CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 11 maggio 2017
816.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Giovedì 11 maggio 2017. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO. – Intervengono il sottosegretario di Stato per l'interno Gianpiero Bocci e la sottosegretaria di Stato per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Sesa Amici.

  La seduta comincia alle 13.45.

Modifiche alla legge 31 ottobre 1965, n. 1261, concernenti il trattamento economico e previdenziale spettante ai membri del Parlamento.
C. 2354 Lombardi.
(Seguito dell'esame e rinvio – Adozione del testo base).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 20 ottobre 2016.

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  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente ricorda che la Commissione ha svolto l'esame in sede referente della proposta di legge C. 2354 Lombardi e delle abbinate proposte di legge C. 495 Vaccaro, C. 661 Lenzi, C. 1137 Capelli, C. 1958 Vitelli a partire dalla seduta del 19 luglio 2016 e che la Conferenza dei presidenti di gruppo aveva poi iscritto la proposta di legge C. 2354 nel calendario dei lavori dell'Assemblea in quota opposizione. Nella seduta del 20 ottobre 2016 ho comunicato alla Commissione che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 19 ottobre 2016, aveva convenuto, con la maggioranza prevista dall'articolo 24, comma 2, del Regolamento, che non sussistessero le condizioni per procedere alla discussione e alla votazione degli emendamenti presentati al testo unificato delle proposte di legge in titolo. In seguito a tale comunicazione la deputata Lombardi, a nome del gruppo del Movimento 5 Stelle, in considerazione del fatto che la proposta di legge C. 2354 era iscritta nel calendario dei lavori dell'Assemblea nella quota riservata ai gruppi di opposizione, ha chiesto la revoca dell'abbinamento delle altre proposte di legge. La Commissione, accogliendo tale richiesta, ha quindi disposto il disabbinamento delle citate proposte di legge C. 495 Vaccaro, C. 661 Lenzi, C. 1137 Capelli, C. 1958 Vitelli. Nella seduta dell'Assemblea del 24 ottobre ha riferito sull'esito dei lavori in sede referente e nella medesima seduta si è svolta la discussione generale sul provvedimento. Nella seduta del 25 ottobre 2016 il provvedimento è stato rinviato in Commissione da parte dell'Assemblea.
  Sulla questione degli effetti del rinvio in Commissione di un provvedimento iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea in quota opposizione, ritiene utile richiamare i lavori della Giunta per il regolamento, svoltisi nelle sedute del 3 agosto e del 2 novembre 2016. In particolare in quest'ultima seduta, il deputato Pisicchio, al quale la Presidente della Camera aveva rimesso il compito di approfondire il tema, ha ricordato che, se è vero che, a seguito del rinvio in Commissione si riapre la sede referente e la Commissione può procedere all'abbinamento delle proposte pendenti che vertono su identica materia ed eventualmente scegliere un nuovo testo base, va però specificato per chiarezza che «ove si tratti di proposta sulla quale il gruppo di opposizione richiedente abbia già precedentemente esercitato la facoltà di ottenerne il disabbinamento [...] esso possa preliminarmente confermare tale decisione anche dopo il rinvio in Commissione: in tal caso l'esame dovrebbe proseguire sulla sola proposta già disabbinata, senza procedere all'abbinamento di ulteriori (vecchie o nuove) proposte; se invece il gruppo di opposizione espressamente rinunci al disabbinamento, dopo che l'Aula abbia rinviato in Commissione il provvedimento, non sarebbe ammissibile – nel successivo corso dell'iter in Commissione – una richiesta di nuovo disabbinamento della proposta di legge originariamente disabbinata. Non può neppure consentirsi al gruppo che abbia precedentemente esercitato la facoltà di disabbinamento un ulteriore esercizio di tale facoltà nell'ambito dello stesso procedimento ma con riguardo ad una diversa proposta di legge vertente sulla stessa materia. Ciò infatti determinerebbe un modo irrazionale, incoerente e disordinato di svolgimento del procedimento legislativo, che darebbe origine a plurimi (e potenzialmente infiniti) procedimenti, aventi tutti lo stesso oggetto».
  Alla luce di quanto sopra rappresentato, chiede, quindi, al gruppo del Movimento 5 Stelle se, come già anticipato nella riunione di ieri dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresenti dei gruppi, intenda confermare la richiesta di disabbinamento della proposta di legge C. 2354.

