CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 novembre 2014
329.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 27

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 5 novembre 2014. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA, indi del vicepresidente Girgis Giorgio SORIAL. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Pier Paolo Baretta.

  La seduta comincia alle 14.35.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2015).
C. 2679-bis Governo.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2015 e bilancio pluriennale per il triennio 2015-2017.
C. 2680 Governo.

(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Mauro GUERRA (PD), relatore per il disegno di legge di stabilità, fa presente che il disegno di legge di stabilità reca le misure necessarie a conseguire gli obiettivi di consolidamento dei saldi di finanza pubblica indicati nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014, obiettivi basati su un percorso di risanamento finanziario più graduale di quello precedentemente esposto nel Documento di economia e finanza di aprile, ampiamente motivato dal permanere di una condizione eccezionale della situazione economica del Paese, segnata dal protrarsi di una lunga fase recessiva, e dalla conseguente necessità di adottare politiche che non solo non alimentino tale fase ma mettano in campo strumentazioni e opportunità espansive in grado di rimettere in moto prospettive di crescita.
  In particolare, in considerazione della persistente gravità della crisi economica – da cui consegue che anche per il 2014 l'economia permane in recessione, con un Pil previsto contrarsi dello 0,3 per cento – con la Nota di aggiornamento veniva individuato per il 2015 un obiettivo programmatico di bilancio relativo al percorso di miglioramento dei saldi finanziari inferiore a quello che si sarebbe determinato in assenza di interventi di manovra. A fronte, infatti, di un indebitamento netto tendenziale pari al 2,2 per cento del Pil, la Nota prevedeva un indebitamento netto programmatico più elevato, indicato al livello del 2,9 per cento, con l'obiettivo di Pag. 28realizzare uno spazio di bilancio in disavanzo, pari allo 0,7 per cento di Pil (circa 11,5 miliardi di euro), da impiegarsi nel disegno di legge di stabilità 2015, in modo da affidare a tale provvedimento una manovra di carattere espansivo.
  Rileva che il nuovo quadro programmatico comporta quindi un percorso di risanamento e crescita più lento rispetto a quello contenuto nel Documento di economia e finanza 2014, che si riflette necessariamente sul raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali: questo viene ora previsto nel 2017, con un allungamento di un anno rispetto a quanto stabilito nel DEF 2014, ivi riferito all'anno 2016. Per procedere a tale scostamento dal precedente obiettivo programmatico strutturale di bilancio, il Governo ha presentato, ai sensi dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012, alle Camere, unitamente alla Nota di aggiornamento, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, una Relazione ed una specifica richiesta di autorizzazione (Doc. LVII, n. 2-bis Allegato II). La nota e la relazione sono state esaminate sia dalla Camera sia dal Senato nella giornata di martedì 14 ottobre ed approvate con apposite risoluzioni.
  Dando seguito a quanto stabilito all'esito dell'esame parlamentare della Nota di aggiornamento, il disegno di legge di stabilità è stato trasmesso alla Camera esponendo, nel prospetto riepilogativo degli effetti finanziari (Allegato 3), un effetto peggiorativo dell'indebitamento netto nel 2015 pari complessivamente a 10.441,2 milioni di euro (rispetto all'importo massimo di 11,5 miliardi di euro consentito in base all'obiettivo programmatico indicato nella Nota di aggiornamento), derivante dagli effetti finanziari recati dall'articolato del disegno di legge e dalle tabelle. Per gli anni successivi il saldo della manovra ritorna su un terreno positivo.
  Fa presente che, contestualmente alla predisposizione della manovra di finanza pubblica, come richiesto dal cosiddetto Two Pack, ed in particolare dal Regolamento UE n. 473/2013, è stato trasmesso alle autorità europee il Documento programmatico di bilancio per il 2015 (Draft Budgetary Plan, DBP), sul quale, com’è noto, sono state formulate alcune osservazioni da parte della Commissione Europea. A seguito di tali osservazioni, il Governo ha presentato il 28 ottobre 2014 una Relazione al Parlamento, ai sensi dell'articolo 10-bis della legge n. 196 del 2009, che, in base ad una maggiore correzione di bilancio decisa all'esito delle osservazioni suddette, aggiorna gli obiettivi programmatici esposti nella Nota.
  Tale aggiornamento concerne, in particolare, l'obiettivo di indebitamento netto, che viene ridotto al 2,6 per cento di Pil (in luogo del 2,9 prima previsto, e del 2,2 originario, salvaguardando quindi margini di intervento in deficit), nonché quello dell'indebitamento netto strutturale, la cui riduzione è prevista di poco superiore a 0,3 punti percentuali di Pil, anziché dello 0,1 cifrato nella Nota, e dello 0,7 o 0,5 che sarebbero stati conseguenti ad un percorso di rigida conferma degli obiettivi di medio termine che avesse ignorato l'eccezionalità della condizione recessiva del Paese.
  L'ulteriore sforzo fiscale risulta pertanto pari a circa 4,5 miliardi di euro per il 2015, da attuare mediante la destinazione delle risorse stanziate sul Fondo per la riduzione della pressione fiscale a miglioramento dei saldi (articolo 17, comma 19, del disegno di legge), per 3,3 miliardi di euro; nuove misure in tema di contrasto all'evasione fiscale, tramite l'estensione del «reverse charge» (articolo 44, commi da 7 a 10) al settore della grande distribuzione, per 730 milioni di euro (obiettivo corredato di una clausola di salvaguardia in tema di aumento delle accise, atteso che l'efficacia della misura è subordinata al rilascio di una deroga da parte del Consiglio dell'UE) e riduzione delle risorse previste nel disegno di legge per il cofinanziamento dei fondi strutturali europei escluse dagli obiettivi di spesa delle regioni ai fini del patto di stabilità interno (articolo 36, comma 6), per 500 milioni di euro. Sulla base di tali indicazioni, la quota di finanziamento in disavanzo della manovra indicata per il 2015 andrà corrispondentemente ridotto.Pag. 29
  La Camera e il Senato hanno approvato con apposite risoluzioni la citata Relazione nella giornata del 30 ottobre 2014.
  Rileva che si tratta, complessivamente, di un aggiornamento e di misure che consentono di confermare l'impianto della manovra e, in particolare, i suoi contenuti maggiormente orientati alla promozione ed al sostegno della crescita. Ricorda che tale valutazione è complessivamente emersa anche dal percorso di audizioni in cui è stata impegnata in questi giorni la Commissione.
  Sottolinea che si tratta di una manovra complessivamente compatta e coerente nel perseguimento di alcune linee-obiettivo di fondo. Dato il quadro dei vincoli di bilancio, peraltro contrattati in termini di maggiore flessibilità anche con la Commissione europea e comunque derivanti dallo stato del sistema di finanza pubblica del Paese, la manovra si propone di orientare il massimo possibile di risorse e misure verso politiche di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro, sia sul versante delle imprese sia su quello dei lavoratori, per rendere conveniente la creazione di posti di lavoro a tempo indeterminato, di sostenere gli investimenti privati e di allentare i blocchi e gli ostacoli agli investimenti pubblici, unitamente a interventi di sostegno al reddito ed ai consumi interni. Il tutto con risorse derivanti da maggiori entrate e tagli di spesa il meno lineare e il più mirato ed articolato possibile, ad evitare che si producano effetti contrari di carattere recessivo. Sul fronte dei tagli alla spesa osserva, incidentalmente, che nel disegno di legge di stabilità si coglie lo sforzo per passare dai tagli lineari a meccanismi di taglio meno ottusi e più selettivi. Terreno sul quale, sia in relazione alle amministrazioni centrali sia al sistema degli enti territoriali e delle autonomie, si dovrebbe sempre più cercare di addentrarsi, anche utilizzando le strumentazioni dei costi e dei fabbisogni standard.
  Rileva che, complessivamente, si registrano misure, sia sul lato delle entrate sia delle uscite, coerenti ed anche al servizio delle riforme strutturali in corso, dalla scuola al lavoro, passando per la giustizia e la pubblica amministrazione, e così via.
  Prosegue osservando che il sentiero scelto dal Governo è stretto ma chiaramente orientato, un percorso la cui adeguatezza rispetto all'obiettivo della ripresa della crescita del Paese, oltre che sulle quantità della manovra, si gioca sulla qualità e coerenza delle misure, come ha ricordato anche il Ministro Padoan nel corso dell'audizione con la quale ha presentato alla Commissione la Relazione correttiva del 28 ottobre.
  Ritiene che, proprio sul terreno dell'affinamento della qualità e dell'adeguatezza delle misure rispetto ai condivisi obiettivi di promozione della crescita, nel rispetto dei saldi e degli oggetti di intervento individuati dal Governo, vi sia lo spazio per il lavoro ed il contributo del Parlamento e innanzitutto della Commissione bilancio.
  Evidenzia come il disegno di legge di stabilità sia chiaro negli obiettivi, costruito in modo compatto attorno ad alcuni temi e non frammentato in mille microtematiche. Prosegue ricordando che il lavoro di stralcio effettuato dalla Commissione, con riferimento al contenuto proprio del disegno di legge, ha impostato un approccio rigoroso relativamente a tale contenuto, che segna un indirizzo anche per quel che riguarda la fase della valutazione di ammissibilità degli emendamenti.
  Si dichiara convinto che questo approccio potrà contribuire a consentire un più proficuo dibattito e lavoro della Commissione attorno ad alcuni nodi tematici di fondo, rispetto ai quali potranno emergere con chiarezza sia le diverse o concordanti valutazioni politiche sia le possibilità ed i margini di convergenza su ipotesi di correzione e miglioramento del testo.
  Segnala poi che cercherà di dare il proprio contributo come relatore a questo approccio ed a questo metodo, nel rapporto con il Governo e con tutti i gruppi.
  Fa presente che, per quanto concerne gli interventi finanziari relativi alle amministrazioni centrali ed al bilancio del settore, Pag. 30il disegno di legge di stabilità si caratterizza prevalentemente sul versante del reperimento delle risorse.
  Pur in presenza di un parziale finanziamento della complessiva manovra di finanza pubblica per il 2015 in disavanzo, come sopra si è illustrato, una parte consistente della copertura della stessa rimane comunque affidata, oltre che al reperimento di maggiori entrate, ad interventi di contenimento della spesa pubblica.
  Precisa preliminarmente che si tratta di un intervento che si dispiega attraverso molte delle politiche rinvenibili nel provvedimento, interessando, ad esempio, oltre al settore statale, anche la finanza territoriale, i trattamenti retributivi dei dipendenti pubblici, la riprogrammazione delle risorse dei fondi strutturali, il settore dei trasferimenti alle imprese ed altro, che verrà illustrato in relazione alle singole politiche di settore.
  Per quanto concerne in particolare le amministrazioni centrali e gli altri enti pubblici non territoriali, viene in rilievo principalmente l'intervento di contenimento della spesa dei Ministeri (articoli da 24 a 32).
  Viene prevista, in particolare, la riduzione delle dotazioni di bilancio degli stati di previsione dei singoli Ministeri a decorrere dall'anno 2015, come specificato nell'elenco n. 2 al disegno di legge cui rinvia l'articolo 24, nel quale, per ciascun Ministero interessato, vengono riportate le riduzioni, suddivise per Missioni e programmi, con l'indicazione della eventuale quota relativa a stanziamenti predeterminati per legge.
  Segnala inoltre le riduzioni di spesa ed altre misure correttive sia sugli organi di rilevanza costituzionale (articolo 25) che sui singoli Ministeri individuati negli articoli a 26 a 32. Si tratta di due differenti modalità di intervento sulle spese delle amministrazioni centrali, il primo (che sotto questo profilo ricomprende anche l'articolo 25) operato direttamente sulle dotazioni di bilancio ed il secondo derivante dalle puntuali disposizioni dettate da ciascuno degli articoli da 26 a 32 per ciascuna amministrazione di riferimento. Sulla base delle quantificazioni riportate nella relazione tecnica, l'effetto migliorativo complessivo derivante da tali misure sui saldi di finanza pubblica ammonta, considerando anche alcuni effetti indotti di maggiori entrate, in termini di indebitamento netto, a circa 2,3 miliardi di euro per ciascuno degli anni 2015 e 2016 e a 2,4 miliardi di euro nel 2017.
  Un ulteriore gruppo di misure, anche esse con effetti riduttivi della spesa delle amministrazioni centrali, attiene alla riduzione dei trasferimenti alle imprese ed agli enti ed organismi pubblici (articoli 19 e 20, comma 1). Per quanto concerne esclusivamente i relativi riflessi finanziari sulla manovra, le norme, includendo anche gli effetti di due interventi sull'Ente nazionale assistenza al volo e sugli incentivi alla rottamazione, danno luogo ad un contenimento dell'indebitamento netto per circa 103 milioni di euro nel 2015, 144 milioni di euro nel 2016 e 140 milioni di euro a decorrere dal 2017.
  Nell'ambito di una ricognizione delle disposizioni del disegno di legge di stabilità che determinano comunque riflessi positivi sulla gestione dei conti – contribuendo quindi per via indiretta ad un miglioramento degli assetti contabili – segnala anche gli interventi volti ad una «ottimizzazione» della gestione di tesoreria (articoli 33 e 34).
  In particolare viene adeguata la gestione della liquidità del conto disponibilità del tesoro presso la Banca d'Italia ad alcune recenti decisioni della Banca Centrale Europea che – determinando com’è noto anche l'applicazione di un tasso di interesse negativo alle giacenze eccedenti taluni limiti – hanno inciso sulla movimentazione e remunerazione delle liquidità detenute dai governi presso le rispettive banche centrali nazionali. A tal fine, oltre a consentire una gestione più efficiente della copertura rispetto alle oscillazioni del tasso di cambio e delle operazioni in strumenti derivati, le modifiche introdotte dalla norma dispongono il trasferimento del Fondo per l'ammortamento dei titoli di Stato presso Banca d'Italia alla Pag. 31Cassa Depositi e Prestiti: ciò al fine di evitare possibili erosioni su tale Fondo conseguenti alle suddette decisioni della BCE.
  Viene previsto inoltre l'assoggettamento delle camere di commercio al sistema di tesoreria unica, da cui tali enti erano fuoriusciti nel 2006 (e che pertanto dovranno ora versare le proprie disponibilità liquide presso la tesoreria statale); viene inoltre estesa fino al 31 dicembre 2017 la sospensione dell'applicazione del regime di tesoreria unica «misto» per regioni, enti locali, enti del comparto sanità, autorità portuali e università e il mantenimento per tali enti, fino a quella data, del regime di tesoreria unica, la cui cessazione era invece prevista al 31 dicembre del 2014. Tale estensione comporta che le entrate proprie degli enti territoriali, degli enti del comparto sanitario, delle università e delle autorità portuali rimangano depositate fino al 31 dicembre 2017 presso la tesoreria statale, invece di confluire nel sistema bancario, con effetti migliorativi dell'indebitamento, per circa 180 milioni di euro in ciascuno degli anni 2016 e 2017.
  Come di consueto, al contenimento della spesa pubblica per gli anni 2015-2018, concorrono le misure riguardanti il comparto regioni, province, città metropolitane e comuni (patto di stabilità interno).
  Segnala a tale riguardo la previsione dell'obiettivo del conseguimento del pareggio di bilancio da parte delle regioni, sulla base di quanto dispone la legge n. 243 del 2012 di attuazione del nuovo articolo 81 della Costituzione.
  Per gli enti locali la disciplina del patto di stabilità è, invece, confermata, prevedendosi l'aggiornamento della base di riferimento per il calcolo dell'obiettivo del patto di stabilità interno in termini di saldo finanziario; sono peraltro previste per gli enti locali misure volte a disporre una riduzione degli obiettivi finanziari del patto.
  Osserva come il complesso del contributo alla manovra richiesto agli enti territoriali sia notevole e che lo sforzo che si coglie sia quello di una definizione di obiettivi che poi lasci all'autonomia degli enti ed alla loro contrattazione con il Governo l'individuazione e l'attuazione delle modalità per il loro perseguimento. Ricorda che le associazioni delle autonomie hanno rappresentato seri problemi di sostenibilità e comunque indicato la disponibilità a definire misure che consentano il raggiungimento dei risultati di saldo a loro imputati dalla manovra. Ritiene che il canale di confronto tra il Governo ed il mondo delle autonomie sia ancora aperto e di ciò si terrà conto per cercare di dare un contributo ad un esito che miri a salvaguardare la sostenibilità in relazione all'esercizio delle funzioni fondamentali degli enti e la qualità dei tagli alla spesa, in modo tale da non pregiudicare i servizi ai cittadini e la possibilità di rilancio degli investimenti pubblici, che costituiscono un contributo indispensabile alla ripresa.
  Evidenzia che il pilastro della strategia della manovra è costituito dallo sgravio dell'imposizione sul lavoro e sui fattori produttivi, con la finalità di sostenere la crescita economica.
  Tra gli interventi di alleggerimento del carico fiscale, viene reso strutturale il credito d'imposta introdotto dal decreto-legge n. 66 del 2014 in favore dei lavoratori dipendenti con un reddito fino a 26.000 euro (cosiddetto «bonus 80 euro»; articolo 4) e si rende integralmente deducibile dall'IRAP il costo sostenuto per lavoro dipendente a tempo indeterminato che eccede le vigenti deduzioni (articolo 5). Viene inoltre introdotta una nuova disciplina del credito d'imposta per crescita e sviluppo (articolo 7, commi 1 e 2) e si prorogano le detrazioni per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica (articolo 8).
  Tra gli interventi di incremento del carico fiscale si rendono imponibili, dal 1o gennaio 2015, i proventi finanziari corrisposti ai beneficiari di un'assicurazione sulla vita, corrisposti a seguito del decesso dell'assicurato, si innalza dal 5 al 77,74 per cento la quota imponibile degli utili percepiti, anche nell'esercizio d'impresa, dagli enti non commerciali e viene elevata dal 4 all'8 per cento la ritenuta operata da Pag. 32banche e Poste sugli accrediti di bonifici disposti per beneficiare delle detrazioni fiscali connesse agli interventi di ristrutturazione e di risparmio energetico degli edifici.
  Segnala inoltre che il disegno di legge di stabilità prevede una clausola di salvaguardia a tutela dei saldi di finanza pubblica, volta ad incrementare le aliquote IVA ordinaria e ridotta rispettivamente di 2,5 e 2 punti percentuali e le accise su benzina e gasolio in misura tale da determinare maggiori entrate non inferiori a 700 milioni di euro, in assenza di provvedimenti che assicurino gli stessi effetti positivi attraverso maggiori entrate o risparmi di spesa pubblica.
  Ricordando che su questo punto si sono registrati elementi di preoccupazione nel corso delle audizioni, evidenzia che la strategia della manovra è evidentemente costruita con lo scopo di consentire di evitare l'attivazione di tali misure. Si tratta di una costruzione di politiche in progress che di volta in volta consentono di conquistare margini finanziari che evitano gli inasprimenti fiscali indicati a garanzia dei saldi. A sostegno della credibilità di questa strategia, oltre che dell'impegno del Governo nel perseguirla, richiama la circostanza che il disegno di legge di stabilità prevede la «disattivazione» per 3 miliardi di euro a decorrere dal 2015 di clausole di salvaguardia previste a legislazione vigente, disattivazione che annulla completamente per il 2015 l'operare di queste clausole.
  Infine, sul fronte fiscale, si pongono in essere interventi, contenuti nell'articolo 44, volti al contrasto dell'evasione fiscale quali l'incremento delle ipotesi di inversione contabile ai fini IVA.
