CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 23 marzo 2017
789.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 95

SEDE REFERENTE

  Giovedì 23 marzo 2017. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Massimo Cassano.

  La seduta comincia alle 13.30.

Modifica all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di deroghe per l'accesso al trattamento pensionistico in favore dei lavoratori dipendenti del settore privato.
C. 4196 Gnecchi.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 febbraio 2017.

  Cesare DAMIANO, presidente, ricorda che nella seduta del 16 febbraio scorso, Pag. 96richiamando quanto già rappresentato nella precedente seduta del 2 febbraio, l'onorevole Gnecchi ha chiesto al rappresentante del Governo di voler sollecitare la trasmissione alla Commissione di dati aggiornati relativi alle pensioni liquidate ai sensi di quanto disposto dall'articolo 24, comma 15-bis, del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, distinguendo tra i lavoratori e le lavoratrici, indicati, rispettivamente, dalla lettera a) e dalla lettera b) del medesimo comma 15-bis.
  Chiede quindi al sottosegretario Cassano se abbia indicazioni riguardo ai dati richiesti.

  Il sottosegretario Massimo CASSANO avverte che, nonostante il sollecito effettuato, da ultimo, lo scorso 22 marzo, la competente Direzione generale non è stata in grado di raccogliere i dati necessari alla risposta.
  Chiede, pertanto, ulteriore tempo per poter dare seguito alla richiesta della Commissione.

  Marialuisa GNECCHI (PD), prendendo atto della risposta interlocutoria del Governo, che certifica, ancora una volta, l'inefficienza dell'INPS, osserva che continuano a susseguirsi i dubbi interpretativi dell'Istituto previdenziale medesimo sulle modalità applicative del comma 15-bis dell'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011. L'ultimo caso a lei segnalato riguarda diciannove dipendenti dell'Università cattolica del Sacro Cuore, iscritti all'assicurazione generale obbligatoria presso l'INPS, i quali, pur essendo in possesso dei requisiti prescritti dalla norma, non hanno potuto accedere al pensionamento, ancorché cessati dal lavoro, in quanto la sede dell'INPS di Roma Aurelio, competente su tali lavoratori, ha accantonato le loro domande considerandoli dipendenti pubblici e, quindi, non interessati dalla disciplina recata dal comma 15-bis.
  Rileva, peraltro, che la stessa Università cattolica del Sacro Cuore, non facente parte, sulla base della classificazione ISTAT cui fa riferimento anche la circolare dell'INPS n. 149 del 2004, del comparto delle pubbliche amministrazioni, ha già provveduto a liquidare a tali soggetti il TFR, un mese dopo la fine del rapporto di lavoro. Tale tempestività non sarebbe stata possibile se si fosse trattato di dipendenti pubblici, in quanto nel settore pubblico le indennità assimilabili al TFR sono liquidate non prima di dodici mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro. Auspica, pertanto, che il Governo eserciti sull'INPS le dovute pressioni perché ponga fine a una situazione che ritiene inaccettabile.

  Cesare DAMIANO, presidente, si associa alle considerazioni dalla deputata Gnecchi. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame dei progetti di legge ad altra seduta.

DL 25/2017: Disposizioni urgenti per l'abrogazione delle disposizioni in materia di lavoro accessorio nonché per la modifica delle disposizioni sulla responsabilità solidale in materia di appalti.
C. 4373 Governo.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Cesare DAMIANO, presidente, avverte che, nell'odierna seduta, avranno luogo la relazione introduttiva ed eventuali interventi nell'ambito dell'esame preliminare del disegno di legge. Dà, quindi, la parola alla relatrice per lo svolgimento del suo intervento introduttivo.

