CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 aprile 2017
805.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 117

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 19 aprile 2017. — Presidenza del presidente Guglielmo EPIFANI.

  La seduta comincia alle 10.15.

Documento di economia e finanza 2017.
Doc. LVII, n. 5 e Allegati.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del documento in oggetto.

  Gianluca BENAMATI (PD), relatore, espone in sintesi i contenuti del provvedimento in titolo.
  In particolare evidenzia come il Documento di economia e finanza (DEF) costituisca il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio che traccia gli impegni sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, in una prospettiva di medio-lungo termine, e gli indirizzi sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo e il conseguimento degli obiettivi di crescita intelligente, sostenibile Pag. 118e solidale definiti nella Strategia Europa 2020. Il DEF enuncia, pertanto, le modalità e la tempistica attraverso le quali l'Italia intende conseguire il risanamento strutturale dei conti pubblici e perseguire gli obiettivi in materia di occupazione, innovazione, istruzione, integrazione sociale, energia e sostenibilità ambientale definiti nell'ambito dell'Unione europea. Come è noto, il DEF viene trasmesso alle Camere affinché si esprimano sugli obiettivi e sulle conseguenti strategie di politica economica contenute nel Documento. Dopo il passaggio parlamentare, il Programma di Stabilità e il Programma nazionale di riforma vanno inviati al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea entro il 30 aprile.
  Quanto alla struttura, il DEF si compone di tre sezioni e di una serie di allegati. La prima sezione espone lo schema del Programma di Stabilità che deve contenere tutti gli elementi e le informazioni richiesti dai regolamenti dell'Unione europea e, in particolare, dal nuovo Codice di condotta sull'attuazione del Patto di stabilità e crescita, con specifico riferimento agli obiettivi di politica economica da conseguire per accelerare la riduzione del debito pubblico. La seconda sezione, «Analisi e tendenze della finanza pubblica» riporta, principalmente, l'analisi del conto economico e del conto di cassa delle amministrazioni pubbliche nell'anno precedente; le previsioni tendenziali a legislazione vigente, almeno per il triennio successivo, dei flussi di entrata e di uscita del conto economico e del saldo di cassa; l'indicazione delle previsioni a politiche invariate per i principali aggregati del conto economico della PA riferite almeno al triennio successivo; le informazioni di dettaglio sui risultati e sulle previsioni dei conti dei principali settori di spesa, con particolare riferimento a quelli relativi al pubblico impiego, alla protezione sociale e alla sanità, al debito delle amministrazioni pubbliche ed al relativo costo medio, nonché all'ammontare della spesa per interessi del bilancio dello Stato correlata a strumenti finanziari derivati; le informazioni, infine, sulle risorse destinate allo sviluppo delle aree sottoutilizzate, con evidenziazione dei fondi nazionali addizionali.
  La terza sezione reca, infine, lo schema del Programma Nazionale di riforma (PNR) che, in coerenza con il Programma di Stabilità, contiene gli elementi e le informazioni previsti dai regolamenti dell'Unione europea e dalle specifiche linee guida per il Programma nazionale. In tale ambito sono indicati: lo stato di avanzamento delle riforme avviate, con indicazione dell'eventuale scostamento tra i risultati previsti e quelli conseguiti; gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività; le priorità del Paese, con le principali riforme da attuare, i tempi previsti per la loro attuazione e la compatibilità con gli obiettivi programmatici indicati nel Programma di stabilità; i prevedibili effetti delle riforme proposte in termini di crescita dell'economia, di rafforzamento della competitività del sistema economico e di aumento dell'occupazione.
  Sulla base di quanto prevedono sia alcune norme della legge n. 196 del 2009 che ulteriori disposizioni che prescrivono la presentazione in allegato al DEF di alcuni specifici documenti, al DEF 2017 sono allegati: il rapporto sullo stato di attuazione della riforma della contabilità e finanza pubblica (Allegato I); la relazione sugli interventi nelle aree sottoutilizzate (Allegato II); il documento «Connettere l'Italia: fabbisogni e progetti di infrastrutture» (Allegato III); la relazione sullo stato di attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra (Allegato IV); il documento sulle spese dello Stato nelle regioni e nelle province autonome, di cui al comma 10 dell'articolo 10 della legge n. 196 del 2009 (Allegato V); il documento «Il benessere equo e sostenibile nel processo decisionale» (Allegato VI); la relazione sui fabbisogni annuali di beni e servizi della pubblica amministrazione e sui risparmi conseguiti con il sistema delle convenzioni Consip (Allegato VII).
  Con riferimento alla congiuntura internazionale il DEF 2017, nella prima sezione relativa al Programma di Stabilità, evidenzia Pag. 119come nel 2016 l'economia mondiale abbia registrato un incremento di circa il 3 per cento rispetto al 2015, stabilizzandosi su un sentiero di graduale ripresa, in linea con il 2015. I segnali di recupero della crescita globale, evidenti soprattutto nel secondo semestre dell'anno, non si sono però tradotti in una ripresa del commercio mondiale. La crescita del commercio mondiale ha continuato nel 2016 ad essere molto debole, a causa della bassa elasticità della domanda internazionale alla crescita del PIL, secondo una tendenza ormai costantemente riscontrata negli ultimi cinque anni.
  La tendenza al miglioramento della congiuntura appare condivisa dalla maggior parte delle aree dell'economia mondiale. Il 2017 è infatti iniziato in modo favorevole per la gran parte dei paesi avanzati e la ripresa economica si è consolidata e dovrebbe accelerare in corso d'anno anche nei mercati emergenti, sebbene con performance eterogenee nei vari paesi.
  Anche per quel che concerne l'Area dell'euro, il DEF sottolinea come nel 2016 la ripresa economica si sia consolidata. La crescita del PIL dell'area nel 2016, pari all'1,7 per cento, in marginale accelerazione rispetto all'anno precedente (1,6 per cento), è principalmente attribuibile al contributo dei consumi privati. La ripresa economica continua inoltre a beneficiare – sottolinea il DEF – della buona performance del mercato del lavoro, conseguente alle riforme strutturali operate in diversi Stati membri: il tasso di disoccupazione, sebbene si mantenga ancora su livelli elevati, è sceso gradualmente nel corso del 2016 (10 per cento in media d'anno) raggiungendo il 9,6 per cento a gennaio 2017 (dal 10,3 del gennaio 2016).
  Con riferimento quadro macroeconomico, nella prima sezione relativa al Programma di Stabilità, il DEF espone l'analisi del quadro macroeconomico italiano relativo all'anno 2016 e le previsioni per l'anno in corso e per il periodo 2018-2020, che riflettono i segnali di graduale ripresa dell'economia, nonostante gli elementi di incertezza che ancora caratterizzano le prospettive di crescita globali.
  Con riferimento al 2016, il DEF evidenzia come l'economia italiana sia entrata nel terzo anno di ripresa, registrando un tasso di crescita dello 0,9 per cento in termini reali, nonostante i numerosi fattori di freno e di incertezza a livello globale ed europeo. La crescita del prodotto è risultata lievemente superiore a quanto previsto a settembre scorso nella Nota di aggiornamento del DEF 2016 (+0,8 per cento) e nel Documento Programmatico di Bilancio, presentato ad ottobre 2016, grazie al recupero, dopo lo stallo registrato nel secondo trimestre, nella seconda metà del 2016, dovuto – sottolinea il DEF – al balzo della produzione industriale e, dal lato della domanda, a un'accelerazione di investimenti ed esportazioni. Sul risultato positivo del 2016 ha inciso in maniera rilevante – si osserva nel DEF – l'andamento della domanda interna, in continua espansione durante l'anno, il cui contributo positivo alla crescita del PIL è stato pari a 0,9 punti percentuali, (+1,4 punti al netto delle scorte). Un apporto negativo è invece venuto dalla domanda estera netta (-0,1 punti percentuali). In particolare, l'apporto negativo delle esportazioni nette nella seconda metà dell'anno deriva innanzitutto dall'intensa ripresa delle importazioni.
