CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 dicembre 2018
107.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Finanze (VI)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 5 dicembre 2018. — Presidenza della presidente Carla RUOCCO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Massimo Bitonci.

  La seduta comincia alle 12.

DL 119/2018: Disposizioni urgenti in materia fiscale e finanziaria.
C. 1408 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 4 dicembre scorso.

  Carla RUOCCO, presidente, ricorda che nella seduta di martedì 4 dicembre il relatore Currò ha illustrato i contenuti del provvedimento e che il termine per la presentazione di emendamenti è stato fissato alle ore 13 della giornata odierna.

  Silvia FREGOLENT (PD) preannuncia, da parte del Partito democratico, la presentazione Pag. 50di alcuni emendamenti al provvedimento in esame, evidenziando come si tratti di proposte di modifica che affrontano il merito delle questioni, prive di finalità ostruzionistiche.
  Giudica il decreto-legge sbagliato nel suo complesso, poiché favorisce di fatto l'evasione fiscale, in un Paese nel quale il fenomeno ha purtroppo dimensioni rilevanti e nel quale questo tipo di irregolarità dovrebbero essere severamente contrastate. Coloro che non pagano le tasse avranno la certezza di poter beneficiare di un condono, mentre pensionati e dipendenti, che le tasse non possono evaderle, finiranno per sostenere il carico fiscale di tutto il Paese.
  Valuta negativamente anche le disposizioni volte a condonare le sanzioni inferiori ai mille euro, misura questa che avrà un impatto significativo sulle entrate dei comuni, come peraltro messo in luce dall'ANCI nel corso dell'audizione svoltasi presso Senato.
  Sottolinea quindi come il provvedimento in discussione favorisca la diffusione del principio che l'evasione fiscale è possibile, concetto questo profondamente errato nei rapporti che devono intercorrere tra cittadini e Stato. Occorre invece che i contribuenti riconoscano l'autorità fiscale, e comprendano che le entrate fiscali sono a vantaggio di tutti i cittadini, perché grazie a quelle risorse si faranno funzionare la scuola, la sanità, i servizi in generale.
  Ricorda come negli Stati Uniti, dove l'amministrazione federale funziona molto bene, la sanità sia totalmente a carico dei privati cittadini. Se si vuole realizzare un modello come quello statunitense, allora si decida di non far pagare le tasse più a nessuno; ma se invece si vuole perseguire il modello europeo di welfare, come personalmente reputa giusto, allora le tasse devono essere pagate da tutti i cittadini.
  Ferma restando la forte contrarietà del Partito democratico al decreto in esame, conferma la presentazione di alcune proposte emendative, volte a ridurre il carico fiscale degli onesti contribuenti, ed altre invece volte a sopprimere le disposizioni che favoriscono l'evasione fiscale.

  Luca PASTORINO (LeU) sottolinea la presenza nel decreto-legge di norme che istituzionalizzano l'evasione fiscale, trasmettendo un messaggio culturale profondamente sbagliato, che crea l'aspettativa di un condono in tutti coloro che evadono le tasse, mentre sarebbe giusto, in uno Stato che si vuole equo, che ognuno facesse la propria parte.
  Pur consapevole del fatto che intenzione del Governo e della maggioranza è porre la questione di fiducia sul provvedimento ed approvarlo nel medesimo testo licenziato dal Senato, preannuncia la presentazione di emendamenti, alcuni dei quali volti a sopprimere norme odiose, come quella di cui all'articolo 25-novies sui money transfer che, attraverso l'istituzione di una nuova imposta, penalizza i trasferimenti di denaro verso i paesi extraeuropei, e che appare frutto di un atteggiamento razzista che purtroppo serpeggia nella società italiana.

  Bruno TABACCI (Misto-+E-CD) manifesta la sua contrarietà all'impostazione del decreto-legge in esame, che strizza l'occhio all'evasione fiscale in un Paese, come l'Italia, che ha il triste primato dell'economia sommersa e dove regna la cultura del «doppio prezzo», uno che prevede regolare rilascio di fattura e l'altro senza. Si rischia in tal modo di acuire la disparità tra cittadini e tra attività economiche rispetto all'adempimento dei doveri fiscali e si veicola una filosofia che non condivide affatto, quella ispirata alla logica del condono, che riduce il principio di cittadinanza ad una condizione di convenienza, dove i più forti sono aiutati ed i più deboli penalizzati. Si tratta di un percorso che conduce ad una desertificazione dell'assetto democratico del Paese.
  Preannuncia come, in ogni caso, non presenterà alcuna proposta emendativa, dal momento che, come è noto, è intenzione della maggioranza approvare il provvedimento senza modifiche, nel testo licenziato dal Senato.

