CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 6 settembre 2018
53.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (I e V)
COMUNICATO
Pag. 75

SEDE REFERENTE

  Giovedì 6 settembre 2018. — Presidenza del presidente della I Commissione Giuseppe BRESCIA. — Interviene la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze Laura Castelli.

  La seduta comincia alle 11.10.

DL 91/2018: Proroga di termini previsti da disposizioni legislative.
C. 1117 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni riunite proseguono l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato, da ultimo, nella seduta del 5 settembre 2018.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che, a seguito dell'esame dei ricorsi, sono state ritenute ammissibili per materia le seguenti proposte emendative:
   gli identici 1.18 Prisco, 1.19 Migliore e 1.59 Pella, che, fermo restando l'obbligo di deliberazione entro il 30 aprile dell'anno successivo del rendiconto degli enti locali, prevedono il differimento al 31 luglio dell'anno successivo del termine entro cui deliberare i documenti connessi alla contabilità economico-patrimoniale;
   Vietina 1.74, che proroga all'esercizio 2020 la possibilità per piccoli comuni (con meno di 5.000 abitanti) di non tenere la contabilità patrimoniale;
   Ubaldo Pagano 1.99, che dispone una proroga dei termini per la procedura di riaccertamento straordinario dei residui al 31 dicembre 2018 per i comuni che hanno rilevato un disavanzo tecnico di amministrazione ripianato in un periodo non superiore a 30 anni;Pag. 76
   Nevi 5.11, Gadda 5.12 e Schullian 5.01, in quanto prorogano un termine legislativo in scadenza nel 2018 concernente la retribuzione e i compensi in favore di lavoratori;
   Lotti 13.124, in quanto, prevedendo il rifinanziamento del Fondo sport e periferie di cui all'articolo 15 del decreto-legge n. 185 del 2015, interviene anche su una materia, quella delle misure finanziarie per progetti di sviluppo delle periferie, oggetto di norme contenute all'articolo 13 del provvedimento.

  Ribadisce, invece, la dichiarazione di inammissibilità in merito alle seguenti proposte emendative:
   Costa 2.11, in quanto determina il foro competente per il reato di rivelazione di segreti inerenti a un procedimento penale;
   Lotti 3.4, in quanto prevede modifiche alle norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio di cui alla legge n. 157 del 1992, non oggetto del presente provvedimento;
   Paolo Russo 4.8, in quanto interviene sui criteri generali di ripartizione del Fondo nazionale per il concorso finanziario dello Stato agli oneri del trasporto pubblico locale, anche ferroviario, nelle regioni a statuto ordinario;
   Gagliardi 9-ter.04, in quanto autorizza la spesa di 20 milioni di euro per il ristoro della popolazione della città di Genova danneggiata dal crollo del ponte Morandi e prevede agevolazioni fiscali per i soggetti privati danneggiati, non oggetto del presente provvedimento;
   Costa 11.8, in quanto interviene sulla disciplina relativa alle modifiche statutarie delle fondazioni bancarie, non oggetto del presente provvedimento;
   Gagliardi 11-ter.03, in quanto istituisce un Fondo con dotazione di 100 milioni di euro in ciascuno degli anni 2018-2020 per il sostegno alle imprese danneggiate dal crollo del ponte Morandi e prevede agevolazioni fiscali per i soggetti privati danneggiati, non oggetto del presente provvedimento;
   Paolo Russo 12.1, in quanto interviene sul decreto-legge n. 745 del 1970, prevedendo che il fondo di dotazione dell'Istituto centrale per il credito a medio termine (Mediocredito centrale) sia ripartito secondo il principio di riequilibrio territoriale di cui all'articolo 7-bis del decreto-legge n. 243 del 2016, non oggetto del presente provvedimento;
   Gagliardi 13.118, in quanto istituisce la zona franca urbana nell'area territoriale del comune di Genova al fine di favorire lo sviluppo del tessuto imprenditoriale delle piccole e micro imprese che direttamente o indirettamente abbiano subìto i danni in conseguenza del crollo del Ponte Morandi, non oggetto del presente provvedimento;
   Mulè 13.119, in quanto prevede che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti stipuli con l'associazione italiana Società concessionarie e trafori un accordo volto a prevedere agevolazioni tariffarie inerenti la tratta autostradale A10 Genova Pegli-Ventimiglia, non oggetto del presente provvedimento;
   Gagliardi 13.120, in quanto non reca proroghe di termini, ma prevede l'applicazione delle disposizioni di cui all'articolo 4 del decreto-legge n. 91 del 2017 in materia di istituzione di Zone Economiche Speciali anche in riferimento all'intero perimetro portuale e retro portuale del comune di Genova, non oggetto del presente provvedimento.

  Comunica, inoltre, che le presidenze stanno ancora valutando il ricorso presentato relativamente all'emendamento Sisto 2.25, nonché l'ammissibilità degli emendamenti 11.9 dei relatori, Marattin 11.5 e D'Ettore 11.7.
  Avverte che l'emendamento 6.61 dei relatori è stato ritirato e che, al suo posto, è stato presentato l'emendamento 6.65 dei relatori, che è in distribuzione (vedi allegato Pag. 771). Fissa, pertanto, il termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento 6.65 dei relatori alle ore 13 della giornata odierna.

  Francesco Paolo SISTO (FI), nel ricordare che sono state presentate numerose proposte emendative volte a dare ristoro a coloro che hanno subìto danni in conseguenza del crollo del ponte Morandi di Genova, sollecita le presidenze a svolgere una ulteriore riflessione sull'ammissibilità delle proposte emendative che riguardano tale materia. In particolare, segnala l'emendamento Gagliardi 13.120, il quale ha la finalità di congelare i termini di applicazione delle disposizioni dell'articolo 4 del decreto-legge n. 91 del 2017 e che non comporterebbe ulteriori oneri. Ritiene, infine, che prendere in considerazione tale proposta emendativa dimostrerebbe l'attenzione del Parlamento nei confronti della popolazione di Genova.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, nel sottolineare che tutto il Parlamento è sensibile al tema del ristoro dei danni nei confronti di coloro che hanno subìto danni in conseguenza del crollo del Ponte Morandi di Genova, ricorda che la materia non è oggetto del provvedimento in esame, esprimendo l'auspicio che il Governo adotti al più presto provvedimenti ad hoc.

  Roberto OCCHIUTO (FI), nel rinnovare la richiesta avanzata dal deputato Sisto, segnala che le proposte emendative in oggetto sono assimilabili a contenuti dell'articolo 13. Ricorda, infatti, che nel ricorso presentato dal suo gruppo si sottolineava che l'articolo 13 reca stanziamenti che intervengono sulla finanza locale e non misure di proroga. Invita, pertanto, le presidenze a svolgere un ulteriore approfondimento sull'ammissibilità delle proposte emendative segnalate.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, vista la ulteriore sollecitazione, comunica che le presidenze si riservano di valutare le proposte emendative relative al crollo del ponte Morandi di Genova oggetto di ricorso.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame alla seduta già convocata alle ore 14.

  La seduta termina alle 11.25.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 6 settembre 2018. — Presidenza del presidente della I Commissione, Giuseppe BRESCIA, indi del presidente della V Commissione, Claudio BORGHI. — Intervengono il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e per la democrazia diretta, Vincenzo Santangelo, la sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze, Laura Castelli, il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e per la democrazia diretta, Guido Guidesi, il sottosegretario per la salute, Armando Bartolazzi.

  La seduta comincia alle 14.30.

DL 91/2018: Proroga di termini previsti da disposizioni legislative.
C. 1117 Governo, approvato dal Senato.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni riunite proseguono l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato, da ultimo, nella odierna seduta antimeridiana.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che gli emendamenti Ceccanti 1.33, 1.36 e 1.45, Migliore 1.21, Butti 4-bis.1 e 4-bis.04 e Mandelli 7.13 sono stati ritirati dai presentatori.
  Avverte altresì che l'onorevole Germanà sottoscrive gli emendamenti Occhiuto 13.5 e Pella 13.9; gli onorevoli Barelli, Bendinelli, Carrara, Casciello, Fiorini, Polidori, Porchietto e Squeri sottoscrivono gli emendamenti Gagliardi 11-ter.03, 13.120, 13.118, 9-ter.04 e Mulè 13.119; l'onorevole Scoma sottoscrive gli Pag. 78emendamenti Prestigiacomo 1.64 e 1.54; l'onorevole Minardo sottoscrive l'emendamento Prestigiacomo 1.54; l'onorevole Riccardo Zucconi sottoscrive gli emendamenti Rizzetto 6.21, Prisco 13.3, Fidanza 13.12, 13.114, 13.115, 13.116 e 13.117; Rizzetto 13.130; l'onorevole Nobili sottoscrive l'emendamento Madia 13.20; l'onorevole Corneli sottoscrive gli emendamenti Colletti 8.8 e 9.59; l'onorevole Delmastro delle Vedove sottoscrive gli emendamenti Fidanza 13.12, 13.114, 13.115, 13.116 e 13.117; l'onorevole Pezzopane sottoscrive il subemendamento Marattin 0.6.65.1.
  Comunica inoltre che l'emendamento Sisto 2.25 a pagina 34 del fascicolo è stato riammesso in quanto sospende l'efficacia di alcune disposizioni del codice di procedura penale in tema di forma dell'impugnazione (articolo 581 del codice di procedura penale) e di inammissibilità dei ricorsi in cassazione (articolo 610 del codice di procedura penale), intervenendo quindi, con una misura di sospensione analoga a quella di cui all'articolo 2, comma 2, del provvedimento, il quale sospende, a sua volta, temporaneamente, l'efficacia di alcune disposizioni di natura processuale, relative alla partecipazione al procedimento penale con il sistema del collegamento audiovisivo a distanza.
  Comunica quindi che gli emendamenti 11.9 dei relatori, Marattin 11.5 e D'Ettore 11.7, a seguito della valutazione sull'ammissibilità svolta dalla presidenze, sono considerati ammissibili, mentre l'emendamento Gagliardi 13.120 è considerato inammissibile.
  Avverte inoltre che sono stati presentati sette subemendamenti all'emendamento 6.65 dei relatori (vedi allegato 1). Al riguardo, comunica che il subemendamento Paolo Russo 0.6.65.6 risulta inammissibile, in quanto volto ad introdurre disposizioni di contenuto aggiuntivo, segnatamente prevedendo l'estensione dell'obbligo vaccinale per il personale operante nelle scuole, non riconducibili o connesse a quelle recate dal medesimo emendamento 6.65 dei relatori.

  Luigi MARATTIN (PD), date le priorità politiche del suo gruppo in merito al provvedimento in esame, chiede di iniziare la discussione del provvedimento dall'articolo 6, cui è riferito l'emendamento 6.65 dei relatori in materia di vaccini. Segnala, infatti, che l'esito della discussione delle proposte emendative riferite all'articolo 6 condizionerà l'atteggiamento del suo gruppo sul provvedimento nel suo complesso.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, comunica che le presidenze delle Commissioni hanno stabilito di iniziare l'esame del provvedimento, com’è prassi, dall'articolo 1. Comunica, inoltre, che il Ministero della salute ha dato la disponibilità a far intervenire nella discussione un proprio rappresentante, al fine di chiarire le ragioni che hanno portato i relatori ed il Governo a presentare l'emendamento 6.65.

  Andrea MANDELLI (FI), associandosi alla richiesta dell'onorevole Marattin, segnala che anche per il suo gruppo l'esito della discussione delle proposte emendative riferite all'articolo 6 condizionerà l'atteggiamento sul provvedimento nel suo complesso.

  Gennaro MIGLIORE (PD), chiede che le presidenze comunichino in modo preciso l'inizio dei lavori delle Commissioni, stante il fatto che la seduta è iniziata con mezz'ora di ritardo rispetto all'orario previsto nella convocazione. A tale proposito, ricorda che nella scorsa legislatura da parte dell'opposizione veniva censurato anche un ritardo di pochi minuti rispetto all'orario previsto nella convocazione. Visto il ritardo, ritiene opportuno sospendere i lavori delle Commissioni in attesa della disponibilità di un rappresentante del Ministero della salute a intervenire sull'argomento dei vaccini, in modo che sia possibile iniziare l'esame del provvedimento a partire dall'articolo 6.

  Emanuele FIANO (PD) segnala che vi sono precedenti che dimostrano che più volte l'esame dei provvedimenti non è Pag. 79iniziato dall'articolo 1. Ritiene che la proposta di non seguire l'ordine numerico degli articoli del provvedimento non è da escludere in quanto gli articoli del decreto-legge in esame, relativo alla proroga di termini, contengono argomenti nettamente separati. Sostiene, inoltre, che sia pretestuoso da parte della maggioranza aspettare l'intervento di un rappresentante del Ministero della salute per procedere all'esame dell'articolo 6. Ritiene, infatti, che in realtà si tratti di una scelta politica, in quanto la maggioranza in questo momento non ha la volontà di affrontare l'argomento dei vaccini.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, chiarisce che nel suo intervento precedente ha semplicemente comunicato che il Ministero della salute aveva manifestato la propria volontà di chiarire la sua posizione sul tema dei vaccini, non essendo questa la ragione per cui l'esame del provvedimento non inizia dall'articolo 6. Avverte, infatti, che la richiesta formulata dai deputati Marattin e Mandelli sarà posta in votazione.

  Francesco Paolo SISTO (FI) ritiene che le scelte delle presidenze delle Commissioni dovrebbero essere finalizzate all'economia dei lavori. Segnala, infatti, che se si superasse un punto critico, quale è quello dei vaccini, si potrebbe proseguire più speditamente con i lavori, dato che l'esito della discussione sull'articolo 6 condizionerà l'atteggiamento dei gruppi di opposizione sul provvedimento nel suo complesso.

  Andrea GIORGIS (PD), associandosi alla richiesta formulata dall'onorevole Migliore, chiede che le Commissioni sospendano i propri lavori in attesa che il Governo riferisca in merito al tema dei vaccini.

  Beatrice LORENZIN (Misto-CP-A-PS-A), nel ricordare che nelle giornate precedenti le Commissioni hanno audito autorevoli esponenti del mondo sanitario e del mondo scolastico, che hanno espresso la propria opinione sul provvedimento in esame, chiede che si riapra il ciclo delle audizioni al fine di acquisire il parere degli auditi sull'emendamento 6.65 dei relatori.

  Le Commissioni respingono la proposta di sospensione della seduta.

  Emanuele FIANO (PD) sollecita le presidenze a rispondere alla richiesta formulata dall'onorevole Lorenzin.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda che la fase delle audizioni si conclude prima dell'inizio dell'esame degli articoli del provvedimento.

  Giovanni DONZELLI (FdI), sottolineando l'importanza dell'articolo 13, relativo allo sviluppo infrastrutturale, chiede che si inizi l'esame del provvedimento a partire dalle proposte emendative riferite a tale articolo.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ribadisce che l'esame del provvedimento inizierà dalle proposte emendative riferite all'articolo 1.

  Francesco Paolo SISTO (FI), nel contestare la valutazione di ammissibilità delle proposte emendative, ritiene che le presidenze delle Commissioni abbiano utilizzato un metro di giudizio diverso per le proposte emendative dei relatori e per quelle presentate dalle opposizioni. A tale proposito porta l'esempio della difformità di giudizio sull'ammissibilità dell'emendamento 11.9 dei relatori e dell'emendamento Gagliardi 13.120, stante il fatto che entrambi non avevano pertinenza rispetto al provvedimento. Ritiene si tratti di un precedente estremamente pericoloso, che auspica sia portato all'attenzione della Presidenza della Camera.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda che con l'emendamento 11.9 dei relatori sono stati valutati ammissibili anche gli emendamenti Marattin 11.5 e D'Ettore 11.7, inerenti il medesimo argomento e presentati da esponenti delle opposizioni.