  Patrizia MAESTRI (PD), relatrice, rileva preliminarmente che il decreto-legge, che si compone di tre articoli, è stato approvato dal Consiglio dei ministri nella riunione di venerdì 17 marzo 2017 ed è stato assegnato alla XI Commissione lo scorso 20 marzo.
  Evidenzia che, come è noto, si tratta di un provvedimento di urgenza che interviene su materie già oggetto di esame da Pag. 97parte della Commissione. In particolare, per quanto attiene al lavoro accessorio, ricorda che la XI Commissione, nella giornata di giovedì 16 marzo, ha concluso l'esame delle proposte emendative riferite alle proposte di legge C. 584 Palmizio, C. 1681 Vitelli, C. 3601 Damiano, C. 3796 Ciprini, C. 4125 D'Agostino, C. 4185 Polverini, C. 4206 Simonetti, C. 4214 Airaudo, C. 4297 Rizzetto, C. 4305 De Maria e C. 4312 Baldassarre, pervenendo all'elaborazione di un testo analogo a quello contenuto nell'articolo 1 del decreto-legge. Ricorda, invece, che in materia di responsabilità solidale negli appalti, la Commissione ha avviato, nella giornata di martedì 14 marzo 2017, l'esame delle proposte di legge C. 4211 Damiano e C. 4306 De Maria.
  Ricorda, altresì, che la Corte costituzionale l'11 gennaio 2017 ha dichiarato ammissibile la richiesta di referendum popolare per l'abrogazione della normativa vigente in materia di lavoro accessorio e per l'abrogazione delle disposizioni limitative della responsabilità solidale tra committente e appaltatore in materia di appalti. Le disposizioni contenute nel decreto-legge realizzano un effetto abrogativo analogo a quello che discenderebbe dall'abrogazione referendaria, con l'unica differenza che l'articolo 1, comma 2, prevede anche una disciplina transitoria sull'utilizzabilità dei voucher richiesti entro l'entrata in vigore del decreto-legge.
  Quanto ai contenuti del provvedimento di cui oggi si avvia l'esame, segnala in primo luogo che l'articolo 1 dispone, al comma 1, la soppressione della disciplina del lavoro accessorio, attraverso l'abrogazione degli articoli 48, 49 e 50 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 81, e, al comma 2, un regime transitorio per i buoni già richiesti fino al 17 marzo 2017, data di entrata in vigore del provvedimento in esame, i quali possono essere utilizzati fino al 31 dicembre 2017.
  A tale ultimo riguardo, osserva che il testo del decreto si discosta parzialmente da quello dell'emendamento Gnecchi 1.30, riferito al testo base delle proposte di legge C. 584 abbinate, e approvato nella seduta del 16 marzo scorso. La normativa transitoria contenuta in detta proposta emendativa prevedeva, infatti, che fino al 31 dicembre 2017 restasse ferma la previgente disciplina per l'utilizzo dei buoni per prestazioni di lavoro accessorio già richiesti alla data di entrata in vigore del provvedimento. Anche in relazione alle osservazioni prospettate da alcuni operatori, con un comunicato stampa pubblicato nella giornata di ieri, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha, comunque, chiarito che l'utilizzo dei buoni per prestazioni di lavoro accessorio, nel periodo transitorio sopra ricordato, dovrà essere effettuato nel rispetto delle disposizioni in materia di lavoro accessorio previste nelle norme oggetto di abrogazione da parte del decreto.
  Secondo quanto affermato nella relazione illustrativa, l'articolo in esame «mira a contrastare il ricorso a pratiche elusive al fine di favorire l'affermazione di forme di lavoro più stabile».
  L'articolo 2 modifica la disciplina in materia di responsabilità solidale tra committente e appaltatore in relazione ai trattamenti retributivi, comprensivi delle quote di trattamento di fine rapporto, ai contributi previdenziali e ai premi assicurativi dovuti ai lavoratori subordinati in relazione al periodo di esecuzione del contratto di appalto. In particolare, modificando l'articolo 29, comma 2, del decreto legislativo n. 276 del 2003, il comma 1, lettera a), elimina la possibilità, per i contratti collettivi, di derogare al principio della responsabilità solidale tra committente e appaltatore, nel caso in cui, attraverso la contrattazione collettiva, si individuino metodi e procedure di controllo e di verifica della regolarità complessiva degli appalti. Il comma 1, lettera b), elimina il beneficio della preventiva escussione del patrimonio dell'appaltatore, sopprimendo le disposizioni sulla base delle quali il committente imprenditore o datore di lavoro deve essere convenuto in giudizio per il pagamento unitamente all'appaltatore e con gli eventuali ulteriori subappaltatori e può eccepire, nella prima difesa, il beneficio della preventiva escussione del patrimonio dell'appaltatore medesimo e degli eventuali subappaltatori. Pag. 98Conseguentemente, è soppressa anche la previsione secondo cui l'azione esecutiva può essere intentata nei confronti del committente imprenditore o datore di lavoro solo dopo l'infruttuosa escussione del patrimonio dell'appaltatore e degli eventuali subappaltatori.
  Secondo quanto affermato nella relazione illustrativa, le modifiche sono volte a «elevare ulteriormente l'efficacia delle tutele in favore dei lavoratori, in coerenza con la recente evoluzione della disciplina in materia di contratti pubblici».
  Da ultimo, segnala che l'articolo 3 dispone in ordine all'entrata in vigore del decreto-legge, prevedendo che esso entri in vigore il giorno stesso della sua pubblicazione nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana.

