CAMERA DEI DEPUTATI
Lunedì 5 giugno 2017
833.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
Pag. 3

SEDE REFERENTE

  Lunedì 5 giugno 2017. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. — Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno, Domenico Manzione.

  La seduta comincia alle 11.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Modifiche alla legge elettorale.
C. 2352 Toninelli, C. 2690 Giachetti, C. 3223 Pisicchio, C. 3385 Lauricella, C. 3986 Locatelli, C. 4068 Orfini, C. 4088 Speranza, C. 4092 Menorello, C. 4128 Lupi, C. 4142 Vargiu, C. 4166 Nicoletti, C. 4177 Parisi, C. 4182 Dellai, C. 4183 Lauricella, C. 4240 Cuperlo, C. 4262 Toninelli, C. 4265 Rigoni, C. 4272 Martella, C. 4273 Invernizzi, C. 4281 Valiante, C. 4284 Turco, C. 4287 Marco Meloni, C. 4309 La Russa, C. 4318 D'Attorre, C. 4323 Quaranta, C. 4326 Menorello, C. 4327 Brunetta, C. 4330 Lupi, C. 4331 Costantino, C. 4333 Pisicchio, C. 4363 Fragomeli e petizioni nn. 508, 515, 892, 896, 919, 1182, 1251 e 1252.

Sentenza della Corte Costituzionale n. 35 del 2017.
Doc. VII n. 767.

(Seguito dell'esame congiunto e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto del provvedimento e della sentenza della Corte costituzionale, rinviato, da ultimo, nella seduta del 4 giugno 2017.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, comunica che alle ore 9 di oggi è Pag. 4scaduto il termine per la presentazione di subemendamenti all'emendamento 1.550 del relatore e che è pervenuta la sola proposta subemendativa D'Attorre 0.1.550.1 (vedi allegato 1). Comunica altresì il ritiro del subemendamento a propria firma 0.1.500.41.

  Francesco SANNA (PD) dichiara di voler sottoscrivere il subemendamento Marco Di Maio 0.1.500.97.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, fa presente al deputato Sanna che il subemendamento Marco Di Maio 0.1.500.97 risulta precluso a seguito dell'approvazione delle proposte emendative della seduta di ieri.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) ritira il subemendamento a propria firma 0.1.500.18.

  Massimo PARISI (SC-ALA CLP-MAIE) ritira il proprio subemendamento 0.1.500.235.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) ritira il proprio subemendamento 0.1.550.1.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che il relatore propone una riformulazione del subemendamento Marcon 0.1.500.85, nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Emanuele FIANO (PD), relatore, illustra la riformulazione del subemendamento Marcon 0.1.500.85, che fa salvo il contenuto della originale proposta subemendativa integrandola con alcune modifiche al testo ad essa conseguenti.
  Sottolinea, al riguardo, che la proposta di riformulazione risponde alla logica del sistema elettorale di tipo proporzionale che si intende introdurre, ragion per cui non avrebbe senza imporre una raccolta di firma separata in ciascun collegio uninominale quando la selezione dei candidati avviene sia con l'elezione nel collegio quanto con la ripartizione dei seggi a livello circoscrizionale a favore delle liste bloccate
  Evidenzia inoltre come la riformulazione proposta diminuisca il numero totale di sottoscrizioni da conseguire per i presentatori.
  Invita quindi la presidenza a valutare che, a suo avviso, l'approvazione della proposta subemendativa, come riformulata, determina l'approvazione di numerosi subemendamenti riferiti alla presentazione delle liste per la Camera dei deputati, ma anche, sia pure indirettamente, sulle proposte riferite al sistema di elezione del Senato. In ogni caso, l'eventuale approvazione del subemendamento in oggetto, come riformulato, determina, qualora non li si intenda preclusi, l'invito al ritiro dei seguenti subemendamenti: Cecconi 0.1.500.57, Distaso 0.1.500.152, Mazziotti Di Celso 0.1.500.154, Marcon 0.1.500.83, Gigli 0.1.500.7, Marcon 0.1.500.84, D'Attore 0.1.500.189 e Marcon 0.1.500.86. Si riserva infine di effettuare un ulteriore approfondimento sul subemendamento Gigli 0.1.500.2, per il quale in questa fase chiede l'accantonamento.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, chiede all'onorevole Marcon se accetta la riformulazione del subemendamento a sua prima firma 0.1.500.85.

  Giulio MARCON (SI-SEL-POS) accetta la riformulazione, tuttavia fa presente che si tratta di un piccolo passo in avanti, essendo l'entità delle firme richieste ancora molto elevata e dunque, ancora un ostacolo potenziale all'accesso alla competizione elettorale per le formazioni politiche.

  Domenico MENORELLO (CI) sottoscrive i subemendamenti Catalano 0.1.500.201, 0.1.500.200 e 0.1.500.199 e Mucci 0.1.500.185, 0.1.500.183 e 0.1.500.143 e contestualmente li ritira, riservandosi di ripresentarli in Aula.
  Con riguardo alla riformulazione proposta dal relatore, nel dargli atto del passo in avanti compiuto, rileva comunque che Pag. 5esso è insufficiente. Il numero delle sottoscrizioni richiesto è infatti ancora molto elevato e rimane invariata la filosofia di fondo secondo cui occorrono ben oltre le centomila firme per partecipare alla competizione elettorale, con numeri variabili a seconda della grandezza della circoscrizione.
  Invita quindi ad un'ulteriore riflessione sul tema nel corso del prossimo esame in Assemblea. Nel ricordare che si tratta di una proposta di legge di stampo proporzionale con una soglia di sbarramento importante, fa presente che la tematica della raccolta delle firme è ampiamente superata dalla soglia di sbarramento del 5 per cento, che di per sé rappresenta un deterrente e scoraggia la partecipazione. Evidenziando infine come il tema della raccolta di firme potrebbe essere acuito dal periodo «balneare» in cui cadrà la campagna elettorale, invita il relatore a tener presente l'obiettivo della riduzione dell'astensionismo.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP), nel concordare con quanto evidenziato dall'onorevole Marcon, osserva che è razionale raccogliere le sottoscrizioni su base circoscrizionale rispetto alla raccolta collegio per collegio o alla doppia raccolta, facendo presente tuttavia che la riduzione dell'entità delle sottoscrizioni è limitata.
  Invita pertanto a una ulteriore riflessione nel corso dell’iter in Assemblea in merito all'entità numerica delle sottoscrizioni – anche se è ben consapevole della possibilità di dimezzamento delle soglie in caso di scioglimento anticipato –, apparendo decisamente eccessivo il requisito numerico proposto, ridimensionato solo di poche centinaia di firme dalla riformulazione in esame. In più dichiara fin d'ora di ritenere irragionevole la distinzione fra gruppi parlamentari costituitisi prima e dopo il 2014 che, per quanto gli è noto, il relatore si accingerebbe a confermare.
  In merito alla soglia di sbarramento, fa presente di condividere la scelta del relatore, tuttavia invita a tener presente che, se associata alla richiesta di un'elevata entità di sottoscrizioni, rappresenterebbe un doppio ostacolo ad una compiuta partecipazione alla prova elettorale.

  Gian Luigi GIGLI (DeS-CD), nel condividere le considerazioni svolte dagli onorevoli Menorello e D'Attorre, aggiunge che tale sistema rende difficile l'espressione politica di nuovi movimenti e culture e invita il relatore a una riflessione circa il riconoscimento di tutti i gruppi parlamentari ad oggi costituitisi ai fini della raccolta delle sottoscrizioni e delle relative eventuali esenzioni.

