CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 gennaio 2019
127.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Giovedì 17 gennaio 2019. — Presidenza del vicepresidente Alberto Luigi GUSMEROLI. – Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alessio Mattia Villarosa.

  La seduta comincia alle 9.05.

DL 1/2019: Misure urgenti a sostegno della Banca Carige Spa – Cassa di risparmio di Genova e Imperia.
C. 1486 Governo.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, ricorda che alle ore 13.30 avrà luogo, in congiunta con la 6a Commissione Finanze e Tesoro del Senato, l'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Giovanni Tria, presso la Sala del Mappamondo.
  Invita quindi il relatore Zanichelli ad illustrare i contenuti del provvedimento.

  Davide ZANICHELLI (M5S), relatore, ricorda che la Commissione Finanze avvia oggi l'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge 8 gennaio 2019, n. 1, recante misure urgenti a sostegno della Banca Carige S.p.a. – Cassa di risparmio di Genova e Imperia. Il provvedimento è volto a consentire al Ministero dell'Economia e delle Finanze di erogare, nel rispetto delle regole europee sugli aiuti di stato alle banche, sostegno pubblico a Banca Carige S.p.a., anche in esito agli esercizi di stress effettuati a livello nazionale, dell'Unione Europea e del Meccanismo di Vigilanza Unico.Pag. 31
  Occorre preliminarmente ricordare come la crisi economica e finanziaria globale, che ha avuto il suo epicentro fra il 2007 e il 2009 ed effetti rilevanti e duraturi sul sistema economico, abbia messo in evidenza la necessità di riformare la regolazione e la vigilanza sul settore bancario, costringendoci ad una riflessione sulla cooperazione fra autorità di settore competenti a livello nazionale e il loro coordinamento a livello europeo.
  Queste misure sono completate da uno strumento di tutela diretta dei depositanti rappresentato dall'armonizzazione dei sistemi di garanzia dei depositi istituiti presso i Paesi membri, con riferimento ai livelli di copertura, ai tempi e alle modalità dei rimborsi, alle modalità di contribuzione e al ruolo dei fondi nelle procedure di crisi. Tale regime armonizzato costituisce il prodromo di un vero e proprio sistema europeo di assicurazione dei depositi, la cui istituzione è stata proposta dalla Commissione europea ed è al momento in fase di discussione.
  Nel contesto del decreto in esame, è utile richiamare anche la normativa introdotta dalla direttiva 2014/59/UE (Bank Recovery and Resolution Directive – BRRD), che istituisce un quadro più ampio rispetto al regolamento (UE) n. 806/20142 e si basa sull'identificazione precoce delle situazioni critiche.
  L'articolo 32, par. 4, lettera d), della BRRD, individua anche alcuni strumenti diretti di intervento da parte dello Stato membro, che possono essere utilizzati per risolvere una crisi, senza essere considerati indici dello stato di dissesto:
   la garanzia dello Stato a sostegno degli strumenti di liquidità forniti dalle banche centrali;
   la garanzia dello Stato sulle passività di nuova emissione;
   la sottoscrizione di strumenti di capitale nell'ammontare necessario a fare fronte a carenze di capitale evidenziate in prove di stress o di verifica della qualità degli attivi, poste in essere dalle autorità competenti.

