CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 8 marzo 2011
449.
XVI LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Cultura, scienza e istruzione (VII)
COMUNICATO
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INTERROGAZIONI

Martedì 8 marzo 2011. - Presidenza del vicepresidente Luigi NICOLAIS. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Guido Viceconte.

La seduta comincia alle 12.15.

5-03275 Mattesini: Applicazione del decreto interministeriale sugli organici nelle scuole di montagna.

Il sottosegretario Guido VICECONTE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Donella MATTESINI (PD), replicando, si dichiara non soddisfatta della risposta del rappresentante del Governo, evidenziando le persistenti lacune in ordine alla certezza della programmazione, in quanto i plessi scolastici localizzati in territori montani non avrebbero, seguendo il vigente sistema illustrato dal Governo, alcuna sicurezza con riguardo all'assegnazione delle risorse. In particolare, rileva come non sia chiaro se la quota dei posti del tre per cento che è possibile accantonare per far fronte ad esigenze di particolare rilevanza e complessità, debba essere calcolata a valere sulla situazione della dotazione organica precedente alle riduzioni del personale determinate dai recenti provvedimenti ovvero sulla dotazione che risulta a seguito di tali riduzioni; nel quale ultimo caso la soluzione individuata si presenterebbe di ancora più difficile realizzazione. Ricorda, infine, come l'organizzazione del servizio scolastico nelle zone montane sia molto più complicata che per le altre zone, quantomeno in considerazione delle difficoltà di trasporto degli alunni sino ai rispettivi plessi scolastici. Ribadisce quindi che la mancanza della possibilità di un'efficace programmazione non fa altro che aumentare le già notevoli difficoltà e disagi della popolazione scolastica che insiste su quei territori.

5-04207 Ghizzoni: Sull'istituzione della Commissione tecnica in materia di restauro prevista dal decreto ministeriale n. 87 del 2009.

Il sottosegretario Guido VICECONTE risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Donella MATTESINI (PD), in qualità di cofirmatario, replicando, prende atto della risposta fornita dal rappresentante del Governo.

Luigi NICOLAIS, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 12.25.

COMITATO RISTRETTO

Martedì 8 marzo 2011.

Legge quadro per lo spettacolo dal vivo.
C. 136 Carlucci, e abbinate C. 459 Ciocchetti, C. 769 Carlucci, C. 1018 Froner, C. 1156 Ceccacci Rubino, C. 1183 De Biasi, C. 1480 Zamparutti, C. 1564 Giammanco, C. 1610 Zazzera, C. 1849 Rampelli, C. 1935 Caparini e C. 2280 Goisis.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 12.55 alle 13.10.

COMITATO RISTRETTO

Martedì 8 marzo 2011.

Disposizioni per la celebrazione del secondo centenario della nascita di Giuseppe Verdi, per lo sviluppo del Festival Verdi di Parma e Busseto e per la valorizzazione dell'opera verdiana.
C. 1373 Motta, C. 1656 Rainieri, C. 2110 Tommaso Foti, C. 2777 Barbieri e C. 4085 Polledri.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 13.10 alle 13.40.

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SEDE REFERENTE

Martedì 8 marzo 2011. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 13.40.

Disposizioni per favorire la costruzione e la ristrutturazione di impianti sportivi e stadi anche a sostegno della candidatura dell'Italia a manifestazioni sportive di rilievo europeo o internazionale.
Ulteriore nuovo testo C. 2800, approvata in un testo unificato dalla 7a Commissione permanente del Senato, C. 1255 Giancarlo Giorgetti, C. 1881 Lolli, C. 2251 Frassinetti e C. 2394 Ciocchetti.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 23 febbraio 2011.

Valentina APREA, presidente, avverte che sono stati presentati emendamenti all'ulteriore nuovo testo del provvedimento in esame (vedi allegato 3).
Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.45.

AUDIZIONI INFORMALI

Martedì 8 marzo 2011.

Audizione di rappresentanti di organizzazioni sindacali e di associazioni di categoria, nell'ambito dell'esame dello schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante criteri e modalità di riconoscimento, a favore delle fondazioni lirico-sinfoniche, di forme organizzative speciali (atto n. 331).