  Antonio DISTASO (Misto-CR) ritira i subemendamenti 0.1.500.150 e 0.1.500.152, riservandosi di ripresentarli per l'Assemblea.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, nel precisare che l'eventuale chiamata alle urne anticipata rispetto alla fine naturale della legislatura comporta una sensibile riduzione del numero di sottoscrizioni, ribadisce che la sua proposta di riformulazione funzionale a prevedere la raccolta delle sottoscrizioni su base circoscrizionale è del tutto coerente con l'impianto proporzionalistico del disegno di legge.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, fa presente che a suo avviso si tratta di una modifica positiva ma su cui potrebbe essere opportuno un ulteriore approfondimento in Assemblea, in ragione della semplice costatazione che per la partecipazione alle elezioni, in Germania, sono richieste meno firme e, soprattutto, non se ne richiede l'autenticazione. Al riguardo, ritiene che proprio la tematica legata al ruolo degli autenticatori costituisce un punto sensibile.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) concorda sulla necessità di ripensare la figura degli autenticatori, la cui reperibilità è difficile ed onerosa, immaginando anche la possibilità che tale funzione venga attribuita ad altre categorie, a partire dagli avvocati patrocinanti in Cassazione.

Pag. 6

  Gian Luigi GIGLI (DeS-CD) invita il relatore ad una riflessione sulle difficoltà che una compagna elettorale svolta nei mesi estivi determinerebbe sia sulla raccolta delle sottoscrizioni che sull'individuazione dei soggetti autenticatori.

  Il sottosegretario Domenico MANZIONE si rimette alla Commissione sul subemendamento Marcon 0.1.500.85, come riformulato.

  La Commissione approva il subemendamento Marcon 0.1.500.85 nel testo riformulato (vedi allegato 2).

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, fa presente che, a seguito dell'approvazione del subemendamento Marcon 0.1.500.85, nel testo riformulato, risultano assorbiti ovvero preclusi i subemendamenti: Cecconi 0.1.500.56, Mazziotti Di Celso 0.1.500.44 e 0.1.500.43, Cristian Iannuzzi 0.1.500.216, Roberta Agostini 0.1.500.120, Gigli 0.1.500.6, D'Attorre 0.1.500.141, Marcon 0.1.500.82 e 0.1.500.81, Parisi 0.1.500.230, Misuraca 0.1.500.35, D'Attorre 0.1.500.121 e, per quanto riguarda il sistema di elezione del Senato, i subemendamenti Cecconi 0.1.500.57, Mazziotti Di Celso 0.1.500.154, Marcon 0.1.500.83, Gigli 0.1.500.7, Marcon 0.1.500.84, D'Attore 0.1.500.189 e Marcon 0.1.500.86, mentre restano accantonati i subemendamenti Gigli 0.1.500.2. e Gigli 0.1.500.1

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) chiede chiarimenti alla presidenza sull'esame delle proposte emendative riferite ai gruppi parlamentari e sull'eventualità di approfondirne l'esame in Assemblea.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, precisa che la tematica della sottoscrizione delle liste presentava tre aspetti, uno dei quali, quello relativo al numero di firme necessarie, è stato già oggetto di voto. Restano da valutare le questioni riferite ai soggetti politici che sono esentati da tale onere – e su questo tema preannuncia una sua proposta di riformulazione in identico testo degli emendamenti Misuraca 1. 80 e La Russa 1.252 dopo il voto di tutti i subemendamenti presentati al suo emendamento 1.500 – nonché la questione riferita ai soggetti legittimati ad autenticare le sottoscrizioni, che è oggetto del subemendamento Mucci 0.1.500.186 su cui formula un invito al ritiro, fermo restando il suo impegno a svolgere ulteriori approfondimenti per l'esame che si svolgerà in Assemblea.

  Roberto GIACHETTI (PD) invita il relatore a precisare il suo orientamento in merito alle proposte emendative aventi ad oggetto il tema dell'autenticazione delle firme.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, dopo essersi dichiarato personalmente e culturalmente non contrario a misure volte a semplificare il procedimento dell'autenticazione delle firme, ritiene, al momento, di confermare l'invito al ritiro delle proposte emendative in questione, ferma restando la possibilità di svolgere sulle stesse ulteriori valutazioni che, necessariamente, implicano un pieno coinvolgimento del Ministero dell'interno.

  Massimo PARISI (SC-ALA CLP-MAIE), dopo aver premesso che, a suo avviso, le numerose inchieste giudiziarie aventi ad oggetto la falsità delle firme dimostrano come norme sulla raccolta delle firme siano, in generale, da considerarsi come misure criminogene, preannuncia il suo voto a favore del subemendamento Mucci 0.1.500.186. Invita, pertanto, il relatore a modificare il suo parere tenuto conto del fatto che il testo così com’è introdurrebbe una disparità di trattamento a svantaggio delle nuove formazioni politiche che, non disponendo di consiglieri comunali che possano svolgere le funzioni di autenticatori, si troverebbero a fare i conti con una vera e propria barriera d'ingresso alla competizione politica. A ciò si aggiungono le evidenti difficoltà legate al probabile svolgimento della campagna elettorale in pieno periodo festivo.

Pag. 7

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) avanza perplessità sul conferimento al sindaco del potere di delegare i soggetti che hanno i requisiti per l'elezione a consigliere comunale allo svolgimento della funzione di autenticatori. Invita pertanto il relatore, anche in vista dell'esame in Assemblea, a valutare soluzioni alternative al problema, ivi compresa quella da lui già prefigurata di individuare tali soggetti tra coloro che per l'ordinamento già possiedono i requisiti necessari per l'esercizio della funzione di autenticazione, quali gli avvocati cassazionisti.
  Preannuncia il suo voto contrario sul subemendamento Mucci 0.1.500.186 nell'auspicio di un'ulteriore riflessione da parte del relatore su un tema non secondario che riguarda le condizioni di accesso alla competizione elettorale.

  Giancarlo GIORGETTI (LNA), osservato che per i partiti radicati sul territorio non sussistono problemi nella raccolta delle firme, rileva che un punto critico si rivela frequentemente nella scarsa disponibilità dei consiglieri comunali a svolgere l'attività di autenticazione delle firme.
  Sottolinea la necessità che la raccolta della firme avvenga in modo serio e che altrettanto seriamente siano previste le condizioni alle quali prevedere eventuali deroghe per i partiti politici già rappresentati in Parlamento. Occorre, a suo avviso, escludere tale possibilità per le formazioni politiche rappresentate da gruppi parlamentari nati artificiosamente nel corso della legislatura.
  Chiede infine al relatore la conferma del fatto che, diversamente da quanto stabilito dal Mattarellum, nel testo all'esame non è previsto un numero minimo di circoscrizioni elettorali nelle quali occorre raccogliere le firme su tutto il territorio nazionale.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, conferma che non è previsto un numero minimo di circoscrizioni elettorali per la raccolta delle firme.

  Domenico MENORELLO (CI), nell'invitare il relatore a modificare il parere sul subemendamento in esame, si dichiara anche disponibile a ragionare su una platea di soggetti abilitati all'autenticazione delle firme anche più ristretta di quella, invero piuttosto ampia, prevista nella proposta emendativa all'esame.

  Ignazio LA RUSSA (FdI-AN), sottolineato che la raccolta delle firme è legata alla necessità di dimostrare che chi si candida ha un minimo di radicamento sul territorio, invita il relatore a considerare la possibilità di riformulare il subemendamento Mucci 0.1.500.186 nel senso di individuare negli iscritti all'ordine degli avvocati i soggetti che possono svolgere la funzione di autenticazione delle firme, eventualmente subordinando tale funzione ad un atto autorizzato del presidente del relativo ordine professionale. Ritiene, infatti, che allargando la categoria dei soggetti a ciò deputati, si può risolvere la maggior parte dei problemi legati alla necessità di semplificare il procedimento, a partire da una riduzione dei costi ad esso connessi.