  Tali misure, di carattere straordinario e temporaneo, devono essere conformi al quadro normativo dell'Unione Europea in materia di aiuti di Stato.
  In tale contesto, la Banca centrale europea (Bce) aveva rilevato già all'inizio del 2018 la debolezza della situazione patrimoniale della Banca Carige S.p.A. – Cassa di Risparmio di Genova e Imperia, i cui fondi propri ammontavano al 12,19 per cento delle attività ponderate per il rischio, 0,93 punti base al di sotto del requisito fissato dalla vigilanza al 13,125 per cento per il requisito patrimoniale complessivo (overall capital requirement – OCR).
  La debolezza della situazione patrimoniale è stata confermata dagli esercizi di stress condotti dalla Bce nell'autunno del 2018.
  L'Autorità europea ha pertanto richiesto al soggetto vigilato di presentare un piano approvato dal consiglio di amministrazione volto a ripristinare e assicurare in modo sostenibile l'osservanza dei requisiti patrimoniali, al più tardi entro il 31 dicembre 2018.
  La banca provvedeva pertanto a redigere una proposta di aumento del capitale sociale per un importo massimo complessivo pari a 400 milioni di euro che, tuttavia, non è stata approvata dall'assemblea straordinaria convocata in data 22 dicembre 2018.
  Il 2 gennaio 2019 diversi membri del consiglio di amministrazioni si sono dimessi. Di conseguenza, lo stesso 2 gennaio è stata disposta dalla Bce l'amministrazione straordinaria di Banca Carige S.p.A., al fine di assicurare maggiore stabilità e coerenza al governo della società e consentire il proseguimento delle attività di rafforzamento patrimoniale dell'Istituto.
  Sulla base di tali premesse, ritenuta la straordinaria necessità ed urgenza di emanare disposizioni volte a garantire alla banca misure di sostegno pubblico, al fine di garantire la stabilità finanziaria e assicurare la protezione del risparmio, il decreto: disciplina (Capo I) la concessione della garanzia dello Stato sulle passività di nuova emissione della Banca Carige S.p.A. Pag. 32(articoli 1-8) e sui finanziamenti alla stessa erogati discrezionalmente dalla Banca d'Italia per fronteggiare gravi crisi di liquidità (emergency liquidity assistance – ELA, articoli 9-10); autorizza (Capo II) il Ministero dell'economia e delle finanze (MEF) a sottoscrivere o acquistare azioni della Banca Carige S.p.A., definendo le modalità di tali interventi (articoli 12-21); stabilisce (Capo III) le risorse finanziarie (1,3 miliardi) destinate alla copertura degli oneri derivanti dalle operazioni di sottoscrizione di azioni effettuate per il rafforzamento patrimoniale nel limite massimo di 1 miliardo di euro e dalle garanzie concesse dallo Stato su passività di nuova emissione e sull'erogazione di liquidità di emergenza (ai sensi del Capo I) a favore di Banca Carige S.p.A.
  Più in dettaglio, il decreto-legge autorizza il MEF a concedere la garanzia dello Stato su passività emesse da Banca Carige e su finanziamenti erogati discrezionalmente dalla Banca d'Italia a Banca Carige per fronteggiare gravi crisi di liquidità (emergency liquidity assistance «ELA»), nel rispetto di quanto previsto dalle disposizioni nazionali di recepimento della BRRD, dal Regolamento sul Meccanismo di risoluzione unico e dalla disciplina europea in materia di aiuti di Stato.
  L'autorizzazione al MEF è limitata nel tempo fino al 30 giugno 2019.
  Fermo restando quando previsto dall'articolo 18, del decreto legislativo 16 novembre 2015, n. 180, la garanzia può essere concessa solo qualora l'Autorità competente abbia attestato la solvenza della Banca.
  La banca è tenuta, salvo che le passività siano rimborsate entro due mesi, alla presentazione entro due mesi di un piano di ristrutturazione volto a confermare la redditività e la capacità di raccolta della banca a lungo termine senza ricorso al sostegno pubblico.
  La banca sarà tenuta a rispettare le condizioni previste dalla normativa europea sugli aiuti di Stato per limitare le conseguenze sulla concorrenza nel mercato.
  Gli strumenti finanziari di debito emessi e ammessi alla garanzia dello Stato devono soddisfare le caratteristiche previste dalle Comunicazioni della Commissione europea per quanto riguarda, in particolare, l'emissione successiva all'entrata in vigore dello schema di garanzia, la durata e le altre caratteristiche finanziarie.
