CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 27 dicembre 2018
119.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
Pag. 177

SEDE REFERENTE

  Giovedì 27 dicembre 2018. — Presidenza del presidente Claudio BORGHI. — Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 11.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 e relativa nota di variazioni.
C. 1334-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato, e C. 1334/II Governo.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Andrea MANDELLI (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, ritiene opportuno procedere allo svolgimento di uno specifico ciclo di audizioni sul provvedimento in titolo, da effettuarsi eventualmente anche entro un lasso di tempo breve, al fine Pag. 178di disporre di elementi di informazione volti a consentire una consapevole valutazione dell'effettivo impatto delle numerose modifiche ed integrazioni apportate al testo del disegno di legge di bilancio durante l'esame presso il Senato. In primo luogo, considera opportuno procedere all'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Giovanni Tria, per quanto concerne in particolare l'accordo raggiunto in sede europea per l'individuazione delle misure correttive dei saldi di finanza pubblica originariamente programmati dal Governo, nonché l'Ufficio parlamentare di bilancio, organismo quest'ultimo che ha peraltro già evidenziato nel corso della sua precedente audizione notevoli perplessità in merito al testo iniziale del disegno di legge di bilancio. Ritiene altresì opportuno procedere all'audizione del direttore generale del Tesoro presso il Ministero dell'economia e delle finanze, Alessandro Rivera, con particolare riguardo ai profili di compatibilità con l'ordinamento comunitario delle disposizioni in materia di ristoro dei risparmiatori che hanno subìto un danno ingiusto in relazione all'investimento in azioni di banche poste in liquidazione coatta amministrativa di cui all'articolo 1, commi da 493 a 507, del disegno di legge in esame. Ritiene inoltre opportuno procedere all'audizione del direttore dell'Agenzia del demanio, Riccardo Carpino, al fine di poter meglio valutare l'impatto delle disposizioni di cui ai commi da 422 a 433 dell'articolo 1 del provvedimento in titolo, concernenti il piano di dismissioni immobiliari da cui il Governo attende maggiori introiti pari a circa 1 miliardo di euro per il 2019 e a 150 milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021.

  Luigi MARATTIN (PD) si associa alla richiesta di audizioni testé formulata dal deputato Mandelli.

  Fabio RAMPELLI (FdI) si associa alla richiesta di audizioni in precedenza avanzata dal deputato Mandelli, osservando tuttavia come le stesse andrebbero integrate anche con l'audizione del presidente del CONI, Giovanni Malagò, alla luce del profondo intervento di riforma di cui tale ente risulta destinatario in virtù di talune specifiche disposizioni contenute nel disegno di legge in esame.

  Stefano FASSINA (LeU) si associa anch'egli alla richiesta di audizioni del deputato Mandelli, ravvisando quale prioritaria quella del Ministro dell'economia e delle finanze, Giovanni Tria, ciò alla luce dei recenti sviluppi intercorsi con le istituzioni europee in merito alle misure correttive da apportare alla manovra di finanza pubblica.

  Claudio BORGHI, presidente, sospende quindi la seduta e convoca immediatamente l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione, al fine di assumere le relative determinazioni in ordine alla richiesta di audizioni emersa nel corso del presente dibattito.

  La seduta, sospesa alle 11.10, riprende alle 12.15.

  Renato BRUNETTA (FI), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede preliminarmente l'attivazione della web-tv.

  Luigi MARATTIN (PD) si associa alla richiesta del deputato Brunetta.

  Claudio BORGHI, presidente, avverte che l'attivazione della suddetta modalità di pubblicità dei lavori, peraltro non prevista in linea di principio per le sedute delle Commissioni in sede referente, può essere valutata comunque solo in presenza dell'unanimità dei componenti della Commissione interessata. Tanto premesso, prende atto che tale condizione di unanimità non ricorre.

  Renato BRUNETTA (FI) chiede che vengano messi a verbale i nominativi dei componenti del gruppo del MoVimento 5 Stelle che si sono dichiarati contrari alla attivazione della web-tv, evidenziando come tale comportamento confligga con le Pag. 179esigenze di trasparenza da quello stesso movimento politico tante volte rivendicato.

  Claudio BORGHI, presidente, fa presente che presso le Commissioni sono ammesse forme di registrazione dei votanti solo nel caso di votazioni qualificate.

