CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 23 settembre 2013
87.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Lunedì 23 settembre 2013. — Presidenza del presidente Daniele CAPEZZONE.

  La seduta comincia alle 14.15.

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2012.
C. 1572 Governo, approvato dal Senato.
Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2013.
C. 1573 Governo, approvato dal Senato.
Tabella n. 1: Stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 2013.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2013 (limitatamente alle parti di competenza).
(Relazioni alla V Commissione).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti.

  Michele PELILLO (PD), relatore, rileva come la Commissione sia chiamata ad esaminare congiuntamente, ai sensi dell'articolo 119, comma 8, del regolamento, ai fini della formulazione di relazioni alla Commissione Bilancio, i disegni di legge, già approvati dal Senato, C. 1572, recante il Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2012, e C. 1573, recante disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2013, relativamente alla Tabella n. 1 (stato di previsione dell'entrata per l'anno finanziario 2013) ed alla Tabella n. 2 (stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2013), limitatamente alle parti di competenza.
  Ricorda preliminarmente che il Rendiconto generale dello Stato è lo strumento attraverso il quale il Governo, alla chiusura del ciclo di gestione della finanza pubblica (costituito dall'anno finanziario) adempie all'obbligo costituzionale di rendere conto al Parlamento dei risultati della gestione finanziaria.Pag. 23
  Il rendiconto generale dello Stato è costituito:
   a) dal conto del bilancio, articolato nel conto consuntivo dell'entrata e, per la parte di spesa, nel conto consuntivo relativo a ciascun Ministero, con l'esposizione dell'entità effettiva delle entrate e delle uscite del bilancio dello Stato rispetto alle previsioni approvate dal Parlamento; b) dal conto del patrimonio con le variazioni intervenute nella consistenza delle attività e passività che costituiscono il patrimonio dello Stato.

  Il disegno di legge di assestamento costituisce invece il mezzo attraverso il quale è possibile aggiornare, a metà esercizio, gli stanziamenti del bilancio dello Stato, anche sulla scorta della consistenza dei residui attivi e passivi accertata in sede di rendiconto dell'esercizio scaduto al 31 dicembre precedente.
  Il disegno di legge di assestamento si connette funzionalmente con il disegno di legge di rendiconto relativo all'esercizio precedente: l'entità dei residui, sia attivi sia passivi, sussistenti all'inizio dell'esercizio finanziario, che al momento dell'elaborazione e approvazione del bilancio di previsione è stimabile solo in misura approssimativa, viene, infatti, definita in assestamento sulla base delle risultanze del rendiconto.
  Più in particolare, con il disegno di legge di assestamento le previsioni di bilancio sono adeguate in relazione:
   a) per quanto riguarda le entrate, all'eventuale revisione delle stime del gettito;
   b) per quanto riguarda le spese aventi carattere discrezionale, ad esigenze sopravvenute;
   c) per quanto riguarda la determinazione delle autorizzazioni di pagamento (in termini di cassa), alla consistenza dei residui accertati in sede di rendiconto dell'esercizio precedente.