  Andrea GIORGIS (PD), dopo aver ricordato i numerosi contenziosi aventi ad oggetto la falsità delle firme, e, dunque, la stessa legittimità di taluni risultati elettorali, come accaduto in Piemonte in relazione sia all'elezione dell'ex presidente della Regione Cota, sia all'attuale presidente Chiamparino, ritiene che in realtà occorrerebbe restringere la platea degli autenticatori, e, al contempo, ridurre il numero delle firme.
  Sottopone, pertanto, all'attenzione della Commissione la possibilità di prevedere una modifica al codice del processo amministrativo volta a consentire al giudice amministrativo di conoscere, solo in materia di procedimenti elettorali, della fattispecie di falso in atto pubblico. Ciò consentirebbe di abbreviare i tempi dei contenziosi amministrativi, che attualmente risentono del fatto che il giudice amministrativo deve attendere la valutazione del giudice ordinario che ha una competenza esclusiva in tale materia. Invita, pertanto, il presidente a verificare la Pag. 8possibilità, anche sul piano regolamentare, di introdurre tale innovazione nel testo in esame.

  Gian Luigi GIGLI (DeS-CD), nel dichiararsi questa volta in disaccordo con l'onorevole Giorgis, ritiene che occorra invece allargare la platea dei soggetti deputati all'autenticazione delle firme rifacendosi anche all'esperienza di altri Paesi nei quali tale funzione è svolta da chiunque possieda caratteristiche professionali adeguate, come, ad esempio, i docenti o i militari.

  Domenico MENORELLO (CI) sottoscrive il subemendamento Mucci 0.1.500.186 e lo ritira riservandosi di ripresentarlo per l'esame in Assemblea.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, formula un invito al ritiro del subemendamento Cristian Iannuzzi 0.1.500.218.

  Il sottosegretario Domenico MANZIONE si rimette alla Commissione.

  Massimo ARTINI (Misto-AL-TIpI) sottoscrive il subemendamento Cristian Iannuzzi 0.1.500.218.

  La Commissione respinge il subemendamento Cristian Iannuzzi 0.1.500.218

  Emanuele FIANO (PD), relatore, formula un invito al ritiro del subemendamento Turco 0.1.500.204.

  Il sottosegretario Domenico MANZIONE si rimette alla Commissione.

  La Commissione respinge il subemendamento Turco 0.1.500.204.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, formula un invito al ritiro del subemendamento Misuraca 0.1.500.36.

  Il sottosegretario Domenico MANZIONE si rimette alla Commissione.

  Domenico MENORELLO (CI) sottoscrive il subemendamento Misuraca 0.1.500.36.

  La Commissione respinge il subemendamento Misuraca 0.1.500.36.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, intervenendo sul subemendamento Biancofiore 0.1.500.21, precedentemente accantonato, formula un invito al ritiro.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) sottoscrive il subemendamento Biancofiore 0.1.500.21 del quale illustra le finalità e lo ritira, riservandosi di ripresentarlo per l'esame in Assemblea.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, mantiene la proposta di accantonamento del subemendamento Misuraca 0.1.500.39.

  Domenico MENORELLO (CI) sottoscrive il subemendamento Misuraca 0.1.500.39 e contestualmente lo ritira.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che il relatore ha presentato una proposta di riformulazione del subemendamento Ferrari 0.1.500.100, nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
  Sospende quindi la seduta.

  La seduta, sospesa alle 12.30, è ripresa alle 12.35.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, passa all'esame del subemendamento Ferrari 0.1.500.100 come riformulato dal relatore.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, raccomanda l'approvazione del subemendamento Ferrari 0.1.500.100 come riformulato.

  Alan FERRARI (PD) dichiara di accettare la riformulazione proposta dal relatore.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) manifesta l'impressione che si stia sottovalutando la Pag. 9portata della proposta emendativa che, sostanzialmente ridisegna i collegi in modo improprio.
  Lo afferma anche sulla scorta di opinioni recentissimamente espresse da studiosi di fama del diritto costituzionale in quanto il problema vero è che tali collegi vengono ridisegnati tenendo in considerazione dati del censimento risalenti a 25 anni fa. Ricorda peraltro che lo stesso problema era stato sollevato relativamente circa i collegi della Camera dei deputati.
  Segnala che da quanto emerge dalle proposte all'esame l'operazione che si cerca di condurre accorpando tra di loro taluni vecchi collegi del Senato comporta delle conseguenze molto discutibili mentre, era stato affermato, in modo rassicurante, che si sarebbe avuta evidenza – una volta in fase di verifica – che gli spostamenti sarebbero stati di piccola entità. Invece probabilmente non è stato tenuto conto che nel cosiddetto sistema Mattarellum erano presenti anche collegi in numero dispari all'interno della stessa regione. Ciò comporta, vista la tecnica di accorpamento, che alcuni collegi senatoriali saranno di entità pari alla somma di tre vecchi collegi, mentre altri lo saranno di due e altri ancora corrisponderanno ad uno dei vecchi collegi senatoriali. Sottolineando che questa variabilità rappresenta un problema invita, conseguentemente, il collega relatore e il collega Ferrari a soffermarsi ragionandovi sopra e a provvedere per scongiurare la suddetta problematica.

  Gian Luigi GIGLI (DeS-CD) associandosi alle considerazioni del collega D'Attorre segnala che sono possibili eventualità, a suo avviso, anche peggiori. Si riferisce in particolare alla situazione dei collegi senatoriali relativi al Friuli Venezia Giulia ove vengono accorpati tra di loro, da una parte, i due collegi attualmente più grandi e, dall'altra, i tre collegi attualmente più piccoli.
   Probabilmente l'intento è di riequilibrare i numeri relativi alla popolazione. In tal senso in un collegio, quindi, vengono accorpati gli elettori delle province di Gorizia, Trieste e di alcuni comuni in provincia di Udine per un totale di circa 400 mila abitanti, mentre nell'altro vengono accorpati gli elettori della provincia di Pordenone nonché di altri comuni in provincia di Udine per un totale di 800 mila abitanti. In definitiva ciò vuol dire che i secondi valgono la metà, in termini di rappresentatività, dei primi.

  Giancarlo GIORGETTI (LNA) osserva che, pur comprendendo i motivi che hanno spinto alla redazione del subemendamento Ferrari 0.1.500.100, nonché alla proposta di sua riformulazione da parte del relatore, invita il relatore medesimo ad impegnarsi a valutare bene le situazioni che, almeno in parte, ha illustrate il collega D'Attorre nonché le altre che dovessero presentarsi. Conferma tuttavia che il voto del suo gruppo sarà comunque favorevole.
  Infine per ciò che riguarda la Lombardia, dichiara di apprezzare le intenzioni nonché quanto disposto dall'emendamento in questione in ragione delle specificità di talune sue province – come quella di Sondrio dal carattere prevalentemente montano con la relativa bassa numerosità del numero degli abitanti – nonché per ciò che riguarda il listino, considerando che essa ha un altissimo numero di elettori.

