CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 15 marzo 2017
784.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 15 marzo 2017. — Presidenza del presidente Mario MARAZZITI. — Interviene il sottosegretario di Stato per la salute, Davide Faraone.

  La seduta comincia alle 14.10.

Misure per la prevenzione della radicalizzazione e dell'estremismo violento di matrice jihadista.
Nuovo testo C. 3558 Dambruoso.
(Parere alla I Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con osservazione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 14 marzo 2017.

  Edoardo PATRIARCA (PD), relatore, sulla base di quanto evidenziato nello svolgimento della relazione, e di quanto emerso dal successivo dibattito, illustra una proposta di parere favorevole con un'osservazione (vedi allegato 1).

  Marco RONDINI (LNA) sottolinea la contrarietà del suo gruppo al provvedimento nel suo complesso e alle parti di specifica competenza della Commissione Affari sociali. Al riguardo, giudica fortemente inopportuna la previsione di un canale privilegiato di inserimento lavorativo per le persone a rischio di radicalizzazione.
  Ritiene che tali soggetti, se non sono di cittadinanza italiana, andrebbero espulsi dal Paese, al fine di garantire una maggiore sicurezza. Reputa, infatti, completamente Pag. 107irrealistica la previsione di integrare persone che per loro natura non possono integrarsi.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

DL 8/2017: Nuovi interventi urgenti in favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici del 2016 e del 2017.
C. 4286 Governo.
(Parere alla VIII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta del 14 marzo 2017.

  Ileana Cathia PIAZZONI (PD), relatrice, all'esito della relazione e del dibattito svolti nella seduta precedente, illustra una proposta di parere favorevole, le cui motivazioni sono riportate nelle premesse (vedi allegato 2).

  Marialucia LOREFICE (M5S) evidenzia che la previsione di utilizzare le risorse del Fondo per la lotta alla povertà per gli interventi sociali a sostegno delle popolazioni terremotate rischia di fatto di provocare una sorta di «guerra tra poveri». Osserva, infatti, che in tal modo si sottrarrebbero risorse all'erogazione della misura denominata Sostegno per l'Inclusione Attiva (SIA) sull'intero territorio nazionale, rilevando che sarebbe stato preferibile il reperimento di risorse aggiuntive. Fa presente che il suo gruppo ha presentato proposte emendative in tal senso, preannunciando l'intenzione di ripresentarle nel corso del successivo esame in Assemblea qualora non fossero accolte presso la Commissione di merito.
  Ribadisce, inoltre, i dubbi espressi dalla collega Di Vita nella seduta precedente in merito all'applicazione di quanto previsto dall'articolo 10 del decreto-legge.
  Sulla base di tali considerazioni, preannuncia un voto di astensione sulla proposta di parere della relatrice, dichiarando che il suo gruppo potrebbe mutare posizione nel corso della prosecuzione dell'esame del provvedimento in caso di accoglimento delle richieste avanzate.

  Marco RONDINI (LNA), nel condividere le considerazioni formulate dalla deputata Lorefice sulla possibilità di una «guerra tra poveri», segnala che, oltretutto, le risorse stanziate appaiono insufficienti e che, probabilmente per tale ragione, il provvedimento pone troppi «paletti» rispetto al concreto accesso alle risorse stesse. Preannuncia, quindi, un voto contrario sulla proposta di parere, dichiarando che il suo gruppo ha già presentato specifiche proposte emendative nella Commissione di merito e che proseguirà nella sua azione nel corso dell'esame in Assemblea.

  Ileana Cathia PIAZZONI (PD), relatrice, chiarisce che, per quanto riguarda gli interventi sociali, il provvedimento si limita ad introdurre alcune deroghe alla normativa vigente, in primo luogo per tenere conto della specificità della situazione nelle zone terremotate, e che i 41 milioni di euro stanziati per il SIA rappresentano solo una frazione degli interventi a favore delle popolazioni colpite dagli eventi sismici.
  Osserva che, in fase attuativa, occorrerà assumere un'interpretazione elastica di alcune disposizioni per adattarle alla realtà particolare delle aree colpite dal terremoto, ad esempio per quanto riguarda i percorsi di socializzazione. Dichiarando di condividere la scelta di utilizzare il Fondo per la lotta alla povertà per interventi che rientrano pienamente nelle finalità del Fondo stesso, invita a non portare avanti polemiche sterili, che non aiutano ad alleviare la situazione di coloro che si trovano in una situazione di oggettiva difficoltà.

  La Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

  La seduta termina alle 14.30.

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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 15 marzo 2017. — Presidenza del presidente Mario MARAZZITI. — Interviene il sottosegretario di Stato per la salute, Davide Faraone.