  Roberta LOMBARDI (M5S), relatrice, a nome del gruppo del Movimento 5 Stelle conferma la volontà di mantenere il disabbinamento della proposta di legge C. 2354, di cui è prima firmataria.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, ricorda che, nel corso del primo Pag. 7esame delle proposte di legge C. 2354 e abb., nella seduta del 6 ottobre 2016 la Commissione ha deliberato, su proposta dell'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, di delimitare l'ambito del proprio esame ai seguenti aspetti: determinazione dell'indennità spettante ai membri del Parlamento; disciplina del rimborso delle spese di soggiorno, di viaggio, spese generali e disciplina della diaria dei parlamentari; regime tributario; regime di trasparenza connesso alle suddette materie, considerando quindi tale perimetro vincolante ai fini della predisposizione e dell'adozione del testo base per il prosieguo dell'esame e per la conseguente valutazione di ammissibilità delle proposte emendative ad esso riferite. Con la medesima deliberazione si è stabilito che dovessero essere escluse le disposizioni in materia di vitalizi dei parlamentari, sulle quali la I Commissione sta svolgendo l'esame delle proposte di legge C. 1093 Grimoldi e abb., e le proposte di legge sul rapporto di lavoro dei collaboratori parlamentari, sui quali la XI Commissione sta svolgendo l'esame della proposta di legge C. 1105 (Gnecchi e altri).
  Sulla base di quanto convenuto dall'Ufficio di Presidenza nella riunione di ieri, sottopone, quindi, alla Commissione la proposta di confermare la deliberazione assunta nella seduta del 6 ottobre 2016.
  Precisa, inoltre, che, ove la Commissione deliberasse in tal senso, il perimetro oggettivo sopra indicato sarà considerato vincolante ai fini della predisposizione e dell'adozione del testo base per il prosieguo dell'esame e per la conseguente valutazione di ammissibilità delle proposte emendative ad esso riferite.

  Roberta LOMBARDI (M5S), relatrice, prima della votazione sulla delimitazione dell'ambito di esame da parte della Commissione, desidera porre una questione in merito all'esclusione delle norme sul rapporto di lavoro dei collaboratori parlamentari, in quanto la XI Commissione, come ricordato dal Presidente nella seduta di ieri, sta svolgendo l'esame della proposta di legge C. 1105 (Gnecchi e altri) ed abb., che reca appunto disposizioni per la regolamentazione del rapporto di lavoro dei collaboratori parlamentari. Risulta che il Comitato ristretto appositamente costituito si sia riunito una sola volta, il 15 ottobre 2014. Informa la Commissione di aver scritto al Presidente della XI Commissione e, per conoscenza, alla Presidente della Camera per chiedere che la trattazione dei provvedimenti in questione sia attribuita alla I Commissione, di modo da esaminare la disciplina contrattuale del ruolo del collaboratore parlamentare unitamente alla materia del trattamento economico dei membri di Camera e Senato e, in particolare, nell'ambito delle spese di esercizio del mandato. Nel caso di risposta positiva all'istanza da lei posta, intende presentare emendamenti che introducano gli aspetti relativi al rapporto di lavoro tra parlamentare e collaboratore nell'ambito del testo della proposta di legge C. 2354.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, chiarisce che allo stato la Commissione è chiamata a delimitare il perimetro di esame come appena delineato.

  Emanuele FIANO (PD), pur non manifestando contrarietà ad una inclusione nel perimetro di esame anche della materia inerente al rapporto di lavoro dei collaboratori, fa notare che la pendenza di un altro provvedimento incardinato presso altra Commissione non possa essere ignorata. Nel rimettersi alle determinazioni che saranno assunte al riguardo, auspica un'accurata riflessione sul punto, al fine di fare chiarezza anche per il futuro.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, riguardo alla questione posta dalla deputata Lombardi, osserva che, allo stato, la materia riguardante gli aspetti del rapporto di lavoro dei collaboratori è oggetto di un provvedimento assegnato ad altra Commissione e incardinato in quella sede e ribadisce che la Commissione è chiamata a deliberare la delimitazione dell'ambito di esame del provvedimento come sopra riferito.

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  La Commissione approva la proposta di delimitazione dell'ambito di esame del provvedimento in titolo, formulata dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, avverte che la relatrice ha presentato una proposta di nuovo testo da adottare come testo base per il prosieguo dell'esame (vedi allegato 1).

  La Commissione delibera di adottare, come testo base per il prosieguo dell'esame, il nuovo testo proposto dalla relatrice (vedi allegato 1).

