CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 31 luglio 2012
692.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Martedì 31 luglio 2012. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 15.

Disposizioni per l'organizzazione e il funzionamento del Museo nazionale dell'emigrazione italiana.
Testo unificato C. 4698 Narducci, C. 521 Osvaldo Napoli e C. 660 D'Antona.

(Parere alla VII Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Gennaro MALGIERI (PdL), relatore, sottolinea preliminarmente l'importanza del provvedimento in esame non solo dal punto di vista politico e legislativo, ma anche da quello culturale ed identitario, in quanto concerne la valorizzazione della memoria storica di un fenomeno che ha segnato l'evoluzione della società italiana e che oggi, peraltro, acquista nuova luce dalla trasformazione dell'Italia in paese-ospite. Al riguardo, invita a considerare la questione dei migranti in termini di civiltà, senza liquidarla demagogicamente. Nel raccomandare, pertanto, l'approvazione in tempi brevi di un così importante atto legislativo, osserva che la VII Commissione Cultura ha adottato, anche ai fini del trasferimento in sede legislativa, un testo unificato recante «Disposizioni per l'organizzazione e il funzionamento del Museo dell'emigrazione italiana». Tale testo ricalca sostanzialmente la proposta di legge n. 4698, il cui primo firmatario è il collega vicepresidente Narducci, presentata per assicurare Pag. 82continuità di sede e di finanziamento al predetto Museo.
  Ricorda che la legge finanziaria per il 2008 aveva previsto la spesa per la realizzazione in Roma, presso il complesso monumentale del Vittoriano, del Museo dell'emigrazione. A fronte del significativo successo anche di pubblico registrato dall'esposizione allestita in concomitanza con le celebrazioni del centocinquantenario dell'Unità d'Italia, occorre garantire la dotazione finanziaria necessaria a gestire l'apertura del Museo in via ordinaria.
  Precisando che il provvedimento in esame stanzia, quindi, l'importo di 200 mila euro annui, a valere sullo stato di previsione del Ministero degli affari esteri, rileva come, in tutta evidenza, si tratti di una cifra limitata, se si pensa che il testo iniziale prevedeva l'assegnazione di 500 mila euro, essenzialmente pari al minimo indispensabile per mantenere in vita la struttura.
  Fa presente che il testo illustra nel dettaglio le importanti funzioni e finalità del Museo, che viene qualificato come struttura permanente del Ministero degli affari esteri, la cui responsabilità è tuttavia opportunamente condivisa con il Ministero per i beni e le attività culturali.
  Rimarca che l'iniziativa legislativa conferisce un riconoscimento giuridico di rango primario all'atto istitutivo di cui al decreto del Ministro degli affari esteri del 3 dicembre 2008, a cui ha fatto seguito l'accordo di programma del 12 dicembre 2008. Si recepisce tra l'altro l'istituzione del Comitato scientifico del Museo, la cui presidenza, a mio avviso, dovrebbe essere conferita al Ministro degli affari esteri, salvo delega permanente ad un sottosegretario, anche perché il potere di nomina degli altri componenti è un potere ministeriale, da esercitarsi con decreto. Al riguardo rilevo altresì l'opportunità che faccia parte ex officio del Comitato stesso il Presidente della Società geografica italiana.
  Sottolinea l'importanza del recupero della memoria storica dell'esperienza migratoria dell'Italia, che è sviluppata nelle cinque sezioni cronologiche in cui si articola l'esposizione museale, ma anche il collegamento in rete degli analoghi musei esistenti in Italia e all'estero. Tale aspetto era peraltro oggetto delle proposte di legge abbinate n. 521 presentata dal collega Osvaldo Napoli e n. 660 presentata dalla collega D'Antona ed altri.
  Nel rammentare che la realtà storica dell'emigrazione italiana si caratterizza infatti per una ricca dimensione regionale, che ormai da tempo è in corso di valorizzazione e che necessita di un punto di coordinamento, auspica che in futuro siano disponibili più adeguate risorse proprio per sviluppare tale funzione.
  Manifesta soddisfazione per il fatto che, con questo Museo, l'Italia si sia finalmente dotata di una struttura espositiva di alto profilo, che può aspirare a paragonarsi con altre analoghe strutture nate nei paesi destinatari dell'emigrazione italiana (Brasile, Australia, USA), con cui potrebbe senz'altro collaborare proficuamente, allestendo ad esempio congiuntamente mostre itineranti.
  Per quanto concerne la sede definitiva del Museo stesso, il provvedimento indica una preferenza per gli attuali locali dell'ex Gipsoteca del Vittoriano, che caldamente raccomanda alle amministrazioni competenti per il grande valore simbolico che racchiude.
  Da ultimo, segnala che l'organizzazione e la gestione dei servizi del Museo sarà definita da un accordo di programma tra il Ministero degli esteri e il Ministero dei beni culturali. In tale ottica, ritiene opportuno che il testo di legge precisi meglio la qualifica del direttore del Museo e l'imputazione del relativo onere.
  Preannuncia pertanto la formulazione di un parere favorevole, che si riserva di articolare dopo aver ascoltato gli interventi dei colleghi.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA, nel ricordare le sue origini familiari di figlio di emigrato italiano in Svezia, manifesta sentimenti di gratitudine e di rispetto per l'esperienza storica dell'emigrazione italiana, sottolineando come la visita del museo abbia un impressionante valore Pag. 83didattico, che è opportuno fare sopravvivere anche dopo le celebrazioni del centocinquantenario dell'Unità d'Italia, in considerazione dell'elevato numero di visitatori. Nel rendersi conto dei limiti relativi alla modesta copertura finanziaria, su cui si esprimerà comunque la Commissione Bilancio, si dichiara certo che con il lavoro comune tra Governo e Parlamento conseguirà il risultato auspicato.

