CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 16 ottobre 2014
316.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 16 ottobre 2014. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando.

  La seduta comincia alle 14.40.

Modifiche al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
Nuovo testo unificato C. 1512 e abb.

(Parere alla IX Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 14 ottobre scorso.

  Marco MARCHETTI (PD), relatore, ricorda che nella precedente seduta erano stati chiesti al rappresentante del Governo alcuni chiarimenti in relazione al provvedimento in esame.

  Il viceministro Enrico MORANDO esprime contrarietà sull'articolo 10, comma 1, lettera a), in quanto l'attribuzione al Ministero dell'interno di un'ulteriore quota – pari al 15 per cento del totale annuo – dei proventi delle sanzioni di spettanza statale, comporterebbe il superamento del limite di assegnazione vigente e determinerebbe, quindi, effetti finanziari negativi per la finanza pubblica.
  Prosegue evidenziando che alle attività di cui agli articoli 6, comma 1, e 10, Pag. 57comma 1, lettera b), derivanti, rispettivamente, dalla pubblicazione sul sito internet del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti delle relazioni sui proventi delle sanzioni per violazioni al codice della strada e dei dati sulle violazioni accertate, nonché dalla pubblicazione sul sito internet del Ministero dell'interno dei dati relativi, per ciascuna tipologia di infrazione, all'entità delle sanzioni per violazioni al predetto codice comminate nell'anno precedente, le citate Amministrazioni non possono fare fronte con le risorse disponibili a legislazione vigente.
  Ritiene infine necessario introdurre una esplicita clausola di neutralità finanziaria riferita all'intero provvedimento.

  Marco MARCHETTI (PD), relatore, formula quindi la seguente proposta di parere:

  «La V Commissione,
   esaminato il nuovo testo unificato del progetto di legge C. 1512 e abb., recante modifiche al codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285;
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:
    l'attribuzione, prevista dall'articolo 10, comma 1, lettera a), di un'ulteriore quota – pari al 15 per cento del totale annuo dei proventi delle sanzioni di spettanza statale – al Ministero dell'interno comporterebbe il superamento del limite di assegnazione vigente e determinerebbe, quindi, effetti finanziari negativi per la finanza pubblica;
    alle attività di cui agli articoli 6, comma 1, e 10, comma 1, lettera b), derivanti, rispettivamente, dalla pubblicazione sul sito internet del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti delle relazioni sui proventi delle sanzioni per violazioni al codice della strada e dei dati sulle violazioni accertate, nonché dalla pubblicazione sul sito internet del Ministero dell'interno dei dati relativi, per ciascuna tipologia di infrazione, all'entità delle sanzioni per violazioni al predetto codice comminate nell'anno precedente, le citate Amministrazioni non possono fare fronte con le risorse disponibili a legislazione vigente;
    appare necessario introdurre una esplicita clausola di neutralità finanziaria riferita all'intero provvedimento,
  esprime

PARERE FAVOREVOLE

  con le seguenti condizioni, volte a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione:
   all'articolo 6, sopprimere il comma 1;
   sopprimere l'articolo 10;
   dopo l'articolo 12, aggiungere il seguente: Art. 12-bis. (Disposizioni finanziarie). 1. Dall'attuazione della presente legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.».

  Il viceministro Enrico MORANDO concorda con la proposta di parere formulata dal relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 14.45.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Giovedì 16 ottobre 2014. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando.

  La seduta comincia alle 14.45.

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Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di semplificazione fiscale e dichiarazione dei redditi precompilata.
Atto n. 99-bis.

