CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 6 dicembre 2011
572.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
Pag. 111

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 6 dicembre 2011. — Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

  La seduta comincia alle 13.

Sull'ordine dei lavori.

  Teresio DELFINO (UdCpTP) chiede al Presidente di prevedere che la Commissione sia convocata in orario «consolidato», preferibilmente alle ore 14.

  Paolo RUSSO, presidente, accoglie volentieri la sollecitazione del collega Delfino, ma fa presente che, per quanto riguarda la seduta odierna, la convocazione al termine delle votazioni antimeridiane dell'Assemblea è stata motivata dalle incertezze sull'andamento dei lavori dell'Assemblea nella giornata.

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Schema di decreto legislativo recante misure per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura.
Atto n. 426.

(Esame, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto.

  Paolo RUSSO, presidente, avverte che il Presidente della Camera ha comunicato che lo schema di decreto legislativo, non essendo corredato dai prescritti pareri della Conferenza Stato-regioni e del Consiglio di Stato, è stato assegnato in considerazione del termine stabilito per l'esercizio della delega. Il Presidente della Camera ha conseguentemente richiamato l'esigenza che la Commissione non si pronunci prima che siano stati trasmessi i suddetti pareri.

  Luciano AGOSTINI (PD), relatore, fa presente che lo schema in esame attua l'articolo 28 della legge comunitaria 2009 (legge 4 giugno 2010, n. 96), che prevede che il Governo, per la corretta e completa attuazione dei criteri e degli obiettivi previsti dal regolamento (CE) n. 1198/2006, dei nuovi orientamenti in materia di aiuti di Stato nonché del regolamento (CE) n. 1005/2008 che istituisce un regime comunitario per prevenire, scoraggiare ed eliminare la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata, è delegato ad adottare, entro il termine di diciotto mesi, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, uno o più decreti legislativi per il riassetto, il riordino, il coordinamento e l'integrazione della normativa nazionale in materia di pesca e acquacoltura, mediante la compilazione di un unico testo normativo.
  Lo schema di decreto legislativo appare a suo giudizio un provvedimento utile ed opportuno, soprattutto perché finalizzato ad un riordino normativo che dovrà consentire di superare alcune incertezze interpretative, più volte segnalate anche dalle organizzazioni del settore.
  In particolare, sottolinea che il Titolo I (articoli 1-6), relativo all'attività di pesca ed acquacoltura, rivede talune definizioni relative alla pesca professionale, all'acquacoltura, all'imprenditore ittico, al giovane imprenditore ittico e alla pesca non professionale, che generano frequentemente difficoltà applicative.
  Il Titolo II definisce il sistema sanzionatorio, distinguendo tra comportamenti qualificati contravvenzioni (articoli 7-9) e quelli che configurano illeciti amministrativi (articoli 10-13), stabilendo altresì per entrambi le sanzioni principali, quelle accessorie, e quali siano le «infrazioni gravi», sanzionate con il sistema a punti introdotto dall'articolo 14 e seguenti. In proposito, ricorda che sulla materia è intervenuta una sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, che ha condannato l'Italia per non avere provveduto a controllare, ispezionare e sorvegliare in modo adeguato l'esercizio della pesca, con particolare riferimento alle disposizioni sulle reti da posta derivanti. Ricorda altresì che la commissione si è occupata della questione in sede di esame del disegno di legge comunitaria 2010 (S. 2322-B), attualmente all'esame del Senato, dove sono previste, all'articolo 13, apposite disposizioni al fine di adeguare la normativa nazionale alla sentenza della Corte. Lo schema di decreto legislativo dovrebbe consentire il pieno superamento delle criticità rilevate.
  Fa poi presente che sono pervenute alcune richieste di audizione, che la Commissione potrebbe svolgere, anche in considerazione del fatto che il provvedimento è assegnato con riserva di acquisire i pareri della Conferenza Stato-regioni e del Consiglio di Stato.

  Paolo RUSSO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.05.