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  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Gebhard 1.1 e Prisco 1.5, sugli identici emendamenti Speranza 1.7, Migliore 1.6, De Luca 1.9 e D'Attis 1.10, sull'emendamento Delmastro Delle Vedove 1.11, sugli identici emendamenti De Menech 1.12 e D'Attis 1.13, sugli emendamenti De Luca 1.14 e Sorte 1.15 e sugli identici emendamenti Speranza 1.16 e D'Attis 1.17. Propone l'accantonamento degli identici emendamenti Migliore 1.19, Prisco 1.18 e Pella 1.59 e degli identici emendamenti Prisco 1.49, Migliore 1.50, Speranza 1.100 e Pella 1.101. Esprime parere contrario sull'emendamento Prisco 1.44, sugli identici emendamenti Pella 1.65 e Speranza 1.86, sugli emendamenti Prisco 1.24 e D'Attis 1.73, sugli identici emendamenti Giorgis 1.25, Silvestroni 1.26, Speranza 1.27 e Melilli 1.57, sull'emendamento D'Attis 1.66, sugli identici emendamenti Speranza 1.82 e Pella 1.83, sull'emendamento Prisco 1.34, sugli identici emendamenti Prisco 1.35, Speranza 1.84 e Pella 1.85, sugli identici emendamenti Prisco 1.39, Fassina 1.90 e Pella 1.91, sull'emendamento Speranza 1.41, sugli identici emendamenti Silvestroni 1.42 e Melilli 1.97, sugli emendamenti Prisco 1.43, 1.46 e 1.48, Pollastrini 1.40 e Sorte 1.51 e sugli identici emendamenti Marattin 1.52 e Magi 1.53. Raccomanda l'approvazione dell'emendamento 1.105 dei relatori. Esprime parere contrario sugli emendamenti Prestigiacomo 1.54, Speranza 1.55, Paolo Russo 1.56 e Magi 1.58. Propone l'accantonamento degli emendamenti Paolo Russo 1.63 e Prestigiacomo 1.64. Esprime parere contrario sugli emendamenti Vietina 1.74, Melilli 1.81, Topo 1.89, De Maria 1.102 e D'Attis 1.103, sugli identici emendamenti Pella 1.93 e Speranza 1.94, sugli emendamenti De Maria 1.95, Speranza 1.96, Vietina 1.98 e Ubaldo Pagano 1.99 e sugli identici emendamenti Melilli 1.92 e Pella 1.104. Propone l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Prisco 1.01. Esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Prisco 1.02.

  Il sottosegretario Vincenzo SANTANGELO concorda con i pareri dei relatori ed esprime parere favorevole sull'emendamento 1.105 dei relatori.

  Elena CARNEVALI (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, si associa alla richiesta di procedere a un nuovo ciclo di audizioni sulla questione dei vaccini, anche in considerazione dell'attenzione che tale tema suscita nell'opinione pubblica.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, fa presente come la questione potrà essere affrontata nel momento in cui si passerà all'esame delle proposte emendative ad essa relative.

  Stefania PRESTIGIACOMO (FI) chiede chiarimenti sulle motivazioni del parere contrario espresso sull'emendamento a sua firma 1.54, alla luce del fatto che il contenuto dello stesso a suo avviso sarebbe assorbito da una proposta emendativa dei relatori.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, invita la deputata Prestigiacomo a porre la questione quando si passerà all'esame di tali proposte emendative.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Gebhard 1.1.

  Emanuele PRISCO (FdI), illustrando l'emendamento a sua firma 1.5, rileva come esso risponda alla finalità di promuovere la reintroduzione dell'elezione dei presidenti di provincia e dei consigli provinciali a suffragio universale e diretto, ritenendo che, nel momento in cui tali organi sono mantenuti, essi debbano essere eletti direttamente dai cittadini anziché con elezioni di secondo grado. Diversamente occorrerebbe a suo avviso intervenire con una riforma costituzionale, ma ricorda al riguardo come la cittadinanza, nel referendum del 4 dicembre 2016, abbia respinto una proposta di revisione costituzionale che prevedeva, tra l'altro, l'abolizione delle province.

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  Giovanni DONZELLI (FdI) si associa alle considerazioni del deputato Prisco, osservando come il fallimento della «finta» abolizione delle provincie sia, a suo avviso, evidente. Rileva peraltro come l'emendamento Prisco 1.5 non preveda termini perentori per la reintroduzione dell'elezione diretta degli organi, ma si limiti a delineare un obiettivo politico. Ritiene che fino a quando siano mantenute le province, le quali restano peraltro titolari di funzioni rilevanti, ad esempio per quanto concerne la sicurezza degli edifici scolastici e la rete stradale, i relativi organi debbano essere eletti dai cittadini, anche al fine di evitare la percezione che essi siano espressione di una «casta».

  Luigi MARATTIN (PD) dichiara il voto contrario del proprio gruppo sull'emendamento Prisco 1.5. Ritiene che le considerazioni svolte dai deputati Prisco e Donzelli siano viziate da alcune incoerenze logiche. In primo luogo, contesta la tesi per cui il passaggio dall'elezione diretta all'elezione di secondo grado costituirebbe un vulnus al sistema democratico, in quanto, a seguito della legge n. 56 del 2014, la cosiddetta «legge Delrio», le province hanno visto considerevolmente ridotte le proprie funzioni rispetto a quelle che esercitavano quando i relativi organi erano eletti direttamente. Osserva, inoltre, come non sia corretto qualificare la reintroduzione dell'elezione diretta come una riforma e come essa andrebbe invece considerata una restaurazione, in quanto la riforma è stata quella introdotta con la «legge Delrio», rispetto alla quale la proposta in esame andrebbe a ripristinare lo status quo ante. Rileva una contraddizione tra la posizione assunta oggi dai deputati del gruppo Fratelli d'Italia e quella, favorevole all'abolizione delle province, sostenuta fino al 2014 dalla parte politica dalla quale essi provengono. Osserva come l'attuale ordinamento delle province non sia frutto del caso, ma di un percorso politico ben preciso, che si è articolato nella legge n. 56 del 2014, con la quale sono state mantenute in capo alle province solo alcune funzioni di area vasta, e nella proposta di abolizione contenuta nella riforma costituzionale respinta dal corpo elettorale, e ricorda come, a seguito delle reiezione della proposta di abolizione, sia stato reintegrato in favore delle province, su iniziativa del Governo Gentiloni, il livello di finanziamento previsto nel 2014.

  Andrea MANDELLI (FI) dichiara il voto favorevole del proprio gruppo sull'emendamento Prisco 1.5, in quanto ritiene sia necessario affrontare l'attuale situazione di confusione esistente sul tema delle province, anche in considerazione del fatto che le competenze rimaste in capo a tali enti riguardano temi di notevole importanza per i cittadini.

  Ylenja LUCASELLI (FdI) ritiene opportuno il ripristino dell'elezione diretta degli organi delle province, anche al fine di porre rimedio alle sperequazioni determinate dall'attuale sistema elettorale di secondo grado, con la sovrarappresentazione di alcuni comuni a danno di altri. Auspica conclusivamente che il Governo e i relatori rivedano il parere contrario sull'emendamento Prisco 1.5.

  Gennaro MIGLIORE (PD) stigmatizza la mancanza di rispetto nei confronti dei consiglieri comunali e dei partiti politici insita nell'argomentazione secondo la quale l'elezione di secondo grado andrebbe superata in quanto si tratterebbe di un'elezione da parte di una «casta» e non dei cittadini; ricorda, richiamando l'articolo 49 della Costituzione, come i partiti politici siano costituiti anzitutto dai cittadini che vi si associano, e come tutti i partiti esprimano sindaci e consiglieri comunali che meritano rispetto. Rileva come il ripristino dell'elezione diretta si tradurrebbe in una restaurazione rispetto alla riforma operata dalla «legge Delrio» e ricorda come l'elezione di secondo grado si inserisca nell'ambito di un disegno di riforma complessivo, come sottolineato anche dalla giurisprudenza costituzionale: cita al riguardo la sentenza della Corte costituzionale n. 168 del 2018, nella quale, con riferimento a norme legislative adottate Pag. 82dalla Regione Siciliana volte a reintrodurre l'elezione diretta, le disposizioni sull'elezione indiretta contenute nella legge n. 56 del 2014 vengono qualificate come norme fondamentali delle riforme economico-sociali, in quanto rientranti tra gli aspetti essenziali del disegno riformatore. Osserva, infine, come la reintroduzione dell'elezione diretta comporterebbe anche oneri economici, e ribadisce il voto contrario del proprio gruppo sull'emendamento Prisco 1.5.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Prisco 1.5.

  Gennaro MIGLIORE (PD), intervenendo sugli identici emendamenti Speranza 1.7, Migliore 1.6, De Luca 1.9 e D'Attis 1.10, rileva come essi rispondano ed esigenze di buon senso, rappresentate peraltro anche dal presidente dell'Unione delle province italiane. Le proposte emendative in esame sono volte infatti a consentire l'accorpamento in un'unica tornata elettorale anche dei 43 consigli provinciali che scadono nel mese di gennaio 2019 e ad evitare che in 34 province si debba votare a distanza di pochi mesi per l'elezione del presidente e del consiglio. Chiede, pertanto, che quanto meno i predetti emendamenti siano accantonati, al fine di consentire di verificare la possibilità di accogliere le proposte in essi contenute.

  Mauro D'ATTIS (FI) chiede ai relatori e al Governo il motivo del parere contrario sugli emendamenti in esame, facendo notare che essi mirano ad indicare un'unica data per lo svolgimento delle prossime elezioni amministrative provinciali, razionalizzando i costi che deriverebbero, al contrario, dallo svolgimento di diversi turni elettorali. Precisando preliminarmente che il suo gruppo auspica una riforma del sistema delle province, auspica che tali proposte emendative siano quantomeno accantonate.

  Emanuele FIANO (PD) chiede ai relatori e al Governo di motivare il parere contrario sugli identici emendamenti Speranza 1.7, Migliore 1.6, De Luca 1.9 e D'Attis 1.10, non comprendendo come si possa esprimere contrarietà ad una proposta volta a semplificare le modalità di svolgimento delle elezioni amministrative provinciali. Fatto notare, peraltro, che si tratta di una proposta che raccoglie indicazioni formulate dall'UPI in sede di audizione in Parlamento, auspica quantomeno un accantonamento di tali proposte emendative.

  Elena CARNEVALI (PD), rilevato che le proposte emendative in esame recepiscono richieste formulate dall'UPI in sede di audizioni parlamentari, fa notare che tali emendamenti mirano a garantire la massima rappresentanza politica nelle prossime elezioni amministrative provinciali. Non comprende come possano opporsi ad una simile richiesta di maggior democraticità anche gruppi che, nel territorio, rivendicano le stesse esigenze, seppur nell'ambito di differenti alleanze politiche.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, rivedendo il suo precedente parere, propone di accantonare gli identici emendamenti Speranza 1.7, Migliore 1.6, De Luca 1.9 e D'Attis 1.10, l'emendamento Delmastro Delle Vedove 1.11, gli identici emendamenti De Menech 1.12 e D'Attis 1.13, gli emendamenti De Luca 1.14 e Sorte 1.15, nonché gli identici emendamenti Speranza 1.16 e D'Attis 1.17.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che si intendono accantonati gli identici emendamenti Speranza 1.7, Migliore 1.6, De Luca 1.9 e D'Attis 1.10, l'emendamento Delmastro Delle Vedove 1.11, gli identici emendamenti De Menech 1.12 e D'Attis 1.13, gli emendamenti De Luca 1.14 e Sorte 1.15, nonché gli identici emendamenti Speranza 1.16 e D'Attis 1.17.
  Avverte altresì che si intendono accantonati gli identici emendamenti Migliore 1.19, Prisco 1.18 e Pella 1.59, nonché gli identici emendamenti Prisco 1.49, Migliore 1.50, Speranza 1.100 e Pella 1.101.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l'emendamento Prisco 1.44 e Pag. 83gli identici emendamenti Pella 1.65 e Speranza 1.86.

  Emanuele PRISCO (FdI) illustra il suo emendamento 1.24, facendo notare che esso prevede che, limitatamente agli enti in condizione di dissesto finanziario ed in riequilibrio finanziario pluriennale ai sensi, rispettivamente, degli articoli 244 e 243-bis del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, alla data del 31 dicembre 2015, le sanzioni relative al mancato rispetto nel 2016 del saldo tra entrate e spese finali in termini di competenza, per violazioni emerse in base ai commi 724, 725, 726, 727 della legge 28 dicembre 2015 n. 208, o, per gli esercizi precedenti al 2016, del Patto di stabilità interno in base ai commi 28, 29 e 31 dell'articolo 31 della legge 12 novembre 2011, n. 183, e successive modificazioni, non trovano applicazione nei confronti degli enti locali per i quali le violazioni siano state accertate prima dell'entrata in vigore del presente provvedimento.
  Si tratta, a suo avviso, di offrire un sostegno a quei comuni che si trovano in difficoltà economiche, al fine di garantire l'erogazione di servizi fondamentali a vantaggio dei cittadini.

  Luigi MARATTIN (PD) ritiene che esentare i comuni dal rispetto delle norme di bilancio non sia un buon segnale dal punto di vista finanziario, facendo notare che sarebbe quantomeno preferibile agire piuttosto sul miglioramento di tali norme. Evidenzia, peraltro, come a partire dal 2016 le regole sul Patto di stabilità interno siano state rese meno rigide, a vantaggio dei comuni.

  Giovanni DONZELLI (FdI) condivide le finalità dell'emendamento Prisco 1.24, ritenendo che il Patto di stabilità interno sia disciplinato da regole inefficaci e poco ragionevoli.

  Luigi MARATTIN (PD) chiede al deputato Donzelli di motivare le sue affermazioni. Ricorda che la disciplina sul funzionamento del Patto di stabilità interno è stata migliorata negli ultimi anni.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, invita a non interrompere i deputati, consentendo loro di concludere l'intervento.

  Giovanni DONZELLI (FdI), fatto notare che a partire dal 2016 le regole sul patto di stabilità interno sono state persino peggiorate, evidenzia come l'emendamento Prisco 1.24 mira a dare sollievo a quegli enti locali che si trovano in difficoltà finanziarie ereditate da amministrazioni precedenti, consentendo di realizzare importanti investimenti a favore della collettività. Si chiede come sia possibile che siano contrari a tale emendamento proprio quei gruppi che nei diversi territori locali rappresentano tali esigenze.

  Luigi MARATTIN (PD), fatto notare che un aiuto agli enti locali potrebbe semmai giungere da un miglioramento delle regole sul funzionamento del Patto di stabilità, tra cui quelle sul fondo di rotazione, si chiede se il deputato Donzelli sia a conoscenza realmente di tale normativa. Evidenzia come dal 2016 tale normativa sia già stata migliorata, concedendo ai comuni maggiore flessibilità nella gestione finanziaria.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, invita i deputati ad intervenire utilizzando termini e toni rispettosi dei propri colleghi.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI) preannuncia il suo voto favorevole all'emendamento Prisco 1.24, che ritiene proponga un diverso approccio nell'applicazione del Patto di stabilità interno, a vantaggio di taluni comuni in difficoltà.

  Luca DE CARLO (FdI), ricordando di aver ricoperto la carica di sindaco per nove anni, ringrazia l'onorevole Marattin per avergli finalmente consentito di capire il funzionamento del patto di stabilità.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Prisco 1.24 e Pag. 84D'Attis 1.73, gli identici emendamenti Giorgis 1.25, Silvestroni 1.26, Speranza 1.27 e Melilli 1.57, l'emendamento D'Attis 1.66 e gli identici emendamenti Speranza 1.82 e Pella 1.83.

  Emanuele PRISCO (FdI) illustra l'emendamento a sua prima firma 1.34, volto a consentire che le sanzioni per mancato conseguimento del saldo non negativo tra entrate e spese finali, applicabili ai comuni con popolazione inferiore ai mille abitanti siano recuperate nel corso di tre esercizi finanziari. Chiarisce che la disposizione è finalizzata a fornire sostegno finanziario, con una spesa complessiva di circa 900 mila euro, a quattordici enti locali che sono stati recentemente investiti di questo adempimento e che, a causa delle loro ridotte dimensioni e della scarsità di personale, hanno incontrato difficoltà nel rispettare la previsione legislativa.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono l'emendamento Prisco 1.34 e gli identici emendamenti Prisco 1.35, Speranza 1.84 e Pella 1.85.

  Ylenja LUCASELLI (FdI) evidenzia l'opportunità di approvare l'emendamento Prisco 1.39, del quale è cofirmataria, che proroga di sei mesi il termine per la dismissione delle partecipazioni detenute dalle amministrazioni pubbliche, prorogando inoltre la durata del periodo transitorio durante il quale la soglia di fatturato medio, relativo alle società le cui partecipazioni devono essere dismesse, è fissata in un milione di euro, anziché in 500 mila euro. Sottolinea che le modifiche proposte sono giustifiche dalla novità e complessità della procedura introdotta dal Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica del 2016.

  Giovanni DONZELLI (FdI) raccomanda l'approvazione dell'emendamento Prisco 1.39, del quale è cofirmatario, che consentirebbe agli enti locali di adempiere ai propri obblighi con maggiore serenità.