  Per quanto concerne le previsioni di entrata, sottolinea che, poiché esse sono il frutto di una valutazione di carattere tecnico, eventuali modifiche possono essere determinate dall'evoluzione della base imponibile e dagli effetti derivanti dall'applicazione della normativa vigente.
  In riferimento alle variazioni di spesa, fa presente che la legge di assestamento presenta il medesimo vincolo che sussiste per il bilancio di previsione, cioè il rispetto della legislazione sostanziale vigente: non possono pertanto essere modificati, in sede di assestamento, gli stanziamenti di spesa direttamente determinati da norme vigenti.
  In tale contesto sottolinea in primo luogo l'importanza dei provvedimenti su cui la Commissione Finanze è chiamata ad esprimersi, i quali costituiscono il fulcro delle politiche economiche e di bilancio, insieme al disegno di legge di stabilità.
  Per quanto riguarda il contenuto del disegno di legge C. 1572, recante il Rendiconto 2012, ricorda preliminarmente che la legge di bilancio per il 2012 (legge n. 184 del 2011) recava entrate finali in competenza per 528,5 miliardi ed autorizzazioni di cassa per 479 miliardi. A seguito delle variazioni intervenute nel corso dell'esercizio gli stanziamenti sono stati determinati in 536,8 miliardi in competenza e in 487,0 miliardi quali autorizzazioni di cassa.
  Analizzando la gestione del bilancio, rispetto alle previsioni definitive di competenza, vi sono stati accertamenti di entrate correnti per 545,8 miliardi, con un incremento di 9 miliardi.
  Rispetto al consuntivo 2011, le entrate finali hanno registrato nel 2012 un aumento di 24 miliardi. Ciò costituisce il risultato di un sensibile aumento delle entrate tributarie (+11.038 milioni, pari al 2,4 per cento) e, soprattutto, alle entrate extratributarie, per le quali risulta un incremento del 12,8 per cento, pari ad +8.378 milioni.
  Al riguardo, la relazione della Corte dei Conti sul Rendiconto 2012 evidenzia come le entrate complessive si posizionino al 48,1 per cento del PIL, in forte aumento rispetto all'anno precedente, nel quale il dato si attestava al 46,6. Conseguentemente Pag. 24la pressione fiscale, pari al 42,6 per cento del PIL nel 2011, (dato, quest'ultimo, che conferma quello dell'anno precedente) cresce di 1,4 punti, raggiungendo il 44 per cento del PIL. Come già avvenuto negli ultimi anni, l'incremento è ascrivibile interamente alla crescita – del 3,1 per cento – delle entrate correnti, attesa la forte diminuzione (da 0,7 a 0,4 punti in percentuale del PIL) delle entrate di parte capitale.
  Per quanto riguarda la gestione in termini di cassa, invece, i versamenti (comprensivi della quota relativa ai residui attivi) sono risultati pari a 711,5 miliardi (in aumento di circa il 4,5 per cento rispetto agli incassi dell'esercizio precedente) e i pagamenti sono pari a 744,4 miliardi (in aumento del 5,5 per cento rispetto al 2011). In entrambi i casi, i valori di consuntivo si rivelano più bassi delle relative previsioni, sia iniziali che definitive.
  Gli incassi finali nel 2012 evidenziano come l'incremento rispetto all'esercizio precedente di 19 miliardi sia la risultante dell'aumento di gettito sia delle entrate tributarie sia di quelle extratributarie e delle entrate per alienazione ed ammortamento di beni patrimoniali e di riscossione di crediti.
  In particolare, le entrate tributarie hanno registrato un incremento di 10,4 miliardi di euro rispetto al 2011 (+2,5 per cento).
  Con riferimento alla gestione dei residui, i residui complessivi attivi al 1o gennaio 2012 provenienti dai precedenti esercizi ammontavano a 215,2 miliardi.
  Al 31 dicembre 2012 i residui sono stati accertati per importi pari a 169,2 miliardi, di cui solo 23,6 miliardi incassati e 145,6 miliardi ancora da versare o riscuotere. A tale importo di residui pregressi si sono aggiunti 97,8 miliardi di residui di nuova formazione, per un totale di residui attivi, al 31 dicembre 2012, pari a 243,3 miliardi.
  Per quanto riguarda la gestione delle entrate tributarie (in termini di accertamenti), rispetto all'esercizio finanziario 2011, i dati evidenziano variazioni in aumento rispetto al 2011 delle imposte sul patrimonio e sul reddito (+9.611 milioni, circa il 4,0 per cento), delle imposte sulla produzione, consumi e dogane di 6.212 milioni (+17,2 per cento), e delle entrate dei monopoli (+0,7 per cento).
  Rispetto alle previsioni definitive di competenza si registrano invece riduzioni delle tasse e imposte sugli affari (-4.189 milioni, pari a –2,7 per cento) e delle entrate derivanti dalla categoria del lotto, lotterie ed altre attività di gioco (-5,4 per cento).
  Con riferimento al settore dei Monopoli, segnala che l'articolo 8 del disegno di legge di rendiconto riguarda l'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS). Le entrate e le spese risultano pari a poco meno di 15 miliardi.