Pag. 113

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 6 dicembre 2011. — Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

  La seduta comincia alle 13.05.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento di riorganizzazione del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali.
Atto n. 407.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante modifiche al regolamento concernente l'organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali e la disciplina dell'organismo indipendente di valutazione della performance.
Atto n. 408.

(Alla I Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto, ai sensi dell'articolo 96-ter, comma 4, del regolamento e conclusione – Rilievi espressi).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto degli schemi in titolo, rinviato nella seduta del 29 novembre 2011.

  Paolo RUSSO, presidente, ricorda che nella precedente seduta era stata rilevata l'esigenza di conoscere l'orientamento del nuovo Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali in merito ai testi in esame, in quanto presentati dal precedente Governo. Al riguardo, informa che il Ministro Catania ha comunicato l'interesse a che i testi, il cui contenuto conferma di condividere, siano posti all'esame della Commissione, per la relativa pronuncia, quanto più celermente possibile, al fine di consentire la più spedita funzionalità della riordinata amministrazione.

  Francesco BIAVA (PdL), relatore, illustra le sue proposte di rilievi in merito ai due schemi di regolamento in esame (vedi allegati 1 e 2).

  La Commissione approva infine, con distinte votazioni, le proposte di rilievi relative all'atto del Governo n. 407 e all'atto del Governo n. 408.

Sui lavori della Commissione.

  Paolo RUSSO, presidente, avverte che la Commissione tornerà a riunirsi alle ore 18, per l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge in materia economica, che sarà oggi presentato alla Camera.

  La seduta termina alle 13.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.20 alle 13.40

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 6 dicembre 2011. — Presidenza del presidente Paolo RUSSO.

  La seduta comincia alle 18.30.

Decreto-legge n. 201 del 2011: Disposizioni per la crescita, l'equità e il consolidamento dei conti pubblici.
C. 4829 Governo.

(Parere alle Commissioni riunite V e VI).
(Esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione inizia l'esame del disegno di legge.

