CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 6 ottobre 2016
704.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 36

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 6 ottobre 2016. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 9.05.

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Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016.
Doc. LVII, n. 4-bis, Allegato I e Annesso.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Francesco MONACO (PD), relatore, ritiene opportuno richiamare preliminarmente il quadro macroeconomico e di finanza pubblica, ed i connessi scenari previsionali, delineati dal documento in titolo.
  Per quanto riguarda il quadro macroeconomico tendenziale e programmatico, la Nota presenta una revisione al ribasso delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile, in considerazione dei segnali di indebolimento della congiuntura europea ed internazionale emersi a partire dal secondo trimestre.
  Evidenzia, inoltre, che la Nota ridimensiona le stime della crescita del PIL per il 2016, che scende dall'1,2 per cento del DEF allo 0,8 per cento, in relazione agli andamenti congiunturali della prima parte dell'anno, che denotano una fase di rallentamento della ripresa economica.
  Rileva, poi, che, secondo la Nota, l'andamento del PIL continuerà ad essere sostenuto dal contributo positivo della domanda interna, seppure con apporti più modesti rispetto alle aspettative, mentre le esportazioni nette peseranno negativamente per il rallentamento della domanda mondiale. Le indagini congiunturali disponibili mostrano un calo degli indicatori di fiducia delle famiglie rispetto ai valori molto alti di inizio anno, e un calo anche delle attese sulla produzione e sugli ordinativi. In considerazione di tale quadro internazionale e dell'andamento dell'economia italiana in atto, la Nota rivede al ribasso la previsione tendenziale di crescita del PIL per il 2017, contenuta nello scenario tendenziale, allo 0,6 per cento rispetto all'1,3 per cento previsto nel DEF.
  Osserva ancora che, come puntualmente rileva la nota sull'andamento dell'economia italiana diffusa dall'ISTAT a settembre se nell'area euro la crescita economica rallenta e nel secondo trimestre la produzione industriale ha mostrato una contrazione pari al meno 0,3 per cento, protrattasi anche a luglio, con un decremento del 1,1 per cento su base congiunturale, segnali positivi giungono dal mercato del lavoro, sempre per l'area euro.
  Aggiunge che, sebbene a settembre la stima dei prezzi al consumo abbia evidenziato un lieve aumento dell'inflazione, non sono attesi cambiamenti nella politica monetaria espansiva adottata dalla BCE. Gli indicatori anticipatori del ciclo economico segnalano un miglioramento delle prospettive. A settembre, dopo tre mesi di rallentamento l’Economic Sentiment Indicator, che è un indicatore dello sviluppo economico europeo, è aumentato supportato dall'andamento favorevole del clima di fiducia nell'industria, nei servizi e nel settore delle costruzioni; la fiducia dei consumatori si è rafforzata alimentata dai giudizi positivi sulla situazione economica futura.
  Rileva, quindi, che nel nuovo quadro programmatico si evidenzia una crescita del PIL per il 2017 all'1 per cento, superiore di 0,4 punti rispetto all'andamento indicato nel quadro tendenziale della Nota (0,6 per cento), ma comunque inferiore al PIL programmatico previsto dal DEF, dove l'obiettivo di crescita era fissato per il 2017 all'1,5 per cento. Osserva, al proposito, come sia questo il punto su cui si sono concentrati i rilievi della Commissione Bilancio e che vi sarà un'ulteriore audizione del Ministro Padoan – richiesta dalle opposizioni – in Commissione Bilancio e che il Ministro dell'economia e delle finanze si riserva di fornire ulteriori, e più dettagliati, elementi per spiegare perché, grazie alle misure che il Governo si appresta ad introdurre nella prossima legge di bilancio, si passerebbe dal dato tendenziale dell'incremento al più 0,6 per cento all'1 per cento. La differenza pari allo 0,4 Pag. 38per cento incorporerebbe le misure che il Governo sta per introdurre nella legge di bilancio.