  La garanzia sulle passività è incondizionata, irrevocabile e a prima richiesta; copre il capitale e gli interessi; il valore nominale degli strumenti finanziari con durata superiore ai 3 anni sui quali può essere prestata la garanzia dello Stato, non può eccedere un terzo del valore nominale totale degli strumenti finanziari emessi dalla banca stessa e garantiti dallo Stato. L'ammontare delle garanzie concesso deve comunque rispondere ai principi di minimizzazione dell'intervento pubblico, come sarà meglio declinato negli impegni nei confronti della Commissione europea che il Ministero è tenuto a sottoscrivere per assicurare la compatibilità del regime di garanzia con il quadro dell'Unione europea in tema di aiuti di Stato.
  Il corrispettivo per la garanzia dello Stato sulle passività delle banche è in linea con le comunicazioni della Commissione in materia.
  La possibilità di concedere la garanzia statale su operazioni di Emergency Liquidity Assistance (ELA) integra gli strumenti a sostegno della liquidità bancaria. La garanzia prevista sulle passività di nuova emissione è finalizzata a consentire alla Banca di disporre di strumenti generalmente accettabili dal mercato come collaterale per operazioni di raccolta. Inoltre, considerato che il finanziamento di emergenza è normalmente erogato per un periodo molto breve, la concessione di questa forma di garanzia presenta rischi minori per lo Stato.
  Il Capo II del provvedimento (articoli 12-21) disciplina gli interventi di rafforzamento patrimoniale, che consistono in una ricapitalizzazione precauzionale pubblica; a tale scopo viene autorizzato il Ministero dell'economia e delle finanze a sottoscrivere o acquistare azioni di Banca Pag. 33Carige, previa specifica richiesta dell'istituto. Finalità delle norme, secondo quanto chiarito dalla relazione illustrativa, è rafforzare il patrimonio della banca, in relazione ai risultati degli stress test condotti a livello del Meccanismo di Vigilanza Unico dalla BCE nel 2018.
  Si segnala al riguardo che nel comunicato stampa dell'8 gennaio 2019 i Commissari di Banca Carige hanno precisato che le misure di ricapitalizzazione precauzionale sono da considerarsi ipotesi del tutto residuali.
  La richiesta di ricapitalizzazione precauzionale deve essere preceduta dalla sottoposizione, all'autorità di vigilanza competente, di un programma di rafforzamento patrimoniale.
  L'adozione dei predetti provvedimenti è subordinata all'assenza delle condizioni per avviare la risoluzione degli istituti interessati, nonché all'assenza dei presupposti che danno luogo alla conversione forzosa di azioni, partecipazioni e altri strumenti di capitale.
  Come anticipato, l'intervento di ricapitalizzazione è realizzato mediante la sottoscrizione, da parte del MEF, di azioni ordinarie di nuova emissione. Il prezzo delle azioni viene calcolato secondo un metodo predefinito, al fine di porvi un limite di legge.
  Sono poi disciplinate le misure di partecipazione di azionisti e creditori subordinati agli oneri di risanamento della banca (cd. burden sharing) e si chiarisce – allo scopo di contenere il ricorso ai fondi pubblici – che la sottoscrizione delle azioni da parte del MEF è effettuata solo dopo l'applicazione delle misure di ripartizione degli oneri, che consistono sostanzialmente nella conversione in azioni di nuova emissione degli strumenti subordinati in circolazione.
  Si tratta dell'emissione di titoli subordinati T2 sottoscritti dallo Schema volontario di intervento del Fondo Interbancario di tutela dei depositi e da Banco Desio lo scorso novembre.
  Le predette operazioni di condivisione degli oneri sono rese fiscalmente neutrali.
  Il Capo III del provvedimento (articolo 22) è composto da una sola disposizione che disciplina la copertura degli oneri derivanti dalle operazioni di sottoscrizione di azioni effettuate per il rafforzamento patrimoniale di Banca Carige (ai sensi del Capo II) e dalle garanzie concesse dallo Stato su passività di nuova emissione e sull'erogazione di liquidità di emergenza (ai sensi del Capo I) a favore della medesima banca.
  L'articolo 23, infine, dispone l'entrata in vigore del provvedimento il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana (8 gennaio 2019).