  Teresio DELFINO (UdCpTP), relatore, osserva che il decreto-legge in esame, sottoposto all'approvazione del Parlamento per la sua conversione in legge, reca disposizioni d'interesse del settore agricolo che incidono, come peraltro previsto dall'impianto fondamentale del provvedimento, Pag. 114soprattutto per la parte di contenimento della spesa pubblica. È tuttavia anche presente, seppure limitato all'anno 2012, un incremento delle risorse destinate all'AGEA, che possono ben essere qualificate di sostegno al settore primario.
  Tra le disposizioni in materia di maggiori entrate di interesse del settore primario, si colloca l'articolo 13, che anticipa al 2012 – in via sperimentale fino al 2014 e a regime dal 2015 – l'applicazione dell'imposta municipale propria (IMU), istituita e disciplinata dal decreto legislativo sul federalismo municipale (14 marzo 2011, n. 23). La base imponibile di tale imposta sarà data (comma 3) dal valore dell'immobile determinato ai sensi dell'articolo 5, commi 1, 3, 5 e 6 del decreto legislativo n. 504 del 1992, completato dalle disposizioni di cui ai commi 4 (per i fabbricati) e 5 (per i terreni agricoli) dello stesso articolo 13 del provvedimento in esame. Pertanto, il valore dei terreni agricoli sarà costituito dall'ammontare del reddito dominicale risultante in catasto – vigente al 1o gennaio dell'anno di imposizione, e rivalutato del 25 per cento ai sensi dell'articolo 3, comma 51, della legge n. 662 del 1996 – cui andrà applicato un moltiplicatore pari a 120 (comma 5). Attualmente l'articolo 5, comma 7 del decreto legislativo n. 504 del 1992 prevede che per i terreni agricoli, iscritti in catasto, la base imponibile ICI sia data dal reddito dominicale, rivalutato del 25 per cento, moltiplicato per 75.
  È poi prevista una riduzione dell'imposta sui fabbricati rurali, laddove con il comma 6 si stabilisce che l'aliquota di base dell'imposta sia pari allo 0,76 per cento e con il comma 8 si prevede una riduzione allo 0,2 per cento per i fabbricati rurali ad uso strumentale, attribuendo peraltro ai comuni la facoltà di ulteriormente ridurre l'aliquota allo 0,1 per cento.
  Infine, con il comma 21, è posticipato al 31 marzo 2012 (dal precedente 30 settembre 2011) il termine per la presentazione della domanda di riconoscimento dei requisiti di ruralità dei fabbricati all'Agenzia del territorio.
  Destinato invece ad una riduzione di spesa legata ai costi degli apparati è l'articolo 21, che al comma 10 dispone la soppressione di un soggetto attivo nel settore primario: l'Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia e Lucania (EIPLI). Il comma 10 dispone, a decorrere dall'entrata in vigore del decreto, la soppressione e messa in liquidazione dell'EIPLI, da tempo amministrato da un Commissario straordinario.
  Va rammentato in proposito che l'ente era stato incluso, già con l'articolo 2, comma 636, della legge n. 244 del 2007 (legge finanziaria 2008), nell'elenco degli enti da riordinare o sopprimere per finalità di riduzione delle spese di funzionamento delle amministrazioni pubbliche. Tale norma è stata sì abrogata dal decreto-legge n. 112 del 2008 (cosiddetto «taglia enti»), ma l'articolo 26 dello stesso decreto disponeva la soppressione di tutti gli enti pubblici non economici per i quali, alla scadenza del 31 marzo 2009, non fossero stati emanati i regolamenti di riordino di cui al comma 634 dell'articolo 2 della legge n. 244 del 2007. Alla soppressione dell'ente non si è in realtà mai proceduto, dal momento che sono intervenuti provvedimenti di proroga del termine: posticipato una prima volta al 31 marzo dell'anno successivo, poi alla fine dello stesso anno 2010, quindi al 31 dicembre 2011. Va anche precisato che la norma che ha concesso l'ultima proroga – l'articolo 2, comma 2-quinquiesdecies, del decreto-legge n. 225 del 2010 – ha stabilito che, in caso di soppressione, la responsabilità dello Stato debba essere limitata all'attivo, in conformità alle norme sulla liquidazione coatta amministrativa.
  Il comma 11 regola la fase di soppressione dell'ente, che deve essere realizzata entro 180 giorni dall'entrata in vigore del decreto. Alle regioni spetta il compito di individuare o costituire il soggetto al quale saranno trasferite le sue funzioni, con le relative risorse umane e strumentali, nonché tutti i rapporti attivi e passivi. Deve essere garantita l'occupazione dei titolari di un rapporto di lavoro a tempo indeterminato Pag. 115con l'ente soppresso. Le disposizioni approvate assicurano che dalla soppressione dell'ente non derivino effetti sui saldi di finanza pubblica.
  Ancora destinata ad una riduzione della spesa è la revisione delle norme sui regimi pensionistici scritta all'articolo 24, che con il comma 23 ridetermina le aliquote contributive dei coltivatori diretti, mezzadri e coloni, iscritti alla relativa gestione autonoma dell'INPS, progressivamente innalzandole. Le nuove tabelle, per il finanziamento l'una e per il computo l'altra, si applicano a decorrere dal 1o gennaio del 2012.
  Il provvedimento, nella parte destinata alla riduzione del debito pubblico, rivede anche le norme appena varate con la legge di stabilità 2012 sull'alienazione dei terreni agricoli di proprietà pubblica. Più precisamente l'articolo 27 novella (con il comma 3) l'articolo 7 della legge n. 183 del 2011, che ha introdotto le disposizioni destinate a consentire la dismissioni di terreni agricoli dello Stato o di enti pubblici nazionali, attribuendo ai giovani un diritto di prelazione nel processo di alienazione. Le modifiche e integrazioni apportate al citato articolo 7 sono dirette fondamentalmente ad una più chiara lettura della attuale disciplina. La modifica apportata al comma 1 e quelle apportate al comma 4 rendono omogenea la definizione dell'oggetto dell'alienazione, che viene individuato nei terreni a vocazione agricola e agricoli, siano essi statali o degli enti territoriali. Il precedente testo faceva riferimento alternativamente a terreni «a vocazione agricola», o «aventi destinazione agricola». La modifica apportata al comma 2 chiarisce che la devoluzione allo Stato di una quota della eventuale rivalutazione dei terreni alienati va applicata alle sole dismissioni operate in base allo stesso articolo 7. Il capoverso aggiunto infine al comma 1, stabilisce che il prezzo dei terreni da alienare, che determina il ricorso alla procedura di assegnazione con asta pubblica o a trattativa privata, vada determinato sulla base di valori agricoli medi di cui al testo unico in materia di espropriazione per pubblica utilità (decreto del Presidente della repubblica n. 327 del 2001.
  È stata infine ritenuta una esigenza indifferibile l'aumento delle risorse destinate all'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), disposto dall'articolo 30. Il comma 4 reca, per il solo 2012, un incremento pari a 40 milioni di euro dell'autorizzazione di spesa quantificata nella tabella C della legge di stabilità 2012 (legge n. 183 del 2011), destinata al decreto legislativo n. 165 del 1999, di istituzione dell'AGEA. I 40 milioni di euro si riverseranno sul capitolo 1525 dello stato di previsione del dicastero dell'economia e delle finanze, nel quale sono iscritti per il 2012 poco meno di 61 milioni. Per la copertura dell'onere si attinge alle risorse del Fondo istituito dall'articolo 7-quinquies, comma 1, del decreto-legge n. 5 del 2009, e destinato al finanziamento di interventi urgenti ed indifferibili, con particolare riguardo ai settori dell'istruzione e agli interventi organizzativi connessi ad eventi celebrativi.
  Si riserva infine di formulare una proposta di parere all'esito del dibattito.