  Con riferimento ai risultati del 2016, il comunicato dell'ISTAT del 1 marzo 2017 registra, dal lato della domanda interna, in termini di volume, una variazione positiva sia dei consumi finali nazionali dell'1,2 per cento sia degli investimenti fissi lordi del 2,9 per cento.
  Per quel che riguarda i flussi con l'estero, le esportazioni di beni e servizi sono aumentate del 2,4 per cento e le importazioni del 2,9 per cento. Per quanto concerne la domanda interna, nel 2016 la spesa delle famiglie residenti è cresciuta dell'1,3 per cento, segnando, per il terzo anno consecutivo, un valore positivo (+1,5 per cento nel 2015 e +0,3 per cento nel 2014), sebbene in attenuazione rispetto al 2015. Sul punto il DEF evidenzia come nel 2016 l'espansione dei consumi privati sia stata sostenuta dalle migliori condizioni del mercato del lavoro, dal recupero del reddito disponibile delle famiglie in termini Pag. 120reali, aumentato dell'1,6 per cento nel 2016, e dal miglioramento delle condizioni di accesso al credito, grazie ai bassi tassi di interesse. Per quanto concerne gli investimenti fissi lordi, nel 2016, si è verificata una crescita decisamente superiore alle attese, del 2,9 per cento, in accelerazione rispetto al 2015, anno in cui, dopo sette anni consecutivi di valori negativi, si era finalmente registrata l'inversione di tendenza (+1,6 per cento).
  Per quanto concerne le esportazioni, la loro dinamica si è mantenuta positiva (+2,4 per cento), superiore alle attese, anche grazie all'accelerazione del commercio mondiale alla fine del 2016 e al deprezzamento dell'euro. Le importazioni hanno mostrato una dinamica più sostenuta, registrando una crescita del 2,9 per cento, grazie al recupero della domanda interna e del ciclo produttivo industriale. L'apporto del volume delle esportazioni nette alla crescita del PIL è stato dunque negativo. Riguardo alle componenti settoriali del valore aggiunto, il DEF sottolinea il consolidamento della ripresa dell'industria manifatturiera e i dati favorevoli della produzione industriale, in aumento sul 2015.
  Il DEF rileva l'impatto positivo della ripresa economica nel 2016 sulle condizioni finanziarie e creditizie del paese. Nel 2016 l'andamento dei prestiti al settore privato (società non finanziarie e famiglie), dopo quattro anni di contrazione, ha registrato variazioni positive. I tassi d'interesse praticati alla clientela sono risultati in continua discesa avvicinandosi sempre più a quelli praticati dai paesi europei non soggetti alla crisi finanziaria del 2011. I dati sul mercato del lavoro per il biennio 2015-2016 sono confortanti, per gli effetti positivi che, secondo il DEF, le misure introdotte (Jobs Act e decontribuzione) hanno avuto sull'occupazione. Il Documento rileva che la crescita degli occupati ha accelerato in termini di unità di lavoro standard (1,4 per cento nel 2016), ed il miglioramento dell'occupazione è stato accompagnato da una accelerazione della partecipazione al mercato del lavoro. Questo ha comportato un affievolimento della decrescita del tasso di disoccupazione, che si riduce solamente di 0,2 punti percentuali, attestandosi all'11,7 per cento nel 2016.
  Con riferimento, infine, all'evoluzione dei prezzi, nel 2016 l'inflazione è stata prossima allo zero; l'indice armonizzato dei prezzi al consumo è aumentato solo dello 0,1 per cento rispetto allo 0,2 registrato nel 2015. Per contro, il deflatore del PIL è aumentato dello 0,8 per cento, riflettendo il miglioramento delle ragioni di scambio.
  L'orientamento fortemente espansivo della Banca centrale europea (BCE) – rileva il DEF – non ha ancora conseguito i risultati sperati in termini di crescita reale e di inflazione.
  Per quel che concerne le previsioni, il DEF presenta due scenari di previsioni macroeconomiche, uno tendenziale e l'altro programmatico, che, fermo restando le assunzioni relative al quadro internazionale, coerenti con le più recenti previsioni delle principali istituzioni internazionali, differiscono per le assunzioni relative alle riforme economiche. In particolare, le previsioni del quadro tendenziale incorporano gli effetti sull'economia delle azioni di politica economica, delle riforme e della politica fiscale messe in atto precedentemente alla presentazione del Documento stesso. Il quadro programmatico, invece, include l'impatto sull'economia delle politiche economiche prospettate all'interno del Programma di Stabilità e del Piano Nazionale delle Riforme, che saranno concretamente definite nella Nota di aggiornamento di settembre 2017 e adottate con la prossima legge di stabilità.
  Il DEF conferma per il 2017 la fase di moderata ripresa dell'economia italiana.
  Il Documento mette in evidenza come il contributo alla ripresa dell'economia italiana venga soprattutto dalla domanda interna, sostenuta, principalmente, dal maggior dinamismo degli investimenti, in conseguenza delle migliorate condizioni finanziarie e del cambiamento di clima delineato dagli indicatori di fiducia; i consumi subirebbero invece un lieve rallentamento, risentendo dalla decelerazione del reddito disponibile legata all'aumento dei prezzi.Pag. 121
  Nella seconda metà del 2016 la crescita ha ripreso slancio, beneficiando del rapido aumento della produzione industriale e, dal lato della domanda, di investimenti ed esportazioni. La fiducia delle imprese italiane sta aumentando notevolmente in un contesto europeo che si fa via via più solido. Rispetto alle previsioni precedenti, il quadro odierno beneficia dell'espansione dei mercati di esportazione dell'Italia e del deprezzamento del cambio: l'evoluzione congiunturale dell'economia italiana si presenta quindi favorevole e, sottolinea il DEF, gli andamenti più recenti forniscono ulteriori segnali positivi sulla crescita del prodotto interno lordo nel primo trimestre 2017.
  Gli indici di fiducia delle imprese italiane sono saliti notevolmente durante il primo trimestre, toccando a marzo il livello più alto dal 2007 per quanto riguarda l'industria; ed, in particolare, vengono sottolineati i segnali positivi che emergono per il primo trimestre per il settore manifatturiero. I risultati che emergono dall'indagine sul clima di fiducia del settore e dall'indice PMI (svolto presso i direttori degli acquisti) sono favorevoli, e mostrano un progressivo e sensibile incremento della fiducia nei primi tre mesi dell'anno, legato al miglioramento dei giudizi sugli ordini e sulle attese di produzione.
  Nonostante l'inaspettato calo registrato a gennaio, la ripresa della produzione industriale, molto positiva negli ultimi mesi del 2016 e in recupero già a febbraio, suggerisce che l'attività economica possa continuare ad espandersi nei primi mesi dell'anno. Nel complesso, la media della produzione industriale destagionalizzata nei tre mesi terminanti a febbraio mostra una crescita dello 0,74 per cento sui tre mesi precedenti (3,0 per cento a tasso annualizzato). Analogo andamento mostra il settore delle costruzioni, in cui si è assistito a una risalita della produzione alla fine del 2016, seguita da una flessione sensibile dell'indice in gennaio. Il settore dovrebbe però dare segnali di ripresa in corso d'anno – secondo il DEF – anche alla luce della progressiva accelerazione degli investimenti pubblici.
  I livelli degli indicatori di fiducia, in particolare l'indice dei consumatori, si mantengono positivi, sebbene leggermente inferiori rispetto ai livelli massimi registrati a dicembre.
  Nonostante le prospettive favorevoli del primo trimestre ed il miglioramento del contesto internazionale e delle aspettative nelle economie avanzate, Italia compresa, il DEF fissa le stime tendenziali di crescita del PIL per il 2017 all'1,1 per cento, con un lieve rialzo dello 0,1 per cento rispetto alla crescita prevista in termini programmatici a settembre 2016, nella Nota di aggiornamento del DEF.
  Per il 2018, si prevede una lieve riduzione del tasso di crescita rispetto al 2017, intorno all'1,0 per cento, ponendosi al di sotto delle previsioni programmatiche elaborate a settembre scorso nella Nota di aggiornamento del precedente DEF (1,3 per cento). Nell'ultimo biennio di previsione, il PIL si stabilizzerebbe interno all'1,1 per cento.