L'audizione informale è stata svolta dalle 13.45 alle 15.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 8 marzo 2011. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 15.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante criteri e modalità di riconoscimento, a favore delle fondazioni lirico-sinfoniche, di forme organizzative speciali.
Atto n. 331.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento, e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 1o marzo 2011.

Valentina APREA, presidente, comunica che in data odierna sono stati trasmessi i rilievi espressi dalla V Commissione bilancio, sul provvedimento in esame.

La Commissione prende atto.

Valentina APREA, presidente e relatore, nel merito, ricorda che i deputati Ghizzoni e Barbieri, in occasione dell'esame del provvedimento in discussione, nella seduta del 1o marzo 2011 hanno formulato alcune richieste di chiarimento. Al proposito, rileva, per quanto concerne la prima richiesta di chiarimenti - ossia quale sia la portata dell'articolo 1, comma 1, lettera f), del decreto-legge n. 64 del 2010 in relazione all'analoga disposizione contenuta nel decreto-legge cosiddetto «milleproroghe» - che l'attribuzione alle fondazioni lirico-sinfoniche di forme organizzative speciali, ai sensi della norma sopra richiamata, non costituisce la condizione per l'assegnazione dei contributi aggiuntivi di cui all'articolo 2, comma 16-quinquies, del citato decreto milleproroghe. Tale ultima disposizione, infatti, detta, ai soli fini della erogazione dello speciale contributo a due fondazioni - per un finanziamento di 3 milioni più 3 milioni di euro -, requisiti precisi di accesso. La predetta

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disposizione costituisce quindi una norma speciale una tantum, non sovrapponibile al complesso organico delle previsioni recate dal decreto-legge n. 64 del 2010, nonché dal presente regolamento di delegificazione.
In relazione invece alla seconda osservazione, evidenzia che la previsione di quattro tipologie di organi, in analogia con gli assetti statutari di altre fondazioni di diritto privato, si riferisce alla presenza di un'Assemblea - organo assembleare, con funzione di programmazione generale -, di un consiglio di amministrazione - organo di indirizzo gestionale-amministrativo e di programmazione artistica -, di un Sovrintendente - organo di gestione chiamato a tradurre in attività le delibere e le decisioni assunte dal Consiglio di amministrazione, a dirigere e coordinare, nel rispetto dei programmi approvati e del vincolo di bilancio, l'attività della fondazione - e di un collegio dei revisori dei conti, quale organo cui è demandato il controllo sull'amministrazione della fondazione. La presenza dei suddetti organi è quindi finalizzata a garantire un corretto ed equilibrato governo delle fondazioni, nel rispetto del riparto di competenze e della separazione tra la funzione di indirizzo politico-amministrativo e quella di indirizzo amministrativo-gestionale. Circa la terza osservazione, chiarisce invece che, nel caso delle fondazioni lirico-sinfoniche, i «soci fondatori» di diritto sono lo Stato - per competenza istituzionale il Ministero per i beni e le attività culturali -, nonché la Regione ed il Comune dove ha sede la fondazione. Per quanto riguarda i ruoli svolti dai predetti soci, aggiunge che lo Stato e la Regione forniscono il sostegno alla gestione corrente ed eventualmente anche patrimoniale alla fondazione, mentre il Comune, nella figura del sindaco che riveste in seno alla fondazione il ruolo di Presidente del Consiglio di amministrazione, è tenuto a fornire i locali necessari allo svolgimento delle attività. Rileva quindi, quanto all'osservazione relativa ai requisiti che devono possedere i componenti dell'organo di controllo, che la previsione dello schema di regolamento in esame ricalca l'analoga disposizione contenuta nell'articolo 14 del decreto legislativo n. 367 del 1996 che ha dettato la disciplina per la trasformazione degli enti che operano nel settore musicale in fondazioni di diritto privato.
Precisa, infine, che la previsione dell'annullamento e della revoca del provvedimento di riconoscimento è riconducibile alla classica accezione del diritto amministrativo, secondo cui l'annullamento è un provvedimento con il quale viene ritirato un atto amministrativo con efficacia retroattiva, per così dire ex tunc, inficiato all'origine da un vizio di legittimità; la revoca, invece, è volta al ritiro, con efficacia non retroattiva, cioè ex nunc, di un atto amministrativo per sopravvenuti motivi di pubblico interesse ovvero nel caso di mutamento della situazione di fatto o di nuova valutazione dell'interesse pubblico originario.