  Per quanto riguarda gli interventi che impattano, direttamente o indirettamente, nel settore previdenziale, da un lato, si prevede l'erogazione delle quote di TFR maturando in busta paga, in via sperimentale, per il periodo 1o marzo 2015-30 giugno 2018, per i lavoratori dipendenti del settore privato, con sottoposizione al regime di tassazione ordinaria (articolo 6); si prevedono inoltre uno sgravio contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato (articolo 12) e la costituzione di un fondo di 2 miliardi di euro a decorrere dal 2015 per gli oneri derivanti dall'attuazione del disegno di legge-delega in materia di lavoro (articolo 11). Dall'altro lato, si delinea un complessivo incremento della tassazione del risparmio previdenziale, con l'innalzamento dell'aliquota di tassazione dall'11 al 20 per cento per i fondi pensione (c.d. previdenza complementare) e dall'11 al 17 per cento per la rivalutazione del TFR (articolo 44, commi da 1 a 5).
  Ritiene che questi interventi, che sono stati menzionati nel corso delle audizioni, costituiranno uno dei temi sui quali si eserciterà il confronto di merito in Commissione.
  Fa presente che, a fianco di queste misure, il disegno di legge di stabilità pone in essere, per le diverse politiche pubbliche, interventi di razionalizzazione della spesa che si accompagnano al finanziamento di esigenze indifferibili ovvero di misure ritenute strategiche per la crescita.
  Per quanto concerne in generale le amministrazioni pubbliche, si dispongono la riduzione dei trasferimenti dal bilancio dello Stato in favore di enti e organismi pubblici per un importo complessivo pari a 22 milioni di euro nel 2015 e a 21,7 milioni di euro a decorrere dal 2016 (articolo 20, comma 1) e la conferma di misure per il contenimento delle spese di personale nel settore del pubblico impiego (articolo 21).
  Sono anche previste alcune misure di razionalizzazione e di contenimento delle spese per il personale pubblico operante a vario titolo all'estero (personale dell'amministrazione del Ministero degli esteri e personale docente delle scuole italiane all'estero, articolo 27), nonché la riduzione, a decorrere dal 2015, dell'indennità di ausiliaria per il personale militare in servizio permanente.
  Con riferimento alla proiezione internazionale dell'Italia figura in primo luogo il rifinanziamento del Fondo per le missioni internazionali, la cui dotazione è Pag. 33incrementata di 850 milioni di euro per il 2015 e il 2016 (articolo 17, comma 12).
  Nel settore della difesa si registrano interventi concernenti il personale militare e la dismissione di immobili della difesa, nonché misure di razionalizzazione di spesa.
  Il comparto sicurezza è interessato dal disegno di legge di stabilità con misure che riguardano in particolare il personale delle forze di polizia: in primo luogo è disposta la revisione, entro il 1o aprile 2015, dell'Accordo nazionale quadro di amministrazione delle forze di polizia ad ordinamento civile e le procedure per la contrattazione decentrata; inoltre, sono rinviate al 1o dicembre 2015 le assunzioni del personale dei corpi di polizia e dei vigili del fuoco, ad eccezione degli allievi agenti di pubblica sicurezza del concorso 2014 (articolo 21).
  Gli interventi sulla giustizia riguardano l'istituzione di un Fondo per il recupero di efficienza del sistema giudiziario e il potenziamento dei relativi servizi, nonché per il completamento del processo telematico (articolo 10) e il trasferimento allo Stato, dal 1o settembre 2015, dell'obbligo di corrispondere le spese per gli uffici giudiziari, attualmente a carico dei comuni (articolo 38, commi da 6 a 10).
  Nel settore delle infrastrutture e delle reti (trasporti e comunicazioni) il disegno di legge di stabilità prevede, da un lato, misure di razionalizzazione della spesa, con una specifica attenzione ai rapporti finanziari con i soggetti titolari di contratti di servizio pubblico nazionale (ENAV, articolo 19; Poste italiane, articolo 23; Trenitalia per il trasporto merci nazionale, articolo 25, comma 6); dall'altro lato vengono individuati specifici finanziamenti o misure di agevolazione per interventi ritenuti suscettibili di un impatto positivo sulla crescita economica (tra gli altri: finanziamento per le opere di accesso agli impianti portuali, articolo 17, comma 3; finanziamento del rinnovo parchi automobilistici trasporto pubblico locale, articolo 19, commi da 4 a 7), ovvero misure idonee a determinare un aumento di entrate per lo Stato (vendita frequenze banda «L», articolo 16).
  Nelle politiche relative a scuola, università e ricerca si riscontrano, in primo luogo, interventi per il contenimento della spesa pubblica, anche attraverso azioni di razionalizzazione (quali la riduzione del personale degli uffici di diretta collaborazione, articolo 28, comma 22) e modifiche ordinamentali (quali il divieto di conferire supplenze brevi per il primo giorno di assenza dei docenti e limitazioni alla possibilità di collocare fuori ruolo docenti e dirigenti scolastici, articolo 28, commi da 6 a 9). Insieme, sono posti in essere interventi di finanziamento, anche con la creazione di nuovi fondi nello stato di previsione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (quali il fondo per l'attuazione del piano «La buona scuola», articolo 3).
  In tema di salute, si interviene sia con misure di diverso contenuto, attuative del patto per la salute 2014-2016 (quali l'individuazione del livello massimo di finanziamento del SSN e l'autorizzazione di spesa per il monitoraggio delle prestazioni erogate nell'assistenza primaria, articolo 39) sia con norme varie concernenti il personale del Servizio sanitario nazionale e il risanamento del Servizio sanitario del Molise (articolo 40).
  In tema di politiche sociali e per la famiglia, si interviene sia con misure più specificamente destinate ai nuclei familiari, quali la corresponsione, a determinate condizioni di reddito, di un assegno per i nuovi nati (articolo 13) sia con il finanziamento di alcuni Fondi con finalità sociali, la previsione di benefici fiscali per le erogazioni liberali a favore delle ONLUS (articolo 15), il contrasto a patologie con un costo sociale elevato, quali la ludopatia.
  Esaminando i diversi filoni legislativi contenuti nel disegno di legge e approfondendo l'analisi esclusivamente sui settori di intervento finanziariamente più rilevanti, osserva quanto segue.
  Con riguardo alle politiche per l'occupazione viene in primo luogo costituito un fondo con una dotazione di 2 miliardi di Pag. 34euro a decorrere dall'anno 2015 per la copertura degli oneri derivanti dall'attuazione del disegno di legge delega in materia di lavoro (cosiddetto Jobs Act) all'esame del Parlamento (articolo 11).
  Viene inoltre introdotto uno sgravio contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato (articolo 12). In particolare, lo sgravio riguarda i contratti a tempo indeterminato relativi a nuove assunzioni decorrenti dal 1o gennaio 2015 e stipulati entro il 31 dicembre 2015, e consiste nell'esonero dal versamento dei complessivi contributi previdenziali a carico dei datori di lavoro (ferma restando l'aliquota di computo delle prestazioni pensionistiche e con esclusione dei premi e contributi dovuti all'INAIL), nel limite massimo di un importo di esonero pari a 8.060 euro su base annua, per un periodo massimo di trentasei mesi. Il beneficio, non cumulabile con altri sgravi contributivi previsti dalla normativa vigente, non è riconosciuto nel settore agricolo, per i contratti di apprendistato e nel settore del lavoro domestico. Alla copertura degli oneri si provvede utilizzando un miliardo di euro per ciascuna annualità 2015, 2016 e 2017 e 500.000 euro per il 2018 a valere sulle risorse del Fondo di rotazione per l'attuazione delle politiche comunitarie.
  Per quanto concerne la materia fiscale, fa presente che, all'intento di alleggerire il carico fiscale su lavoro e attività produttive, si affianca un incremento del prelievo fiscale in specifici settori: si innalza l'aliquota di tassazione dall'11 al 20 per cento per i fondi pensione e dall'11 al 17 per cento per la rivalutazione del TFR (trattamento di fine rapporto) (articolo 44, commi da 1 a 5); si rendono imponibili, dal 1o gennaio 2015, i proventi finanziari corrisposti ai beneficiari di un'assicurazione sulla vita a copertura del rischio demografico, corrisposti a seguito del decesso dell'assicurato (articolo 44, commi 28 e 29); si innalza dal 5 al 77,74 per cento la quota imponibile degli utili percepiti dagli enti non commerciali (articolo 44, comma 26); si posticipano di un anno gli effetti della clausola di salvaguardia introdotta dalla legge di stabilità 2014, volta a diminuire le detrazioni e le agevolazioni vigenti (cosiddetta tax expenditures) qualora la revisione della spesa non realizzi i risparmi prospettati (articolo 18); è elevata dal 4 all'8 per cento la ritenuta operata da banche e Poste sugli accrediti di bonifici disposti per beneficiare delle detrazioni fiscali connesse agli interventi di ristrutturazione e di risparmio energetico degli edifici (articolo 44, comma 27); si introduce una nuova clausola di salvaguardia a tutela dei saldi di finanza pubblica, volta ad incrementare le aliquote IVA ordinaria e ridotta rispettivamente di 2,5 e 2 punti percentuali e le accise su benzina e gasolio in misura tale da determinare maggiori entrate non inferiori a 700 milioni di euro. Tali aumenti possono essere sostituiti da provvedimenti che assicurino gli stessi effetti positivi attraverso maggiori entrate o risparmi di spesa mediante interventi di revisione della spesa pubblica (articolo 45, commi 3 e 4).
  Fa presente che invece nel solco degli interventi di contrasto all'evasione fiscale si inquadrano le seguenti disposizioni: incremento delle ipotesi di applicazione del meccanismo di inversione contabile a fini IVA, in particolare estendendo tale sistema anche ad ulteriori ambiti del settore edile e del settore energetico; introduzione del cosiddetto split payment, per le operazioni effettuate nei confronti di enti pubblici che non risultano debitori IVA; in sostanza, al fornitore viene erogato l'importo del corrispettivo indicato in fattura, mentre l'IVA è acquisita direttamente dall'Erario; in caso di mancato rilascio dell'apposita deroga alla disciplina comunitaria IVA, si dispone un aumento dell'aliquota dell'accisa sui carburanti (articolo 44, commi da 7 a 10); l'assoggettamento ad una serie di obblighi e divieti delle agenzie di scommesse, collegate tramite i cosiddetti totem a bookmakers e casinò off-shore, con sedi all'estero, che esercitano attività di raccolta di gioco in Italia senza concessione e non versano alcuna imposta all'erario; l'aumento del prelievo unico erariale (PREU) e, dall'altro, la riduzione del cosiddetto pay-out, cioè la quota destinata Pag. 35alle vincite su newslot (AWP) e videolottery (VLT), con destinazione delle maggiori entrate al Fondo per la riduzione della pressione fiscale; il rafforzamento della lotta al gioco illegale effettuato attraverso apparecchi e congegni da gioco (articolo 44, commi da 20 a 23); la possibilità di modificare la cosiddetta black list rilevante ai fini della deducibilità delle spese derivanti da operazioni intercorse con imprese domiciliate in Stati o territori aventi regimi fiscali privilegiati, anche nelle more della emanazione del decreto ministeriale volto all'individuazione dei Paesi cosiddetti white list, vale a dire quelli che consentono un effettivo scambio di informazioni (articolo 44, comma 40).
  Rileva che un altro gruppo di norme è volto a migliorare il rapporto tra fisco e contribuenti, al fine di aumentare l'adempimento spontaneo agli obblighi fiscali (cosiddetta tax compliance).
  In particolare, sono rafforzati i flussi informativi tra contribuenti e Agenzia delle entrate; inoltre, sono modificate sostanzialmente le modalità, i termini e le agevolazioni connesse all'istituto del ravvedimento operoso; in sostanza, si potrà accedere all'istituto del ravvedimento anche oltre i termini attualmente previsti dalle norme vigenti, a prescindere dalla circostanza che la violazione sia già stata constatata. Si potrà dunque usufruire senza limiti di tempo dell'istituto del ravvedimento operoso, con una riduzione automatica delle sanzioni che tanto sarà più vantaggiosa, quanto più vicino il «ravvedimento» sarà al momento in cui sorge l'adempimento tributario (articolo 44, commi da 11 a 18).
  Vanno poi considerate le misure in materia di finanza locale. Le misure di interesse per le autonomie locali sono volte, da un lato alla definizione del concorso finanziario del comparto regioni, province, città metropolitane e comuni al contenimento della spesa pubblica per gli anni 2015-2018 e successivi, dall'altro alla ridefinizione delle regole del patto di stabilità interno, ai fini della realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica.
  Più in dettaglio, alcune misure riguardano il concorso degli enti territoriali al contenimento della spesa pubblica. L'articolo 35 definisce il concorso alla finanza pubblica delle regioni, delle province autonome, delle province e delle città metropolitane.
  Per quanto concerne le Regioni, le norme stabiliscono un contributo aggiuntivo alla finanza pubblica per ciascuno degli anni dal 2015 al 2018, pari complessivamente a 4 miliardi di euro.
  Per quanto concerne enti locali – province, città metropolitane e comuni – il concorso al contenimento della spesa pubblica è attuato attraverso una riduzione della loro spesa corrente, nell'importo complessivo di 2.200 milioni per il 2015, 3.200 milioni di euro per il 2016 e 4.200 milioni di euro a decorrere dall'anno 2017.
  È inoltre esteso all'anno 2018 il contributo alla finanza pubblica già richiesto a tali enti per gli anni 2015-2017 dall'articolo 47 del decreto-legge n. 66 del 2014, sempre a valere sulla spesa corrente, nell'importo di 585,7 milioni di euro per il 2018 per le province e le città metropolitane e di 563,4 milioni di euro per il 2018 per i comuni.
  Sempre ai fini del contenimento delle spese correnti, sono inoltre introdotti per le province una serie di divieti, quali, quello di ricorrere a mutui, se non per spese rientranti nell'edilizia scolastica, costruzione e gestione delle strade, tutela e valorizzazione dell'ambiente; di effettuare spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre ecc., e di attribuire incarichi di studio e consulenza, di procedere ad assunzioni.
  Segnala che il disegno di legge di stabilità anticipa all'anno 2015 l'introduzione dell'obbligo per le regioni a statuto ordinario di assicurare l'equilibrio tra entrate e spese del bilancio, quale meccanismo per la determinazione del concorso di tali enti al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica (articolo 36).
  La disciplina del pareggio di bilancio determina il superamento del patto di stabilità interno, quale strumento finora adottato per la definizione di obiettivi e Pag. 36vincoli della gestione finanziaria delle regioni, ai fini del concorso di tali enti agli obiettivi di finanza pubblica, la cui impostazione è stata per lo più incentrata sul principio del contenimento delle spese finali.
  La nuova disciplina trova applicazione dal 2015, in modo completo per le regioni che hanno partecipato alla sperimentazione del nuovo sistema contabile recato dal decreto legislativo n. 118 del 2011, vale a dire a quelle regioni che già adottano per il 2015 i bilanci armonizzati, mentre si applica con alcuni specifici adattamenti per le restanti regioni.
  Sono previste (articolo 37) alcune modifiche alla disciplina del patto di stabilità interno per gli enti locali, valevole per le province e i comuni con popolazione superiore a 1.000 abitanti, con particolare riferimento all'aggiornamento della base di calcolo e dei coefficienti annuali per la determinazione dei saldi obiettivo per gli anni 2015-2018. Le modifiche sono finalizzate a ridurre, nel periodo 2015-2018, il contribuito finanziario richiesto agli enti locali mediante il patto di stabilità interno, per complessivi 3.350 milioni annui, di cui 3.095 milioni per i comuni e 255 milioni per le province.
  L'alleggerimento del patto di stabilità per gli enti locali è in parte compensato dall'inserimento nel computo del saldo finanziario rilevante ai fini del rispetto del patto medesimo, degli stanziamenti del Fondo crediti di dubbia esigibilità, che determina una compressione della spesa degli enti locali per circa 2.350 milioni di euro anni.
  Nel complesso, dunque, l'alleggerimento del patto di stabilità per gli enti locali si sostanzia in 1 miliardo di euro annui.
  Segnala che ulteriori misure volte ad alleggerire gli obiettivi finanziari del patto di stabilità sono introdotte per gli enti locali che procedono a dismissioni totali o parziali delle società da essi stessi partecipate, con l'esclusione dai vincoli del patto di stabilità interno delle spese per investimenti effettuate dagli enti con i proventi derivanti dalla dismissione di partecipazioni in società (articolo 43, comma 4).
  L'anticipo al 2015 delle nuove regole sul pareggio di bilancio per le regioni comporta, inoltre, la revisione della disciplina concernente i cosiddetti patti di solidarietà (patto regionalizzato, verticale ed orizzontale), al fine di adeguarla ai nuovi vincoli imposti alle regioni, nonché la soppressione del cosiddetto «patto regionale integrato», che prevedeva la possibilità per ciascuna regione di concordare con lo Stato le modalità di raggiungimento dei propri obiettivi del patto di stabilità e quelli degli enti locali del proprio territorio (articolo 37, comma 5).
  Ai fini del coordinamento e del controllo degli andamenti finanziari delle autonomie territoriali, viene confermata fino al 31 dicembre 2017 la sospensione del sistema misto di tesoreria unica.
  Le regioni, gli enti locali, gli enti del comparto sanità, nonché le autorità portuali e università, restano, pertanto, assoggettati al sistema di tesoreria unica, come reintrodotto a partire dal 2012, con la conseguenza che le entrate proprie degli enti rimangano depositate presso la tesoreria statale invece di confluire nel sistema bancario (articolo 34, comma 5).
  Rileva che il disegno di legge di stabilità introduce norme finalizzate ad incentivare i processi di aggregazione tra soggetti operanti nei servizi pubblici locali di rilevanza economica e rafforzare la gestione industriale dei servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica. In particolare, si interviene sulla disciplina vigente dei servizi pubblici locali (SPL) modificando e innovando in materia di: ruolo e funzioni degli enti di governo degli ambiti o bacini territoriali ottimali o omogenei; mantenimento della concessione in caso di acquisizione o fusione societaria; criteri per i finanziamenti disposti a valere su risorse statali relativamente ai servizi pubblici locali a rete di rilevanza economica; esclusione di talune categorie di spese dal patto di stabilità interno (articolo 43).
  Evidenzia, con riferimento al settore della difesa, che si registrano interventi Pag. 37concernenti il personale militare e la dismissione di immobili della difesa, nonché misure di razionalizzazione di spesa. Per quanto riguarda il personale militare, tra l'altro:
   si riduce di 119 milioni di euro per l'anno 2015 dell'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 3, comma 155, ultimo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, relativa al finanziamento dei provvedimenti di riallineamento delle carriere del personale militare e delle Forze di polizia e contestualmente dispone il versamento all'entrata del bilancio dello Stato nel 2015 delle somme disponibili in conto residui per gli anni 2011, 2012 e 2013 e 2014, relative alle autorizzazioni di spesa per il finanziamento dei provvedimenti di riallineamento delle carriere del personale militare della difesa con quello delle Forze di polizia (articolo 21, commi 9 e 10);
   si prevede l'abrogazione del comma 4 dell'articolo 1 della legge n. 86 del 2001 e si fissa in quattro anni la durata della permanenza all'estero del personale militare ivi chiamato a ricoprire determinati incarichi (articolo 31, comma 2);
   si dispone che ai fini dell'applicazione dell'istituto dell'aspettativa per riduzione quadri non si tenga conto, per il computo delle eccedenze, degli ufficiali che ricoprano specifichi incarichi internazionali all'estero, individuati con decreto del Ministro della difesa (articolo 31, comma 11);
   si dispone la riduzione dell'autorizzazione di spesa relativa alla fissazione delle dotazioni organiche e delle consistenze degli ufficiali, dei sottufficiali e dei volontari dell'Esercito, della Marina e dell'Aeronautica, nonché di quelle a disposizione per le consistenze dei volontari del Corpo delle capitanerie di porto (articolo 31, comma 14).

