CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 18 gennaio 2012
591.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

Mercoledì 18 gennaio 2012. - Presidenza del presidente della IV Commissione, Edmondo CIRIELLI, indi del presidente della III Commissione, Stefano STEFANI. - Intervengono il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Marta Dassù e il sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone.

La seduta comincia alle 11.05.

DL 215/2011: Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni urgenti per l'amministrazione della difesa.
C. 4864 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 17 gennaio 2012.

Enrico PIANETTA (PdL) condivide le considerazioni del relatore per la III Commissione, il collega Frattini, circa la centralità delle missioni internazionali per la politica estera italiana e sul fatto che esse rappresentano un elemento di continuità che rafforza la credibilità internazionale del nostro Paese.
Ricorda la presenza italiana negli scenari più problematici per la pace e la sicurezza, sottolineando in particolare l'importanza degli aumentati contributi per la Somalia e per la lotta alla pirateria.
Pone in evidenza il rilevante incremento, dal 3,25 ad oltre il 5 per cento dell'impegno finanziario complessivo previsto dal provvedimento, delle risorse destinate ad interventi di cooperazione allo sviluppo nell'ambito delle missioni, che rappresentano un impegno consolidato del nostro Paese e sono sempre largamente apprezzati.
Richiama quindi l'attenzione sui problemi posti da alcune disposizioni recate

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dagli articoli 7 e 9, di cui anche il relatore e lo stesso sottosegretario Dassù hanno segnalato le criticità, e sulla prospettiva di prevedere l'intesa tra il Ministro degli affari esteri e il Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione. A suo avviso, se non sono ben definiti i rispettivi ambiti di competenza gestionale, nessun modello di collaborazione potrà fare chiarezza per cui è opportuno procedere, anche da parte dell'esecutivo ad una più approfondita riflessione che tenga conto del dettato e dello spirito della legge n. 49 del 1987, nonché della rilevanza della politica di cooperazione nel quadro della politica estera.
Sottolinea quindi la necessità di tenere conto del consolidato patrimonio di esperienza e competenza maturato dall'Amministrazione degli affari esteri, che è determinante ai fini dell'apprezzamento internazionale sulle nostre missioni più volte richiamato in questo dibattito. Ritiene che si debbano esplicitare le modalità di cogestione della materia da parte dei due ministeri in questione, scongiurando ogni duplicazione delle strutture o aggravio di costi. Richiede pertanto chiarimenti al Governo, suggerendo in proposito modifiche emendative al fine di prevedere che il Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione sia sentito prima dell'emanazione dei decreti ministeriali.

Francesco TEMPESTINI (PD) manifesta apprezzamento per la migliore leggibilità del testo del decreto-legge rispetto ai precedenti ed esprime soddisfazione per il respiro annuale del provvedimento, auspicando che il Parlamento sia messo rapidamente in grado di svolgere un'analisi ad ampio raggio delle condizioni geo-politiche all'interno delle quali operano le nostre missioni all'estero.
In particolare ritiene necessario un approfondimento ad hoc sulla situazione afgana dopo la Conferenza di Bonn, da affrontarsi non con una visione rivolta al passato ma riflettendo sulle condizioni di una exit strategy.
Giudica positivamente l'incremento dell'impegno in Kosovo nel solco di un'attenzione condivisa e costante al ruolo strategico dei Balcani occidentali. Esprime analoga valutazione positiva anche per la continuità dell'impegno in Libano che si manifesta in una riduzione ragionevole della nostra presenza e nella riassunzione delle funzioni di comando.
Passando al tema specifico della cooperazione allo sviluppo, osserva che si pone il tema delle deleghe da attribuire al Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione, la cui istituzione è da considerare in chiave positiva e prospetta una fase di rinnovamento anche istituzionale tra i diversi attori della politica di cooperazione. Si tratta indubbiamente di una questione politica su cui il Governo ha manifestato una volontà di investimento specifico. Rinviando all'audizione del Ministro Riccardi, prevista per la prossima settimana davanti alla III Commissione, esprime a nome del suo gruppo piena disponibilità alla collaborazione costruttiva per superare l'attuale situazione di impasse senza ritardi. Ritiene inopportuno un ripensamento da parte del Governo sulla questione laddove è necessario avviare un percorso di lavoro fin dall'esame del provvedimento in titolo senza toni liquidatori.
I riferimenti al neo-istituito Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione sono piuttosto circoscritti ma, costituendo una novità, vanno valutati in modo accurato, secondo quanto indicato dal sottosegretario Dassù in particolare in merito all'articolo 7, comma 1, anche al fine di tenere distinti i profili di indirizzo politico da quelli amministrativo-gestionale. In generale, la previsione di un ruolo per il Ministero per la cooperazione internazionale e l'integrazione a partire dal decreto-legge in esame prelude ad un'apertura anche sul più ampio tema della riforma della legge n. 49 del 1987.
Esprime invece forti perplessità sul comma 1 dell'articolo 9 relativo alle strutture operative temporanee, le cosiddette task force, di cui non è evidente l'utilità e le modalità di raccordo con il Ministero degli affari esteri.