  In merito alla revisione delle stime di crescita del PIL, il DEF sottolinea come in un'ottica di medio periodo e in assenza di shock sfavorevoli l'insieme delle riforme già messe in atto negli ultimi anni indurrebbe a un maggiore ottimismo; tuttavia ragioni prudenziali legate alla programmazione di bilancio vincolano le proiezioni di crescita. Per il 2018, in particolare, l'aumento delle imposte indirette previsto dalle clausole di salvaguardia contenute in precedenti provvedimenti legislativi, ostacolerebbe l'accelerazione tendenziale dell'economia.
  Ma la maggiore cautela riguardo al 2018-2019 è inoltre spiegata nel DEF dall'incertezza sul contesto di medio termine globale ed europeo e dal recente aumento dei tassi di interesse, che secondo la convenzione seguita nel formulare le previsioni, implica livelli più elevati attesi in futuro.
  Nelle nuove stime di crescita del Governo, la crescita continua ad essere sostenuta dalla domanda interna, sebbene la dinamica dei consumi privati sia prevista in rallentamento nel 2017 (+0,8 per cento rispetto al risultato dell'1,2 per cento raggiunto Pag. 122nel 2016) e negli anni successivi, risentendo – evidenzia il DEF – della decelerazione del reddito disponibile reale delle famiglie legata sia all'aumento dei prezzi (per effetto dell'aumento delle imposte indirette nel 2018) che alla moderazione salariale. In tale ambito, i consumi delle famiglie e delle I.S.P. (Istituzioni sociali private) manifestano un aumento di 1 punto percentuale nel 2017, rispetto alla crescita dell'1,4 manifestata nel 2016, con un andamento ancora più debole al di sotto dell'1,0 per cento in tutto il periodo (+0,5, +0,8 e +0,8 per cento, rispettivamente, nel triennio 2018-2020).
  Maggiore vivacità manifestano, invece, gli investimenti fissi lordi, in grande recupero già nel 2015-2016 dopo gli andamenti fortemente negativi degli anni passati, sono previsti in ulteriore crescita nel 2017 (+3,7 per cento). La crescita prosegue a ritmi sostenuti anche nel periodo successivo, spinti dalla ripresa dell'export, dalle condizioni finanziarie favorevoli e dagli incentivi di natura fiscale. In prospettiva, sottolinea il DEF, gioca un ruolo importante anche il graduale recupero dei margini di profitto e il miglioramento dei bilanci delle imprese.
  Gli investimenti in costruzioni crescerebbero in misura più contenuta, ma risulterebbero in progressivo miglioramento.
  Per quanto concerne le esportazioni – che negli ultimi due anni non hanno costituito un apporto positivo alla crescita del PIL – esse ritornerebbero ad una crescita del 3,7 per cento nel 2017, mantenendosi su una media di crescita del 3,2 per cento nel periodo successivo, tasso leggermente inferiore a quello dei mercati esteri rilevanti per l'Italia. Le importazioni sarebbero sospinte dalla maggiore domanda interna.
  Segnali incoraggianti in tal senso emergono dai primi dati mensili di commercio estero.
  Quanto alla dinamica dei prezzi, si prospetta una ripresa graduale dell'inflazione al consumo rispetto al 2016, poco al di sopra dell'1 per cento nell'anno. Su tale andamento – sostiene il DEF – incide l'andamento del prezzo del petrolio.
  Nello scenario programmatico gli effetti delle politiche fiscali e di controllo della spesa, di imminente attuazione, che ridurranno l'indebitamento netto delle Amministrazioni pubbliche dello 0,2 per cento del PIL nel 2017, determinerebbero una crescita del PIL dell'1,1 per cento nel 2017, in linea con lo scenario tendenziale. La previsione macroeconomica programmatica per i tre anni seguenti, che riflette l'intendimento del Governo di seguire un sentiero di politica di bilancio in linea con le regole europee, è pari a quella tendenziale nel 2018 (+1,0 per cento) e, invece, lievemente inferiore nel 2019 (1,0 contro 1,1 per cento). Nel 2020 la crescita programmatica del PIL è prevista pari a quella tendenziale, ovvero 1,1 per cento, in quanto l'obiettivo del conseguimento di un pieno pareggio di bilancio, sia in termini nominali che strutturali (ovvero aggiustati per ciclo e misure temporanee), comporta una riduzione del deficit esigua (0,2 punti percentuali di PIL).
  Lo scenario programmatico – sottolinea il DEF – sconta un minor carico di imposte indirette rispetto al tendenziale e, di conseguenza, in media un aumento dei prezzi al consumo più contenuto. Sia nel 2017 che nel triennio 2018-2020 l'inflazione sarebbe lievemente inferiore nello scenario programmatico, con un conseguente aumento del potere di acquisto delle famiglie. Da rilevare anche un maggiore incremento occupazionale legato ad una riduzione selettiva del cuneo fiscale sul lavoro.
  In merito alle clausole di salvaguardia tuttora previste in termini di aumento delle aliquote IVA e delle accise, il Governo intende sostituirle con misure sul lato della spesa e delle entrate, comprensive di ulteriori interventi di contrasto all'evasione. Tale obiettivo sarà perseguito nella Legge di bilancio per il 2018, la cui composizione verrà definita nei prossimi mesi, anche sulla scorta della riforma delle procedure di formazione del bilancio che faciliterà la revisione della spesa.
  Con riferimento al quadro di finanza pubblica il Documento di economia e finanza riporta l'analisi del conto economico delle amministrazioni pubbliche a Pag. 123legislazione vigente, integrato con le informazioni relative alla chiusura dell'esercizio 2016.
  I dati riferiti all'esercizio 2016 resi noti dall'ISTAT attestano un indebitamento netto delle pubbliche amministrazioni per il 2016 pari, in valore assoluto, a 40.809 milioni, corrispondente al 2,4 per cento del PIL.
  Il dato indica un miglioramento rispetto all'anno 2015: in tale esercizio l'indebitamento è infatti risultato pari a 44.197 milioni (2,7 per cento del PIL).
  Rispetto all'anno 2015, nel 2016 le entrate totali delle Amministrazioni pubbliche hanno registrato, in valore assoluto, un incremento di 2,6 miliardi di euro (da 785,9 miliardi a 788,5 miliardi di euro). Poiché tale incremento risulta proporzionalmente inferiore a quello del PIL, l'andamento delle entrate totali rispetto al prodotto interno lordo registra una contrazione, attestandosi al 47,1 per cento del PIL (-0,7 punti percentuali rispetto al 2015).
  Rispetto alle valutazioni per l'anno 2016 contenute nella NTI 2017, l'incremento delle entrate tributarie della PA (+2.767 milioni) è determinato dalle maggiori entrate derivanti dalle imposte indirette (+1.231 milioni), dalle imposte in conto capitale (+1.334 milioni) e dalle imposte dirette (+202 milioni).
  La pressione fiscale si riduce dal 43,3 per cento del 2015 al 42,9 per cento del 2016. Al netto degli effetti del c.d. bonus 80 euro, la pressione fiscale risulterebbe pari al 42,3 per cento nel 2016. Infatti, il Documento evidenzia che l'incremento di gettito prodotto dal contrasto all'evasione fiscale è stato impiegato per la riduzione di imposte, determinando un rafforzamento della crescita e, conseguentemente, una riduzione della pressione fiscale. Il DEF ricorda, tra gli altri, il c.d. bonus 80 euro per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, e gli interventi che hanno riguardato l'IRAP (dal 2015), l'IMU (dal 2016) e l'IRES (dal 2017).
  Le spese finali nel 2016 mostrano un decremento rispetto al precedente esercizio (-0,1 per cento), passando da 830.135 milioni a 829.311 milioni.
  Rispetto al PIL, le spese finali diminuiscono la loro incidenza, passando dal 50,5 per cento del 2015 al 49,6 del 2016. La variazione complessiva è determinata dalla diminuzione per 0,7 punti di PIL della spesa in conto capitale mentre rimangono sostanzialmente stabili la spesa corrente primaria, attestata al 42,2 per cento in entrambi gli anni 2015 e 2016 e la spesa per interessi, che passa dal 4,1 al 4,0 per cento. Il conto economico esposto dal DEF evidenzia per il 2017 un indebitamento netto pari al 2,3 per cento del PIL (39,6 miliardi).
  Rispetto al 2016, nel 2017 si determina quindi una riduzione del saldo dello 0,1 per cento in termini di PIL, dovuta sia a un miglioramento del saldo primario (+1,0 miliardi) sia a una minore spesa per interessi (-0,3 miliardi).
  Il Documento di economia e finanza 2017 stima per il periodo di previsione un andamento crescente, in valore assoluto, delle entrate totali, che passano da 799,6 miliardi nel 2017 a 865,8 miliardi nel 2020.
  Il DEF 2017 stima per il periodo di previsione un andamento crescente, in valore assoluto, delle spese finali, che passano da 839,1 miliardi del 2017 a 874,2 miliardi del 2020. In termini di PIL tuttavia l'incidenza delle spese si riduce da 49,1 per cento del 2017 al 48,3 del 2018 fino ad attestarsi al 47 per cento al termine del periodo di previsione.