  Marco FEDI (PD), nel riprendere alcune delle considerazioni svolte dal relatore, considera limitativo il nome conferito al Museo, stante l'esigenza di documentare non solo l'emigrazione dall'Italia ma anche l'immigrazione in Italia. Confida al riguardo che in futuro il museo possa svilupparsi in tale direzione. Richiama poi l'attenzione della Commissione sulla necessità che i componenti del comitato scientifico non siano dei veri esperti e non figure meramente rappresentative. Auspica conclusivamente che il Governo sappia valorizzare il nuovo museo come un vero e proprio «gioiello» della storia e della cultura italiana nel mondo.

  Jean Leonard TOUADI (PD) richiama le ragioni storiche che fanno di Roma la degna sede per il Museo dell'immigrazione, ricollegandosi alla tradizione della proiezione dell'Italia nel mondo che si è caratterizzata anche per la presenza missionaria e per le esplorazioni geografiche. Auspica che le testimonianze private si trasformino in memoria collettiva per realizzare un progetto di pedagogia storica che spezzi il corto circuito della memoria e valorizzi il senso della presenza italiana nel mondo frutto del lavoro e dell'ingegno, che hanno contribuito allo sviluppo di tanti paesi nei vari continenti. Invita conclusivamente a non considerare residuale il nuovo museo che è ormai diventato parte integrante dell'offerta culturale della città di Roma e che sarebbe davvero miope chiudere.

  Franco NARDUCCI (PD) fa presente come il Museo sia nato anche grazie all'impegno dell'ex ministro Frattini e come purtroppo rischi ancora lo smantellamento, pur testimoniando un pezzo importante della storia d'Italia. Sarebbe a suo avviso assai grave che ciò avvenisse mentre tanti musei all'estero, nei paesi destinatari dell'emigrazione italiana, già da tempo testimoniano tale fenomeno. Segnala l'importanza della forma multimediale che il Museo ha assunto e il rilievo del contributo fornito dall'associazionismo regionale. Quale primo firmatario della proposta di legge in titolo, lamenta come il provvedimento avrebbe dovuto ormai da tempo essere approvato, dal momento che i visitatori hanno superato oltre il milione, per cui la gestione potrebbe anche in futuro poter contare sui proventi di un biglietto di ingresso. Segnala poi l'opportunità che la direzione del Museo sia affidata ad un funzionario del Ministero per i beni e le attività culturali, superando l'impostazione originaria dell'appalto. Nel ricordare come non ci sia famiglia italiana in cui non ci sia stato un emigrante, ringrazia il relatore per l'intervento iniziale ed invita a cogliere l'occasione di pensare in grande e di valorizzare finalmente il patrimonio storico dell'emigrazione italiana.