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Conclude sottolineando che le novità proposte dal provvedimento devono essere quanto più preservate nel loro spirito alla luce della necessità di rinnovare la dimensione istituzionale della politica di cooperazione, malgrado le difficoltà di metodo. Nel sottolineare che non è sicuramente praticabile la soluzione della eliminazione delle nuove disposizioni relative al ruolo del Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione, preannuncia che il suo gruppo non presenterà proposte emendative sulla questione, che deve rientrare nell'ambito decisionale del Governo.

Francesco BOSI (UdCpTP) esprime apprezzamento per la scelta dell'Esecutivo di disporre la proroga annuale - e non più semestrale - delle missioni internazionali che vedono impegnato il nostro Paese. Tale scelta consente non semplicemente una migliore programmazione delle spese ma anche un più efficace svolgimento dei compiti che l'Italia assume sul piano internazionale, rafforzando la nostra posizione nei diversi contesti internazionali in cui si decidono gli impegni da assumere e le loro prospettive temporali.
Rileva, inoltre, che il momento di grave crisi economica non deve essere certamente assunto a pretesto per chiedere un ridimensionamento del nostro impegno internazionale, proprio perché la partecipazione alle missioni di sicurezza rappresenta uno strumento necessario anche per il consolidamento della forza economica dell'Europa e dell'Occidente nel suo complesso, anche attraverso l'incremento delle attività di cooperazione, che questo decreto prevede.
Condivide infine la necessità di fornire adeguate risposte di contrasto al fenomeno della pirateria internazionale, manifestando tuttavia l'esigenza che tale attività sia affidata a personale in possesso di elevate qualifiche professionali e che offrano quindi le più ampie garanzie.

Augusto DI STANISLAO (IdV), ricordando come i rappresentanti dell'attuale Governo abbiano in più sedi affermato di considerare il decreto di proroga delle missioni internazionali un fondamentale strumento di politica estera, si dichiara stupito per i contenuti del provvedimento in esame che non rispecchiano quanto sopra richiamato. Rammenta, al riguardo, che il Parlamento ha lungamente discusso su una bozza di legge quadro delle missioni internazionali, giungendo anche a elaborare un testo che questo Governo di tecnici avrebbe potuto prendere come riferimento anziché riproporre decreti legge sulla falsa riga di quanto accaduto in passato.
Poiché l'impostazione non è cambiata rispetto al passato, giudica ben poca cosa la sola novità di aver disposto la proroga dei finanziamenti delle missioni per l'intero anno 2012, invece che per un solo semestre.
Ritiene inoltre non condivisibile che nel provvedimento siano state inserite norme estranee al tema delle missioni militari, così come le disposizioni riguardanti misure di contrasto alla pirateria in acque internazionali. Nutre, inoltre, perplessità sul rapporto che, nell'ambito della cooperazione, per via delle norme presenti nel decreto, si viene ad instaurare tra il Ministro degli esteri e la nuova figura del Ministro senza portafoglio con delega agli affari della cooperazione.
Riguardo alle missioni cui l'Italia partecipa, evidenzia come il Parlamento abbia chiaramente indicato quali siano le linee politiche degli interventi autorizzati. Ciò con riguardo soprattutto all'Afghanistan e ai Balcani, teatro in passato sottovalutato e che adesso viene rivalutato considerevolmente.
Anche le disposizioni che riguardano il Corpo militare della Croce rossa italiana e quelle relative all'Agenzia industrie difesa sono, a suo avviso, ultronee rispetto ai contenuti tipici del decreto che proroga le missioni internazionali.
Ribadisce dunque il suo giudizio critico nei confronti del provvedimento predisposto dal Governo che si dimostra non all'altezza delle proprie ambizioni e di quanto promesso. Suggerisce, peraltro, l'utilità di recuperare risorse per la cooperazione eliminando norme che generano

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sprechi quali, ad esempio, quelle che hanno istituito la cosiddetta mini-naja.