(Rilievi alla VI Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Francesco BOCCIA, presidente, in sostituzione del relatore, ricorda che lo schema di decreto legislativo in esame reca disposizioni in materia di semplificazione fiscale e che il provvedimento è adottato in attuazione della legge n. 23 del 2014, recante delega per un sistema fiscale più equo, trasparente e orientato alla crescita, che all'articolo 7 ha delegato il Governo ad adottare decreti legislativi in materia di semplificazione, finalizzati – fra l'altro – alla revisione degli adempimenti superflui o che diano luogo a duplicazioni ovvero che risultino di scarsa utilità per l'amministrazione finanziaria ai fini delle attività di controllo e di accertamento (o comunque non conformi al principio di proporzionalità). Rileva che, in base all'articolo 16 della medesima legge, tutti i decreti legislativi devono essere adottati ad invarianza di effetti finanziari e in assenza di incrementi della pressione fiscale.
  Fa presente che la Commissione bilancio ha già esaminato una prima formulazione del provvedimento (schema di decreto legislativo n. 99), sulla quale ha espresso il prescritto parere nella seduta del 6 agosto 2014 e che, in seguito, il Governo ha ritenuto di non conformarsi ai pareri delle Commissioni competenti finanze di Camera e Senato e ha predisposto un nuovo testo del provvedimento in esame (schema di decreto legislativo n. 99-bis), che, in ottemperanza alla legge n. 23 del 2014, è stato trasmesso al Parlamento.
  Nel rinviare – per i profili di quantificazione – alla successiva analisi delle singole modifiche, osserva preliminarmente che nel testo in esame sono state introdotte, fra le altre, due norme – non presenti nel precedente schema di decreto legislativo n. 99 – aventi effetti finanziari evidenziati dalla relazione tecnica. Si tratta dell'articolo 18 (società in perdita sistemica) e dell'articolo 28 (coordinamento, razionalizzazione e semplificazione di obblighi tributari). Segnala che, come indicato nella relazione tecnica, tali articoli determinano effetti finanziari di segno opposto: riduzione di entrate l'articolo 18; incremento di entrate l'articolo 28. In ordine all'effettiva compensatività di tali misure rinvia alle osservazioni che si appresta a formulare in merito ai predetti articoli.
  Con riferimento agli articoli da 4 a 15, in materia di dichiarazione precompilata, sostituti d'imposta, società tra professionisti, ritiene che andrebbero acquisiti chiarimenti in merito alla soppressione dei commi 103 e 104 della legge finanziaria 2007, tenuto conto che a tali norme erano stati ascritti effetti positivi di gettito pari a 220 milioni di euro annui.
  In merito all'articolo 18, concernente società in perdita sistematica, andrebbe acquisito, a suo avviso, un chiarimento circa i dati posti alla base della stima, pari a 13,9 milioni di euro, del minor gettito relativo all'IRES sul reddito minimo, al fine di valutare la prudenzialità di tale previsione.
  Con riferimento all'articolo 28, recante coordinamento, razionalizzazione e semplificazione di obblighi tributari, osserva che le disposizioni contenute nel comma 1 sembrerebbero determinare un affievolimento della disciplina finalizzata al contrasto delle evasioni fiscali in materia di appalto e subappalto. In particolare, per effetto della norma una procedura di carattere preventivo, con adempimenti a carico del committente o dell'appaltatore, viene sostituita con una procedura basata su un accertamento ex post da parte delle amministrazioni finanziarie. In proposito, pur considerando che alle disposizioni oggetto di abrogazione non erano stati attribuiti effetti positivi di gettito, potrebbe comunque risultare utile, a suo avviso, una verifica dei possibili riflessi finanziari derivanti dalle modifiche in esame.Pag. 59
  Per quanto riguarda il comma 3, segnala che andrebbe valutato se l'INPS e l'Agenzia delle entrate possano adempiere ai nuovi compiti previsti dal testo nell'ambito delle risorse già disponibili a normativa vigente.
  In merito agli effetti positivi di gettito ascritti ai commi da 3 a 7, segnala preliminarmente il profilo di aleatorietà delle maggiori entrate che sono imputabili esclusivamente ad una più efficace attività di accertamento con conseguenti maggiori incassi.
  Ciò premesso, osserva che andrebbe chiarita la decorrenza della norma (comma 4), che prevede l'estensione del termine per la validità degli atti di accertamento da parte dell'amministrazione finanziaria in presenza di una cancellazione dal registro delle imprese.
  Segnala che, qualora tale modifica non trovasse applicazione per le cancellazioni effettuate prima della data di entrata in vigore del presente provvedimento, non risulterebbero chiare le ragioni poste alla base della previsione di effetti positivi nel 2015. Qualora, invece, la modifica avesse effetto anche per le cancellazioni effettuate in precedenza, l'andamento del maggior gettito dovrebbe evidenziare valori non costanti. Sul punto ritiene opportuno acquisire l'avviso del Governo. Segnala, infine, che la relazione tecnica non chiarisce se nel procedimento di quantificazione siano stati considerati gli effetti di gettito già iscritti in base alla normativa vigente per le attività di recupero nei confronti dei liquidatori, amministratori o soci (disciplinate nel comma 5 del testo in esame).
  In merito all'articolo 35, recante requisiti per l'autorizzazione allo svolgimento dell'attività di assistenza fiscale, chiede una conferma circa la possibilità, per l'Agenzia delle entrate, di adempiere ai nuovi compiti di controllo previsti dal testo utilizzando le risorse umane e finanziarie disponibili a normativa vigente.