  Per quanto riguarda le misure di razionalizzazione della spesa:
   si abroga l'articolo 565-bis del Codice dell'ordinamento militare concernente i corsi di formazione svolti nell'ambito delle iniziative per la diffusione dei valori e della cultura della pace e della solidarietà internazionale tra le giovani generazioni, cosiddetta «Mini naia» (articolo 31, comma 3);
   si esclude la possibilità per il Ministero della difesa di procedere al rinnovo dei contratti di trasporto collettivo in essere con linee bus affidate a terzi per le esigenze del personale della difesa (articolo 31, comma 5);
   si riducono da 55 a 6 gli alloggi di servizio connessi all'incarico con locali di rappresentanza (ASIR), mentre il comma 7 dispone in merito alle conseguenti modifiche normative da apportare al testo unico delle disposizioni regolamentari nella parte in cui disciplina la materia in esame (articolo 31, comma 6);
   si dispone la riduzione del 10 per cento, a partire dal 1o gennaio 2015, della dotazione organica complessiva del personale civile della difesa degli uffici degli addetti militari all'estero presso le rappresentanze diplomatiche e militari (articolo 31, comma 12);
   si dispone la riduzione del 20 per cento dell'attuale contingente di personale assegnato agli uffici di diretta collaborazione del Ministro della difesa, affidando ad un apposito regolamento il compito di operare le necessarie modifiche alla disciplina attualmente recata su questa materia dal decreto del Presidente della Repubblica n. 90 del 2010 (articolo 31, comma 13).

