CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 dicembre 2011
573.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 70

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 7 dicembre 2011. — Presidenza del presidente Stefano STEFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri Marta Dassù.

  La seduta comincia alle 9.35.

DL 201/2011: Disposizioni urgenti per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici.
C. 4829 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Franco NARDUCCI (PD), relatore, illustra il provvedimento in titolo sottolineando che, come ricordato dal presidente Monti lunedì scorso in Aula, il compito del Governo è complesso e delicato poiché il nuovo Esecutivo è chiamato a coniugare stabilità, equità e crescita sotto la pressione delle istituzioni europee, in una fase gravissima di stagnazione dell'economia mondiale e di forte rischio per la sopravvivenza della moneta comune europea.
  Rileva che per quanto riguarda il più drammatico degli obiettivi dichiarati della manovra, il consolidamento dei conti pubblici, si è ricorso ad un mix di misure volte all'azzeramento del deficit nel 2013: vengono superati i tagli lineari – anche perché non c'era più quasi nulla da tagliare: si pensi ai capitoli per la cooperazione allo sviluppo e gli italiani all'estero ! – ma vi sono parimenti una serie di misure di copertura dal fortissimo impatto sociale, come la riforma delle pensioni.
  Sul versante dell'equità, secondo obiettivo dichiarato della manovra, occorre riconoscere che vengono richiesti sacrifici a tutta la popolazione, in attesa di vere e proprie misure «in positivo», a sostegno dei ceti più poveri e delle famiglie.
  Osserva che è soltanto iniziata l'adozione di misure efficaci per la lotta all'evasione, che non può farsi ovviamente da un giorno all'altro, come ci ha ricordato lo stesso Presidente Monti, contro affitti in nero, pagamenti sommersi, parcelle nascoste, a tutto vantaggio dei lavoratori dipendenti che pagano le tasse, e dei tanti lavoratori indipendenti che fanno altrettanto. Pag. 71
  Resta poi l'auspicio, più volte echeggiato da questi banchi, che Mario Monti – in gioventù allievo di Tobin – possa riaprire in sede comunitaria il dibattito sulla tassazione delle transazioni finanziarie internazionali.
  Per quanto attiene alle misure strettamente attinenti agli ambiti di competenza della Commissione, l'articolo 7, comma 1 autorizza il Presidente della Repubblica all'accettazione di due emendamenti all'Accordo istitutivo della BERS (Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo), adottati dal Consiglio dei Governatori della Banca con le risoluzioni n. 137 e n. 138 del 2011. Non si può non rilevare, al riguardo, l'irritualità, anche ai sensi della legge n. 400 del 1988, dell'inserimento di una ratifica in un decreto-legge. Il primo dei due emendamenti modifica l'Accordo istitutivo nel senso di estendere le potenzialità di azione della Banca anche ai Paesi membri appartenenti all'area del Mediterraneo orientale e meridionale (Egitto, Israele, Marocco e Turchia), a condizione del voto favorevole di almeno due terzi dei governatori, i quali siano rappresentativi di non meno dei tre quarti del totale del potere di voto dei membri della BERS.
  L'altro emendamento estende invece l'utilizzazione dei Fondi speciali al novero dei potenziali Paesi di operazione, prevedendo che a richiesta di uno Stato membro che non sia qualificato come Paese di operazione, il Consiglio dei Governatori possa decidere di annoverare tale Stato come potenziale Paese di operazione, per il periodo e nei termini ritenuti opportuni.
  Segnala che il comma 2 del richiamato articolo 7, al fine di rendere possibile l'adempimento degli impegni dell'Italia per la partecipazione a banche e fondi internazionali di sviluppo, autorizza per il 2012, 2013 e 2014 rispettivamente la spesa di 87,642 milioni, di 125,061 milioni e di 121,726 milioni di euro.
  Secondo una prassi posta in essere dal Ministero dell'economia e delle finanze, più volte stigmatizzata da questa Commissione – da ultimo nel luglio scorso – nella Relazione tecnica che accompagna il provvedimento in esame nulla è detto circa l'effettiva finalizzazione di questi stanziamenti. Urge quindi un chiarimento da parte del Governo. Il comma 3, invece, al fine di consentire la partecipazione italiana agli aumenti di capitale delle banche multilaterali di sviluppo (la Banca mondiale, la Banca interamericana di sviluppo, la Banca asiatica di Sviluppo, la Banca africana di sviluppo e la Banca di sviluppo dei Caraibi), dispone l'utilizzazione di 226 milioni di euro.
  L'articolo 22, ai commi 6-9, detta nuove norme sulla tormentata vicenda dell'ICE, sostituendo le disposizioni recentemente introdotte dall'articolo 14, commi 18-26, del decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, che sopprimevano l'ente e ne trasferivano funzioni, risorse umane, strumentali e finanziarie al Ministero dello sviluppo economico ed al Ministero degli affari esteri per le rispettive competenze.
  Il provvedimento in esame istituisce l'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane, ente dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, sottoposto ai poteri di indirizzo e vigilanza del Ministero dello sviluppo economico, che li esercita sentiti, per le materie di rispettiva competenza, il Ministero degli affari esteri ed il Ministero dell'economia e delle finanze. Le funzioni attribuite all'ICE dalla normativa vigente e le inerenti risorse di personale, finanziarie e strumentali, compresi i relativi rapporti giuridici attivi e passivi, sono trasferiti al Ministero dello sviluppo economico. Le risorse già destinate all'ICE sono trasferite in un apposito Fondo per la promozione degli scambi e l'internazionalizzazione delle imprese, da istituire nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico. Sono organi della nuova Agenzia il presidente, nominato, al proprio interno, dal consiglio di amministrazione, il consiglio di amministrazione, costituito da cinque membri, e il collegio dei revisori dei conti. I membri del consiglio di amministrazione sono nominati con decreto del Presidente della Repubblica, previa deliberazione del Consiglio dei ministri su Pag. 72proposta del Ministro dello sviluppo economico. Uno dei cinque membri è designato dal Ministro degli affari esteri.