  Franco FRATTINI (PdL) concorda con il relatore circa la doverosità del tributo a un pezzo della storia d'Italia, confortato altresì dalle parole appena spese dal collega Narducci. Ricorda di aver difeso, da ministro degli affari esteri, i fondi necessari alla realizzazione del Museo, che è stato inserito nelle celebrazioni per il centocinquantenario dell'Unità d'Italia, il cui successo ha dimostrato che la somma è stata ben spesa. Ritiene quindi che ci siano tutte le ragioni per stabilizzare e consolidare la struttura mussale, da sviluppare soprattutto sul piano multimediale. Invita quindi il sottosegretario de Mistura a riprendere il progetto da lui avviato per la creazione di una rete con gli Istituti italiani di cultura all'estero, che potrebbe essere realizzata senza oneri ed offrirebbe un servizio che sarebbe molto apprezzato dalle comunità italiane all'estero.

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  Furio COLOMBO (PD) manifesta la preoccupazione che la pur nobile discussione odierna, che per una volta entra nel merito della questione, si esaurisca in uno scambio di buoni sentimenti, a causa dell'enorme discrasia fra i mezzi ed i fini, dal momento che la somma preventivata è assolutamente inadeguata. Ben altro approfondimento richiederebbe, infatti, a suo avviso, la ricostruzione della drammatica realtà socio-politica dell'emigrazione italiana di cui, a titolo di esempio, rievoca per esperienza personale, peraltro comune al sottosegretario de Mistura, la componente statunitense. A questo proposito, richiama l'esperienza di alcuni emigrati italiani che si sono distinti nelle arti e nelle scienze, osservando come però non siano mancati anche episodi di persecuzione come il caso della condanna a morte degli anarchici Sacco e Vanzetti. Nel ricordare le testimonianze storiche orali, raccolte ad esempio dalla RAI in forma di intervista, ne auspica la valorizzazione nell'ambito del Museo. Conclude auspicando che tale museo possa svilupparsi anche come museo dell'immigrazione in Italia.

  Osvaldo NAPOLI (PdL) aggiunge ai ricordi del collega Colombo la sofferta testimonianza dei tanti lavoratori italiani che sono rimasti umilmente tali ma con enormi sacrifici hanno rappresentato con orgoglio il nostro Paese e meritato la nostra gratitudine.

  Walter VELTRONI (PD), ricordando l'esperienza di ministro dei beni culturali e sindaco di Roma, sottolinea l'inadeguatezza della somma stanziata che esplicita uno stridente conflitto tra ambizioni ideali e mezzi finanziari. Invita poi i colleghi a non dividersi sugli apprezzamenti storici perché tutti gli italiani emigrati sono stati accomunati da un destino di dolore e di riscatto. Riprendendo l'indicazione dell'ex ministro Frattini, invita a sviluppare la rete multimediale, in quanto anche meno costosa, ad esempio stringendo accordi con altre strutture come quella di Ellis Island. Conclusivamente, ritiene che la ricostruzione della memoria dell'emigrazione italiana riannodi un filo essenziale della storia nazionale.

  Gennaro MALGIERI (PdL), relatore, ringrazia i colleghi per il denso ed elevato dibattito svolto che fa ben sperare circa la qualità di una classe politica che non è allora da rottamare, se sa farsi carico senza partigianeria delle ragioni della memoria storica. Concorda con il rilievo del collega Veltroni sulla modesta entità della copertura finanziaria, che giudica alla stregua di un'elemosina richiamando al riguardo l'attenzione del rappresentante del Governo. A suo avviso, infatti, un popolo che si priva della memoria si condanna al declino. Ringrazia poi il collega Frattini per il suggerimento relativo al coinvolgimento della rete degli istituti italiani di cultura. Trova comunque un nesso tra le considerazioni svolte pur con sensibilità diverse dai colleghi Colombo e Napoli, alla luce delle sofferenze patite dai nostri emigranti, come i «miserabili» di Victor Hugo, esemplate dalla tragedia di Marcinelle. Concorda anche con il collega Touadi sull'importanza della storia degli italiani nel mondo che hanno sempre sostenuto un'idea inclusiva di civiltà. Nel raccogliere le osservazioni infine del collega Fedi e nel ringraziare i colleghi firmatari delle proposte in titolo Narducci, Napoli e D'Antona, formula una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato).