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  Massimo UNGARO (PD) ribadisce, in linea con i colleghi che lo hanno preceduto, la sua contrarietà al decreto-legge in esame, che creando l'aspettativa di un condono induce i cittadini a non pagare le tasse. Il Partito democratico ha tra i suoi obiettivi quello di ridurre le tasse a carico dei contribuenti, ma per far questo è necessario che le tasse le paghino tutti.
  Auspica, sebbene sia nota l'intenzione di non modificare il testo del provvedimento, che la maggioranza accolga le proposte emendative presentate dal suo partito. Richiama, in particolare l'emendamento volto a ridurre l'IVA sui prodotti igienici femminili, da considerarsi beni di prima necessità e non beni di consumo, rilevando sul punto la valenza culturale dell'emendamento, volto a superare un atteggiamento purtroppo ancora diffusamente maschilista su tali argomenti. Segnala inoltre l'emendamento volto a modificare l'articolo 25-novies del decreto, che stabilisce una tassa ingiusta sulle rimesse dei lavoratori stranieri (cd. money transfer), rammentando ai colleghi come buona parte della ricchezza del Paese sia stata prodotta, nel secondo dopoguerra, proprio grazie alle rimesse degli emigrati italiani. Auspica infine l'approvazione dell'emendamento volto ad estendere il regime agevolativo per i lavoratori all'estero che vogliono tornare in Italia e che peraltro, prevedendo una serie di detrazioni sul gettito aggiuntivo, non comporta alcun costo per le casse dello Stato.

  Alessandro CATTANEO (FI) ricorda come la cosiddetta pace fiscale fosse contenuta nel programma elettorale di Forza Italia e pertanto sul tema non può che dichiararsi favorevole. Ritiene peraltro che nessuno possa erigersi a paladino della moralità e che chiamare le misure recate dal provvedimento «pace fiscale» anziché «condono» sia una scappatoia lessicale utile solo a ridurre l'imbarazzo di una parte della maggioranza. Ricorda inoltre come anche il precedente Governo, nella passata legislatura, avesse previsto misure di rottamazione delle cartelle. In tutti questi casi si è inteso rispondere alla deriva negativa che purtroppo ha caratterizzato negli ultimi anni il rapporto tra cittadini e Agenzia delle entrate, del quale tutte le forze politiche hanno preso atto. Evidenzia dunque come il suo partito, sul punto, abbia sempre agito con coerenza e abbia affrontato con chiarezza l'argomento, senza falsi imbarazzi.
  Auspica, in ogni caso, che il decreto-legge possa essere migliorato nel corso dell'esame parlamentare e a tal fine preannuncia che il suo gruppo presenterà numerose proposte emendative; tuttavia, se la maggioranza non riterrà di accoglierne alcuna, il gruppo di Forza Italia non potrà che prenderne atto e ne trarrà le opportune conseguenze nel momento del voto. Segnala, tra i temi che Forza Italia ha a cuore, il tema del federalismo fiscale, per il quale il suo partito ha sempre condotto battaglie di autonomia in Veneto e in Lombardia, e il comparto degli immobili, sul quale avrebbe voluto vedere azioni più coraggiose nell'uso della leva fiscale, con particolare riferimento alla rigenerazione urbana e all'efficienza energetica degli edifici. Preannuncia quindi, su questi temi, la presentazione di emendamenti, auspicando di poter aprire un dialogo con la maggioranza.