  Le funzioni di direzione, coordinamento e controllo della struttura dell'Agenzia sono svolte dal direttore generale. L'Agenzia opererà all'estero nell'ambito delle rappresentanze diplomatiche e consolari con modalità stabilite con apposita convenzione stipulata tra l'Agenzia, il Ministero degli affari esteri e il Ministero dello sviluppo economico. In Italia è prevista la conservazione dei due uffici di Roma e Milano. Il personale dell'Agenzia all'estero è individuato, sentito il Ministero degli affari esteri, nel limite di un contingente massimo definito nell'ambito della dotazione organica di 300 unità.
  Osserva che, nel complesso, desta una certa sorpresa questa inversione di rotta, pur preannunciata dal precedente Ministro per lo sviluppo economico, a così breve distanza dal precedente provvedimento. Resta tuttavia inalterata l'esigenza di garantire l'unitarietà della promozione commerciale all'estero presso le nostre rappresentanza diplomatiche e consolari, anche a seguito dell'istituzione presso il Ministero degli affari esteri di una Direzione generale per il sistema-Paese. Sottolinea che sono a tutti i colleghi ben noti gli sfavorevoli precedenti relativi alla gestione degli uffici ICE per la prevalenza dei particolarismi amministrativi e delle inefficienze burocratiche.
  Infine, sul fronte della partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace, l'articolo 30, al comma 1 opera un'ulteriore proroga, fino al 31 dicembre 2012, degli stanziamenti per le missioni internazionali di pace cui l'Italia partecipa, apprestando opportunamente le necessarie risorse, nella misura di 700 milioni di euro aggiuntivi a favore del Fondo per il finanziamento delle missioni internazionali di pace. La norma in commento novella infatti l'articolo 33, comma 18, della legge di stabilità per il triennio 2012-2014, sostituendo la data del 30 giugno 2012 con quella del 31 dicembre 2012 e la somma di 700 milioni con l'importo di 1.400 milioni di euro.
  Ricorda che il Fondo per le missioni internazionali di pace è stato istituito dall'articolo 1, comma 1240, della legge 27 dicembre 2006, n. 296 (legge finanziaria per il 2007), all'interno dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze (capitolo 3004).
  Risulterebbe pertanto possibile, sotto il profilo finanziario, che il prossimo decreto-legge di proroga della partecipazione italiana torni ad avere carattere annuale.
  Preannuncia, in conclusione, una proposta di parere favorevole che mi riservo di formulare alla luce delle considerazioni che i colleghi vorranno svolgere.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ, intervenendo sull'istituzione di una nuova Agenzia per la promozione economica all'estero, richiama il significativo contributo dato dalla Commissione su questo tema, anche grazie all'impegno personale del presidente Stefani. Ritiene che, a fronte del dato positivo della sua istituzione, le norme del decreto-legge che disciplinano l'Agenzia abbisognino di apporti migliorativi. In particolare, si avverte l'esigenza di assicurare un'adeguata e condivisa direzione strategia delle politiche di promozione economia per cui, come richiesto dal sistema produttivo attraverso le sue rappresentanze (Confindustria, ABI, Unioncamere, RETE), è indispensabile l'inserimento nel provvedimento delle disposizioni relative all'istituzione di una «cabina di regia» costituita dai Ministri degli affari esteri, dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze, nonché dai presidenti delle suddette organizzazioni e di un rappresentante della Conferenza delle Regioni.
  Alla luce di tali esigenze, occorre, quindi, che siano effettuate le chiarificazioni al testo che consentano di disciplinare da subito il funzionamento più efficace degli uffici per la promozione degli scambi, da integrare nelle rappresentanze diplomatiche e consolari, senza un rinvio ad una convenzione fra i due Ministeri competenti e la costituenda Agenzia. Il rinvio alla Convenzione appesantirebbe inutilmente la procedura e determinerebbe ulteriori gravi ritardi rispetto ad Pag. 73un'efficace ripresa delle attività promozionali, fortemente richiesta dal sistema produttivo.
  Occorre inoltre che l'integrazione del personale dell'Agenzia all'interno della rappresentanza diplomatica abbia luogo in un quadro di chiarezza quanto ai rapporti con il capo della missione e alle funzioni di coordinamento, vigilanza e direzione da questo svolte.
  Si devono disciplinare, quindi, le modalità riguardanti l'istituzione e la soppressione degli uffici dell'Agenzia integrati nelle rappresentanze diplomatiche e consolari presso cui opererà il personale dell'Agenzia stessa, per rendere i Ministeri vigilanti pienamente partecipi del relativo processo decisionale, elemento cruciale per il buon funzionamento della rete di promozione all'estero.
  Infine, è opportuno che le decisioni al riguardo siano adottate dal Consiglio di Amministrazione dell'Agenzia previo assenso dei due Ministeri. E ciò al fine di rendere tempestivo e agile il funzionamento degli uffici nei Paesi di maggior interesse, in sintonia con l'evoluzione dei processi di crescita nelle diverse aree del mondo, delle linee prioritarie di politica estera e delle linee strategiche di internazionalizzazione.
  Sul punto conclude sottolineando che la nuova disciplina sull'ICE costituisce l'esito di un lungo processo che ha troppo a lungo penalizzato il Paese.
  Passando al tema della norma relativa al finanziamento di banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale, giudica doveroso l'ampliamento delle competenze della BERS all'area del Mediterraneo orientale, anche in ragione delle preoccupazioni derivanti dell'andamento del cosiddetto «risveglio arabo», come pure la norma che estende l'uso dei fondi speciali ai «potenziali Paesi di operazione», individuati dal Consiglio dei Governatori, previo esame di ciascun Paese per verificare che lo stesso sia impegnato nell'attuazione dei principi di democrazia e di economia di mercato, coerentemente con il mandato politico della BERS.
  Quanto alle considerazioni relative al comma 2 dell'articolo in questione, ritiene che l'indeterminatezza della norma non sia di aiuto alla sua trasparenza ma sottolinea che si tratta di materia di competenza del Ministero dell'economia e delle finanze.
  Esprime soddisfazione per la previsione di uno stanziamento annuale a favore delle missioni internazionali di pace, auspicando che la Commissione voglia includere nel proprio parere la valorizzazione della componente civile e di cooperazione allo sviluppo degli interventi in questione, tenendo conto dell'importanza di un corretto equilibrio tra componente di difesa e componente civile e anche alla luce della centralità degli interventi civili in una fase di tendenziale riduzione a livello globale dell'impegno militare all'estero.