Paola GOISIS (LNP), anche in considerazione dell'imminente avvio della seduta dell'Assemblea, riterrebbe necessario rinviare la conclusione del provvedimento in discussione alla prossima settimana, allo scopo di approfondirne ulteriormente l'esame.

Gabriella CARLUCCI (PdL) si associa alla richiesta della collega Goisis.

Emilia Grazia DE BIASI (PD) concorda con la proposta della collega Goisis.

Valentina APREA (PdL), presidente, rileva che la proposta formulata dalla collega Goisis, potrà essere valutata, anche informalmente dai rappresentanti dei gruppi, prima della prossima seduta già convocata per domani.
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia l'esame ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione.

Erica RIVOLTA (LNP), anche alla luce delle recenti notizie apparse su alcuni organi di informazione, riterrebbe necessario

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procedere all'audizione di rappresentanti dell'Istituto Luce, su questioni connesse al medesimo Istituto.

Valentina APREA (PdL), presidente, rileva che la proposta formulata dalla collega Rivolta, potrà essere valutata dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nel corso della prossima riunione già prevista per domani.

La seduta termina alle 15.10.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Martedì 8 marzo 2011. - Presidenza del presidente Valentina APREA.

La seduta comincia alle 15.10.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull'analisi annuale della crescita: progredire nella risposta globale dell'UE alla crisi.
COM (2011)11 def.

(Parere alla V Commissione).
(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Valentina APREA, presidente, intervenendo in sostituzione del relatore, ricorda come l'analisi annuale della crescita, presentata dalla Commissione europea il 12 gennaio 2011, costituisca il primo atto della procedura del cosiddetto «semestre europeo» per il coordinamento ex ante delle politiche economiche, avviato per la prima volta nel 2011 in base ad una decisione del Consiglio ECOFIN del 7 settembre 2010, consistente in un ciclo di procedure volto ad assicurare un coordinamento ex-ante delle politiche economiche nell'Eurozona e nell'UE. Sulla base dell'analisi annuale il Consiglio europeo del 24-25 marzo 2011 individuerà le priorità per gli Stati membri in materia di riforme strutturali e di risanamento di bilancio, nonché quelle per l'Unione europea nei suoi settori di competenza diretta, in particolare il mercato interno. In coerenza con gli orientamenti delineati dal Consiglio europeo, gli Stati membri presenteranno entro aprile, contestualmente, i rispettivi programmi nazionali di riforma (PNR) e i programmi di stabilità o di convergenza. Le decisioni del Consiglio europeo di marzo saranno oggetto di esame preliminare in seno all'Eurogruppo e al Consiglio Ecofin che si svolgeranno il 14 e 15 marzo. L'analisi annuale della crescita si compone di una parte generale e tre allegati. La parte generale, dopo una breve analisi della situazione macroeconomica dell'UE, indica i requisiti e le misure ritenute necessarie per rispondere alla crisi e attuare gli obiettivi della strategia per la crescita e l'occupazione UE 2020. L'allegato 1 reca la relazione sull'attuazione della strategia UE 2020, la quale esamina lo stato di attuazione degli obiettivi principali della Strategia 2020 sulla base dei progetti di PNR, trasmessi dagli Stati membri nel novembre 2010, e degli altri interventi e riforme previsti dagli Stati stessi.
Aggiunge che la Strategia 2020 si articola intorno a cinque obiettivi principali, tra i quali rileva, per quanto concerne i profili di interesse della Commissione cultura, la necessità di migliorare le condizioni per la ricerca e lo sviluppo, in particolare allo scopo di portare al 3 per cento del PIL la spesa per investimenti pubblici e privati combinati in tale settore e la necessità di migliorare i livelli d'istruzione, in particolare riducendo i tassi di dispersione scolastica al di sotto del 10 per cento e aumentando la percentuale delle persone tra i 30 e i 34 anni che hanno completato l'istruzione terziaria o equivalente almeno al 40 per cento. Il Consiglio europeo ha ribadito la competenza degli Stati membri a definire e attuare obiettivi quantitativi nel settore dell'istruzione. La Commissione rileva che i progetti di PNR presentati dagli Stati membri presentano diversi elementi di criticità, in quanto gli