  La seduta comincia alle 14.30.

Deleghe al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali, nonché disposizioni per l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute.
C. 3868 Governo, approvato dal Senato, e C. 334 Catanoso Genoese, C. 993 Rondini, C. 1088 Grimoldi, C. 1229 Lenzi, C. 1429 Fabbri, C. 1961 Miotto, C. 2518 Binetti, C. 2781 Lodolini, C. 3263 Gregori, C. 3307 Vezzali, C. 3319 Vezzali, C. 3377 Lenzi e C. 3999 Elvira Savino.

(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 9 marzo 2017.

  Mario MARAZZITI, presidente e relatore, ricorda che nella seduta odierna proseguirà la discussione, iniziata nella seduta del 9 marzo scorso, in cui si erano già iscritti a parlare diversi deputati.

  Donata LENZI (PD) precisa che limiterà il suo intervento al tema delle professioni sanitarie, che suscita in lei le maggiori perplessità, tralasciando quello della sperimentazione clinica. Segnala in via preliminare, come filo conduttore del suo intervento, che il provvedimento reca criteri di delega poco dettagliati, rendendo quindi vago il contenuto dei decreti legislativi attuativi che, peraltro, l'attuale Governo probabilmente non farebbe in tempo ad emanare.
  In particolare, ritiene che una probabile fonte di situazioni conflittuali sia rappresentata da quella sorta di contenitore rappresentato dall'Ordine dei tecnici sanitari di radiologia medica e delle professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione previsto dall'articolo 3, comma 9, lettera c).
  Esprime, quindi, forti perplessità sulla scelta di trasformare gli Ordini professionali da ausiliari a sussidiari, non essendo oltretutto chiaro rispetto a quale livello di governo si debba applicare tale sussidiarietà. Nel segnalare che già con la normativa vigente gli Ordini hanno competenze rilevanti in materia formativa, consultiva e disciplinare, sottolinea il rischio di conflitti di competenza, in particolare rispetto alle funzioni delle regioni. Osserva, in proposito, che il testo approvato dal Senato risente di un'impostazione che tendeva a ridurre il ruolo delle regioni in ambito sanitario, impostazione vanificata dagli esiti del referendum costituzionale dello scorso 4 dicembre. Ritiene, quindi, necessario delimitare in maniera precisa le competenze degli Ordini per evitare che si vengano a creare le sovrapposizioni da lei paventate.
  Segnala che il provvedimento non affronta il tema, posto a livello europeo, della garanzia di un giusto processo per quanto riguarda le azioni disciplinari all'interno degli Ordini sanitari, fino a questo momento tenuti al di fuori delle modifiche legislative adottate in tal senso. Ritiene che andrebbe pertanto inserito nella delega un criterio direttivo volto ad assicurare una chiara distinzione negli Ordini tra organismi elettivi e quelli che svolgono funzioni giudicanti in materia disciplinare.
  Ricorda che è già in atto una competizione tra le diverse professioni sanitarie e tra di esse e i medici, ad esempio nel rapporto fra ostetriche e ginecologi o tra tecnici di radiologia e radiologi, come reso manifesto anche dalla polemica rispetto a quanto previsto dal comma 556 dell'articolo 1 della legge di stabilità per il 2015. Nel manifestare il timore che con il provvedimento in esame tale conflittualità possa allargarsi, interessando altre categorie, segnala la necessità di prevedere la costituzione di un organismo di mediazione. Sottolinea, infatti, che una dinamica di tipo conflittuale non può non produrre Pag. 109conseguenze negative per quanto riguarda l'efficacia delle strutture sanitarie e, di conseguenza, la salute dei pazienti.
  Si dichiara favorevole alla trasformazione di alcuni collegi professionali in Ordini nel caso di professioni consolidate, attraverso un percorso formativo ben individuato, richiamando a titolo di esempio il caso degli infermieri e delle ostetriche. In via incidentale, si dichiara non convinta della scelta di affidare al Ministero della salute la vigilanza sull'Ordine professionale dei chimici e dei fisici, in quanto solo una frazione limitata di tali professionisti opera in ambito sanitario.
  Manifesta seri dubbi sull'opportunità di prevedere la creazione di un Ordine professionale per categorie il cui percorso formativo non è ben individuato. Ritiene, infatti, necessario seguire un processo che parta da una puntuale definizione di un percorso di studi, passi per la creazione di un albo professionale e si concluda con l'istituzione di un Ordine. Osserva che, in mancanza di criteri ben definiti, attraverso i decreti delegati un futuro Governo potrebbe avere ampia libertà, fino ad includere in un Ordine professionale categorie non meritevoli di tale scelta.
  Nel ribadire la necessità di seguire il processo sopra delineato, manifesta la massima disponibilità al riconoscimento delle nuove professioni sanitarie, sia in ragione di un diritto da riconoscere a coloro che le svolgono che per il dovere di tutelare la salute dei cittadini.