  Mario BARBI (PD) si rammarica del palleggiamento di responsabilità tra il Ministero degli affari esteri e quello dell'economia e delle finanze in relazione alla necessità di una maggiore trasparenza nell'utilizzo delle risorse per i contributi italiani alle banche ed ai fondi internazionali per lo sviluppo, ricordando di avere sollevato il problema anche con il precedente Governo. Giudica in ogni caso positive le modifiche allo statuto della BERS volte ad ampliarne le funzioni in relazione ai Paesi mediterranei.
  Richiama l'attenzione sull'importanza di chiarire i futuri assetti organizzativi della cooperazione italiana, alla luce della recente nomina di un ministro con una delega specifica per il settore. Ricorda, infatti, che la cooperazione rappresenta uno strumento di politica estera e che si potrebbero pertanto determinare situazioni di incertezza rispetto alle responsabilità direttive nel settore. Ritiene che una prima risposta a tale questione avrebbe potuto trovare spazio anche nel provvedimento in esame che contiene altre disposizioni di tipo ordinamentale.
  Ricordando di avere fatto parte, insieme al collega Pianetta, della delegazione della Commissione che ha partecipato ai lavori del recente vertice di Busan sull'efficacia Pag. 74degli aiuti, rileva che in quella sede non è stata purtroppo priva di conseguenze l'assenza del Governo italiano a livello politico, anche se motivata dall'urgenza di adottare i necessari provvedimenti per fare fronte alla difficile situazione economica.