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scenari macroeconomici presentati dagli Stati membri risultano eccessivamente ottimistici rispetto alla valutazione della Commissione, mentre gli scenari occupazionali sono troppo pessimistici, perché influenzati da fattori negativi a breve termine; - sono forniti dati particolareggiati in merito alle misure di risanamento di bilancio, mentre è riservata scarsa attenzione alle riforme strutturali che potrebbero rilanciare la crescita a medio-lungo termine. Molti progetti di PNR, infatti, indicano le misure previste dagli Stati membri per raggiungere gli obiettivi nazionali, ma si tratta spesso di misure già attuate o a uno stadio piuttosto avanzato. L'azione strategica prevista viene spesso illustrata in modo alquanto vago, con poche precisazioni circa la natura esatta delle misure, il calendario di attuazione, l'impatto previsto, il rischio di attuazione parziale o di insuccesso, il costo per il bilancio e l'uso dei Fondi strutturali dell'UE. Fra l'altro, in pochi casi i progetti di PNR sono già stati oggetto di consultazione ai diversi livelli. Pertanto, ad avviso della Commissione, in vista della predisposizione dei programmi definitivi, si dovranno portare a termine le consultazioni nazionali, a cui dovrebbero partecipare soggetti politici (Parlamenti nazionali, autorità regionali e locali), parti sociali e altre parti interessate. Nella relazione la Commissione europea ha preannunciato l'intenzione di discutere con gli Stati membri a livello bilaterale il completamento dei loro PNR alla luce di tali indicazioni e della loro situazione specifica. Evidenzia quindi che l'allegato 2 reca la relazione macroeconomica, la quale illustra le prospettive macroeconomiche e indica le misure più idonee a produrre effetti positivi favorevoli alla crescita. L'allegato 3 reca il progetto di relazione comune sull'occupazione, che sarà adottata congiuntamente dalla Commissione e dal Consiglio a norma dell'articolo 148, paragrafo 5, del Trattato sul funzionamento dell'UE (TFUE). Precisa che il 17 febbraio 2011 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sulla Strategia UE 2020 nella quale, in vista del Consiglio europeo di marzo 2011, chiede che il semestre europeo faccia parte del pacchetto di proposte legislative relativo alla governance economica (presentato dalla Commissione il 30 settembre 2010), coinvolgendo sin dalla fase iniziale i Parlamenti nazionali e le parti sociali in modo da promuovere la responsabilità democratica, sottolineando che la strategia UE 2020 potrà essere attuata solo attraverso impegni concreti degli Stati membri nei rispettivi programmi nazionali di riforma e proposte legislative concrete e coerenti.
Per quanto concerne i profili di competenza della Commissione cultura, sottolinea, con specifico riguardo alla materia dell'istruzione e della cultura, che l'allegato 1 prevede che per promuovere effettivamente l'innovazione e la crescita occorre disporre di manodopera qualificata e, pertanto, è indispensabile investire in un'istruzione, una formazione e un apprendimento permanente di qualità. Come esposto sopra, Europa 2020 fissa un duplice obiettivo nel settore dell'istruzione, e cioè, entro il 2020, portare a meno del 10 per cento la percentuale della popolazione compresa tra i 18 e i 24 anni che ha abbandonato gli studi e far sì che almeno il 40 per cento dei giovani adulti - di età compresa tra i 30 e i 34 anni - dell'UE abbia completato l'istruzione terziaria o equivalente. Rispetto a tale obiettivo, il prospetto conclusivo della Relazione riporta gli obiettivi provvisori dei singoli Paesi: l'Italia prefigura un tasso di abbandono scolastico tra il 15 e il 16 per cento ed un tasso di istruzione terziaria pari al 26-27 per cento. Complessivamente, invece, l'allegato 1, basandosi sugli obiettivi indicati nei progetti di PNR e non tenendo conto dei paesi che non li hanno ancora fissati, evidenzia che per il 2020 si ottiene un tasso di abbandono pari al 10,5 per cento e un tasso di istruzione terziaria pari al 37,3 per cento. Sempre in relazione all'obiettivo di disporre di manodopera qualificata - laddove, entro il 2020, l'85 per cento dei posti di lavoro richiederà competenze medio alte e la percentuale dei posti di lavoro meno qualificati si ridurrà al 15 per cento -, l'allegato 3