  Andrea MANDELLI (FI), illustrando l'emendamento Pella 1.91, identico all'emendamento Prisco 1.39, ne auspica l'approvazione, evidenziando come l'obbligo di alienazione introdotto dal citato Testo unico del 2016 sia una norma innovativa e di complessa applicazione, suscettibile di dar luogo a rilevanti problematiche a livello locale.

  Luigi MARATTIN (PD) manifesta la contrarietà all'approvazione delle identiche proposte emendative Prisco 1.39, Fassina 1.90 e Pella 1.91 da parte del gruppo del Partito Democratico. Segnala al riguardo come tutti i gruppi si dichiarino in linea di principio favorevoli alla dismissione delle partecipazioni detenute da soggetti pubblici, ma come poi tendano, nei fatti, a procrastinare l'effettiva realizzazione di dette dismissioni.

  Francesco Paolo SISTO (FI) evidenzia le difficoltà dei piccoli comuni nel realizzare quanto richiesto dalla vigente normativa e si dichiara favorevole a una proroga degli adempimenti previsti. Invita quindi i relatori e il Governo a riconsiderare il parere contrario espresso sulle proposte emendative in discussione.

  Luca DE CARLO (FdI) sottolinea la necessità di concedere un più ampio lasso di tempo agli enti locali per la dismissione delle partecipazioni detenute, evidenziando come tale richiesta sia stata avanzata anche dall'ANCI e da comuni retti da giunte di centro sinistra, come quello di Vittorio Veneto.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli identici emendamenti Prisco 1.39, Fassina 1.90 e Pella 1.91, nonché l'emendamento Speranza 1.41.

  Stefania PEZZOPANE (PD) segnala che l'emendamento Melilli 1.97, del quale è cofirmataria, e i seguenti sono volti a prorogare misure in favore delle zone del Centro Italia colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016-2017. In proposito ricorda come il Governo, nel corso dell'esame del disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 55 del 2018, recante Pag. 85misure in favore delle popolazioni dei territori interessati dagli eventi sismici del 2016-2017, si fosse impegnato ad adottare, in successivi provvedimenti, quali il cosiddetto decreto proroga termini e il disegno di legge di bilancio per il 2019, misure analoghe a quelle contenute nelle proposte emendative che le Commissioni si accingono ora a esaminare.
  Sottolinea come gli interventi dei quali auspica la proroga costituissero oggetto di provvedimenti normativi, adottati dal precedente Governo, che avevano ottenuto il consenso delle comunità colpite dagli eventi sismici. Poiché le problematiche che avevano giustificato gli interventi normativi non sono state ancora superate, si rende assolutamente necessaria una proroga delle relative previsioni.
  Passando poi in particolare all'emendamento Melilli 1.97, in relazione al quale chiede un riesame del parere contrario espresso dai relatori e dal rappresentante del Governo, evidenzia che esso è volto a confermare, per l'anno 2017, l'inapplicabilità delle sanzioni per il mancato rispetto dell'obbligo di realizzare il saldo non negativo tra le entrate e le spese finali nei bilanci delle province e delle città metropolitane. Osserva infatti come gli enti locali siti nei territori colpiti dagli eventi sismici abbiano notevoli difficoltà a mantenere contemporaneamente una contabilità ordinaria e una speciale.

  Giovanni DONZELLI (FdI) si dichiara d'accordo con quanto evidenziato dalla collega Pezzopane, sottolineando come la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma non sia stata ancora completata e come sia pertanto opportuno, tra le altre misure, tutte degne di adeguata considerazione, confermare per l'anno 2017 l'inapplicabilità delle sanzioni per il mancato rispetto dell'obbligo di realizzare un saldo non negativo tra le entrate e le spese finali. Chiede quindi che sia valutata la possibilità di un accantonamento delle proposte emendative ai fini di un approfondimento delle relative problematiche.

  Emanuele PRISCO (FdI) si associa alla richiesta di accantonare gli identici emendamenti Silvestroni 1.42 e Melilli 1.97, che rispondono, come segnalato anche dall'Unione delle province d'Italia, a un'esigenza delle popolazioni colpite dagli eventi sismici, che non hanno ancora superato lo stato di emergenza e che non possono essere deluse dal mancato rispetto di impegni presi nei mesi scorsi dell'Esecutivo.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Silvestroni 1.42 e Melilli 1.97.

  Emanuele PRISCO (FdI) illustra l'emendamento 1.43 a sua prima firma, che è finalizzato a prorogare al 30 settembre 2018 il termine per l'approvazione, da parte di comuni, del piano di riequilibrio finanziario rimodulato o riformulato, ai fini di coordinare detto termine con quello previsto per l'approvazione del bilancio.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Prisco 1.43.

  Emanuele PRISCO (FdI) illustra l'emendamento a sua prima firma 1.46, volto a modificare talune disposizioni della legge di bilancio per il 2018 in materia di procedure di riequilibrio finanziario degli enti locali, anche al fine di ovviare alla visione dirigista che ha ispirato quelle medesime disposizioni e che ha finito con caricare gli enti locali di indebite responsabilità senza minimamente tenere conto delle singole realtà amministrative, comunque obbligate al rispetto di adempimenti e al raggiungimento di obiettivi particolarmente gravosi. Evidenzia altresì che l'emendamento in esame, volto a neutralizzare l'eventuale mancato rispetto degli obiettivi intermedi fissati dal piano originario nel caso di rimodulazione o riformulazione del piano stesso, consentirebbe agli enti locali, che negli ultimi anni molto ampiamente contribuito al risanamento della finanza pubblica, di utilizzare risorse da destinare ad una sempre maggiore qualità dei servizi resi in favore dei cittadini. Osserva infine che il Partito Democratico, per quanto storicamente attento alla realtà degli enti locali, nel corso Pag. 86della precedente legislatura ha sostenuto l'approvazione di misure e provvedimenti sostanzialmente volti a conseguire risultati immediati in termini di cassa, a nocumento però dell'efficienza dei bilanci degli enti locali.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Prisco 1.46.

  Ylenja LUCASELLI illustra le finalità dell'emendamento Prisco 1.48, di cui è cofirmataria, che interviene sempre in materia di procedure di riequilibrio finanziario degli enti locali, tra l'altro prevedendo la sospensione temporanea degli effetti di eventuali provvedimenti adottati dalla Corte dei conti, che accertino le condizioni di dissesto dell'ente, sino ad avvenuto esame del piano di riequilibrio così come rimodulato o riformulato.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Prisco 1.48.

  Barbara POLLASTRINI (PD) invita i relatori ed il Governo a valutare il possibile accantonamento dell'emendamento a sua prima firma 1.40, che proroga il termine per l'effettuazione delle verifiche di vulnerabilità sismica degli edifici scolastici ubicati nelle zone a rischio sismico, in ciò recependo anche le esigenze al riguardo manifestate dagli amministratori locali di quei territori ed essenzialmente volte ad assicurare la necessaria sicurezza degli utenti nonché a disporre di adeguati strumenti di pianificazione degli interventi. Ritiene che si tratti, in definitiva, di una proposta emendativa affatto ragionevole ed ispirata ai principi di concretezza e serietà.

  Emanuele FIANO (PD), nel premettere che il tema della verifica della vulnerabilità sismica degli edifici scolastici dovrebbe prescindere dalla diversa appartenenza agli schieramenti politici, chiede ai relatori e al Governo un chiarimento in merito alle ragioni sottostanti l'espressione del parere contrario sull'emendamento Pollastrini 1.40.

  Stefania PEZZOPANE (PD), associandosi alle valutazioni testé formulate dall'onorevole Fiano, sottoscrive l'emendamento Pollastrini 1.40, di cui auspica l'approvazione e che ricalca fondamentalmente la ratio dell'emendamento 1.97 a sua firma, in precedenza respinto dalle Commissioni. Rammenta infatti che l'emendamento in discussione fa parte di un più ampio pacchetto di proposte emendative accomunate dall'esigenza di affrontare le questioni relative alla ricostruzione nelle aree interessate dagli eventi sismici. Invita pertanto i relatori ed il Governo ad un supplemento di riflessione sull'emendamento Pollastrini 1.40, anche al fine di disporne l'accantonamento, tenuto altresì conto delle rassicurazioni rese a suo tempo dal Governo in occasione dell'esame parlamentare del decreto-legge n. 89 del 2018, recante misure urgenti a favore delle popolazioni dei territori interessati dagli eventi sismici verificatisi a far data dal 24 agosto 2016, laddove venne dichiarato che alcune delle questioni irrisolte avrebbero potuto trovare adeguata risposta in sede di adozione di un successivo provvedimento recante proroga di termini, già allora anticipato, ovvero in sede di predisposizione del disegno di legge di bilancio per il 2019.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, fa presente che l'articolo 6, comma 3-novies, del presente decreto-legge, introdotto nel corso dell'esame al Senato, proroga la verifica di vulnerabilità sismica degli edifici scolastici al 31 dicembre 2018.

  Barbara POLLASTRINI (PD) ritiene comunque indispensabile fornire agli amministratori degli enti locali interessati dagli eventi sismici un indirizzo chiaro ed un quadro di riferimento giuridico certo con riferimento agli interventi da realizzare nelle predette aree.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Pollastrini 1.40.

  Andrea MANDELLI (FI) interviene sull'emendamento Sorte 1.51, di cui è cofirmatario, Pag. 87che affronta un tema di indubbia rilevanza sul quale intende richiamare l'attenzione dei relatori e del Governo, anche in vista di un possibile accantonamento della proposta emendativa medesima. Osserva infatti che la finalità di tale emendamento è essenzialmente quello di ampliare l'elettorato passivo dei sindaci in occasione delle elezioni dei presidenti di provincia, circoscritto dalla normativa vigente ai soli sindaci il cui mandato scada non prima di diciotto mesi dalla data di svolgimento delle elezioni, ciò anche al fine di assicurare piena attuazione al principio di rappresentanza.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Sorte 1.51.

  Luigi MARATTIN (PD) illustra l'emendamento a sua prima firma 1.52, volto a sopprimere i commi 2-bis e 2-ter dell'articolo 1 del presente provvedimento, della cui introduzione, nel corso dell'esame al Senato, non comprende francamente la ratio. Rammenta preliminarmente che la disciplina sul predissesto finanziario degli enti locali risale all'incirca al 2012 ed era essenzialmente motivata dall'esigenza di fare chiarezza all'interno dei bilanci comunali e a realizzare una sorta di «operazione verità» a beneficio dei cittadini amministrati dalle singole realtà locali. Ricorda che, in sostanza, la disciplina sul predissesto consente ai comuni interessati di diluire il rientro dal proprio disavanzo in un arco temporale assai ampio, compreso tra i 4 e i 20 anni a seconda dell'entità del disavanzo stesso, fermo restando l'obbligo, per i comuni stessi, di documentare periodicamente alla competente sezione regionale della Corte dei conti i progressi compiuti in relazione agli obiettivi del piano di riequilibrio approvato. A suo giudizio, anche nel caso di riformulazione o rimodulazione del piano di riequilibrio i comuni dovrebbero comunque essere tenuti, a differenza di quanto invece previsto dai commi 2-bis e 2-ter dell'articolo 1 del presente provvedimento, di cui il suo emendamento 1.52 propone la soppressione, a rispettare anche gli obiettivi intermedi fissati dal piano originario, pena lo svilimento delle funzioni di verifica e controllo esercitate dalla Corte dei conti e il determinarsi dei presupposti per un potenziale aggravamento dei bilanci dei comuni interessati. Da un punto di vista più complessivo, contesta in particolare l'idea sottesa alle norme in esame, secondo cui un mero rinvio dei problemi possa determinare una qualche utilità, anche in relazione alla qualità dei servizi resi ai cittadini dalle singole amministrazioni locali.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Marattin 1.52 e Magi 1.53.

  Stefania PRESTIGIACOMO (FI), intervenendo sull'emendamento 1.105 dei relatori, ritiene che l'eventuale approvazione dello stesso dovrebbe comportare l'assorbimento dell'emendamento 1.54 a sua prima firma, avente un contenuto sostanzialmente analogo.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, precisa che l'eventuale approvazione dell'emendamento 1.105 dei relatori comporterà l'assorbimento degli emendamenti Prestigiacomo 1.54 e Speranza 1.55, aventi un contenuto sostanzialmente analogo.

  Gennaro MIGLIORE (PD), nel rinviare all'intervento del collega Marattin in ordine alle considerazioni di natura tecnica implicate dalla norme in esame, ritiene che l'emendamento 1.105 dei relatori rappresenti una scelta legislativa poco edificante, di cui sarà sua premure rendere edotta l'opinione pubblica, frutto di una sorta di scambio elettorale avente ad oggetto, in particolare, le amministrazioni locali di due città del Mezzogiorno italiano, governate rispettivamente dal MoVimento 5 Stelle e dal Centrodestra. A suo giudizio, così facendo si approvano norme che servono di fatto a favorire gli amministratori di determinate realtà locali in vista dei futuri appuntamenti elettorali. Pur non considerando i profili di dubbia legittimità costituzionale di tali norme, osserva come sulla tematica più generale Pag. 88recata dalle disposizioni contenute nella proposta emendativa in esame sia già intervenuta anche la Corte dei conti, sollevando al riguardo talune perplessità. Esprime quindi profonda contrarietà sull'emendamento 1.105 dei relatori, che si configura a suo avviso non solo come una violazione delle più elementari regole di bilancio, ma anche come un tradimento dei cittadini di alcuni specifici comuni italiani.

  Stefania PRESTIGIACOMO (FI), nel rispondere ai deputati Marattin e Migliore, non nasconde il sostegno del suo gruppo all'emendamento 1.105 dei relatori dipende anche dalla volontà di salvare il comune di Catania dal dissesto. Ritiene, infatti, che gli amministratori degli enti locali hanno la responsabilità di salvaguardare le imprese del territorio, i cui crediti nei confronti dell'ente locale, a seguito della dichiarazione del dissesto, non sarebbero soddisfatti. Sottolinea che se un amministratore di un ente locale chiede più tempo è per un senso di responsabilità nei confronti della propria comunità. Osserva che in questo caso non si tratta di una decisione politica. In conclusione, ritiene che il testo proposto vada incontro alle richieste degli amministratori degli enti locali e migliori il testo approvato dal Senato.

  Luigi MARATTIN (PD), replicando all'onorevole Prestigiacomo, segnala che è proprio la reiterazione ad aver portato i problemi che oggi affliggono gli enti locali. In più, ritiene particolarmente grave il fatto che per la prima volta è stata delegittimata la Corte dei conti. Inoltre, non crede che le imprese siano danneggiate dalla dichiarazione di dissesto. Infatti, ricorda che la legge di bilancio per il 2018 ha istituito un fondo volto a saldare i debiti dei comuni in dissesto nei confronti delle imprese. Ritiene, infine, che né il Governo e la maggioranza né l'onorevole Prestigiacomo siano in grado di garantire che in futuro non sarà adottata una norma che sposterà ancora più avanti il termine per il rientro dal disavanzo.

  Enrico BORGHI (PD) si dichiara sorpreso del fatto che relativamente agli enti locali il cosiddetto «Governo del cambiamento» presenti proposte emendative che sembrano risalire alla Prima Repubblica. Osserva, infatti, che quando si tratta di affrontare temi caldi, come quello relativo alla gestione degli enti locali, si sceglie sempre di rinviare la questione ad un momento successivo. Inoltre, segnala come l'atteggiamento della Lega, che ha raccolto voti nelle scorse elezioni su questo argomento, si sia modificato e anche come il MoVimento 5 Stelle non ritenga più prioritaria l'attuazione delle pronunce di organi istituzionali quali la Corte dei conti.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI) segnala che l'emendamento 1.105 dei relatori non fa che prorogare un termine molto breve già previsto dal comma 889 dell'articolo 1 della legge di bilancio per il 2018, fissato al mese di marzo 2018. Ritiene, pertanto, che l'emendamento dei relatori sia ragionevole in quanto consente di realizzare quanto previsto nella legge di bilancio per il 2018.

  Maria Elena BOSCHI (PD) sottolinea che la contrarietà del suo gruppo all'emendamento 1.105 dei relatori non riguarda la rimodulazione temporale, quanto piuttosto il punto che ha portato la Corte dei conti a chiedere esplicitamente che il testo approvato al Senato fosse modificato alla Camera, ossia il fatto che, nonostante la situazione finanziaria di un comune in predissesto si sia aggravata, questo può evitare la dichiarazione di dissesto. Ritiene, pertanto, che l'emendamento 1.105 dei relatori non sia nell'interesse dei cittadini poiché consente un accumulo di debito.