  Ricorda, quindi, che si tratta di un obiettivo sicuramente ambizioso – come hanno detto autorità indipendenti e il Ministro dell'economia e delle finanze – ma che si fonda su alcune sulla valutazione degli impatti sul tasso di crescita delle misure che verranno inserite nella legge di bilancio.
  Osserva ancora che la Nota sottolinea che la crescita programmatica dell'economia italiana nel 2017 e negli anni seguenti riportata nel documento ha carattere prudenziale, in quanto non considera la possibilità di innalzare l'indebitamento netto per il 2017 fino a un massimo dello 0,4 per cento del PIL (laddove, in sede europea, vengano accettati ulteriori margini di bilancio).
  Evidenzia, poi, che dal punto di vista macroeconomico, le misure di maggiore impatto della manovra programmata sono indicate nella disattivazione delle clausole di salvaguardia previste dalla precedente legge di stabilità per il 2016 e dei relativi aumenti di imposte. Rispetto allo scenario tendenziale, gli effetti delle misure adottate dal Governo per il rilancio dell'economia, volte ad accrescere la competitività e a sostenere la domanda interna, si tradurrebbero in un aumento del prodotto interno lordo pari allo 0,2 per cento nel 2017 e allo 0,1 per cento nel 2018 e 2019.
  Pone, altresì, in rilievo che, con riguardo al quadro di finanza pubblica tendenziale e programmatico, la Nota aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il quinquennio 2015-2019 e, in particolare, il percorso di avvicinamento all'obiettivo di medio periodo. In particolare il Governo, che nel quadro programmatico di finanza pubblica indica per il 2017 un obiettivo di indebitamento del 2 per cento di PIL, chiede di poter utilizzare ulteriori margini di bilancio sino ad un massimo di 0,4 punti di PIL, che al momento non è scontato nei saldi. La ripresa del percorso previsto dall'attuale piano di rientro sarà assicurata dal 2018, al fine del raggiungimento del sostanziale pareggio strutturale di bilancio nel 2019, come già previsto nel DEF.
  Sottolinea che la visione di politica economica sottesa alla Nota è che la ripresa degli investimenti sia essenziale sia per sostenere la crescita potenziale nel medio periodo, che la domanda nel breve termine: su questo versante assumono un particolare rilievo, in un contesto caratterizzato da bassi tassi d'interesse, gli investimenti per le infrastrutture, come quelli previsti dal Piano Juncker: il nostro Paese è attualmente il secondo beneficiario del Piano, con 13 progetti finanziati per 1,8 miliardi d'investimenti con un effetto leva pari a 5,7 miliardi. Osserva, al riguardo, che si tratta di un approccio che trova ampio consenso nelle sedi delle istituzioni finanziarie internazionali e della governance globale, dal G7 e dal G8: la politica monetaria, la politica di bilancio e le riforme strutturali devono intervenire contemporaneamente ed in modo da sostenersi reciprocamente. La crescita della domanda interna, a sua volta, potrà rafforzare l'impatto della crescita delle esportazioni e renderà l'economia italiana meno vulnerabile a possibili cambiamenti del quadro globale.
  Rileva, dunque, che, in questa prospettiva la Nota delinea coerentemente quattro linee d'intervento sia sul lato della domanda che sul lato dell'offerta aggregata: misure di stimolo dell'economia e di rafforzamento e ammodernamento della dotazione infrastrutturale del Paese attraverso l'incremento degli investimenti pubblici; interventi per l'innalzamento del grado di competitività delle imprese ed il rilancio degli investimenti privati, attraverso la riduzione della pressione fiscale e la previsione di specifiche agevolazioni fiscali; misure di rafforzamento del welfare, con la previsione, tra le altre, di specifiche disposizioni in ambito previdenziale e per il rafforzamento del capitale umano; la sterilizzazione per l'anno 2017 dell'incremento IVA previsto in virtù delle clausole di salvaguardia.
  Ricorda, poi, che il Governo propone di affrontare alcune grandi criticità, come i Pag. 39processi di messa in sicurezza del territorio e la gestione dell'emergenza migratoria, con misure eccezionali che possano contare su risorse aggiuntive e quindi anche ad interventi in deficit spending, al di fuori dei parametri fissati a livello europeo.