  Raphael RADUZZI (M5S), relatore, fa preliminarmente presente che, in relazione al disegno di legge di bilancio per l'anno finanziario 2019 e al bilancio di previsione per il triennio 2019-2021, il nuovo esame della Camera, che prende ora l'avvio, è limitato alle sole disposizioni modificate o introdotte dal Senato. Tanto premesso, fa rappresenta quanto segue.
  Il disegno di legge di bilancio approvato dalla Camera prevedeva, quali livelli massimi del saldo netto da finanziare e del ricorso al mercato finanziario, rispettivamente, per la competenza 68,5 miliardi di euro per il 2019, 56,5 per il 2020 e 45,5 per il 2021; quanto alla cassa, 147 miliardi di euro per il 2019, 110,5 per il 2020 e 96 miliardi di euro per il 2021.
  Dopo mesi di interlocuzioni con la Commissione europea riguardanti il saldo strutturale di bilancio preventivato, e le divergenti stime di output gap sottostanti tale livello di indebitamento strutturale, solamente la scorsa settimana si è giunti al termine delle trattative che consentono al Governo di evitare l'apertura di una procedura di infrazione.
  Il primo incontro del Presidente Conte con il Presidente della Commissione europea Junker si è svolto infatti il 24 novembre; successivi incontri si sono avuti a margine del G20 a Buenos Aires e poi ancora nuovamente a Bruxelles, da ultimo il 18 dicembre. Sull'esito degli incontri il Presidente del Consiglio Conte ha riferito in Senato lo scorso 19 dicembre 2018.
  Il livello di indebitamento si attesta così al 2,04 per cento del prodotto interno lordo, al di sopra dello 0,8 per cento indicato nel DEF di aprile scorso ed oltre l'1,2 per cento previsto come rapporto tendenziale nella Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2018.
  All'esito della trattativa, nel corso dell'esame al Senato sono state approvate modifiche, i cui effetti sono stati recepiti con la seconda Nota di variazioni, che hanno apportato consistenti variazioni nell'entità delle entrate e delle spese finali, e di conseguenza sul saldo netto da finanziare.
  Le modifiche apportate dal Senato all'articolato della sezione I hanno comportato un miglioramento del saldo netto da finanziare di circa 6,8 miliardi di euro nel 2019 (0,4 miliardi di maggiori entrate e 6,3 miliardi di minori spese), di 12,1 miliardi nel 2020 (10 miliardi di maggiori entrate e circa 2 miliardi di minori spese) e di 15,9 miliardi nel 2021 (13,7 miliardi di maggiori entrate e 2,2 miliardi di minori spese).
  Un ulteriore apporto al miglioramento del saldo netto da finanziare per il 2019 è derivato da definanziamenti e riprogrammazioni delle risorse della sezione II (in particolare delle risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze), che comportano una riduzione del saldo netto da finanziare di 1.754 milioni di euro sul 2019.
  Venendo all'esame del disegno di legge, segnala che il Senato ha introdotto numerose modifiche alla sezione I, ossia all'articolato, nonché alcune modifiche alla sezione II.
  Avverte che nel suo intervento si soffermerà sulle principali misure introdotte dal Senato per garantire il rispetto degli obiettivi programmatici di finanza pubblica, sulle principali modifiche della sezione I relative al settore fiscale, alle misure per la crescita, alla tutela del risparmio e alla finanza locale, nonché sulle modifiche introdotte alla sezione II, mentre la relatrice Comaroli illustrerà le principali modifiche intervenute nella sezione I relative al settore dei trasporti, della tutela dell'ambiente, previdenziale, delle infrastrutture e degli investimenti pubblici, dell'agricoltura, del lavoro, della sanità e delle politiche sociali, della giustizia.Pag. 180
  Per un'analisi di dettaglio di tutte le modifiche apportate al Senato, rimanda comunque alla documentazione predisposta del Servizio studi.
  Per quanto riguarda la sezione I, segnala la revisione delle dotazioni per il reddito di cittadinanza e per la cosiddetta quota 100.
  Il Fondo per il reddito di cittadinanza è volto ad introdurre nel nostro ordinamento il reddito e la pensione di cittadinanza con una dotazione, a seguito delle modifiche intervenute al Senato, pari a 7,1 miliardi di euro per il 2019, a 8,055 miliardi per il 2020 e a 8,317 miliardi per il 2021; tali risorse sono in parte destinate al potenziamento dei centri per l'impiego e al finanziamento di ANPAL Servizi Spa.
  Il Fondo per la revisione del sistema pensionistico, attraverso l'introduzione di ulteriori forme di pensionamento anticipato ha, per effetto delle modifiche apportate dal Senato, una dotazione pari a 3,968 miliardi per il 2019, a 8,336 miliardi per il 2020, a 8,684 per il 2021, a 8.153 miliardi di euro per l'anno 2022, a 6.999 miliardi per il 2023 e a 7 miliardi di euro a decorrere dall'anno 2024, laddove nel testo iniziale la dotazione era di 6,7 miliardi di euro per il 2019, di 7 miliardi di euro per ciascuno degli anni 2020, 2021 e 2022, di 6,999 miliardi di euro per il 2023 e di 7 miliardi di euro a decorrere dal 2024.
  Inoltre vengono accantonate una serie di voci di spesa, indicate in un apposito allegato, per un ammontare complessivo di 2 miliardi di euro nel 2019. Entro il mese di luglio 2019 è previsto un monitoraggio degli andamenti tendenziali di finanza pubblica, volto ad aggiornare quello realizzato con il Documento di economia e finanza, che il Ministro dell'economia e delle finanze deve comunicare al Consiglio dei ministri entro i dieci giorni successivi (quindi, al più tardi, entro il 10 agosto 2019). Se il monitoraggio di luglio rileverà che gli andamenti tendenziali dei conti pubblici, valutati al netto delle maggiori entrate derivanti da operazioni di dismissione di immobili pubblici, risultano coerenti con il raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica per il 2019, con delibera del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministero dell'economia e delle finanze, gli accantonamenti saranno resi disponibili.
  Per quanto riguarda le principali modifiche in materia fiscale segnala, per il 2019, la sterilizzazione dell'aumento di 1,5 punti percentuali dell'aliquota IVA ridotta al 10 per cento e l'aumento di 2,2 punti percentuali dell'aliquota IVA ordinaria, che rimane quindi fissata al 22 per cento. Osserva che per evitare l'aumento delle due aliquote IVA incide per oltre 12,4 miliardi nel 2019.
  Per gli anni successivi l'aliquota ridotta non viene modificata, per cui resta confermato il previsto aumento di 3 punti percentuali dell'IVA al 10 per cento, che passa al 13 per cento, a decorrere dal 2020; mentre è aumentato di ulteriori 0,3 punti percentuali il già previsto incremento dell'aliquota ordinaria per il 2020 (passando quindi dal 22 al 25,2 per cento) e di 1,5 punti percentuali a decorrere dal 1o gennaio 2021 (passando al 26,5 per cento).
  Sempre sul versante delle entrate, si prevede un programma di dismissioni immobiliari volto a conseguire un introito pari a 950 milioni di euro nel 2019 e 150 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021. La dismissione dovrà avvenire secondo un piano da adottare, entro il 30 aprile 2019, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze.
  È stata prevista la definizione agevolata dei debiti delle persone fisiche che versino in una grave e comprovata difficoltà economica, affidati all'agente della riscossione dal 1o gennaio 2000 al 31 dicembre 2017, derivanti dall'omesso versamento di imposte risultanti dalle dichiarazioni annuali e dalle attività di accertamento a fini IRPEF e IVA. Tali debiti possono essere definiti mediante pagamento del capitale, degli interessi e delle somme spettanti all'agente della riscossione. Gli interessi sono versati in misura differenziata e graduale secondo Pag. 181la condizione economica del debitore. Il pagamento può avvenire in unica soluzione o in più rate.
  È stato introdotto un regime opzionale per le persone fisiche, titolari dei redditi da pensione, che trasferiscono in Italia la propria residenza in uno dei comuni appartenenti al territorio del Mezzogiorno, con popolazione non superiore ai 20.000 abitanti. Tali soggetti possono optare per l'assoggettamento dei redditi di qualunque categoria, percepiti da fonte estera o prodotti all'estero, ad una imposta sostitutiva, calcolata in via forfettaria, con aliquota del 7 per cento per ciascuno dei periodi di imposta di validità dell'opzione.
  Di grande rilievo è l'istituzione di un'imposta sui servizi digitali, la cosiddetta web tax, che si applica ai soggetti che prestano servizi digitali e che hanno un ammontare complessivo di ricavi pari o superiore a 750 milioni di euro, di cui almeno 5,5 milioni realizzati nel territorio italiano per prestazione di servizi digitali. L'imposta si applica con un'aliquota del 3 per cento sui ricavi e viene versata entro il mese successivo a ciascun trimestre. È contestualmente abrogata l'imposta sulle transazioni digitali istituita dalla legge di bilancio 2018, che avrebbe dovuto applicarsi a decorrere dal 1o gennaio 2019.
  Alcune disposizioni introdotte al Senato intervengono in tema di semplificazioni degli adempimenti connessi, tra l'altro, all'introduzione della fattura elettronica, che diventerà obbligatoria tra privati dal 1o gennaio 2019.
  Al fine di affrontare la situazione determinatasi a Genova a seguito del crollo del ponte Morandi, vengono stanziati 50 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, stabilendo che le esenzioni disposte per le imprese che hanno subito una riduzione del fatturato all'interno della zona franca urbana siano concesse anche per l'esercizio 2019 e siano estese, per il primo anno di attività, alle imprese che avviano la propria attività all'interno della zona franca entro il 31 dicembre 2019.
  Viene modificata la disciplina dell'imposta unica sui concorsi pronostici e sulle scommesse, ridotta la percentuale destinata alle vincite (pay-out) e ridotto al 7,75 il compenso per la raccolta del gioco riconosciuto ai punti vendita per le lotterie ad estrazione istantanea.
  Viene modificata la disciplina della comunicazione di informazioni di carattere non finanziario da parte di talune imprese e gruppi di grandi dimensioni.
  È stata sancita la possibilità, per i titolari di concessioni demaniali marittime e punti di approdo con finalità turistico ricreative, di mantenere installati i manufatti amovibili fino al 31 dicembre 2020, nelle more del riordino della materia.
  Per quanto concerne la tutela del risparmio, nel corso dell'esame al Senato è stata modificata la disciplina Fondo per il ristoro dei risparmiatori che hanno subìto un danno ingiusto in relazione all'investimento in azioni di banche poste in liquidazione coatta amministrativa nell'ultimo biennio, usufruendo dei servizi prestati dalla banca emittente o da società controllata. Tale Fondo sostituisce quello istituito dalla legge di bilancio 2018, avente analoghe finalità. Il ristoro è pari ad almeno il 30 per cento del costo di acquisto, entro il limite massimo complessivo di 100.000 euro per ciascun risparmiatore. La dotazione finanziaria del fondo è di 525 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019-2021. Nel corso dell'esame al Senato la platea dei destinatari delle misure del Fondo è stata estesa includendo anche i risparmiatori acquirenti nel mercato secondario grazie alla riformulazione dell'indennizzo.
  Con specifico riferimento agli interventi per promuovere la crescita, nel corso dell'esame al Senato è stato introdotto un insieme di misure volte a incentivare la destinazione di risorse finanziarie ai Fondi di venture capital, piccole e medie imprese e startup innovative.
  In primo luogo, si prevede l'innalzamento al 10 per cento, della quota dell'attivo patrimoniale che gli enti di previdenza obbligatoria e le forme di previdenza complementare possono destinare a specifici investimenti qualificati ed a piani di risparmio a lungo termine. Tra i predetti Pag. 182investimenti qualificati sono introdotti anche le quote o azioni di fondi di venture capital residenti nel territorio dello Stato o nell'Unione europea. Viene innalzata al 10 per cento la quota dell'attivo patrimoniale destinata agli investimenti qualificati esente da ritenuta e da imposta sostitutiva.
  Viene modificata la disciplina dei piani di risparmio a lungo termine, al fine di finalizzarne gli investimenti verso fondi di venture capital. Si dispone inoltre la destinazione delle entrate dello Stato derivanti dalla distribuzione di utili d'esercizio o di riserve sotto forma di dividendi delle società partecipate dal Ministero dell'economia e delle finanze, in misura non inferiore al 15 per cento del loro ammontare e nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, per investimenti in fondi di venture capital. Sono inoltre elevate le agevolazioni fiscali spettanti a persone fisiche e giuridiche per investimenti in startup innovative.
  Al fine di semplificare e rafforzare il settore del venture capital e il tessuto economico-produttivo del Paese, si prevede che il Ministero dello sviluppo economico possa autorizzare la cessione, a condizioni di mercato, da parte di Invitalia, di una quota di partecipazione, anche di controllo, detenuta nella società di gestione del risparmio Invitalia SGR, nonché di una quota di partecipazione in fondi da essa gestiti. È attribuito alla Cassa depositi e prestiti S.p.A. – in qualità di istituto nazionale di promozione – il diritto di opzione per l'acquisto delle suddette quote.
  Al fine di favorire i processi di riqualificazione delle aree industriali dismesse, è stato previsto che gli interventi di reindustrializzazione e di promozione industriale possano riguardare anche sistemi di mobilità a basso impatto ambientale fra le aree industriali dismesse e l'esistente rete del trasporto pubblico.
  È stato rifinanziato il Fondo per la mobilità al servizio delle fiere nella misura di 2,6 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020.
  Si prevede uno stanziamento di 410 milioni di euro per il 2019, 525 milioni per il 2020 e 600 milioni per il 2021 per una riduzione, nel medesimo triennio 2019-2021, dei premi e contributi INAIL per l'assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
  È stata prevista l'istituzione della Commissione speciale per la riconversione economica della città di Taranto, presso il Ministero dello sviluppo economico, finalizzata ad assicurare un indirizzo strategico unitario per lo sviluppo delle aree ex-ILVA che ricadono sotto la gestione commissariale del Gruppo Ilva, nonché la realizzazione di un piano per la riconversione produttiva della città di Taranto.
  Si è poi intervenuti sul decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, di attuazione della direttiva n. 2006/123/CE, la cosiddetta Bolkestein, relativa ai servizi nel mercato interno, al fine di escludere dal campo di applicazione del medesimo decreto le attività di commercio al dettaglio sulle aree pubbliche.
  In materia di finanza locale, di grande rilievo sono le disposizioni volte a favorire il rispetto dei tempi di pagamento dei debiti commerciali da parte degli enti territoriali, attraverso l'ampliamento della possibilità per gli enti di ottenere delle anticipazioni di cassa. In particolare, si prevede che le banche, gli intermediari finanziari, la Cassa depositi e prestiti Spa e le istituzioni finanziarie dell'Unione europea possano concedere ai comuni, alle province, alle città metropolitane, alle regioni e alle province autonome, anche per conto dei rispettivi enti del Servizio sanitario nazionale, anticipazioni di liquidità da destinare al pagamento di debiti certi, liquidi ed esigibili, maturati alla data del 31 dicembre 2018, relativi a somministrazioni, forniture, appalti e a obbligazioni per prestazioni professionali. La richiesta di anticipazione di liquidità deve essere presentata dagli enti entro il 28 febbraio 2019, con l'elenco dei debiti da pagare con l'anticipazione medesima. Il pagamento dei debiti per i quali è stata ottenuta l'anticipazione deve avvenire entro 15 Pag. 183giorni dalla data di erogazione, mentre il rimborso delle anticipazioni deve avvenire entro il momento dell'avvenuto ripristino della normale gestione di liquidità, e comunque non oltre il 15 dicembre 2019. In caso di mancato rimborso entro i termini stabiliti, gli istituti finanziatori possono chiedere la restituzione dell'anticipazione.
  È stata poi introdotta una norma che consente ai comuni che hanno approvato il bilancio di previsione ed il rendiconto entro i termini di legge, di destinare il maggior gettito accertato e riscosso, relativo agli accertamenti dell'IMU e della TARI, nell'esercizio fiscale precedente a quello di riferimento, al potenziamento delle risorse strumentali degli uffici comunali preposti alla gestione delle entrate e al trattamento accessorio del personale dipendente. Viene poi prorogata al 2019 la modalità di misurazione della TARI sulla base di un criterio medio-ordinario, ovvero in base alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte, e non sull'effettiva quantità di rifiuti prodotti.
  Sempre in materia di finanza locale segnala le seguenti misure: l'introduzione di una norma che consente ai comuni che nel secondo semestre 2016 abbiano dichiarato lo stato di dissesto finanziario, di chiedere al Ministero dell'interno, entro il 31 gennaio 2019, un'anticipazione di somme da destinare ai pagamenti in sofferenza; l'istituzione di un fondo di 20 milioni di euro, per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, e di 7 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022 e 2023, per fronteggiare gli oneri che derivano dai contenziosi relativi all'attribuzione di pregressi contributi erariali conseguenti alla soppressione o alla rimodulazione di imposte locali; l'erogazione di una somma complessiva di 35 milioni di euro a favore del comune di Torino, volta ad evitare la prosecuzione del giudizio di ottemperanza su una sentenza del TAR e una del Consiglio di Stato riguardante, da un lato, il comune di Torino e, dall'altro, la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell'interno e il Ministero dell'economia e delle finanze.
  Venendo alla sezione II del disegno di legge, sono state apportate alcune variazioni dirette allo stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze, al fine di conseguire il livello dei saldi di finanza pubblica concordato nell'ambito del negoziato con le istituzioni europee. L'effetto congiunto di tali variazioni comporta una riduzione del saldo netto da finanziare di 1.754 milioni di euro sul 2019, e un successivo aumento di 150 milioni per ciascuno degli anni dal 2020 al 2024 e di 100 milioni di euro per l'anno 2025.