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, ricorda che il seguito della discussione della proposta di legge in Assemblea è stato fissato dalla Conferenza dei presidenti di gruppo a partire dal 23 maggio, in quota opposizione su richiesta del gruppo Movimento 5 Stelle.
  Comunica che, l'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione stabilirà il termine per la presentazione delle proposte emendative.
  Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modifiche alla legge elettorale.
C. 2352 Toninelli, C. 2690 Giachetti, C. 3223 Pisicchio, C. 3385 Lauricella, C. 3986 Locatelli, C. 4068 Orfini, C. 4088 Speranza, C. 4092 Menorello, C. 4128 Lupi, C. 4142 Vargiu, C. 4166 Nicoletti, C. 4177 Parisi, C. 4182 Dellai, C. 4183 Lauricella, C. 4240 Cuperlo, C. 4262 Toninelli, C. 4265 Rigoni, C. 4272 Martella, C. 4273 Invernizzi, C. 4281 Valiante, C. 4284 Turco, C. 4287 Marco Meloni, C. 4309 La Russa, C. 4318 D'Attorre, C. 4323 Quaranta, C. 4326 Menorello, C. 4327 Brunetta, C. 4330 Lupi, C. 4331 Costantino, C. 4333 Pisicchio, C. 4363 Fragomeli e petizioni nn. 508, 515, 892, 896, 919, 1182, 1251 e 1252.
Sentenza della Corte Costituzionale n. 35 del 2017. Doc. VII n. 767.

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto del provvedimento e della sentenza della Corte costituzionale, rinviato, da ultimo, nella seduta del 10 maggio 2017.

  Emanuele FIANO (PD) fa presente che il suo gruppo, mantenendosi fedele a principi già espressi in altre occasioni, si dichiara a favore di un impianto elettorale di tipo misto, che preveda che metà dei componenti della Camera e del Senato sia eletta attraverso collegi uninominali con il sistema maggioritario caratterizzato da liste o coalizioni e l'altra metà attraverso un sistema di tipo proporzionale diretto con presentazione di liste. Ritiene che tale modello, nel quale devono a suo avviso essere previste soglie di sbarramento armonizzate tra i due rami del Parlamento ad un livello intermedio rispetto a quanto attualmente previsto, rappresenti una soluzione di mediazione che concilia sia le esigenze di governabilità che quelle di rappresentatività. Ritiene che spetti ora al presidente, in qualità di relatore, tirare le fila di quanto emerso dall'articolato dibattito svolto, presentando un testo che possa costituire la base di partenza del prosieguo dell'esame.

  Danilo TONINELLI (M5S) osserva prima di tutto, su un piano strettamente tecnico, che è facilmente immaginabile che la proposta del Partito democratico non permetterebbe, se diventasse legge, di votare in tempi brevi, data la necessità di dare il tempo al Governo di ridisegnare i collegi uninominali, che attualmente sono quelli del Mattarellum, costituiti sulla base del censimento dell'epoca. Quello proposto è, a suo avviso, un sistema confusionario e potenzialmente incostituzionale che non indica alle forze politiche una chiara strada per presentare la propria proposta politica all'elettorato. Non si capisce poi se i collegi uninominali siano fondati su un sistema realmente maggioritario, data la presenza anche di un sistema proporzionale, e come avvenga la ripartizione dei seggi.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente e relatore, osserva che a suo avviso Pag. 9è chiaro che, con riguardo ai collegi uninominali, si tratti di un sistema maggioritario.

  Danilo TONINELLI (M5S) sottolinea come la proposta che si avvicina di più a quella presentata dal partito di maggioranza relativa è quella del gruppo che fa capo al senatore Verdini, del quale sono note le vicende giudiziarie e i cambi di schieramento politico. Ricorda che varie forze, come il Movimento 5 Stelle e anche Forza Italia, erano disposte a votare l’Italicum come uscito dalla sentenza della Corte costituzionale ed invece il Partito democratico si schiera con il gruppo a cui ha fatto prima riferimento. Presentare questa proposta per porre rimedio alla seconda legge elettorale dichiarata incostituzionale dalla Corte, significa non aver capito la gravità della situazione con un Parlamento, di per sé eletto con una legge incostituzionale, che non può essere sciolto in quanto la maggioranza, sicura di condurre in porto la propria riforma costituzionale, ha approvato una legge elettorale per la sola Camera dei deputati. Sul piano politico osserva che questa situazione fa quasi piacere al suo gruppo, che può criticare l'alleanza del Partito democratico con il gruppo che fa capo al senatore Verdini. Il fatto è che oggi si riparte da zero, con una proposta confusionaria, metà maggioritaria e metà proporzionale. Rileva come il Partito democratico non accetti le ampie aperture fatte dal suo gruppo, disponibile da ultimo a votare anche la proposta di legge di un esponente di quel partito, la proposta a prima firma Fragomeli. In merito alla formazione dei collegi, immagina che si verificherà una lotta intestina tra le varie correnti del Partito democratico, in base alla loro influenza locale. In conclusione ritiene il Partito democratico il partito più fallimentare della storia d'Italia che sta mettendo in ginocchio il nostro Paese.