  Cesare DAMIANO, presidente, in considerazione della ristrettezza dei tempi a disposizione della Commissione, in vista dell'imminente ripresa dei lavori dell'Assemblea, propone ai commissari di rinviare gli eventuali interventi alle sedute che saranno svolte nel corso della prossima settimana. Avverte, inoltre, che le modalità di organizzazione dei lavori della Commissione potranno essere stabilite nel corso della riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, convocata al termine della seduta odierna.

  Roberto SIMONETTI (LNA), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede chiarimenti in ordine alla possibilità per i deputati di presentare proposte emendative volte a reintrodurre la disciplina del lavoro accessorio.

  Cesare DAMIANO, presidente, fa presente che le proposte emendative saranno valutate sulla base dei criteri di ammissibilità, più restrittivi di quelli ordinari, previsti dal Regolamento con riferimento all'esame dei decreti-legge.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame dei progetti di legge ad altra seduta.

  La seduta termina alle 13.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 23 marzo 2017.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.50 alle 13.55.

INTERROGAZIONI

  Giovedì 23 marzo 2017. – Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. – Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali, Massimo Cassano.

  La seduta comincia alle 13.55.

5-09469 Marcon: Riconoscimento dell'accredito figurativo, a fini pensionistici, per il servizio militare agli obiettori di coscienza condannati a periodi di detenzione in ragione della loro obiezione.

  Il sottosegretario Massimo CASSANO risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Giulio MARCON (SI-SEL) si dichiara insoddisfatto della risposta del sottosegretario in quanto essa appare in contraddizione con la realtà dei fatti. In primo luogo, ricorda che il soggetto cui fa riferimento la sua interrogazione ha ricevuto, al termine del periodo di detenzione, il riconoscimento del suo assolvimento dell'obbligo di leva, come specificato nel foglio di congedo delle autorità militari. Pertanto, sulla base di tale documentazione, l'INPS, in particolare la sede provinciale di Brescia, non avrebbe potuto rifiutare il riconoscimento del diritto alla contribuzione figurativa, come previsto dalla disciplina generale e come, peraltro, affermato anche dalla giurisprudenza della Corte costituzionale.
  In secondo luogo, rileva che, in relazione ad un caso analogo, di cui si riserva di fornire i dati, la sede provinciale dell'INPS di Venezia ha considerato legittima la richiesta di riconoscimento del diritto alla contribuzione figurativa. Sottolinea Pag. 99che sono numerosi coloro che, negli anni settanta e ottanta del secolo scorso, hanno scontato periodi di detenzione per non avere voluto sottostare al servizio militare o al servizio civile sostitutivo, che ora, sulla base della legge e della richiamata giurisprudenza costituzionale, pretendono il riconoscimento del loro diritto alla contribuzione figurativa, essendo pronti, per questo, a ricorrere alla magistratura.

5-10623 Baruffi: Procedure di licenziamento di lavoratori della filiale di Carpi del gruppo Argenta Spa.