  Silvana Andreina COMAROLI (Lega), relatrice, avverte che, come anticipato dal relatore Raduzzi, che ringrazia, la sua relazione verterà sulle modifiche introdotte al Senato nei settori della tutela dell'ambiente, previdenziale, delle infrastrutture e degli investimenti pubblici, dell'agricoltura, del lavoro, della sanità e delle politiche sociali, della giustizia.
  Per quanto concerne gli interventi in materia ambientale, nel corso dell'esame in Senato è stata in parte modificata la disciplina bonus malus sulle emissioni di CO2 delle nuove autovetture e sugli incentivi per l'acquisto di auto a basse emissioni. In particolare, a decorrere dal 1o marzo 2019 e fino al 31 dicembre 2021, viene introdotta un'imposta parametrata al numero dei grammi di biossido di carbonio (CO2) emessi per chilometro, a carico di chi acquista un'autovettura con emissioni di CO2 superiori a 160 CO2 g/km, a fronte dei 110 CO2 g/km previsti nel testo approvato alla Camera. Inoltre, in via sperimentale per gli anni 2019, 2020 e 2021, è previsto un contributo tra i 1.500 e i 6.000 euro per chi acquista un autoveicolo nuovo caratterizzato da basse emissioni inquinanti inferiori a 70 g/KM, a fronte dei 90 g/km previsti nel testo approvato alla Camera, quindi sostanzialmente per i veicoli totalmente elettrici o ibridi, a fronte della rottamazione di un veicolo della medesima categoria omologato Pag. 184alle classi Euro 0, 1, 2, 3, 4. È stata inoltre introdotta una nuova detrazione fiscale per l'acquisto e la posa in opera di infrastrutture di ricarica per i veicoli alimentati a energia elettrica.
  Sono stati altresì introdotti incentivi per la prevenzione e riduzione dei rifiuti, soprattutto con riferimento a quelli di plastica. Viene infatti previsto un credito d'imposta nella misura del 36 per cento delle spese sostenute dalle imprese per l'acquisto di prodotti riciclati ottenuti da materiali provenienti dalla raccolta differenziata degli imballaggi in plastica nonché per l'acquisto di imballaggi biodegradabili e compostabili o derivati dalla raccolta differenziata della carta e dell'alluminio, nel limite di fruizione pari a 20.000 euro per ciascun beneficiario e, complessivamente, a 1 milione di euro annui per gli anni 2020 e 2021. Vengono inoltre invitati i produttori ad adottare, su base volontaria e in via sperimentale dal 1o gennaio 2019 fino al 31 dicembre 2023, una serie di iniziative per la riduzione dei prodotti di plastica monouso ed è istituito un fondo, presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare destinato a finanziare attività di studio e verifica tecnica e monitoraggio da parte dei competenti istituti di ricerca.
  È stato introdotto un credito d'imposta pari al 65 per cento delle erogazioni liberali per interventi su edifici e terreni pubblici di bonifica ambientale, compresa la rimozione dell'amianto dagli edifici, prevenzione e risanamento del dissesto idrogeologico, realizzazione o ristrutturazione di parchi e aree verdi attrezzate e recupero di aree dismesse di proprietà pubblica.
  È stata abrogata l'autorizzazione di spesa per l'affitto del termovalorizzatore di Acerra, pari a 30 milioni di euro annui a decorrere dall'anno 2010 per quindici anni. Le relative risorse – per un importo di 20,2 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2019 al 2024 – sono destinate all'incremento del Fondo bonifiche, al fine della realizzazione di interventi ambientali nel territorio della regione Campania, nonché, secondo quanto specificato dal Senato, al finanziamento di un programma nazionale di bonifica e ripristino ambientale adottato dal Ministero dell'ambiente, d'intesa con la Conferenza Stato-Regioni, entro 120 giorni dalla data di entrata in vigore della legge, previo parere delle competenti Commissioni parlamentari.
  È stata autorizzata la spesa complessiva di 2,6 miliardi di euro, ripartita in 800 milioni di euro per il 2019 e in 900 milioni per ciascuno degli anni 2020 e 2021, al fine di permettere la realizzazione di investimenti finalizzati alla mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico, nonché all'aumento di resilienza di strutture e infrastrutture, nei territori in cui è stato dichiarato lo stato di emergenza e lo stesso, alla data di entrata in vigore della presente legge, risulta ancora in corso oppure è terminato da non oltre 6 mesi. Sono altresì assegnati 8 milioni di euro per l'anno 2019 al presidente della Regione Liguria in qualità di commissario delegato, per interventi di progettazione e ripristino di opere a mare, danneggiate dagli eventi calamitosi del 29 e 30 ottobre 2018. Infine, è stata modificata la disciplina della «Zona Franca Urbana Sisma Centro Italia», recata dall'articolo 46 del decreto-legge n. 50 del 2017, al fine di concedere le agevolazioni previste dalla normativa vigente anche alle imprese che intraprendono una nuova iniziativa economica all'interno della stessa zona franca entro il 31 dicembre 2019.
  Per quanto riguarda i lavori pubblici, segnala l'introduzione, fino al 31 dicembre 2019 e nelle more di una complessiva revisione del Codice dei contratti pubblici, di una deroga alle procedure di affidamento dei contratti pubblici sotto la soglia di rilevanza europea, al fine di elevare la soglia prevista per l'affidamento di lavori con procedura diretta fino a 150.000 euro, e applicare la procedura negoziata, previa consultazione di almeno dieci operatori economici, per lavori da 150.000 fino a 350.000 euro.
  Viene disposta, inoltre, l'estensione delle risorse del Fondo rotativo per la progettualità ai contratti di partenariato Pag. 185pubblico privato, al fine di accelerare ulteriormente la spesa per investimenti pubblici.
  Infine, è stato previsto che il Ministero della Difesa concorra con Roma capitale, nei casi emergenziali, per interventi di ripristino straordinario della piattaforma stradale della grande viabilità.
  In materia previdenziale è stata prevista, a decorre dal 1o gennaio 2019 e per la durata di 5 anni, una riduzione dell'importo delle pensioni eccedenti la soglia di 100.000 euro lordi annui, mediante specifiche aliquote di riduzione, crescenti per specifiche fasce di importo. I conseguenti risparmi confluiscono in appositi fondi presso l'INPS e gli altri enti previdenziali interessati.
  Inoltre, è stata definita una nuova disciplina, valida per il periodo 2019-2021, della perequazione automatica, o indicizzazione, dei trattamenti pensionistici superiori a una certa soglia di importo.
  Infine, è stata introdotta una disposizione che prevede l'armonizzazione del trattamento assicurativo contro gli infortuni sul lavoro in favore del personale volontario del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
  Per quanto riguarda le disposizioni di interesse per il settore agricolo si segnalano: l'estensione dell'IVA agevolata al 4 per cento a taluni ingredienti utilizzati per la preparazione del pane; la riforma della disciplina fiscale relativa alla raccolta di prodotti selvatici non legnosi e dalle piante officinali spontanee; una modifica alla disciplina della vendita diretta, in base alla quale gli imprenditori agricoli possono vendere non solo prodotti propri ma anche prodotti agricoli e alimentari acquistati direttamente da altri imprenditori agricoli; l'estensione alle aziende agricole ubicate nei comuni prealpini di collina, pedemontani e della pianura non irrigua della facoltà, già prevista per quelle ubicate nei comuni montani, di non dover disporre del titolo di conduzione del terreno agricolo ai fini della costituzione del relativo fascicolo aziendale; l'equiparazione del trattamento fiscale dei familiari che coadiuvano il coltivatore diretto a quello dei titolari dell'impresa agricola al cui esercizio detti familiari partecipano attivamente; il riconoscimento, fino al riordino della materia, che gli impianti di biogas fino a 300 KW, realizzati da imprenditori agricoli alimentati con sottoprodotti provenienti da attività di allevamento e della gestione del verde, possono accedere agli incentivi previsti per l'energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili diverse dal fotovoltaico, nel limite di un costo medio annuo pari a 25 milioni di euro; la proroga a gennaio 2020 della data, già fissata al gennaio 2019, entro la quale deve essere adattato il sistema UNIEMENS al settore agricolo. È stato, infine, disposto l'aumento dello stanziamento, nella misura di 1 milione di euro per ciascuno degli anni 2019, 2020 e 2021, del Fondo per la distribuzione delle derrate alimentari alle persone indigenti, che vanta una dotazione a regime di 5 milioni di euro.
  Per quanto concerne il lavoro si segnala la proroga anche per il 2019 della CIGS dei dipendenti impiegati presso gli stabilimenti produttivi del gruppo ILVA nonché la concessione della mobilità in deroga, nel limite massimo di 12 mesi, anche per i lavoratori che abbiano cessato il trattamento di integrazione salariale in deroga per il periodo 1o dicembre 2017 – 31 dicembre 2018 e contestualmente non abbiano diritto alla fruizione della NASpI.
  Per quanto riguarda le politiche sociali, nel corso dell'esame al Senato sono stati istituiti un Fondo per l'inclusione delle persone sorde e con ipoacusia, con una dotazione finanziaria pari a 3 milioni per il 2019, 1 milione per il 2020 e 3 milioni per il 2021, e un Fondo per la prevenzione della dipendenza da stupefacenti, destinato a finanziare la realizzazione di progetti sperimentali in ambito nazionale in materia di prevenzione delle tossicodipendenze, con una dotazione finanziaria pari a 3 milioni di euro per il 2019, 1 milione per il 2020 e 3 milioni per il 2021. Inoltre è stata disposta la proroga, per il triennio 2019-2021, del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, con una copertura di 15 milioni di euro per ciascun anno del triennio ed è stato previsto Pag. 186l'incremento del Fondo per il sostegno di cura e di assistenza del caregiver familiare, pari a 5 milioni di euro per ciascun anno del triennio 2019-2021.
  In relazioni agli interventi in ambito sanitario, sono state introdotte alcune disposizioni dirette a consentire nuove assunzioni di personale da parte del Ministero della salute. Al fine di definire le procedure per il ristoro dei soggetti danneggiati da trasfusioni con sangue infetto, da somministrazione di emoderivati infetti o da vaccinazioni obbligatorie, è stata prevista la possibilità, per il Ministero della salute, di avvalersi, per il biennio 2019-2020, di un contingente di 20 unità di personale mediante comando obbligatorio.
  È stato previsto un nuovo sistema di analisi e monitoraggio delle performance delle aziende sanitarie realizzato dall'AGENAS.
  In relazione all'attività di compilazione e trasmissione per via telematica da parte dei medici e delle strutture sanitarie competenti del Servizio sanitario nazionale, dei certificati medici di infortunio e malattia professionale, è stato previsto che l'INAIL, a decorrere dal 1o gennaio 2019, trasferisca annualmente al Fondo sanitario nazionale l'importo di 25 milioni di euro, da ripartire tra le regioni e province autonome in sede di predisposizione della proposta di riparto della quota indistinta delle risorse del fabbisogno standard nazionale.
  Infine, è stata disciplinata la posizione di taluni professionisti in ambito sanitario ai quali è consentito, anche in assenza del titolo idoneo all'iscrizione ai rispettivi albi professionali, di continuare a svolgere la loro attività, se hanno svolto la stessa, in regime di lavoro dipendente ovvero libero professionale, per almeno 36 mesi nel corso degli ultimi 10 anni.
  Infine, è stata riconosciuta l'equipollenza al diploma universitario di educatore professionale socio-sanitario per i diplomi e gli attestati relativi al profilo di educatore professionale, ai fini dell'esercizio professionale e dell'accesso alla formazione post-base, ottenuti a seguito di corsi regionali o di formazione specifica conseguiti entro il 2005.
  In materia di giustizia è stata incrementata di 5 milioni annui la dotazione del Fondo di rotazione per la solidarietà alle vittime dei reati di tipo mafioso, delle richieste estorsive, dell'usura e dei reati intenzionali violenti, nonché agli orfani per crimini domestici ed è stata prevista l'assunzione di 7 direttori di istituti penitenziari minorili. Inoltre, è stato prorogato fino al 1o agosto 2019 il termine a partire dal quale acquista efficacia la riforma della disciplina delle intercettazioni di comunicazioni e conversazioni introdotta nel 2017 e di un ulteriore anno la disciplina transitoria che consente l'iscrizione all'albo per il patrocinio davanti alle giurisdizioni superiori a coloro che siano in possesso dei requisiti previsti prima dell'entrata in vigore della riforma.