  Inoltre si dispongono norme in materia di dismissione degli immobili della difesa, con particolare riferimento alla destinazione degli introiti derivanti dalla vendita degli immobili e dalla cessione dei medesimi ad appositi Fondi immobiliari (articolo 31, commi da 15 a 19).
  Nel settore delle infrastrutture e delle reti (trasporti e comunicazioni) il disegno di legge di stabilità prevede un insieme articolato di interventi. Questi appaiono ispirati da una duplice finalità. Da un lato, Pag. 38infatti, si intende introdurre misure di razionalizzazione della spesa, con una specifica attenzione ai rapporti finanziari con i soggetti titolari di contratti di servizio pubblico nazionale; dall'altro lato vengono individuati specifici finanziamenti o misure di agevolazione per interventi ritenuti suscettibili di un impatto positivo sulla crescita economica, ovvero misure idonee a determinare un aumento di entrate per lo Stato.
  Per quanto riguarda la razionalizzazione della spesa nell'ambito dei rapporti finanziari con soggetti titolari di contratti di servizio, segnala:
   il trasferimento a carico delle risorse riscosse dall'ENAV (Ente nazionale assistenza al volo) per i servizi di rotta svolti di una serie di oneri connessi alla navigazione aerea ed attualmente posti a carico degli stanziamenti del Ministero dell'economia per i contratti di servizio con ENAV (articolo 19, comma 2);
   la proroga dell'efficacia del contratto di programma 2009-2011 tra Ministero dello sviluppo economico e Poste italiane Spa fino alla stipula del nuovo contratto; viene inoltre stabilito che il nuovo contratto abbia durata quinquennale (2015-2019), prevedendone la sottoscrizione entro il 31 marzo 2015, al termine di un'articolata procedura che contempla anche l'espressione del parere da parte delle competenti commissioni parlamentari. Lo stanziamento di bilancio per il nuovo contratto risulta pari a 262,4 milioni di euro annui, pur prevedendosi che i trasferimenti a Poste italiane non possano comunque essere superiori al costo netto del servizio come individuato dall'AGCOM (articolo 23);
   la riduzione, dal 2015, del 5 per cento delle somme, derivanti dal canone di abbonamento alla televisione, da attribuire alla società RAI S.p.a. concessionaria del servizio pubblico radiotelevisivo (articolo 25, comma 5);
   la previsione che gli stanziamenti relativi agli obblighi di servizio pubblico per il trasporto merci su ferro non possano essere, a decorrere dal 2015, superiori a 100 milioni di euro annui (articolo 25, comma 6);
   il dimezzamento della quota di spettanza dell'ANAS S.p.A. del canone annuo a carico dei concessionari autostradali disciplinato dal comma 1020 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 (finanziaria 2007), che quindi passa dal 42 per cento al 21 per cento. Per compensare i minori introiti, lo stesso comma prevede che l'ANAS effettui risparmi di spesa sul contratto di servizio corrispondenti alle minori entrate, anche in termini di razionalizzazione delle spese relative al personale e al funzionamento amministrativo (articolo 30, comma 5);
   il riconoscimento ad ANAS S.p.A., in relazione alle attività di costruzione, gestione, manutenzione e miglioramento della rete delle strade e delle autostrade statali, di una quota fino al 10 per cento del totale dello stanziamento destinato alla realizzazione dell'intervento per spese non previste da altre disposizioni di legge o regolamentari e non inserite nel quadro economico di progetto (nuovo comma 3-bis dell'articolo 36 del decreto-legge n. 98 del 2011).

  Vengono poi disposti finanziamenti e misure di agevolazione per specifici interventi infrastrutturali. Al riguardo segnala:
   l'autorizzazione di spesa di 250 milioni di euro per l'anno 2015 per interventi in favore del settore dell'autotrasporto, destinandone una quota parte alle imprese del settore che procedano a ristrutturazioni ed aggregazioni (articolo 17, commi 1 e 2);
   l'autorizzazione di spesa di 100 milioni di euro annui, per tre anni a partire dal 2017, per la realizzazione di opere di accesso agli impianti portuali (articolo 17, comma 3);
   l'introduzione di procedure e requisiti per l'accesso alle risorse per il rinnovo dei parchi automobilistici e ferroviari destinati al trasporto pubblico locale stanziate Pag. 39dal comma 83 dell'articolo unico della legge di stabilità 2014 (legge n. 147 del 2013, articolo 19, commi da 4 a 7). La tabella E prevede anche un rifinanziamento delle risorse in questione per 500 milioni nel 2015;
   l'accesso nel 2015 al credito d'imposta per sostenere l'adeguamento tecnologico degli operatori del settore editoriale, previsto originariamente per l'anno 2012 e poi differito all'anno 2014; inoltre viene prorogato (dal 31 dicembre 2014) al 31 dicembre 2015 il termine a decorrere dal quale diviene obbligatoria la tracciabilità delle vendite e delle rese di quotidiani e periodici attraverso l'utilizzo di strumenti informatici e telematici basati sulla lettura del codice a barre (articolo 17, comma 16);
   la definizione della strategia di sviluppo della rete ferroviaria per il periodo 2015-2017.

  Nelle politiche relative a scuola, università e ricerca si riscontrano, affiancati, interventi per il contenimento della spesa pubblica – anche attraverso azioni di razionalizzazione e modifiche ordinamentali – e interventi di finanziamento, anche con la creazione di nuovi Fondi nello stato di previsione del MIUR.
  Per quanto riguarda gli interventi di finanziamento, in particolare, per la scuola è prevista l'istituzione di un Fondo finalizzato alla realizzazione del Piano «La Buona Scuola», con la dotazione di 1 miliardo di euro per il 2015 e di 3 miliardi di euro dal 2016. Il Fondo è finalizzato, in via prioritaria, alla realizzazione di un piano straordinario di assunzione di docenti e al potenziamento dell'alternanza scuola-lavoro (articolo 3).
  Al contempo, si prevede un incremento del Fondo per il finanziamento ordinario delle università (FFO) per 150 milioni di euro dal 2015, al fine di aumentare la quota premiale di cui all'articolo 2 del decreto-legge n. 180 del 2008 (articolo 17, comma 10).
  Infine, dal 2015, si autorizza una spesa pari a 200 milioni di euro da destinare al sostegno alle scuole paritarie (articolo 17, comma 9).
  Alle misure di finanziamento sopra indicate si affiancano misure rivolte alla riduzione e alla razionalizzazione della spesa, anche con modifiche ordinamentali.
  In particolare, con riferimento al personale scolastico:
   si introduce il divieto di conferimento di supplenze brevi per il primo giorno di assenza dei docenti e per i primi 7 giorni di assenza dei collaboratori scolastici, nonché il divieto (in ogni caso) di conferimento di supplenze brevi agli assistenti tecnici e agli assistenti amministrativi, salvo, per quest'ultima fattispecie, il caso di istituzioni scolastiche il cui relativo organico di diritto abbia meno di 3 posti (articolo 28, commi 8 e 9);
   dal 1o settembre 2015, si elimina la possibilità di usufruire dell'esonero o del semiesonero dall'insegnamento per i docenti con funzioni vicarie del dirigente scolastico, nonché per i docenti addetti alla vigilanza delle sezioni staccate o delle sedi coordinate delle scuole (articolo 28, comma 5) e si riduce il numero dei coordinatori periferici di educazione fisica che possono usufruire dell'esonero dall'insegnamento (articolo 28, comma 4);

  Si modifica la disciplina in materia di comandi, distacchi, utilizzazioni, attraverso:
   l'eliminazione della possibilità di collocare fuori ruolo docenti e dirigenti scolastici per assegnazioni presso associazioni professionali del personale direttivo e docente ed enti cooperativi da esse promossi, enti che operano nel campo della formazione e della ricerca educativa e didattica, nonché enti che operano nel campo delle tossicodipendenze;
   l'eliminazione, dal 1o settembre 2015, della possibilità per il personale del comparto scuola – salve alcune ipotesi (scuole italiane all'estero, coordinatori periferici di educazione fisica, personale che svolge compiti connessi con l'attuazione dell'autonomia scolastica o compiti di supervisione del tirocinio per l'abilitazione all'insegnamento) di essere posto in posizione Pag. 40di comando, distacco, fuori ruolo o utilizzazione comunque denominata presso pubbliche amministrazioni, autorità indipendenti, enti, associazioni e fondazioni (articolo 28, commi 6 e 7);
   si prevede la revisione di criteri e parametri per la definizione delle dotazioni organiche del personale amministrativo, tecnico ed ausiliario (ATA) della scuola, al fine di conseguire, dall'anno scolastico 2015/2016, una riduzione di 2.020 unità e della relativa spesa per 50,7 milioni di euro (articolo 28, commi da 10 a 12).