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazioni come formulata dal relatore.

Delega al Governo per la riforma del codice della strada, di cui al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
Nuovo testo unificato C. 4662 Valducci ed abb.

(Parere alla IX Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

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  Osvaldo NAPOLI (PdL), relatore, rileva preliminarmente che la competenza della Commissione è chiamata in causa per il mero richiamo anche agli accordi internazionali in ordine al coordinamento ed armonizzazione della normativa concernente la motorizzazione e la circolazione stradale.
  L'iniziativa legislativa, che consiste in una delega biennale al Governo per l'emanazione di uno o più decreti legislativi, è nata dall'esigenza di accrescere l'essenzialità, la semplicità e la chiarezza delle norme del codice della strada, al fine di renderle maggiormente comprensibili e rispettabili da parte degli utenti. Il Governo è altresì autorizzato ad esercitare la potestà normativa regolamentare per la disciplina dei relativi procedimenti amministrativi.
  Nell'ambito dei principi e criteri direttivi formulati, segnala la revisione dell'apparato sanzionatorio, da inasprire per i comportamenti particolarmente pericolosi e lesivi dell'incolumità e sicurezza degli utenti deboli, come i bambini. Rispetto al testo originario, la Commissione di merito ha tuttavia espunto la previsione della fattispecie dell'omicidio stradale, su cui pure si era svolto un approfondito esame. Sarà oggetto di revisione anche il sistema dell'accertamento degli illeciti amministrativi, al fine di semplificarne la procedura.
  Segnala altresì il riassetto della disciplina concernente la classificazione, costruzione e tutela delle strade, delle fasce di rispetto, degli accessi e diramazioni, della pubblicità e di ogni forma di occupazione del suolo stradale. Al riguardo, sottolinea l'importanza del raccordo con gli enti locali per le rispettive sfere di competenza in materia di gestione e di manutenzione delle strade.
  Osserva che l'aggravarsi delle condizioni climatiche ha poi suggerito l'opportunità di introdurre disposizioni riguardanti la circolazione autostradale in presenza di manifestazioni atmosferiche di particolare intensità, anche con riferimento all'obbligo di utilizzo di pneumatici invernali. A questo proposito, auspica una riflessione circa i costi che le famiglie dovrebbero però essere chiamate a subire.
  Si limita infine ad osservare che la tutela dell'utenza debole sulle strade, ivi inclusi i sistemi per la sicurezza e la visibilità notturna dei ciclisti, potrebbe essere ricompresa tra i principi e i criteri direttivi di cui all'articolo 2, comma 2, e non soltanto tra le materie da regolamentare di cui all'articolo 2, comma 3.
  Formula conclusivamente la proposta di esprimere un parere favorevole.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA, si rimette alle considerazioni svolte dal relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 16.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 31 luglio 2012. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Staffan de Mistura.

  La seduta comincia alle 16.

Priorità dell'Unione europea per la 67ma sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
11424/12.

(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Stefano STEFANI presidente, ricorda che l'esame del documento in titolo riveste particolare rilevanza soprattutto in vista dell'imminente partecipazione di una delegazione della Commissione ai lavori della alla 67ma Sessione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite, che si svolgerà a New York a fine settembre.