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sottolinea che è indispensabile, per i Paesi membri, continuare a riformare i sistemi nazionali di istruzione in conformità con il quadro strategico aggiornato per la cooperazione europea in materia di istruzione e formazione (ET2020). Si rileva, infatti, che l'inserimento nel mercato del lavoro è ostacolato dalle carenze qualitative della formazione; del pari, non adeguata appare la partecipazione degli adulti all'apprendimento lungo tutto l'arco della vita. In particolare, al fine di migliorare il livello delle competenze combattendo l'abbandono scolastico, rileva che molti Stati membri cercano di adottare metodi didattici innovativi e misure di sostegno per gli allievi a rischio, anche attraverso programmi che combinino istruzione e lavoro. Ma, rileva la Commissione, l'impatto di queste misure spesso rimane basso perché non sempre integrate da strategie di intervento precoci, quali una maggiore accessibilità dell'insegnamento prescolare e misure compensative che facilitino il reinserimento scolastico.
Con riguardo all'istruzione superiore, evidenzia per un sistema universitario moderno e ben funzionante occorre un investimento minimo pubblico e privato pari al 2 per cento del PIL. La modernizzazione del sistema deve essere accelerata attraverso programmi su misura, forme di apprendimento basate sulla pratica, miglioramento della gestione, maggiori fondi. Carenze qualitative connotano anche l'istruzione e la formazione professionale. Nell'ambito di un esame più generale dei problemi occupazionali, l'allegato 3 evidenzia, infine, l'opportunità di sviluppare strutture di accoglienza a tempo pieno per i bambini di età inferiore a tre anni, come positivo contributo all'impatto negativo che esercita la maternità sulle lavoratrici. Con riguardo alla situazione nazionale, si ricorda che le politiche perseguite nel corso della XVI legislatura per l'istruzione scolastica, come indicate nel Piano programmatico presentato dal Governo alle Camere nell'ottobre 2008, ai sensi dell'articolo 64 del decreto-legge n. 112 del 2008, hanno inteso riorganizzare il sistema scolastico ai fini della razionalizzazione della spesa e del rilancio della qualità, tra l'altro con l'obiettivo di raggiungere adeguati livelli di apprendimento e superare fenomeni di dispersione ed insuccesso. Su questa base, è stato realizzato il riordino dei percorsi scolastici, relativamente a scuola dell'infanzia e primo ciclo di istruzione, ai sensi del decreto-legge n. 137 del 2008, convertito, con modificazioni, in legge n. 169 del 2008 e del decreto del Presidente della repubblica n. 89 del 2009, e ai percorsi di istruzione secondaria di secondo grado, specificamente per istituti professionali, istituti tecnici e licei, secondo quanto previsto dai regolamenti nn. 87, 88 e 89 del 2010. Per quanto attiene al secondo ciclo, evidenzia ancora che le linee direttrici della riforma, quali illustrate nelle relazioni governative, sono consistite nel riaffermare la specifica identità di ciascuno dei percorsi e, nel contempo, semplificare i piani di studio, ridurre gli indirizzi curriculari e l'orario settimanale di lezione, potenziare la dimensione laboratoriale dell'apprendimento. Parallelamente, si è inteso garantire un adeguato margine di flessibilità e di autonomia alle istituzioni scolastiche che possono tener conto della specificità del territorio e dell'utenza. In particolare, nell'ambito di istituti tecnici e professionali è stata prevista la creazione di un Comitato tecnico-scientifico finalizzato a rafforzare il raccordo tra gli obiettivi educativi della scuola, le innovazioni della ricerca, le esigenze del territorio e i fabbisogni del mondo produttivo. Lo stesso Comitato nei licei ha funzioni di proposta per l'organizzazione degli spazi di autonomia. È stato, inoltre, ribadito l'obiettivo di fornire agli studenti competenze spendibili per l'inserimento nel mondo del lavoro e per il passaggio ai livelli superiori di istruzione. Pertanto, fra gli strumenti didattici sono stati inseriti stage e alternanza scuola-lavoro. Altri interventi hanno riguardato l'approvazione della legge n. 170 del 2010, volta a sostenere il successo scolastico degli alunni affetti da disturbi specifici di apprendimento - dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia - attraverso misure didattiche di supporto; la ridefinizione