  Con riferimento al MIUR, si prevede che dal 1o gennaio 2015 il personale che opera negli Uffici di diretta collaborazione del Ministro è ridotto (da 236, escluse le posizioni dei responsabili degli Uffici) a 190 unità, comprensive della dotazione relativa all'Organismo indipendente di valutazione, in modo da ottenere una riduzione di spesa pari a 222.000 euro (articolo 28, comma 22).
  Ulteriori misure di contenimento della spesa prevedono direttamente la riduzione di autorizzazioni di spesa, ovvero la riduzione dello stanziamento da destinare a diversi soggetti. In particolare:
   si riduce il FFO di 34 milioni di euro per il 2015 e di 32 milioni di euro dal 2016 in considerazione della razionalizzazione della spesa per acquisto di beni e servizi che le università dovranno conseguire (articolo 28, comma 16);
   si riduce il Fondo per il finanziamento degli enti di ricerca vigilati dal MIUR per 42,9 milioni di euro nel 2015 e per 43 milioni di euro dal 2016, a seguito della rideterminazione dei compensi dei componenti degli organi e di una razionalizzazione della spesa per acquisto di beni e servizi (articolo 28, commi 20 e 21);
   si riducono di 1 milione di euro, per il 2015, le risorse destinate al funzionamento delle Istituzioni dell'alta formazione e specializzazione artistica e musicale (AFAM). Inoltre, si prevede che la carica del Presidente è onorifica e che i compensi e le indennità spettanti al direttore e ai componenti del consiglio di amministrazione delle stesse Istituzioni sono rideterminati, in misura tale che dai due interventi derivino risparmi di spesa pari a 1,5 milioni di euro dal 2015 (articolo 28, commi 18 e 19);
   si prevede che, per il 2015, una quota parte pari a 10 milioni di euro delle somme che non sono state utilizzate dalle scuole, per tre esercizi finanziari consecutivi, per la realizzazione di progetti in materia di formazione e sviluppo dell'autonomia scolastica e che devono essere versate all'entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate ad apposito capitolo del bilancio del MIUR e poi assegnate alle scuole per le spese di funzionamento, rimane acquisita all'erario (articolo 28, comma 3);
   si prevede il versamento all'entrata del bilancio entro il 31 gennaio 2015 di 140 milioni di euro provenienti dalla gestione stralcio del Fondo speciale per la ricerca applicata (FSRA). Rimane fermo che eventuali ulteriori somme disponibili alla chiusura della predetta gestione saranno versate all'entrata per essere riassegnate al FFO (articolo 28, comma 17);
   si sopprime il contributo statale alla Scuola di ateneo per la formazione europea Jean Monnet, costituita presso la Seconda università degli studi di Napoli, pari a 3,5 milioni di euro annui (articolo 28, comma 14);
   si riduce di 200 mila euro, a decorrere dal 2015, il contributo a favore della Scuola per l'Europa di Parma, specificando che la riduzione si riferisce alle spese di funzionamento (articolo 28, comma 1);
   si riduce di 700 mila euro, a decorrere dal 2015, l'autorizzazione di spesa relativa al rimborso delle spese per accertamenti medico legali sostenuti da Università e Istituzioni AFAM (articolo 28, comma 13).

  Alle riduzioni indicate si aggiungono le riduzioni dei trasferimenti dal bilancio Pag. 41dello Stato a vari enti e organismi, fra i quali ANVUR, Scuola sperimentale di dottorato internazionale Gran Sasso, enti finanziati ai sensi della legge n. 549 del 1995 (cap. 1261) (articolo 20, comma 1).
  Un ulteriore gruppo di disposizioni risponde a diverse finalità. In particolare, si introducono disposizioni finalizzate ad agevolare l'ingresso di ricercatori nelle università «virtuose» (ossia, quelle che hanno un indicatore delle spese di personale inferiore all'80 per cento), nonché a consentire una maggiore flessibilità nella programmazione dei reclutamenti e il cumulo delle risorse destinate alle assunzioni per un arco temporale non superiore a tre anni (articolo 28, commi da 28 a 30).
  Nella manovra la leva fiscale viene utilizzata, anzitutto con finalità di crescita del Paese, anche attraverso misure di sostegno alla domanda, a tal fine alleggerendo l'imposizione sul lavoro e sui fattori produttivi.
  Per quanto riguarda le misure a sostegno della domanda:
   si rende strutturale il credito d'imposta IRPEF introdotto dal decreto-legge n. 66 del 2014 in favore dei lavoratori dipendenti e dei percettori di taluni redditi assimilati (cosiddetto «bonus 80 euro»), originariamente introdotto per il solo anno 2014 (articolo 4);
   si prevede l'erogazione del TFR in busta paga in via temporanea per i lavoratori dipendenti del settore privato, con sottoposizione al regime di tassazione ordinaria. Tali quote non concorrono al calcolo del reddito rilevante per la spettanza del bonus 80 euro. Si prevedono inoltre forme di finanziamento per i datori di lavoro che non intendano utilizzare a tal fine risorse proprie, con l'istituzione, presso l'I.N.P.S., di un Fondo di garanzia (articolo 6);
   si prorogano le detrazioni per gli interventi di ristrutturazione edilizia e di riqualificazione energetica, mantenendo anche per il 2015 le attuali misure (articolo 8).

  Con riguardo alle misure a sostegno dell'impresa:
   si rende integralmente deducibile dall'IRAP il costo sostenuto per lavoro dipendente a tempo indeterminato che eccede le vigenti deduzioni. Vengono conseguentemente ripristinate le più alte misure delle aliquote IRAP, antecedenti a quelle introdotte dal decreto legge n. 66 del 2014 (articolo 5);
   viene introdotta una nuova disciplina del credito d'imposta per ricerca e sviluppo, con riduzione dell'aliquota dell'agevolazione dal 50 al 25 per cento, salvo che per le spese relative al personale altamente qualificato; l'importo massimo per impresa è aumentato a 5 milioni di euro (articolo 7, commi 1 e 2);
   si introduce un regime opzionale di tassazione agevolata (cosiddetto patent box), consistente nell'esclusione dal reddito del 50 per cento dei redditi derivanti dall'utilizzazione di alcune tipologie di beni immateriali (marchi e brevetti) (articolo 7, commi da 3 a 11);
   si disciplina un nuovo regime forfetario agevolato per i cosiddetti «minimi», ovvero gli esercenti attività d'impresa e arti e professioni in forma individuale, con l'aliquota del 15 per cento. Sono previste soglie di ricavi diverse a seconda del tipo di attività esercitata, che variano da 15.000 euro per le attività professionali a 40.000 per il commercio (articolo 9);
   sono riaperti i termini per la rivalutazione contabile di terreni agricoli ed edificabili e partecipazioni in società non quotate (articolo 44, comma 6).