  Giancarlo GIORGETTI (LNA) ritiene che il sistema elettorale prospettato per grandi linee dal deputato Fiano sia soddisfacente, giudicandolo molto vicino all'impianto del Mattarellum, sul quale il gruppo della Lega nord ha sempre manifestato il proprio favore, rispetto ad altri sistemi che prevedono ad esempio le preferenze. Pur in attesa di conoscere nel dettaglio il funzionamento di tale sistema, che a suo avviso potrebbe anche essere migliorato, ad esempio riportando al 75 per cento la quota maggioritaria, fa notare che esso possa rappresentare una buona soluzione, atteso che garantirebbe un adeguato ancoraggio al territorio dei candidati, favorendone la credibilità. Ritiene tuttavia necessario che siano precisate le modalità di determinazione dei collegi, chiarendo come si concili la ridefinizione dei collegi con l'esigenza di assicurare una legge al Paese nel più breve tempo possibile. In proposito, al fine di accelerare i tempi, osserva che si potrebbe ipotizzare per il Senato una riproposizione dei collegi già previsti nel Mattarellum, eventualmente rivisti nel numero e nella dimensione. Fa presente, dunque, che il suo gruppo sarebbe disponibile a votare un testo base che si rifacesse al modello proposto dal deputato Fiano, purché siano chiariti i tempi necessari per l'attuazione di tale sistema.

  Pino PISICCHIO (Misto) aveva chiesto di intervenire per porre una domanda al Presidente e relatore sull'esito dei colloqui informali da lui svolti con i gruppi parlamentari in merito al testo base da presentare oggi, domanda alla quale è stata già data in parte una risposta da chi è intervenuto. Registra infatti le posizioni espresse dal Partito democratico e dal Movimento 5 Stelle. A tal proposito, in merito a quanto affermato dal deputato Toninelli, ritiene che non sia offensivo sul piano costituzionale il sistema proposto, che ricalca la legge elettorale tedesca, con divisione a metà tra maggioritario e proporzionale. Immagina poi che Forza Italia ribadirà in Commissione quanto dichiarato da Silvio Berlusconi sulla propensione per il sistema proporzionale. È quindi una situazione frastagliata e toccherà al Presidente e relatore trovare una posizione unitaria. Concorda, infatti, con quanto Pag. 10affermato dal deputato Giancarlo Giorgetti che bisogna fare presto la legge elettorale, ma osserva che bisogna anche farla bene, per evitare che la prossima legislatura sia senza maggioranza, con una situazione più simile alla Repubblica di Weimar che alla Spagna del recente passato. Le parole del deputato Fiano sono state chiare ed eloquenti in merito all'estensione al 50 per cento della quota proporzionale che con il Mattarellum è del 25 per cento, ma ci sono da chiarire alcuni dettagli sostanziali. Prima di tutto ricorda che il Mattarellum è basato su un'idea di coalizione e va chiarito se resta questo aspetto, come va chiarito quello relativo alle soglie. Bisogna poi comprendere quale è il meccanismo delle liste per il proporzionale, quello delle liste bloccate o il sistema delle preferenze. Osserva che, a suo parere, si potranno costruire maggioranze solo con coalizioni. In conclusione dichiara la propria apertura, e non chiusura, a un sistema basato a metà sul maggioritario e a metà sul proporzionale, ma si chiede se questo assetto possa proseguire nel suo cammino nella discussione parlamentare.

  Ignazio LA RUSSA (FdI-AN), pur rispettando la posizione espressa con ritardo dal gruppo del Partito democratico, dichiara di non condividerla, giudicandola incompatibile con le attuali tempistiche parlamentari, che impongono di approvare una legge elettorale quanto prima. Ritiene che il sistema illustrato dal deputato Fiano, che peraltro già da anni il senatore Verdini dichiara essere il suo favorito, rappresenti una classica soluzione all'italiana di compromesso che rischia di condurre ad una discussione infinita, nel momento in cui si approfondirà nel dettaglio il merito di questioni come la definizione delle soglie o l'attribuzione di premio, precludendo una conclusione positiva dell’iter. Constatata l'impossibilità per qualsiasi gruppo di portare avanti con successo una propria proposta, ritiene necessario dunque rimettersi al ruolo di relatore del presidente, auspicando che la sua capacità di sintesi possa condurre all'elaborazione di un testo base efficace. Osserva, in conclusione, che il suo gruppo seguirà con attenzione l'andamento dell’iter al fine di sostenere con forza le proprie posizioni.