  Evidenzia ancora che per quanto attiene agli ambiti di competenza della Commissione Affari esteri, il documento ribadisce la centralità nella Strategia del Governo per il sostegno ai processi d'internazionalizzazione delle imprese e richiama la nuova configurazione assunta dal maggio scorso dal Fondo per la crescita sostenibile che può ora contribuire ai finanziamenti dei programmi d'inserimento sui mercati extra-UE ed alla patrimonializzazione delle piccole e medie imprese esportatrici. Parimenti, i risultati semestrali di SACE evidenziano il rafforzamento del ruolo a sostegno della competitività del made in Italy, con un rilevante incremento delle operazioni concluse nella prima metà dell'anno.
  Osserva, inoltre, che la Nota offre un'analisi preliminare degli effetti della Brexit, tracciando una serie di scenari previsionali sul sistema di relazioni tra Unione europea e Regno Unito che potranno essere utilmente approfonditi nell'indagine conoscitiva in via di definizione.
  Rammenta, poi, che il documento richiama il decreto-legge n. 67 del 2016, recante la proroga delle missioni internazionali relative all'anno 2016. In tale contesto normativo, come evidenzia la Nota, sono state avviate iniziative di sostegno ai processi di ricostruzione e di stabilizzazione ed è stato disposto uno specifico contributo a sostegno delle forze di sicurezza afghane.
  Preannunzia, infine, la formulazione di una proposta di parere favorevole sul documento all'esame della Commissione.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, ringrazia il relatore per l'esauriente e allo stesso tempo sintetica relazione.

  Carlo SIBILIA (M5S), intervenendo sui lavori della Commissione, osserva come l'andamento dei lavori della Commissione Bilancio con la prospettata audizione del Ministro Padoan, finalizzata a chiarire alcuni aspetti della Nota e di verificare le stime eccessivamente ottimistiche in essa contenute, determini la necessità di rinviare la votazione sul documento in titolo, al pari di quanto fatto da altre Commissioni. Chiede, pertanto, a nome del suo gruppo, un rinvio della deliberazione sul parere preannunciato dal relatore.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, pur osservando come la Nota in esame non contenga rilevanti profili per il settore di competenza della Commissione, reputa la richiesta avanzata dal deputato Sibilia ragionevole e praticabile.

  La Commissione concorda.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia, pertanto, il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.20.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 6 ottobre 2016. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 9.20.

Ratifica ed esecuzione della Convenzione tra la Repubblica italiana e la Romania per evitare le doppie imposizioni in materia di imposte sul reddito e per prevenire le evasioni fiscali, con Protocollo aggiuntivo, fatta a Riga il 25 aprile 2015.
C. 3880 Governo.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

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  Alessio TACCONI, relatore, evidenzia che la Convenzione all'esame della Commissione ha l'obiettivo di aggiornare, nel quadro delle attuali relazioni economico-finanziarie bilaterali, il precedente Accordo italo-romeno risalente al 1977, realizzando una più efficiente ed equilibrata ripartizione della materia imponibile fra i due Stati contraenti. Al riguardo, osserva che le disposizioni dell'accordo ricalcano le forme più recenti del modello di convenzione fiscale dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), discostandosene solo per taluni aspetti, in relazione ad aspetti particolari dei sistemi fiscali dei due Paesi.
  Sottolinea, poi, che la sfera soggettiva di applicazione della Convenzione è costituita dalle persone fisiche e giuridiche residenti di uno o di entrambi gli Stati contraenti. Per quanto riguarda le imposte considerate, figurano per l'Italia all'articolo 2, paragrafo 3, l'imposta sul reddito delle persone fisiche (IRPEF), l'imposta sul reddito delle società (IRES) e l'imposta regionale sulle attività produttive (IRAP).