  Stefano CECCANTI (PD) rileva preliminarmente che il testo del disegno di legge di bilancio approvato dalla Camera dei deputati recava una palese violazione dell'articolo 81 della Costituzione, nella misura in cui comportava una assai significativa deviazione del deficit strutturale di bilancio rispetto al percorso di avvicinamento all'obiettivo di medio termine concordato con l'Unione europea. Osserva che il testo licenziato dal Senato si contraddistingue invece per una palese violazione dell'articolo 72 della Costituzione, concernente la disciplina del corretto procedimento legislativo, soprattutto nella parte in cui esso dispone che «la procedura normale di esame e di approvazione diretta da parte della Camera è sempre adottata per i disegni di legge (...) di approvazione di bilanci e consuntivi». Avverte che pertanto, proprio alla luce di tale ultima violazione del dettato costituzionale, nella giornata di domani sarà depositato innanzi alla Corte costituzionale un ricorso predisposto, a nome del gruppo del Partito Democratico, da un pool di avvocati di chiara fama, provenienti da diverse esperienze politiche e culturali. Evidenzia come tanto i regolamenti Pag. 187parlamentari quanto, successivamente, la legge rinforzata n. 243 del 2012, si sono premurati di assicurare piena attuazione ed osservanza dell'articolo 72 della Costituzione. A suo avviso, pertanto, neanche il rischio potenziale di incorrere nell'esercizio provvisorio di bilancio può giustificare la violazione della citata norma costituzionale. Osserva altresì che una eccessiva compressione dei tempi di esame del provvedimento presso la Camera impedirebbe di fatto ai parlamentari di esercitare pienamente le proprie funzioni, attesa l'impossibilità di prendere cognizione in un così breve lasso di tempo di un testo ampiamente modificato ed integrato presso l'altro ramo del Parlamento. Sottolinea inoltre l'inusuale prassi seguita al Senato, laddove la questione di fiducia è stata posta sul testo di un maxiemendamento integralmente redatto dal Governo, in ciò bypassando completamente il lavoro della Commissione bilancio di quel ramo del Parlamento e tradendo una convenzione instauratasi fin dalla legislatura che ha avuto avvio nel 2001. Per l'insieme delle ragioni dianzi evidenziate, ritiene che avverso il disegno di legge di bilancio in esame con molta probabilità saranno presentati ricorsi alla Corte costituzionale da parte sia di singoli cittadini, in via incidentale, sia delle regioni, mentre ancora sub iudice appare la possibilità per le minoranze parlamentari di esperire ricorso avverso la Corte costituzionale per conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato. Rammenta infatti che, sebbene la Corte si sia pronunciata in passato in senso contrario su tale specifica questione, essa non ha tuttavia categoricamente escluso tale facoltà, ad esempio, in capo al singolo parlamentare, pena lo svilimento del sistema delle prerogative riconosciute alle minoranze, tanto più in un quadro politico-parlamentare fortemente caratterizzato dal continuum tra Governo e maggioranza.
  Segnala, infine, che negli ultimi anni i Regolamenti parlamentari si sono arricchiti di disposizioni poste a tutela delle opposizioni, come, ad esempio, l'articolo 16-bis del Regolamento della Camera, che prevede che il Comitato per la legislazione sia composto in modo da garantire la rappresentanza paritaria della maggioranza e delle opposizioni e la previsione secondo cui il presidente del Copasir sia espresso dalle opposizioni.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI), nel rilevare che dalla relazione illustrata dal deputato Raduzzi emerge la violazione dell'articolo 81, secondo comma, della Costituzione, secondo il quale il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali, sottolinea come i negoziati tra Governo e Commissione europea che hanno portato alla definizione dell'indebitamento non hanno assolutamente coinvolto il Parlamento. Sottolinea, invece, che, in base all'articolo 81, secondo comma, della Costituzione, le Camere, mediante procedure rafforzate, avrebbero dovuto autorizzare il ricorso all'indebitamento. A tale proposito, ricorda che anche il Presidente della Repubblica ha sottolineato l'importanza del rispetto delle regole costituzionali, rispetto che dovrebbe essere garantito anche dallo stesso presidente della Commissione bilancio.
  Evidenzia, inoltre, che il testo del disegno di legge di bilancio attualmente all'esame della Commissione è completamente differente da quello approvato durante la prima lettura e che, nell'interesse del Parlamento, il presidente della Commissione dovrebbe garantire un adeguato esame anche attraverso lo svolgimento di un ciclo di audizioni, prima fra tutte quella del Ministro dell'economia e delle finanze, il quale durante la precedente audizione aveva assicurato di fornire al Parlamento le dovute spiegazioni una volta concluso il negoziato con la Commissione europea.

  Marzia FERRAIOLI (FI), nel segnalare che il Parlamento si trova ad operare secondo una procedura che in termini Pag. 188giuridici sarebbe definita abnorme, ossia oltre le norme, ritiene opportuno che la presidenza accolga la richiesta formulata dall'onorevole Brunetta in merito alla trasmissione della seduta sulla web tv della Camera.

  Ettore ROSATO (PD), esprimendo preoccupazione sia per le procedure con cui si è arrivati all'approvazione del testo in esame sia per il contenuto del disegno di legge di bilancio, ricorda che le procedure relative all'approvazione della legge di bilancio sono state condivise all'unanimità nel corso della scorsa legislatura. Ricorda, inoltre, che nel corso della prima lettura alla Camera le opposizioni non hanno mai messo in atto atteggiamenti ostruzionistici e che i ritardi e i rinvii verificatisi sono sempre stati causati dal Governo e dalla maggioranza. Segnala, inoltre, che la situazione in cui oggi si trova questa manovra è dovuta all'arroganza di chi siede al Governo e fino all'ultimo ha dichiarato di non voler considerare la Commissione europea o i mercati, salvo poi doversi smentire, soprattutto a causa degli effetti della manovra sui mercati, relativi al pagamento di più elevati interessi passivi sul debito pubblico.
  Segnala, inoltre, che è la prima volta che sul testo del disegno di legge di bilancio non si sono espresse né la Commissione bilancio della Camera né quella del Senato. Ritiene che questo sia dovuto all'arroganza con cui questo Governo si comporta nei confronti del Parlamento, testimoniata anche dalla risposta vaga che poco prima i rappresentanti di gruppo della maggioranza in Commissione hanno dato alla richiesta delle opposizioni di svolgere un ciclo di audizioni.

  Claudio BORGHI, presidente, avverte che l'Ufficio parlamentare di bilancio ha confermato la disponibilità del presidente Pisauro a svolgere l'audizione, mentre si è ancora in attesa della conferma da parte del Ministro dell'economia e delle finanze.

  Ettore ROSATO (PD) dichiara di non comprendere quale potrebbe essere l'impedimento del Ministro Tria, ritenendo che, poiché si sta discutendo della legge di bilancio del nostro Paese, il Ministro dovrebbe essere disponibile, quando richiesto, ad intervenire nelle aule parlamentari. Ritiene, inoltre, che sarebbe opportuno anche audire il direttore generale dell'Agenzia del demanio in merito alle dismissioni immobiliari previste dal disegno di legge di bilancio, poiché su di esse si regge buona parte della manovra. Sottolinea, infatti, che la trasparenza su questo ed altri punti (come, ad esempio, le risorse con cui si intende realizzare il reddito di cittadinanza o con cui si intendono sterilizzare le clausole di salvaguardia sull'IVA per gli anni 2020 e 2021) è essenziale per poter esaminare in modo adeguato il disegno di legge di bilancio. In presenza, quindi, di una procedura parlamentare assurda e mai utilizzata chiede che siano auditi il Ministro Tria, il direttore generale dell'Agenzia del demanio, il direttore generale del Tesoro e il presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio affinché possano esplicitare nel dettaglio cosa contiene il testo della manovra approvato dal Senato. Ritiene, inoltre, che tale richiesta sarebbe dovuta provenire prima di tutto dalla presidenza della Commissione e dalla maggioranza. Sottolinea che il suo gruppo avrebbe preferito discutere nelle aule parlamentari il merito del provvedimento, che, tra l'altro, è volto a realizzare la cosiddetta «decrescita felice» tanto cara alla maggioranza, piuttosto che pensare a proporre ricorso contro questo provvedimento presso la Corte costituzionale.

  Claudio BORGHI, presidente, ricorda di aver dato atto alla maggioranza e alle opposizioni di aver svolto una discussione corretta nel corso della prima lettura del provvedimento.

  Enrico BORGHI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, segnala che il portavoce del Ministro Tria ha dichiarato alla stampa che il Ministro non è disponibile ad intervenire in Commissione. Auspica che, se la notizia si rivelasse fondata, il presidente della Commissione intervenga Pag. 189per difendere la dignità del Parlamento, già umiliata nelle scorse settimane.

  Claudio BORGHI, presidente, comunica di aver già scritto al Presidente della Camera per rendere palese la volontà della Commissione di audire il Ministro dell'economia e delle finanze.

  Fabio RAMPELLI (FdI) ritiene che, in un clima surreale come quello in cui si trova ad operare la Commissione, il Governo e la maggioranza avrebbero dovuto condividere una strategia con le opposizioni, altrimenti il rischio è quello di ritrovarsi in uno scenario sudamericano o addirittura sovietico. Evidenzia come in una situazione come quella attuale le istituzioni, primo fra tutte il Ministro dell'economia e delle finanze, dovrebbero essere mobilitate per dare risposte tempestive. Ricorda come nell'audizione precedente il Ministro Tria aveva lasciato alcune risposte in sospeso in attesa che si determinassero le condizioni di accordo con la Commissione europea poi realizzate. Ritiene, dunque, che l'audizione del Ministro Tria sia necessaria.

  Andrea MANDELLI (FI) chiede che la presidenza stigmatizzi il fatto che il portavoce del Ministro Tria si rivolga alla stampa per comunicare l'indisponibilità del Ministro ad intervenire presso la Commissione bilancio, piuttosto che alla Commissione stessa.