  La spesa corrente primaria è caratterizzata da variazioni annue positive (1,4 per cento nell'anno in corso, 1,0, per cento nel 2018, 1,5 nel 2019, 1,8 per cento nel 2020). A tale andamento corrisponde tuttavia una riduzione dell'incidenza di tale aggregato, espresso in termini di PIL, che passa dal 41,9 per cento del 2017 al 40,1 per cento nel 2020.
  Dai dati di consuntivo per il 2016, la spesa per interessi risulta pari a 66.272 milioni con una riduzione, rispetto al dato del 2015, di 1.794 milioni, pari a quasi il 3 per cento.
  Il Documento di economia e finanza 2017 aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il quadriennio 2017-2020.Pag. 124
  In particolare il DEF rafforza il percorso di riduzione dell'indebitamento netto fino a prevedere il conseguimento di un saldo nullo nel 2020 e il pareggio di bilancio strutturale sia nel 2019 (+0,1 per cento) che nel 2020 (0,0 per cento).
  Le previsioni per il 2017 incorporano gli effetti delle misure correttive (0,2 p.p. di PIL) che il Governo si è impegnato ad approvare lo scorso febbraio così da portare, nel 2017, il livello dell'indebitamento netto al –2,1 per cento (rispetto al –2,3 per cento del DPB 2017).
  Si tratta di misure che, ancorché non indicate puntualmente nel Documento in esame, vengono dichiarate dal Governo come aventi natura strutturale, tali da avere una portata correttiva di quasi 0,3 p.p. di PIL sugli anni successivi.
  Nel DEF il pacchetto viene descritto come comprendente «misure volte a ridurre l'evasione dell'IVA e di altri tributi con interventi quali l'allargamento delle transazioni a cui si applica il cosiddetto split payment. Altre misure riguardanti le entrate comprendono una rimodulazione delle accise sul tabacco e delle aliquote dell'ACE (Aiuto alla Crescita Economica), nonché un aumento dell'imposizione sui giochi. Le misure di controllo della spesa si concentreranno sugli stanziamenti di alcuni fondi già previsti per legge. Il pacchetto è accompagnato da maggiori investimenti nelle zone colpite dai recenti sismi pari a un miliardo di euro all'anno per il periodo 2017-2020».
  Sono invece confermati gli obiettivi (2018 e 2019) di indebitamento netto previsti lo scorso autunno.
  La terza Sezione del DEF 2017 reca il Programma Nazionale di riforma (PNR) che, in stretta relazione con quanto previsto nel Programma di Stabilità, definisce gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delle finanze pubbliche, in coerenza con gli indirizzi formulati dalle istituzioni europee nell'ambito del semestre Europeo.
  Dà conto, di seguito, dei temi concernenti profili di maggiore interesse per la X Commissione. In particolare, in linea con le osservazioni formulate a febbraio 2017 dalla Commissione UE nel Country Report nell'ambito del ciclo di monitoraggio specifico degli squilibri macroeconomici del nostro Paese, il Governo dichiara come obiettivo prioritario del Governo e della politica di bilancio delineata nel DEF quello di innalzare stabilmente la crescita e l'occupazione, nel rispetto della sostenibilità delle finanze pubbliche. In tale senso, è intenzione espressa, accanto al rilancio degli investimenti pubblici, quella di proseguire nell'azione di rafforzamento della capacità competitiva delle imprese italiane, nel solco degli interventi disposti negli ultimi tre anni.
  Secondo il PNR, le misure intraprese per sostenere i fattori produttivi (ivi inclusa la produttività del lavoro nell'ambito del cd. «Jobs Act») sono state finalizzate alla crescita dimensionale e all'internazionalizzazione delle imprese, e ad aprire il Sistema Italia all'attrazione di capitali e persone dall'estero. Inoltre, per il sostegno agli investimenti di famiglie ed imprese, il DEF dichiara di importanza cruciale il ruolo del sistema bancario, sebbene rilevi come l'introduzione e la promozione di nuovi canali e strumenti di finanziamento dovrebbe ridurre la dipendenza degli intermediari finanziari esclusivamente bancari. Il Governo osserva in proposito come il livello degli investimenti nel nostro Paese risulti ancora troppo basso e le riforme avviate per il loro rilancio – molte delle quali sono inquadrate nel cd. «Piano Industria 4.0» – vengono indicate come la chiave del rilancio competitivo del paese nei prossimi anni.
  Per ciò che concerne la competitività del sistema imprese, il «cronoprogramma delle riforme» (contenuto nell'Appendice A) del PNR 2017 e le «azioni strategiche» del PNR 2017 non prospettano nuove iniziative riformatrici rispetto a quelle già avviate o definite e in via di attuazione e completamento, tranne che per ciò che attiene: all'adozione della nuova Strategia energetica nazionale (entro il 2017) – con la presentazione di un nuovo provvedimento in materia energetica – che viene significativamente inclusa nelle riforme Pag. 125per accrescere la competitività del sistema; all'efficienza del processo civile (entro il 2017); alla approvazione (entro giugno 2017) della legge sulla concorrenza 2015 e alla presentazione di un nuovo disegno di legge sulla concorrenza 2017 (entro il 2017-2018).
  Per ciò che concerne le riforme già avviate, il PNR rileva che i vari interventi sulla struttura dell'economia già deliberati dispiegheranno i loro effetti nel medio lungo periodo.
  In un'apposita Tabella, il Governo fornisce indicazioni circa il progresso delle riforme già adottate, suddivise per aree di policy, dando a ciascuna di essa una valutazione dell'impatto sulla competitività, sulla base di un indicatore del livello di progresso definito dal MEF (Competitiveness Relevance progress Indicator, CRPI).
  Il PNR 2017 descrive inoltre in dettaglio le azioni intraprese a sostegno della competitività e della crescita, dando indicazione dell'impatto macroeconomico delle stesse misure nel medio lungo periodo. Nella valutazione dell'impatto, sono incluse le riforme del Governo, varate o in corso di approvazione (come il disegno di legge annuale sulla concorrenza). Talune delle riforme incluse nella valutazione di impatto risultavano già richiamate nei precedenti documenti programmatori, altre sono state invece adottate recentemente, con Legge di bilancio 2017, e attengono essenzialmente al pacchetto dei provvedimenti inquadrato nel Piano «Industria 4.0».
  Il DEF 2017 ascrive alle riforme strutturali complessivamente intese un incremento del PIL, rispetto allo scenario di base, pari al 2,9 per cento dopo cinque anni e al 4,7 per cento dopo dieci anni dall'introduzione delle riforme. Nel lungo periodo l'effetto complessivo stimato sul prodotto è di circa il 9,9 per cento.
  Le riforme alle quali sono ascritti i maggiori effetti sono le misure rientranti nel pacchetto «Industria 4.0», cui è ascritto un effetto implementare del PIL pari al +1,2 percento dopo cinque anni, a +1,9 percento dopo 10 anni e al 4,1 percento nel lungo periodo.
  Nell'ambito di tale pacchetto, sono inclusi:
   le misure per gli investimenti innovativi (+ 0,6 percento del PIL a cinque anni e +1,1 percento a lungo termine) contenuti principalmente nella legge di bilancio 2017 e nel decreto-legge n. 189/2016. Tra esse, è incluso il potenziamento del credito di imposta in ricerca e sviluppo, le misure relative all'iperammortamento, la proroga per un anno del superammortamento, le misure concernenti il premio di produttività ed il welfare aziendale. Secondo il PNR, il peso delle misure considerate è pari all'83 percento dei fondi stanziati per «Industria 4.0». Le misure per gli investimenti innovativi (cfr. Allegato B al PNR) racchiudono altresì il rifinanziamento del Fondo centrale di garanzia per le PMI, e il rafforzamento delle misure per le start-up e PMI innovative, nonché il Piano straordinario per il made in Italy, già adottato con il decreto-legge n. 133 del 2014 e rifinanziato con la legge di stabilità 2017;
   gli interventi cd. di «finanza per la crescita» (+ 0,5 percento del PIL a cinque anni e +1,9 percento a lungo termine), tra i quali i maggiori effetti sono ascritti alle misure di cui alla legge di bilancio 2017, concernenti l'esenzione in materia di tassazione dei redditi da capitale per gli investimenti in attività finanziarie da parte dei fondi di previdenza sociale e fondi pensione integrativi, e i Piani individuali di Risparmio (PIR), con le agevolazioni fiscali per gli investimenti nei suddetti Piani (+ 0,3 percento del PIL a cinque anni e +0,9 percento a lungo termine).