  Reputa che una particolare segnalazione meriti la disposizione relativa alla risoluzione dei casi di doppia residenza delle persone diverse dalle persone fisiche (paragrafo 3), che prevede la possibilità per le autorità competenti di consultarsi al fine di risolvere la questione, nonché il diniego dei benefìci convenzionali nel caso di mancato accordo fra le due autorità. In questo ambito è dato particolare rilievo al criterio della «direzione effettiva», che corrisponde maggiormente ai princìpi della legislazione fiscale italiana.
  Osserva ancora che in materia di stabile organizzazione (articolo 5), le disposizioni concordate sono pienamente corrispondenti al modello aggiornato dell'OCSE.
  Evidenzia, quindi, che la tassazione dei redditi immobiliari (articolo 6), come nel modello dell'OCSE, è prevista a favore del Paese in cui sono situati gli immobili, mentre, per quanto concerne il trattamento degli utili di impresa (articolo 7), è accolto il principio generale secondo il quale gli stessi sono imponibili esclusivamente nello Stato di residenza dell'impresa, ad eccezione dei redditi prodotti per il tramite di una stabile organizzazione; in quest'ultima ipotesi lo Stato in cui è localizzata la stabile organizzazione ha il potere di tassare gli utili realizzati nel suo territorio mediante tale stabile organizzazione.
  Ricorda che, in materia d'interessi (articolo 10), la Convenzione vigente fino ad oggi ha previsto che sia attuata una tassazione concorrente con l'aliquota del 10 per cento; la modifica proposta opta invece per due modalità di tassazione concorrente, rispettivamente con l'aliquota dello 0 per cento sull'ammontare lordo dei dividendi qualora il beneficiario sia una società, non di persone, che detenga almeno il 10 per cento del capitale della società che ha pagato i dividendi nel momento in cui tali dividendi siano stati distribuiti, per un periodo di almeno due anni, e con l'aliquota del 5 per cento in tutti i restanti casi. Per il trattamento degli interessi (articolo 11), la disciplina convenzionale prevede che la tassazione definitiva di tali redditi avvenga nel Paese di residenza del beneficiario effettivo; tuttavia, si dispone che tali interessi saranno imponibili anche nello Stato della fonte, ma l'imposta applicata, qualora il debitore non sia il Governo di uno dei due Stati o un organismo ad esso riconducibile, non potrà eccedere il 5 per cento dell'ammontare lordo degli stessi, in luogo dell'aliquota di imposizione in vigore nell'attuale Convenzione che risulta essere pari al 10 per cento sempre in modalità concorrente.
  Sull'articolo 12, riguardante il trattamento convenzionale dei canoni – royalties – pone in rilievo che esso prevede la tassazione presso lo Stato di residenza del percipiente se il residente ne è l'effettivo beneficiario, fatto salvo il caso (paragrafo 4) in cui questi svolga un'attività nell'altro Stato per mezzo di una stabile organizzazione ivi situata o previa base fissa: in tale caso il potere impositivo spetta allo Stato di provenienza dei canoni se e solo se il diritto o il bene generatore dei canoni si ricolleghi effettivamente ad essa. Tuttavia, il paragrafo 2 prevede la possibilità Pag. 41per lo Stato di provenienza dei redditi di applicare un'imposta che non può eccedere il 5 per cento dell'ammontare lordo corrisposto, in luogo del 10 per cento attualmente previsto dalla Convenzione in vigore. Per ciò che riguarda la tassazione degli utili di capitale (articolo 13), secondo il criterio raccomandato dall'OCSE, questa avviene, ove si tratti di plusvalenze relative a beni cui è riconosciuta la qualificazione di «beni immobili», ai sensi dell'articolo 6 della Convenzione, nel Paese in cui questi sono situati. Qualora si tratti di plusvalenze relative a beni mobili appartenenti alla stabile organizzazione o alla base fissa, nel Paese in cui è situata la stabile organizzazione o la base fissa. Nel caso di plusvalenze relative ad azioni di un'impresa derivanti per più del 50 per cento da beni immobili, nel Paese in cui questi sono situati, mentre per tutti gli altri casi, esclusivamente nel Paese di residenza del cedente.