  Stefano STEFANI, presidente, ricorda di avere costantemente attirato l'attenzione sul fatto che il sistema economico italiano soffre fortemente a causa dell'assenza di un sistema di promozione all'estero competitivo rispetto agli altri Paesi. Sottolinea che alcuni studi hanno stimato che per le risorse utilizzate in attività di promozione vi sia un ritorno per l’export pari a circa 70 volte le somme impiegate.
  Esprime forte scetticismo in relazione al fatto che l'istituenda Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese italiane possa svolgere un ruolo efficace, anche a causa della non chiara distribuzione di responsabilità tra il Ministero degli affari esteri e quello dello sviluppo economico. Ritiene che il modello proposto possa funzionare solo nei casi in cui i capi missione della nostra rete diplomatica riescano a svolgere un'efficace azione di coordinamento. Ricorda quindi la proposta di legge a sua prima firma per la soppressione dell'ICE che si proponeva non già di assicurare un primato ad uno specifico ramo dell'Amministrazione dello Stato ma di andare incontro in particolare alle esigenze delle piccole e medie imprese italiane per le quali si pone uno specifico bisogno di sostegno da parte delle istituzioni nel processo di promozione all'estero.

  Francesco TEMPESTINI (PD) esprime talune perplessità per le disposizioni inserite nel provvedimento in titolo e in parte nuove rispetto a quelle annunciate sugli organi di informazione. Quanto al tema del ripristino dell'ICE, richiama il lavoro di approfondimento svolto in Commissione secondo una linea di non pregiudiziale contrarietà all'esecutivo precedente. Premessa la considerazione per cui la collocazione di un ente in una certa area amministrativa non è di per sé garanzia di buon funzionamento, ritiene che l'attivazione del Ministero per lo sviluppo economico pare alludere al proposito di dedicare all'Agenzia l'attenzione e le cure mancate in passato. A suo avviso, è opportuno cogliere la sfida posta con le disposizioni in esame, tenendo conto che il Governo si è con ciò assunto una responsabilità precisa. Ritiene condivisibili le considerazioni del sottosegretario Dassù e ritiene che il parere della Commissione potrà contenerle in larga misura. Sul tema del contributo a banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale, ritiene che il parere dovrebbe contenere nella premessa un richiamo alle mozioni approvate dall'Assemblea sul tema della trasparenza.

  Margherita BONIVER (PdL) richiama il ruolo di prestigio che l'ICE ha svolto storicamente ed evidenzia una certa frettolosità nel provvedere con decreto-legge ad un intervento di riordino dell'Istituto nel quadro di una manovra economica segnata dalla drammatica fase economia congiunturale. Ritiene che le norme in esame siano criptiche quanto alla quantificazione dei costi per la riattivazione dell'Istituto e che sarebbe auspicabile provvedere ad uno stralcio di esse per consentire alla Commissione una valutazione più ponderata su una questione a questo punto di rilievo strategico per il sistema produttivo italiano. Condivide le perplessità circa l'efficienza di una conduzione dell'Agenzia da parte di due ministeri e ricorda il valore della cosiddetta riforma Vattani che aveva ragionevolmente ricondotto l'Istituto nell'alveo delle nostre rappresentanze diplomatiche.