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  Francesco TEMPESTINI (PD), relatore, illustra il provvedimento in esame segnalando che la Commissione procede per la prima volta al suo esame e che esso indica le priorità dell'Unione europea per la sessione annuale dell'Assemblea generale dell'ONU con l'obiettivo di individuare i temi rispetto ai quali le singole delegazioni dei Paesi membri possono in quella sede operare in maniera coordinata.
  Sottolinea che l'impegno in favore di un effettivo multilateralismo, con le Nazioni Unite come nucleo del sistema, è un elemento centrale della politica estera dell'UE. Tale impegno è radicato nella convinzione che, per essere in grado di affrontare con successo crisi e sfide globali, la comunità internazionale necessita di un sistema multilaterale efficiente, basato su valori e regole universali. Su tali basi, nel corso degli anni l'UE ha stabilito una stretta relazione con le Nazioni Unite.
  Ricorda che l'UE è il singolo maggior contribuente del sistema delle Nazioni Unite. I 27 Stati membri finanziano il 38 per cento del bilancio regolare e più dei due quinti delle operazioni di peacekeeping, e forniscono quasi la metà delle contribuzioni dei membri delle Nazioni Unite a programmi e fondi. L'UE lavora con tutti gli organismi, agenzie e programmi delle Nazioni Unite nell'intera gamma delle sue attività. In qualità di osservatore l'UE non ha diritto di voto ma è parte di oltre 50 accordi e convenzioni multilaterali come il solo partecipante non statale.
  Fa presente che, il 3 maggio 2011, l'Assemblea generale delle Nazioni Unite ha adottato la risoluzione n. /65/276 aggiornando lo status della partecipazione dell'UE alle Nazioni Unite. Questa risoluzione consente ai rappresentanti dell'UE di presentare posizioni comuni nell'Assemblea generale; di fare interventi durante le sessioni e di essere invitati a partecipare al dibattito generale dell'Assemblea generale. La risoluzione consente all'UE comunicazioni relative alle sessioni e ai lavori dell'Assemblea. I rappresentanti UE hanno inoltre il diritto di presentare proposte e emendamenti approvati dai suoi Stati membri e di esercitare il diritto di replica.
  In questo contesto, come ogni anno, il 23 luglio 2012 il Consiglio ha approvato la priorità dell'UE per la 67ma Assemblea generale delle Nazioni Unite. Le priorità sono organizzate intorno ai tre pilastri delle Nazioni Unite (pace e sicurezza; sviluppo sostenibile; diritti umani) e alla riforma dell'organizzazione. Preannuncia che sui temi dello sviluppo e dei diritti umani si soffermerà il collega Pianetta nel procedere a sua volta all'illustrazione del provvedimento.
  Per quanto riguarda il pilastro pace e sicurezza, evidenzia che le priorità dell'UE prevedono il rafforzamento della cooperazione tra UE e ONU nella gestione delle crisi, nonché tra l'ONU e le altre organizzazioni regionali, continuando a promuovere il rispetto dei principi umanitari e del diritto internazionale umanitario e favorire il dibattito in atto sulla protezione della popolazione civile. L'UE intende inoltre contribuire a rafforzare la protezione dei bambini nei conflitti armati e potenziare la partecipazione delle donne ai processi di pace. Inoltre, l'UE si prefigge di appoggiare tutte le iniziative volte al disarmo e alla messa al bando delle armi e degli esperimenti nucleari, nonché di favorire le revisioni in corso delle diverse convenzioni in materia di armi.