  Sul punto ricorda comunque che, ai sensi dell'articolo 23-quater del decreto-legge n. 95 del 2012, l'Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato è stata incorporata nell'Agenzia delle dogane con decorrenza dal 1o dicembre 2012. Pertanto, dall'esercizio 2013 non figura più nei documenti contabili il bilancio autonomo allegato allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze.
  Passando quindi a sintetizzare il contenuto del disegno di legge C. 1573, recante l'assestamento del bilancio dello Stato per l'anno finanziario 2013, per quanto attiene ai profili di competenza della Commissione Finanze, rileva come esso proponga, in termini di competenza e al lordo delle regolazioni debitorie, una diminuzione di oltre 6,9 miliardi delle entrate complessive. Tale variazione è determinata da maggiori entrate per 2,1 miliardi da entrate extratributarie e da 5,4 miliardi da emissione di titoli di Stato (accensione di prestiti) a fronte di una diminuzione delle entrate tributarie per 14,5 miliardi.
  Analoga situazione segnala per quanto riguarda le autorizzazioni di cassa, per le quali viene indicata una diminuzione delle entrate complessive di soli 2,1 miliardi, in quanto, a parità delle altre voci, sono contabilizzate maggiori entrate da emissione di titoli di Stato per 10,5 miliardi (in competenza sono indicati 5,4 miliardi).Pag. 25
  Analizzando le entrate finali assestate, osserva come le variazioni per atto amministrativo intervenute nel periodo gennaio-maggio 2013 indichino aumenti per 1,5 miliardi, di cui 178 milioni di entrate tributarie, 829 milioni di entrate extratributarie e 547 milioni da alienazioni ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti.
  A fronte di tale aumento per atto amministrativo, il disegno di legge di assestamento reca, invece, una proposta di riduzione delle entrate finali per complessivi 12.356 milioni di euro, risultante dalla diminuzione delle entrate del comparto tributario (-14.521 milioni), a fronte di un aumento delle entrate extra tributarie (+2.088 milioni), nonché di alienazioni ed ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti (+77 milioni).
  In particolare, nell'ambito delle entrate tributarie assumono un particolare rilievo, tra le imposte ricorrenti, le variazioni in diminuzione relative all'IVA (-10.548 milioni), alle imposte di registro, bollo e sostitutive (-2.711 milioni), all'accisa sui prodotti energetici (-4.178 milioni), all'accisa su altri prodotti (-710 milioni), alle imposte sui generi di Monopolio (-24 milioni), alle lotterie ed altri giochi (-343 milioni), ad altre imposte indirette (-1.802 milioni). Sono proposte in aumento le entrate da IRPEF (+2.803 milioni), da IRES (+1.599 milioni), le imposte sostitutive (1.471 milioni) e le altre imposte dirette (+275 milioni). Per le imposte non ricorrenti il disegno di legge di assestamento indica riduzioni pari a 405 milioni.
  A tale riguardo sottolinea, in generale come costituisca un elemento da approfondire il fatto che l'Italia si posizioni tra i primi Stati per gettito derivante dalle imposte sul reddito, mentre tra gli ultimi per gettito derivante da imposte indirette, segnando un andamento opposto a quello che invece si registra in molti altri Paesi europei.
  L'aumento delle entrate extra-tributarie (+2.088 milioni) é sostanzialmente dovuto al riversamento all'entrata del bilancio delle disponibilità esistenti sulle contabilità speciali intestate alla soppressa Azienda autonoma dei monopoli di Stato (AAMS), ora inglobata nell'Agenzia delle dogane.
  Nel sottolineare come le modifiche proposte al bilancio di previsione proposte dal disegno di legge di assestamento appaiano pienamente fisiologiche alla luce dell'attuale, difficile contesto economico internazionale, ricorda che la relazione illustrativa al disegno di legge di assestamento presentata al Senato evidenzia come le variazioni proposte dal provvedimento per quanto riguarda le entrate tributarie scontino l'adeguamento al quadro macro-economico per l'anno corrente, assunto a base nell'elaborazione delle stime contenute nel Documento di Economia e Finanza 2013, nonché l'andamento del gettito. Su tale punto, la Relazione aggiungeva che, per una puntuale quantificazione del gettito dell'esercizio finanziario 2013, non erano conosciuti i dati definitivi concernenti l'autoliquidazione delle imposte sui redditi. Pertanto, nella Relazione, il Governo riteneva possibile, in via successiva, la presentazione di apposito emendamento al disegno di legge di assestamento, qualora gli andamenti ipotizzati ai fini del bilancio di previsione 2013 non fossero in linea con quelli effettivi.