  Furio COLOMBO (PD) si compiace per l'intervento normativo relativo all'ICE che sembra collocarsi in una nuova fase di normalizzazione del nostro Paese e del ruolo spettante alla diplomazia italiana. Concorda con le considerazioni del presidente Stefani sul rapporto tra investimento sulla promozione del prodotto italiano e ritorno in termini di internazionalizzazione del sistema produttivo. Richiama Pag. 75quindi la sua esperienza in qualità di direttore dell'Istituto italiano di cultura di New York circa l'effetto virtuoso derivante dal collegamento dell'azione di promozione delle imprese italiana a quella di promozione della cultura italiana. Tale sinergia fu resa possibile dalla positiva interazione tra Ministero degli affari esteri e Presidenza del Consiglio dei ministri. Ricorda che in quella fase le imprese italiane, in luogo di rivolgersi a singoli operatori locali, tendevano a far capo all'Istituto di cultura o all'ICE operanti in stretto contatto, anche grazie alla collaborazione del consolato. Ritiene che da tale esperienza potrebbero derivare spunti operativi innovativi in questa fase di ristrutturazione del nostro sistema di promozione all'estero.

  Stefano STEFANI, presidente, si associa alle considerazioni del collega Colombo che valorizzano il ruolo di coordinamento dei nostri capi missione.

  Franco NARDUCCI (PD), relatore, richiama i più recenti dati di Unioncamere secondo cui le esportazioni italiane sono in forte crescita dal 2010, soprattutto per i beni di consumo di fascia medio-alta, in controtendenza con l'andamento europeo. Sussiste una forte esigenza di integrazione delle strutture di promozione e di smantellamento della burocrazia. Il nuovo sistema, che potrà essere incentrato sulla cabina di regia, dovrà essere efficace. Indica al riguardo il valido modello tedesco e sottolinea la centralità del Ministero degli affari esteri per ogni tipo di attività istituzionale rivolta all'estero. Auspica che il Governo voglia tenere conto di questo dibattito, che intende rappresentare il sentire del Paese. Occorre, in sintesi, elaborare senza ritardo un modello italiano di sostegno al sistema produttivo in linea con l'urgenza generale di provvedere al rilancio della crescita della nostra economica. Procede quindi a formulare una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato).

  Stefano STEFANI, presidente, con riferimento alla seconda osservazione apposta alla proposta di parere favorevole chiede al relatore se non ritenga opportuno renderla più incisiva.

  Franco NARDUCCI (PD), relatore, ritiene preferibile confermare la formulazione attuale testé illustrata.

  Il sottosegretario Marta DASSÙ, ringraziando i commissari per il fattivo dibattito, si associa alle considerazioni dell'onorevole Barbi sull'esigenza di assicurare maggiore trasparenza nella gestione dei finanziamenti alle banche e fondi di sviluppo a carattere multilaterale. Richiama le parole del Ministro Terzi sulla posizione strategica della cooperazione allo sviluppo nel quadro delle leve di politica estera e concorda sull'opportunità che la Commissione proceda al più presto all'audizione del Ministro Riccardi. Apprezza l'intervento del presidente Stefani, di cui comprende le ragioni e l'attenzione all'obiettivo generale a favore delle imprese italiane. Sottolinea che la nuova impostazione dell'ICE ne garantisce snellezza, essendo limitato a 300 unità il numero di persone che vi lavoreranno. In merito alle considerazioni dell'onorevole Tempestini, auspica che i fatti confermino la validità dell'intervento di ripristino e riforma dell'ICE anche alla luce della positiva intesa tra Ministero degli affari esteri e Ministero dello sviluppo economico. In relazione alle riflessioni dell'onorevole Boniver, sottolinea infine che il provvedimento in esame non è solo mirato ad interventi di austerità ma guarda anche alla crescita dell'economia italiana ed è in questa chiave che vanno lette le norme relative al riordino dell'ICE.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole con osservazioni, come formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 10.35.

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