  Stefano FASSINA (LeU), nel sottolineare come il rispetto delle procedure sia la condizione per dare rappresentanza agli interessi che vengono chiamati in campo dal disegno di legge di bilancio, ritiene opportuno che il Ministro Tria intervenga nel dibattito, anche per ristabilire il ruolo primario del Parlamento. Sottolinea, infatti, come si sia compiuta la violazione del primato del Parlamento in nome del rispetto dei principi di finanza pubblica, sancendo, ancora una volta, il primato dell'economia sulla politica. Ritiene che vi sarebbe un'alternativa meno costosa per la democrazia, ma non per l'immagine del Governo e della maggioranza, ossia l'esercizio provvisorio. In questo quadro, ritiene che l'audizione del Ministro dell'economia e delle finanze contribuirebbe ad esplicitare il senso di fondo della manovra e a chiarire alcuni punti, come, ad esempio, dove trovare le risorse per la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sull'IVA o come le conclusioni dell'Eurosummit del 14 dicembre scorso impatteranno sul quadro sanzionatorio dell'Eurozona. Chiede, quindi, che la presidenza della Commissione insista per l'audizione del Ministro Tria al fine di garantire un minimo grado di dignità al Parlamento.

  Renato BRUNETTA (FI), dichiarandosi sconcertato nell'apprendere che il Ministro Tria non avrebbe intenzione di intervenire nel dibattito parlamentare, chiede che, in sua vece, siano allora auditi il Ragioniere generale dello Stato, poiché la manovra rappresenta un vero e proprio falso in bilancio, il direttore generale del Tesoro e il direttore generale dell'Agenzia del demanio, affinché possano riferire relativamente al gettito previsto dalle dismissioni immobiliari. Sottolinea come questa richiesta sia fondamentale poiché andrà ad alimentare il ricorso che il suo gruppo ha intenzione di presentare alla Corte costituzionale. Evidenzia come a tale scopo era rivolta pure la sua richiesta di trasmissione della seduta odierna sulla web-tv della Camera e segnala come il fatto che il Ministro Tria, anche se richiesto, si rifiuti di intervenire presso la Commissione vada ad aggravare la situazione in cui il Parlamento si trova a discutere il disegno di legge di bilancio.

  Claudio BORGHI, presidente, assicura che, nell'ambito delle proprie competenze, si adopererà affinché il Ministro Tria svolga un'audizione nella giornata odierna. Non essendovi obiezioni, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.55.

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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 11.10 alle 11.40 e dalle 16.45 alle 17.

AUDIZIONI

  Giovedì 27 dicembre 2018. — Presidenza del presidente Claudio BORGHI.

  La seduta comincia alle 15.25.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Claudio BORGHI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro, ai sensi dell'articolo 18, comma 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, nell'ambito dell'esame del disegno di legge recante Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (C. 1334-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato) e della relativa nota di variazioni (C. 1334/II Governo).

  Claudio BORGHI, presidente, introduce l'audizione.

  Giuseppe PISAURO, presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

  Intervengono per formulare quesiti ed osservazioni i deputati Luigi MARATTIN (PD), Raphael RADUZZI (M5S), Renato BRUNETTA (FI), Beatrice LORENZIN (Misto-CP-A-PS-A), Guido CROSETTO (FdI), Stefano FASSINA (LeU), Pietro Carlo PADOAN (PD), Andrea MANDELLI (FI), Ettore ROSATO (PD), Felice Maurizio D'ETTORE (FI) e Claudio BORGHI, presidente, cui replica Giuseppe PISAURO, presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio.

  Claudio BORGHI, presidente, ringrazia il presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio, Giuseppe Pisauro, per l'esauriente relazione svolta e dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.45.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

AUDIZIONI

  Giovedì 27 dicembre 2018. — Presidenza del presidente Claudio BORGHI. — Interviene il Ministro dell'economia e delle finanze Giovanni TRIA.

  La seduta comincia alle 20.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Claudio BORGHI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dell'economia e delle finanze, Giovanni Tria, nell'ambito dell'esame del disegno di legge recante Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 (C. 1334-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato) e relativa nota di variazioni (C. 1334/II Governo).
(Svolgimento, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento, e conclusione).

  Claudio BORGHI, presidente, introduce l'audizione.

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  Il Ministro dell'economia e delle finanze, Giovanni TRIA, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.
  Intervengono per formulare quesiti ed osservazioni i deputati Pietro Carlo PADOAN (PD), Giuseppe Ercole BELLACHIOMA (Lega), Andrea MANDELLI (FI), Luca PASTORINO (LeU), Riccardo ZUCCONI (FdI), Beatrice LORENZIN (Misto-CP-A-PS-A), Luigi MARATTIN (PD), Silvana Andreina COMAROLI (Lega), Renato BRUNETTA (FI), Giuseppina OCCHIONERO (LeU), Maria Elena BOSCHI (PD), Fabio RAMPELLI (FdI), Graziano DELRIO (PD) e Stefania PRESTIGIACOMO (FI), cui replica il Ministro dell'economia e delle finanze, Giovanni TRIA.

  Claudio BORGHI, presidente, ringrazia il Ministro per l'esauriente relazione svolta e dichiara conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 22.55.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 27 dicembre 2018. — Presidenza del presidente Claudio BORGHI. — Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 23.10.

Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2019 e bilancio pluriennale per il triennio 2019-2021 e relativa nota di variazioni.
C. 1334-B Governo, approvato dalla Camera e modificato dal Senato, e C. 1334/II Governo.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione riprende l'esame del provvedimento, rinviato nella parte antimeridiana della seduta della giornata odierna.