  Osserva ancora che, nel rispetto della prassi negoziale italiana, è stato mantenuto l'articolo 14 sulle professioni indipendenti che prevede, quale principio generale, l'imposizione nel Paese di residenza; è tuttavia prevista la tassazione concorrente nel Paese di prestazione dell'attività, nel caso della disponibilità di una base fissa utilizzata per l'esercizio della professione.
  Evidenzia, poi, che il trattamento fiscale delle remunerazioni per lavoro subordinato è regolato dall'articolo 15, il quale prevede in via generale la tassazione esclusiva nel Paese di residenza del lavoratore, a meno che l'attività non sia svolta nell'altro Stato.
  Rileva, quindi, che uno degli aspetti tecnici fondamentali della Convenzione riguarda le disposizioni dell'articolo 26 in tema di scambio di informazioni; l'accordo raggiunto a tale riguardo, riflettendo interamente i più recenti modelli dell'OCSE, compreso il superamento del segreto bancario, può ritenersi pienamente soddisfacente da parte italiana e in piena concordanza con gli obiettivi di lotta all'evasione fiscale.
  Rammenta anche che della Convenzione fa parte integrante un Protocollo aggiuntivo avente funzione interpretativa e integrativa.
  Evidenzia, inoltre, che, come dettagliato nella relazione tecnica allegata al disegno di legge, l'attuazione della Convenzione comporterà oneri nell'ordine di 18 mila euro anni, conseguenti alla modifica dell'aliquota di tassazione.
  Osserva anche che la nuova Convenzione configura un nuovo quadro giuridico-economico di riferimento che permetterà alle imprese italiane di operare in tale Paese in condizioni pienamente concorrenziali rispetto agli operatori economici di altri Paesi ad economia avanzata. L'Italia è infatti da oltre 10 anni il principale Paese investitore in Romania per numero di aziende registrate e sono moltissimi sono i settori strategici che nei prossimi anni potrebbero rappresentare il volano per un ulteriore consolidamento della nostra presenza imprenditoriale, grazie alle opportunità dischiuse dai fondi europei, dai programmi di privatizzazioni, dalle prospettive di ammodernamento della rete infrastrutturale e dei trasporti, dal buon tessuto industriale esistente e dalla grande disponibilità di risorse agricole e minerarie.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si associa alle considerazioni svolte dal relatore.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo fra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Angola in materia di sicurezza ed ordine pubblico, fatto a Luanda il 19 aprile 2012.
C. 3941 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

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  Marco FEDI (PD), relatore, evidenzia che il primo dei due Accordi bilaterali con l'Angola all'esame della III Commissione si prefigge l'obiettivo di rafforzare la cooperazione di polizia per la lotta alla criminalità transnazionale ed al terrorismo.
  Ricorda, quindi, che l'Angola, dopo essere uscita nel 2002 da una quasi trentennale guerra civile, è ancora oggi impegnata in un percorso di ricostruzione civile ed istituzionale, che l'ha fin qui portata all'approvazione di una nuova Costituzione nel 2010 ed all'organizzazione di elezioni nazionali nel 2012. È un Paese dalle enormi potenzialità economiche, anche in ragione della vastità delle sue risorse naturali, vanta uno dei tassi di crescita economica più elevati fra le realtà africane, ma anche una situazione sociale ancora molto precaria, segnata da un altissimo tasso di mortalità infantile e da un'accentuata disuguaglianza sociale.
  Osserva che la definizione dell'Intesa si è resa necessaria per realizzare una cooperazione bilaterale in materia di sicurezza ben strutturata e maggiormente corrispondente alle attuali esigenze dei due Paesi, rafforzando le relazioni bilaterali tra l'Italia e l'Angola per lo sviluppo e la tutela di interessi strategici in quella area geografica. In particolare, l'Accordo disciplina la cooperazione tecnica e la reciproca assistenza nell'ambito della sicurezza e dell'ordine pubblico (articolo 1). L'Atto individua nei Ministeri dell'Interno dei due Paesi le autorità competenti per l'attuazione dell'Accordo (articolo 2) e specifica i settori della cooperazione (articolo 3). In particolare le Parti collaborano nella prevenzione, lotta e investigazione della criminalità nelle seguenti aree: il crimine organizzato transnazionale, il traffico illecito di stupefacenti e delle sostanze psicotrope, la tratta di persone ed il traffico illecito di migranti, il traffico illecito di armi e la prevenzione e repressione degli atti terroristici in conformità delle rispettive legislazioni nazionali e degli obblighi internazionali.