  Le Commissioni approvano l'emendamento 1.105 dei relatori (vedi allegato 2).

  Giuseppe BRESCIA, presidente, comunica che gli emendamenti Prestigiacomo 1.54 e Speranza 1.55 risultano assorbiti dall'approvazione dell'emendamento 1.105 dei relatori.

Pag. 89

  Ylenja LUCASELLI (FdI) ritira gli emendamenti 2.3, 2.4, 2.5 e 2.6 a sua prima firma.

  Francesco Paolo SISTO (FI), nell'illustrare l'emendamento 1.56 a sua firma, ricorda che esso prevede che la Corte dei conti valuti il raggiungimento di obiettivi nel corso dell'anno immediatamente successivo sulla base di parametri, definiti con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze di concerto con il Ministro degli affari regionali e delle autonomie da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame, fino al 31 dicembre 2019. Segnala che lo scopo del suo emendamento 1.56 è di dare un punto di riferimento agli enti locali. Auspica, pertanto, il voto favorevole da parte di tutti i gruppi.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Sisto 1.56.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, comunica che, secondo le intese intercorse tra i gruppi, si procederà a concludere l'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 1, quindi si passerà all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 6, ad eccezione delle proposte emendative in tema di vaccini, per poi procedere con l'intervento del sottosegretario alla salute Bartolazzi, in merito all'emendamento 6.65 dei relatori.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Magi 1.58.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda che gli emendamenti Paolo Russo 1.63 e Prestigiacomo 1.64 risultano accantonati.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Vietina 1.74, Melilli 1.81, Topo 1.89 e De Maria 1.102.

  Mauro D'ATTIS (FI), nell'illustrare l'emendamento 1.103 a sua prima firma, segnala che esso prevede che il termine per il recupero dei contributi sui versamenti dell'imposta provinciale di trascrizione sia sospeso fino al 31 dicembre 2018, al fine di permettere alle province di evitare l'azzeramento dei propri flussi finanziari. Sottolinea che l'approvazione di tale emendamento permetterebbe alla province di avere le risorse per gestire le spese ordinarie, tra cui il pagamento degli stipendi. Chiede, pertanto, che l'emendamento 1.103 a sua prima firma venga accantonato al fine di una ulteriore riflessione da parte del Governo e dei relatori.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, l'emendamento D'Attis 1.103, gli identici emendamenti Pella 1.93 e Speranza 1.94, e gli emendamenti De Maria 1.95 e Speranza 1.96.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI), nell'illustrare l'emendamento Vietina 1.98, ricorda che esso prevede la possibilità per i comuni fino a 10.000 abitanti di non applicare la disciplina prevista dal decreto del Ministro dell'economia e delle finanze 14 giugno 2017. Auspica, pertanto, che il Governo e i relatori riconsiderino il proprio parere contrario sull'emendamento Vietina 1.98.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Vietina 1.98 e Ubaldo Pagano 1.99.

  Roberto PELLA (FI), nell'illustrare l'emendamento 1.104 a sua prima firma, ricorda che esso è volto a prorogare quanto previsto dall'articolo 50 del decreto-legge n. 189 del 2016 in materia di personale impiegato in attività emergenziali nei comuni colpiti dagli eventi sismici del 2016.

  Francesco Paolo SISTO (FI) stigmatizza la disattenzione nei confronti delle tematiche relative ai comuni, in particolari medi e piccoli, che emerge dall'atteggiamento del Governo e della maggioranza, rileva come le richieste di approfondimento avanzate su questa materia vengano sistematicamente disattese e ritiene tale Pag. 90situazione mortificante. Chiede l'accantonamento delle proposte emendative Melilli 1.92 e Pella 1.104 al fine di promuovere un approfondimento sul loro contenuto, anche in considerazione del fatto che esse non comportano oneri finanziari.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Melilli 1.92 e Pella 1.104.

  Emanuele PRISCO (FdI), illustrando l'articolo aggiuntivo a sua firma 1.02, dichiara di non comprendere le motivazioni del parere contrario espresso dai relatori e dal Governo, anche in considerazione dell'impegno assunto dalle forze politiche della maggioranza per la ricostituzione del Corpo forestale dello Stato, in vista della quale la proposta emendativa reca la proroga dell'efficacia della graduatoria del concorso per 400 allievi vice ispettori. Osserva come l'atteggiamento della maggioranza possa far ritenere che la stessa non abbia la reale intenzione di dare seguito a tale impegno e che dunque esso sia stato assunto a fini meramente propagandistici, in quanto a suo avviso la proroga dell'efficacia delle graduatorie in essere costituisce una misura indispensabile qualora si intenda effettivamente procedere in tempi brevi alla ricostituzione del Corpo forestale dello Stato.

  Gennaro MIGLIORE (PD) a nome del proprio gruppo esprime contrarietà alla proposta di ricostituzione del Corpo forestale dello Stato ma si dichiara favorevole alla proroga dell'efficacia della graduatoria del concorso per 400 allievi vice ispettori, al fine di venire incontro alle legittime aspettative dei giovani che sono risultati vincitori. Ritiene che tale proposta di proroga possa essere affrontata autonomamente e suggerisce pertanto di valutare un'eventuale riformulazione dell'articolo aggiuntivo Prisco 1.02, chiedendo che l'esame dello stesso sia accantonato per i necessari approfondimenti al riguardo.

  Emanuele PRISCO (FdI) si associa alla richiesta di accantonamento avanzata dal deputato Migliore, pur ribadendo la propria posizione favorevole alla ricostituzione del Corpo forestale dello Stato.

  Giovanni DONZELLI (FdI) si associa alla richiesta di accantonamento avanzata dal deputato Migliore, ritenendo che la proroga dell'efficacia della graduatoria sia comunque necessaria al fine di tutelare le legittime aspettative dei vincitori, anche nel caso in cui non si dovesse addivenire alla ricostituzione del Corpo forestale dello Stato.

  Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Prisco 1.02.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda che sulla base delle intese intercorse tra i gruppi le Commissioni passeranno all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 6 del decreto-legge, ad eccezione di quelle relative al tema dei vaccini.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Ascani 6.1, Ascani 6.2, Ascani 6.4, Ascani 6.3, raccomanda l'approvazione dell'emendamento 6.60 dei relatori, invita al ritiro degli emendamenti Paolo Russo 6.5 e 6.6, che sarebbero rispettivamente assorbito e precluso dall'approvazione dell'emendamento 6.60 dei relatori, invita al ritiro dell'emendamento Fusacchia 6.7, che sarebbe assorbito dalla predetta approvazione. Esprime parere contrario sugli emendamenti Mollicone 6.8, Mollicone 6.9, Trancassini 6.10, Paolo Russo 6.11, D'Attis 6.12, Paolo Russo 6.13, Bucalo 6.14, Bucalo 6.15 e Aprea 6.16. Gli emendamenti riferiti al comma 3-octies, relativi al tema dei vaccini, sono accantonati.

  Il sottosegretario Vincenzo SANTANGELO concorda con i pareri dei relatori ed esprime parere favorevole sull'emendamento 6.60 dei relatori.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Ascani 6.1 e Ascani 6.2.

Pag. 91

  Maria Elena BOSCHI (PD), intervenendo sull'emendamento Ascani 6.4, rileva come le misure in esso contenute siano volte a garantire il diritto allo studio degli studenti fuori sede, prevedendo la proroga al 31 dicembre 2020 delle disposizioni in materia di contributo per gli alloggi.

  Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Ascani 6.4 e Ascani 6.3.

  Giovanni DONZELLI (FdI), intervenendo sull'emendamento 6.6 dei relatori, rileva come esso sia volto a sopprimere una disposizione introdotta dal Senato che, a suo avviso, va invece mantenuta, in quanto volta a porre rimedio a una situazione di incertezza che riguarda numerosi insegnanti e ad assicurare, anche nell'interesse degli alunni, continuità e serenità nello svolgimento del servizio scolastico. Chiede al riguardo l'accantonamento della proposte emendativa in esame al fine di compiere un adeguato approfondimento della questione.

  Emanuele PRISCO (FdI) si associa alle considerazioni del deputato Donzelli, rilevando come la soppressione del testo approvato dal Senato determinerebbe di fatto il licenziamento di numerosi insegnanti – compresi quelli di sostegno, che meritano particolare attenzione – e andrebbe a colpire una figura, quella dell'insegnante elementare, particolarmente delicata ed importante.

  Le Commissioni approvano l'emendamento 6.60 dei relatori (vedi allegato 2).

  Giuseppe BRESCIA, presidente, avverte che a seguito dell'approvazione dell'emendamento 6.60 dei relatori l'emendamento Paolo Russo 6.5 è assorbito, l'emendamento Paolo Russo 6.6 è precluso, l'emendamento Fusacchia 6.7 è assorbito e gli emendamenti Mollicone 6.8 e Mollicone 6.9 sono preclusi.

  Emanuele PRISCO (FdI), intervenendo sull'emendamento Trancassini 6.10, rileva come esso sia volto a prorogare la possibilità di derogare ai numeri minimi e massimi di alunni per la composizione delle classi nelle zone colpite dagli eventi sismici, al fine di evitare che si determini, a seguito dell'impossibilità di costituire le classi, lo spopolamento dei territori. L'approvazione di questo emendamento darebbe seguito a un impegno assunto in occasione della discussione di precedenti provvedimenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici.

  Ylenja LUCASELLI (FdI) si associa alle considerazioni svolte dal deputato Prisco e chiede l'accantonamento della proposta emendativa in esame, al fine di esaminare in modo rigoroso le questioni da essa poste. La predetta proposta risponde ad esigenze di giustizia sociale, venendo incontro a coloro che con coraggio non abbandonano il proprio territorio e consentendo lo svolgimento di una normale attività didattica in tali territori, attraverso la deroga al numero minimo di alunni previsto per la composizione delle classi.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, fa notare che gli interventi richiesti dai presentatori delle proposte emendative in esame, riguardanti il tema in discussione, sono già previsti nell'articolo 9 del provvedimento.

  Luca DE CARLO (FdI) auspica l'approvazione dell'emendamento Trancassini 6.10, al fine di contrastare lo spopolamento di territori già in difficoltà, consentendo la permanenza delle famiglie in quelle zone.

  Stefania PEZZOPANE (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'emendamento Trancassini 6.10, facendo notare che anche il gruppo del Partito Democratico ha presentato proposte emendative analoghe. Si tratta infatti di assicurare alle famiglie di quei territori un percorso scolastico omogeneo, evitando che si trasferiscano in altri territori.

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  Le Commissioni respingono l'emendamento Trancassini 6.10.

  Andrea MANDELLI (FI) auspica l'approvazione dell'emendamento Paolo Russo 6.11, facendo notare che esso, tra l'altro, è finalizzato a garantire la speditezza dell'azione amministrativa, evitando la dispersione di risorse pubbliche.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI) preannuncia il suo voto favorevole sull'emendamento Paolo Russo 6.11, che giudica importante al fine di sostenere la ricerca universitaria.

  Francesco Paolo SISTO (FI) ritiene sia inspiegabile la scelta della maggioranza di non prendere in considerazione le misure proposte dall'emendamento in esame, che consentirebbero di attingere dalle graduatorie esistenti, riconoscendo il merito dei soggetti dichiarati idonei. Auspica una seria riflessione su tale tema.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Paolo Russo 6.11, D'Attis 6.12, Paolo Russo 6.13, Bucalo 6.14 e 6.15.

  Andrea MANDELLI (FI) illustra l'emendamento Aprea 6.16, di cui è cofirmatario, osservando che esso mira alla messa in sicurezza degli edifici scolastici, salvaguardando l'incolumità di docenti ed alunni.

  Francesco Paolo SISTO (FI) osserva che l'emendamento Aprea 6.16 mira a garantire il finanziamento di indagini diagnostiche di solai di edifici scolastici e alla realizzazione dei relativi interventi di messa in sicurezza. Ritiene che tale proposta emendativa sia doverosa, auspicando su di essa una seria riflessione da parte della maggioranza. Chiede che tale proposta emendativa sia quantomeno accantonata.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Aprea 6.16.

  Claudio BORGHI, presidente, avverte che gli identici emendamenti Marin 6.17, Lorenzin 6.18, De Filippo 6.19, Occhionero 620 e Rizzetto 6.21, l'emendamento 6.65 dei relatori, gli emendamenti Paolo Russo 6.22, Marin 6.23, Carnevali 6.24, De Filippo 6.25, 6.26, 6.27, 6.28, 6.29, 6.30, 6.31, 6.32 e 6.33, Carnevali 6.34 e 6.35, De Filippo 6.36, Carnevali 6.37, De Filippo 6.38, Carnevali 6.39, 6.40 e 6.41, De Filippo 6.42, Carnevali 6.43 e 6.44, De Filippo 6.45, Carnevali 6.46, De Filippo 6.47, Fragomeli 6.48, De Filippo 6.49, 6.50, 6.51, 6.52 e 6.53 sono accantonati.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sugli emendamenti Bucalo 6.54, Pezzopane 6.55, Ascani 6.56 e 6.57, Rotta 6.58 e Benamati 6.59. Raccomanda l'approvazione degli emendamenti 6.62, 6.63 e 6.64 dei relatori, esprimendo poi parere contrario sugli articoli aggiuntivi Rizzetto 6.01, 6.02, 6.03 e Madia 6.04.

  Il sottosegretario Guido GUIDESI concorda con i pareri dei relatori ed esprime parere favorevole sugli emendamenti 6.62, 6.63 e 6.64 dei relatori.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Bucalo 6.54.

  Stefania PEZZOPANE (PD) illustra il suo emendamento 6.55, facendo notare che esso mira a mettere gli enti locali nelle condizioni di svolgere le verifiche di vulnerabilità sismica sugli edifici scolastici. Non comprendendo il motivo per il quale la maggioranza abbia sinora manifestato contrarietà agli emendamenti presentati sulla materia, senza neanche indicarne i motivi, ricorda che il Governo nell'ambito dell'esame di altri provvedimenti ha assunto precisi impegni su tale tema, che risultano finora disattesi. Ricordando che è in atto in quei territori da tempo uno sciame sismico che desta preoccupazione, osserva che appare opportuno proporre un approccio globale alla tematica in connessione Pag. 93con le misure previste dalla legge di bilancio.

  Maria Elena BOSCHI (PD), associandosi alle considerazioni svolte dalla deputata Pezzopane, non comprende il motivo per il quale la maggioranza non accolga le proposte contenute negli emendamenti del gruppo del Partito Democratico. Ricorda che il Governo, sia in Commissione bilancio sia in Assemblea, già in occasione dell'esame di altri provvedimenti riguardanti il tema in discussione, si era impegnato ad affrontare tali questioni proprio nel decreto-legge mille proroghe nonché nell'ambito della prossima manovra finanziaria.

  Enrico BORGHI (PD) ricorda che il Governo, sul tema in discussione, ha assunto precisi impegni in Assemblea, in occasione dell'esame di altri provvedimenti.

  Le Commissioni, con distinte votazioni, respingono gli emendamenti Pezzopane 6.55, Ascani 6.56, 6.57, Rotta 6.58 e Benamati 6.59, e approvano gli emendamenti 6.62, 6.63 e 6.64 dei relatori (vedi allegato 2).

  Giovanni DONZELLI (FdI) raccomanda l'approvazione dell'articolo aggiuntivo Rizzetto 6.01, del quale è cofirmatario, che proroga al 31 dicembre 2019 la validità della graduatoria del concorso per l'arruolamento di 1.552 Carabinieri effettivi, pubblicata nell'anno 2010.

  Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Rizzetto 6.01.

  Giovanni DONZELLI (FdI) segnala che l'articolo aggiuntivo Rizzetto 6.02 è volto a prorogare al 31 dicembre 2018 la validità della graduatoria del medesimo concorso per Carabinieri effettivi di cui all'articolo aggiuntivo 6.01.

  Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Rizzetto 6.02.

  Giovanni DONZELLI (FdI) evidenzia che l'articolo aggiuntivo Rizzetto 6.03 dispone una proroga fino al 31 dicembre 2019 di tutte le graduatorie dei concorsi effettuati dalle amministrazioni pubbliche soggette a limitazione delle assunzioni e quelle relative ai Corpi di polizia e al Corpo nazionale dei vigili del fuoco. Ne raccomanda quindi l'approvazione.