  Domenico MENORELLO (CI) associandosi alle valutazioni già espresse dai colleghi che lo hanno preceduto segnala anche il caso del collegio senatoriale Veneto 2 che corrisponderebbe ad un collegio della Camera dei deputati, nonché al caso del collegio Veneto 3 che gli sembra molto eterogeno considerando la diversità dei territori che vi sono compresi. Ciò, ritiene, dimostra che si sta davanti a una forzatura che, peraltro, contrasta con le preoccupazioni concernenti il necessario rispetto costituzionale che si sono affermate negli ultimi anni in materia.
  In tal senso richiama ad una linea di maggior prudenza perché, ritiene che sia oggettivo il rischio che si corre ad utilizzare dati di un censimento così lontano nel tempo che tuttavia non nega essere un Pag. 10dato effettivo e che è legittimo ricorrervi. Stigmatizza il clima frettoloso che si respira che spinge a forzature. Per questo motivo associandosi ai colleghi che lo hanno preceduto invita ad usare maggiore prudenza e a riflettere approfonditamente su quanto in esame.

  Maurizio LUPI (AP-CpE-NCD) ribadisce la posizione che già ha avuto modo di esprimere in occasione della discussione concernente la definizione dei collegi della Camera dei deputati. La strada intrapresa, conferma, è errata. Meglio sarebbe intraprendere un percorso per ridisegnare i collegi che avvenga con il consueto e tradizionale strumento della delega al Governo e i relativi pareri parlamentari sugli schemi di decreto.
  Comprende, purtroppo, che tutto ciò è funzionale alle elezioni anticipate; tuttavia è del tutto necessario che la definizione dei collegi sia legata ad un criterio oggettivo senza il quale il rischio di creare disparità tra gli elettori, ma anche tra gli eletti, è molto forte.
  Avverte il presidente che il tema è troppo delicato e rilevante dal punto di vista anche procedurale per non assicurare alle forze politiche la necessaria tranquillità per approfondire le questioni ad esso collegate. Sottolinea, in aggiunta, che è solo attraverso la riformulazione del subemendamento Ferrari 0.1.500.100 che la Commissione, solo da pochi minuti, è venuta a conoscenza del ridimensionamento dei collegi. Tutto ciò mentre è necessario avere a disposizione tempi congrui per analizzare tale problematica il cui approfondimento non può essere lasciato ai pochi momenti che hanno separato la seduta notturna da quella attuale.
  Ribadito che non è possibile rispettare il termine per la scadenza degli emendamenti previsto per le ore 11 di domani intende tuttavia rassicurare questa «nuova maggioranza» sul fatto che il suo gruppo parlamentare è disposto a lavorare per tutto il tempo che sarà necessario per consentire all'Assemblea di varare una buona legge.
  Ricorda altresì alla Presidente della Camera che dovrà essere assicurato e garantito il buon andamento dei lavori rispettando, naturalmente, i diritti e le prerogative di tutte le forze politiche presenti alla Camera dei deputati.

  Barbara SALTAMARTINI (LNA) si associa a quanto dichiarato dal collega Giancarlo Giorgetti. Peraltro a proposito di seggi ridisegnati segnala un caso nel Lazio ove sono state scorporate alcune province che per tradizione, nei collegi senatoriali, erano assieme. Si riferisce al fatto che il subemendamento Ferrari 0.1.500.100 provoca una «scissione» tra mezza provincia di Latina, che viene congiunta a mezza provincia di Frosinone, e l'inverso per le altre due metà, con il risultato che sarà difficile mantenere una effettiva rappresentanza da parte degli eletti con il loro territorio di riferimento.
  Sottolinea che su quest'ultimo punto, la rappresentatività, il tema dovrà essere necessariamente rivisto in Assemblea al fine di giungere ad un disegno coerente.

  Ignazio LA RUSSA (FdI-AN) osserva che a suo avviso, la formulazione originaria della proposta emendativa è preferibile rispetto a quella derivante dalla riformulazione, in quanto fa riferimento ad elementi oggettivi. Replicando al collega Lupi osserva che l'ipotesi di delega al Governo non è necessariamente tranquillizzante giacché ogni Governo che ha avuto modo di svolgerla, pur nei limiti della decenza, ha sempre perseguito degli interessi tendenzialmente peculiari. Peraltro, ritiene, che in questa sede non appare proficuo proseguire nel dibattito sul dimensionzmento dei collegi, essendo più utile approfondire le restanti problematiche.

  Giulio MARCON (SI-SEL-POS) considera che il percorso intrapreso rasenti la follia. La Commissione non dovrebbe mai entrare nel dettaglio della definizione dei singoli collegi, dovendosi limitare a conferire una apposita delega al governo per poi riservarsi una funzione consultiva e di controllo. Pag. 11
  Ricorda che è in gioco il principio di eguaglianza del voto e di rappresentanza proporzionale dei territori e dei cittadini italiani, che così alto rilievo assume nella nostra Costituzione. Invece, sottolinea, dall'impianto legislativo all'esame risulterebbe possibile eleggere un senatore in un collegio senatoriale avente una base elettorale di 400 mila abitanti nonché un altro senatore in un collegio senatoriale con base elettorale di 800 mila abitanti, ciò che certamente non conforta circa il rispetto dei richiamati principi costituzionali. Per questo motivo propone al relatore che la riformulazione del subemendamento Ferrari 0.1.500.100 possa essere, per il momento accantonata al fine di un maggior approfondimento.

  Gian Luigi GIGLI (DeS-CD) nel sottolineare come il disegno dei collegi rappresenti una questione assai rilevante, rileva l'eccessiva ansia di talune forze politiche di arrivare alle elezioni anticipate. Invita pertanto la maggioranza ad un atteggiamento di maggiore prudenza, ricordando a riguardo le parole di Valerio Onida, il quale, proprio con riferimento alla riscrittura dei collegi elettorali, paventa il rischio di uno squilibrio della rappresentanza.
  Segnala quindi l'opportunità di un maggiore sforzo di approfondimento, funzionale a valutare seriamente l'opportunità di utilizzare, per il disegno dei collegi, i dati di un censimento più recente di quello del 1991. Sottolinea altresì come sia del tutto irrealistico immaginare che si possa lavorare al disegno dei collegi entro la mattinata di domani e si augura che su tale delicato passaggio prevalga il buonsenso al fine di garantire il rispetto di un maggiore equilibrio nella rappresentanza.

  Massimo PARISI (SC-ALA CLP-MAIE) segnala come nella seduta di sabato 3 giugno egli stesso abbia evidenziato la delicatezza del disegno dei collegi e della scelta del censimento di riferimento. Si limita quindi a ribadire alcune osservazioni tecniche che riguardano la variazione demografica nella composizione dei comuni rispetto al censimento del 1991. Ricorda, altresì, come su questo tema gli sia stato risposto che nel disegno di legge in esame vi sia una norma di chiusura e cioè la previsione di una norma di delega al Governo che prevede un termine di attuazione di dodici mesi, quindi significativamente perfino dopo la scadenza della legislatura.
  Conclusivamente, segnala infine il rischio che i collegi vengano approvati a scatola chiusa e si chiede, rivolgendo un invito di chiarificazione alla presidenza ed al relatore, se i parametri previsti nel testo dei subemendamenti corrispondano a quelli previsti nella norma di delega al Governo.