  Massimo UNGARO (PD) si complimenta con la maggioranza per essere stata in grado di scrivere un decreto-legge perfettamente identico a quello che il Governo precedente aveva adottato in favore degli istituti di credito in difficoltà, dopo che per mesi l'attuale maggioranza, allora sui banchi dell'opposizione, ha accusato l'Esecutivo di ipocrisia.
  Chiede quindi al Governo quale sarà il destino degli azionisti di Banca Carige e quali misure intenda assumere se la Commissione europea non dovesse riconoscere all'istituto il requisito di banca sistemica, negando così il suo assenso all'intervento governativo.

  Antonio MARTINO (FI) richiama l'attenzione dei colleghi sul fatto che tra le poste di bilancio della Banca Carige vi è un credito d'imposta di 1,5 miliardi di euro e che la stessa Banca possiede quote di partecipazione al capitale della Banca d'Italia. Chiede al Governo se abbia tenuto conto di tali risorse.

  Gian Mario FRAGOMELI (PD) intervenendo sull'ordine dei lavori, esprime disappunto per la sconvocazione della seduta della Commissione prevista nella giornata di ieri, a ridosso dell'orario di inizio della riunione. Fa presente che, non essendo previste votazioni in Assemblea, i deputati hanno organizzato la propria giornata di lavoro in funzione della seduta Pag. 34di Commissione, anche a scapito degli impegni sul territorio. Auspica che, per il futuro, la presidenza possa tenere conto di tali circostanze ed avvertire i deputati con maggiore preavviso.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, ricorda che ieri l'Assemblea era convocata per la discussione sulle linee generali della proposta di legge costituzionale in materia di iniziativa legislativa popolare e che quindi la presenza dei deputati era comunque prevista. Richiama quindi il criterio di ampia flessibilità cui è sempre stata improntata l'organizzazione dei lavori della Commissione Finanze.

  Il sottosegretario Alessio Mattia VILLAROSA fa presente, con riferimento alla seduta di ieri, che è stato lo stesso Governo a chiedere alla Presidenza della Commissione un rinvio dell'esame del disegno di legge europea, al fine di svolgere ulteriori approfondimenti.
  Per quanto riguarda le questioni poste dal deputato Ungaro, evidenzia come dal 2013 in poi, e successivamente con l'entrata in vigore della direttiva BRRD, se un istituto di credito si trova in difficoltà, le possibili soluzioni sono già definite. Rileva inoltre che il decreto-legge in esame non è affatto identico a quello adottato per Banca Monte dei Paschi di Siena, nel quale era previsto un intervento diretto dello Stato nel capitale dell'istituto in difficoltà.
  Ricorda che la Banca è tenuta a presentare un piano di ristrutturazione e che in ogni caso vi sono tre distinte possibilità di intervento (emissione di bond, ricapitalizzazione precauzionale pubblica, ricorso al mercato privato), che possono anche essere tra loro combinate.

  Massimo UNGARO (PD) invita nuovamente il Governo a chiarire quali misure intenda assumere se la Commissione europea non dovesse riconoscere all'Istituto il requisito di banca sistemica.

  Il sottosegretario Alessio Mattia VILLAROSA sottolinea come la normativa europea non consenta di intervenire esclusivamente nel caso di istituti di credito che abbiano carattere sistemico ed evidenzia come, nel caso specifico, si applichi a Banca Carige la normativa di cui alla BRRD nel suo complesso, con le tre possibilità di intervento cui ha fatto riferimento, che potranno trovare diverse declinazioni.

  Mauro DEL BARBA (PD) sottolinea la necessità che il Governo si esprima chiaramente sulle proprie intenzioni, dando altrimenti l'impressione di voler prendere in giro i colleghi dell'opposizione.

  Il sottosegretario Alessio Mattia VILLAROSA ribadisce come le possibilità di intervento previste dalla normativa europea consentano diverse combinazioni; con riferimento quindi alla questione sollevata dal deputato Martino riguardante le poste di bilancio di Banca Carige, ritiene che si tratti di un tema che potrà essere oggetto di approfondimento nel corso del successivo iter del provvedimento, ed invita i colleghi a presentare proposte emendative sul punto, che potranno essere senz'altro prese in considerazione, valutandone la congruità.
  Sottolinea quindi la delicatezza delle questioni affrontate nell'attività di vigilanza, che richiedono adeguata prudenza nella comunicazione di informazioni riservate.