  Il viceministro Enrico MORANDO si riserva di fornire in altra seduta i chiarimenti sulle questioni sollevate dal relatore. Evidenzia comunque la necessità di inserire nel provvedimento una disposizione che espliciti il collegamento compensativo tra gli oneri di cui all'articolo 18, costituiti dal minor gettito IRES sul reddito minimo, e le maggiori entrate derivanti dall'articolo 28. Inoltre, poiché la relazione tecnica evidenzia che le maggiori entrate derivanti dall'articolo 28 sono superiori alle minori entrate conseguenti all'articolo 18, dovrebbe essere previsto che le eventuali ulteriori risorse finanziarie derivanti dal provvedimento in esame devono essere versate nel fondo per la compensazione degli eventuali effetti finanziari negativi derivanti dai decreti legislativi emanati ai sensi della legge n. 23 del 2014. Tale fondo è istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, ai sensi dell'articolo 16, comma 1, della citata legge n. 23 del 2014.

  Francesco BOCCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.50.

RISOLUZIONI

  Giovedì 16 ottobre 2014. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando.

  La seduta comincia alle 14.50.

7-00481 Cariello: Sull'utilizzo delle somme dell'otto per mille a gestione statale.
(Seguito della discussione e conclusione – Approvazione della risoluzione n. 8-00081).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in oggetto, rinviata nella seduta di ieri.

  Il viceministro Enrico MORANDO condivide sostanzialmente il secondo impegno del dispositivo, laddove si prevede il divieto Pag. 60di utilizzare in futuro le risorse dell'otto per mille IRPEF a diretta gestione statale per la copertura finanziaria delle leggi. In tal modo, già nel prossimo esercizio finanziario si potrà evitare di distrarre tali risorse dalle finalità stabilite dalla normativa sull'otto per mille IRPEF.
  Al contrario, rileva che di non poter accettare tout court il primo impegno, che chiede il ripristino integrale delle somme dell'otto per mille IRPEF a diretta gestione statale relative all'esercizio finanziario in corso tramite le risorse rivenienti dalla revisione della spesa, poiché l'applicazione di tale impegno, a ridosso dell'inizio della sessione di bilancio per il 2015, implicherebbe la violazione della disciplina di contabilità pubblica. Difatti, evidenzia che le risorse della revisione della spesa sono già state contabilizzate a copertura di provvedimenti di spesa relativi all'anno in corso, per cui una distrazione di tali risorse da tali finalità determinerebbe l'emergere di oneri finanziari privi di copertura finanziaria. Pertanto, al fine di rendere compatibile con la normativa contabile vigente tale impegno della risoluzione, ne propone una riformulazione, inserendo, dopo le parole: «a stanziare,» le seguenti: «compatibilmente con il rispetto dei vincoli posti dalla legislazione vigente».

  Francesco CARIELLO (M5S) fa presente che accederebbe ad una riformulazione leggermente diversa, nel senso di inserire, dopo le parole: «a stanziare,» le seguenti: «nel rispetto dei vincoli previsti a legislazione vigente».

  Il viceministro Enrico MORANDO concorda con tale riformulazione, che si discosta solo formalmente da quella da lui suggerita.

  Francesco CARIELLO (M5S) riformula quindi il testo della risoluzione 7-00481 a sua prima firma (vedi allegato).

  I deputati Paola Bragantini, Fanucci, Giampaolo Galli, Giulietti, Marchetti, Marchi, Prestigiacomo, Preziosi, Rubinato e Tancredi dichiarano di aggiungere la propria firma alla risoluzione come testé riformulata.

  La Commissione approva la risoluzione in titolo, come riformulata, che assume il numero 8-00081 (vedi allegato).

7-00302 Currò: Sulle iniziative del Governo per modificare la disciplina di destinazione dei proventi delle dismissioni di partecipazioni pubbliche in società per azioni.
(Seguito della discussione e rinvio).

  La Commissione prosegue la discussione della risoluzione in oggetto, rinviata nella seduta del 9 ottobre 2014.