  Il sottosegretario Massimo CASSANO risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Manuela GHIZZONI (PD), in qualità di sottoscrittrice dell'atto di sindacato ispettivo, ringrazia il sottosegretario per la risposta e per la dichiarata disponibilità a porre in essere, per quanto di competenza, un tentativo di mediazione. Osserva che la vicenda, che ha visto l'attivazione della procedura di licenziamento per giustificato motivo oggettivo di quattro dipendenti, laddove la legge ne richiede almeno cinque ai fini della configurazione di un licenziamento collettivo, nonché le modalità con le quali l'azienda ha manifestato l'intenzione di trasferire il call center a duecento chilometri di distanza, causando la rinuncia alla prosecuzione del rapporto di lavoro di ulteriori due dipendenti, sembra adombrare il tentativo di aggirare la disciplina vigente in materia di riorganizzazione dell'attività aziendale. Preannunciando la presentazione di un'ulteriore interrogazione che faccia riferimento ai termini più generali della questione, invita comunque il Governo ad approfondire le problematiche aperte nell'ambito della società Argenta Spa, al fine della assunzione di future iniziative volte a evitare che, in caso di ristrutturazione dell'attività aziendale che comporti il trasferimento di lavoratori e la possibile apertura delle procedure di mobilità, l'impresa possa contestualmente avviare le procedure di licenziamento individuale per giustificato motivo oggettivo, in contraddizione con lo spirito del Jobs Act e dei suoi decreti attuativi.

5-10321 Albanella: Recupero da parte dell'INPS di quota dei trattamenti di fine servizio erogati in relazione al riconoscimento dell'indennità corrisposta, ai sensi dell'articolo 31 del decreto del Presidente della Repubblica n. 761 del 1979, al personale universitario che presta servizio presso strutture sanitarie convenzionate, anche se gestiti direttamente dalle università.

  Il sottosegretario Massimo CASSANO risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Luisella ALBANELLA (PD), pur ringraziando il sottosegretario, ribadisce la sua contrarietà ad una vicenda che ritiene riduttivo definire kafkiana. Osserva, infatti, che, nonostante una specifica disciplina legislativa e una sentenza della Corte costituzionale, che hanno sancito che l'indennità di cui all'articolo 31 del decreto del Presidente della Repubblica n. 761 del 1979 è pensionabile, la sede provinciale di Messina dell'INPS, in contraddizione con l'atteggiamento assunto sul medesimo argomento da altre sedi provinciali dell'istituto previdenziale, ha deciso il recupero delle somme relative all'indennità in questione a valere sui ratei di pensione. Rileva, peraltro, che i soggetti in questione, pur essendosi rivolti alla magistratura, hanno mostrato la loro disponibilità a trovare un accordo con l'INPS, il quale, tuttavia, ha chiuso ad ogni compromesso. Si tratta, a suo avviso, dell'ennesima dimostrazione della cattiva gestione dell'Istituto, che assume decisioni diverse rispetto a situazioni analoghe e che, oltretutto, provvede con colpevole ritardo all'erogazione dei trattamenti dovuti ai lavoratori.

5-10680 Cominardi: Orari di lavoro del personale medico e sanitario.

  Il sottosegretario Massimo CASSANO risponde all'interrogazione nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

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  Claudio COMINARDI (M5S) si dichiara insoddisfatto della risposta del sottosegretario, che lascia insoluti due problemi.
  Il primo riguarda il mancato rispetto dei limiti posti dalla normativa europea all'orario di lavoro e la conseguente inosservanza della disciplina sui riposi. La questione è, a suo avviso, particolarmente grave, non solo nei confronti dei lavoratori del servizio sanitario ma anche dei pazienti, che sono trattati da personale stanco e poco lucido.
  Il secondo problema che, a suo parere, dovrebbe essere affrontato dal Governo è quello del superamento del blocco del turn-over, per effetto del quale, negli ultimi anni, a fronte di cinque lavoratori che hanno avuto accesso al pensionamento, solo uno è stato sostituito da un nuovo assunto. Ciò ha, ovviamente, comportato la necessità di riorganizzare i tempi di lavoro, massimizzando la presenza dei lavoratori in servizio, in spregio delle più elementari regole di rispetto delle capacità fisiche individuali.

  Cesare DAMIANO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 14.20.

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