  Marco OSNATO (FdI) si dichiara sorpreso della scarsa dialettica articolabile con il Governo e la maggioranza su questo come su altri recenti provvedimenti presentati dall'Esecutivo e ritiene che la sovrapposizione di tre provvedimenti vertenti su materie analoghe – la proposta di legge C. 1074 in materia di semplificazioni fiscali, il disegno di legge di bilancio, il decreto-legge fiscale in discussione – contribuisca a creare confusione, anche tra gli operatori.
  Dichiara di non avere problemi di ordine morale riguardo alle disposizioni in materia di pace fiscale, misure che la parte produttiva del Paese aspettava da tempo e che auspica Fratelli d'Italia possa contribuire a migliorare attraverso la presentazione di proposte emendative. Evidenzia infatti come vi siano nel provvedimento alcuni aspetti che limitano le possibilità Pag. 52offerte dalle disposizioni in discussione, con specifico riferimento al trattamento dispari che di fatto si determina tra enti locali ai quali è consentita la riscossione in proprio ed enti cui tale possibilità non è concessa. Evidenzia come in assenza di un chiaro intervento in materia di federalismo fiscale si lascia piena discrezionalità ai comuni, laddove tale facoltà dovrebbe essere uniformemente regolata.
  Ricorda poi come sul tema della fatturazione elettronica Fratelli d'Italia abbia cominciato già da tempo una battaglia chiarificatrice, ancor più urgente dopo le perplessità espresse dal Garante per la privacy e dall'Ordine dei commercialisti, che hanno evidenziato il rischio che violazioni della privacy connesse all'entrata in vigore della nuova normativa mettano a rischio asset strategici importanti. Rileva infine come nel decreto-legge siano presenti disposizioni che non rivestono carattere di necessità e urgenza ma che rispondono piuttosto a quella che non si può che definire una piccola realtà di carattere clientelare.

  Carla RUOCCO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare del provvedimento. Sulla base del numero degli emendamenti che saranno presentati, si riserva di convocare la seduta per l'esame delle proposte emendative – attualmente prevista alle ore 13 di domani – già nella prima mattina di domani stesso.
  Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema bancario e finanziario.
C. 1353, approvato dal Senato, C. 654 Zanettin, C. 793 Ruocco e C. 905 Brunetta.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame delle proposte di legge, rinviato, da ultimo, nella seduta del 28 novembre corso.

  Carla RUOCCO, presidente, ricorda che nella seduta del 21 novembre scorso, il relatore Maniero ha illustrato i contenuti dei provvedimenti e che l'esame è proseguito nella seduta del 28 novembre, con l'adozione della proposta di legge C. 1353, approvata dal Senato, quale testo base per il seguito dell'esame.
  Avverte che alle ore 12 di martedì 4 dicembre è scaduto il termine per la presentazione di emendamenti e che sono state presentate 20 proposte emendative, nessuna delle quali presenta profili di inammissibilità. Avverte inoltre che il fascicolo degli emendamenti è a disposizione dei colleghi e sarà allegato al resoconto della seduta odierna (vedi allegato 1).
  Nessuno chiedendo di intervenire, ed accogliendo le richieste pervenute sul punto da alcuni colleghi dell'opposizione di affrontare in una successiva seduta la discussione delle citate proposte emendative, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.30.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 5 dicembre 2018. — Presidenza della presidente Carla RUOCCO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Massimo Bitonci.

  La seduta comincia alle 12.30.

Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell'acquacoltura con metodo biologico.
Testo unificato C. 290 e abb.

(Parere alla XIII Commissione).
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 4 dicembre scorso.

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  Carla RUOCCO, presidente, rammenta che la discussione in Assemblea sul provvedimento è prevista già a partire dalla giornata di lunedì 10 dicembre prossimo e che la Commissione Finanze dovrà quindi esprimersi entro la giornata odierna.

  Paolo PATERNOSTER (Lega), relatore, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2), che illustra.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 12.35.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 5 dicembre 2018. — Presidenza della presidente Carla RUOCCO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Massimo Bitonci.

  La seduta comincia alle 12.35.

Schema di decreto legislativo recante norme di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2016/1011, sugli indici usati come indici di riferimento negli strumenti finanziari e nei contratti finanziari o per misurare la performance di fondi di investimento e recante modifica delle direttive 2008/48/CE e 2014/17/UE e del regolamento (UE) n. 596/2014, nonché di adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2015/2365, sulla trasparenza delle operazioni di finanziamento tramite titoli e del riutilizzo e che modifica il regolamento (UE) n. 648/2012.
Atto n. 59.

(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto legislativo.

  Carla RUOCCO, presidente, rammenta che il termine per l'espressione del parere sull'Atto è fissato al 31 dicembre 2018.