  Francesco SANNA (PD) segnala che il testo in esame è assolutamente in linea con quanto previsto dall'articolo 56 della Costituzione per quello che riguarda il numero dei seggi. Con riferimento alla questione dei collegi, ricorda le criticità emerse all'epoca al passaggio dalla legge Calderoli al cosiddetto Mattarellum. Con riferimento al subemendamento approvato a prima firma Ferrari nella seduta di ieri, ritiene che esso risponda ad esigenze precise e condivisibili che trovano corrispondenza alla delega prevista al Governo – che costituisce una sorta di rete di sicurezza – per l'attuazione della quale il Governo potrà non necessariamente utilizzare l'intero periodo dei dodici mesi previsti ma anche adempiere entro un termine assai più breve.
  Al riguardo, evidenzia come si sia dato un segnale chiaro riducendo a soli quindici giorni il termine per l'espressione dei pareri parlamentari sui relativi decreti attuativi, proprio nella prospettiva di un possibile sollecito adempimento della delega medesima per evitare squilibri nella rappresentatività tra le varie ripartizioni elettorali.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) con riferimento alle considerazioni svolte dal collega Sanna osserva che la legge elettorale in esame più che una rete di sicurezza possa essere un vero salto nel vuoto ed in particolare teme che il disegno dei collegi Pag. 12possa determinare una sostanziale corrispondenza tra i collegi della Camera e quelli del Senato. Segnala, in particolare, l'attuale previsione di collegi che rappresentano fino a 700.000 elettori e collegi che ne ricomprendono poco più della metà, nei quali potrebbero verificarsi alcune distorsioni: a tale riguardo ricorda che si è lavorato fin qui per fare in modo che ciascun vincitore di un collegio sia eletto con certezza ma questa logica viene ad essere contraddetta dalla configurazione di collegi con dimensioni assai diverse.
  Propone quindi di eliminare dal testo l'elenco dei collegi che, a suo giudizio, rappresenta una forzatura o comunque di fissare un termine differito di entrata in vigore della legge elettorale, come avvenuto per l’Italicum, con una clausola introdotta al Senato che pure non incontrava il suo appoggio, mentre era stato promotore – all'epoca del dibattito sull’Italicum – della soppressione delle disposizioni sull'elezione del Senato perché solo ciò poteva essere compatibile con un ballottaggio. Deve dare atto all'ex Presidente del Consiglio Renzi di aver riconosciuto, dopo i risultati dei referendum costituzionale del 4 dicembre, come l'Italicum fosse un sistema elettorale adatto solo ad un sistema monocamerale.
  Tutto ciò premesso, ritiene opportuno che sia stabilito un termine anche molto breve, un mese, al Governo per il disegno dei collegi, termine che non impedisce lo svolgimento di elezioni anticipate, ma che evita pasticci incostituzionali. Sottolinea quindi la necessità di procedere alla valutazione di proposte emendative ad hoc sulle criticità evidenziate e dichiara la disponibilità del proprio gruppo a lavorare anche tutto il prossimo fine settimana per conseguire un risultato il più possibile condiviso.

  Alan FERRARI (PD) ritiene opportuno distinguere, tra quelle emerse, le questioni più rilevanti da quelle più eccentriche. Nel disegno di legge in esame è prevista la delega al Governo per il disegno dei collegi entro dodici mesi, termine che consente tale adempimento anche entro un termine inferiore ed è assistito da un termine brevissimo per l'espressione dei parerei parlamentari. Occorre comunque non perdere di vista il fatto che tale disegno dei collegi si inserisce nell'ambito di un sistema elettorale di tipo proporzionale e non più uninominale.
  Un'ulteriore riflessione che intende condividere con la Commissione è che ritiene condivisibile l'accorpamento dei collegi del Senato che ha come conseguenza quello di risolvere o quantomeno di attenuare il problema dei cosiddetti soprannumerari, ovvero di coloro che prevalgono nei collegi ma non entrerebbero nella quota di seggi attribuita alla lista in sede circoscrizionale.
  L'ultima considerazione che intende svolgere riguarda le dimensioni dei collegi del Senato: quelli previsti dal Mattarellum erano già molto significativi e comportavano differenze tra collegi assai rilevanti. Dichiara quindi di accettare la riformulazione del subemendamento a sua prima firma 0.1.500.100.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, ringrazia i colleghi intervenuti per il loro contributo, A tale riguardo rileva come i collegi con 700.000 elettori sono solo tre in tutto il territorio nazionale. Più in generale si impegna a verificare prima dell'inizio dell'esame del provvedimento in Aula, al fine di risolvere le criticità sin qui segnalate, la più equa ripartizione possibile del territorio italiano. Sottoscrive in ogni caso le considerazioni svolte dal collega Ferrari, confermando che il Governo ha ovviamente la possibilità di intervenire anche nell'evenienza di elezioni anticipate.
  Nell'esprimere apprezzamento per la tenuità dei toni dell'intervento del collega D'Attore, invita invece il collega Menorello a non rivolgere al relatore accuse infondate, a suo giudizio anche irricevibili, circa l'intendimento di riprodurre i collegi approvati con la legge Mattarella, in quanto «disegnati per calcoli specifici». Respinge al mittente tale affermazione e ribadisce che valuterà ogni soluzione per evitare sproporzioni nella rappresentanza. Auspica Pag. 13pertanto che il Governo possa intervenire efficacemente ad attuare la prevista delega.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) preannuncia il voto favorevole del suo gruppo, auspicando che nel corso dell'esame in Aula sia possibile approfondire le criticità emerse e migliorare il testo in esame.

  Il sottosegretario Domenico MANZIONE si rimette alla Commissione.

  La Commissione approva il subemendamento Ferrari 0.1.500.100, come riformulato (vedi allegato 2).

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che il subemendamento Cecconi 0.1.500.57 è stato ritirato dal presentatore.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, presenta una riformulazione, in identico testo, dei subemendamenti Fabbri 0.1.500.165, Piccione 0.1.500.167, Locatelli 0.1.500.211 e Mazziotti di Celso 0.1.500.53, di cui raccomanda l'approvazione.

  Marilena FABBRI (PD) accetta la riformulazione proposta dal relatore dell'emendamento a sua prima firma che rafforza il tema della parità di genere, specificando che il meccanismo che viene introdotto nel disegno di legge all'esame non sono le quote rosa, ma le quote a tutela della rappresentanza di entrambi i generi. Osserva, a tale riguardo, l'opportunità di prevedere uno specifico sistema di controllo che assicuri l'integrale applicazione della normativa in discussione.

  Daniela Matilde Maria GASPARINI (PD) in qualità di firmataria del subemendamento Piccione 0.1.500.16, accetta la riformulazione proposta dal relatore.

  Elena CENTEMERO (FI-PdL), in qualità di firmataria del subemendamento Locatelli 0.1.500.211 ne accetta la riformulazione. Al fine di correggere le affermazioni riportate sugli organi di stampa desidera precisare che quanto si sta introducendo nel disegno di legge in esame è un meccanismo che preveda la parità di genere, cioè l'equilibrio della rappresentanza tra donne e uomini e non le quote rosa, meccanismo assai ormai superato.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, accetta la riformulazione proposta dal relatore del subemendamento 0.1.500.53 a sua prima firma.

  Il sottosegretario Domenico MANZIONE si rimette alla Commissione.

  La Commissione approva i subemendamenti Fabbri 0.1.500.165, Piccione 0.1.500.167, Locatelli 0.1.500.211 e Mazziotti di Celso 0.1.500.53, come riformulati (vedi allegato 2).

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che, a seguito dell'approvazione della nuova formulazione dei subemendamenti Fabbri 0.1.500.165, Piccione 0.1.500.167, Locatelli 0.1.500.211 e Mazziotti di Celso 0.1.500.53, i subemendamenti Kronbichler 0.1.500.112, Locatelli 0.1.500.213, Piccione 0.1.500.161, Fabbri 0.1.500.163, Locatelli 0.1.500.210 e Distaso 0.1.500.166, fatto proprio dal deputato Menorello, devono intendersi assorbiti.

  Domenico MENORELLO (CI) dichiara di sottoscrivere il subemendamento Distaso 0.1.500.166 e lo ritira.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che il relatore ha presentato il subemendamento 0.1.500.238 (vedi allegato 2).