  Evidenzia ancora che l'Intesa stabilisce le modalità di collaborazione tra i due Paesi indicandone gli strumenti quali lo scambio delle informazioni sulle tipologie di reati e sulle organizzazioni criminali ed il loro «modus operandi», sulle organizzazioni dei gruppi terroristici operanti nei rispettivi territori e sulle persone che ne fanno parte.
  Osserva, poi, che anche le tecniche investigative e specialistiche, utilizzate per il contrasto della criminalità, e le procedure di formazione dei funzionari di polizia preposti alle attività di cooperazione costituiscono oggetto di scambio di informazione.
  Sottolinea, inoltre, la collaborazione per l'adozione delle misure necessarie per coordinare l'esecuzione di speciali tecniche investigative, come le consegne controllate, le operazioni sotto copertura e di sorveglianza. L'Atto pattizio contiene anche un riferimento alla cooperazione per l'identificazione e la riammissione di cittadini in posizione irregolare (articolo 4).
  Rileva che l'Accordo disciplina, quindi, i requisiti formali e sostanziali delle richieste di assistenza da parte dell'Autorità competente interessata (articolo 5), i casi di rifiuto, qualora l'esecuzione dell'assistenza possa compromettere la sovranità, la sicurezza, la legislazione nazionale (articolo 6). L'intesa stabilisce, poi, la tempistica dell'esecuzione delle richieste, in modo che sia assicurata la sua efficacia, e la verifica dei risultati (articolo 7). Nell'accordo sono contenute disposizioni per garantire un'adeguata tutela nella trattazione delle informazioni e dei dati sensibili (articolo 8). È prevista la possibilità di tenere riunioni bilaterali e consultazioni per migliorare la cooperazione (articolo 9).
  Evidenzia, altresì, che l'atto pattizio dispone sulla ripartizione degli oneri finanziari derivanti dall'attuazione dell'Accordo, con particolare riferimento alle spese ordinarie e straordinarie connesse alla trattazione della richiesta di assistenza, nonché delle spese di missione per la partecipazione alle riunioni (articolo 10).
  Passando ad illustrare il disegno di legge di ratifica, rileva che esso consta di quattro articoli che riguardano l'autorizzazione alla ratifica, l'ordine di esecuzione, Pag. 43la copertura finanziaria degli oneri (valutati in circa 33 mila euro annui) e l'entrata in vigore del testo.
  Osserva, quindi, che l'Accordo risulta compatibile con gli obblighi internazionali in materia, ed in particolare con i documenti richiamati esplicitamente nel preambolo del testo, quali la risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite del 1990 in materia di cooperazione internazionale nel settore della lotta contro il crimine organizzato, le Convenzioni contro il traffico illecito di sostanze stupefacenti e la Convenzione ONU contro la criminalità organizzata transnazionale firmata a Palermo nel dicembre 2000.
  Auspica, infine, una rapida conclusione dell'iter parlamentare di approvazione del disegno di legge di ratifica in titolo, al pari dell'altro – relativo sempre ad un Accordo siglato con l'Angola – che la Commissione è in procinto di esaminare: tali nuove intese s'inseriscono, infatti, in un quadro bilaterale di relazioni assai consolidato sia per i forti legami storici (ricordo il sostegno italiano ai movimenti d'indipendenza angolani ed, e successivamente ingenti sforzi di cooperazione durante la lunga guerra civile) sia per l'attuale rilancio delle relazioni bilaterali in corrispondenza della stabilizzazione e di crescita economica del Paese.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione nel settore della difesa tra il Governo della Repubblica italiana e l'Esecutivo della Repubblica dell'Angola, fatto a Roma il 19 novembre 2013.