  Alessandro PAGANO (Lega), relatore, ricorda che, con la legge di delegazione europea 2016-2017, il Parlamento ha delegato al Governo l'adeguamento della normativa nazionale al regolamento (UE) 2016/1011 sugli indici usati come riferimento negli strumenti finanziari e nei contratti finanziari o per misurare la performance di fondi di investimento, nonché l'adeguamento al regolamento (UE) 2015/2365, sulla trasparenza delle operazioni di finanziamento tramite titoli. I principi e i criteri direttivi per l'esercizio della delega sono contenuti negli articoli 9 e 10 della legge di delegazione.
  Poiché i citati regolamenti rappresentano fonti del diritto immediatamente applicabili nell'ordinamento italiano, lo schema in esame non riproduce il loro contenuto nel Testo Unico della Finanza – TUF ma si limita ad adottare le misure per cui è espressamente richiesto l'intervento degli Stati membri che riguardano principalmente: la designazione delle autorità competenti a svolgere i compiti dettati dai regolamenti; l'adozione di misure appropriate che consentano alle stesse autorità di disporre di tutti i poteri di vigilanza, di indagine e sanzionatori necessari allo svolgimento di tali compiti.
  Rammenta innanzitutto che il regolamento (UE) n. 1011 del 2016 – di seguito Regolamento benchmark – introduce un quadro normativo comune, teso ad assicurare accuratezza e integrità degli indici utilizzati come riferimento (c.d. appunto benchmark) per la determinazione del valore di rimborso e del rendimento di prodotti finanziari.
  La nuova disciplina europea prevede specifici requisiti di governance e controllo per gli amministratori di indici di riferimento, requisiti per la metodologia e per i dati utilizzati nel calcolo degli stessi, nonché il rafforzamento delle procedure di governance e sorveglianza su tutti coloro che forniscono informazioni utilizzate per il calcolo.
  Vengono poi dettate norme per particolari categorie di indici: indici di riferimento basati su dati regolamentati, indici di riferimento per la determinazione dei Pag. 54tassi di interesse, indici di riferimento per le merci. Sulla base di un complesso di requisiti qualitativi e quantitativi vengono identificati e sottoposti a regole specifiche e più stringenti gli indici di riferimento «critici» e gli indici «significativi».
  Le norme prevedono infine (articolo 57) l'obbligo per le banche di fornire informazioni adeguate prima di concludere qualsiasi contratto finanziario (ad esempio mutui) con un cliente e di avvisarlo delle potenziali implicazioni legati all'indicizzazione del contratto stesso.
  II regolamento (UE) n. 2015/2365 – di seguito Regolamento SFT-R – fissa un quadro normativo armonizzato sulla trasparenza delle operazioni di finanziamento tramite titoli (SFTs) e di riutilizzo (R) di strumenti finanziari ricevuti nell'ambito di un contratto di garanzia reale.
  Per le SFTs, il regolamento prevede obblighi informativi (reporting) a carico delle controparti contraenti, sia finanziarie che non finanziarie, verso i repertori di dati (trade repositories, TRs) a disposizione delle autorità di vigilanza europee per monitorare complessivamente i rischi derivanti da tali tipologie di transazioni. Fra i soggetti sottoposti a tali obblighi vi sono i gestori di fondi di investimento, che sono obbligati a rendere trasparente agli investitori l'uso di tali operazioni. Ulteriori requisiti minimi in materia di informativa sono previsti a carico delle controparti che effettuano operazioni di riutilizzo, che dovrebbero avvenire nel rispetto di specifiche condizioni, tra le quali, il previo consenso della controparte fornitrice.
  Sulla base di quanto indicato nella relazione illustrativa, l'omogeneità delle modifiche da apportare al TUF per garantirne l'adeguamento ai due Regolamenti appena descritti ha determinato l'adozione di un unico schema di decreto legislativo. Viene altresì specificato che le modifiche generano un impatto minimo rispetto alle norme già direttamente applicabili.
  L'articolo 1 dello schema integra l'articolo 1 del testo unico introducendo le nuove definizioni di «indice di riferimento» e di «amministratore di indici di riferimento» facendo rinvio alle definizioni contenute nel Regolamento benchmark sopra illustrate.
  Il comma 3 integra l'articolo 4-quater del TUF, che individua le autorità nazionali competenti ai sensi del Regolamento sulle infrastrutture di mercato (n. 648/2012 – EMIR), in continuità con il quale viene definito l'assetto di attribuzioni dei poteri fra le autorità per il rispetto degli obblighi prescritti dal Regolamento SFT-R. Anche per quest'ultimo Regolamento, la vigilanza viene ripartita per soggetto (comma 2-bis) fra la Banca d'Italia, la CONSOB, l'IVASS e la COVIP, ciascuna avendo il potere di esercitarla nei confronti delle controparti finanziarie che già ricadono nella loro sfera di attribuzione. Il nuovo comma 3 dell'articolo 4-quater identifica, anche ai fini del Regolamento in esame, la CONSOB quale autorità competente nei confronti delle controparti non finanziarie non vigilate da altra autorità.