  Segnala inoltre l'incremento della dotazione del Fondo per la riduzione della pressione fiscale di 3.300 milioni di euro per l'anno 2015 (articolo 17, comma 19), anche se, come detto, tali risorse dovrebbero essere integralmente utilizzate per la maggiore correzione di bilancio richiesta dalla Commissione europea.
  In tema di politiche sociali e per la famiglia si interviene sia con misure più Pag. 42specificamente destinate ai nuclei familiari, sia con il finanziamento di alcuni Fondi, la previsione di benefici fiscali per le erogazioni liberali a favore delle ONLUS, il contrasto a patologie con un costo sociale elevato.
  In particolare, per quanto riguarda le misure più specificamente destinate ai nuclei familiari, si prevede, per ogni figlio nato o adottato dal 1o gennaio 2015 fino al 31 dicembre 2017, un assegno di importo annuo di 960 euro erogato mensilmente a decorrere dal mese di nascita o adozione, e corrisposto fino al terzo anno di età, allo scopo di incentivare la natalità e di contribuire alle spese per il sostegno, ed istituisce nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, un Fondo con la dotazione di 298 milioni di euro, per l'anno 2015, da destinare ad interventi a favore della famiglia.
  Per quanto riguarda i Fondi con finalità sociali, si incrementano, a decorrere dall'anno 2015: il Fondo per la Carta acquisti ordinaria di 250 milioni di euro (articolo 17, comma 6); lo stanziamento del Fondo nazionale per le politiche sociali (FNPS) di 300 milioni di euro – prevedendo che una quota sia destinata al rilancio di un piano di sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia – (articolo 17, comma 7); la dotazione del Fondo per le non autosufficienze di 250 milioni di euro, prevedendo che lo stanziamento del Fondo sia rivolto anche agli interventi a sostegno delle persone affette da sclerosi laterale amiotrofica (SLA) (articolo 17, comma 8); lo stanziamento del Fondo nazionale per le politiche ed i servizi dell'asilo, di 187,5 milioni di euro per ciascun anno, al fine di assicurare l'ampliamento del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (articolo 17, comma 13).
  Inoltre, si istituisce, a decorrere dal 1o gennaio 2015, il Fondo per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, nello stato di previsione del Ministero dell'interno. Nel nuovo fondo confluiscono le risorse dell'analogo Fondo nazionale per l'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali dal decreto-legge n. 95 del 2012, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, che viene contestualmente soppresso. Inoltre, il nuovo fondo è incrementato di 12,5 milioni di euro all'anno a decorrere dal 2015 (articolo 17, commi 14-15).
  Per quanto riguarda le misure o agevolazioni fiscali aventi effetti sulle politiche sociali: si prevede una stabilizzazione della disciplina del 5 per mille (articolo 17, comma 4); si eleva da 2.065 a 30.000 euro annui l'importo massimo sul quale spetta la detrazione del 26 per cento per le erogazioni liberali in denaro a favore delle Onlus e si adegua a 30.000 euro l'importo massimo deducibile a fini Ires (articolo 15); si prevedono alcune indicazioni aggiuntive per la compilazione della dichiarazione sostitutiva unica per la determinazione dell'Indicatore della situazione economica equivalente – ISEE – (articolo 26, comma 12); si innalza dal 5 al 77,74 per cento la quota imponibile degli utili percepiti, anche nell'esercizio d'impresa, dagli enti non commerciali (articolo 44, comma 26).
  Circa il contrasto a patologie aventi un costo sociale elevato, si destina annualmente, a decorrere dall'anno 2015, nell'ambito delle risorse destinate al finanziamento del Servizio sanitario nazionale una quota pari a 50 milioni di euro per la cura delle patologie connesse alla dipendenza da gioco d'azzardo (articolo 14).
  In tema di salute si interviene sia con misure di diverso contenuto, attuative dell'Intesa tra Governo, Regioni e Province autonome sul nuovo Patto per la salute per gli anni 2014-2016, sancita il 10 luglio 2014, sia con norme varie concernenti il personale del Servizio sanitario nazionale e il risanamento del Servizio sanitario del Molise.
  Per quanto concerne le misure previste in attuazione del Patto per la salute: si dispone il livello di finanziamento del Servizio sanitario nazionale per il biennio 2015-2016 in 112 miliardi e 62 milioni di euro per il 2015 e in 115 miliardi e 444 milioni di euro per il 2016, fissando contestualmente Pag. 43alcuni criteri di riparto (articolo 39, commi da 1 a 9); si impegnano le regioni e le province autonome a garantire annualmente la programmabilità degli investimenti da effettuare nei propri ambiti territoriali (articolo 39, comma 10); si autorizza, per l'anno 2015, la spesa di 2 milioni di euro nello stato di previsione del Ministero della salute, per l'avvio dell'implementazione dei flussi informativi per il monitoraggio delle prestazioni erogate nell'ambito dell'assistenza primaria (articolo 39, comma 11); si rimette ad un Accordo tra Governo e Regioni la definizione delle competenze e delle responsabilità delle professioni sanitarie infermieristiche-ostetrica e tecniche della riabilitazione e della prevenzione (articolo 39, comma 12); si prevede che l'accertamento da parte della regione del mancato conseguimento degli obiettivi di salute e assistenziali costituisce grave inadempimento contrattuale per il direttore generale e comporta la decadenza automatica dello stesso, e qualifica la verifica del conseguimento da parte dei direttori generali degli obiettivi di salute ed assistenziali come adempimento ai fini dell'accesso al finanziamento integrativo del Servizio Sanitario Nazionale (articolo 39, commi 13 e 14); si dettano alcune disposizioni relative al tema delle misure di contrasto ai disavanzi sanitari e, più in particolare, alle procedure di commissariamento delle regioni in piano di rientro (articolo 39, commi da 15 a 19); si dettano alcune disposizioni relative alla composizione dei collegi sindacali delle aziende sanitarie ed ospedaliere (articolo 39, commi 20 e 21); si detta la disciplina del commissariamento nei casi in cui regioni e province autonome non adottino le disposizioni applicative della normativa di riordino degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali previste dalla vigente normativa di riordino (articolo 39, commi da 22 a 27); si interviene in materia di organizzazione dei dipartimenti di prevenzione delle ASL, mediante, in particolare, dotazione di personale adeguato, entro i vigenti vincoli di spesa ed i vincoli previsti dai piani di rientro sanitari regionali (articolo 39, comma 28); si riducono i termini del blocco automatico del turn over attualmente previsti, prevedendo tale blocco solo fino all'anno successivo a quello di verifica degli equilibri finanziari regionali (articolo 39, comma 29); si estendono al 2020 i vigenti parametri di contenimento della spesa di personale degli enti del SSN, aggiungendo ulteriori condizioni perché una regione possa essere considerata adempiente (articolo 39, comma 30); si modifica la disciplina in materia di Prontuario farmaceutico nazionale, posticipandone al 31 dicembre 2015 la revisione straordinaria da parte dell'AIFA (articolo 39, comma 31); si prevede la definizione delle modalità per l'attivazione di una rete di comunicazione dedicata al dispositivo-vigilanza per lo scambio tempestivo e capillare delle informazioni circa incidenti che interessano dispositivi medici (articolo 39, comma 32); si prevede l'emanazione di un decreto del Ministero della salute per garantire un'azione coordinata dei livelli nazionale, regionale e delle aziende accreditate del SSN, per il governo dei consumi dei dispositivi medici (articolo 39, comma 33); si dettano disposizioni in materia di Health Technology Assessment (HTA) per l'individuazione dei percorsi farmaco-terapeutici che garantiscano un impiego efficiente e un costo efficace delle risorse disponibili (articolo 39, comma 34).
  Inoltre, si autorizza, per il 2015, la spesa, fino ad un massimo di 40 milioni di euro, in favore della Regione Molise, in relazione alla grave situazione economico-finanziaria e sanitaria determinatasi nella Regione stessa (articolo 40).
  Al fine di fornire liquidità agli enti dei servizi sanitari regionali e garantire un'accelerazione dei pagamenti ai fornitori, si stabiliscono misure stringenti per l'erogazione, da parte delle regioni, delle somme destinate al finanziamento del proprio servizio sanitario regionale (articolo 42).
  Per quanto attiene al settore previdenziale si delinea, in primo luogo, un complessivo incremento della tassazione del risparmio previdenziale, con l'innalzamento dell'aliquota di tassazione dall'11 al 20 per cento per i fondi pensione (c.d. Pag. 44previdenza complementare) e dall'11 al 17 per cento per la rivalutazione del TFR (articolo 44, commi 1-5).
  Per quanto concerne il TFR, si prevede, come già segnalato con riferimento alle politiche per la crescita e le imprese, l'erogazione delle quote di TFR maturando in busta paga, in via sperimentale, per il periodo 1o marzo 2015-30 giugno 2018, per i lavoratori dipendenti del settore privato, con sottoposizione al regime di tassazione ordinaria (articolo 6).
  Nel settore del lavoro autonomo, nell'ambito del nuovo regime fiscale agevolato introdotto per i contribuenti cosiddetti minimi, si prevede la facoltà, per i soggetti obbligati al versamento dei contributi previdenziali presso le gestioni speciali artigiani e commercianti, esercenti attività di impresa, di usufruire di uno specifico regime agevolato ai fini contributivi, nel quale, esclusa l'applicazione della contribuzione previdenziale minima, si adotta una modalità di calcolo dei contributi basata su una percentuale del reddito dichiarato (articolo 12, comma 23).
  Si richiama infine lo sgravio contributivo per le assunzioni con contratto a tempo indeterminato (articolo 12), già illustrato nell'ambito delle politiche per l'occupazione.
  Nel quadro degli interventi di contenimento della spesa, si segnalano la soppressione della norma che autorizza il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ad un'integrazione della dotazione organica pari a 250 unità di personale ispettivo e a procedere alle conseguenti assunzioni; la soppressione della norma che prevede l'erogazione da parte di INPS e INAIL di prestazioni economiche accessorie corrisposte agli aventi diritto ai regimi speciali di cure termali garantite dal Sistema sanitario nazionale, con oneri a carico delle medesime gestioni previdenziali; la fissazione di una data unica (il giorno 10 di ciascun mese) per il pagamento delle prestazioni previdenziali erogate dall'INPS, al fine di uniformare e razionalizzare le procedure e i tempi di pagamento delle stesse; l'obbligo di trasmissione all'INPS del certificato di accertamento del decesso del soggetto beneficiario di prestazioni previdenziali, entro 48 ore dall'evento, per via telematica online; disposizioni in merito alla restituzione delle somme erogate dall'INPS indebitamente percepite post mortem dal beneficiario; la riduzione di 150 milioni di euro, per il 2015, degli stanziamenti per il finanziamento degli istituti di patronato e assistenza sociale (articolo 26); nonché la riduzione di 150 milioni di euro annui, a decorrere dal 2015, dello stanziamento relativo ai benefici previdenziali per i lavoratori impegnati in attività usuranti (articolo 45, comma 6).
  Si prevede che l'INPS versi all'entrata del bilancio dello Stato somme per 20 milioni di euro per il 2015 e 120 milioni di euro a decorrere dal 2016, a valere sulle risorse derivanti dall'aumento contributivo relativo alla contribuzione integrativa dello 0,30 per cento destinata ai fondi paritetici interprofessionali per la formazione continua (articolo 45, comma 7).
  Infine, sono previste disposizioni relative ai trasferimenti a favore di alcune gestioni previdenziali dell'INPS, determinando l'adeguamento, per l'anno 2015, dei trasferimenti dovuti dallo Stato verso la «Gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali» (GIAS) presso l'INPS, a favore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, della Gestione dei lavoratori autonomi, della Gestione speciale minatori e del soppresso ENPALS (articolo 2).
  Nell'ambito del contenimento delle spese di personale nel settore del pubblico impiego (articolo 21), il disegno di legge proroga fino al 31 dicembre 2015 il blocco economico della contrattazione nel pubblico impiego, già previsto fino al 31 dicembre 2014 dalla normativa vigente, con conseguente slittamento del triennio contrattuale dal 2015-2017 al 2016-2018. Il disegno di legge estende inoltre fino al 2018 l'efficacia della norma in base alla quale l'indennità di vacanza contrattuale da computare quale anticipazione dei benefìci complessivi che saranno attribuiti all'atto del rinnovo contrattuale è quella in godimento al 31 dicembre 2013. Il disegno Pag. 45di legge proroga altresì fino al 31 dicembre 2015 il blocco degli automatismi stipendiali del personale non contrattualizzato, ferma restando l'esclusione dal blocco dei magistrati. Il disegno di legge, infine, introduce il divieto di cumulo dei trattamenti accessori del personale non appartenente al ruolo sanitario di livello dirigenziale del Ministero della sanità.
  Viene inoltre modificata la legislazione vigente in tema di dismissione di immobili pubblici e di razionalizzazione degli spazi in uso alle amministrazioni centrali (articolo 22). In particolare, con riferimento alla dismissione di determinati immobili, si prevede la possibilità di venderli non solo a trattativa privata (come già previsto dalla normativa vigente), ma anche tramite una procedura ristretta alla quale sono invitati a partecipare e a presentare offerte soltanto alcuni soggetti qualificati, in possesso di requisiti e caratteristiche da stabilire con decreto direttoriale del Ministero dell'economia e delle finanze in relazione alla singola procedura di dismissione. Sono previste, inoltre, modifiche alla disciplina relativa al nuovo piano di razionalizzazione nazionale degli spazi, nella prospettiva della loro liberazione e conseguente valorizzazione e cessione. In particolare è istituito un «Fondo di rotazione per la razionalizzazione degli spazi» con un'iniziale dotazione di 20 milioni di euro, con la finalità di finanziare le opere di riadattamento e ristrutturazione necessarie alla riallocazione delle amministrazioni statali in altre sedi.
  Si prevedono disposizioni per la riduzione delle spese degli organi a rilevanza costituzionale e della Presidenza del Consiglio dei ministri (articolo 25). In particolare, si dispone una riduzione dei trasferimenti per le spese di funzionamento della Corte dei conti, del Consiglio di Stato e dei TAR, del CSM e del Consiglio di giustizia amministrativa per la Regione siciliana, pari complessivamente a 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015, 2016 e 2017. Il comma 2 prevede che l'espletamento di ogni funzione connessa alla carica di presidente o consigliere del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (CNEL), così come qualsiasi attività istruttoria finalizzata alle deliberazioni del Consiglio, non può comportare oneri a carico della finanza pubblica ad alcun titolo (viene dunque in sostanza disposto lo svolgimento a titolo gratuito delle funzioni connesse alla carica di Presidente o consigliere del CNEL). Il comma 4, prevede che la Presidenza del Consiglio dei ministri assicura, a decorrere dal 2015, una riduzione delle spese del proprio bilancio non inferiore a 10 milioni di euro.
  Infine, per quanto riguarda l'analisi dei profili finanziari, rinvia alla documentazione predisposta dagli uffici.