  Gian Luigi GIGLI (DeS-CD) si dichiara spiazzato dalla dinamica della seduta odierna. Era infatti convinto che sarebbe stata presentata una proposta di testo base già in questa sede al termine delle consultazioni informali svolte dal Presidente. In questi incontri ha dato la sua disponibilità per un testo base che consentisse di avviare un vero dibattito. Ci si trova invece di fronte a una proposta del Partito democratico che rivisita in chiave maggioritaria, senza riparto proporzionale vero, il sistema tedesco, che avrebbe invece condiviso se adottato integralmente. Così è invece una proposta inaccettabile. Non lo convince poi la previsione di una soglia di sbarramento alta, unita al premio di maggioranza, in quanto si tratta di una distorsione della rappresentanza. Se la soglia si pone al 5 per cento, non può esserci premio di maggioranza.

  Maurizio LUPI (AP-CpE-NCD), nel rinviare a quanto già dichiarato dal deputato Misuraca per l'illustrazione della posizione del suo gruppo, osserva che in questa fase dell’iter appare necessario favorire un avanzamento dei lavori, uscendo da uno stato di stallo che potrebbe compromettere l'esito finale del procedimento legislativo. Pur ribadendo che il suo gruppo manifesta preferenza per un sistema elettorale di impianto proporzionale, con soglie ragionevoli e la previsione di un premio di governabilità, capace di conciliare rappresentatività e stabilità, giudica dunque opportuno che i gruppi si assumano la responsabilità di favorire l'adozione di un testo base da considerare come base di partenza per il prosieguo dell'esame, evitando dunque di rimettere ad altri il compito di disciplinare tale delicata materia. Esprimendo perplessità sulla posizione espressa dal gruppo del Partito democratico, invita dunque i gruppi a ricercare una convergenza accantonando per un momento le proprie proposte, sottolineando Pag. 11come sul testo che sarà presentato dal presidente in qualità di relatore, sarà possibile avviare un ampio confronto di merito durante il quale sarà possibile portare le proprie convinzioni.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) dichiara la netta contrarietà di Forza Italia alla proposta del Partito democratico e ricorda che il suo gruppo è a favore di un sistema a matrice proporzionale. Osserva che la proposta del Partito democratico è simile a quella a prima firma del deputato Parisi, che fa parte del gruppo che fa capo al senatore Verdini, entrambi fiorentini come il segretario del Partito democratico. Osserva ironicamente come in caso di approvazione di questa proposta, non resterebbe che proclamare Firenze capitale d'Italia. Sottolinea come quella del Partito democratico sia quindi una logica da quartiere e muscolare, inaccettabile da un partito reduce da una sconfitta al referendum costituzionale e da elezioni primarie che hanno registrato un milione in meno di votanti rispetto alle precedenti cosultazioni. Il Partito democratico si deve rendere conto di non essere autosufficiente e di non avere al Senato i voti per fare approvare una proposta eccentrica, presentata poi all'ultimo minuto. Bisogna adottare una soluzione neutra, come è quella di prendere l'esistente, la legge elettorale come risultante dalla sentenza della Corte, e trasferirla nel testo base. Si tratterebbe di una mera operazione ricognitiva ed invita il Presidente e relatore a svolgerla. Ricorda come anche il gruppo del Movimento 5 Stelle abbia dichiarato la propria disponibilità a votare un testo base redatto in questo senso. Sulla questione dei tempi, sottolinea come sia necessaria la buona volontà di tutti per scrivere la legge elettorale e che un'accurata riflessione sul testo base non è inopportuna per lo svolgimento dei lavori.

  Ignazio ABRIGNANI (SC-ALA CLP-MAIE), in risposta al deputato Toninelli, intende anzitutto far notare che il suo gruppo ha sostenuto l'impianto della riforma costituzionale in quanto convinto della sua portata innovativa e tesa a modernizzare il Paese. Passando all'oggetto del provvedimento in esame, invita i gruppi a concentrarsi sul corrente iter di esame che coinvolge in questo momento la Camera, evitando di preoccuparsi di eventuali sviluppi futuri che potrebbero determinarsi al Senato, una volta che la legge elettorale fosse approvata e fosse trasmessa quindi all'altro ramo del Parlamento. Fa poi notare che la proposta C. 4177, a prima firma del deputato Parisi, nella quale il suo gruppo si riconosce, presenta per taluni aspetti elementi di difformità rispetto al sistema illustrato dal deputato Fiano. Evidenzia, quindi, che la proposta C. 4177 contempera le esigenze di rappresentatività con quelle di governabilità, contemplando un premio di governabilità per la lista o coalizione più votata fissato in 90 seggi per la Camera dei deputati e in 45 seggi per il Senato della Repubblica. Anche ricollegandosi al modello elettorale indicato dal deputato Fiano, evidenzia che una ridefinizione dei collegi non richiederebbe tempi troppo lunghi, auspicando una convergenza dei gruppi quantomeno sul testo base, sul quale si aprirebbe successivamente la fase emendativa, durante la quale sarà possibile definire nel dettaglio le questioni di merito più rilevanti, tra cui la definizione delle le soglie di sbarramento e l'attribuzione del premio.