  Le Commissioni respingono gli identici articoli aggiuntivi Rizzetto 6.03 e Madia 6.04.

  Claudio BORGHI, presidente, segnala che le Commissioni procedono ora all'esame degli emendamenti riferiti al comma 3-octies dell'articolo 6.

  Il sottosegretario Armando BARTOLAZZI, illustrando l'emendamento dei relatori 6.65, segnala che questo, come evidenziato dalla relatrice per la I Commissione, in linea con quanto già previsto dalla circolare del Ministero della salute del 6 luglio 2018, si limita a prorogare fino al 10 marzo 2019 quanto già disposto dal decreto-legge n. 73 del 2017, cosiddetto decreto Lorenzin, ovvero la possibilità per i genitori dei bambini da zero a sei anni di presentare alle scuole un'autocertificazione relativa all'effettuazione, da parte dei propri figli, delle prescritte vaccinazioni.
  Ricorda che in proposito lo stesso decreto-legge n. 73 del 2017 aveva previsto l'autocertificazione come regime transitorio, in attesa della messa a regime dell'Anagrafe vaccinale, che peraltro non è ancora avvenuta. La mancata realizzazione dell'Anagrafe ha reso necessaria la presentazione dell'emendamento dei relatori 6.65, finalizzato a chiarire la normativa e a sollevare le famiglie dal carico burocratico gravante su di loro anche per inadempimenti del precedente Governo.
  Osserva quindi che il ritiro dell'emendamento soppressivo dei relatori 6.61 consente di intervenire su due fronti: da una parte permette di ripristinare una chiarezza normativa in seguito all'introduzione, da parte del Senato, del comma Pag. 943-octies dell'articolo 6 e dall'altra consente di dare ancora maggior forza a quanto previsto dalla citata circolare del 6 luglio 2018.
  Ribadisce poi, a scanso di equivoci, che l'emendamento dei relatori 6.65 non incide minimamente sull'obbligo vaccinale, che permane e non è mai stato eliminato. Resta infatti in vigore il decreto-legge n. 73 del 2017 sino a che non verrà approvato uno specifico disegno di legge, già presentato al Senato e la cui discussione inizierà a breve.
  Sottolinea che autocertificare non equivale a dichiarare il falso e che chi attesterà false vaccinazioni incorrerà in responsabilità e sanzioni penali, che comportano sino a due anni di reclusione. Comunica infine che il Ministero della salute ha rafforzato le relative verifiche e dai risultati dell'attività dei Nuclei antisofisticazione emerge che, su 2.800 controlli effettuati, soltanto quindici autocertificazioni – lo 0,53 per cento del totale – non corrispondo al vero.

  Francesco Paolo SISTO (FI) osserva come non sia consentita l'autocertificazione in materia di condizioni di salute.

  Il sottosegretario Armando BARTOLAZZI segnala che l'autocertificazione riguarda l'avvenuta vaccinazione, che non è da considerarsi uno stato di salute.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, suggerisce che sulle dichiarazioni del sottosegretario Bartolazzi sia svolto un intervento per ciascun gruppo parlamentare.

  Emanuele FIANO (PD), intervenendo sull'ordine dei lavori, ricorda che il Regolamento della Camera prevede, con specifico riferimento alle sedute dell'Assemblea, fermo restando che la norma si applica anche alle sedute delle Commissioni permanenti, che in seguito a dichiarazioni di rappresentanti del Governo il dibattito si intende riaperto.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, prendendo atto di quanto segnalato dall'onorevole Fiano, precisa che non intende stabilire limiti cogenti agli interventi dei commissari.

  Andrea GIORGIS (PD), concordando sull'inopportunità di porre limiti al dibattito in corso, si dichiara favorevolmente impressionato dall'intervento del sottosegretario Bartolazzi, che ha chiaramente ribadito la vigenza dell'obbligo vaccinale, così come definito nel decreto-legge n. 73 del 2017. Sottolinea in proposito la necessità di evitare qualsiasi incertezza in merito e di dare un segnale inequivocabile ai genitori dei bambini da zero a sei anni.
  Si chiede tuttavia se l'emendamento 6.65 dei relatori sia idoneo a chiarire, senza possibilità di fraintendimenti, che l'obbligo vaccinale è tuttora vigente, a tutela della salute dei bambini e dell'interesse della collettività.

  Beatrice LORENZIN (Misto-CP-A-PS-A) esprime soddisfazione per le dichiarazioni favorevoli al mantenimento dell'obbligo vaccinale del sottosegretario Bartolazzi, che ringrazia per il suo intervento. Osserva come l'introduzione del comma 3-octies dell'articolo 6, effettuata nel corso dell'esame presso il Senato, abbia creato il caos e ingenerato timore nei genitori dei bambini di età inferiore a sei anni, i quali non comprendono quali adempimenti sono ora posti a loro a carico e quali eventuali rischi possa correre la salute dei propri figli.
  Chiede quindi quali problematiche applicative siano alla base della proroga disposta dall'emendamento dei relatori 6.65. Ricorda infatti come inizialmente la possibilità di autocertificazione delle avvenute vaccinazioni fosse stata prevista in mancanza di operatività delle anagrafi vaccinali, che invece attualmente, almeno in alcune regioni, sono in grado di fornire i dati sulle vaccinazioni direttamente alle scuole. Osserva che i problemi peggiori probabilmente si sono verificati in concomitanza con l'avvio dello scorso anno scolastico, anche in considerazione dei ritardi nell'effettuazione dei vaccini da parte delle ASL, ma ora la situazione Pag. 95dovrebbe essere migliorata. Ritiene pertanto che una proroga della possibilità di autocertificazione potrebbe avere effetti negativi sulla consapevolezza, da parte dei cittadini, dell'effettiva vigenza dell'obbligo di sottoporre i bambini ai vaccini previsti dal decreto-legge n. 73 del 2017.
  Osserva poi che eventuali incertezze applicative potranno causare danni, anche gravi, a soggetti immunodepressi e domanda a chi sarà imputabile la responsabilità di tali danni.
  Assicura infine che dedicherà la massima attenzione al disegno di legge presentato al Senato in materia, ritenendo comunque migliorabile quanto previsto dal decreto-legge n. 73 del 2017.

  Roberto OCCHIUTO (FI), ringraziando il sottosegretario Bartolazzi per il suo intervento, sottolinea le incertezze dell'attuale maggioranza in materia di obbligo vaccinale. L'iniziale e decisa opposizione, manifestata in occasione dell'emanazione del decreto-legge n. 73 del 2017, si è attenuata in seguito alle critiche del mondo scientifico. L'introduzione, da parte del Senato, del comma 3-octies dell'articolo 6 ha aumentato la confusione e la proposta dei relatori di sopprimere il citato comma 3-octies, poi ritirata, non ha fatto altro che accrescere i dubbi sull'applicazione del citato decreto-legge n. 73.
  Per quanto riguarda poi il contenuto dell'emendamento 6.65 dei relatori, non ritiene opportuno che persone prive di competenza medica siano obbligate a rilasciare autodichiarazioni in materia di vaccini.
  Nel rilevare come il dibattito all'interno del Governo e della sua maggioranza parlamentare su tali argomenti risulti particolarmente confuso dal punto di vista non solo politico ma anche culturale e scientifico, ribadisce la propria contrarietà sull'emendamento 6.65 dei relatori e anticipa che il gruppo Forza Italia ha presentato alcuni subemendamenti volti, se non altro, a ridurre il danno della disciplina ivi prospettata, prevedendo in particolare l'anticipazione del termine entro cui presentare la documentazione comprovante l'effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie.

  Giuseppina OCCHIONERO (LeU), nel ringraziare il sottosegretario Bartolazzi per aver fornito elementi di informazione su questioni assai delicate quali quelle oggetto della discussione in atto, ritiene che l'emendamento 6.65 dei relatori non solo non va incontro alle esigenze di chiarezza normativa ma denota anche un preoccupante mutamento di posizione da parte del Governo e della sua maggioranza parlamentare, peraltro determinandosi una evidente discrasia tra gli obblighi vaccinali, che vengono sostanzialmente confermati, e il termine per la presentazione della documentazione comprovante l'effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie, fissato al 10 marzo 2019. A suo giudizio, nel complesso l'intervento prospettato pone comunque a repentaglio la salute dei bambini, particolarmente di quelli immunodepressi. Tanto premesso, dichiara la sua netta contrarietà sull'emendamento 6.65 dei relatori, preannunciando tuttavia che sulla questione degli obblighi vaccinali, considerato un punto fermo della tutela della salute, il suo gruppo è pronto a dare battaglia nelle competenti sedi del confronto pubblico e politico.

  Ylenja LUCASELLI (FdI), pur ringraziando il sottosegretario Bartolazzi per la sua presenza, ritiene che le considerazioni dallo stesso rese nella odierna seduta non siano esaustive, a fronte di una tematica di assoluta rilevanza quale è quella degli obblighi vaccinali. Evidenzia inoltre la palese incongruenza consistente nel fatto che la prevista dichiarazione sostitutiva ha per oggetto vaccinazioni già effettuate e dunque non si comprendono le ragioni per cui la presentazione della documentazione comprovante l'effettuazione delle vaccinazioni stesse venga fissato al 10 marzo 2019, termine che peraltro si colloca in una fase già ampiamente avanzata dell'anno scolastico. Anticipa pertanto che il gruppo di Fratelli d'Italia ha presentato un Pag. 96subemendamento volto ad anticipare al 15 ottobre 2018 il predetto termine.

  Vito DE FILIPPO (PD) ritiene che la situazione determinata dalle scelte del Governo e della sua maggioranza parlamentare nel campo della politica vaccinale sia molto grave e che la discussione sul tema sia decisamente sfuggita di mano. Nel ringraziare il sottosegretario Bartolazzi per la sua presenza, ricorda che già ieri nel corso della seduta presso la XII Commissione Affari sociali il suo intervento ha bene inquadrato la questione complessiva delle coperture vaccinali. Osserva tuttavia come nel corso degli ultimi giorni si sia registrata una crescente discrasia tra le affermazioni del Governo e della sua maggioranza parlamentare, da un lato, e le scelte sul tema prospettate o concretamente adottate, dall'altro, che ha finito con il disorientare profondamente l'opinione pubblica. Ritiene inoltre che la previsione riguardante la facoltà di presentare una dichiarazione sostitutiva della documentazione comprovante l'effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie rappresenti comunque un aggravio a carico delle famiglie. A suo avviso, l'obbligatorietà vaccinale è un concetto che non può prestarsi peraltro ad interpretazioni discrezionali, ma deve necessariamente tradursi in un'azione concreta, diretta e costante. Rileva che l'emendamento 6.65 dei relatori è a suo giudizio volto solo ad assicurare adeguata veste giuridica e forza normativa alla circolare emanata il 5 di luglio dal Ministero della salute, di concerto con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Osserva infine che la facoltà di autocertificazione nel campo sanitario, già prevista in sede di prima applicazione dal decreto-legge cosiddetto «Lorenzin» del 7 giugno 2017, non può comunque costituire una regola di carattere permanente.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI), nel ringraziare il sottosegretario Bartolazzi per la sua presenza, ritiene che l'emendamento 6.56 dei relatori rappresenti il risultato di una mediazione politica non riuscita. Evidenzia peraltro come, nel caso di specie, più che di autocertificazione sarebbe corretto parlare di dichiarazione sostitutiva di atto notorio, in ciò rappresentando la predetta proposta emendativa addirittura un passo indietro rispetto alla formulazione attuale dell'articolo 6, comma 3-octies, del decreto-legge in esame. Osserva inoltre che, se da un lato, come peraltro emerso nel corso delle audizioni, non risulta evidente la ratio scientifica sottesa alla attuale formulazione dell'articolo 6, comma 3-octies, del provvedimento, dall'altro, non risulta parimenti evidente la ratio normativa sottesa all'intervento prospettato dall'emendamento 6.65 dei relatori. Chiede infatti al rappresentante del Governo quale senso abbia consentire una dichiarazione sostitutiva che si configura come atto reso a pubblico ufficiale quale può essere il personale a ciò deputato presso le singole scuole e non produrre direttamente la documentazione comprovante l'effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie, a meno che non si voglia – ed anche su tale punto chiede un chiarimento al rappresentante del Governo – indurre ad atteggiamenti elusivi rispetto ai richiamati obblighi vaccinali. In tale contesto, ritiene che un anticipo del termine per la presentazione della predetta documentazione, come peraltro potrebbe costituire un utile compromesso.

  Giovanni DONZELLI (FdI) rileva che l'intervento normativo prospettato dall'emendamento 6.65 dei relatori rappresenta una soluzione approssimativa, ipocrita e pericolosa rispetto ad un tema di assoluta rilevanza. Per quanto personalmente convinto che la mediazione costituisca in politica uno strumento utile e a volte anche necessario, ritiene tuttavia che nel caso di specie le ragioni del rigore scientifico, da un lato, e quelle riconducibili al mondo dei cosiddetti No Vax siano del tutto inconciliabili. In tale quadro, ritiene che la scelta prospettata con la citata proposta emendativa dal Governo e dalla sua maggioranza parlamentare costituisca un cedimento alle posizioni No Vax, tanto più grave in quanto da un lato mette a Pag. 97repentaglio la salute dei bambini, dall'altro espone una parte almeno dell'opinione pubblica ai rischi di una informazione non sempre guidata da fonti attendibili dal punto di vista scientifico. Evidenzia, infine, la palese contraddizione tra la conferma del rispetto degli obblighi vaccinali quale requisito di accesso ai servizi educativi per l'infanzia e alle scuole dell'infanzia, da un lato, e la possibilità di presentare la documentazione comprovante l'effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie ad anno scolastico oramai ampiamente iniziato, dall'altro.
   Elena CARNEVALI (PD), pur temendo di non poter incidere sulle scelte irragionevoli e pericolose che sta portando avanti il Governo in materia di vaccini, ricorda che gli autorevoli esponenti del mondo sanitario e del mondo scolastico auditi negli scorsi giorni dalle Commissioni hanno sottolineato come sia fondamentale non deviare dal percorso intrapreso con il decreto Lorenzin. Ricorda, inoltre, che la Commissione affari sociale, nel proprio parere sul provvedimento in esame, ha previsto una condizione volta a sostituire il comma 3-octies dell'articolo 6 con una norma volta a prorogare all'anno scolastico 2018/2019 la disposizione di cui all'articolo 5, comma 1, secondo periodo, prima parte, del decreto-legge n. 73 del 2017. Ritiene che, nonostante il sottosegretario Bartolazzi nel suo intervento abbia sottolineato la necessità di fare chiarezza sulla questione dell'obbligo vaccinale, fino all'adozione della circolare del 6 luglio i genitori sapevano che entro il 10 luglio avrebbero dovuto presentare la certificazione relativa ai vaccini.
  Ricorda, inoltre, che si fatto ricorso all'obbligo vaccinale per far fronte ai richiami dell'OMS e che tale obbligo ha rappresentato una garanzia per la collettività e per i minori che non possono vaccinarsi. Mentre la scelta della Ministra della salute Grillo è stata irresponsabile nei confronti di tali soggetti.
  Richiamando la sua esperienza professionale, ricorda che nella provincia di Bergamo ha visto due mamme perdere due bambini perché non erano state vaccinate contro la pertosse. Pertanto, rivolge un appello sentito ed emotivo al Governo e alla maggioranza perché decidano quale diritto vogliono tutelare, che dovrebbe essere quello alla salute.

  Andrea MANDELLI (FI) ritiene illogico pensare che i genitori vogliano procrastinare il deposito di un documento di cui sono in possesso, ossia la certificazione di vaccinazione. Inoltre, si chiede e chiede al rappresentante del Governo cosa potrà fare e quali poteri avrà il dirigente scolastico al termine dei sei mesi di proroga. In conclusione, ritiene che l'atteggiamento del Governo non fa che rendere fragile l'obbligatorietà, che è riconosciuta necessaria da parte della comunità scientifica.

  Emanuele FIANO (PD), nel rilevare che nessun collega della maggioranza è intervenuto sull'argomento dei vaccini, come se si trattasse di una disputa tra minoranza e Governo, segnala che il sottosegretario Bartolazzi ha dichiarato che l'emendamento 6.65 dei relatori serve a fare la chiarezza richiesta. Osserva, tuttavia, che tale chiarezza non è stata richiesta né dal mondo sanitario né da quello scolastico. Ritiene, pertanto, si tratti di una questione meramente politica relativa alla incapacità del Governo di prendersi responsabilità univoche rispetto a questioni delicate, come quella in oggetto.