  In relazione alla riforma dell'organizzazione, il documento impegna l'UE a rafforzare le Nazioni Unite e a migliorare efficienza, efficacia, trasparenza, affidabilità e rappresentatività del sistema. In particolare, l'UE sostiene e promuove la rivitalizzazione dell'Assemblea generale e la riforma del Consiglio di sicurezza, continuando a promuovere il dibattito sul ruolo delle Nazioni Unite nella governance globale. L'UE incoraggia una solida gestione finanziaria e lavorerà in favore di una distribuzione più equa e bilanciata delle responsabilità finanziarie tra i membri delle Nazioni Unite, in accordo con la loro capacità contributiva.Pag. 87
  Rileva che sarebbe utile ricevere dal rappresentante del Governo elementi di approfondimento circa il ruolo svolto dal nostro Paese nell'elaborazione delle priorità oggi in esame e in merito alle iniziative che si intendono assumere per la loro implementazione in sede di ONU.
  Ricorda, inoltre, che 13 giugno scorso il Parlamento europeo ha approvato una serie di raccomandazioni destinate al Consiglio, in vista della 67ma sessione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite. Per quanto riguarda il ruolo dell'Unione europea nel contesto delle Nazioni Unite, il Parlamento europeo chiede al Consiglio di coordinarsi quanto più possibile, comunicare posizioni unificate e rafforzare la coerenza e la visibilità dell'UE in qualità di attore globale presso le Nazioni Unite. Il Consiglio è invitato a lavorare con gli Stati membri dell'UE e la delegazione dell'UE alle Nazioni Unite per migliorare il coordinamento, la trasparenza e lo scambio di informazioni all'interno del Consiglio di sicurezza e la difesa delle posizioni e degli interessi dell'UE da parte degli Stati membri che siedono in tale organismo o, in alternativa, da parte di un rappresentante dell'UE invitato dal presidente.
  Segnala in particolare che il Parlamento europeo ricorda che un seggio dell'UE in seno a un Consiglio di sicurezza allargato rimane un obiettivo centrale di lungo termine per l'Unione europea e chiede al Vicepresidente/Alto rappresentante di elaborare una posizione comune degli Stati membri a tal fine. Il Consiglio è invitato inoltre a contribuire a rivitalizzare e rendere più efficiente l'Assemblea generale delle Nazioni Unite, sostenendo, tra l'altro, l'attività del gruppo di lavoro ad hoc, facilitando dibattiti tematici maggiormente approfonditi e orientati ai risultati su importanti temi specifici e attraverso un impegno più stringente dell'Assemblea generale nei confronti di altri soggetti interessati, inclusi la società civile e altre organizzazioni e consessi internazionali e regionali.
  A conclusione della sua esposizione, preannuncia ulteriori riflessioni, da svolgere in un suo intervento di replica.