  Domenico MENORELLO (CI) osserva come la proposta del Partito democratico abbia registrato la posizione contraria di molte forze politiche. Sottolinea poi come, in merito alla questione della governabilità posta dal deputato Abrignani, la proposta avanzata dal Partito democratico susciti molti dubbi e, a suo avviso, si corre il rischio di avere, come risultato finale, tre Italie con maggioranze diverse, una al nord, una al centro e una al sud. Proprio per questo e anche per dare continuità a un lavoro che dura da parecchi mesi, chiede, una simulazione, basata sugli ultimi risultati elettorali o sugli ultimi sondaggi, sugli effetti che deriverebbero dall'applicazione Pag. 12di questo sistema e sulle maggioranze che si formerebbero.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente e relatore, fa osservare al deputato Menorello che una simulazione può essere fatta solo in relazione a un testo, che al momento non c’è. Va poi considerato che una eventuale simulazione dovrebbe essere compatibile con i tempi d'esame della Commissione.

  Giulio MARCON (SI-SEL-POS) si dichiara contrario alla posizione espressa dal deputato Fiano, facendo notare che l'impianto maggioritario della legge elettorale delineato dal gruppo del Partito democratico reca in sé una forte carica distorsiva della rappresentatività, contemplando peraltro il mantenimento dei capilista bloccati. Ritiene che la proposta formulata dal partito di maggioranza sia ambigua e rischi di condurre ad un nulla di fatto, che potrebbe costringere il Governo ad intervenire per decreto. Condivide l'esigenza, già prospettata ad esempio dal deputato Sisto, di adottare un testo basato su principi condivisi, nel rispetto dei rilievi della Corte costituzionale, aperto a successive modifiche, che dovrebbero riguardare, a suo avviso, la definizione di soglie ragionevoli e l'eliminazione dei capilista bloccati.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) osserva che si sta verificando la situazione da lui paventata, vale a dire l'allontanamento della soluzione con il passare delle settimane. Ribadisce come fare una legge elettorale sia una priorità, ma ha il sospetto che ci sia chi desidera invece andare a votare con il sistema uscito dalle sentenze della Corte costituzionale. Mentre per il suo gruppo fare la legge elettorale significa ragionare su un minimo comun denominatore tra le varie forze politiche, la proposta del Partito democratico testimonia come quel partito voglia partire solo dal proprio punto di vista, rendendo così impossibile trovare un consenso maggioritario per avviare l'esame. Riguardo alle criticità della proposta del Partito democratico, desidera solo sottolineare il suo carattere ibrido, che ha il risultato di dimezzare la rappresentanza senza garantire la governabilità, come insegna l'esperienza del Mattarellum, in cui la quota proporzionale era del 25 e non del 50 per cento. Preferisce invece soffermarsi sulla questione del metodo e invita il Presidente e relatore a trovare un minimo comun denominatore per proseguire l'iter, che può essere l'armonizzazione tra i sistemi di Camera e Senato, con riguardo alle soglie e alla preferenza di genere. Si tratta di un punto di intersezione minimale tra le varie proposte dal quale ripartire con il testo base. Ribadisce la sua contrarietà ai capilista bloccati e al proposito ritiene vada verificata la volontà espressa dal segretario eletto del Partito democratico e da tutti i candidati alla Segreteria di eliminarli. È questo un punto sul quale può essere trovato un ampio consenso.

  Tancredi TURCO (Misto-AL-TIpI) ritiene che la posizione espressa dal deputato Fiano fa presagire una dilatazione dei tempi, con conseguente probabile allontanamento delle elezioni politiche. Nel dichiararsi contrario ad un sistema elettorale ibrido, a metà tra sistema maggioritario e proporzionale puro, richiama piuttosto l'esigenza di concentrare l'attenzione, in condivisione con la posizione espressa dai gruppi di FI-PdL e del M5S, su un testo che faccia riferimento al sistema attuale depurato dagli aspetti di incostituzionalità indicati dalla Consulta.