  Gennaro MIGLIORE (PD) ritiene che sulla questione dei vaccini ci sia un problema interno alla maggioranza che rischia di aggravare la vita di tutti i cittadini, dato che un problema di salute pubblica è stato trasformato in una disputa all'interno della maggioranza. Rileva, inoltre, che sono scomparse le voci critiche all'interno della maggioranza, le quali erano allineate alla comunità scientifica. Sospetta che il dietrofront del Governo e dei relatori rispetto all'emendamento soppressivo presentato ieri, che ha effetti sulla pelle dei cittadini, sia conseguenza della lettura delle prime pagine dei giornali di questa mattina.

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  Stefano CECCANTI (PD) ricorda che l'impatto di una norma è sempre legato a un pretesto e a un contesto. In questo caso, ritiene che il pretesto sia rappresentato dai gruppi militanti minoritari che fanno propaganda e che il contesto sia quello di una maggioranza e un Governo divisi al loro interno. Sottolinea che si tratta di un meccanismo che crea una situazione di allarme e che le mediazioni all'interno della maggioranza non sono all'altezza dell'importanza e della delicatezza del problema.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, Buompane, esprime parere contrario sugli identici emendamenti Marin 6.17, Lorenzin 6.18, De Filippo 6.19, Occhionero 6.20 e Rizzetto 6.21 e sui subemendamenti Marattin 0.6.65.1, Lucaselli 0.6.65.2, Marin 0.6.65.3, Magi 0.6.65.7, Marin 0.6.65.4 e Marin 0.6.65.5. Raccomanda l'approvazione dell'emendamento 6.65 dei relatori. Esprime altresì parere contrario sui restanti emendamenti riferiti al comma 3-octies dell'articolo 6, da 6.22 a 6.53, posto risulterebbero preclusi dall'approvazione dell'emendamento 6.65 dei relatori.

  Il sottosegretario Armando BARTOLAZZI concorda con i pareri dei relatori ed esprime parere favorevole sull'emendamento 6.65 dei relatori.

  Beatrice LORENZIN esprime stupore, a fronte del carattere, a suo avviso costruttivo, del dibattito svolto, e delle considerazioni ragionevoli formulate dal rappresentante del Governo, per l'atteggiamento di chiusura non soltanto sugli emendamenti soppressivi, ma anche sui subemendamenti volti semplicemente a limitare il danno intervenendo sul termine per la presentazione della documentazione. Ritiene tale atteggiamento contraddittorio rispetto alle affermazioni secondo le quali l'emendamento dei relatori si fonda su motivazioni di carattere essenzialmente burocratico. Richiama al riguardo le dichiarazioni rilasciate dai rappresentanti dei dirigenti scolastici, che evidenziano i problemi organizzativi derivanti dalla fissazione di un termine per la presentazione della documentazione successivo al 31 dicembre. Dichiara di non comprendere le motivazioni che sono alla base della scelta del termine del 10 marzo, se non la pedissequa trasposizione della norma relativa al precedente anno scolastico, che però aveva una sua ratio peculiare, inserendosi nella disciplina della fase transitoria. Auspica una pausa di riflessione da parte della maggioranza, rilevando come questi temi non si prestino allo scontro politico, e si debba invece tenere conto del contributo del mondo scientifico e della necessità, in vista della quale si è reso necessario il ripristino dell'obbligo, di riportare il nostro Paese a un adeguato livello di cultura scientifica vaccinale.

  Il sottosegretario Armando BARTOLAZZI osserva come i temi posti potranno essere affrontati in modo più approfondito e pacato in occasione dell'esame del disegno di legge predisposto dalla Ministra Grillo, volto a disciplinare in modo organico la questione, nel rispetto delle direttive dell'Organizzazione mondiale della sanità, e a ricondurre il dibattito nell'ambito scientifico.

  Elena CARNEVALI (PD) rileva come gli identici emendamenti Marin 6.17, Lorenzin 6.18, De Filippo 6.19, Occhionero 6.20 e Rizzetto 6.21 sono volti a sopprimere il comma 3-octies dell'articolo 6, introdotto al Senato, con una votazione notturna, su iniziativa delle senatrici Taverna e Fregolent, allo scopo di attribuire natura legislativa alle previsioni contenute in una circolare. Quanto al disegno di legge citato dal sottosegretario Bartolazzi, rileva come non si abbia contezza del suo contenuto, poiché il testo non è disponibile. Ritiene che l'autocertificazione non sia uno strumento tale da offrire idonee garanzie circa l'effettivo assolvimento dell'obbligo vaccinale e come tale previsione non sollevi i presidi dalla responsabilità di procedere al controllo delle autocertificazioni; al riguardo, Pag. 99giudica pilatesca l'affermazione del sottosegretario secondo la quale, nel caso di dichiarazioni false, la responsabilità è dei genitori, in quanto la responsabilità è comunque in capo ai dirigenti scolastici, come rilevato dalle organizzazioni rappresentative della categoria. Stigmatizza la mancata partecipazione al dibattito dei deputati della maggioranza, esprime netta contrarietà rispetto a qualsiasi ipotesi di flessibilità articolata a livello regionale, in quanto in contrasto con l'obiettivo, raccomandato anche dalle istituzioni dell'Unione europea, di raggiungere un adeguato livello di copertura su tutto il territorio nazionale, e osserva conclusivamente come la ratio della proposta della maggioranza sia quella di compiacere i cosiddetti movimenti «no vax».

  Maria Elena BOSCHI rivolge alla maggioranza l'invito a una pausa di riflessione, al fine di lasciare al momento invariata la disciplina legislativa vigente, quella prevista dal cosiddetto «decreto Lorenzin», e di rinviare una discussione più approfondita all'esame del disegno di legge in materia preannunciato dal Governo, ricordando come la stessa maggioranza avesse inizialmente presentato un emendamento soppressivo identico a quelli delle opposizioni. Contesta l'affermazione del sottosegretario Bartolazzi secondo la quale la proposta del Governo è motivata da un'esigenza di chiarezza, in quanto l'esigenza di chiarezza, a suo avviso, non sussisteva, ed è stata determinata proprio dalla circolare adottata dal Governo. Ricorda come le forze politiche attualmente di maggioranza si fossero opposte duramente nella precedente legislatura al «decreto Lorenzin» e come il tema sia stato oggetto, da parte di tali forze, della campagna elettorale. Ritiene che la circolare, che ha provocato nel Paese una situazione caotica, sia stata ispirata proprio dall'esigenza di dare seguito agli impegni assunti nei confronti del cosiddetto movimento «no vax». Ritiene lo strumento dell'autocertificazione inidoneo a garantire la tutela della salute e a impedire il rischio di contagio, in quanto i controlli sulla veridicità delle dichiarazioni saranno successivi all'inizio dell'anno scolastico. Ribadisce l'invito alla maggioranza a una pausa di riflessione al fine di addivenire a una posizione politica che vada incontro alle aspettative della larga maggioranza del Paese.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Marin 6.17, Lorenzin 6.18, De Filippo 6.19, Occhionero 6.20 e Rizzetto 6.21.

  Gennaro MIGLIORE (PD) preannuncia l'intenzione di tutti i deputati del suo gruppo di intervenire sulle successive proposte emendative.

  Andrea MANDELLI (FI) illustra brevemente le finalità dei subemendamenti riferiti all'emendamento 6.65 dei relatori, che rispondono all'esigenza di limitare il danno, prevedendo modifiche a scalare del termine per la presentazione della documentazione, e invita la maggioranza alla riflessione, data l'estrema rilevanza della questione.

  Barbara POLLASTRINI (PD) chiede al Governo i motivi di una scelta che definisce incomprensibile, facendo notare che in poche ore la maggioranza ha cambiato idea, passando da una decisione che sembrava saggia ad una che appare irragionevole. Ritiene che la direzione intrapresa determini una frattura tra il Governo, la comunità scientifica e il settore della scuola, alimentando dubbi e interrogativi tra le famiglie. Fa notare che tale scelta sembra essere volta esclusivamente a compattare la maggioranza, essendo sorretta esclusivamente dunque da motivazioni politiche che si ricollegano all'esigenza di mantenere il sostegno di pseudo movimenti, portatori di idee di stampo oscurantista. Auspica che su tale tema il Governo possa cambiare idea, accogliendo le istanze provenienti dalla comunità scientifica, peraltro emerse nell'ambito del ciclo di audizioni svolto, o quantomeno recepisca le proposte di modifica presentate, volte a ridurre il danno provocato. Dichiara sin da ora che riterrebbe gravissima la posizione di fiducia da parte del Governo Pag. 100su una materia tanto delicata che, riguardando argomenti che hanno a che fare con la scienza e la coscienza degli individui, richiederebbe la massima attenzione. Giudica opportuno che la politica dunque, di fronte a simili tematiche, assuma come propria bussola la comunità scientifica, al fine di prendere decisioni razionali, evitando di gettare nel caos e nell'inquietudine i cittadini. Auspica pertanto una seria riflessione sull'argomento, rinviando ad un'altra fase la decisione definitiva.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, sospende la seduta per consentire una breve pausa tecnica.

  La seduta, sospesa alle 20.40, è ripresa alle 21.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, considerato l'andamento dei lavori e l'elevato numero di emendamenti presentati dai gruppi di opposizione che le Commissioni sono chiamate ad esaminare, fa presente che le presidenze ritengono opportuno sottolineare l'esigenza di procedere con modalità di esame più spedite, che consentano alle Commissioni stesse di svolgere l'esame in sede referente del provvedimento entro la tempistica stabilita dalla Conferenza dei presidenti di gruppo. A tale proposito, ricorda che le presidenze delle Commissioni hanno il dovere di far rispettare tale tempistica.
  In tale contesto fa infatti presente che, sebbene le norme previste per la discussione in Assemblea non possano essere meccanicamente riferite all'esame in sede referente, la Presidenza della Camera ha più volte ribadito le previsioni, esplicitate dall'articolo 79, comma 1, secondo cui le Commissioni in sede referente organizzano i propri lavori secondo il principio di economia procedurale, e secondo cui il Presidente della Commissione determina i modi della sua organizzazione in modo tale che il procedimento si concluda almeno 48 ore prima della data prevista nel calendario dei lavori dell'Assemblea.
  In tale quadro, più specificamente, ricorda che, da ultimo, la lettera della Presidente della Camera del 9 agosto 2013, ha chiarito che «per la fase di votazione degli emendamenti, in luogo dell'articolo 50, sarà applicato l'articolo 85, comma 7, che prevede una dichiarazione di voto per gruppo per cinque minuti e gli eventuali interventi a titolo personale, in numero comunque inferiore alla metà dei componenti di un gruppo, nella misura che la prassi dell'Assemblea individua, di regola, in un minuto». Sulla scorta di tale chiara pronuncia presidenziale, invita i gruppi a contenere i propri interventi in una sola dichiarazione di voto per ciascun emendamento.

  Gennaro MIGLIORE (PD) non condivide la decisione delle presidenze – peraltro assunta senza un confronto tra i gruppi nell'ambito dell'ufficio di presidenza – di «strozzare» il dibattito, comprimendo i diritti delle opposizioni. Fa notare, peraltro, che le minoranze sinora hanno partecipato alla discussione arricchendola con proposte nel merito, senza alcuna deriva ostruzionistica. Ritiene che tale forzatura procedurale non agevolerà il prosieguo dell'esame su un provvedimento così delicato, che richiama l'interesse generale dei cittadini. Sarebbe stato opportuno, a suo avviso, un accantonamento della questione in esame, in vista di un suo serio approfondimento.

  Giovanni DONZELLI (FdI) ritiene che la decisione assunta dalle presidenze sia sbagliata, atteso che comprime gravemente i diritti delle opposizioni. Osserva che il suo gruppo ha partecipato alla discussione senza atteggiamenti ostruzionistici, con spirito collaborativo, dichiarandosi sorpreso che la maggioranza ponga in essere oggi comportamenti per i quali in passato biasimava altri schieramenti. Auspica, dunque, che la maggioranza cambi idea e accetti il confronto, al fine di agevolare un iter di esame più costruttivo. Ritiene che tale accelerazione procedurale sia una forzatura, soprattutto alla luce delle tante proposte emendative rimaste da esaminare, Pag. 101sulle quali occorre ancora conoscere l'orientamento della maggioranza.

  Roberto OCCHIUTO (FI) ritiene che le modalità di prosecuzione dell'iter testé delineate – peraltro definite al di fuori dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentati dei gruppi – configurino una lesione dei diritti delle opposizioni, facendo notare che alle presidenze spetta un ruolo di garanzia che in tale situazione sembra essere venuto meno. Evidenzia come l'esame del provvedimento nella giornata odierna, nonostante l'assenza di comportamenti ostruzionistici da parte delle opposizioni, si sia svolto con modalità poco rispettose delle minoranze, che, a suo avviso, non rappresentano un buon auspicio per la prosecuzione dei lavori nelle rispettive Commissioni, chiamate nel prossimo futuro ad esaminare provvedimenti ben più complessi.

  Emanuele FIANO (PD) fa notare che la maggioranza – che nella scorsa legislatura ha spesso sbandierato il tema difesa dei diritti delle minoranza, ponendo in essere comportamenti aggressivi e battaglieri che l'hanno portata persino ad occupare le aule parlamentari in occasione della presunta lesione di certe prerogative – decide oggi di comprimere i tempi di discussione su un tema di rilevante delicatezza, attraverso una decisione unilaterale assunta al di fuori dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi. Evidenzia come la maggioranza su tale argomento abbia già cambiato idea più volte, sottraendosi ad un confronto serio sul merito, atteso che i suoi componenti neanche intervengono a difesa delle loro posizioni. Paventa il rischio che il Governo ponga la questione di fiducia su tale provvedimento, nel tentativo di serrare le file della maggioranza e rimediare alle diverse contraddizioni che la contraddistinguono. Fa presente che il suo gruppo non rimarrà passivo di fronte al restringimento delle prerogative della opposizioni e intende reagire dinanzi a tale offesa alla democrazia, posta in essere proprio da quel Governo che si era dichiarato favorevole ad un cambiamento del Paese.

  Elena CARNEVALI (PD) sottolinea che proprio quei gruppi maggioranza, che in passato hanno rivendicato spesso il loro ruolo di paladini dei diritti delle minoranze, oggi, pur in assenza di comportamenti ostruzionistici delle minoranze, comprimono i tempi di discussione con una decisione unilaterale, assunta fuori dall'Ufficio di presidenza al solo fine di porre rimedio alle contraddizioni al proprio interno e sottrarsi volontariamente al confronto.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, segnala come l'invito delle presidenze ai gruppi a contenere i propri interventi in una sola dichiarazione di voto per ciascun emendamento, fosse solo una proposta, sottoposta all'attenzione dei componenti le Commissioni, per evitare interventi con finalità ostruzionistiche.
  In considerazione delle rimostranze espresse da alcuni deputati, propone di sospendere la seduta e di riunire l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI), non rilevando finalità ostruzionistiche negli interventi dell'opposizione, ritiene ingiustificata, ai sensi del Regolamento, la limitazione degli interventi proposta dalle presidenze.
  Cita al riguardo l'articolo 79, comma 1, del Regolamento, il quale prevede che, in assenza di indicazioni dell'ufficio di presidenza, il presidente organizzi i lavori della Commissione in modo tale da assicurare che il procedimento si concluda almeno quarantotto ore prima della data stabilita nel calendario dei lavori per l'iscrizione del progetto di legge all'ordine del giorno dell'Assemblea. In proposito ricorda che il provvedimento è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea per il prossimo 11 settembre.
  Ricorda inoltre che, ai sensi dell'articolo 50, comma 1, del Regolamento, tutti Pag. 102i deputati hanno facoltà di parlare, prima di ciascuna votazione, per non più di dieci minuti.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, sospende brevemente la seduta.

  La seduta, sospesa alle 21.25, è ripresa alle 21.35.

  Beatrice LORENZIN (Misto-CP-A-PS-A), in relazione al subemendamento Marattin 0.6.65.1, del quale è cofirmataria, osserva come la proposta abbia la finalità di superare le criticità sorte in seguito all'emanazione della circolare del Ministro della salute del 6 luglio 2018.

  Maria Elena BOSCHI (PD) evidenzia che il subemendamento Marattin 0.6.65.1, del quale è cofirmataria, ha in particolare la finalità di chiarire la posizione dei dirigenti scolastici, per evitare il sorgere di responsabilità a loro carico. L'intervento risponde a esigenze manifestate nel corso delle audizioni informali svolte lo scorso 4 settembre.