  Claudio BORGHI, presidente, segnala che sono state presentate 335 proposte emendative riferite al disegno di legge di bilancio 2019, approvato dalla Camera e modificato dal Senato (vedi allegato).
  Avverte che sono state ritenute integralmente irricevibili, in quanto non riferite a parti del testo modificate dal Senato, le seguenti proposte emendative: Caiata 1.1, Pizzetti 1.13, Marattin 1.78, Paolo Russo 1.9, 1.12, 1.14 e 1.16, Bruno Bossio 1.19, Cantini 1.21, Paita 1.67, Fiorini 1.56 e 1.58, Giacomoni 1.162 e 1.161, Bergamini 1.193, Paita 1.194, Versace 1.165, Polverini 1.140, Occhiuto 1.136, Gelmini 1.132, Zangrillo 1.130, Polverini 1.111, Paolo Russo 1.109, Prestigiacomo 1.203, Paolo Russo 1.201, Paita 1.195, Paolo Russo 1.100, Fidanza 1.91, Tripodi 1.85 e 1.88, Mazzetti 1.104, Tripodi 1.81, 1.79, 1.75 e 1.84, Fiorini 1.66, 1.68 e 1.64, De Maria 1.160, Palmieri 1.134 e 1.149, Carfagna 1.150, Palmieri 1.147 e 1.133, Rossello 1.131, Palmieri 1.139, 1.141, 1.142 e 1.129, Dall'Osso 1.126 e 1.138, Carfagna 1.137, Polverini 1.207 e 1.205, Bergamini 1.220, Caiata 1.199, Bergamini 1.241 e 1.242, Fidanza 1.256, Occhiuto 1.318, Rampelli 1.285, Sozzani 1.269, De Micheli 1.254, Mazzetti 1.271, Paita 1.337, 1.336, 1.335, 1.334 e 1.333, Mulè 1.313 e 1.315, Sozzani 1.317, Mandelli 1.326, Giacomelli 1.338, Pellicani 1.325 e 1.323, Paolo Russo 1.303, Polverini 1.305, Serracchiani 1.299 e Calabria 1.311.
  Segnala, peraltro che, al di là dei profili di irricevibilità, risulterebbero comunque inammissibili per carenza di compensazione le seguenti proposte emendative:
  Fiorini 1.66, che prevede oneri a decorrere dal 2019 con una copertura finanziaria che decorre dal 2020 e risulta quindi privo di copertura per il 2019;
  Fiorini 1.68, che prevede oneri a decorrere dal 2019 disponendo una copertura finanziaria che decorre dal 2020 e risulta quindi privo di copertura per il 2019;
  Tripodi 1.75, che prevede un onere di rilevante ammontare (3 miliardi di euro a decorrere dal 2019) prevedendo una copertura a carico di misure di razionalizzazione Pag. 192della spesa non individuate in modo puntuale. In considerazione della rilevante entità dell'onere e della mancata previsione di un'equivalente riduzione dei regimi di agevolazione fiscale, in caso di non conseguimento dell'obiettivo di risparmio, si considera l'emendamento inammissibile per carenza di compensazione;
  Gelmini 1.132, che prevede maggiori oneri per 8 miliardi di euro annui (riferiti ai datori di lavoro) e per 2,9 miliardi annui (riferiti ai neoassunti), per un totale di 10,9 miliardi annui, mentre la copertura ammonta a 8 miliardi di euro annui;
  Occhiuto 1.136, in quanto prevede oneri in misura annua pari a 2.500 milioni di euro (comma 268-quater), a 1.000 milioni (comma 268-vicies bis), cui si aggiungono 2 milioni (comma 268-sedecies), 10 milioni (comma 268-tricies semel), per un totale di 3.512 milioni annui dal 2019. La copertura è invece limitata a 2.012 milioni di euro annui dal 2019;
  Palmieri 1.139, che prevede la concessione di benefici nel limite di spesa di 5 miliardi di euro a decorrere dal 2019 a valere sul Fondo per il reddito di cittadinanza di cui al comma 255. L'emendamento risulta privo di compensazione finanziaria per l'anno 2019, in quanto per tale anno il fondo al netto delle risorse per l'erogazione del REI reca risorse disponibili per 4.902 milioni di euro;
  Paita 1.195, che appare suscettibile di determinare l'ampliamento della fattispecie di cui al comma 277, relativa alla mancata applicazione dei requisiti di accesso legati alla speranza di vita nel settore poligrafico, con possibili maggiori oneri non quantificati e non coperti;
  Mazzetti 1.271, che istituisce un fondo con una dotazione di 20 milioni di euro per l'anno 2019 senza recare alcuna copertura per il medesimo anno;
  Polverini 1.305, che non quantifica gli oneri derivanti dal ripristino della cosiddetta «opzione donna». Da tale indeterminatezza discende l'impossibilità di individuare la quota del Fondo di cui al comma 256, da utilizzare a copertura;
  Occhiuto 1.318, in quanto estende al 2020 il credito d'imposta per nuovi investimenti effettuate da imprese del Mezzogiorno, introdotto dall'articolo 1, comma 98, della legge n. 208 del 2015. Tale ultima norma ha quantificato un onere pari a 617 milioni di euro annui fino al 2019. La copertura finanziaria prevista dall'emendamento non risulta sufficiente in quanto pari a 600 milioni di euro per l'anno 2020;
  Mandelli 1.326, in quanto estende l'applicazione dell'IVA ridotta (autovettura disabili) alle auto ibride o elettriche senza indicare la relativa copertura finanziaria.
  Comunica che, in esito al vaglio di ammissibilità risultano, inoltre, inammissibili per carenza di compensazione, le seguenti proposte emendative:
  Mollicone 1.42 è inammissibile per carenza di compensazione in quanto, intervenendo sulla disciplina della cosiddetta «web tax», riferisce il requisito dei ricavi realizzati esclusivamente a quelli derivanti dai servizi digitali (con conseguente riduzione dell'ambito applicativo dell'imposta);
  Fassina 1.40 è inammissibile per carenza di compensazione relativamente agli anni 2020 e seguenti. Infatti, il ripristino dell'aliquota ridotta IRES per gli enti non commerciali determina effetti finanziari onerosi pari a 118,4 milioni di euro nel 2019 e a 157,9 milioni di euro dal 2020. La copertura finanziaria (incremento di 0,5 per cento del PREU sulle VLT) determina effetti di maggior gettito stimabili in circa 118 milioni di euro annui;
  Lucaselli 1.38, che incrementa, fra l'altro, la dotazione del Fondo di cui al comma 95 di 2010 milioni di euro per l'anno 2019 (da 740 a 2.750). La copertura per tale anno è disposta in misura insufficiente (per 700 milioni di euro);
  Gelmini 1.10, che incrementa la dotazione del Fondo di cui al comma 95 per l'anno 2020 di 1.740 milioni di euro (da 1.260 a 3.000). Per la compensazione, la dotazione del fondo di cui al comma 255 è ridotta per l'anno 2020 di 1.478 milioni (da 8.055 a 6.577) ossia in misura insufficiente rispetto all'onere indicato;
  Mollicone 1.92 è inammissibile per carenza di compensazione in quanto comporta maggiori oneri pari a 100 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2019 al Pag. 1932028 (modificando il comma 155) mentre la copertura (sul comma 255) è pari a 100 milioni di euro per il solo anno 2019: conseguentemente, risultano scoperti i maggiori oneri previsti per gli anni dal 2020 al 2028;
  Morassut 1.45, in quanto sopprime il comma 170 che reca le modalità di copertura dell'onere di cui ai commi 165 e 167 (assunzione di personale nella Struttura per la progettazione di beni ed edifici pubblici), che risulta quindi privo di copertura;
  Serracchiani 1.115, che prevede il riconoscimento anche dell'assegno di ricollocazione per i lavoratori ILVA, non provvedendo alla relativa copertura, ma ponendo il relativo onere a carico delle regioni;
  Serracchiani 1.105, che reca oneri per 253 milioni di euro nell'anno 2019, 745 nell'anno 2020, 1.228 per l'anno 2021. L'emendamento risulta carente di compensazione per l'anno 2020 in quanto si prevede la riduzione delle risorse del Fondo per il reddito di cittadinanza di cui al comma 255, per 355 milioni di euro nell'anno 2020;
  Mollicone 1.238, che restringe la platea soggetta alla limitazione della rivalutazione automatica del trattamento pensionistico, riducendo altresì la percentuale della rivalutazione sterilizzata. Da tale misura discendono minori risparmi non quantificati e non coperti;
  Mollicone 1.235, che estende la facoltà di applicare l'imposta sostitutiva in luogo dell'imposta ordinaria a tutti i redditi realizzati dai pensionati all'estero che rientrano nelle zone del Mezzogiorno individuate dalla norma, senza prevedere alcuna compensazione finanziaria;
  Fidanza 1.255, che sopprime le disposizioni relative all'introduzione di un'imposta sui veicoli inquinanti cui sono ascritti effetti di maggiore entrata, non prevedendo alcuna copertura;
  Ferri 1.278, che riduce gli accantonamenti al Fondo crediti di dubbia esigibilità incrementando, in tal modo, la capacità di spesa degli enti territoriali, senza prevedere una copertura;
  Ferri 1.274, che è volto a riformulare il criterio del «saldo non negativo di competenza», includendo tra le entrate rilevanti ai fini della determinazione del saldo quelle derivanti da accensione di prestiti senza considerare, in parallelo, tra le spese quelle derivanti dal rimborso dei prestiti. Data questa finalità, pur non essendo espressamente modificata la nuova disciplina in materia di patto di stabilità recata dal disegno di legge in esame, si considera l'emendamento inammissibile in quanto incompatibile con quest'ultima disciplina;
  Pezzopane 1.251, che riduce al 40 per cento gli importi dovuti dai contribuenti per la sospensione dei versamenti tributari nei territori colpiti dagli eventi sismici. La proposta, tenuto conto della rateizzazione prevista dal comma 991 del disegno di legge di bilancio, determina oneri fino al 2023, coperti per il solo anno 2019;
  Lepri 1.310, che sopprime le disposizioni relative all'introduzione di un'imposta sui veicoli inquinanti cui sono ascritti effetti di maggiore entrata in misura pari a 61,73 milioni di euro nel 2019, 74,08 milioni di euro annui negli anni 2020 e 2021. La copertura disposta in misura pari a 60 milioni di euro nel 2019 e 50 milioni di euro annui nel 2020 e 2021 non è sufficiente alla compensazione dell'onere;
  Gelmini 1.332 è inammissibile per carenza di compensazione in quanto, a fronte di un differimento dell'entrata in vigore della disciplina sulla fatturazione elettronica (alla quale sono ascritti effetti per circa 1,9 miliardi nel 2019 e oltre 2,5 miliardi annui dal 2020), prevede una copertura finanziaria di 1 miliardo di euro annuo;
  Gelmini 1.330, che, a fronte di un differimento dell'entrata in vigore della disciplina sulla fatturazione elettronica (alla quale sono ascritti effetti per circa 1,9 miliardo di euro nel 2019 e oltre 2,5 miliardi annui dal 2020), prevede una copertura finanziaria di 1 miliardo di euro annuo;
  Fassina 1.343, che anticipa di 3 mesi l'attuazione dei GIT previsti dall'articolo 19 del decreto legislativo n. 66 del 2017. A tal proposito, rammenta che il differimento Pag. 194di 8 mesi dall'attuazione dei GIT, disposto dalle norme oggetto di modifica, comporta risparmi di spesa quantificati dal prospetto riepilogativo parzialmente vanificato dall'anticipo disposto dalla proposta emendativa che non prevede copertura.
  Comunica inoltre che i deputati De Luca e Ungaro sottoscrivono tutti gli emendamenti presentati dal gruppo PD; la deputata Paita sottoscrive l'emendamento Marattin 1.34; il deputato Mandelli ritira gli emendamenti a propria firma 1.182 e 1.191; le deputate Caretta e Ciaburro sottoscrivono gli emendamenti Lucaselli 1.89, 1.93, 1.95, 1.97 e 1.181, Fidanza 1.91, 1.256 e 1.259, Montaruli 1.185, 1.183 e 1.184, Cirielli 1.155, Bellucci 1.218 e Rampelli 1.257.
  Propone, quindi, di aprire la discussione sul complesso degli emendamenti, in modo che tale discussione sia comprensiva anche degli interventi relativi alla discussione sulle linee generali e delle considerazioni sulle audizioni testé svolte. Conclusa la discussione, propone di mettere in votazione il mandato al relatore, fermo restando il limite di concludere i lavori della Commissione entro le ore 2.

  Luigi MARATTIN (PD), a nome del proprio gruppo, si dichiara d'accordo con la proposta di svolgere la discussione sul complesso degli emendamenti, pur non concordando con limitazioni temporali della discussione.

  Enrico BORGHI (PD) chiede se al termine della discussione verranno poste in votazione tutte le proposte emendative presentate.

  Stefania PRESTIGIACOMO (FI), a nome del proprio gruppo, non concorda con la proposta della presidenza, evidenziando che in questa sessione di bilancio si è assistito a forzature della discussione mai viste prima. Ricorda che già nella seduta antimeridiana i deputati di Forza Italia hanno stigmatizzato le gravi violazioni della Costituzione che si sono perpetuate durante questa sessione di bilancio. Evidenzia come la proposta della presidenza costringa la Commissione a una finta discussione, rendendo di fatto inutile il lavoro svolto dai gruppi parlamentari sugli emendamenti, che non saranno posti in votazione. Concludendo, fa presente che, seppure il suo gruppo intenda agire con senso di responsabilità, viene messo a dura prova dalle forzature con cui la maggioranza vuole portare avanti la discussione del provvedimento.

  Claudio BORGHI, presidente, nel registrare le posizioni emerse, fa presente che non ha intenzione di forzare la discussione. Evidenzia, infatti, che la sua proposta aveva lo scopo di suggerire un ordinato svolgimento dei lavori. Segnala che da colloqui avuti con i relatori e con il Governo è emerso l'orientamento ad esprimere parere contrario su tutte le proposte emendative. Pertanto, ritiene che, piuttosto che una discussione approfondita sui singoli emendamenti, che peraltro si è svolta durante la prima lettura del provvedimento, sarebbe più rispondente alle esigenze di economicità dei lavori, una discussione sul complesso delle proposte emendative.

  Luigi MARATTIN (PD) chiede che la presidenza espliciti meglio come intende proseguire i lavori della Commissione.

  Claudio BORGHI, presidente, nell'evidenziare che un ampio dibattito è già stato svolto durante le audizioni del presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio e del Ministro dell'economia e delle finanze, che peraltro godono di un regime di pubblicità più ampio rispetto alla sede referente, propone che, a seguito di un'ampia discussione sul complesso delle proposte emendative, si voti il mandato al relatore, nel presupposto che si considerino respinte per l'Aula tutte le proposte emendative presentate.

  Luigi MARATTIN (PD) non concorda con la proposta testé formulata dal presidente.

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  Stefania PRESTIGIACOMO (FI), nello stigmatizzare il silenzio dei deputati della maggioranza, ritiene sarebbe opportuno che i capigruppo della Lega e del MoVimento 5 Stelle esprimessero la loro posizione rispetto alla proposta formulata dal presidente.

  Enrico BORGHI (PD), evidenziando che non si può dare per scontato che tutte le proposte emendative verranno respinte dalla Commissione, crede che al conferimento del mandato al relatore non possa corrispondere automaticamente il respingimento delle proposte emendative presentate. Avanza, pertanto, la possibilità che la presidenza chieda un differimento dell'inizio dei lavori in Assemblea.

  Claudio BORGHI, presidente, ribadisce che il presupposto del respingimento delle proposte emendative deriva dall'esito di colloqui avuti con i relatori e il Governo in cui è emerso l'orientamento ad esprimere parere contrario su tutte le proposte emendative. Inoltre, fa presente che la richiesta di differimento dell'inizio dei lavori in Assemblea viene avanzata solo qualora se ne ravvisi la necessità.

  Fabio RAMPELLI (FdI), nel fare presente che dovrebbero essere ringraziati quei gruppi che hanno insistito per lo svolgimento delle audizioni del presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio e del Ministro dell'economia e delle finanze, poiché queste sono state utili non solo per i lavori della Commissione, ma anche per restituire al Parlamento il ruolo primario che gli è proprio, chiede che le singole proposte emendative siano discusse e messe in votazione. Ritiene, infatti, che la maggioranza dovrebbe prendersi la responsabilità delle procedure forzate che propone. Sottolinea, altresì, che essendo il provvedimento oggi in esame completamente diverso da quello esaminato in prima lettura, per quanto riguarda sia i saldi che le coperture, in realtà non può parlarsi di terza lettura.

  Marialuisa FARO (M5S), a nome del proprio gruppo, si dichiara d'accordo con la proposta formulata dal presidente.

  Giuseppe Ercole BELLACHIOMA (Lega), nel ricordare che la maggioranza ha acconsentito a svolgere le audizioni del presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio e del Ministro dell'economia e delle finanze poiché le riteneva utili, come del resto sono state, nel presupposto, tuttavia, di concludere i lavori della Commissione entro le ore 2, a nome del suo gruppo, concorda con la proposta formulata dal presidente.