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dell'assetto organizzativo-didattico dei Centri di istruzione per gli adulti, ivi compresi i corsi serali, con l'obiettivo di innalzare i livelli di istruzione dell'utenza debole, rendere sostenibile l'offerta formativa, attraverso percorsi più brevi di quelli ordinari, garantire la spendibilità dei titoli. Il regolamento, sul cui schema le Camere hanno espresso il parere nell'autunno 2010, è in corso di emanazione; la prosecuzione dell'esperienza delle sezioni primavera, destinate ai bambini fra i 2 e i 3 anni di età e avviate negli anni scolastici 2007/2008 e 2008/2009, anche per gli anni scolastici 2009/2010 e 2010/2011, e la reintroduzione, di fatto e a determinate condizioni, dell'istituto dell'anticipo per l'iscrizione alla scuola dell'infanzia per i bambini di due anni e mezzo di età; l'adozione delle Linee guida conseguenti all'Accordo in Conferenza unificata del 16 dicembre 2010 per la realizzazione di organici raccordi fra percorsi degli istituti professionali e percorsi di istruzione e formazione professionale di competenza regionale, ai sensi del decreto ministeriale del 18 gennaio 2011; l'avvio di progetti per l'innovazione digitale, tra i cui obiettivi figurano la fornitura di PC agli studenti della scuola primaria, la diffusione di materiale didattico multimediale, l'introduzione nelle classi della scuola secondaria di primo grado di lavagne interattive digitali (LIM); il riordino della formazione degli insegnanti, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica n. 249 del 2010, che ha inteso contemperare il rafforzamento delle conoscenze disciplinari con lo sviluppo di capacità didattiche, psico-pedagogiche, organizzative e relazionali; la ridefinizione del sistema di valutazione degli studenti, ai sensi del decreto-legge n. 137 del 2008 e del decreto del Presidente della Repubblica n. 122 del 2009.
Aggiunge che con riferimento all'università, dopo vari interventi disposti con il decreto-legge n. 180 del 2008, convertito in legge n. 1 del 2009, un intervento complessivo è stato attuato con la legge n. 240 del 2010, tesa a coniugare autonomia e responsabilità, valorizzare il merito, combinare didattica e ricerca. In particolare, la legge interviene sulle modalità di governance, sui meccanismi di finanziamento, sul sistema di reclutamento del personale docente, sul diritto allo studio. L'obiettivo dell'intervento, come esplicitato già nelle Linee guida del Governo per l'università, del novembre 2008, è consistito nel mettere in atto misure di miglioramento del posizionamento complessivo degli atenei italiani e nella creazione di maggiori opportunità perché le componenti migliori del sistema sviluppino il loro potenziale competitivo, in un quadro di sostenibilità economica. È stato, inoltre, adottato, con decreto del Presidente della Repubblica n. 76 del 2010, il regolamento sull'organizzazione e il funzionamento dell'Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca (ANVUR) e al momento sono in corso le procedure per la nomina del Consiglio direttivo. Nel progetto di PNR si evidenzia che le riforme della scuola e dell'università si collocano nel quadro degli interventi strutturali pluriennali e mirano a contemperare l'esigenza di contenimento della spesa pubblica con quella di ridefinire le filiere formative. Precisa che la riforma della scuola intende valorizzare i processi di apprendimento, facilitando il passaggio da una scuola basata prevalentemente sulla trasmissione delle conoscenze ad una fondata sull'acquisizione di competenze, all'interno di un percorso di apprendimento continuo. Tra gli elementi caratterizzanti del processo di riforma vengono ricordati: la valorizzazione dell'offerta formativa nell'area dell'istruzione tecnica e professionale; il riequilibrio delle disparità territoriali; il piano per la Scuola Digitale; l'istituzione di un segmento di formazione post-secondaria non accademica strettamente raccordata all'evoluzione strutturale del mercato del lavoro, in specie l'Istruzione tecnica superiore; la valorizzazione del rapporto di partenariato con il territorio, attraverso specifici Protocolli d'intesa con le regioni e gli enti locali. Ricorda inoltre che in tema di abbandoni scolastici, il progetto sottolinea il divario territoriale tra il numero di giovani che