  Emanuele FIANO (PD), relatore, illustrando il suo subemendamento 0.1.500.238 riferito al comma 8 dell'articolo 1, come risultante dall'approvazione del emendamento del relatore 1.500, osserva che esso è volto a chiarire le modalità con le quali è possibile presentare una medesima candidatura sia nella lista uninominale sia in quella circoscrizionale.

Pag. 14

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) osserva l'opportunità di prevedere la possibilità di una doppia candidatura esclusivamente all'interno della medesima circoscrizione.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, pur comprendendo il punto di vista del collega D'Attore, non è disponibile, almeno per il momento, ad accogliere il suo suggerimento.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL), osservando che il subemendamento 0.1.500.238 del relatore contribuisce a migliorare la chiarezza del testo, senza peraltro, avere una vera portata innovativa, preannuncia il voto favorevole del suo gruppo.

  Giuseppe LAURICELLA (PD) si associa a quanto detto dal collega Sisto, sottolineando la valenza chiarificatrice del subemendamento 0.1.500.238 del relatore, che rende nulla ogni altra candidatura dello stesso soggetto.

  Danilo TONINELLI (M5S) rileva l'importanza del subemendamento 0.1.500.238 del relatore in quanto è volto a superare i dubbi interpretativi sul testo attuale e chiede al relatore di chiarire le modalità applicative della disposizione alla disciplina relativa alle elezioni del Senato.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, chiarisce che l'applicazione della norma in esame alle elezioni del Senato è garantita dal collegamento espressamente previsto dal testo unico delle leggi recanti norme per l'elezione del Senato.

  Il sottosegretario Domenico MANZIONE si rimette alla Commissione.

  La Commissione approva il subemendamento 0.1.500.238 del relatore (vedi allegato 2).

  Emanuele FIANO (PD), relatore, formula l'invito al ritiro dei subemendamenti Gigli 0.1.500.1 e 0.1.500.2, in precedenza accantonati, alla luce della riformulazione che si appresta a presentare agli emendamenti Misuraca 1.80 e La Russa 1.252.

  Gian Luigi GIGLI (DeS-CD) chiede al relatore di anticipare la portata della riformulazione che si appresta a proporre agli emendamenti Misuraca 1.80 e La Russa 1.252.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, chiarisce che la riformulazione intende estendere alle elezioni del Senato la disposizione, introdotta con il cosiddetto «Italicum» per la Camera, che prevede l'esenzione dall'obbligo di raccolta delle firme per i gruppi parlamentari che risultavano costituiti alla data del 1o gennaio 2014.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, osserva che la riformulazione non incide sulla disciplina vigente ma introduce l'esenzione per i gruppi parlamentari costituiti al Senato alla data del 1o gennaio 2014.

  Gian Luigi GIGLI (DeS-CD) osserva che la limitazione dell'esenzione ai gruppi parlamentari costituiti alla data del 1o gennaio 2014 non tiene conto delle vicende che si sono verificate dopo tale data e che hanno inciso sull'esistenza dei gruppi parlamentari medesimi.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, invita i colleghi a mantenere la discussione sui subemendamenti Gigli 0.1.500.1 e 0.1.500.2.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede al presidente l'accantonamento dei subemendamenti Gigli 0.1.500.1 e 0.1.500.2.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, dichiara di non potere accedere alla richiesta del deputato D'Attorre dal momento che non è possibile stravolgere l'ordine di votazione degli emendamenti.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP), sottolineando la delicatezza del tema, osserva che sarebbe opportuno garantire la rappresentatività in Parlamento, rispettando l'intento Pag. 15che sottendeva la norma sulla esenzione dall'obbligo delle firme, quando fu introdotta con riferimento alle elezioni della Camera. In questo caso, inoltre, l'esenzione avrebbe una valenza maggiore, considerato l'alto valore della soglia di sbarramento.

  Gian Luigi GIGLI (DeS-CD), dichiarando di ritirare i propri subemendamenti 0.1.500.1 e 0.1.500.2, per poterli ripresentare in Assemblea, osserva che, se il criterio è la valorizzazione del lavoro parlamentare svolto, lo spartiacque posto alla data del 1o gennaio 2014 è irragionevole nonché discriminatorio.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, raccomanda quindi l'approvazione del suo emendamento 1.500.

  Il sottosegretario Domenico MANZIONE si rimette alla Commissione.

  La Commissione approva l'emendamento 1.500 del relatore, nel testo risultante a seguito dell'approvazione dei subemendamenti (vedi allegato 2).

  La seduta, sospesa alle 13.45, è ripresa alle 15.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.500 del relatore e dei relativi subemendamenti, risultano precluse o assorbite le restanti proposte emendative riferite all'articolo 1, ad eccezione dell'emendamento 1.550 del relatore e delle seguenti proposte emendative: Invernizzi 1.26, limitatamente alla parte dispositiva, Malisani 1.84, Parisi 1.48. Menorello 1.153, D'Attorre 1.115, Menorello 1.261, La Russa 1.243, Menorello 1.154, Marcon 1.104, La Russa 1.251, Distaso 1.64, La Russa 1.252, Menorello 1.179 e 1.182, Parisi 1.71, Brunetta 1.186, Cristian Iannuzzi 1.11 e 1.10, nonché Misuraca 1.80, 1.81 e 1.82. Avverte altresì che i rispettivi presentatori hanno ritirato gli emendamenti Gribaudo 1.1 e Brunetta 1.186.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, formula un invito al ritiro, avvertendo che, altrimenti, il parere è da intendersi contrario, con riferimento agli emendamenti Invernizzi 1.26, limitatamente alla parte dispositiva, Malisani 1.84, Parisi 1.48, Menorello 1.153, D'Attorre 1.115, Menorello 1.261, La Russa 1.243, Menorello 1.154, Marcon 1.104, La Russa 1.251 e Distaso 1.64. Esprime parere favorevole sull'emendamento La Russa 1.252 e sull'emendamento Misuraca 1.80, purché essi siano riformulati negli identici termini riportati in allegato (vedi allegato 2). Formula, quindi, un invito al ritiro, avvertendo che, altrimenti, il parere è da intendersi contrario, con riferimento agli emendamenti Menorello 1.179 e 1.182, Parisi 1.71, Cristian Iannuzzi 1.11 e 1.10 e Misuraca 1.81 e 1.82. Raccomanda, infine, l'approvazione del suo emendamento 1.550.

  Il sottosegretario Domenico MANZIONE si rimette alla Commissione.

  Giancarlo GIORGETTI (LNA), nell'accogliere l'invito al ritiro formulato dal relatore con riferimento all'emendamento Invernizzi 1.26, da lui sottoscritto, segnala tuttavia che desta molte perplessità la limitazione operata nei confronti della circoscrizione Trentino-Alto Adige, in cui sarebbe vietata la contemporanea candidatura nelle liste proporzionali e nei collegi uninominali, a differenza di quanto avviene nel resto del territorio nazionale. Invita, pertanto, il relatore a riflettere su questa previsione in vista dell'esame in Assemblea del provvedimento.

  Danilo TONINELLI (M5S), nel ricordare che anche il Movimento 5 Stelle ha ritirato un emendamento di analogo contenuto, oltre a diverse altre proposte emendative tese al miglioramento del testo, esprime perplessità per l'esclusione della sola circoscrizione Trentino-Alto Adige dall'applicazione di un meccanismo che maggiormente risponde al modello tedesco, invitando il relatore a proporre un intervento correttivo che risolva la questione.

Pag. 16

  Florian KRONBICHLER (MDP), nell'associarsi alle considerazioni dei colleghi che lo hanno preceduto, si rammaricai dell'avvenuto ritiro dell'emendamento Invernizzi 1.26, sottolineando la situazione paradossale per cui è proprio la circoscrizione Trentino-Alto Adige ad essere esclusa dal modello tedesco.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che gli emendamenti Malisani 1.84 e Parisi 1.48 sono stati ritirati dai rispettivi presentatori.