  Emanuele FIANO (PD) segnala che procedendo nella direzione scelta dalla maggioranza si arriverà all'approvazione delle leggi con il solo consenso dei capigruppo. Ritiene che, di questo passo, la democrazia rappresentativa, in cui è molto importante lo scambio delle idee, e il lavoro parlamentare diventano inutili. Sottolinea infine come l'attuale non sia una terza lettura del provvedimento, ma quasi una prima lettura, in quanto il testo del maxiemendamento non è stato mai discusso dal Senato.

  Claudio BORGHI, presidente, assicura di avere il massimo rispetto della democrazia e che per tale motivo è stato a volte criticato per l'eccessivo spazio concesso alle minoranze. Evidenzia che l'attuale situazione è anche determinata dalla data ormai prossima alla conclusione dell'anno.

  Luigi MARATTIN (PD) si dichiara interessato a riprendere l'esame preliminare del provvedimento.

  Claudio BORGHI, presidente, osserva che la discussione è aperta, fermo restando che entro le ore 2 dovrà essere votato il mandato al relatore.

  Luigi MARATTIN (PD) chiede se sia previsto che dopo l'esame preliminare si passi alla votazione degli emendamenti.

  Claudio BORGHI, presidente, assicura che, fermo restando il termine finale delle Pag. 196ore 2, sarà la Commissione a decidere lo svolgimento dei propri lavori.

  Stefania PRESTIGIACOMO (FI) ritiene avvilente questo modo di procedere.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI) contesta il riferimento alla prossima conclusione dell'anno, osservando come sia stata la stessa maggioranza, con il suo procedere lento e confuso, a giungere così tardi alla presentazione del testo oggi posto in votazione. Tale testo risulta completamente nuovo rispetto a quello presentato due mesi fa ed è stato pertanto opportuno aver svolto nella seduta odierna le audizioni dell'Ufficio parlamentare del bilancio e del Ministro dell'economia e delle finanze.
  Evidenzia che gli emendamenti presentati dalla minoranza sono volti a migliorare l'impianto del Governo e invita pertanto alla loro discussione e votazione.

  Claudio BORGHI, presidente, evidenzia di non essere interessato alla ricerca della responsabilità dell'attuale situazione, ma di volersi limitare a prenderne atto.

  Paolo RUSSO (FI) ricorda che in data 18 dicembre 2014, in occasione della discussione della manovra di finanza pubblica per il 2015, nel blog di Grillo si contestava con veemenza la presentazione di un maxiemendamento sul quale era stata posta la fiducia, per lo scarso spazio lasciato al dibattito politico.
  Ritiene necessario lo svolgimento di un adeguato esame di quello che è il più importante intervento legislativo dell'anno e che, come tale, necessita di un'ampia discussione che non può essere limitata dalla fissazione di un termine finale. Mentre nel merito ciascun parlamentare può avere proprie opinioni, ritiene che debba essere unanimemente condivisa la necessità di un adeguato dibattito, come previsto dalla Costituzione. Sottolinea infine come il Governo abbia tentato di imporre la propria visione alla Commissione europea e come abbia dovuto alla fine recedere dalle proprie posizioni.

  Gennaro MIGLIORE (PD) sottolinea la pericolosità del precedente che si verrebbe a creare rinunciando alla votazione degli emendamenti presentati dalle opposizioni. Chiede poi la motivazione per la quale si rende indispensabile concludere alle ore 2. Osserva che l'articolo 1 del provvedimento si compone di più di mille commi, molti dei quali nuovi, e ribadisce pertanto la necessità di un'adeguata discussione che potrebbe essere utile per far emergere alcuni punti di interesse. Al riguardo cita come esempio l'aumento dell'IRES per il settore no profit, sul quale riscontra disparità di vedute tra la sottosegretaria Castelli, il Ministro Tria e il vice Presidente del Consiglio Di Maio. In particolare, quest'ultimo ha evidenziato la necessità di fare pulizia all'interno del terzo settore facendo quasi intendere che si vogliano agevolare le imprese legate politicamente ai partiti di maggioranza. Vorrebbe quindi discutere adeguatamente su questo intervento anche al fine di presentare ordini del giorno in Assemblea.

  Stefano CECCANTI (PD) segnala che il Comitato per la legislazione ha stigmatizzato, all'unanimità, la presentazione del maxiemendamento da parte del Senato soprattutto in relazione alla mancata conclusione dell'esame da parte della Commissione in sede referente.

  Andrea MANDELLI (FI), nell'ambito della discussione sull'ordine dei lavori, chiede il motivo per il quale sia stato fissato alle ore 2 il termine per la conclusione dei lavori da parte della Commissione. Chiede inoltre indicazioni sulle modalità di svolgimento dei lavori fino a detto termine.

  Claudio BORGHI, presidente, evidenzia che il termine delle ore 2 è stato fissato in Ufficio di presidenza della Commissione integrato dai rappresentanti dei gruppi, in considerazione del fatto che il provvedimento deve essere esaminato dall'Assemblea della Camera a partire dalle ore 9.30 del 28 dicembre.

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  Enrico BORGHI (PD) si lamenta dell'atteggiamento stizzito di alcuni membri della maggioranza nei confronti della legittima manifestazione dell'esigenza di svolgere una adeguata discussione del provvedimento, a fronte dei ritardi dovuti all'operato della maggioranza.
  Prosegue evidenziando che un giorno i ruoli potrebbero essere invertiti e anche per questo motivo invita a non creare un precedente pericoloso. In proposito, segnala che l'unico caso precedente di mancata votazione dei singoli emendamenti nel corso della terza lettura del disegno di legge di bilancio avvenne nel 2007 con il presidente Duilio quando, dopo un'intesa tra maggioranza e opposizione, si procedette a una votazione collettiva delle proposte emendative.

  Claudio BORGHI, presidente, osserva che sarebbe stato possibile iniziare la discussione degli emendamenti a partire dalla ripresa della seduta successivamente all'audizione del Ministro Tria.

  Piero DE LUCA (PD) si unisce ai colleghi del proprio gruppo per esprimere sconcerto sulle modalità di esame di questo importante provvedimento. Ricorda che il proprio gruppo ha sempre sostenuto, sin dalla presentazione del disegno di legge in esame, che il testo iniziale fosse fondato su numeri errati, come sostenuto anche dalla Corte dei conti e da organismi internazionali, i cui giudizi sono stati contestati in quanto espressi da soggetti non eletti. Alla fine il Governo è stato costretto a modificare la manovra e ciò ha causato ritardi, che non è corretto imputare alla Commissione europea, la quale è sempre stata puntuale nell'esprimere i pareri di propria competenza.
  Prosegue ribadendo la necessità di esaminare approfonditamente alcuni aspetti del provvedimento come le misure di rilancio del Mezzogiorno, il no profit, l'indicizzazione delle pensioni e il deposito cauzionale di 2 miliardi di euro che è stato previsto per evitare l'apertura della procedura d'infrazione.

  Maria Elena BOSCHI (PD) sottolinea l'importanza della decisione che dovrà essere presa dal presidente Borghi sul prosieguo dei lavori della seduta odierna. Ricorda che non è mai successo che non si procedesse all'esame degli emendamenti, così come un grave precedente è quello che si è registrato al Senato in cui il testo del maxiemendamento è stato presentato e immediatamente votato, senza alcuna illustrazione da parte del Governo. Ritiene che sia stato di fatto abolito il bicameralismo paritario e sia stato mortificato il Parlamento. Al Senato si è tardato nella presentazione del maxiemendamento anche allo scopo di far confluire in esso modifiche non strettamente necessarie. Chiede che sia consentito all'opposizione di illustrare i propri emendamenti per evidenziare la diversa visione rispetto alla maggioranza.

  Francesco Paolo SISTO (FI) ritiene che l'esame della manovra per il 2019 passerà alla storia in quanto nessun Governo repubblicano ha mai agito come è stato fatto in questa circostanza, in cui la manovra è stata scritta dalla Commissione europea e non è stato dato il tempo al Parlamento di comprenderne le implicazioni prima della votazione. A proposito del contenuto della manovra, chiede se possa bastare l'introduzione di nuove norme per abolire la povertà, come afferma la maggioranza, quando nella propria regione, la Puglia, si vedono innumerevoli imprese costrette a chiudere la propria attività. Ritiene che il Governo abbia scambiato il disegno di legge di bilancio per un decreto-legge, trasgredendo alle consolidate prassi del corretto iter parlamentare e sottomettendo alle esigenze politiche del Governo medesimo il rispetto delle più elementari regole costituzionali in tema di procedimento legislativo. Osserva, altresì, che il provvedimento in esame costituisce dal punto di vista contenutistico una violazione dell'articolo 81 della Costituzione per palese inosservanza delle regole concordate a livello europeo su deficit e debito pubblico, come di recente autorevolmente Pag. 198richiamato anche dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

  Graziano DELRIO (PD), anche alla luce degli interventi in precedenza svolti dai colleghi del Partito Democratico e dagli onorevoli Sisto e Prestigiacomo sull'ordine dei lavori, invita il Governo e la sua maggioranza parlamentare ad una attenta riflessione, giacché per la prima volta nella storia repubblicana viene seriamente profilandosi l'ipotesi della presentazione di un ricorso innanzi alla Corte Costituzionale per violazione delle regole e delle procedure stabilite dalla nostra Carta in relazione al corretto svolgimento del procedimento legislativo. Occorre, a suo avviso, un maggiore rispetto delle istituzioni, rinunciando piuttosto a forme di decisionismo troppo spesso improvvisate, sottolineando come il Parlamento rappresenti evidentemente un patrimonio comune. Esprime inoltre rammarico per il comportamento tenuto dal Ministro dell'economia e delle finanze, Giovanni Tria, nel corso della sua odierna audizione, dal momento che sarebbe stato piuttosto suo dovere esplicitare compiutamente al Parlamento i contenuti della manovra di finanza pubblica al suo esame.
  Venendo qui più in dettaglio alle implicazioni contenutistiche del presente provvedimento, constata che dall'insediamento dell'attuale Governo si è registrato un progressivo calo dell'occupazione e degli investimenti pubblici e privati, profilandosi sempre più il rischio, a breve, di una nuova recessione economica. Ritiene che sia responsabilità del Governo il calo di fiducia da parte delle imprese e delle famiglie, nonché la perdita di credibilità del nostro Paese presso le istituzioni europee. Per quanto concerne la materia pensionistica, rileva che nel disegno di legge di bilancio altro non si ravvisa che un intervento di modesta entità, meglio conosciuto come «quota 100», non certo indirizzato a tutela dei soggetti più bisognosi. Lungi dall'incidere efficacemente sulle problematiche vere dei pensionati, il Governo ha anzi proceduto al raffreddamento della indicizzazione degli assegni pensionistici. Evidenzia come la necessità di creare nuovo e più lavoro nel nostro Paese non possa essere perseguita attraverso l'introduzione di forme di pensionamento anticipato. A suo giudizio, a tal fine occorre piuttosto assicurare una più ampia competitività alle imprese italiane, obiettivo questo che si sarebbe dovuto perseguire attraverso la riduzione del cuneo fiscale e il pieno mantenimento degli sgravi fiscali previsti dalla legislazione vigente, con particolare riguardo a quelli relativi alle imprese operanti nel Mezzogiorno. Osserva, viceversa, come la manovra di finanza pubblica in esame è destinata a determinare un progressivo incremento della pressione fiscale a partire già dall'anno 2020. Per quanto concerne invece il reddito di cittadinanza rileva che quest'ultimo non costituisce una misura di politica attiva del lavoro, né prevede l'essenziale coinvolgimento delle amministrazioni territoriali interessate. Rileva inoltre che la decurtazione delle risorse finanziarie destinate all'attuazione del reddito di cittadinanza non consentirà di mantenere inalterata la platea dei beneficiari. Stigmatizza altresì l'incomprensibile inasprimento della tassazione sugli enti del Terzo settore. Per quanto riguarda il tema degli investimenti pubblici, ritiene che il loro significativo calo sia dipeso dalla prolungata crisi economica a livello mondiale degli ultimi anni e non certo dalla introduzione del nuovo codice degli appalti, che ha anzi incrementato i tassi di aggiudicazione. Nell'evidenziare come la soluzione non possa certo consistere nell'innalzamento della soglia per gli affidamenti diretti, pure prevista dal provvedimento in esame, imputa al Governo in carica la mancata realizzazione di importanti opere pubbliche già finanziate e cantierabili. In conclusione, ritiene che il Governo stia venendo meno alle proprie responsabilità, indirizzando il Paese verso il rischio concreto di una recessione economica già nel 2019 e rinviando ai futuri Esecutivi il compito di provvedere alla sterilizzazione delle clausole di salvaguardia sull'IVA e sulle accise mantenute dal provvedimento in esame a partire dall'anno 2020.