  Elena CARNEVALI (PD) segnala le preoccupazioni espresse dai dirigenti scolastici, nel corso delle audizioni informali svolte il 4 settembre 2018, in merito all'esonero dall'obbligo di presentare documentazione attestante l'assolvimento dell'obbligo vaccinale e alle possibili conseguenze, in termini di responsabilità, ricadenti sulla categoria. Sottolinea inoltre la delicatezza del momento – l'inizio dell'anno scolastico – in cui interviene la modifica in discussione.

  Le Commissioni respingono il subemendamento Marattin 0.6.65.1.

  Ylenja LUCASELLI (FdI) illustra il subemendamento 0.6.65.2 a sua prima firma, il quale propone che la scadenza della validità delle autocertificazioni sia anticipata al 15 ottobre 2018 per evitare che bambini privi di vaccinazione debbano essere esclusi dalla scuola in un momento troppo inoltrato dell'anno scolastico, come il 10 marzo 2019, secondo quanto previsto dall'emendamento 6.65 dei relatori.
  Solleva inoltre il problema della eventuale responsabilità dello Stato per possibili danni provocati a soggetti immunodepressi.

  Vito DE FILIPPO (PD) invita la maggioranza a rivedere il parere contrario espresso sul subemendamento Lucaselli 0.6.65.2, in considerazione del fatto che l'anticipo della scadenza della validità delle autocertificazioni potrebbe avere effetti positivi sull'effettivo rispetto dell'obbligo introdotto dal decreto-legge n. 73 del 2017. L'accoglimento del subemendamento dimostrerebbe la reale volontà dell'attuale maggioranza nei confronti della vaccinazione obbligatoria.

  Beatrice LORENZIN (Misto-CP-A-PS-A) segnala che il subemendamento Lucaselli 0.6.65.02, anticipando, come i successivi quattro, la scadenza della validità delle autocertificazioni, consente al Governo di superare il contrasto sorto tra Ministero della salute e Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca in merito all'entrata a regime delle previsioni del decreto-legge n. 73 del 2017.

  Le Commissioni respingono il subemendamento Lucaselli 0.6.65.2.

  Maria Elena BOSCHI (PD), intervenendo sul subemendamento Marin 0.6.65.3, ritiene che tale proposta emendativa, al pari dei successivi subemendamenti volti, a vario titolo, ad anticipare il termine del 10 marzo 2019 previsto per la presentazione della documentazione comprovante l'effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie, possa rappresentare un utile miglioramento rispetto al testo dell'emendamento 6.65 dei relatori, tenuto peraltro conto che il predetto anticipo verrebbe incontro anche alle esigenze manifestate in particolare dai dirigenti scolastici.

  Giuseppina OCCHIONERO (LeU) si associa alle considerazioni da ultimo formulate dalle onorevoli Lorenzin e Boschi in Pag. 103merito alla opportunità di anticipare il termine previsto per la presentazione della documentazione comprovante l'effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie.

  Giovanni DONZELLI (FdI), nel convenire con quanto espresso dalle colleghe testé intervenute, chiede delucidazioni al rappresentante del Governo circa le eventuali ragioni ostative all'anticipazione del termine di cui si sta dibattendo.

  Elena CARNEVALI (PD) osserva che la data del 10 marzo 2019 recata dall'emendamento 6.65 dei relatori, oltre ad essere incongrua, pone altresì problemi di ordine pratico, dal momento che interviene in una fase estremamente avanzata dell'anno scolastico.

  Stefano CECCANTI (PD) chiede se la data del 10 marzo 2019 non nasconda in realtà la volontà del Governo e della sua maggioranza parlamentare di disporre un ulteriore proroga di tale termine mediante l'adozione, all'approssimarsi della data medesima, di un apposito provvedimento d'urgenza.

  Stefania PEZZOPANE (PD), nel segnalare l'atteggiamento costruttivo assunto dal gruppo del Partito Democratico nella odierna discussione, anche in relazione a proposte emendative presentate da altre forze politiche, ritiene che il subemendamento Marin 0.6.65.3 consente al Governo e alla sua maggioranza parlamentare di pervenire ad un utile compromesso rispetto alla data del 10 marzo, recata dall'emendamento 6.65 dei relatori, che appare invece troppo subordinata alle posizioni dei cosiddetti No Vax.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, invita i deputati del gruppo Partito Democratico ad attenersi, nel numero e nella tempistica degli interventi, alle modalità convenute nell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresenti dei gruppi, delle Commissioni, svoltosi alle 21.25 della giornata odierna.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI), evidenziando come l'individuazione della data per la presentazione della documentazione comprovante l'effettuazione delle vaccinazioni obbligatorie attiene ad una scelta discrezionale di carattere politico, chiede al rappresentante del Governo i motivi ostativi alla definizione di punto di mediazione ragionevole.

  Le Commissioni respingono il subemendamento Marin 0.6.65.3.

  Beatrice LORENZIN (Misto-CP-A-PS-A), intervenendo sul subemendamento Magi 0.6.65.7, che sottoscrive, invita i relatori e il rappresentante del Governo a riconsiderare il parere contrario in precedenza espresso, non comprendendo la preclusione a qualsivoglia modifica della data del 10 marzo 2019, in linea peraltro con le sollecitazioni in tal senso provenienti dal mondo della scuola.

  Elena CARNEVALI (PD), nel rilevare come sembra esservi un accordo all'interno della maggioranza per non cambiare la data del 10 marzo, ricorda che nella giornata di domani verranno presentate 300.000 firme contro il provvedimento in esame raccolte dalle famiglie dei bambini che non possono essere vaccinati.

  Le Commissioni respingono il subemendamento Magi 0.6.65.7.

  Maria Elena BOSCHI (PD), intervenendo per dichiarazione di voto sul subemendamento Marin 0.6.65.4, osserva che gli interventi dei colleghi del suo gruppo servono anche a supplire il silenzio della maggioranza su un tema tanto delicato. Teme, tuttavia, che il tentativo di giungere a un compromesso sia inutile, vista la totale mancanza di risposte da parte del Governo. Ritiene che la previsione del termine del 10 marzo 2019, che si colloca a pochi mesi dalla fine dell'anno scolastico, sia un modo surrettizio per rendere meno cogente l'obbligo vaccinale. In conclusione, ritiene che occorra vaccinare i Pag. 104bambini oggi per evitare che tra vent'anni le generazioni future siano a rischio.

  Massimo UNGARO (PD) ritiene che l'estensione del termine per l'autocertificazione veicoli un messaggio sbagliato, soprattutto in quanto mette a rischio le categorie più deboli, ossia i bambini immunodepressi.

  Giovanni DONZELLI (FdI) annuncia il voto contrario del suo gruppo al subemendamento Marin 0.6.65.4, in quanto ritiene che la data del 30 novembre 2018 rappresenti un termine troppo ampio.

  Le Commissioni respingono il subemendamento Marin 0.6.65.4.

  Elena CARNEVALI (PD), intervenendo per dichiarazione di voto sul subemendamento Marin 0.6.65.5, si chiede se il sottosegretario Bartolazzi sia in grado di garantire che per l'anno scolastico che sta per iniziare nelle scuole materne e negli asili nido non siano presenti bambini non vaccinati. Ritiene, infatti, prioritaria la tutela dei minori e ricorda che nella memoria depositata dalla Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri si richiede che non sia consentita l'iscrizione agli asili dei bambini non vaccinati.

  Stefano CECCANTI (PD) annuncia il voto contrario del suo gruppo sul subemendamento Marin 0.6.65.5, in quanto la data del 31 dicembre 2018 potrebbe essere compatibile con la presentazione di un nuovo provvedimento recante proroga di termini, che posponga ulteriormente il termine del 10 marzo 2019.

  Le Commissioni respingono il subemendamento Marin 0.6.65.5.

  Giuseppe BRESCIA, presidente, ricorda che il subemendamento Paolo Russo 0.6.65.6 è inammissibile.

  Vito DE FILIPPO (PD), intervenendo per dichiarazione di voto sull'emendamento 6.65 dei relatori, ritiene che il silenzio del Governo non faccia pensare che nel futuro ci saranno sviluppi positivi sul tema dei vaccini. Ribadisce che l'emendamento 6.65 dei relatori è nocivo e colpisce la copertura vaccinale del nostro Paese.

  Elena CARNEVALI (PD), considerando che l'emendamento 6.65 dei relatori smentisce l'emendamento 6.61 presentato e poi ritirato dagli stessi relatori, ritiene che sarebbe stato opportuno che il Governo e la maggioranza si fossero attenuti al parere sul provvedimento approvato dalla Commissione affari sociali. Crede che il danno recato dall'atteggiamento schizofrenico della maggioranza, il cui vero obiettivo è quello di ledere l'obbligatorietà vaccinale, non sarà facilmente sanabile.

  Giuseppina OCCHIONERO (LeU), intervenendo sull'emendamento 6.65 dei relatori, esprime la propria delusione per la condotta del Governo, che, a suo avviso, mortifica le opposizioni, che pure hanno assunto un atteggiamento costruttivo, e rileva come questioni di carattere scientifico non dovrebbero costituire oggetto di battaglie propagandistiche.

  Beatrice LORENZIN (Misto) ringrazia preliminarmente la Presidenza per aver garantito lo svolgimento di un dibattito ampio sulla questione in esame, pur rimarcando la propria delusione per le conclusioni del dibattito stesso. Rileva come, per effetto dell'emendamento 6.65 dei relatori, nessun soggetto – né i dirigenti scolastici, né gli insegnanti, né i genitori – sarà in grado di garantire una sicura composizione delle classi sotto il profilo della tutela della salute dei bambini. Sottolinea come la maggioranza con la propria condotta, a partire dall'emendamento approvato nel corso dell'esame del provvedimento da parte del Senato, contraddica la sua stessa affermazione di non voler mettere in discussione il principio dell'obbligatorietà dei vaccini e rileva la particolare gravità di tale atteggiamento, trattandosi di un tema che riguarda la Pag. 105salute pubblica. Stigmatizza il fatto che, a fronte di una condotta costruttiva e non ostruzionistica da parte delle opposizioni, non vi sia stata alcuna apertura da parte della maggioranza, neppure sui subemendamenti che si limitano ad intervenire sul termine per la presentazione della documentazione, e ritiene che la Ministra della salute si sarebbe dovuta assumere direttamente la responsabilità politica della posizione assunta dal Governo. Osserva conclusivamente come la maggioranza stessa abbia perduto un'occasione, cedendo, nel giro di poche ore, alle pressioni di un'esigua minoranza.

  Giovanni DONZELLI (FdI) esprime, a nome del proprio gruppo, una posizione di netta contrarietà rispetto alle posizioni del Governo sul tema dei vaccini, ritenendo la scelta compiuta ipocrita, in quanto da un lato mantiene l'obbligo della vaccinazione ma dall'altro posticipa il termine entro il quale documentare il suo adempimento, e pericolosa, in quanto scarica la relativa responsabilità sulle famiglia, e veicola il messaggio per cui le norme di legge, una volta introdotte, possono poi essere facilmente eluse.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI) dichiara il voto contrario del proprio gruppo sull'emendamento 6.65 e ritiene incomprensibile l'atteggiamento della maggioranza su un tema che non dovrebbe essere divisivo. Ritiene che l'emendamento in esame sia regressivo e che potrebbe produrre conseguenze che non sono state adeguatamente valutate.

  Le Commissioni approvano l'emendamento 6.65 dei relatori (vedi allegato 2).

  Claudio BORGHI, presidente, avverte che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 6.65 dei relatori, gli emendamenti Paolo Russo 6.22, Marin 6.23, Carnevali 6.24, De Filippo 6.25, 6.26, 6.27, 6.28, 6.29, 6.30, 6.31, 6.32 e 6.33, Carnevali 6.34 e 6.35, De Filippo 6.36, Carnevali 6.37, De Filippo 6.38, Carnevali 6.39 e 6.40, Carnevali 6.41, De Filippo 6.42, Carnevali 6.43 e 6.44, De Filippo 6.45, Carnevali 6.46, De Filippo 6.47, Fragomeli 6.48, De Filippo 6.49, 6.50, 6.51, 6.52 e 6.53 sono preclusi.

  Igor Giancarlo IEZZI (Lega) chiede la convocazione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, per valutare l'organizzazione del prosieguo dei lavori, ritenendo che si debba proseguire ad oltranza nell'esame degli emendamenti.

  Anna MACINA (M5S) si associa alla richiesta del deputato Iezzi.

  Claudio BORGHI, presidente, avverte che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è immediatamente convocato e sospende la seduta.

  La seduta, sospesa alle 23.20, è ripresa alle 23.35.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, anche a nome del relatore per la V Commissione, esprime parere contrario su tutte le proposte emendative riferite all'articolo 1-bis, fatta eccezione per l'articolo aggiuntivo Montaruli 1-bis.019, sul quale formula una proposta di accantonamento.

  Il sottosegretario Guido GUIDESI esprime parere conforme a quello dei relatori.

  Claudio BORGHI, presidente, avverte che l'articolo aggiuntivo Montaruli 1-bis.019 è accantonato.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Emanuela Rossini 1-bis.1.

  Giovanni DONZELLI (FdI) illustra l'articolo aggiuntivo Luca De Carlo 1-bis.02, di cui è cofirmatario, raccomandandone l'approvazione.

  Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Luca De Carlo 1-bis.1.02.

Pag. 106

  Luca DE CARLO (PD) illustra l'articolo aggiuntivo Ciaburro 1-bis.06.

  Beatrice LORENZIN (Misto-CP-A-PS-A) esprime il suo orientamento favorevole sull'articolo aggiuntivo Ciaburro 1-bis.06, non comprendendo il motivo del parere contrario dei relatori e del Governo. Auspica che il Governo chiarisca il suo progetto riformatore sui piccoli comuni.

  Giovanni DONZELLI (FdI) fa notare che sarebbe opportuno accantonare l'emendamento in esame che presenta un contenuto analogo a proposte emendative già accantonate.

  Vittoria BALDINO (M5S), relatrice per la I Commissione, non condivide la richiesta di accantonamento dell'articolo aggiuntivo Ciaburro 1-bis.06.

  Maria Elena BOSCHI (PD) non comprende il parere contrario di Governo e relatori sull'articolo aggiuntivo Ciaburro 1-bis.06, facendo notare che sul tema delle unioni e convenzioni obbligatorie per i piccoli comuni, che appare rilevante, la maggioranza assume posizioni contraddittorie rispetto al passato.

  Elena CARNEVALI (PD), nel ritenere importante sostenere l'associazionismo tra i piccoli comuni, in vista dell'erogazione di fondamentali servizi, soprattutto nell'ambito delle zone più disagiate, prende atto che sul tema delle funzioni associate dei piccoli comuni la maggioranza si contraddice, sostenendo tali enti territoriali solo a parole.

  Stefano CECCANTI (PD) fa notare che sarebbe stato opportuno accantonare le proposte emendative riferite all'articolo 1-bis, tenuto conto dell'accantonamento delle proposte emendative relative al tema delle province, che appare strettamente correlato.

  Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Ciaburro 1-bis.06.

  Elena CARNEVALI (PD) illustra l'articolo aggiuntivo Pizzetti 1-bis.017, raccomandandone l'approvazione, tenuti conto che ha l'obiettivo di sostenere taluni comuni in difficoltà.

  Luca DE CARLO (PD) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo sull'articolo aggiuntivo Pizzetti 1-bis.017, ritenendo opportuno non privarsi di una presenza importante dello Stato centrale.

  Beatrice LORENZIN (Misto-CP-A-PS-A) si chiede per quale ragione non si intenda accogliere una proposta emendativa volta a salvaguardare le funzioni delle prefetture, considerate una presenza fondamentale dello Stato centrale.

  Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Pizzetti 1-bis.017.

  Ylenja LUCASELLI (FdI) illustra l'articolo aggiuntivo Montaruli 1.bis.018, del quale è cofirmataria, con il quale si propone la proroga della scadenza delle rate dei versamenti relativi alla rottamazione delle cartelle esattoriali, disposta dall'articolo 6 del decreto-legge n. 193 del 2016. Osserva come la misura proposta, che risponde a esigenze dei cittadini colpiti dalla crisi economica, appaia conforme alle intenzioni manifestate dall'attuale Governo.