  Osserva che nell'Allegato B al PNR, nell'ambito degli interventi finanza per la crescita è indicato il Fondo centrale di garanzia per le PMI, nonché il rifinanziamento e l'estensione dell'ambito operativo e temporale (fino al 2018) della cd. Nuova Sabatini, la cui implementazione, si affianca dunque alle misure a favore delle imprese – sempre incluse nel Piano Industria 4.0 e realizzate nella legge di bilancio 2017 – per favorire l'accesso al credito delle PMI e per la costituzione di Pag. 126fonti di finanziamento alternative a quelle tradizionali. Tra esse, l'estensione a tutte le PMI italiane la possibilità di raccogliere capitali con campagne di Equity crowdfunding.
  Il PNR evidenzia poi la riforma in corso del Fondo di garanzia, osservando che l'adozione del modello di rating consentirà una stima accurata della rischiosità delle imprese, consentendo di rendere più mirati ed efficaci gli interventi del Fondo, attraverso un'articolazione delle coperture in misura crescente in base alla rischiosità dell'impresa. Tra gli altri obiettivi della riforma vi sono il riorientamento del Fondo verso le operazioni finanziarie a medio-lungo termine e gli investimenti; nonché una maggiore omogeneizzazione dell'intervento del Fondo rispetto alla tipologia di soggetto richiedente (banca o confidi) e riequilibrando, dunque, il trattamento tra garanzia diretta e controgaranzia.
  Lungo la stessa direttrice operano gli incentivi fiscali, contenuti nella legge di bilancio 2017, all'investimento nel capitale di rischio delle start-up e delle PMI innovative.
  Sempre per le start-up innovative vi è stata l'ulteriore semplificazione (esenzione dall'imposta di bollo) della modalità di costituzione digitale delle stesse start-up e sono state poi introdotte delle agevolazioni fiscali per l'ingresso e il soggiorno in Italia di investitori stranieri che intendono effettuare un investimento di almeno 1 milione nelle quote rappresentative del capitale di società italiane (500 mila euro nel caso in cui l'impresa target sia una start-up innovativa).
  In linea con quanto osservato dalla Commissione europea nel Country report di febbraio 2017, il PNR evidenzia che le start-up e PMI innovative sono da tempo oggetto di una serie di interventi organici cui si sommano le novità introdotte recentemente dal Piano Industria 4.0 e tradotte in norme della legge di Bilancio per il 2017. L'efficacia delle misure già introdotte è riscontrata dal numero di start-up costituite. Secondo i dati del Governo, al 31 dicembre 2016, il numero delle start-up innovative in Italia era 6.745, con un incremento del 31 per cento rispetto al 2015 e del 112 per cento in due anni. Anche il numero delle PMI innovative è aumentato in modo considerevole, attestandosi a 434 nel mese di febbraio 2017; tra esse, 119 si sono iscritte come PMI innovativa tra dicembre 2016 e febbraio 2017.
  Tra le misure per favorire grandi progetti di investimenti produttivi strategici ed innovativi, l'Esecutivo ricorda il recente intervento (decreto ministeriale 8 novembre 2016) in materia di contratti di sviluppo, finalizzato ad una semplificazione ed accelerazione dei relativi procedimenti di valutazione.
  Secondo il PNR, le misure contenute nella Legge di Bilancio per il 2017, in primis quelle rientranti previste dal Piano Industria 4.0, si propongono essenzialmente di sostenere la ripresa dell'economia italiana attraverso uno shock tecnologico di produttività. Sarà pertanto essenziale, per dare efficacia a queste azioni, agire parallelamente sui freni alla concorrenza, ridurre il peso dei costi energetici sulle imprese, rafforzare la connettività del Paese e proseguire sulla strada dell'efficientamento del sistema giudiziario.
  Per ciò che attiene ai freni alla concorrenza, già nel DEF 2016 il Governo sottolineava l'esigenza di «conseguire una maggiore competitività anche tramite una maggiore apertura dei mercati», nonché mediante l'attuazione delle norme in materia di liberalizzazione delle attività economiche, indicando in particolare la legge annuale sulla concorrenza quale strumento di intervento regolare per migliorare il funzionamento dei mercati. L'Unione europea ha evidenziato l'importanza di «adottare e attuare rapidamente la legge sulla concorrenza rimasta in sospeso; intervenire ulteriormente per aumentare la concorrenza nelle professioni regolamentate, nei trasporti, nella sanità, nel commercio al dettaglio e nell'aggiudicazione delle concessioni» (Raccomandazione n. 5).
  Il DEF 2017, pur sottolineando che l'Italia ha adottato nel tempo normative settoriali di grande impatto sulla concorrenza, Pag. 127che hanno contribuito ad aprire progressivamente numerosi mercati, riconosce che tra le priorità del Governo figura «l'esigenza di aprire maggiormente al mercato diversi settori» (dai servizi professionali, al commercio al dettaglio, ai servizi pubblici locali), con l'obiettivo di apportare benefici apprezzabili dai cittadini in termini di maggiore offerta, investimenti, produttività e crescita. In tal senso, «l'approvazione della legge annuale per la concorrenza in tempi rapidi è un obiettivo imprescindibile, insieme all'immediata definizione di un appropriato strumento legislativo a cui affidare i prossimi passi in materia di liberalizzazioni».
  Come già in precedenza evidenziato, il Governo è attualmente impegnato a rilanciare il percorso di liberalizzazioni attraverso l'approvazione del disegno di legge annuale per la concorrenza 2015: tra le azioni strategiche del PNR 2017 figura, infatti, l'approvazione dell'attuale legge sulla concorrenza e la predisposizione della nuova legge annuale per la concorrenza per il 2017. Il Cronoprogramma delle riforme incluso nel PNR 2017 individua il termine giugno 2017 per l'approvazione della legge annuale sulla concorrenza 2015 e il termine 2017/2018 per l'approvazione della legge annuale sulla concorrenza 2017, la cui proposta è in corso di elaborazione e che terrà conto della segnalazione annuale dell'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
  Per ciò che attiene al sistema giustizia, come sopra accennato nel delineare gli obiettivi del cronoprogramma delle riforme, l'Esecutivo intende implementare le misure di riforma già avviate, ricordando a questo proposito l'approvazione da parte della Camera dei deputati, del disegno di legge di delega per la riforma della disciplina dell'insolvenza e come sia attualmente in corso di esame, presso la Camera dei deputati, il provvedimento di riforma della disciplina in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese in crisi (C. 3671-ter).
  Il PNR si prefigge inoltre di intervenire attraverso l'implementazione delle misure finalizzate a garantire una maggiore efficienza della PA nei confronti delle imprese. In tal senso, per ciò che concerne il fenomeno dei ritardi dei pagamenti della PA verso le imprese, il PNR ricorda che è in fase di realizzazione un nuovo sistema (denominato SIOPE Plus), presso il MEF, che integra le informazioni presenti sull'attuale sistema SIOPE (sistema di rilevazione telematica degli incassi e dei pagamenti effettuati dai tesorieri di tutte le amministrazioni pubbliche) con quelle delle fatture passive registrate dalla Piattaforma elettronica. La sperimentazione del sistema SIOPE Plus avverrà il 1o luglio 2017 con un numero limitato di enti. Nel corso dell'anno 2018 saranno acquisite in automatico tutte le informazioni sui pagamenti degli enti territoriali, degli enti del servizio sanitario, delle Università e di gran parte delle amministrazioni statali (che già trasmettono in automatico tramite il collegamento tra il sistema di contabilità generale SICOGE e la Piattaforma) per una percentuale di copertura complessiva della quasi totalità, in termini di importo, delle amministrazioni pubbliche censite. Posto poi che la competitività delle imprese italiane è oggi insidiata dalla concorrenza sleale d'imprese illegali sul piano internazionale, il Governo richiama anche nel DEF 2017 il Piano nazionale anticontraffazione, a tutela delle imprese che proteggono con marchi, brevetti e disegni i propri asset intangibili, prevedendone una attuazione nel periodo 2016-2017 (cfr. cronoprogramma delle riforme, in Appendice A del PNR).
  La legge di bilancio per il 2017 ha poi rifinanziato il Piano straordinario per la promozione del Made in Italy, ed è proseguita, la riorganizzazione degli strumenti finanziari di supporto alle strategie di internazionalizzazione con il trasferimento del 76 per cento delle quote di SIMEST da CDP a SACE.
  Come già accennato nel delineare gli obiettivi del cronoprogramma delle riforme, il recupero di competitività opererà anche attraverso la riduzione del costo dell'energia per allineare il nostro paese ai Paesi UE. Tale punto costituirà uno dei contenuti della nuova Strategia Energetica Pag. 128Nazionale, che sarà rivista e aggiornata rispetto al 2013, a seguito dei nuovi obiettivi europei su clima ed energia e delle profonde trasformazioni economiche (anche del mercato energetico) occorse negli ultimi quattro anni. La SEN sarà sottoposta a consultazione pubblica e l'adozione definitiva è prevista per metà 2017. Inoltre, il Governo annuncia che interverrà per ridurre i costi energetici delle imprese e i divari con i competitor internazionali, attraverso un provvedimento quadro (c.d. «Decreto Energia») che riguarderà alcuni interventi strategici in materia di energia tra i quali: l'attuazione della riforma degli oneri di sistema elettrico, che decorrerà dal 1o gennaio 2018, il corridoio di liquidità per il mercato gas e i nuovi criteri di sostegno alle energie rinnovabili in coerenza con le Linee Guida UE. Infine, sempre nel quadro del rilancio della competitività, il PNR cita l'adozione del Piano strategico di sviluppo del turismo in Italia per il periodo 2017-2022. La finalità di tale atto programmatorio è una governance partecipata tra i diversi livelli istituzionali per il perseguimento dell'innovazione, specializzazione e integrazione dell'offerta nazionale, attraverso una valorizzazione del patrimonio italiano culturale, ambientale, paesaggistico, delle tradizioni e delle eccellenze enogastronomiche.
  Preannuncia quindi la presentazione di una proposta di parere favorevole, dichiarandosi fin d'ora disponibile a valutare eventuali contributi che i colleghi vorranno proporre.