  Mario MARAZZITI, presidente e relatore, invita la deputata Lenzi a chiarire in quale maniera, sulla base delle premesse svolte, potrebbe essere attivato il meccanismo di riconoscimento.

  Donata LENZI (PD) rileva che la legge n. 42 del 1999 presenta alcune lacune ed osserva che, in analogia a quanto previsto per l'aggiornamento dei LEA, sarebbe opportuno prevedere un organismo che possa, con cadenza almeno biennale, riconoscere le nuove professioni sanitarie senza la necessità di un intervento legislativo ad hoc. Segnala che tale organismo potrebbe essere utile anche per sancire il superamento di alcune figure professionali, anche al fine di evitare che alcuni studenti si trovino a seguire percorsi di studio senza reali sbocchi nel mondo del lavoro.

  Massimo Enrico BARONI (M5S), nel richiamare il contenuto dell'articolo 1 del disegno di legge in oggetto, in materia di sperimentazione clinica, segnalando anche la normativa europea di riferimento, sottolinea che occorre assicurare la completa assenza di conflitti di interesse in tale ambito.
  Ritiene, quindi, necessario, a questo fine, introdurre principi e criteri direttivi più dettagliati, essendo quelli attualmente previsti privi di una reale portata, anche per scongiurare vicende come quella del farmaco Tamiflu di cui il Servizio sanitario nazionale fece ampie scorte, essendo stati occultati i risultati di sperimentazione che ponevano in dubbio la sua efficacia. Occorrerebbe, quindi, assicurare la più ampia disponibilità dei risultati delle sperimentazioni cliniche, evitando che possano essere considerati confidenziali o segreti commerciali. Sottolinea che, per le stesse finalità, occorrerebbe prevedere il divieto di sponsorizzazione della formazione continua in medicina (ECM) da parte delle industrie farmaceutiche.
  Passando alle disposizioni del provvedimento relative alla riforma degli Ordini professionali, giudica totalmente sbagliata l'idea di passare da 6 a 27 professioni organizzate in Ordini, mantenendo una base provinciale per gli stessi. Segnala che un'organizzazione su base regionale, oltre ad assicurare un'ampiezza più adeguata, troverebbe corrispondenza nell'analoga strutturazione del Servizio sanitario nazionale. Reputa ipocrita la scelta di delegare agli Ordini la decisione su eventuali accorpamenti, in quanto, in ragione dei benefici connessi alle posizioni di vertice, una scelta in tal senso equivarrebbe a quella di chi «taglia il ramo di un albero sul quale è seduto». Ritiene pertanto opportuno adottare la proposta, già indicata, Pag. 110di un'organizzazione su base regionale o, in alternativa, quella di fissare un consistente limite minimo di iscritti.
  Nel ricordare che il presidente Marazziti ha prospettato l'opportunità di svolgere nei prossimi giorni l'audizione del presidente dell'Anac, Raffaele Cantone, ritiene utile affiancare a tale audizione anche quella di un giornalista che ha evidenziato le distorsioni della realtà degli Ordini negli ultimi trent'anni. Osserva, quindi, che poiché i contributi degli iscritti presentano un carattere paratributario, i bilanci degli Ordini andrebbero sottoposti al controllo della Corte dei conti. Sarebbe, inoltre, necessario, nei confronti di tali organismi, assicurare una piena applicazione della normativa sulla trasparenza e sulla incompatibilità recata dai decreti legislativi n. 33 e n. 39 del 2013. L'assenza, fino ad ora, di tali controlli dimostra che gli Ordini esercitano un potere corporativo che peraltro non viene scalfito dal disegno di legge in esame.
  Segnala, quindi la presenza di un conflitto di interesse per quanto riguarda la programmazione delle attività formative dovuta alla commistione di incarichi tra commissioni universitarie e cariche negli Ordini professionali, con il rischio della previsione di corsi inutili al solo fine di acquisire risorse.
  Ribadisce, inoltre, la necessità di distinguere la funzione disciplinare da quella dirigente all'interno degli Ordini per evitare la coincidenza di soggetti giudicanti e legiferanti. A tal fine, sarebbe opportuno prevedere precise forme di incompatibilità nonché una nomina tramite sorteggio.
  Trova assurda, inoltre, la facoltà concessa agli Ordini di utilizzare come revisori dei conti soggetti interni agli stessi privi della necessaria qualifica professionale. Sottolinea che in tal modo si configura una sorta di esercizio abusivo della professione e che l'assenza di un controllo esterno rappresenta la spia di una tendenza all'opacità. Nel ricordare la scarsissima partecipazione all'elezione ai consigli dei direttivi degli Ordini, spesso pari al 10 per cento degli iscritti, propone l'utilizzo del web, ricordando che per l'appartenenza a un Ordine è obbligatorio il possesso di una casella di posta elettronica certificata. Osserva che una più ampia partecipazione potrebbe favorire un maggiore ricambio negli organi dirigenti che in molti casi persistono per oltre un ventennio. Invita a prevedere in tal senso anche un limite ai mandati, scelta adottata anche da alcune forze politiche.