Americo PORFIDIA (Misto) manifesta il proprio apprezzamento per la conferma dell'impegno italiano sul piano internazionale, in piena coerenza con il dettato costituzionale e con gli accordi responsabilmente assunti con gli alleati e nelle diverse organizzazioni internazionali. Ribadisce che ciascun intervento, anche di carattere militare, deve essere sempre orientato a consentire alle popolazioni ed agli Stati esteri di potersi autodeterminare sulla base di più solide istituzioni democratiche. Tale logica appare ispirare anche la riduzione - sia pure in misura limitata - del contingente impegnato sul terreno afgano, in coerenza con le valutazioni espresse anche dal precedente Governo circa il progressivo ritiro da quel teatro. Analoga valutazione favorevole esprime con riguardo al progressivo ridimensionamento delle risorse complessivamente impiegate, che appare necessario alla luce delle attuali contingenze economiche.

Federica MOGHERINI REBESANI (PD) si associa alla valutazione positiva già espressa da altri colleghi in ordine al carattere annuale del provvedimento di proroga delle missioni internazionali, giudicando che ciò rende più solido l'apporto del nostro Paese. In questo senso è apparsa dunque opportuna l'operazione di dotare il fondo missioni internazionali di risorse adeguate.
Da parte sua avrebbe anche auspicato che vi fosse nel decreto un'ulteriore novità, legata alla possibilità di riorientare parte delle risorse impegnate in Afghanistan in attività di training e di supporto delle forze di sicurezza e delle istituzioni democratiche locali, piuttosto che sull'impegno militare, che tuttavia appare ancora necessario in queste dimensioni. Peraltro non va sottovalutato che il decreto incrementa complessivamente gli stanziamenti per la cooperazione. Proprio per l'impossibilità di sottrarci ai nostri obblighi di carattere internazionale auspica tuttavia che vi sia un adeguato confronto - anche in sede parlamentare - sulle linee di intervento che la NATO intende definire nel prossimo futuro, in quanto vincolanti per il nostro Paese.
Nel dichiarare il pieno appoggio alla nuova missione in Sud Sudan ed a quella in Libia, che assume nuova veste, desidera evidenziare alcune criticità presenti nel provvedimento. Richiama in particolare, le incerte linee di demarcazione delle attribuzioni del nuovo dicastero competente sulla cooperazione internazionale rispetto a quelle proprie del Ministero degli esteri, che rischiano di creare duplicazioni e sovrapposizioni tra strutture amministrative. Inoltre, le nuove disposizioni sul contrasto alla pirateria rischiano di indurre alla costituzione di veri e propri depositi di armi negli stati costieri di quell'area, sulla cui opportunità invita il Governo ad un supplemento di riflessione.
Infine, ritiene che la disciplina relativa all'attuazione ed al finanziamento dei programmi d'armamento rappresenti un profilo problematico sul piano del metodo prima ancora che nel merito, Appare infatti in atto un'operazione poco trasparente di utilizzo dei fondi in un ambito su cui l'opinione pubblica ha recentemente manifestato particolare sensibilità, oltre che una pressante richiesta di riduzione delle risorse impiegate.

Matteo MECACCI (PD) osserva, in generale, che il provvedimento si muove all'interno di una linea perseguita in questa legislatura sui temi della presenza italiana nelle missioni internazionali. Prospetta la necessità di una riflessione da parte del Governo su una più consistente ed efficace presenza nel continente africano. Ritiene che, accanto alla previsione di interventi in Somalia e Libia, dovremmo essere protagonisti in aree, quali la Repubblica Democratica del Congo, il Darfur e il Sudan del Sud che sono attualmente aree di conflitti, di gravi crisi umanitarie e di conseguenti flussi migratori.
Preannuncia in proposito la presentazione di due emendamenti per incrementare la presenza italiana nelle missioni in

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Darfur e Sudan del Sud, al fine di dare un segnale politico di maggiore impegno del nostro Paese nel contesto africano.
Ricorda le difficoltà incontrate in passato per il dispiegamento di un contingente in Darfur e l'appello lanciato recentemente in sede ONU per una maggiore presenza in Sudan del Sud, dove l'attuale contingente può solo svolgere un'azione di monitoraggio ma non ha la forza sufficiente per fermare le violenze interetniche.