  Sebastiano FOGLIATO (LNP) osserva che il decreto-legge in esame avrebbe dovuto contenere nel titolo solo il riferimento al consolidamento dei conti pubblici, considerato che il suo contenuto non giustifica anche il riferimento alla crescita e all'equità.
  Infatti, il decreto sottrae risorse al comparto primario, chiamato ad offrire un pesante contributo sul piano fiscale e contributivo, mentre l'unica ad avere risorse aggiuntive è l'AGEA, senza che ne siano chiarite le ragioni. In particolare, con l'IMU saranno colpiti anche gli immobili rurali finora esenti, compresi quelli strumentali rispetto all'attività agricola, mentre la rivalutazione dei terreni agricoli comporterà un raddoppio del peso fiscale per coloro che già erano tenuti a pagare. Inoltre, per la sua parte politica appare soprattutto inaccettabile che sia colpita in questo modo la proprietà privata.Pag. 116
  Ricorda infine di aver assistito a numerosi dibattiti sulle manovre economiche in questa legislatura, nei quali si lamentavano i tagli per il settore agricolo. Si sarebbe perciò aspettato, di fronte a questa manovra ben più pesante, maggiore coraggio e maggiore onestà intellettuale, anche dal relatore.

  Massimo FIORIO (PD) osserva preliminarmente che la manovra presentata oggi avrebbe richiesto un esame più approfondito e tempi di analisi più adeguati. Sarebbe pertanto stato preferibile prevedere una riunione della Commissione nella giornata di domani, anche per un senso di rispetto verso i cittadini.
  Per quanto riguarda il comparto primario, sottolinea che alcune novità introdotte dal decreto rischiano di avere pesanti ripercussioni. Invita perciò le forze politiche a non procedere per slogan di impatto mediatico e a non cercare di garantirsi una rendita di posizione politica.
  Osserva quindi, con riferimento alle misure per la crescita, che il suo gruppo si attendeva che le stesse fossero applicabili anche alle imprese agricole, mentre si deve constatare che ancora una volta viene meno l'attenzione per il settore agricolo. Si tratta perciò di affrontare una «battaglia culturale», cui potrebbe contribuire l'autorevolezza del lavoro della Commissione.
  In merito all'IMU, sottolinea che il modo in cui è stata impostata la relativa disciplina comporta che oggi tale imposta abbia un campo di applicazione diverso dall'ICI e finisca per colpire anche immobili prima esenti. Al riguardo, ritiene che sarebbe stato necessario intervenire nella fase di impostazione dell'IMU, avviata già molti mesi fa, mentre oggi non si può che richiamare l'attenzione sulle serie conseguenze che essa produce per le imprese agricole. In particolare, i mezzi di produzione non possono essere assimilati agli altri immobili.