  Davide CRIPPA (M5S) interviene brevemente solo allo scopo di esprimere perplessità sui toni trionfalistici contenuti nel documento e riportati nella relazione del relatore in merito ai dati sull'andamento dell'economia reale del Paese che, a suo giudizio, non trovano riscontro effettivo nella realtà. Evidenzia quindi il dato allarmante relativo alle importazioni e chiede più in generale dove potranno essere reperite le risorse pari a 10 miliardi di euro necessarie per la copertura dei provvedimenti annunciati. Sottolinea, infine, la gravità dei dati sulle crisi industriali del sistema delle imprese con cui la Commissione si confronta quotidianamente, per le quali il documento in esame non sembra individuare alcuna misura specifica.

  Adriana GALGANO (CI) chiede quale sia il termine per l'espressione del parere sul Documento in esame.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, precisa che la Commissione dovrà esprimere il parere di competenza entro la giornata di domani.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.25.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 19 aprile 2017. — Presidenza del presidente Guglielmo EPIFANI.

  La seduta comincia alle 10.25.

Modifiche all'articolo 28 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114, e all'articolo 7 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, in materia di commercio sulle aree pubbliche.
C. 3649 Della Valle e C. 4120 Allasia.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti.

  Chiara SCUVERA (PD), relatrice, illustra in sintesi i contenuti delle abbinate proposte di legge in titolo. Osserva che la proposta di legge C. 3649 Della Valle è volta ad escludere il commercio al dettaglio su aree pubbliche dall'ambito di applicazione della direttiva 2006/123/CE (c.d. Bolkestein), nonché a modificare la disciplina vigente relativa ai criteri per il rilascio e il rinnovo delle relative concessioni, incidendo quindi sia sul decreto Pag. 129legislativo 26 marzo 2010, n. 59 (attuativo della citata direttiva) sia sul decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114. Anche la proposta di legge C. 4120, reca modifiche alla disciplina del commercio su aree pubbliche, con particolare riferimento all'esercizio dell'attività, al regime delle autorizzazioni e ai criteri per il rilascio delle concessioni, intervenendo altresì sul regime di proroga delle concessioni stesse.
  Ricorda che il decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, ha attuato la direttiva 2006/123/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 12 dicembre 2006 (c.d. «direttiva Bolkestein») relativa ai servizi nel mercato interno. La direttiva, pur avendo, in via prioritaria, finalità di massima liberalizzazione delle attività economiche, consente, comunque, la possibilità di porre limiti all'esercizio della tutela di tali attività nel caso che questi siano giustificati da «motivi imperativi di interesse generale». Il decreto legislativo n. 59 del 2010 pertanto, ha previsto, all'articolo 14, la possibilità di introdurre limitazioni all'esercizio dell'attività economica istituendo o mantenendo regimi autorizzatori «solo se giustificati da motivi di interesse generale, nel rispetto dei principi di non discriminazione, di proporzionalità, nonché delle disposizioni di cui al presente titolo». In particolare, all'articolo 16 del decreto legislativo n. 59 del 2010 è regolata la disciplina delle autorizzazioni al commercio su aree pubbliche e delle connesse concessioni di posteggio, prevedendosi che le autorità competenti – nel caso in cui il numero delle autorizzazioni disponibili per una determinata attività di servizi sia limitato «per ragioni correlate alla scarsità delle risorse naturali o delle capacità tecniche disponibili» – debbano attuare una procedura di selezione tra i potenziali candidati, garantendo «la predeterminazione e la pubblicazione, nelle forme previste dai propri ordinamenti, dei criteri e delle modalità atti ad assicurarne l'imparzialità, cui le stesse devono attenersi».
   Ciò premesso, venendo al contenuto specifico delle proposte, evidenzia che l'atto Camera C. 3649 Della Valle consta di un articolo unico, che si compone di due commi. Il comma 1 reca modificazioni al decreto legislativo n. 59 del 2010, in primo luogo aggiungendo il commercio sulle aree pubbliche tra i settori per i quali opera l'esclusione dall'applicazione delle disposizioni recate dalla direttiva Bolkestein (modifica dunque l'articolo 7 del citato decreto legislativo n. 59 del 2010).
  Il medesimo comma 1, contiene una disposizione di carattere generale (che aggiunge il comma 3-bis dopo il comma 3 dell'articolo 70 del citato decreto legislativo n. 59 del 2010), volta a specificare che le regioni possono stabilire criteri di programmazione anche coordinati con piani di riqualificazione urbana condivisi con i comuni e con i rappresentanti locali dei soggetti interessati, operatori e cittadini, al fine di favorire sinergie utili alla tutela dell'ambiente urbano e allo sviluppo economico locale. La norma dispone altresì che i piani possono essere finanziati con le entrate della tassa per l'occupazione del suolo pubblico e non possono comunque essere causa o motivo di aumenti tributari o di altra natura, salvo apposito accordo amministrativo con i singoli interessati ai sensi dell'articolo 11 della legge 7 agosto 1990, n. 241.