C. 3946 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Marco FEDI (PD), relatore, osserva che anche il secondo accordo tra Italia ed Angola risponde all'esigenza di predisporre una base normativa per lo sviluppo della cooperazione bilaterale; in questo caso, tra le Forze armate dei due Paesi, con l'intento di consolidare le relazioni di amicizia e solidarietà e le rispettive capacità difensive, nonché di migliorare la comprensione reciproca sulle questioni di sicurezza. L'Accordo, che si compone di un breve preambolo e di 16 articoli, precisa all'articolo 1 che l'oggetto dell'intesa è il rafforzamento della cooperazione nel settore della difesa, in conformità con gli ordinamenti giuridici dei due Paesi e con gli impegni internazionali da essi assunti. L'articolo 2 dispone in merito agli ambiti di intervento, includendovi, fra gli altri, la sicurezza internazionale, la politica di difesa, la formazione e l'attività informativa in ambito militare, le missioni di pace e la sanità. Le modalità della cooperazione prevedono, fra l'altro, visite ufficiali, scambi di relatori e di personale, partecipazione a conferenze, scambio di informazioni.
  Evidenzia, quindi, che, in ordine ai profili attuativi, alle aree di intervento e alle modalità della cooperazione, l'articolo 4 precisa che saranno sviluppati piani annuali e pluriennali, e che l'organizzazione delle attività sarà di pertinenza dei rispettivi Ministeri della difesa e che sarà altresì possibile organizzare eventuali consultazioni dei rappresentanti delle Parti – da tenersi alternativamente a Luanda e a Roma – per l'elaborazione di specifici accordi integrativi. L'articolo 5 disciplina gli oneri materiali e finanziari per lo svolgimento delle riunioni bilaterali. Nel disciplinare le questioni relative alla giurisdizione, con una formulazione tipica di questo tipo di accordi, l'articolo 6 stabilisce il diritto per il Paese ospitante di giudicare il personale ospitato per i reati commessi sul proprio territorio, salva la possibilità per il Paese di origine di giudicare il proprio personale per reati che minaccino la propria sicurezza interna o siano commessi in relazione all'esercizio delle funzioni assegnate. Pag. 44
  Passando ai successivi articoli dell'Accordo, rileva che essi disciplinano i casi di eventuali risarcimenti per danni provocati dal personale (articolo 7) e la cooperazione nel campo dei materiali per la difesa (articolo 8), prevedendo in particolare la possibilità di un impegno concorde in materia di navi, veicoli militari, armi da, di sistemi elettronici, e le modalità attraverso cui attuare attività di cooperazione nel settore dell'industria della difesa. L'articolo 9 detta norme in merito alla sicurezza delle informazioni classificate, ovvero di ogni atto su cui una delle Parti abbia apposto una classifica di segretezza, stabilendo che esse siano trasferite unicamente attraverso i canali governativi designati, disciplinando una corrispondenza delle classifiche di segretezza. L'articolo 10 precisa le condizioni per cui una Parte debba essere considerata non responsabile di eventuali ritardi o inadempienze rispetto agli obblighi previsti dall'Accordo, in relazione all'accadimento di un evento di forza maggiore. I successivi articoli 11 e 12 disciplinano rispettivamente le modalità per la risoluzione delle eventuali controversie interpretative o applicative, e quelle relative alla possibilità di emendare o rivedere il testo dell'Accordo. Da ultimi, gli articoli da 13 a 16 regolano le condizioni per la sospensione – totale o parziale – e la cessazione delle disposizioni dell'Accordo, le modalità per la firma, l'entrata in vigore e la durata.
  Quanto al disegno di legge di ratifica dell'Accordo, anch'esso al pari del precedente già approvato dall'altro ramo del Parlamento, osserva che esso si compone di 5 articoli, che riguardano l'autorizzazione alla ratifica, l'ordine di esecuzione, la copertura finanziaria, la clausola di invarianza di spesa per la finanza pubblica e l'entrata in vigore.