  Domenico MENORELLO (CI) ritira l'emendamento 1.153, di cui è primo firmatario, auspicando che sul tema della designazione del capo della forza politica possa svolgersi una ulteriore riflessione nel corso dell'esame in Assemblea, in quanto le disposizioni vigenti mal si attagliano al nuovo sistema elettorale in via di definizione.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) fa presente che l'emendamento a sua firma 1.115 è volto ad eliminare dal testo della legge elettorale il riferimento al «capo della forza politica», introdotto con la legge n. 52 del 2015, trattandosi di un intervento incoerente rispetto all'assetto costituzionale italiano, tanto da dover richiedere che, nel testo di legge, vengano fatte salve esplicitamente le prerogative del Presidente della Repubblica. Nel ritenere che tale concetto sia ancora più assurdo in un impianto proporzionale, qual è quello del provvedimento all'esame, rileva altresì l'incongruenza del riferimento, contenuto al comma 3 dell'articolo 14-bis della legge elettorale della Camera, alle forze politiche che «si candidano a governare», come se vi fossero forze politiche che si presentano alle elezioni con l'aspirazione a fare opposizione. Nel considerare indispensabile l'intervento emendativo proposto, al fine di eliminare qualsiasi imbarazzo costituzionale, prende tuttavia atto del fatto che il relatore non ritiene opportuno, in questa sede, intervenire sulla questione.

  La Commissione respinge l'emendamento D'Attorre 1.115.

  Domenico MENORELLO (CI) non accoglie l'invito al ritiro dell'emendamento 1.261, di cui è primo firmatario, evidenziando che la proposta è volta a garantire alle forze politiche che decidano di svolgere consultazioni primarie l'accesso alle liste elettorali nonché l'utilizzo di sedi pubbliche, ritenendo che si tratti di un intervento doveroso in particolar modo in presenza di liste bloccate del sistema proporzionale.
  Chiede pertanto al relatore un'ulteriore riflessione sull'argomento, rilevando che, in caso contrario, verrà persa un'occasione privilegiata per intervenire sulla questione.

  La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Menorello 1.261 e La Russa 1.243.

  Domenico MENORELLO (CI) accoglie l'invito al ritiro dell'emendamento 1.154, di cui è primo firmatario, affidandosi alla sensibilità del relatore per individuare una soluzione in sede di esame del provvedimento da parte dell'Assemblea.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, con riferimento a quanto evidenziato dal collega Menorello, precisa di essersi impegnato a svolgere una riflessione di carattere complessivo sul tema della sottoscrizione delle liste, ma non con riferimento al tema specifico affrontato dall'emendamento Menorello 1.154.

  La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Marcon 1.104 e La Russa 1.251.

  Domenico MENORELLO (CI) sottoscrive l'emendamento Distaso 1.64 e lo ritira.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, fa presente che i deputati Taglialatela e Alli hanno sottoscritto, rispettivamente, gli emendamenti La Russa 1.252 e Misuraca 1.80 e hanno accettato la loro riformulazione in identico testo proposta dal relatore.

Pag. 17

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) nell'esprimersi favorevolmente rispetto alla riformulazione proposta con riferimento agli emendamenti La Russa 1.252 e Misuraca 1.80, ricorda che il relatore ha garantito che interverrà ulteriormente sulla questione in sede di esame in Assemblea.

  La Commissione approva gli emendamenti La Russa 1.252 e Misuraca 1.80, come riformulati in identico testo (vedi allegato 2).

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che l'emendamento Menorello 1.179 risulta assorbito a seguito dall'approvazione degli emendamenti La Russa 1.252 e Misuraca 1.80, come riformulati in identico testo.

  Domenico MENORELLO (CI) accoglie l'invito al ritiro dell'emendamento 1.182, di cui è primo firmatario.

  Massimo PARISI (SC-ALA CLP-MAIE) accoglie l'invito al ritiro dell'emendamento 1.71, di cui è primo firmatario.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Cristian Iannuzzi 1.11: s'intende che vi abbia rinunciato.

  La Commissione approva, quindi, l'emendamento 1.550 del relatore (vedi allegato 2).

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, constata l'assenza del presentatore dell'emendamento Cristian Iannuzzi 1.10: s'intende che vi abbia rinunciato. Avverte, inoltre, che gli emendamenti Misuraca 1.81 e 1.82 risultano assorbiti a seguito dall'approvazione degli emendamenti La Russa 1.252 e Misuraca 1.80, come riformulati in identico testo.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che si passerà ora all'esame delle proposte emendative relative all'articolo 2 che non siano assorbite o precluse a seguito delle precedenti votazioni.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, invita al ritiro degli emendamenti Distaso 2.37 e Malisani 2.39 e degli identici articoli aggiuntivi Fabbri 2.01 e Roberta Agostini 2.02, avvertendo che, altrimenti, il parere deve intendersi contrario.

  Il sottosegretario Domenico MANZIONE si rimette alla Commissione.

  Domenico MENORELLO (CI) sottoscrive l'emendamento Distaso 2.37 e lo ritira.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che l'emendamento Malisani 2.39 è stato ritirato dalla presentatrice.

  Daniela Matilde Maria GASPARINI (PD) sottoscrive l'articolo aggiuntivo Fabbri 2.01 e lo ritira.

  Roberta AGOSTINI (MDP) segnala che il suo articolo aggiuntivo 2.02 intende rafforzare la tutela del voto di genere nella Circoscrizione estero, invitando il relatore a svolgere un'ulteriore riflessione sulla questione.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, nel confermare il proprio parere sull'articolo aggiuntivo Roberta Agostini 2.02, si riserva di valutare nuovamente il tema in vista dell'esame del provvedimento in Assemblea.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Roberta Agostini 2.02.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che si passerà ora all'esame delle proposte emendative relative all'articolo 3 che non siano assorbite o precluse a seguito delle precedenti votazioni. Fa presente, altresì, che gli articoli aggiuntivi Brunetta 3.06 e Mazziotti Di Celso 3.011 sono stati ritirati dai rispettivi presentatori.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento Famiglietti 3.6 mentre invita al Pag. 18ritiro, avvertendo che, altrimenti, il parere deve intendersi contrario, delle seguenti proposte emendative: Menorello 3.27, Bossa 3.07, Currò 3.015, 3.016 e 3.017, Vargiu 3.08, Giuditta Pini 3.012, Vargiu 3.010, Nesci 3.019, Bonomo 3.013 e 3.014, Di Battista 3.018, Vargiu 3.09, Distaso 3.05, nonché Parisi 3.03, 3.04 e 3.02.

  Il sottosegretario Domenico MANZIONE si rimette alla Commissione.

  La Commissione approva l'emendamento Famiglietti 3.6 (vedi allegato 2).

  Domenico MENORELLO (CI), accogliendo l'invito del relatore, ritira l'emendamento 3.27, di cui è primo firmatario.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Bossa 3.07.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, constata l'assenza del presentatore degli articoli aggiuntivi Currò 3.015, 3.016 e 3.017: si intende che vi abbia rinunciato.

  Domenico MENORELLO (CI) ritira gli articoli aggiuntivi Vargiu 3.08 e Vargiu 3.010, di cui è firmatario.

  Daniela Matilde Maria GASPARINI (PD) sottoscrive l'articolo aggiuntivo Giuditta Pini 3.012 e lo ritira.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Nesci 3.019.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che gli articoli aggiuntivi Bonomo 3.013 e 3.014.sono stati ritirati dalla presentatrice.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Di Battista 3.018.