  Emanuele FIANO (PD) interviene per fornire due chiarimenti al deputato Pisicchio in merito alla proposta avanzata dal Partito democratico. Sulla prima questione posta, si ipotizza per i collegi uninominali una logica di coalizione, mentre per la quota proporzionale l'idea è di liste corte bloccate. Su quanto affermato dai rappresentanti di alcune forze politiche, fa osservare al deputato Sisto che non si può correre dietro alle frustrazioni di Forza Italia per aver perso un numero cospicuo di elettori che la porterà probabilmente ad essere superata dalla Lega Nord. Ai deputati del Movimento 5 Stelle ricorda il Pag. 13principio di fedeltà istituzionale che non si manifesta di certo con i comportamenti tenuti, anche di recente, all'interno del Parlamento da alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle. Sottolinea come il comportamento del suo partito non sia assolutamente arrogante e, proprio per il senso delle istituzioni che lo contraddistingue, pur ribadendo la proposta di un sistema elettorale corretto in senso maggioritario, il suo gruppo non avrà un atteggiamento ostruzionistico sulla proposta di testo base che sarà avanzata dal Presidente e relatore. Sottolinea, infatti, come l'arroganza coincida nella sostanza con la debolezza.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, fa presente che nella seduta che sarà convocata alle 19.30 presenterà una proposta di testo unificato da sottoporre alla valutazione della Commissione.

  La seduta termina alle 15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 11 maggio 2017.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15 alle 15.25 e dalle 20.05 alle 20.20.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 11 maggio 2017. — Presidenza del presidente Andrea MAZZIOTTI DI CELSO.

  La seduta comincia alle 19.50.

Modifiche alla legge elettorale.
C. 2352 Toninelli, C. 2690 Giachetti, C. 3223 Pisicchio, C. 3385 Lauricella, C. 3986 Locatelli, C. 4068 Orfini, C. 4088 Speranza, C. 4092 Menorello, C. 4128 Lupi, C. 4142 Vargiu, C. 4166 Nicoletti, C. 4177 Parisi, C. 4182 Dellai, C. 4183 Lauricella, C. 4240 Cuperlo, C. 4262 Toninelli, C. 4265 Rigoni, C. 4272 Martella, C. 4273 Invernizzi, C. 4281 Valiante, C. 4284 Turco, C. 4287 Marco Meloni, C. 4309 La Russa, C. 4318 D'Attorre, C. 4323 Quaranta, C. 4326 Menorello, C. 4327 Brunetta, C. 4330 Lupi, C. 4331 Costantino, C. 4333 Pisicchio, C. 4363 Fragomeli e petizioni nn. 508, 515, 892, 896, 919, 1182, 1251 e 1252.
Sentenza della Corte Costituzionale n. 35 del 2017. Doc. VII n. 767.

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame congiunto del provvedimento e della sentenza della Corte costituzionale, rinviato, da ultimo, nella seduta pomeridiana odierna.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente e relatore, presenta una proposta di testo unificato (vedi allegato 2). Come premessa, ricorda che, nel lungo esame in Commissione, sono state esaminate, presentate e approfondite numerose proposte provenienti da tutti i gruppi, con impostazioni maggioritarie, proporzionali e miste di varia natura. Avrebbe naturalmente preferito che il risultato della lunga discussione fosse diverso. Ha dovuto infatti riscontrare, purtroppo, dopo le numerose riunioni di Commissione svolte, e le consultazioni informali dell'ultima settimana, l'impossibilità di arrivare a una proposta di testo unificato, da adottare come testo base, che portasse a un sistema elettorale nuovo e largamente condiviso per la scarsa disponibilità dei partiti a modificare le posizioni inizialmente proposte e a convergere su modelli diversi.
  In tale situazione, ritiene, come relatore, di avere il dovere di avviare in ogni caso il percorso di modifica dei sistemi elettorali, per rispondere tempestivamente alle raccomandazioni contenute nella sentenza della Corte Costituzionale sul cosiddetto Italicum, e fatte proprie dal Presidente della Repubblica.
  Con il testo che deposita oggi, intende dunque sottoporre alla Commissione una soluzione «minimale» di modifica della legge elettorale, basata fondamentalmente sull'estensione anche al Senato dell'impianto dell’Italicum, come modificato dalla decisione della Corte Costituzionale. Illustra quindi brevemente la proposta che Pag. 14prevede: l'introduzione del premio di maggioranza al Senato, per la lista che ottenga almeno il 40 per cento; 50 collegi al Senato, plurinominali con delega al governo, e in caso di mancata approvazione costituiti mediante accorpamento dei collegi Italicum attuali, come da tabella allegata; soglie di sbarramento uniformi al 3 per cento sia alla Camera che al Senato, su base regionale; un sistema di liste identico a quello dell’Italicum anche al Senato, con capilista bloccati e preferenze; l'estensione della disciplina dell'equilibrio di genere prevista dall’Italicum anche al Senato; la sostituzione del criterio del sorteggio in caso di elezione in più collegi, con la regola per la quale il candidato risulta eletto nel collegio in cui la lista ha ottenuto la percentuale più bassa.
  Aggiunge di aver inoltre modificato la disciplina delle raccolta delle firme, che, come attualmente strutturato, costituisce una assurda barriera di accesso alla partecipazione dei cittadini alla vita politica e democratica senza confronti negli altri sistemi; le modifiche riguardano tre aspetti: l'introduzione della possibilità di sottoscrizione digitale; la riduzione del numero di firme esageratamente elevato previsto dall’Italicum; la modifica del regime delle autentiche.
  Conclude sottolineando che questa soluzione sicuramente rappresenta il miglior risultato nelle condizioni date, ma sicuramente non il sistema elettorale da lui preferito. Ribadisce però che a questo punto è fondamentale partire velocemente con un testo base.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL) ritiene che il testo base proposto dal Presidente e relatore sia un'operazione di trasferimento neutro delle norme per l'elezione della Camera al Senato, aperta al dibattito dove ognuno esprimerà le proprie posizioni e che stabilirà il testo definitivo.