  Con più specifico riguardo al commercio su aree pubbliche, l'atto C. 3649 Della Valle modifica la disciplina vigente (di cui al citato articolo 70, comma 5, del decreto legislativo n. 59 del 2010) che demanda ad intesa in sede di Conferenza unificata, l'individuazione senza discriminazioni basate sulla forma giuridica dell'impresa, dei criteri per il rilascio e il rinnovo della concessione dei posteggi per l'esercizio del commercio su aree pubbliche e le disposizioni transitorie da applicare. Con la modifica proposta viene meno il divieto di discriminazioni basate sulla forma giuridica dell'impresa. Inoltre è demandata all'intesa in sede di Conferenza unificata l'individuazione dei criteri non solo per il rilascio, ma anche per il rinnovo automatico delle concessioni.
  La proposta di legge C. 4120 Allasia, all'articolo 2, interviene in ordine al regime di proroga delle concessioni del commercio al dettaglio sulle aree pubbliche, Pag. 130demandando a un'intesa stabilita in sede di Conferenza unificata, la definizione del nuovo termine di durata delle concessioni in scadenza entro il 5 luglio 2017, che potrà essere fissato nel periodo compreso tra il 5 luglio 2018 e il 5 luglio 2020. Si prevede poi che, a tali fini, la Conferenza unificata si esprima entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge e che, nell'ipotesi in cui non si raggiunga l'intesa entro i tre mesi successivi alla citata data di entrata in vigore, il termine sia prorogato al 5 luglio 2020. A tale proposito, le proposte di modifica descritte evidenzia come andrebbero coordinate con quanto previsto dal decreto-legge n. 244 del 2016, recante proroga e definizione di termini, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 febbraio 2017, n. 19, che, come è noto, ha prorogato al 31 dicembre 2018 la scadenza delle concessioni per il commercio su aree pubbliche in essere alla data di entrata in vigore del decreto-legge medesimo, al fine di allineare le scadenze delle concessioni stesse.
  Le proposte di legge in esame intervengono altresì in tema di esercizio dell'attività di commercio sulle aree pubbliche (di cui all'articolo 28 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114). In particolare, la proposta di legge C. 4120 Allasia (articolo 1, co. 1, lett. a)), modifica l'arco temporale delle concessioni di posteggi, fissandolo in un periodo compreso tra nove e dodici anni (la norma vigente fissa tale limite a dieci anni), tenuto conto dell'investimento effettuato. La medesima proposta di legge C. 4120 Allasia, (articolo 1, comma 1, lett. c)), prevede altresì che le regioni, sentiti i comuni e le associazioni imprenditoriali più rappresentative nel settore del commercio su aree pubbliche, adottino appositi criteri per rendere omogenea sul territorio regionale, per la prima selezione e per le successive rimesse a bando, l'applicazione delle disposizioni dell'intesa stabilita in sede di Conferenza unificata, ai sensi del comma 5 dell'articolo 70 del decreto legislativo 26 marzo 2010, n. 59, relative all'assegnazione dei posteggi nei mercati e nelle fiere.
  Entrambe le proposte introducono limiti soggettivi al rilascio dell'autorizzazione per l'esercizio dell'attività di commercio sulle aree pubbliche.
  L'atto C. 4120 Allasia (articolo 1, co. 1, lett. b)) infatti, specifica che l'autorizzazione può essere rilasciata esclusivamente a persone fisiche o a società di persone regolarmente costituite secondo le norme vigenti (escludendo dunque le società di capitali regolarmente costituite e le cooperative). Analogamente, l'articolo 1 della proposta di legge C. 3649 Della Valle, al comma 2, prevede che l'autorizzazione sia rilasciata esclusivamente alle piccole imprese: a) che abbiano meno di 50 dipendenti; b) che abbiano un fatturato annuo non superiore a 7 milioni di euro o un totale di bilancio annuo non superiore a 5 milioni di euro; c) nelle quali il capitale o i diritti di voto non siano detenuti per una percentuale pari o superiore al 25 per cento da una sola o, congiuntamente, da più imprese che non soddisfano i requisiti di cui alle lettere a) e b).
  Entrambe le proposte inoltre fissano dei limiti (attualmente previsti nell'Intesa in conferenza unificata del 5 luglio 2012 «sui criteri da applicare nelle procedure di selezione per l'assegnazione di posteggi su aree pubbliche» adottata ai sensi del più volte citato articolo 70, comma 5, del decreto legislativo n. 59 del 2010) alla titolarità e al possesso delle concessioni per ciascun settore merceologico nella medesima area mercatale (stabilendo un limite di 2 posteggi per ogni soggetto economico in mercati inferiori a 100 banchi, e di 3 posteggi nei mercati con un numero di banchi pari o superiori a 100).
  La proposta di legge C. 4120 Allasia prevede inoltre che, al fine di agevolare le operazioni di controllo dell'attività, i comuni istituiscono un'apposita banca di dati informatica aggiornata, relativa ai titoli autorizzatori rilasciati per lo svolgimento dell'attività nell'ambito del mercato o della fiera. La proposta di legge C. 3649 Della Valle, all'articolo 1, comma 1, lett. c), prevede analogamente, che per l'individuazione dei soggetti economici presenti nei mercati i comuni istituiscono un apposito Pag. 131database informatico aggiornato. La norma dispone altresì che, a tali fini, si presume legata allo stesso soggetto economico l'impresa soggetta a controllo diretto, indiretto, incrociato o a specifico vincolo contrattuale. Le concessioni oggetto di gerenza, di affitto di ramo d'azienda o di forme analoghe sono soggette allo stesso limite di posteggi, raddoppiato per l'affittante nel caso questi sia anche direttamente esercente nello stesso mercato. In conclusione, data la rilevanza del tema affrontato dalle proposte in esame, propone alla Commissione di svolgere un breve ciclo di audizioni al fine di approfondire i contenuti dei provvedimenti in esame.