  Domenico MENORELLO (CI) ritira l'articolo aggiuntivo Vargiu 3.09, di cui è firmatario.

  Massimo PARISI (SC-ALA CLP-MAIE) sottoscrive l'articolo aggiuntivo Distaso 3.05.

  La Commissione respinge l'articolo aggiuntivo Distaso 3.05, fatto proprio dal deputato Parisi.

  Massimo PARISI (SC-ALA CLP-MAIE) ritira gli articoli aggiuntivi 3.03, 3.04 e 3.02 di cui è primo firmatario.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, essendosi concluso l'esame delle proposte emendative presentate, sottopone alla Commissione alcune correzioni di coordinamento del testo unificato, come risultante dalle proposte emendative approvate (vedi allegato 3). Sospende, quindi, brevemente la seduta al fine di consentire ai componenti della Commissione di prenderne visione e di valutarne il contenuto.

  La seduta, sospesa alle 15.40, è ripresa alle 15.55.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, pone in votazione la proposta di correzioni di coordinamento del testo, come risultante dalle proposte emendative approvate (vedi allegato 3).

  La Commissione approva la proposta di correzioni di coordinamento del testo (vedi allegato 3).

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che si procederà quindi alla votazione per il conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea.

  Gian Luigi GIGLI (DeS-CD) preannuncia l'intenzione del proprio gruppo di presentare una relazione di minoranza in Assemblea, auspicando che altri gruppi politici alimentino il livello della discussione attraverso lo svolgimento di altre relazioni di minoranza.

Pag. 19

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) nel preannunciare che anche il suo Gruppo intende presentare una relazione di minoranza, osserva che la sua parte politica è disponibile a ragionare sui contenuti proposti nel presente testo, compresi quelli relativi alla soglia di sbarramento al 5 per cento. Ritiene, tuttavia, necessario approfondire e correggere taluni aspetti della proposta – se si intende ragionare di modello di tipo tedesco – segnalando, in particolare, l'esigenza di intervenire per prevedere il voto disgiunto, nonché l'espressione del voto di preferenza in luogo dei listini circoscrizionali bloccati, affrontando altresì la questione delle sottoscrizioni, specialmente qualora si vada verso elezioni anticipate da convocare durante il periodo estivo.
  Conclude sottolineando che la parte politica che rappresenta non intende fare sterile ostruzionismo ai lavori sul provvedimento all'esame e che, anzi, ritiene che una nuova legge in materia elettorale sia necessaria. Tuttavia, annuncia che sui punti sopra elencati non mancherà la battaglia politica in Assemblea, auspicando che a tale battaglia si uniscano quelle forze politiche che, a parole, criticano quanto proposto in tema di voto disgiunto o di rappresentanza ma che, al momento, non sembrano coerenti con le professate convinzioni.

  Massimo ARTINI (Misto-AL-TIpI) preannuncia l'intenzione della componente Alternativa Libera – tutti insieme per l'Italia del gruppo Misto di designare un relatore di minoranza per la discussione in Assemblea del provvedimento.

  Marcello TAGLIALATELA (FdI-AN), nel confermare l'intenzione del proprio gruppo di designare un relatore di minoranza per la discussione in Assemblea del provvedimento, osserva che la contrarietà di Fratelli d'Italia al testo discende dal fatto che esso ha tradito le aspettative dei cittadini, che non potranno, di fatto, scegliere i propri rappresentanti in Parlamento. Questa proposta, a suo giudizio, prende il peggio delle legge elettorali che si sono succedute nel recente passato, prevedendo «listini» bloccati, escludendo la possibilità di esprimere preferenze e non consentendo ai cittadini di sapere già all'indomani del voto chi governerà. Nel sottolineare che si tratta di artifici che tolgono ai cittadini il diritto di scelta, evidenzia che si è di fronte ad un voltafaccia dei partiti maggiori che hanno spacciato il sistema da loro voluto per una copia del modello tedesco, mentre in realtà la proposta in esame non recepisce quel sistema di voto e non mancherà di suscitare una reazione da parte degli italiani.

  Domenico MENORELLO (CI) riconosce che questo si muove lungo la giusta direzione del sistema proporzionale, pur mantenendo alcuni aspetti che nascondono calcoli politici a suo giudizio inaccettabili. Si riferisce, ad esempio, al tentativo di tenere fuori dal Parlamento i movimenti non ancora organizzati, attraverso la previsione di un numero molto alto di firme a sostegno della presentazione delle liste e di una soglia di sbarramento molto alta; alle liste bloccate, il cui effetto spera sarà mitigato dall'introduzione delle preferenze; alla mancata previsione del voto disgiunto; al disegno frettoloso dei collegi uninominali, che, a suo avviso, penalizza gravemente la Regione Veneto.

  Paolo ALLI (AP-CpE-NCD) annuncia il voto contrario del suo gruppo al conferimento del mandato al relatore a riferire favorevolmente in Assemblea sul provvedimento in esame.

  Rocco PALESE (Misto-CR) conferma l'intenzione della componente Conservatori e Riformisti del gruppo Misto di designare il collega Distaso, quale relatore di minoranza per la discussione in Assemblea del provvedimento.

  Giovanni CUPERLO (PD) annuncia il suo voto favorevole al conferimento del mandato al relatore, apprezzando lo sforzo sin qui profuso nel miglioramento del testo originario del provvedimento. Riconosce al presidente e al relatore medesimo Pag. 20una grande capacità di ascolto e di elaborazione delle diverse istanze emerse dal dibattito. Rileva, tuttavia, la persistenza di alcune criticità, citando ad esempio il tema delle preferenze e, più in generale, della scelta dei candidati presenti nelle liste proporzionali, e auspica che si possa proseguire sulla strada fin qui percorsa della ricerca di un accordo politico, alla ricerca della più ampia convergenza e condivisione sui nodi ancora da sciogliere.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) sottolinea la «convergenza parallela» che ha portato i gruppi, partiti da posizioni estremamente differenziate, a trovare una sintesi armoniosa accogliendo le sollecitazioni del Presidente della Repubblica a procedere nella direzione dell'armonizzazione dei sistemi elettorali delle due Camere.

  Giancarlo GIORGETTI (LNA), pur ribadendo la preferenza del proprio gruppo per un sistema di voto di tipo maggioritario, sul modello di quello introdotto nel 1993, dal momento che solo con il maggioritario si sarebbe riportato il sistema politico ad un coerente rapporto con gli elettori, fa presente che il proprio gruppo si è impegnato in questi giorni a collaborare alla stesura del provvedimento in esame, con l'obiettivo di dare al Paese una nuova legge elettorale che permetta di andare al voto il prima possibile. Auspica, pertanto, che si possa pervenire ad una celebre approvazione del provvedimento, per poi procedere alle elezioni per il rinnovo delle Camere.

  Emanuele FIANO (PD), relatore, ringrazia tutti i colleghi che, mantenendo le proprie posizioni politiche, hanno contribuito ad un dibattito, che, a suo avviso, ha contribuito ad una più compiuta elaborazione del testo del provvedimento. Ringrazia, altresì, il presidente Mazziotti Di Celso, nonché gli uffici della Camera per il supporto fornito ai lavori della Commissione.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, pone in votazione la proposta di conferire al relatore, on. Fiano, il mandato a riferire favorevolmente all'Assemblea.

  La Commissione approva la proposta di conferire al relatore, on. Fiano, il mandato a riferire favorevolmente all'Assemblea sul testo unificato delle proposte di legge, come risultante a seguito dell'esame delle proposte emendative presentate. Delibera, altresì, di richiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che la presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 16.15.

Pag. 21