  Enrico PIANETTA (PdL), relatore, segnala che, come preannunciato dal collega Tempestini, la sua relazione si concentrerà sui temi dello sviluppo sostenibile e della tutela dei diritti umani, inclusi tra le priorità individuate dal documento in esame.
  Fa, quindi, presente che il 22 giugno 2012 si è conclusa la conferenza ONU «Rio+20» (UNCSD) che, a 20 anni esatti dal primo Vertice per la Terra di Rio de Janeiro, ha approvato un documento politico finale inteso a rafforzare l'impegno politico globale per lo sviluppo sostenibile. Pur non contenendo impegni vincolanti per i Governi che l'hanno condiviso, il documento esplicita in maniera articolata un insieme di dichiarazioni che, per la prima volta in un testo Onu, riconoscono la green economy come uno degli strumenti più importanti per il conseguimento dello sviluppo a lungo termine nel quadro di una gestione sostenibile del capitale naturale, per garantire la creazione di occupazione, e per sradicare la povertà.
  Il documento insiste sulla necessità di fissare, in base al modello degli Obiettivi del Millennio, pochi obiettivi ben definiti e rivolti all'azione, applicabili a tutti i Paesi tenendo conto delle circostanze nazionali particolari. A tale riguardo, la prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite in settembre dovrebbe veder la nascita di un gruppo di lavoro che, entro il 2013, dovrà presentare proposte da approvare entro il 2015.
  Il testo, inoltre, rafforza il ruolo dell'ONU, con particolare riferimento alla creazione di un forum intergovernativo di alto livello e al Programma ambientale dell'UNEP, cui vengono garantite risorse sicure, superando l'attuale regime di versamenti volontari, e una rappresentanza di tutti gli Stati membri. Il documento individua, inoltre, i settori che richiedono azioni urgenti come la lotta alla povertà, Pag. 88la sicurezza alimentare, l'acqua, l'energia, la salute, gli oceani, i cambiamenti climatici, la biodiversità.
  Rileva che, seppur definito da molti osservatori come deludente e privo di ambizione, il documento finale è invece considerato positivamente sia dal Governo italiano sia dall'UE in quanto le dichiarazioni finali nei loro intenti e propositi, possono rappresentare punti di leva per richiamare i Governi nazionali ad adottare misure concrete per lo sviluppo sostenibile.
  Segnala che il documento in esame contiene quindi alcuni punti tesi ad assicurare l'impegno comunitario per l'attuazione effettiva dei risultati della Conferenza di Rio.
  Come noto, il 2015 è anche l'anno fissato per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM). Nel 2013 si terrà una conferenza di revisione dei progressi raggiunti, che in alcuni ambiti (accesso all'acqua potabile, riduzione della povertà e delle morti per malaria e HIV) sono stati anche consistenti. Purtroppo altri obiettivi sono invece in ritardo, soprattutto per quanto riguarda il miglioramento della salute materna e l'accesso alle strutture igienico sanitarie.
  Ricorda che l'UE ha presentato nel 2010 un piano d'azione in 12 punti per favorire la realizzazione degli obiettivi che sono più in ritardo, piano che è stato anche esaminato dal Comitato permanente sugli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
  Sottolinea che l'UE ritiene essenziale che la comunità internazionale prepari il percorso per il «post 2015», tenendo conto dei cambiamenti in atto nello scenario globale. Da un lato i risultati della Conferenza di Rio hanno visto emergere il concetto degli Obiettivi di sviluppo sostenibile e pongono il tema della loro conciliazione con il processo «post 2015». Dall'altro, il panorama politico ed economico mondiale si è significativamente modificato negli anni recenti: si è verificata la crescita di economie emergenti; è aumentata la disparità tra i Paesi in via di sviluppo e il prodotto interno lordo pro capite di alcuni paesi a medio reddito ha superato quello di alcuni Stati membri dell'UE. Inoltre, nuovi attori sono emersi nell'ambito della cooperazione allo sviluppo, inclusi attori privati. Di tali cambiamenti ha in parte tenuto conto anche il Forum di Busan sull'efficacia degli aiuti, svoltosi nel 2011, al quale ha preso parte insieme al collega Barbi e che ha definito una nuova filosofia delle politiche internazionali per lo sviluppo, chiamando i Paesi emergenti ad assumersi nuove responsabilità nei confronti degli Stati a più basso reddito.
  Segnala che su questi temi la Commissione europea ha organizzato dal 15 giugno al 15 settembre 2012 una consultazione pubblica in previsione della citata revisione del 2013 e della definizione di un quadro post 2015.
  Passando alla tutela dei diritti umani, ricorda che essa costituisce un obbligo dell'Unione europea sul piano interno e un obiettivo prioritario nelle relazioni esterne. Il tema rappresenterà dunque il filo conduttore dell'azione dell'UE nell'ambito dell'ONU. In particolare, l'UE intende cercare di accrescere il sostegno a favore della risoluzione n. 67 sulla moratoria della pena di morte che l'Assemblea generale della Nazioni unite ha approvato il 18 dicembre 2007, su un progetto elaborato dall'UE; promuovere il dialogo in materia di libertà religiosa nei paesi terzi, sviluppando l’acquis delle risoluzioni dell'Assemblea generale e del Consiglio di diritti umani presentate dall'UE; continuare a combattere la tortura e le altre pene degradanti; combattere la violenza di genere e promuovere il pieno godimenti dei diritti umani da parte delle donne; promuovere la ratifica internazionale della convenzione sull'eliminazione di tutte le forme di discriminazione razziale.
  A rimarcare l'importanza del tema a livello comunitario, segnala la recentissima istituzione della figura di Rappresentante speciale dell'Unione europea per i diritti umani. A partire dal 1o settembre 2012 l'incarico sarà ricoperto da Stavros Lambrindis, Pag. 89ex ministro degli esteri greco e vicepresidente del Parlamento europeo.
  Associandosi alla richiesta di chiarimenti al Governo avanzata dal collega Tempestini, conclude auspicando che alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva la Commissione possa approvare un atto di indirizzo sulle posizioni da assumere alla imminente Assemblea generale dell'ONU che tenga conto anche di quanto emerso nel corso del dibattito.