  Alessandro CATTANEO (FI) evidenzia come il decreto-legge in esame sia assolutamente identico a quello adottato per la Banca Monte dei Paschi di Siena; il gruppo di Forza Italia ha votato contro quell'intervento, e affronta quindi l'attuale provvedimento senza alcun condizionamento. Rileva inoltre come vi sia stato un rovesciamento totale nell'atteggiamento della maggioranza, che quando era opposizione accusava il Governo di voler salvare i banchieri mentre ora sostiene che, diversamente da allora, si stiano salvando i risparmiatori. Si tratta di affermazioni che non hanno alcun fondamento, e che bisognerebbe evitare, a meno che non si vogliano Pag. 35prendere in giro i cittadini italiani. Occorrerebbe piuttosto concentrarsi sulle effettive responsabilità di coloro che hanno portato Banca Carige al dissesto, affinché si eviti, come avvenuto in passato, che a pagare siano solo i risparmiatori.

  Silvia FREGOLENT (PD) si associa alle considerazioni svolte dal collega Cattaneo, ricordando che sul decreto-legge che riguardava il Monte dei Paschi di Siena il Movimento 5 Stelle presentò addirittura una pregiudiziale di costituzionalità. Ritiene inoltre che il sottosegretario non possa rispondere alle richieste di chiarimenti appellandosi alla riservatezza e invitando l'opposizione a presentare emendamenti, che saranno poi oggetto di valutazione, obbligando quindi i gruppi a procedere «alla cieca».
  Chiede quindi al Governo quali misure intenda adottare per salvare i creditori dell'istituto, quali riguardino la dirigenza e quali i risparmiatori, perché il provvedimento appare assai confuso sul punto.

  Marco OSNATO (FdI) chiede al Governo se risponda al vero che il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, e il Ministro Tria abbiano assunto una diversa posizione in relazione alle norme in tema di ristoro dei risparmiatori truffati recate dalla legge di bilancio per il 2019, con riguardo al contrasto di tali disposizioni con la normativa dell'Unione europea.

  Il sottosegretario Alessio Mattia VILLAROSA rileva come la questione sollevata dall'onorevole Osnato non riguardi il decreto-legge in esame.

  Marco OSNATO (FdI) ritiene opportuno procedere ad una audizione del dottor Rivera, tenuto conto del fatto che il problema del disallineamento della normativa vigente in materia di risarcimento dei risparmiatori con il diritto dell'Unione europea potrebbe trovare soluzione nel provvedimento in esame.

  Bruno TABACCI (Misto-+E-CD) osserva come il Sottosegretario Villarosa abbia rapidamente abbandonato il ruolo, assunto nella scorsa legislatura, di noto fustigatore dei costumi dei banchieri, per trasformarsi in salvatore della medesima categoria e prende atto con vicinanza del pesante fardello che questi è costretto ora a portare sulle spalle.
  Ritiene inoltre meritevole di nota la divertente trovata comunicativa che fa riferimento alla lotta alle «porte girevoli» quale misura sufficiente per accrescere la solidità del sistema bancario, come se «partorire topolini» potesse avere effetti di così ampia portata. In ogni caso, giudica positivo che chi ha fatto opposizione nella scorsa legislatura debba oggi confrontarsi con la durezza e le complicazioni della realtà, e non possa più fare la morale agli altri.
  Comprende infine la difficile situazione nella quale si trova il Sottosegretario, la delicatezza delle informazioni in suo possesso, che non possono certo essere divulgate a mercati aperti. Non può, in un simile frangente, che manifestare tutta la sua solidarietà.