  Marialucia LOREFICE (M5S) ritiene utile cogliere l'occasione rappresentata dalla presenza all'interno del provvedimento dell'articolo 2, relativo all'aggiornamento dei LEA, per ribadire in maniera meno compressa le perplessità del suo gruppo sullo specifico provvedimento esaminato nei mesi scorsi dalla Commissione. Segnala che il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri di aggiornamento non è peraltro ancora stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Sottolinea la gravità di tale fatto data la forte aspettativa rispetto a tale aggiornamento e nonostante l'insufficienza delle risorse stanziate. Chiede chiarimenti sulle possibilità di utilizzo degli 800 milioni di euro stanziati al tal fine nel 2016, segnalando che il suo gruppo ha presentato in proposito anche un atto di sindacato ispettivo.
  Nel ricordare le ulteriori riduzioni previste per il Fondo sanitario nazionale, nonché per il Fondo delle politiche sociali e per quello per le non autosufficienze, segnala che in tal modo viene meno la garanzia di prestare ai cittadini servizi adeguati. Passando al tema più specifico, lamenta l'assenza nei LEA di misure efficaci per quanto riguarda l'analgesia nella fase del parto, augurandosi che la Commissione possa approvare una risoluzione al fine di spingere il Governo a correggere questo aspetto.

  Dalila NESCI (M5S), nel precisare che si limiterà ad intervenire in relazione all'articolo 13 del provvedimento, manifesta forti perplessità rispetto all'eliminazione del divieto dell'esercizio cumulativo delle professioni sanitarie. Osserva, infatti, che in tal modo si permette l'erogazione di prestazioni sanitarie in regime privatistico Pag. 111all'interno delle farmacie, strutture che agiscono in base ad una concessione pubblica. Giudica inoltre poco efficace il divieto previsto per i professionisti abilitati alla prescrizione di medicinali, in quanto la formulazione della norma appare troppo vaga. Segnala, inoltre, che con l'estensione del periodo di gestione transitoria delle farmacie in caso di decesso del titolare si corre il rischio di favorire la perpetrazione di un sistema familistico.
  Fa presente, quindi, che il suo gruppo si riserva di intervenire in una seduta successiva per quanto riguarda l'articolo 14, relativo alla dirigenza sanitaria del Ministero della salute, segnalando sin da ora un possibile conflitto con quanto previsto dalla cosiddetta riforma Madia e dal decreto sul ruolo unico della pubblica amministrazione.

  Maria AMATO (PD) segnala come elemento positivo la previsione di adeguare la sperimentazione clinica alla dimensione di genere, riconoscendo come il diverso metabolismo influisce sull'azione dei farmaci, anche come presupposto per un pieno sviluppo della medicina di genere.
  Segnala, in proposito la necessità di una più compiuta definizione, superando ovvie distinzioni basate solo sugli organi riproduttivi o sulla gravidanza. Dichiara di condividere le preoccupazioni espresse dalla deputata Lorefice per quanto riguarda la prevenzione del dolore nella fase del parto, segnalando che alcune regioni hanno adottato soluzioni minimaliste, garantendo pratiche corrette in un solo punto nascita.
  Concorda, inoltre, con le osservazioni svolte dalla collega Lenzi circa il fatto che il provvedimento in esame non risolve la questione della conflittualità tra le diverse professioni sanitarie.
  Nel ricordare in proposito che, ad esempio nell'ambito della radiologia, la conflittualità è legata a una visione differente sulle mansioni da svolgere, invita a cogliere l'occasione per regolare tali aspetti, in linea di principio al fine di agevolare i rapporti interprofessionali. Segnalando l'opportunità di garantire una rappresentanza di genere all'interno degli organi direttivi degli Ordini professionali, ravvisa l'opportunità di intervenire a tal fine sul piano normativo.

  Mario MARAZZITI, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.25.

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