  Il sottosegretario Staffan de MISTURA, fa presente che il Governo italiano ha contribuito attivamente alla stesura del documento in esame, con cui l'Unione europea ha inteso esplicitare la propria linea d'azione in occasione dell'Assemblea Generale. Nel ricordare che i temi dell'agenda dell'Assemblea Generale sono definiti dalla presidenza di turno, esprime compiacimento per la scelta dell'Europa di uno speciale impegno sul tema dei diritti umani, ritenendo necessario che siano compiuti sforzi maggiori sul terreno della responsability to protect, con evidente riferimento alla crisi siriana. Preannuncia lo svolgimento, a margine dei lavori dell'Assemblea, di un evento indetto dal Governo italiano sul tema della libertà religiosa e dichiara la disponibilità del Governo stesso ad un confronto su un atto di indirizzo che la Commissione potrà approvare prima dell'avvio dei lavori a New York.

  Margherita BONIVER (PdL), pur valutando il documento in esame in linea con uno spirito più burocratico che politico tipico dei documenti dell'Unione europea, ritiene che la Commissione potrebbe cogliere l'occasione per svolgere un approfondimento sul tema delle missioni di pace delle Nazioni Unite, alla luce delle esperienze fallimentari maturate in Siria o nella Repubblica Democratica del Congo e considerato il ruolo autorevole svolto in questi anni dai colleghi di Commissione che hanno ricoperto incarichi di Governo oltre che dal sottosegretario De Mistura in qualità di funzionario internazionale di altissimo rango. Sottolinea, a tal proposito, come l'Italia, che non ha certo fatto mancare il proprio contributo in questa materia, potrebbe validamente contribuire in sede europea con una riflessione parlamentare approfondita al fine di una migliore riuscita di tali complessi esercizi internazionali.

  Franco FRATTINI (PdL), nell'apprezzare l'impegno profuso dal Governo italiano in sede europea, giudica il documento in esame in parte velleitario e poco credibile, a fronte dell'incapacità dell'Unione europea di pervenire ad una linea unitaria sulla Siria. Fa quindi presente che a New York il nostro Paese, che sarà rappresentato al più alto livello istituzionale, potrà e dovrà incidere sul dibattito presso l'Assemblea Generale. Interviene quindi sul riferimento operato nella parte terminale del documento in merito alla riforma del Consiglio di Sicurezza per evidenziare come tale passaggio evidenzi lo schiacciamento dell'Unione europea sulla posizione di quegli Stati membri favorevoli all'ampliamento del numero di seggi permanenti e contrari alla previsione di un seggio unitario dell'Unione europea. Nel rimarcare la necessità che il tema della riforma del Consiglio di Sicurezza sia posto al centro del dibattito della Commissione, fa presente che sulla questione il documento in esame rischia di creare imbarazzo all'Italia, notoriamente sostenitrice del seggio europeo, qualora da esso dovesse derivare, malgrado gli sforzo profusi, un impulso alla ripresa del negoziato internazionale sulla scorta di quella che appare essere una vera delega in bianco sottoscritta a Bruxelles.

  Fiamma NIRENSTEIN (PdL) si associa alle considerazioni dei colleghi Boniver e Frattini ritenendo che il documento in esame sia espressione di un mero wishful thinking non contemplando alcun obiettivo realisticamente realizzabile. Esso è inoltre carente di ogni dimensione analitica fondata sull'esperienza e su una valutazione ponderata dello scenario internazionale. Complessivamente, il documento finisce per rappresentare una dichiarazione Pag. 90di fallimento da parte dell'Unione europea per cui appare davvero opportuno che il nostro Paese faccia sentire la propria voce esercitando un ruolo costruttivo e fattivo.

  Arturo Mario Luigi PARISI (PD) si associa alle riflessioni dei colleghi intervenuti, ritenendo che i temi trattati dal documento in esame costituiscano delle priorità indiscutibili per la comunità internazionale cui l'Unione europea, attraversata dalla profonda crisi economica, può solo parzialmente fare fronte.

  Stefano STEFANI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 16.20.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

SEDE CONSULTIVA

Rendiconto generale dell'Amministrazione dello Stato per l'esercizio finanziario 2011.
C. 5324 Governo.

Disposizioni per l'assestamento del bilancio dello Stato e dei bilanci delle Amministrazioni autonome per l'anno finanziario 2012.
C. 5325 Governo.

Tabella n. 6: Stato di previsione del Ministero degli Affari esteri per l'anno 2012.
(Relazione alla V Commissione).

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