  Paolo TANCREDI (NCD), relatore per il disegno di legge di bilancio, ricorda che il disegno di legge recante il bilancio annuale di previsione dello Stato è disciplinato dall'articolo 21 della legge n. 196 del 2009 in materia di contabilità e finanza pubblica. Ai sensi di tale articolo, le previsioni di entrata e di spesa contenute nel bilancio sono formate sulla base della legislazione vigente, tenuto conto dei parametri economici utilizzati nel Documento di economia e finanza nonché di quelli eventualmente aggiornati con la Nota di aggiornamento del DEF. Tale criterio è espressamente richiamato nel disegno di legge all'esame, per il quale la relazione al medesimo precisa come l'impostazione del progetto di bilancio abbia assunto come quadro di riferimento generale le ipotesi di evoluzione del bilancio statale di competenza coerenti con gli obiettivi di finanza pubblica indicati nella Nota di aggiornamento. Ciò premesso, fa presente quanto segue.
  Ai sensi della vigente disciplina contabile di cui all'articolo 21 legge di contabilità pubblica prima richiamato e della indicazioni fornite con la circolare del Ministero dell'economia e delle finanze n. 16 del 12 maggio 2014, il disegno di legge di bilancio 2015-2017 è impostato secondo la struttura contabile per missioni e programmi, finalizzata a privilegiare il contenuto funzionale della spesa.
  Pur confermando, rispetto allo scorso anno, le 34 missioni, che rappresentano le Pag. 46funzioni principali della spesa pubblica e ne delineano gli obiettivi strategici, il disegno di legge presenta una significativa revisione dei programmi, sia nell'articolazione che nel numero. Nel disegno di legge per il 2015 risultano 181 programmi di spesa, rispetto ai 176 dello scorso anno, che costituiscono le unità di voto parlamentare. Tali modifiche conseguono prevalentemente dalla riorganizzazione effettuata da diversi Ministeri sulla base del processo avviato dall'articolo 2, comma 10-ter, del decreto-legge n. 95 del 2012 e ulteriormente accelerato con il comma 4 dell'articolo 16 del decreto-legge n. 66 del 2014, che ha determinato impatti rilevanti sulla struttura degli stati di previsione.
  Il contenuto di molteplici programmi, anche a parità di denominazione, è mutato anche per una collocazione delle voci di spesa che meglio rappresenta le finalità dei singoli capitoli del bilancio sottostanti.
  Come evidenziato nella relazione illustrativa, il disegno di legge di bilancio per il 2015, oltre ad essere coerente con lo scenario macroeconomico illustrato nella Nota di aggiornamento del DEF, presentata a settembre 2014, al fine di perseguire, mediante la legge di stabilità, i volumi di entrata e di spesa programmata, si colloca in un percorso di progressivo risanamento dei conti pubblici già avviato negli esercizi precedenti.
  Gli aggregati di entrata e di spesa del bilancio, predisposti secondo il criterio della legislazione vigente, includono gli effetti finanziari delle misure di contenimento della spesa adottate nel corso di questi ultimi anni e dei provvedimenti di urgenza disposti nell'anno in corso volti principalmente al sostegno dell'economia, dell'occupazione e del reddito delle famiglie, nonché alla razionalizzazione della spesa pubblica. In proposito vengono citati i recenti provvedimenti per l'attivazione delle risorse disponibili per lo sblocco delle opere già avviate o immediatamente cantierabili, per il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali in deroga e dell'assicurazione sociale per l'impiego, per la riduzione delle aliquote Irap per le imprese e la proroga del pagamento della TASI.
  Nella relazione illustrativa si precisa, inoltre, che il disegno di legge di bilancio in esame recepisce gli effetti derivanti dall'attuazione dell'articolo 49 del decreto-legge n. 66 del 2014, in materia di riaccertamento dei residui. Si tratta di un programma straordinario di riaccertamento dei residui passivi iscritti in bilancio, al fine di consentire la cancellazione di quelli ormai non più esigibili dai terzi per il venir meno dei presupposti giuridici dell'obbligazione sottostante e il conseguente versamento all'entrata degli stessi e la destinazione delle relative risorse a nuovi stanziamenti in bilancio.
  Segnala che il disegno di legge di bilancio in esame è inoltre comprensivo delle rimodulazioni proposte dalle Amministrazioni sulla base della flessibilità concessa dalla normativa vigente. Sul processo di formazione delle dotazioni finanziarie per l'esercizio 2015 hanno infatti inciso, sotto il profilo quantitativo, le rimodulazioni proposte dalle amministrazioni sulla base dei criteri di flessibilità previsti dalla normativa vigente, ai sensi dell'articolo 23, commi da 1 a 3, della legge n. 196 del 2009, come ampliati dall'articolo 9, comma 10, del decreto-legge n. 150 del 2013, che ha prorogato la possibilità di proporre variazioni compensative anche tra programmi appartenenti a missioni di spesa diverse, nell'ambito di ciascuno stato di previsione, e dall'articolo 6, commi 15 e 16, del decreto-legge n. 95 del 2012, che consente rimodulazioni nel tempo degli stanziamenti di competenza delle leggi pluriennali di spesa, fermo restando l'ammontare complessivo. A questa maggiore flessibilità a favore delle amministrazioni, si è aggiunta quella introdotta, per la prima volta, dall'articolo 50, comma 2, del decreto-legge n. 66 del 2014, che consente variazioni compensative nell'ambito degli stanziamenti dei capitoli di bilancio dei consumi intermedi e degli investimenti fissi lordi, volta a prevenire, come sottolineato dalla relazione illustrativa, la formazione di debiti fuori bilancio e a favorire Pag. 47il pagamento dei debiti commerciali, nel rispetto della direttiva dell'Unione europea in materia di tempi di pagamenti.
  Con riferimento al quadro generale riassuntivo del bilancio di previsione a legislazione vigente, al netto delle regolazioni contabili e dei rimborsi IVA, evidenzia i seguenti importi per gli anni 2015-2017. Per il 2015, in termini di competenza, si prevedono entrate finali per 506,4 miliardi di euro e spese finali per 553,3 miliardi. Il saldo netto da finanziare, corrispondente alla differenza tra le entrate finali e le spese finali, risulta pari nel 2015 a 46,9 miliardi di euro, in peggioramento rispetto al 2014, sia nella previsione del bilancio, pari a –38,3 miliardi di euro, che nel dato assestato 2014, pari a –41,6 miliardi di euro. Per il biennio 2016-2017, il disegno di legge evidenzia un progressivo miglioramento del saldo netto da finanziare, in termini di competenza, pari, rispettivamente, a 22,7 miliardi di euro nel 2016 e a 15,4 miliardi di euro nel 2017, in corrispondenza ad un andamento progressivamente crescente delle entrate finali, da 506,4 miliardi di euro nel 2015 a 525,5 miliardi di euro nel 2017, mentre le spese finali, che registrano una forte riduzione nel 2016 rispetto al 2015, si mantengono poi sostanzialmente stabili nel 2017.
  In termini di cassa, il saldo netto da finanziare, è pari a 106,6 miliardi di euro nel 2015, a 80,7 miliardi di euro nel 2016 e a 73,4 miliardi di euro nel 2017. La differenza rispetto al corrispondente valore in termini di competenza dipende essenzialmente dal fisiologico scostamento tra i valori degli accertamenti di entrata e i corrispondenti importi degli incassi. Segnala che il provvedimento riporta ovviamente anche i dati al lordo delle regolazioni debitorie, che espongono un'evoluzione analoga a quelli al netto ora esposti, e che quindi in questa sede non si riportano, rinviandosi alla documentazione predisposta dagli uffici.
  Il disegno di legge di bilancio evidenzia per il 2015 un saldo netto da finanziare di 46,9 miliardi di euro, in peggioramento rispetto al saldo assestato del 2014 di oltre 5,3 miliardi di euro. L'aumento del livello del saldo netto da finanziare nel 2015 è dovuto principalmente ad una contrazione delle entrate superiore a quella delle spese, atteso che il provvedimento espone una riduzione delle entrate finali di oltre 11,4 miliardi di euro, pari a –2,2 per cento, determinato da una diminuzione sia delle entrate tributarie per circa 6,6 miliardi di euro che di quelle extratributarie per circa 4,7 miliardi; una riduzione delle spese finali di oltre 6 miliardi di euro, pari a –1,1 per cento, per effetto principalmente della contrazione della spesa in conto capitale di 20,7 miliardi di euro, pari a –35,7 per cento, cui fa riscontro un aumento delle spese correnti, pari a +14,7 miliardi di euro. Nel biennio successivo il saldo netto da finanziare mostra, tuttavia, un significativo miglioramento con un valore atteso pari a –22,7 miliardi di euro nel 2016 e a –15,4 miliardi di euro nel 2017, che riflette soprattutto, come già ricordato, il miglioramento dell'andamento delle entrate finali, pari +2,0 per cento nel 2016 e +1,6 per cento nel 2017, e la riduzione delle spese finali, essenzialmente dovuta a quelle in conto capitale, pari a –17,1 per cento nel 2016 e –12,3 per cento nel 2017.
  L'avanzo primario, che, come è noto, costituisce un indicatore essenziale ai fini della sostenibilità del debito pubblico, si amplia nel triennio, passando dai 40,5 miliardi di euro del 2015 ai 67,3 miliardi di euro del 2016 e ai 74,9 miliardi di euro del 2017.
  Il risparmio pubblico, negativo nel 2015, torna su valori positivi nel biennio successivo. Il miglioramento atteso è spiegato sia dall'incremento previsto per le entrate tributarie, sia dalla riduzione delle spese correnti.
  Per quanto riguarda le entrate, la relazione illustrativa al disegno di legge di bilancio indica i criteri in base ai quali sono state elaborate le previsioni aggiornate per il triennio 2015-2017, con riferimento alle disposizioni in vigore operanti per il 2015 e negli anni successivi. Tali previsioni, con riferimento in particolare alle entrate tributarie, risultano inoltre in Pag. 48linea con quelle tendenziali contenute nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2014.
  Per quanto riguarda il 2015, le entrate finali, al netto dei rimborsi IVA, ammontano nel bilancio a legislazione vigente a 506.364 milioni di euro, in diminuzione rispetto al dato assestato 2014, nell'importo di 11.424 milioni di euro.
  Tale riduzione è determinata da minori entrate tributarie per 6.637 milioni di euro, da minori entrate extratributarie per 4.659 milioni di euro, nonché da minori introiti da alienazioni e ammortamento beni patrimoniali per 128 milioni di euro.
  Per le annualità 2016 e 2017 si prevede un andamento positivo delle entrate tributarie, pari a +2,4 per cento nel 2016 e a +2 per cento nel 2017. A fronte dell'incremento delle entrate tributarie, nel bilancio a legislazione vigente si riscontra, invece, una lieve diminuzione di quelle extratributarie, sia nel 2016 che nel 2017.
  Con riferimento particolare alle entrate tributarie, esse evidenziano nel 2015 una diminuzione di 13.654 milioni di euro delle imposte sul patrimonio e sul reddito, pari a –5,2 per cento, a fronte dell'aumento di 6.516 milioni di euro delle tasse e imposte sugli affari, pari a +5,2 per cento, di 158 milioni di euro delle imposte sulla produzione, consumi e dogane, pari a +0,4 per cento, di 70 milioni di euro del gettito dai prodotti di monopolio, pari a +0,7 per cento, e di 273 milioni di euro nel settore del lotto, lotterie e giochi, pari a +2,5 per cento.
  Analizzando le principali imposte, rispetto al dato assestato 2014, nel bilancio a legislazione vigente per il 2015, il gettito IRPEF passa da 186.372 a 176.960 milioni di euro e quello relativo all'IRES diminuisce da 50.359 a 42.399 milioni di euro.
  Per il gettito IVA viene indicato un aumento da 100.462 a 108.126 milioni di euro, così come per le accise e imposte sugli oli minerali, che crescono da 26.761 a 28.018 milioni di euro.
  Per quanto riguarda le spese finali, esse ammontano nel 2015 a complessivi 553,3 miliardi di euro, evidenziando, rispetto all'assestato 2014 una riduzione, come detto, complessiva di 6 miliardi di euro, per effetto della sensibile contrazione delle spese in conto capitale di oltre 20,7 miliardi di euro, circa il 35,7 per cento in meno rispetto al dato dell'assestamento 2014.
  La consistente riduzione delle spese in conto capitale rispetto al dato assestato 2014 è ascrivibile per la gran parte al venir meno di interventi, quali il contributo per la sottoscrizione del capitale del Meccanismo europeo di stabilità, pari a 2,9 miliardi di euro, e il contributo per il pagamento dei debiti certi liquidi ed esigibili degli enti locali e delle regioni, pari complessivamente a 14,5 miliardi di euro.
  Si riducono anche i contributi per investimenti a imprese, la cui contrazione di 2.608 milioni di euro è in larga misura ascrivibile al profilo dello stanziamento delle somme inerenti alle Ferrovie dello Stato Spa, pari a –1.692 milioni di euro, e agli investimenti fissi lordi, che registrano una riduzione di 1.034 milioni di euro, dovuta principalmente alla riduzione degli investimenti per la difesa, pari a 546 milioni di euro e per la realizzazione dell'evento Expo di Milano, pari a 324 milioni di euro.
  Le spese correnti manifestano, invece, un incremento, pari a +14,7 miliardi di euro, rispetto al bilancio assestato 2014. In particolare, la spesa corrente primaria, considerata al netto degli interessi, presenta nel disegno di legge di bilancio per il 2015 una consistenza di 428,5 miliardi di euro, prevista in aumento di circa 16,8 miliardi di euro rispetto all'assestato 2014. Tale componente di spesa mostra un andamento più contenuto nei due anni successivi, in virtù, come si legge nella relazione illustrativa, degli interventi correttivi adottati negli ultimi esercizi, passando, infatti, dai 428,5 miliardi di euro del 2015 ai 419 miliardi di euro del 2016 per poi risalire leggermente, a 423,4 miliardi di euro, nel 2017.
  Relativamente alla spesa per interessi, che manifesta un decremento nel 2015 rispetto al dato assestato 2014 di oltre 2 miliardi e 127 milioni di euro, si stima un progressivo aumento nel biennio successivo, Pag. 49passando dagli 87,5 miliardi di euro nel 2015 fino a oltre 90 miliardi di euro nel 2017 in relazione sia al profilo atteso dei rendimenti dei titoli pubblici, sia del pagamento degli interessi dovuti alla Cassa Depositi e Prestiti. Il suddetto incremento delle spese correnti nel 2015 di 14,7 miliardi di euro rispetto al dato assestato 2014, è dovuto, essenzialmente, all'andamento delle seguenti categorie di spesa. In primo luogo, i trasferimenti correnti alle amministrazioni pubbliche, previsti nel 2015 in aumento di circa 15 miliardi di euro. Tale incremento è imputabile pressoché interamente ai trasferimenti alle regioni che aumentano di 14,6 miliardi. Tale variazione positiva è legata in gran parte a regolazioni contabili delle entrate erariali con le regioni a statuto speciale e le province autonome, relative anche ad anni precedenti che, nel complesso, aumentano di 12,6 miliardi di euro, attestandosi a 32,2 miliardi di euro nel 2015. Per quanto riguarda le regioni a statuto ordinario si prevedono nel 2015 maggiori trasferimenti per 4,3 miliardi di euro relativi a somme da erogare a titolo di compartecipazione all'IVA. Si evidenziano inoltre, in tale ambito, i maggiori trasferimenti agli enti di previdenza ed assistenza sociale, pari a +2.835 milioni di euro. A fronte di tali aumenti va rilevata la diminuzione di 1.145 milioni di euro del Fondo sociale per occupazione e formazione. In secondo luogo, i trasferimenti alle famiglie e alle istituzioni sociali private, previsti in aumento nel 2015 di complessivi 1.735 milioni di euro. In terzo luogo, le altre spese correnti che registrano un aumento degli stanziamenti di 725 milioni di euro.
  Sono invece previsti in leggera riduzione rispetto al 2014 sia i redditi da lavoro dipendente, in misura pari a –319 milioni di euro che i consumi intermedi, pari a –1.104 milioni di euro.
  Anche la spesa per interessi passivi si riduce nel 2015 di circa 2 miliardi e 127 milioni di euro. Come precisato nella Relazione illustrativa al disegno di legge, le ipotesi assunte per le previsioni della spesa per interessi risentono sia del profilo atteso dei rendimenti dei titoli pubblici sia del pagamento degli interessi dovuti alla Cassa Depositi e Prestiti.
  Al fine di dar conto non solo dell'ammontare delle diverse categorie di spesa, ma anche della composizione qualitativa della stessa, vale a dire delle specifiche finalità cui è destinata, giudica opportuno analizzare le spese finali, anche per missioni. Ricorda che il disegno di legge di bilancio per il 2015 presenta una struttura contabile articolata in 34 Missioni e 181 programmi. Segnala che, pur confermando lo stesso numero di missioni rispetto alla legge di bilancio 2014, è stata compiuta una profonda revisione delle unità di voto, conseguente ad una riorganizzazione realizzata da diversi Ministeri sulla base del processo avviato dal decreto-legge n. 95 del 2012, accelerato in seguito con il decreto-legge n. 66 del 2014. Tali riorganizzazioni hanno avuto un rilevante impatto sulla struttura degli stati di previsione della spesa, in particolare, in merito all'individuazione e al contenuto dei programmi. Con l'occasione, attraverso le variazioni nelle denominazioni di alcune missioni e di diversi programmi, si è voluta porre in evidenza la rilevanza che il Governo assegna ad alcune politiche, affinando la rappresentazione delle stesse, per mezzo di una collocazione delle voci di spesa che meglio delinea le finalità dei singoli capitoli di bilancio.
  Le unità di voto complessive sono state portate da 174 a 181, come già evidenziato, attraverso l'individuazione di 16 nuovi programmi di spesa e la soppressione di altri 9. Tale incremento è dovuto anche alla maggiore numerosità dei centri di responsabilità, i quali sono passati da 93 a 118, anche per effetto delle ristrutturazioni di alcuni Ministeri che hanno scelto di organizzarsi in direzioni generali e non più in dipartimenti.
  È stata elaborata una riclassificazione, riportando le singole unità gestionali del bilancio per il 2014, i piani gestionali, alla classificazione per missioni e programmi adottata nel disegno di legge di bilancio Pag. 50per 2015, in modo da consentire una migliore confrontabilità dei dati tra le nuove previsioni e quelle precedenti.
  In termini di composizione, circa il 46 per cento della spesa complessiva dello Stato, calcolata al netto della missione «debito pubblico», è concentrato in sole 2 missioni: «Relazioni finanziarie con le autonomie territoriali», che rappresenta il 25,5 per cento, e «Politiche previdenziali», che rappresenta il 20,7 per cento.
  Un ulteriore 34 per cento della spesa è rappresentato dalla somma degli stanziamenti per le missioni «Istruzione scolastica», pari all'8,9 per cento, «Politiche economico-finanziarie e di bilancio» pari all'8,0 per cento, «Diritti sociali, politiche sociali e famiglia» pari al 7,0 per cento, « L'Italia in Europa e nel mondo» pari al 5,7 per cento, e «Difesa e sicurezza del territorio» pari al 4,1 per cento.
  Ad un confronto con i dati dell'assestato 2014, e sempre al netto della missione debito pubblico, le missioni di spesa che, a parità di struttura del disegno di legge di bilancio 2015-2017, registrano il maggior incremento, in termini assoluti, nel 2015 sono le seguenti: Politiche previdenziali, pari a +3,6 miliardi di euro, che passa da 93,1 a 96,7 miliardi di euro per l'anno 2015; Competitività e sviluppo delle imprese pari a +3,7 miliardi di euro; Sviluppo e riequilibrio territoriale pari a +806 milioni di euro; Casa e assetto urbanistico, che reca un incremento di circa 700 milioni di euro, passando da 784 milioni di euro nel 2014 a 1.467 milioni di euro per l'anno 2015; L'Italia in Europa e nel mondo, che reca un incremento di circa 450 milioni di euro, passando da 25.974 milioni di euro nel 2014 a 26.429 di euro milioni per l'anno 2015.