  Claudio MANCINI (PD) chiede in primo luogo al Sottosegretario notizie della nomina dei vertici Consob, quesito che, se avesse potuto, avrebbe posto al Governo nella seduta di interrogazioni prevista in Commissione nella giornata di ieri, che poi, come è noto, non ha avuto luogo.
  Con riferimento al provvedimento in discussione, rammenta che il gruppo del PD aveva già, nelle giornate tra Natale e Capodanno, avanzato la richiesta di svolgere, in Commissione, attività conoscitiva sulla situazione della Banca Carige, ed è orientato a votare favorevolmente sul provvedimento in discussione, per senso di responsabilità e nella convinzione che sia necessario raggiungere un accordo positivo con la BCE. Ritiene infatti che un ampio consenso da parte delle forze politiche sul provvedimento ed un rapido iter di approvazione consentirebbero di presentarsi più forti al negoziato con le Istituzioni europee. Ciò a condizione che, nel corso dell'esame, il provvedimento non divenga la sede per affrontare questioni relative al Pag. 36sistema bancario nel suo complesso, e si trasformi in un decreto omnibus. Nel caso in cui – come già avvenuto in occasione dell'esame parlamentare del disegno di Legge di Bilancio – il provvedimento subisse modifiche tali da stravolgerne l'impianto, il suo gruppo dovrebbe mutare atteggiamento, con il rischio per il Paese di presentarsi divisi su un tema così importante come quello in esame. Chiede al Governo di fare chiarezza sul punto.

  Massimo UNGARO (PD) invita nuovamente il Sottosegretario a fornire indicazioni in ordine alle misure previste a tutela degli azionisti Carige.

  Il sottosegretario Alessio Mattia VILLAROSA precisa che nessun azionista sarà esposto a perdite. Rammenta che la direttiva BRRD impone la condivisione degli oneri ma che in questo caso, a differenza di quanto avvenuto in occasione del decreto-legge su Monte dei Paschi di Siena, il Governo provvederà a convertire le quote degli azionisti in azioni ordinarie di nuova emissione.
  Con riferimento alle perplessità espresse dal collega Mancini, sottolinea che il Governo non ha alcuna intenzione di trasformare il decreto-legge in un decreto omnibus, pur lasciando spazio a proposte emendative che possano essere migliorative del testo.

  Silvia FREGOLENT (PD) chiede per quali ragioni il Governo non sia intervenuto prima su Banca Carige, a fronte delle difficoltà dell'istituto bancario già da tempo note.

  Il sottosegretario Alessio Mattia VILLAROSA sottolinea come il precedente Governo, nel caso di Banca Etruria, attraverso il ricorso al burden sharing abbia finito per mettere in ginocchio azionisti e obbligazionisti dell'istituto, cosa che non avverrà con Banca Carige. Rammenta inoltre che Banca Carige è passata attraverso quattro aumenti di capitale e che il Governo non si è in principio attivato, essendo in corso una trattativa privata. Non appena si è compreso che la trattativa rischiava di fallire, il Governo è intervenuto.

  Gianfranco LIBRANDI (PD) chiede al Governo ulteriori chiarimenti in ordine al tema della ripartizione degli oneri, con riferimento al destino di azionisti e obbligazionisti di Banca Carige.

  Il sottosegretario Alessio Mattia VILLAROSA ribadisce che le disposizioni che prevedono la partecipazione di azionisti e creditori subordinati agli oneri di ricapitalizzazione della banca sono previste dalla normativa europea e non sono derogabili. Tuttavia, diversamente da quanto avvenuto in passato nel caso, ad esempio, delle banche venete, nel caso di Banca Carige si interverrà con forme di compensazione.

  Sestino GIACOMONI (FI) osserva, associandosi alle considerazioni dell'onorevole Tabacci, che il sottosegretario Villarosa ha subito nel passaggio dalla vecchia alla nuova legislatura una radicale trasformazione negli atteggiamenti, assumendo un profilo «democristiano».
  Osserva quindi che, se Banca Carige si trova oggi in una condizione di grave sofferenza, non è soltanto responsabilità della dirigenza, ma anche del Governo e della maggioranza che, con una sconsiderata politica degli annunci e un atteggiamento di sfida nei confronti delle Istituzioni europee, hanno giocato con i risparmi degli italiani.
  Sottolinea inoltre come il funzionamento del Fondo per l'indennizzo dei risparmiatori truffati dalle banche, di cui alla legge di Bilancio per il 2019, appaia a forte rischio, ponendosi in contrasto con la normativa europea. Ritiene che il provvedimento in esame rappresenti una importante occasione per porre rimedio alla questione ed auspica che possano essere esaminate proposte emendative in tal senso.