  Vincenzo TADDEI (PT) ritiene necessario, senza entrare nel merito complessivo del provvedimento, soffermarsi in particolare sull'articolo 21, che dispone la soppressione dell'Ente per lo sviluppo dell'irrigazione e la trasformazione fondiaria in Puglia e Lucania (EIPLI). Ricorda infatti che tale ente – che gestisce l'uso di una dotazione dieci miliardi di metri cubi di acqua, raccolti negli invasi di competenza dell'ente – assicura l'approvvigionamento idrico della Basilicata e della Puglia e di alcuni territori della provincia di Avellino. Ricorda altresì che, secondo quanto già disposto dalla legge, le sue competenze dovevano essere trasferite ad una società composta dallo Stato e dalle tre regioni interessate. Poiché tale percorso è stato già avviato, ritiene che la soppressione dell'ente sia incongrua con quanto stabilito dalla legge, che ne ha viceversa già previsto il risanamento senza costi aggiuntivi per il bilancio dello Stato.

  Gian Pietro DAL MORO (PD) segnala la necessità di acquisire le tabelle relative agli effetti finanziari delle singole disposizioni e la documentazione illustrativa relativa allo stanziamento in favore dell'AGEA.

  Paolo RUSSO (PdL), presidente, assicura che la documentazione richiesta sarà subito distribuita.

  Giuseppe RUVOLO (PT) manifesta imbarazzo per il fatto di non poter esprimere una posizione compiuta senza tenere conto del carico di responsabilità che le forze politiche sono chiamate ad assumere su di sé di fronte ad un provvedimento di tale importanza. Ciononostante, ritiene necessario che la Commissione inviti il Governo a rivedere la propria posizione relativa all'aumento della rendita fondiaria, in modo da dimezzarlo. A tale proposito, ricorda che la Commissione in molteplici occasioni ha saputo trovare una posizione di sintesi unitaria e la invita in questa particolare contingenza a ritrovare unità per proporre almeno il dimezzamento della misura proposta, anticipando che, in tal caso, la sua parte politica esprimerà un voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.

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  Angelo ZUCCHI (PD) invita a contestualizzare il dibattito rispetto al difficile momento che sta vivendo il Paese. Sottolinea infatti che, pur se la Commissione è naturalmente orientata a far valere le ragioni e gli interessi del settore primario, sarebbe sbagliato non tener conto del percorso che ha portato le forze politiche alla situazione odierna e del significato complessivo del provvedimento.
  Invita perciò ad uno sforzo di onestà intellettuale. Se infatti la manovra in esame è un «colpo», si consideri che fuori di qui ci sono molte situazioni esplosive e che quello che oggi si registra qui può apparire poca cosa rispetto a quello che sta accadendo nel Paese. Il provvedimento in esame appare a molti insostenibile, ma occorre anche riconoscere che la situazione esistente, se protratta senza intervenire, avrebbe rischiato di produrre una realtà ben peggiore di quella che consegue dai gravi sacrifici di cui si discute.
  Per questi motivi, ritiene che rivendicare oggi una verginità politica e ricercare facile consenso sia espressione di una politica per slogan piuttosto che di una politica che fa esercizio di sforzo per il bene del Paese.
  Nel merito, il suo gruppo è consapevole che la parte di interesse agricolo del decreto non è soddisfacente. Esso contiene misure utili alla crescita, che tuttavia non riguardano le imprese agricole, in ragione del modo con il quale le stesse costruiscono i bilanci e organizzano la loro attività economica. Ritiene quindi necessario intervenire su questo tema, auspicando che il Governo, pur insediato da poco, sappia segnalare i rischi di esclusione del comparto primario. Occorre anche riflettere sull'esigenza di un trattamento fiscale diverso per i beni immobili che costituiscono mezzi di produzione.
  Ricorda quindi che da tempo l'agricoltura aspetta interventi di governo, fondati su adeguate risorse finanziarie. Tuttavia, sino ad oggi, ciò non è avvenuto e il suo gruppo lo ha costantemente ribadito. Anzi, si è negata l'esistenza stessa della crisi, per scoprirla poi improvvisamente, con la conseguenza di dover arrivare oggi a provvedimenti che non risparmiano nessuno.
  In sintesi, la sua parte politica probabilmente avrebbe costruito una manovra economica diversa e approverà questa manovra con qualche sforzo. Al Governo chiede in ogni caso che – grazie al nuovo Ministro ben più competente dei suoi predecessori – sappia rappresentare al meglio l'agricoltura italiana in ambito europeo e si impegni per impostare un nuovo modello di agricoltura, cogliendo l'occasione della nuova politica agricola comune come un'opportunità irrinunciabile.