Franco GIDONI (LNP) segnala che la decisione di disporre la proroga annuale delle missioni non rappresenta un motivo di soddisfazione, anche in ragione del fatto che ciò non consentirà più al Parlamento di discutere e seguire puntualmente l'evoluzione dei singoli interventi medio tempore. Nell'analizzare le caratteristiche dei principali impegni internazionali, prende atto che non si opera una reale riduzione delle risorse e degli uomini, neppure nel teatro afgano, dove pure perfino il presidente degli Stati Uniti ha annunciato drastici tagli. Né viene dato alcun chiarimento in ordine all'istaurazione di un canale di contatto con i talebani, nonostante abbiano attivato un'apposita struttura che risulta avere un'interlocuzione perfino con gli USA che qualche effetto deve aver prodotto, come lascia supporre l'assenza di manifestazioni antioccidentali di fronte ad agghiaccianti immagini diffuse recentemente sui siti internet.
Anche in Libano resta sostanzialmente confermata la dimensione del contingente italiano, a fronte di un mandato che la Lega ha sempre avversato in quanto evidentemente contraddittorio. Resta il dubbio che la presenza in quel teatro sia legata ad inconfessabili programmi legati alle sorti del regime siriano.
È nota la posizione della Lega in relazione alla missione in Libia, che appare peraltro muoversi su canali non del tutto predeterminati dalle risoluzioni ONU quanto piuttosto da accordi bilaterali poco trasparenti e che, ove abbiano determinato impegni per il nostro Paese, sarebbero evidentemente assunti in contrasto con le procedure a suo tempo cristallizzate dalla risoluzione Ruffino, cui invece il precedente Governo si è sempre attenuto.

Renato FARINA (PdL), richiamandosi a quanto precedentemente dichiarato dai colleghi Frattini e Pianetta, esprime perplessità su alcune disposizioni recate dagli articoli 7 e 9 del provvedimento in esame e prende atto della disponibilità manifestata dal Governo ad individuare le soluzioni idonee.
Pone in evidenza il segnale politico positivo insito nell'istituzione della figura del Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione ma giudica imprudente, vista la delicatezza del tema, utilizzare un provvedimento relativo alle missioni internazionali per attribuirgli in via surrettizia specifiche competenze.
Richiama il suo ruolo di relatore per la III Commissione sui progetti di legge finalizzati alla definizione di una legge quadro sulle missioni internazionali, all'esame delle due Commissioni, per ricordare che il fondamento delle missioni internazionali risiede nella visione di un ordine internazionale fondato sul rispetto dei diritti umani e sulla responsabilità di ciascun Paese ad adoperarsi per renderne efficace il rispetto.
In questa ottica l'Italia si è sempre caratterizzata per la presenza dell'azione civile di cooperazione accanto alla dimensione militare. Occorre quindi dotare di competenze e di risorse il nuovo Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione, per evitare ogni deriva ideologica o politica dei buoni propositi e senza pregiudicare il funzionamento della struttura che alla Farnesina opera efficacemente nel settore.

Il sottosegretario Marta DASSÙ si riserva di intervenire nel prosieguo dell'esame in replica agli interventi finora svolti.

Stefano STEFANI, presidente, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento. Ricordando che il termine per la presentazione degli emendamenti è

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fissato alle ore 14, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.25.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 18 gennaio 2012. - Presidenza del presidente della III Commissione, Stefano STEFANI. - Intervengono il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Marta Dassù, e il sottosegretario di Stato per la difesa, Filippo Milone.

La seduta comincia alle 19.50.

DL 215/2011: Proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione, nonché disposizioni urgenti per l'amministrazione della difesa.
C. 4864 Governo.

(Seguito dell'esame e rinvio).