  Silvia FREGOLENT (PD) rileva che le norme adottate dall'attuale maggioranza Pag. 37sono dalla stessa definite «obbligatorie», sebbene siano le medesime norme che nella scorsa legislatura venivano attribuite ad una scelta libera, per così dire «facoltativa», dell'allora Governo e ricondotte alla sua responsabilità.
  Ricorda anche le dichiarazioni dell'attuale maggioranza nei primi mesi della legislatura, volte ad escludere interventi a tutela delle banche e a sottolineare l'irrilevanza del valore dello spread. Si tratta di atteggiamenti che hanno contribuito a determinare una situazione di complessiva sofferenza del sistema bancario, e non solo di Banca Carige.
  Quanto alle tempistiche, ritiene che il Governo dovesse intervenire prima e non solo quando è stato obbligato a farlo dall'intervento della Banca centrale europea.
  Chiede infine se vi saranno provvedimenti nei confronti degli amministratori che hanno determinato l'attuale situazione di Banca Carige.

  Il sottosegretario Alessio Mattia VILLAROSA osserva come non sia certo stato l'andamento dello spread a determinare le condizioni attuali di Banca Carige, che – come ha già ricordato – è passata attraverso quattro aumenti di capitale ed era quindi già in una situazione di evidente difficoltà.

  Marco OSNATO (FdI) ribadisce la necessità di affrontare, già nel provvedimento in esame, il problema del disallineamento della normativa vigente in materia di risarcimento dei risparmiatori con il diritto dell'Unione europea.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario.
C. 1353, approvata dal Senato, C. 654 Zanettin, C. 793 Ruocco, C. 772 Rampelli e C. 905 Brunetta.

(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame delle proposte di legge, rinviato, da ultimo, nella seduta del 13 dicembre corso.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, avverte che sono pervenuti sul provvedimento i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Giustizia e Bilancio.
  Nessuno chiedendo di intervenire, pone quindi in votazione il conferimento del mandato al relatore a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento.

  La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 9.50.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 17 gennaio 2019. — Presidenza del vicepresidente Alberto Luigi GUSMEROLI. – Interviene il Sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Alessio Mattia Villarosa.

  La seduta comincia alle 9.50.

Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea – Legge europea 2018.
C. 1432 Governo, approvato dal Senato.

(Relazione alla XIV Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Relazione favorevole).

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  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 9 gennaio scorso.

  Alberto Luigi GUSMEROLI, presidente, ricorda che nella seduta del 9 gennaio scorso il relatore Grimaldi ha illustrato i contenuti del provvedimento e che è stata presentata, limitatamente alle parti di competenza della Commissione Finanze, una sola proposta emendativa, l'articolo aggiuntivo Baratto 9.01, che è in distribuzione e che sarà allegata al resoconto della seduta odierna (vedi allegato 1).
  Invita quindi il relatore Grimaldi ad esprimere il parere sulla proposta emendativa presentata.

  Nicola GRIMALDI (M5S), relatore, invita il presentatore dell'articolo aggiuntivo Baratto 9.01 a ritirare la proposta emendativa presentata.

  Raffaele BARATTO (FI) accoglie l'invito del relatore e ritira l'articolo aggiuntivo 9.01 a sua prima firma.

  Nicola GRIMALDI (M5S), relatore, formula una proposta di relazione favorevole (vedi allegato 2).

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione favorevole formulata dal relatore e delibera di nominare il deputato Nicola Grimaldi quale relatore presso la XIV Commissione.

  La seduta termina alle 9.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.20 alle 13.30.

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