  Il sottosegretario Pier Paolo BARETTA si riserva di intervenire in sede di replica.

  Alberto GIORGETTI (FI-PdL) svolge un intervento di carattere generale sui disegni di legge in titolo, riservandosi di compiere nel prosieguo dell'esame specifici approfondimenti relativi al merito di singole disposizioni, anche al fine di apportare ai suddetti provvedimenti le necessarie integrazioni e correzioni migliorative. Pur avendo seguito con attenzione le relazioni illustrative svolte dagli onorevoli Guerra e Tancredi, ritiene che oggetto di preliminare riflessione da parte delle forze politiche e del rappresentante del Governo dovrebbe essere, tuttavia, la questione della effettiva sostenibilità e tenuta dei conti pubblici. Osserva infatti che, come del resto pubblicamente evidenziato anche dal Presidente del Consiglio dei ministri, la manovra di finanza pubblica delineata dal disegno di legge di stabilità presuppone che la stessa sia parzialmente realizzata anche tramite ricorso all'incremento dell'indebitamento netto.
  A suo giudizio, tale scelta di carattere politico segna comunque un'innovazione, anche sul piano delle relazioni con le istituzioni europee, rispetto alla condotta tenuta nel recente passato dai precedenti Governi, con particolare riferimento al tema della sostenibilità dei conti pubblici e del rispetto dei parametri economici stabiliti a livello europeo.
  Anche considerando le eccezionali condizioni in cui versa l'attuale situazione economica del Paese, ribadisce tuttavia come l'impostazione in deficit del disegno di legge di stabilità costituisca un serio rischio dal punto di vista della tenuta dei conti pubblici. In secondo luogo, osserva come anche rispetto al tema della lotta all'evasione fiscale appare necessario compiere taluni approfondimenti nel corso dell'esame parlamentare. In proposito, ricorda come, alla luce della vigente prassi contabile seguita, in passato i proventi derivanti dalle misure di contrasto all'evasione fiscale potevano costituire oggetto di specifica considerazione solo a consuntivo, mentre il disegno di legge di stabilità per il 2015 reca, da questo punto di vista, un'ulteriore innovazione, dal momento che a copertura finanziaria di talune disposizioni recate dal provvedimento sono posti i proventi attesi dall'attuazione degli interventi complessivamente destinati al contrasto dell'evasione fiscale, per un importo complessivo di oltre 3 miliardi di euro. Pag. 51
  Con riferimento, inoltre, agli interventi finalizzati alla riduzione delle spese a carico delle amministrazioni pubbliche, così come previsti dal disegno di legge di stabilità, rileva che, come peraltro evidenziato nel corso delle audizioni dei soggetti rappresentativi degli enti territoriali, il provvedimento reca taluni aspetti problematici, connessi in particolare alle modifiche apportate alla disciplina del patto di stabilità interno ed alla diminuzione dei trasferimenti erariali previsti in favore di regioni ed enti locali.
  Senza entrare nel merito delle diverse disposizioni del disegno di legge di stabilità finalizzate alla riduzione della pressione fiscale, rileva tuttavia come anche da questo punto di vista il provvedimento non appaia in grado di conseguire gli obiettivi dichiarati dal Governo e dunque, come tale, non appaia suscettibile di imprimere una svolta, in termini di crescita e di sviluppo, alla situazione economica del Paese.
  In tale ultima ottica, segnala come prioritario compito del Governo dovrebbe essere quello di assicurare piena attuazione alla cosiddetta delega fiscale, che potrebbe rappresentare in tal senso un essenziale strumento di stimolo anche in chiave di semplificazione degli adempimenti e di liberalizzazione delle attività economiche.
  Alla luce delle considerazioni svolte, preannunzia pertanto che il suo gruppo si riserva di presentare specifiche proposte emendative sulle principali questioni richiamate nel corso del suo intervento, anche al fine di rendere più certa l'acquisizione delle risorse sul fronte delle entrate e di assicurare comunque l'effettiva sostenibilità dei conti pubblici.
  Con riferimento, infine, alle clausole di salvaguardia previste dal disegno di legge di stabilità, rileva che esse rappresentano uno dei pochi elementi di certezza ma che, tuttavia, la loro eventuale attivazione avrebbe l'effetto di deprimere ancora di più i primi segnali, per quanto deboli, di una potenziale ripresa economica del Paese.

  Rocco PALESE (FI-PdL) rileva preliminarmente come le trattative condotte dal Governo italiano con le competenti istituzioni europee non abbiano prodotto i risultati attesi ma, al contrario, abbiano indotto la Commissione europea a sollevare dei rilievi stringenti sul complesso della manovra finanziaria sottoposta al suo esame. Ricorda, in particolare, che, al fine di aggiornare gli obiettivi programmatici di finanza pubblica, come richiesto dalla Commissione europea nell'ambito del processo di valutazione dei documenti programmatici di bilancio per il 2015, il Parlamento abbia di recente approvato un'apposita risoluzione sulla relazione di variazione alla Nota di aggiornamento del DEF per il 2014. Sottolinea come il fatto che si sia reso necessario tale aggiustamento della manovra finanziaria ancora prima che la stessa fosse presentata in Parlamento dipenda da una azione di Governo che, a suo avviso, si sta dimostrando non adeguata ad affrontare la grave situazione di crisi economica in cui versa il Paese.
  Evidenzia come i dati contenuti nel disegno di legge di stabilità e nel disegno di legge di bilancio siano basati su stime delle entrate non esatte, in quanto derivanti da interventi che per loro stessa natura non possono essere quantificati con certezza, come gli introiti conseguenti alla lotta dell'evasione fiscale e a misure di spending review, che, a suo giudizio, renderanno necessario, nel corso dell'esercizio finanziario, un intervento correttivo sui saldi di finanza pubblica. Osserva, in particolare, che le previsioni di crescita del PIL per l'anno 2015 potranno in realtà risultare sovrastimate, così come si evince dalle proiezioni sulla crescita economica rese note dall'ISTAT, tantoché, a suo avviso, già nel prossimo mese di aprile potrebbe essere necessaria una manovra correttiva stimabile nell'ordine di 10 miliardi di euro.
  Esprime poi perplessità in ordine alla presenza, nell'ambito del disegno di legge di stabilità, di specifiche clausole di salvaguardia che, se attivate, qualora si verifichino scostamenti rispetto alle previsioni Pag. 52di copertura finanziaria, determineranno notevoli aumenti delle accise sui carburanti e dell'imposta sul valore aggiunto. Nello stigmatizzare la riduzione dello stanziamento del fondo per le non autosufficienze, quota parte del quale è destinata alle persone affette da sclerosi laterale amiotrofica, sottolinea come i provvedimenti in esame non prevedano misure adeguate per far fronte a tali serie problematiche di carattere socio-sanitario.
  Ritiene che la manovra di bilancio, a dispetto di quanto ripetutamente affermato dal Governo, non riduca effettivamente la tassazione e la pressione fiscale, che rimangono altissime. Ricorda che, nel corso delle audizioni, le associazioni rappresentative degli enti territoriali abbiano evidenziato che, a causa della drastica riduzione dei trasferimenti statali, i bilanci di molti comuni e regioni siano in situazione di forte criticità, che costringerà ad aumentare ulteriormente le addizionali comunali e regionali, con ulteriore aumento della pressione fiscale.
  Osserva inoltre che le misure in esame presentano effetti notevolmente pregiudizievoli nei confronti del Mezzogiorno, contribuendo in tal modo ad accrescere il divario attualmente esistente tra il nord e il sud del Paese. Segnala, in particolare, che il disegno di legge di stabilità, contrariamente agli impegni presi dal Governo nei mesi scorsi, incide negativamente sui fondi strutturali europei, riducendo la quota di cofinanziamento statale per gli anni 2015-2020. Ciò viene attuato senza considerare che, a seguito della drastica riduzione dei trasferimenti ordinari da parte dello Stato, le risorse dei fondi strutturali rimangono sostanzialmente le uniche a disposizione per le regioni del Sud per effettuare investimenti.
  Nel preannunciare che il suo gruppo presenterà una serie di proposte emendative riferite ai provvedimenti in esame, al fine di apportare miglioramenti al contenuto degli stessi, esprime apprezzamento per l'atteggiamento assunto dai relatori che, sin da subito, hanno dimostrato la loro disponibilità ad accogliere modifiche volte a migliorare i testi in esame, fermi restando i saldi previsti.
  Nel sottolineare l'esigenza che vi sia una rigida applicazione dei vincoli posti dalla legge di contabilità pubblica, come già avvenuto in occasione dell'esame del contenuto proprio del disegno di legge di stabilità, anche nella valutazione dell'ammissibilità degli emendamenti, auspica che il Governo presti la dovuta attenzione a tutte le proposte di modifica che saranno suggerite dal Parlamento nel corso dell'esame dei provvedimenti in titolo.

  Girgis Giorgio SORIAL, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.55.