  Il viceministro Enrico MORANDO evidenzia che per la riduzione del debito pubblico si può agire, anche contemporaneamente, su due fronti: da una parte realizzando un avanzo primario di bilancio, dall'altra utilizzando i proventi derivanti dall'alienazione del patrimonio pubblico. Entrambe queste strategie sono state perseguite nel nostro Paese e hanno consentito una rilevante riduzione del debito pubblico, soprattutto nella seconda metà degli anni novanta.
  La risoluzione in discussione non è volta ad eliminare l'obbligo di utilizzare i proventi delle dismissioni del patrimonio mobiliare e immobiliare per l'ammortamento dei titoli di Stato, ma a prevedere che i suddetti proventi possano essere utilizzati anche per finalità diverse dalla riduzione del debito pubblico e in particolare per la realizzazione di infrastrutture strategiche.
  Il Governo non ritiene opportuna l'eliminazione del menzionato obbligo di destinazione alla riduzione del debito pubblico, ritenendo che la realizzazione di infrastrutture strategiche potrà essere finanziata anche con i risparmi derivanti dalla riduzione della spesa per interessi sui titoli del debito pubblico. Aggiunge poi che la distrazione dei proventi delle dismissioni dalla finalità prevista dalla normativa Pag. 61vigente comporterebbe la necessità di operare la riduzione del debito pubblico attraverso un ulteriore aumento dell'avanzo primario, da realizzare con un aumento delle entrate ovvero con una riduzione delle spese.
  Esprime pertanto parere contrario sulla risoluzione in oggetto.

  Tommaso CURRÒ (M5S), ringraziando il rappresentante del Governo per la chiarezza della sua esposizione, ritiene che la questione sia di natura politica e non tecnica. Evidenzia che la maggiore critica del Governo sia fondata sul presupposto che l'utilizzo dei proventi delle dismissioni per finalità diverse dalla riduzione del debito pubblico comporterebbe che tale riduzione debba necessariamente essere realizzata con un aumento dell'avanzo primario. Ritiene che tale tesi non tenga conto della possibilità di aumentare lo spazio finanziario di bilancio a disposizione dell'Italia. Infatti, ferma restando la necessità di realizzare un avanzo primario nelle fasi espansive, potrebbe essere opportuno rinunciare a tale obiettivo nelle fasi recessive, come quella attuale, attuando una politica anticiclica mediante la realizzazione di infrastrutture strategiche.
  Segnala che anche il Presidente del Consiglio Renzi e il Ministro dell'economia e delle finanze Padoan si sono recentemente espressi a favore di un utilizzo delle risorse rivenienti dalle dismissioni e dalla valorizzazione del patrimonio pubblico per il finanziamento di nuovi investimenti.
  Ritiene poi necessario che comunque, come indicato anche nella proposta di risoluzione, per ciascuna dismissione il Governo dovrebbe fare un'attenta valutazione degli effetti finanziari in termini di riduzione della spesa corrente per interessi passivi rispetto alla riduzione delle entrate correnti annuali correlate alla riscossione dei dividendi delle partecipazioni da dismettere, per informare al riguardo il Parlamento con apposita relazione tecnica.
  Ricorda quindi che, da un esame degli effetti finanziari conseguiti dalle dismissioni di partecipazioni avvenuti nel periodo 1994-2005, si evince che le entrate conseguite e confluite nel fondo ammortamento titoli di Stato, sono state pari a circa 111,2 miliardi di euro, con una media dunque di 11 miliardi annui; a fronte di tale abbattimento del debito, nello stesso arco temporale il debito pubblico è aumentato di 375 miliardi di euro. Ciò dimostrerebbe che nel lungo periodo politiche di dismissione così congegnate si rivelano controproducenti per la finanza pubblica.
  Chiede infine di non procedere nella seduta odierna al voto sulla risoluzione, in modo da effettuare un ulteriore approfondimento e un supplemento di discussione nella prossima seduta.

  Giampaolo GALLI (PD) osserva preliminarmente che dovrebbe essere chiarito come l'eventuale destinazione di parte dei proventi derivanti dalle dismissioni del patrimonio dello Stato a investimenti e opere strutturali strategiche potrebbe incidere sulle regole di contabilizzazione stabilite dall'Eurostat. Andrebbe quindi valutato, alla luce di tali regole, se i proventi derivanti dalle dismissioni possano essere destinati ad investimenti.
  Evidenzia come l'eventuale finalizzazione dei proventi delle dismissioni delle partecipazioni azionarie detenute dallo Stato a obiettivi diversi dall'abbattimento del debito pubblico può, invece, così come emerso in passato e rilevato da autorevoli economisti, dar luogo a un maggiore disavanzo, in quanto tali proventi verrebbero il più delle volte destinati a coprire spese la cui incidenza da una tantum diventa costante e ripetuta nel tempo.
  Sottolinea quindi che anche la destinazione dei proventi delle dismissioni a spese per investimenti e opere strategiche per il rilancio dell'economia, così come richiamate dall'onorevole Currò nella risoluzione in oggetto, comporterebbero inevitabilmente un aumento del debito pubblico. Nel concordare con le osservazioni testé svolte dal Viceministro Morando, segnala come, a suo giudizio, l'idea di incentivare il rilancio dell'economia attraverso nuove spese sia una scelta politica ed Pag. 62economica assolutamente da avversare, in quanto basata sulla stessa logica che, a partire dagli anni Ottanta, ha determinato un incremento incontrollabile del nostro debito pubblico, che rappresenta la vera causa della situazione di grave crisi economica in cui si trova il nostro Paese.