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  Augusta MONTARULI (FdI) contesta l'intenzione della presidenza di svolgere un esame preliminare del provvedimento in titolo e una discussione sul complesso degli emendamenti ad esso presentati senza tuttavia procedere alla votazione delle singole proposte emendative, circostanza quest'ultima che rappresenta di fatto una espropriazione del Parlamento. Osserva come su almeno tre proposte emendative da lei presentate, riguardanti rispettivamente l'emergenza abitativa, le mancate risorse attribuite al comune di Torino in materia di IMU e il riconoscimento della lingua dei segni, in un recente passato avesse registrato da parte di rappresentanti dell'attuale Governo una posizione di maggiore apertura, ora invece contraddetta dalla necessità di non modificare il testo. Ritiene conclusivamente che quello in carica non sia il Governo del cambiamento, come pure retoricamente proclamato ai cittadini, bensì il Governo della propaganda.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI) ritiene che l’iter del disegno di legge di bilancio, attesa la centralità di tale provvedimento nel sistema politico-economico del nostro Paese, avrebbe dovuto essere ispirato ad un modello di mediazione legislativa, nel rispetto delle regole all'uopo dettate dalla nostra Carta costituzionale. Sottolinea che gli obiettivi della manovra economica presentata dal Governo, come del resto ammesso dal Ministro Tria anche nella sua audizione odierna, sono in realtà tutti ancora da verificare, non potendosi peraltro escludere la necessità di ulteriori interventi correttivi a breve termine. Osserva che la pressione fiscale, per effetto delle disposizioni contenute nel provvedimento in esame, è destinata ad aumentare significativamente a partire dal 2020 e che il superamento delle clausole di salvaguardia sull'IVA e sulle accise reintrodotte a partire dalla medesima annualità assai difficilmente potrà essere realizzato attraverso una mera riduzione delle voci di spesa. Rileva, inoltre, che anche l'attuazione del reddito di cittadinanza appare decisamente problematica senza un reale potenziamento dei centri dell'impiego, il che richiederà tuttavia un programma di assunzioni cui dovrà farsi fronte attraverso una parte delle risorse finanziarie appostate nello specifico fondo, con conseguente impossibilità di mantenere inalterato il numero dei beneficiari originariamente individuato dal Governo. Per quanto attiene alla materia previdenziale, evidenzia che la mancata indicizzazione costituisce di fatto un significativo taglio alla complessiva spesa pensionistica, con ripercussioni negative sugli assegni medio-bassi. Esprime altresì contrarietà per l'assenza nel provvedimento in esame di disposizioni volte a promuovere i settori dell'università, della ricerca e dell'innovazione, favorendo in modo particolare forme di collegamento tra il mondo della formazione e quello del lavoro. Sottolinea, infine, come anche nel campo sociale questa manovra comprima l'interesse di solidarietà economica e sociale, che è sempre stato parte di tutte le passate manovre di finanza pubblica. Concludendo, ritiene che questa legge di bilancio sarà uno strumento di recessione del Paese.

  Pietro Carlo PADOAN (PD), nell'annunciare che il suo intervento si concentrerà sul percorso con cui si è arrivati al testo della manovra oggi in discussione, ricorda che la prima legge di bilancio di cui si è discusso è stata la cosiddetta «legge di bilancio del balcone», con la quale sono stati posti obiettivi irragionevoli, partendo da una inversione decisa rispetto al percorso verso l'obiettivo di pareggio di bilancio e di caduta sostenibile del debito. Fa presente che la «legge di bilancio del balcone» conteneva consistenti stanziamenti a favore delle misure bandiera delle due componenti del Governo giallo-verde: il reddito di cittadinanza e «quota 100». Evidenzia che la «legge di bilancio del balcone» è stata bocciata prima dai mercati, poi dalle imprese e quindi dalla Commissione europea. Pertanto, la «legge di bilancio del balcone» è stata sostituita dalla cosiddetta «legge di bilancio di Canossa», con cui il Governo è tornato sui Pag. 200suoi passi. Rileva, comunque, che vi è stato un aspetto positivo in questo cambiamento, ossia si è momentaneamente evitata la procedura di infrazione da parte della Commissione europea. Sottolinea che si sarebbe trattato di una procedura di infrazione basata sul debito piuttosto che sul deficit, quindi sarebbe stata ben più pesante. Fa presente che, però, rimangono le domande di fondo relative alle prospettive per il Paese.
  Concludendo, ritiene che si sia arrivati alla manovra oggi all'esame per tre ragioni fondamentali: l'arroganza di credere di sapere come funzionano le cose nei mercati e in Europa; l'incompetenza, provata anche dalla disposizione relativa alla tassazione del Terzo settore; l'orizzonte temporale del Governo, che si dà per scontato sia breve.

  Fabio RAMPELLI (FdI), nel ripercorrere le vicende della manovra, ricorda che vi è stato un primo tentativo del Governo di portare avanti una prova muscolare con l'obiettivo di farsi rispettare dall'Unione europea e, successivamente, vi è stata una ritirata strategica. Fa presente che al cambiamento di strategia è corrisposto un cambiamento di protagonisti: la prova muscolare è stata portata avanti dai due Vicepresidenti del Consiglio, mentre la fase della ritirata strategica è stata affidata al Presidente del Consiglio. Ritiene, inoltre, che la gestione della procedura parlamentare del disegno di legge di bilancio sia stata infantile, dimostrando una grave incapacità di programmazione. Evidenzia, infine, che tutta questa situazione sottende un serio problema, ossia la profonda distanza tra le due anime della maggioranza. Evidenzia che, in questo scenario, la Lega ha abdicato ai suoi obiettivi, tra cui la flat tax, puntando solo su «quota 100» e penalizzando, così, il ceto medio.

  Luigi MARATTIN (PD) chiede che tutti i commissari del Partito Democratico siano iscritti a parlare per l'esame preliminare del provvedimento.

  Claudio BORGHI, presidente, considerata l'ormai prossima la scadenza del termine per la conclusione dell'esame in sede referente, chiede ai relatori e al Governo di esprimere il parere sulle proposte emendative presentate.

  Silvana Andreina COMAROLI (Lega), relatrice, anche a nome del collega Raduzzi, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative presentate.

  La sottosegretaria Laura CASTELLI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Emanuele FIANO (PD), ritenendo che l'espressione dei pareri da parte dei relatori apra una nuova fase, chiede alla presidenza se intenda svolgere due votazioni, una sul complesso degli emendamenti e una per conferire il mandato ai relatori, oppure solo la votazione relativa al conferimento del mandato ai relatori. Nel caso l'orientamento della presidenza fosse quello di svolgere due votazioni, chiede che sia consentito ai deputati di intervenire per dichiarazioni di voto sugli emendamenti.

  Claudio BORGHI, presidente, fa presente che l'intenzione di svolgere due votazioni era dettata dalla volontà di garantire la massima trasparenza, nonostante il conferimento del mandato ai relatori a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul testo del provvedimento all'esame della Commissione implicitamente comporti il respingimento di tutte le proposte emendative presentate.

  Francesco Paolo SISTO (FI), concordando con l'onorevole Fiano, ritiene che non possa essere interrotta la fase della votazione delle proposte emendative senza permettere ai deputati di intervenire per dichiarazioni di voto.

  Claudio BORGHI, presidente, replicando agli interventi testé svolti, ritiene che si potrebbe attribuire ad ogni gruppo Pag. 201parlamentare un breve tempo, pari ad esempio a 5 minuti, per dichiarazioni di voto sul complesso delle proposte emendative.

  Gennaro MIGLIORE (PD) sottolinea che la decisione di respingere in blocco tutte le proposte emendative non può essere presa con disinvoltura da parte della presidenza, che in questo modo si prende la responsabilità di comprimere anche la possibilità di discutere le proposte emendative.

  Claudio BORGHI, presidente, dichiara di assumersi la responsabilità della decisione di procedere direttamente alla votazione del conferimento del mandato ai relatori, ricordando anche come durante l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svolto successivamente all'audizione del Ministro Tria, sia emerso l'orientamento di concludere comunque l'esame del provvedimento entro le ore 2 del 28 dicembre.

  Luigi MARATTIN (PD) evidenzia che nell'ambito del Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha espresso, a nome del suo gruppo, contrarietà rispetto alla proposta formulata dal presidente in merito alla conclusione dei lavori in sede referente.

  Claudio BORGHI, presidente, precisa che l'orientamento emerso nel corso dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è stato espresso dai gruppi di maggioranza, con la contrarietà dei gruppi della minoranza.

  Andrea MANDELLI (FI) ritiene che la proposta formulata dal presidente non possa essere accolta, poiché se si vuole svolgere un esame puntuale delle proposte emendative devono essere concessi tempi adeguati. Altrimenti, ritiene che la presidenza debba assumersi la responsabilità di forzare la procedura normalmente prevista, senza poter contare sull'appoggio delle opposizioni.

  Claudio BORGHI, presidente, tenuto conto degli esiti della discussione, pone direttamente in votazione il conferimento del mandato ai relatori di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame.
  La Commissione delibera di conferire il mandato ai relatori di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame, intendendosi conseguentemente respinte tutte le proposte emendative presentate. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Claudio BORGHI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi. Avverte, quindi, che i gruppi Partito Democratico, Forza Italia, Fratelli D'Italia e Liberi e uguali hanno designato quali relatori di minoranza rispettivamente i deputati Luigi Marattin, Stefania Prestigiacomo, Fabio Rampelli e Stefano Fassina.

  La seduta termina alle 2.30 di venerdì 28 dicembre 2018.

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