  Giovanni DONZELLI (FdI) interviene per segnalare le affinità tra l'articolo aggiuntivo Montaruli 1-bis.018 e l'articolo aggiuntivo 1-bis.019 dello stesso firmatario, per il quale è stato disposto l'accantonamento. Entrambi, per dare maggiore respiro ai soggetti in difficoltà, propongono il posticipo della scadenza delle rate dei versamenti relativi alla rottamazione delle cartelle esattoriali. Precisa poi che l'articolo aggiuntivo Montaruli 1-bis.019 si applica alle sole cartelle di importo non superiore ai centomila euro.

  Maria Elena BOSCHI (PD), sottolineando la distanza tra le affermazioni propagandistiche dell'attuale Governo e il suo Pag. 107agire concreto, chiede il motivo per il quale i relatori e il rappresentante del Governo abbiano espresso parere contrario su una proposta emendativa, l'articolo aggiuntivo Montaruli 1-bis.018, volta a rendere più agevoli gli adempimenti dei contribuenti in difficoltà.
  Osserva che la proposta emendativa in esame consentirebbe di migliorare una misura agevolativa rivolta a tali contribuenti, la rottamazione delle cartelle esattoriali, introdotta dai precedenti Governi Renzi e Gentiloni.

  Massimo UNGARO (PD), raccomandando l'approvazione dell'articolo aggiuntivo Montaruli 1-bis.018, ricorda come autorevoli rappresentanti dell'Agenzia delle entrate abbiano sottolineato la difficoltà, da parte di molti contribuenti, nell'adempimento degli obblighi fiscali, pur in presenza della volontà di assolvere ai propri doveri.

  Emanuele FIANO (PD) chiede al rappresentante del Governo se la differenza di parere espresso sugli articoli aggiuntivi Montaruli 1-bis.018 e 1-bis.019 sia dovuta alla volontà di favorire i piccoli contribuenti in difficoltà rispetto ai debitori di maggiori dimensioni. Qualora la motivazione della differenza di trattamento delle due proposte emendative non fosse questa, chiede che anche l'articolo aggiuntivo Montaruli 1-bis.018 sia accantonato.

  Stefania PEZZOPANE (PD), ricordando come nella precedente legislatura l'attuale maggioranza giudicasse deboli le agevolazioni fiscali del Governo, chiede il motivo per cui i relatori e l'attuale Governo abbiano espresso parere contrario sull'articolo aggiuntivo Montaruli 1-bis.018.

  Beatrice LORENZIN (Misto-CP-A-PS-A), a proposito della «pace fiscale» preannunciata dall'Esecutivo, evidenzia l'opportunità che le misure fiscali di definizione agevolata siano poste in essere senza essere precedute da eccessiva pubblicità, per evitare che i contribuenti, in attesa di tali misure, riducano l'adempimento spontaneo dei propri obblighi fiscali.

  Elena CARNEVALI (PD), ricordando gli interventi dei Governi Renzi e Gentiloni in favore dei contribuenti in difficoltà, chiede l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo Montaruli 1-bis.018.

  Emanuele FIANO (PD), rilevando i possibili effetti finanziari onerosi dell'articolo aggiuntivo accantonato Montaruli 1-bis.019, chiede se una sua eventuale approvazione debba essere condizionata alla previsione di un'idonea copertura finanziaria.

  Claudio BORGHI, presidente, osserva che in tal caso la proposta emendativa dovrebbe essere opportunamente riformulata.

  Stefano CECCANTI (PD) osserva come il parere contrario espresso dai relatori e dal rappresentante del Governo sull'articolo aggiuntivo Montaruli 1-bis.018 esprima perfettamente le contraddizioni dell'Esecutivo in carica.

  Vito DE FILIPPO (PD) chiede il motivo per il quale i relatori e il rappresentante del Governo abbiano espresso parere contrario sull'articolo aggiuntivo Montaruli 1-bis.018 e richiesto l'accantonamento dell'articolo aggiuntivo 1-bis.019 dello stesso presentatore.

  Claudio BORGHI, presidente, intervenendo sull'ordine dei lavori, tiene a precisare che la decisione assunta dall'ufficio di presidenza, integrato dai rappresenti dei gruppi, delle Commissioni, svoltosi alle ore 23.20, di proseguire ad oltranza i lavori delle Commissioni medesime è dipesa anche dal fatto che, essendo stato esaurito l'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 6, con particolare riguardo a quelle attinenti alla materia dei vaccini, si è ritenuto che i lavori medesimi avrebbero potuto procedere in maniera produttiva e secondo una tempistica ragionevole. Qualora non fosse stato questo Pag. 108l'intento reale della richiesta avanzata dai gruppi della maggioranza in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresenti dei gruppi, delle Commissioni, che ha portato all'assunzione della predetta decisione, è pronto a prendere atto del proprio errore di interpretazione.

  Gennaro MIGLIORE (PD, in replica all'intervento del presidente Borghi, ritiene che nelle Aule parlamentari il rispetto della parola data assuma un rilievo particolare. A tale proposito, reputa pertanto che la violazione dell'impegno in precedenza assunto a terminare i lavori entro la mezzanotte, una volta esaurito l'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 6, costituisca un mancato rispetto della parola data e renda di fatto difficile, per il prosieguo dei lavori medesimi, ipotizzare decisioni concordate in merito all'andamento degli stessi.

  Le Commissioni respingono l'articolo aggiuntivo Montaruli 1-bis.018.

  Giuseppe BUOMPANE (M5S), relatore per la V Commissione, prima di passare all'espressione dei parere sulle proposte emendative riferite all'articolo 2, deposita, anche a nome della relatrice per la I Commissione, l'emendamento 13.131 (vedi allegato 1), soppressivo del comma 1-ter dell'articolo 13 del presente provvedimento. A tale riguardo, segnala che il comma 1-ter dell'articolo 13, introdotto nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, presenta un contenuto sostanzialmente identico a quello dell'articolo 1-bis, anch'esso introdotto nel corso dell'esame presso il Senato. Osserva che entrambe le disposizioni sono infatti volte a consentire anche nell'anno 2018, le intese «verticali» finalizzate alla concessione di spazi finanziari, da parte delle regioni e delle province autonome, agli enti locali ricadenti in ciascun territorio, per investimenti finanziati da avanzo di amministrazione e ricorso al debito. Tanto premesso, reputa pertanto necessaria la soppressione del comma 1-ter dell'articolo 13.

  Emanuele FIANO (PD) chiede chiarimenti in merito alla necessità di presentare l'emendamento 13.131 dei relatori, domandando se non sarebbe stato possibile intervenire su tale punto specifico mediante una mera correzione da apportare in sede formale.

  Il sottosegretario Guido GUIDESI precisa che l'emendamento 13.131 dei relatori ha carattere meramente formale e non già modificativo o aggiuntivo rispetto al testo del provvedimento licenziato dal Senato ed è dettato semplicemente dalla necessità di espungere dal testo medesimo una norma, quella appunto di cui all'articolo 13, comma 1-ter, che risulta di contenuto sostanzialmente identico a quanto già previsto dall'articolo 1-bis del provvedimento in esame.

  Claudio BORGHI, presidente, avverte che gli emendamenti Lucaselli 2.3, 2.4, 2.5 e 2.6 sono stati ritirati dai presentatori.

  Giuseppe BUOMPANE (M5S), relatore per la V Commissione, esprime parere contrario sul complesso delle proposte emendative riferite all'articolo 2.

  Il sottosegretario Guido GUIDESI esprime parere conforme a quello del relatore.

  Emanuele FIANO (PD) interviene sull'emendamento Orlando 2.1, soppressivo del comma 1 dell'articolo 2, disposizione quest'ultima che proroga al 1o aprile 2019 l'efficacia della riforma della disciplina delle intercettazioni introdotta dal decreto legislativo n. 216 del 2017, ad eccezione degli articoli 1 e 6 del citato decreto legislativo, le cui disposizioni sono entrate in vigore il 26 gennaio 2018. A suo avviso, la scelta compiuta dal Governo di prorogare l'efficacia della suddetta riforma delle intercettazioni è del tutto inaccettabile, in quanto assunta a prescindere da una valutazione del merito delle norme stesse e senza provvedere alla contestuale presentazione di un disegno di legge organico da parte del Governo in carica.

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  Gennaro MIGLIORE (PD) ritiene che la materia di cui il comma 1 dell'articolo 2 del presente provvedimento dispone la proroga avrebbe meritato ben altro spazio di discussione presso le Commissioni. Al riguardo, richiama l'attenzione viceversa sulla rilevante mole di dichiarazioni pubbliche rilasciate dall'attuale Ministro della giustizia, che a pochi giorni dall'entrata in vigore della riforma della intercettazioni ha forse ritenuto necessario rinviare l'efficacia di talune delle sue disposizioni non sapendo evidentemente come gestire l'attuazione di una delega tanto complessa e rilevante. Segnala che, secondo quanto affermato dal Governo nella relazione illustrativa del provvedimento in esame, la suddetta proroga è stata dettata dalla necessità del «completamento delle complesse misure organizzative in atto, anche relativamente alla predisposizione di apparati elettronici e digitali». A tale proposito, avendo ricoperto nella passata legislatura l'incarico di sottosegretario di Stato al Ministero della giustizia, tiene a precisare che le procure hanno già provveduto ad attrezzare adeguatamente le sale d'ascolto.
  Venendo al merito delle questioni, fa quindi presente che in relazione ai profili oggetto della proroga, la riforma prevista dal decreto legislativo n. 216 del 2017, in estrema sintesi, a tutela della riservatezza delle comunicazioni dei difensori nei colloqui con l'assistito, ne vieta la trascrizione, anche sommaria, tema quest'ultimo sensibile e molto avvertito anche dagli organi rappresentativi degli avvocati, pena la lesione del diritto costituzionale della difesa.
  Segnala altresì che la citata riforma prevede – con riguardo alla garanzia di riservatezza delle comunicazioni non penalmente rilevanti o contenenti dati sensibili – che quando l'ufficiale di polizia giudiziaria ascolta una comunicazione di questa natura non la trascriva, neanche sommariamente, fermo restando per l'ufficiale un obbligo di annotazione, anche sommaria, dei contenuti di quelle comunicazioni affinché il pubblico ministero possa, eventualmente, compiere valutazioni diverse, chiedendo la trascrizione anche di quelle comunicazioni quando le ritenga utili alle indagini. Fa presente in proposito che tale previsione normativa rappresenta uno dei punti centrali del decreto legislativo n. 216 del 2017 nonché del dibattito pubblico svoltosi negli ultimi anni sui temi della giustizia, limitandosi ad osservare che il fatto che, viceversa, l'attuale Ministro della giustizia abbia considerato tale previsione normativa come un limite all'esercizio di un sindacato attivo da parte dei cittadini costituisce l'indice di un aberrante abbassamento della cultura garantista del nostro Paese.
  Ribadisce che il dispositivo della legge in vigore è a tutela dei cittadini. Ricorda che la custodia delle intercettazioni è affidata alla procura e che esse sono a disposizione delle parti.

  Claudio BORGHI, presidente, invita l'onorevole Migliore a concludere il suo intervento.

  Gennaro MIGLIORE (PD) insiste affinché la presidenza gli conceda un tempo ulteriore per il suo intervento.

  Claudio BORGHI, presidente, avverte che il tempo a disposizione dell'onorevole Migliore per il suo intervento è esaurito e pone quindi in votazione l'emendamento Orlando 2.1.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Orlando 2.1.

  Gennaro MIGLIORE (PD) esprime la sua vibrata protesta per il fatto che la presidenza gli ha illegittimamente tolto la parola nel corso della sua dichiarazione di voto. Chiede quindi che la votazione sia revocata e che gli venga consentito di concludere il suo intervento. Lamenta inoltre come la presidenza abbia posto in votazione nonostante vi fossero altre richieste di intervento di deputati del suo gruppo.

  Claudio BORGHI, presidente, sospende la seduta per cinque minuti.

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  La seduta, sospesa all'1.05 del 7 settembre, è ripresa all'1.10 del 7 settembre.

  Claudio BORGHI, presidente, comunica che si è deciso di procedere all'esame delle proposte emendative riferite all'articolo 2 e quindi di rinviare il prosieguo dell'esame alla seduta che sarà prevista per domani.

  Roberto PELLA (FI) dichiara la propria contrarietà alla decisione testé comunicata dal presidente.

  Claudio BORGHI, presidente, rileva come le presidenze abbiano ritenuto di assumere tale decisione per garantire l'ordinato andamento dei lavori.

  Andrea MANDELLI (FI), intervenendo in dichiarazione di voto sull'emendamento Sisto 2.2, ricorda che esso prevede la proroga dell'entrata in vigore della riforma sulle intercettazioni al fine di dare al Governo il tempo sufficiente per intervenire su questo tema.

  Beatrice LORENZIN (Misto-CP-A-PS-A), nel sottolineare che il tema delle intercettazioni è probabilmente il più discusso degli ultimi venticinque anni, ritiene vi sia la necessità di bilanciare due esigenze opposte: da una parte, quella di fornire agli inquirenti gli strumenti adeguati per perseguire i reati e, dall'altra, quella di preservare il diritto alla privacy dei cittadini. Ritenendo che non vi sia un accordo nella maggioranza su questo tema, crede vi sia il rischio che le norme che verranno adottate in tema di intercettazioni da questo Governo saranno meno garantiste di quelle attuali.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Sisto 2.2.

  Claudio BORGHI, presidente, ricorda che gli emendamenti Lucaselli 2.3, 2.4, 2.5 e 2.6 sono stati ritirati.

  Emanuele FIANO (PD), intervenendo in dichiarazione di voto sull'emendamento Orlando 2.7, osserva che nel decreto-legge proroga termini sono contenute numerose sospensioni dell'efficacia di disposizioni già approvate. Ritiene che tale questione sia da porre all'attenzione delle presidenze delle Commissioni e anche della Presidenza della Camera, in quanto si rischia di non avere certezza in merito all'applicazione delle leggi. Ricorda che con il provvedimento in esame il Governo propone di sospendere fino al 15 febbraio 2019 l'efficacia delle disposizioni della legge n. 103 del 2017, in merito alla disciplina della partecipazione al procedimento penale mediante videoconferanza.

  Gennaro MIGLIORE (PD) illustra l'emendamento Orlando 2.7, relativo all'esame degli imputati in videoconferenza, rilevando come tale forma di esame sia già prevista per gli imputati sottoposti al regime di cui all'articolo 41-bis dell'ordinamento penitenziario e come appaia pertanto singolare la motivazione, addotta dal Governo a sostegno della norma di esame, relativa all'esigenza di incrementare i livelli di sicurezza informatica.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Orlando 2.7.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI) illustra l'emendamento Sisto 2.12, relativo alla proroga dell'entrata in vigore della nuova disciplina dell'esame di Stato per l'accesso alla professione forense.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Sisto 2.12.

  Ylenja LUCASELLI (FdI) illustra l'emendamento Varchi 2.15, con il quale si propone la proroga del termine per l'iscrizione all'albo degli avvocati cassazionisti in favore di coloro che hanno maturato i requisiti sulla base della disciplina previgente.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Varchi 2.15.

  Ylenja LUCASELLI (FdI) illustra l'emendamento Crosetto 2.19 concernente Pag. 111l'assunzione del personale amministrativo per assicurare la funzionalità degli uffici giudiziari.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Crosetto 2.19.

  Andrea MANDELLI (FI) illustra gli identici emendamenti Nevi 2.21, Gadda 2.22 e Schullian 2.23, che riguardano la presentazione della certificazione antimafia nel caso di vendita di terreni per uso agricolo o zootecnico, e ne chiede l'accantonamento.

  Gennaro MIGLIORE si associa alla richiesta del deputato Mandelli, al fine di valutare la possibilità di superare le difficoltà a carico degli imprenditori agricoli derivati dall'attuale fase di transizione.

  Le Commissioni respingono gli identici emendamenti Nevi 2.21, Gadda 2.22 e Schullian 2.23.

  Felice Maurizio D'ETTORE (FI) illustra l'emendamento Sisto 2.25 in materia di motivi di inammissibilità dell'appello penale, la cui ratio è di porre rimedio a una possibile violazione del diritto di difesa.

  Le Commissioni respingono l'emendamento Sisto 2.25.

  Giuseppe BRESCIA (M5S), presidente, rinvia il seguito dell'esame ad una seduta da convocare alle ore 11 del 7 settembre.

  La seduta termina all'1.50 del 7 settembre.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 21.25 alle 21.35 e dalle 23.20 alle 23.35.

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