  Ivan DELLA VALLE (M5S), nel concordare con la relatrice sull'opportunità di svolgere un ciclo di audizioni, sottolinea in particolare l'importanza di conoscere la posizione delle istituzioni europee relativamente alla possibilità che un singolo Stato membro possa identificare alcuni settori di attività per i quali possa si possa derogare al recepimento della direttiva Bolkestein.

  Adriana GALGANO (CI) evidenzia come sull'ambito di applicazione della direttiva Bolkestein sia necessario un approfondimento anche rispetto alle proposte di legge in materia di concessioni demaniali il cui esame è da poco iniziato presso le Commissioni congiunte VI e X.

  Ivan DELLA VALLE (M5S) segnala che il proprio gruppo ha assunto una posizione diversa rispetto ai due ambiti normativi. Con riferimento al commercio ambulante, non trattandosi di attività in cui è prevista l'utilizzo di una risorsa naturale limitata, sarebbe opportuno valutare la possibilità di non recepire la direttiva Bolkestein da parte dello Stato italiano.
  Riguardo invece al tema delle concessioni demaniali, ritiene che la questione riguardi piuttosto le modalità di applicazione della citata direttiva dal momento che i titolari delle concessioni occupano stabilmente una risorsa naturale, come le spiagge che appartengono al demanio.

  Adriana GALGANO (CI) ribadisce come il tema della deroga sia stato discusso e sussista in parte anche riguardo alle concessioni demaniali.

  Gianluca BENAMATI (PD), nel concordare con la proposta di svolgere un breve ciclo di audizioni, ritiene che per alcune tematiche che presentano profili comuni ai due provvedimenti ci si possa raccordare con la VI Commissione al fine di evitare duplicazioni nell'organizzazione delle audizioni.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, rinvia all'ufficio di Presidenza, già fissato nella giornata odierna, l'individuazione dei soggetti da audire sulla base delle indicazioni dei gruppi.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.35.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 19 aprile 2017. — Presidenza del presidente Guglielmo EPIFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico Ivan Scalfarotto.

  La seduta comincia alle 14.20.

Disciplina delle procedure di amministrazione straordinaria delle grandi imprese e dei complessi di imprese in crisi (seguito esame e rinvio).
Nuovo testo C. 3671-ter Governo e C. 865 Abrignani.

(Seguito esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 12 aprile 2017.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, avverte che è pervenuto il parere favorevole con Pag. 132tre condizioni, ex articolo 81 della Costituzione, della Commissione Bilancio.
  Avverte altresì che il relatore, on. Benamati, ha presentato alcuni emendamenti in recepimento dei pareri espressi dalle Commissioni in sede consultiva (vedi allegato).

  Gianluca BENAMATI (PD), relatore, illustra il contenuto degli emendamenti presentati volti a recepire alcune osservazioni del Comitato per la legislazione, della Commissione Giustizia nonché le condizioni poste dalla Commissione Bilancio, ex articolo 81 della Costituzione, nel parere di competenza. In particolare, l'emendamento 1.100 sopprime il comma 3 dell'articolo 1 volto a escludere il ricorso alla tecnica dello scorrimento per l'esercizio della delega. L'emendamento 1.101 inserisce la clausola di invarianza finanziaria all'articolo 1, l'emendamento 2.100 recepisce l'osservazione dalla Commissione Giustizia che ha ritenuto opportuno per ragioni di chiarezza, prevedere all'articolo 2, lettera f), due diverse lettere volte, l'una, volta a istituire e disciplinare l'albo dei commissari straordinari per l'amministrazione delle grandi imprese in stato di insolvenza nonché a determinare gli stessi i requisiti che devono possedere gli iscritti, l'altra, a disciplinare le modalità con le quali il Ministro dello sviluppo economico deve procedere alla nomina del commissario straordinario, prevedendo eventuali divieti e conseguenti sanzioni relativi all'esercizio della funzione commissariale. L'emendamento recepisce inoltre la condizione posta dalla Commissione Bilancio, così come l'emendamento 2.101 che sopprime la lettera h) dell'articolo 2 in materia di ammortizzatori sociali. Sottolinea altresì che non ha ritenuto di recepire la condizione posta nel parere espresso dalla Commissione Giustizia volta a modificare da 250 a 450 la soglia in materia del numero di dipendenti la quale identifica la tipologia di impresa singola ammessa alla procedura di amministrazione straordinaria.

  La Commissione, con distinte votazioni, approva gli emendamenti 1.100, 1.101 e 2.100 del Relatore (vedi allegato).

  Ignazio ABRIGNANI (SC-ALA CLP-MAIE) intervenendo sull'emendamento del relatore 2.101 del Relatore che sopprime la lettera h) dell'articolo 2, comma 1, chiede se siano previsti altri strumenti di tutela per i lavoratori delle imprese sottoposte alla procedura di amministrazione straordinaria.

  Gianluca BENAMATI (PD) sottolinea che la disciplina vigente prevede i consueti ammortizzatori sociali. Ricorda che con l'approvazione dell'emendamento Ricciatti 15.12 (Nuova formulazione), recepito all'articolo 2, comma 1, lettera h), si era inteso collegare alla durata del processo di risanamento, o della cessione dell'azienda, la durata dell'ammortizzatore sociale. Ritiene, in ogni caso, che la questione, anche sul piano della quantificazione degli eventuali oneri finanziari, potrebbe essere approfondita nel corso dell'esame in Assemblea del provvedimento.

  Ignazio ABRIGNANI (SC-ALA CLP-MAIE) ritiene che le tutele a favore dei lavoratori previste nella disciplina vigente non possano ritenersi adeguate soprattutto con riferimento alla data di decorrenza dell'utilizzo di tali strumenti.

  Marco DA VILLA (M5S) dichiara il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento 2.201 del Relatore.

  La Commissione approva l'emendamento 2.101 del relatore (vedi allegato).

  Guglielmo EPIFANI, presidente, avverte che la Presidenza è autorizzata al coordinamento formale del testo approvato ai sensi dell'articolo 90, comma 2, del regolamento.

  La Commissione delibera di conferire il mandato al relatore di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di Pag. 133chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Guglielmo EPIFANI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 14.35.

COMITATO RISTRETTO

  Mercoledì 19 aprile 2017.

Disciplina della qualificazione professionale per l'esercizio dell'attività di estetista.
C. 2182 Della Valle, C. 4169 Donati e C. 4350 Vignali.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 14.35 alle 14.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 19 aprile 2017.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.45 alle 15.

AUDIZIONI INFORMALI

  Mercoledì 19 aprile 2017.

Audizione di rappresentanti di Federesco nell'ambito dell'esame congiunto della Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica (COM(2016) 761 final) e della Proposta di direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell'edilizia (COM(2016) 765 final).

  L'audizione informale è stata svolta dalle 15.30 alle 15.50.

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