  Alfredo D'ATTORRE (MDP) preso atto che il testo unificato testé presentato prevede i capilista bloccati, auspica che tale aspetto, sul quale egli ha manifestato a più riprese una forte contrarietà, possa essere modificato, pena l'espressione di un voto contrario da parte del suo gruppo.

  Ignazio ABRIGNANI (SC-ALA CLP-MAIE) ritiene che la proposta di testo base dia un'idea di legge elettorale completamente slegata dalla realtà. È infatti impensabile che nella situazione attuale una singola forza politica raggiunga il 40 per cento. Va poi tenuto conto del fatto che il premio di maggioranza è slegato tra Camera e Senato, con la possibilità di avere due maggioranze diverse nei due rami del Parlamento. Invita i colleghi a riflettere sul fatto che, se sarà approvata una legge elettorale nel senso indicato dalla proposta di testo base, quando si verificherà una situazione di ingovernabilità, la responsabilità cadrà su chi ha contribuito a scrivere ed approvare una tale legge. In conclusione reputa la proposta di testo base totalmente irricevibile.

  Giancarlo GIORGETTI (LNA) dichiara l'insoddisfazione del suo gruppo sul testo unificato testé presentato, a fronte della fissazione di soglie di sbarramento troppo basse e dell'eliminazione del premio di coalizione al Senato, aspetto sul quale fa notare che si sarebbe aspettato una manifestazione critica anche da parte del gruppo di FI-PdL, tenuto conto delle posizioni espresse in altre occasioni. Giudica in ogni caso positivo che si sia giunti finalmente alla presentazione di un testo base, sul quale avviare un esame che auspica possa condurre ad una positiva conclusione dell’iter.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente e relatore, fa presente al deputato Giorgetti che nella realtà il riferimento nella legge per il Senato alle coalizioni già nella sostanza non esiste, in quanto si richiama la norma del Testo unico delle leggi per l'elezione della Camera, dove le coalizioni sono state abrogate dall’Italicum.

  Giulio MARCON (SI-SEL-POS), nel ritenere positiva la presentazione del testo base, ritiene nel contempo che la permanenza Pag. 15dei capilista bloccati, estesi anche al Senato, pesi come un macigno e porterà a un Parlamento dove gran parte dei componenti non saranno scelti dai cittadini. Preannuncia quindi il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di testo base.

  Francesco Paolo SISTO (FI-PdL), in risposta a talune considerazioni svolte dal deputato Giancarlo Giorgetti, ricordato di aver più volte sottolineato il favore del suo gruppo per un sistema proporzionale che preveda un premio di coalizione, precisa che la sua soddisfazione, manifestata nella seduta odierna si riferisce alla circostanza che è stato finalmente presentato un testo base che consente un avanzamento dell'iter e il superamento di una situazione di stallo. Osserva che il suo gruppo, nella fase di esame degli emendamenti, darà battaglia per affermare i principi contenuti nella proposta di legge C. 4327, a prima firma del deputato Brunetta.

  Andrea MAZZIOTTI DI CELSO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 20.05.

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