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abbandonano prematuramente gli studi nel Mezzogiorno - pari al 23 per cento - e quello del Centro-Nord, pari al 16,5 per cento. Gli obiettivi nazionali sono indicati al 17,9 per cento per il 2013, al 17,3 per cento per il 2015 e al già sopra citato 15-16 per cento per il 2020. I primi due valori sono basati sulle politiche correnti - quale la riforma della scuola secondaria -, che mirano ad assicurare un'istruzione adeguata ai giovani tra 14 e 18 anni; essi, inoltre, tengono conto degli sforzi aggiuntivi supportati, per il periodo 2007-2013, sia dai fondi strutturali europei, sia dalla politica di sviluppo regionale, e dei correlati Obiettivi di servizio per le regioni del Mezzogiorno.
Sottolinea quindi che gli investimenti totali dedicati all'istruzione sono quantificati in 4,3 miliardi di euro. Per l'Università l'obiettivo primario indicato nel progetto di PNR è quello di eliminare la frammentazione degli indirizzi, sostenere il miglioramento della qualità dell'offerta formativa, collegando il finanziamento ai risultati raggiunti, innalzare il numero dei laureati. Nell'ambito dell'istruzione terziaria o equivalente, gli obiettivi nazionali sono indicati al 22,3 per cento nel 2013, al 23,6 per cento nel 2015, e al già sopra ricordato 26-27 per cento nel 2020. Anche in questo caso, i valori per il 2013 e il 2015 si basano sulle politiche correnti che mirano a rinforzare e integrare i sistemi di istruzione e apprendimento sia a livello centrale che locale, per fornire ai lavoratori le competenze necessarie sul mercato del lavoro. Per quanto concerne la materia della ricerca e sviluppo, ricorda che l'allegato 1 pone in rilievo che l'Europa accusa un notevole ritardo rispetto agli Stati Uniti e ad altre economie avanzate, sia come volume di risorse investite, specialmente nel settore privato, che in termini di efficacia della spesa. Questo divario incide negativamente sulle prospettive di crescita. Considerati complessivamente, gli obiettivi nazionali provvisori indicano un livello degli investimenti combinati dei settori privato e pubblico del 2,7 o del 2,8 per cento del PIL, che è inferiore rispetto al traguardo previsto dalla Strategia UE 2020, pari al 3 per cento del PIL. Con riguardo al livello nazionale, ricorda che con il decreto legislativo n. 213 del 2009 è stato riordinato il sistema degli enti di ricerca, con la previsione, fra l'altro, che, a decorrere dal 2011, una quota del Fondo di finanziamento ordinario sia destinata al finanziamento premiale di specifici programmi. Rileva, inoltre, che la legge n. 99 del 2009 ha previsto agevolazioni a favore della ricerca, dello sviluppo e dell'innovazione destinando in particolare risorse agli interventi individuati dal Ministero dello sviluppo economico in determinati ambiti, tra cui le iniziative realizzate in collaborazione tra enti pubblici di ricerca, università e privati. Sono stati, infine, adottati vari provvedimenti ministeriali recanti incentivi per la ricerca applicata e industriale. Precisa che il progetto di PNR evidenzia che la promozione di ricerca, sviluppo e innovazione e la capacità di attivare efficaci meccanismi di trasferimento tecnologico - con riferimento soprattutto alle PMI - sono cruciali al fine di preservare e migliorare la posizione delle imprese italiane sui mercati globali.
In riferimento invece al finanziamento delle attività di ricerca, ricorda che dai dati riportati nel documento risulta che l'apporto pubblico alla relativa spesa è pari allo 0,56 per cento del PIL. Migliorando quantitativamente e qualitativamente tale apporto, anche attraverso la diversificazione degli strumenti, delle modalità di intervento e delle fonti di copertura, secondo il Governo sarà possibile perseguire l'obiettivo minimo di spesa complessiva, pubblica e privata, dell'1,53 per cento del PIL al 2020. Tra i principali strumenti che il Governo intende attuare vi sono l'approvazione del Programma nazionale della ricerca, la reintegrazione del Fondo ordinario degli enti di ricerca, il finanziamento di programmi di ricerca promossi da giovani ricercatori, l'attivazione dello sportello della ricerca.

Valentina APREA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.20.

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AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

SEDE CONSULTIVA

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione culturale e scientifica tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica di Panama, firmato a Roma il 2 maggio 2007.
C. 4040 Governo.

Disposizioni per la tutela professionale e previdenziale, nonché interventi di carattere sociale, in favore dei lavoratori dello spettacolo.
Nuovo testo unificato C. 762 Bellanova e abbinate.