Stefano STEFANI, presidente della III Commissione, avverte che, alla scadenza di oggi alle ore 14, sono state presentate 74 proposte emendative (vedi allegato). D'intesa con il Presidente Cirielli e acquisito il consenso dei gruppi, segnala che le Commissioni potrebbero esaminare in questa seduta gli emendamenti riferiti agli articoli da 7 a 9, oltre a quelli relativi al reinserimento della missione EUMM Georgia ed alla cessione di mezzi non più in uso alla Libia, di cui all'articolo 1, mentre tutte le proposte emendative riferite agli altri articoli, alcune delle quali presentano profili di particolare complessità anche ai fini dell'ammissibilità, saranno esaminate nella prossima seduta, presumibilmente martedì 24 gennaio.

Le Commissioni concordano.

Stefano STEFANI, presidente della III Commissione, avverte altresì che i relatori hanno ritirato l'emendamento 1.27.

Edmondo CIRIELLI, presidente e relatore per la IV Commissione, intervenendo anche a nome del relatore per la III Commissione, nell'invitare al ritiro dell'emendamento Stefani 1.28, raccomanda l'approvazione dell'emendamento 1.22, da entrambi sottoscritto, di cui illustra le finalità. Apprezza la disponibilità del Governo a continuare nella collaborazione con l'Unione europea per la missione in Georgia e considera importante ai fini delle relazioni con il nuovo Governo libico l'instaurazione di una cooperazione anche sul piano dei mezzi militari.

Il sottosegretario Filippo MILONE esprime parere conforme a quello dei relatori.

Stefano STEFANI, presidente della III Commissione, accoglie l'invito al ritiro del proprio emendamento 1.28 esprimendo soddisfazione per il fatto che l'Italia non rinunci a giocare un ruolo significativo nel Caucaso meridionale.

Franco FRATTINI (PdL), relatore per la III Commissione, intervenendo anche a nome del relatore per la IV Commissione, raccomanda l'approvazione dei propri emendamenti 7.4, identico all'emendamento 7.7 Barbi, 7.5, identico all'emendamento 7.8 Corsini, 7.6, 8.1, 8.2, 9.3 e 9.2, mentre invita al ritiro degli emendamenti 7.1, 7.2 e 7.3 Pianetta, 7.9 Narducci, 9.4 Tempestini e 9.1 Pianetta.
Segnala di avere inteso presentare i propri emendamenti, oltre che al fine di riparare ad errori materiali ed a formulazioni imprecise, da un lato sulla base di considerazioni relative alla specificazione delle competenze di natura amministrativa, dall'altro nell'ottica della definizione più funzionale dell'intesa tra il Ministro degli affari esteri e il Ministro per la cooperazione internazionale e l'integrazione.

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Il sottosegretario Marta DASSÙ esprime parere conforme a quello dei relatori.

Enrico PIANETTA (PdL) ritira gli emendamenti a sua firma 7.1, 7.2, 7.3 e 9.1 ribadendo l'esigenza già prospettata nella seduta antimeridiana che il Governo faccia chiarezza sulla gestione di un segmento così delicato della politica estera quale la cooperazione allo sviluppo.

Franco NARDUCCI (PD) ritira l'emendamento 7.9, di cui è primo firmatario.

Francesco TEMPESTINI (PD) ritira l'emendamento 9.4, di cui è primo firmatario.

Franco GIDONI (LNP) esprime il proprio dissenso sull'emendamento dei relatori 1.22 per la parte che autorizza la cessione di mezzi militari al Governo libico, che non appare versare in condizioni disastrose sul piano delle risorse disponibili. Ne costituisce testimonianza il fatto che il medesimo Governo si appresta a partecipare in modo significativo alla sottoscrizione dell'aumento di capitale di Unicredit. Sarebbe dunque più corretto, a suo avviso, utilizzare le ingenti risorse stanziate dal nuovo comma 16-bis per aiuti a Paesi realmente bisognosi.

Le Commissioni, con distinte votazioni, approvano quindi l'emendamento dei relatori 1.22, gli identici emendamenti del relatore per la III Commissione 7.4 e 7.7 Barbi, gli identici emendamenti del relatore per la III Commissione 7.5 e 7.8 Corsini, e gli emendamenti del relatore per la III Commissione 7.6, 8.1, 8.2, 9.3 e 9.2.

Stefano STEFANI, presidente della III Commissione, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 20.20.