  Viviana BECCALOSSI (PdL), nell'esprimere disappunto per la scarsità dei tempi a disposizione per l'esame del provvedimento, manifesta contrarietà per le misure riguardanti la tassazione degli immobili rurali, che non hanno tenuto conto dell'esigenza di far pagare tutti, salvaguardando viceversa il patrimonio immobiliare dei sindacati o della Chiesa cattolica. Preannuncia pertanto la presentazione presso le Commissioni di merito di emendamenti volti a sanare tali lacune.
  Non condivide poi le critiche in merito all'erogazione di 40 milioni di euro all'AGEA, trattandosi di un ente che svolge una importante funzione proprio con riferimento al mondo agricolo.
  Osserva inoltre che, mentre era prevedibile che il Governo operasse risparmi di spesa attraverso la soppressione di alcuni enti, ha dovuto però constatare che lo stesso Governo non è stato in grado di superare talune resistenze e di sopprimere alcuni enti agricoli che si rivelano come semplice fonte di spesa senza alcun ritorno per il mondo agricolo.
  Ritiene poi che rappresenti una nota positiva la vendita dei terreni agricoli di proprietà pubblica, specialmente per l'attenzione rivolta ai giovani agricoltori, pur dovendo constatare che essa risulta essere la sola misura agricola di un certo rilievo.
  In ogni caso, nonostante tali rilievi, preannuncia che il suo gruppo voterà a favore della proposta del relatore, che certamente saprà raccogliere i contributi emersi dal dibattito.

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  Sabrina DE CAMILLIS (PdL) fa presente che il suo intervento in Commissione è motivato dal fatto che in tale sede ha la possibilità di esprimere pubblicamente le sue preoccupazioni non solo relative al momento che il Paese sta vivendo, ma anche sulle conseguenze del provvedimento in esame. Osserva inoltre, come già detto da altri colleghi, che il senso di responsabilità non consente di fare altro che dire di sì a questa manovra, anche se per il settore agricolo occorrerebbe una rivoluzione culturale. Tale settore è infatti in grave sofferenza e non è in condizioni di contribuire come richiesto, soprattutto dalle disposizioni sulla rivalutazione delle rendite fondiarie.
  Osserva poi che se il Governo fosse stato presente avrebbe potuto meglio conoscere gli indirizzi della Commissione su alcune questioni che dovranno essere affrontate. In primo luogo, ricorda gli impegni assunti per il settore bieticolo-saccarifero, più volte sollecitati dalla Commissione Agricoltura, e ripetutamente riconfermati dal Governo stesso, seppure non siano stati seguiti da alcuna misura concreta.
  Con riferimento all'intervento del deputato Zucchi, che ha invitato a non assumere iniziative di valore solo mediatico, osserva che alcune delle misure contenute nel provvedimento, che avrebbero dovuto essere scevre da tentazioni mediatiche, proprio per la natura di questo Governo, sono in realtà prive di significato economico, ma connotate da elementi di valore mediatico.
  Altre misure non tengono conto degli effetti concreti che produrranno. Cita tra queste quella relativa all'innalzamento dei costi dei noleggi dei posti-barca, considerato che i proprietari delle imbarcazioni potranno facilmente evitare la tassazione spostando i propri mezzi nei porti esteri e provocando così una riduzione del gettito fiscale derivante da questa fonte.
  Considera poi che mandare a casa gli eletti dal popolo nelle province costituisca un atto di arroganza, che è stato poi evitato anche per intervento del Capo dello Stato, poiché si tratta di misura che non può che avere efficacia a partire dal termine del mandato elettorale.
  In conclusione, annuncia che voterà a favore del provvedimento, anche se non lo condivide pienamente, perché ritiene necessario partecipare ad un'azione che tenta di salvare il futuro del Paese. Sottolinea tuttavia che se questi sforzi non saranno accompagnati dagli interventi necessari in sede di Unione europea, l'Italia subirà un grave colpo, senza che vi siano soluzioni per un problema che riguarda l'intera Europa.