  Il comma 4 dell'articolo 1 dello schema inserisce nel TUF il nuovo articolo 4-septies.1 che individua le autorità nazionali competenti a garantire il rispetto delle norme previste dal Regolamento benchmark.
  In particolare, viene attribuita alla CONSOB la vigilanza sugli amministratori di indici di riferimento (in linea con quanto previsto dalla legge di delegazione europea) e sui contributori di dati sottoposti a vigilanza stabiliti nel territorio della Repubblica. Con riferimento invece all'utilizzo dei benchmark, viene riproposto il criterio di ripartizione per soggetto per il quale la CONSOB, la Banca d'Italia, l'IVASS e la COVIP sono competenti dei diversi utilizzatori secondo le rispettive attribuzioni di vigilanza. In tale contesto, la CONSOB viene designata quale autorità competente responsabile del coordinamento, della cooperazione e dello scambio di informazioni con la Commissione, l'ESMA e le autorità competenti degli altri Stati membri.
  L'articolo 2 dello schema di decreto in esame riporta le modifiche alla disciplina sanzionatoria prevista dal TUF.Pag. 55
  Per quanto riguarda le sanzioni applicabili per la violazione delle disposizioni del Regolamento benchmark e delle relative norme tecniche di regolamentazione: non sono previste sanzioni penali, in quanto il Regolamento prevede obblighi di natura procedurale e preventiva, posti a presidio della corretta amministrazione degli indici, mentre in caso di manipolazione sarebbero applicabili le sanzioni penali previste per la repressione degli abusi di mercato; viene prevista per le sanzioni amministrative pecuniarie una forbice edittale (per la quale l'articolo 42 del Regolamento europeo fissa soltanto il limite minimo della sanzione massima) differenziata per le persone giuridiche e le persone fisiche e stabilita, secondo quanto previsto nella relazione illustrativa, in continuità con altre disposizioni sanzionatorie già presenti nel TUF, salvaguardando la proporzionalità delle sanzioni nella determinazione dei minimi edittali. Per i limiti massimi edittali viene prevista la possibilità di aumento fino al triplo dell'ammontare dei vantaggi ottenuti grazie alla violazione; viene disposto poi che l'irrogazione delle sanzioni previste per le persone fisiche possa avvenire anche nei confronti degli esponenti aziendali e del personale di società ed enti nei confronti dei quali siano accertate le violazioni; vengono richiamate le misure amministrative che possono essere utilizzate per reprimere le condotte violative: l'ordine di porre termine alla violazione (di cui all'articolo 194-quater del TUF) e la dichiarazione pubblica (di cui all'articolo 194-septies del TUF) alternativi alle sanzioni pecuniarie nei casi di scarsa offensività delle condotte violative; la confisca del prodotto o del profitto; la revoca o la sospensione dell'autorizzazione o della registrazione e l'interdizione temporanea; viene attribuita la potestà sanzionatoria in capo alle quattro autorità di vigilanza (CONSOB, Banca d'Italia, IVASS e COVIP), ciascuna con riferimento ai soggetti sottoposti alla propria vigilanza.
  Per quanto riguarda il Regolamento SFT-R, si rappresenta che lo stesso contiene una norma direttamente applicabile con riferimento alle sanzioni repressive delle condotte violative degli obblighi sanciti dagli articoli 13 e 14 del citato regolamento. A tali violazioni, relative a obblighi di trasparenza pre-contrattuale e periodica da parte dei gestori di fondi, l'articolo 28 del Regolamento SFT-R prevede l'applicazione delle sanzioni e delle altre misure stabilite a norma delle direttive 2009/65/CE (cd. UCITS) e 2011/61/UE (cd. AIFMD).
  Allo scopo di completare il quadro sanzionatorio sono poi inseriti nel TUF i nuovi commi 1-bis e 1-ter dell'articolo 193-quater che individuano le misure amministrative pecuniarie per le violazioni degli obblighi previsti dagli articoli 4 (segnalazione delle operazioni) e 15 (trasparenza nel riutilizzo) del Regolamento SFT-R. L'impianto è sostanzialmente in linea con quello applicabile al Regolamento benchmark, pur venendo meno la confisca fra le misure amministrative utilizzabili a scopo sanzionatorio.

  Carla RUOCCO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 12.40.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 106 del 4 dicembre 2018, a pagina 31, prima colonna, ottava riga, le parole «(in luogo del precedente 5 per cento)» sono soppresse.

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