  Tuttavia, nel corso dell'esame al Senato, il Governo ha sottolineato come la forte diminuzione delle entrate prevista nel provvedimento, derivante principalmente dalle minori entrate tributarie, benché individuata nel mese di giugno 2013, non necessiti di modificazioni alla luce dei successivi andamenti dell'anno. Ciò in quanto, sulla base del monitoraggio dell'andamento del gettito nei primi sette mesi dell'anno, le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato, proiettate su base annua, risultano nel complesso sostanzialmente in linea con quelle contenute nell'assestamento. In particolare, il gettito dei primi sette mesi del 2013 cresce dell'1,2 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, ovvero risulta superiore al tasso di crescita delle entrate tributarie assestate per il 2013 rispetto al consuntivo 2012 (+0,8 per cento). Nel complesso, infatti, le entrate Pag. 26tributarie erariali registrate nel periodo gennaio-luglio 2013, accertate in base al criterio della competenza giuridica, ammontano a 234.703 milioni, (+2.770 milioni rispetto allo stesso periodo del 2012).
  Il monitoraggio delle entrate mostra a tutto luglio una crescita dell'1,1 per cento (+1.059 milioni di euro), ascrivibile essenzialmente agli incrementi delle ritenute sui redditi dei dipendenti del settore pubblico (+3,8 per cento) dovuto agli effetti dei conguagli fiscali e dei versamenti in autoliquidazione (+2,0 per cento). Tali incrementi compensano ampiamente la lieve flessione delle ritenute sui redditi dei dipendenti del settore privato.
  In particolare, l'IRES versata in autoliquidazione ha mostrato una crescita assai significativa nel 2013 rispetto all'anno precedente pari al 12,8 per cento (+1.965 milioni di euro), soprattutto per effetto di consistenti versamenti effettuati da parte di grandi contribuenti del settore bancario e assicurativo.
  Tra le altre imposte dirette contribuisce al buon andamento delle entrate l'incremento dell'imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale (+1.063 milioni di euro), sui redditi di capitale e sulle plusvalenze (+872 milioni di euro), sul valore dell'attivo dei fondi pensione (+441 milioni di euro), sulle riserve matematiche dei rami vita (+841 milioni di euro) e sul riallineamento dei valori di bilancio relativi ad attività immateriali (aumentato di 1.863 milioni di euro rispetto al corrispondente periodo del 2012).
  In particolare evidenzia come fino al luglio 2013 si sia registrato un rallentamento della dinamica negativa del gettito IVA sugli scambi interni che ha caratterizzato i primi mesi dell'anno. Infatti, dopo il risultato positivo del mese di giugno (+4,5 per cento) è proseguito, nel predetto mese di luglio, seppure in misura più attenuata, il trend positivo del gettito, che ha fatto registrare un incremento dell'1,2 per cento rispetto a luglio 2012. Infine, tra le altre imposte indirette risulta in crescita significativa l'imposta di bollo, che ha registrato un incremento del 27,9 per cento (+1.344 milioni di euro).
  Per quanto riguarda le variazioni apportate dal disegno di legge di assestamento allo stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, per quel che concerne gli aspetti di competenza della Commissione Finanze, evidenzia come assumano principale rilevanza i dati relativi alle spese gestite dai centri di responsabilità «Dipartimento delle finanze» e «Guardia di finanza».
  Con riferimento al centro di responsabilità «Dipartimento delle finanze» assumono rilevanza, in particolare, i programmi: «Regolazione, giurisdizione e coordinamento del sistema della fiscalità», «Prevenzione e repressione delle frodi e delle violazioni agli obblighi fiscali» e «Regolazioni contabili, restituzioni e rimborsi di imposta» ricomprese nella missione «Politiche economico-finanziarie e di bilancio».
  Per quanto riguarda invece il centro di responsabilità «Guardia di finanza» appare rilevante il programma «Concorso della Guardia di finanza alla sicurezza pubblica» nell'ambito della missione «Ordine pubblico e sicurezza». Al riguardo segnala come il disegno di legge di assestamento non apporti variazioni significative a tali programmi.
  Ritiene quindi, nel complesso, che non appare realistico prevedere di apportare modifiche ai provvedimenti in esame, ricordando, del resto, che la Commissione Finanze del Senato si è limitata ad approvare su di essi un parere favorevole senza osservazioni né condizioni. Preannuncia pertanto sin d'ora l'intenzione di proporre alla Commissione di esprimersi favorevolmente su entrambi i provvedimenti.

  Daniele CAPEZZONE, presidente, ricorda che la Commissione dovrà concludere l'esame in sede consultiva sui provvedimenti entro le ore 15 di mercoledì 25 settembre prossimo.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per la giornata di domani.

  La seduta termina alle 14.30.