  Teresio DELFINO (UdCpTP), relatore, premesso che nel corso del dibattito i colleghi hanno offerto interessanti e condivisibili contributi, osserva tuttavia che ci si trova in una situazione in cui i margini di intervento sono obiettivamente limitati. Dichiara in proposito di condividere le considerazioni di carattere generale del collega Zucchi.
  Precisa quindi che è comunque sua intenzione proporre di esprimere parere favorevole con alcune osservazioni che riprendono in gran parte indirizzi e contenuti già ampiamente condivisi dalla Commissione.
  Per quanto riguarda lo stanziamento in favore dell'AGEA, pur precisando di non aver potuto compiere ulteriori approfondimenti, ricorda che tale ente svolge funzioni fondamentali in rapporto al mondo agricolo e che le risorse in questione sono dirette ad affrontare esigenze urgenti a fronte di impegni assunti e di attività svolte dall'ente stesso.
  Una prima osservazione riguarda l'IMU, tema sul quale la Commissione dovrebbe invitare le Commissioni di merito e il Governo a temperare la disciplina per il settore agricolo, in quanto particolarmente onerosa per le aziende agricole; in particolare, occorrerebbe richiamare il regime già previsto dalla normativa sull'ICI per quanto riguarda le agevolazioni per i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali, per i beni strumentali, e per le aree svantaggiate.Pag. 119
  Più complessa appare invece la proposta del deputato Ruvolo, che richiede un particolare approfondimento tecnico. In ogni caso, andrebbe sottolineato che i maggiori oneri per le imprese agricole costituiscono fattori negativi ai fini della loro competitività.
  Per quanto riguarda la soppressione dell'EIPLI, si potrebbe recepire la proposta del collega Taddei, invitando ad una verifica della congruità della soppressione dell'EIPLI con il percorso di risanamento già previsto dalla legge, in accordo con le regioni interessate.
  Infine, una ulteriore osservazione riguarda il progressivo innalzamento delle aliquote contributive. Al riguardo, pur comprendendo la tendenza all'omogeneità delle aliquote in un sistema contributivo, ricorda che l'omogeneità andrebbe valutata anche con riferimento al contesto europeo, visto che si tratta di fattori che influiscono sulla competitività delle aziende italiane.
  In sintesi, la sua proposta mira ad evidenziare l'esigenza di temperare il peso della manovra sul settore primario, che già versa in una grave situazione di difficoltà.

  Paolo RUSSO, presidente, sospende brevemente la seduta per consentire al relatore di formalizzare la sua proposta di parere.

  La seduta, sospesa alle 19.30, è ripresa alle 19.45.

  Teresio DELFINO (UdCpTP), relatore, illustra una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 3).

  Nicodemo Nazzareno OLIVERIO (PD) chiede chiarimenti sulla seconda parte della prima osservazione contenuta nella proposta del relatore.

  Massimo FIORIO (PD) invita il relatore a prevedere un'osservazione sul tema dell'estensione alle imprese agricole delle misure per la crescita.

  Teresio DELFINO (UdCpTP), relatore, presenta una nuova formulazione della proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 4).

  La Commissione approva la nuova formulazione della proposta di parere favorevole con osservazioni presentata dal relatore.

  La seduta termina alle 19.50.

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