  Maino MARCHI (PD) rileva preliminarmente come le considerazioni appena svolte dal Viceministro Morando abbiano contribuito in maniera decisiva a rendere proficuo il dibattito su un tema di particolare rilevanza, quale è quello della destinazione dei proventi derivanti dalle dismissioni del patrimonio pubblico. Evidenzia come il dato, richiamato tra le premesse della risoluzione in oggetto, secondo cui alle dismissioni di partecipazione avvenute nel periodo 1994-2005 non sia corrisposto un significativo abbattimento del debito pubblico, che è invece aumentato sensibilmente, sia da addebitare al fatto che gli esercizi finanziari degli stessi anni hanno sempre fatto registrare disavanzi.
  Nel ricordare che la questione relativa all'utilizzo dei proventi delle dismissioni delle partecipazioni azionarie pubbliche sia oggetto anche di una mozione presentata da diversi deputati del gruppo del Partito Democratico, osserva come tale tema sia necessariamente correlato a quello dell'attualità delle regole di governance economica stabilite a livello europeo.
  Pur ritenendo che, in un momento di grave crisi economica, la destinazione di risorse pubbliche a investimenti e opere strutturali possa contribuire al rilancio della crescita, segnala come, a suo avviso, l'attuale crisi economica sia di carattere strutturale e quindi differente dalle crisi cicliche che si sono verificate in passato e, pertanto, un aumento delle spese potrebbe avere effetti negativi sulla finanza pubblica.
  Nel sottolineare come la questione affrontata dalla risoluzione in titolo sarà senz'altro oggetto di discussione anche in sede di esame del disegno di legge di stabilità per l'anno 2015, ritiene opportuno non procedere alla votazione della suddetta risoluzione, bensì considerare il dibattito svoltosi in Commissione su tale tema come propedeutico a quello che a breve si svolgerà nel corso della sessione di bilancio.

  Francesco CARIELLO (M5S), nel richiamare l'intervento del Viceministro Morando, segnala come l'avanzo primario e la spesa per interessi non siano le uniche determinanti del rapporto debito/PIL, ma vada considerato a tal fine, tra l'altro, anche il tasso di crescita reale. Pertanto, nell'evidenziare come la parte dispositiva della risoluzione in esame, volta a destinare una quota dei proventi derivanti dalle dismissioni del patrimonio dello Stato a misure di investimento, sia proprio diretta a incrementare il tasso di crescita reale, sottolinea come tale incremento potrebbe nel lungo periodo più che compensare il minore abbattimento del debito pubblico ai fini del rapporto debito/PIL.

  Tommaso CURRÒ (M5S), nell'esprimere apprezzamento per l'attenzione prestata dalla Commissione e dal Viceministro Morando ai temi oggetto della risoluzione in titolo, evidenzia come l'obiettivo dell'impegno previsto nel suddetto atto di indirizzo sia volto non già a creare disavanzo, come prospettato dal rappresentante del Governo, bensì a ridurre l'avanzo per incentivare gli investimenti che, a suo avviso, rappresentano il vero motore per dare slancio all'economia.
  Con riferimento alle obiezioni sollevate dall'onorevole Galli, segnala che chiedere al Governo di riconsiderare le scelte di politica economica, prevedendo la destinazione di una quota dei proventi derivanti dalle dismissioni delle partecipazioni pubbliche a investimenti e non solo all'abbattimento del debito pubblico, non comporti il ritorno a logiche passate di spesa incontrollata, ma abbia l'obiettivo di dare spazio a forme di spesa qualificate, volte a rilanciare la crescita economica in un momento di congiuntura economica sfavorevole. Pag. 63
  Segnala, inoltre, che già il Governo Monti ha creato un precedente al riguardo, prevedendo che parte dei proventi derivanti dalle dismissioni fosse destinato al pagamento dei debiti pregressi della pubblica amministrazione.
  Infine, ribadisce la richiesta che non si procede alla votazione della risoluzione in titolo e che la relativa discussione venga rinviata ad altra seduta, al fine di effettuare una ulteriore riflessione sulle questioni oggetto dell'atto di indirizzo.

  Francesco BOCCIA, presidente, non essendovi obiezioni, rinvia il seguito della discussione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.40.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.40 alle 15.50.

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