vedi allegato 1).

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che l’ emendamento 27.3 della III Commissione, non potendo essere fatto oggetto di riformulazione, è da intendersi respinto per l'Aula.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Bueno 27.01.

  Francesco BOCCIA, presidente, avverte che l'identico articolo aggiuntivo 27.02 della III Commissione, non potendo essere ritirato, è da intendersi respinto per l'Aula.
  Avverte, infine, che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, l'esame delle ulteriori proposte emendative riferite al disegno di legge di stabilità riprenderà nella seduta convocata per la giornata di domani mattina.

  La seduta termina alle 20.30.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 334 del 13 novembre 2014, a pagina 54, prima colonna, ventiseiesima riga, il numero: «16.33» è sostituito dal seguente: «17.33» e, alla medesima riga, il numero: «16.36» è sostituito dal seguente: «17.36».

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