  Pone in rilievo, infine, che gli oneri economici, riferibili ad eventuali consultazioni dei rappresentanti delle Parti, sono quantificati in circa 6.500 euro circa, ad anni alterni.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica di Slovenia, il Governo di Ungheria e il Governo della Repubblica italiana sulla Multinational Land Force (MLF), con Annesso, fatto a Bruxelles il 18 novembre 2014.
C. 3947 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Alessio TACCONI, relatore, ricorda che la Multinational Land Force (MLF) è una formazione militare a livello di Brigata, costituita dalla Brigata alpina Julia, con contributi di reparti sloveni e ungheresi. Istituita originariamente nel 1998, la Forza riceve disposizioni da un Comitato politico-militare trinazionale e può essere impiegata in ambito NATO, ONU, UE e OSCE. Dall'inizio della sua attività, la MLF è stata impiegata, fra l'altro, in Kosovo e in Afghanistan, nell'ambito della missione ISAF.
  Osserva, quindi, che l'Accordo in esame è finalizzato ad aggiornare la precedente intesa, risalente al 1998, istitutiva della forza militare, rafforzando la cooperazione militare dei tre Paesi nel quadro della comune appartenenza all'Unione europea e alla NATO, contribuendo all'incremento dei livelli di capacità di reazione nelle situazioni di crisi e al consolidamento delle relazioni militari. Il trattato, che consta di un preambolo, di 13 articoli e di un annesso, precisa che l'obiettivo della Forza multinazionale è contribuire alla sicurezza internazionale con attività addestrative congiunte in tempo di pace e lo schieramento, a fini dissuasivi, di una forza militare in caso di crisi.
  Sottolinea che il testo disciplina altresì le modalità d'impiego della Forza, che può essere schierata solo previa decisione unanime Pag. 45delle Parti e utilizzata dietro mandato ONU o di altra organizzazione internazionale. Viene poi definita la struttura del gruppo direttivo politico-militare della MLF e la struttura gerarchica, con l'attribuzione all'Italia del ruolo di capofila. I successivi articoli definiscono le modalità di attivazione della Forza per addestramento e funzioni operative, rinviando ad un apposito memorandum la definizione degli aspetti tecnici e logistici. I costi per l'operatività del Quartier generale sono a carico di un bilancio multinazionale, mentre lo status del personale ricalca il modello della NATO. L'Accordo è aperto all'adesione di altri Paesi.
  Passando ad illustrare il disegno di legge di ratifica, evidenzia che esso si compone di 5 articoli, che dispongono, rispettivamente, in merito all'autorizzazione alla ratifica, all'ordine di esecuzione, alla copertura finanziaria, alla clausola di invarianza finanziaria ed all'entrata in vigore. Pone in rilievo, quindi che gli oneri economici per l'Italia vengono quantificati complessivamente in poco più di 17 mila euro annui, a decorrere dall'anno 2016.
  Confida, quindi, in una rapida approvazione del disegno di legge in titolo, già licenziato dall'altro ramo del Parlamento, che si riferisce ad un Accordo, fortemente voluto dall'Italia, finalizzato a promuovere un progetto di cooperazione militare tra i Paesi partecipanti al fine di stabilizzare la pace e la sicurezza, anzitutto nella regione dell'Europa sudorientale, attraverso la comune partecipazione ad operazioni internazionali e ad attività formative e addestrative. Osserva, in conclusione, che la MLF potrà inoltre operare come gruppo di combattimento (battlegroup) dell'Unione europea e, pertanto, s'inserisce pienamente nella prospettiva di un rafforzamento della capacità d'intervento rapido e d'interoperabilità delle Forze armate degli Stati dell'UE delineato nella nuova Strategia europea per l'azione esterna e di sicurezza di fronte alle sfide del XXI secolo, presentata dall'Alta Rappresentante Mogherini, nel giugno scorso.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, avverte che è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.50.

INTERROGAZIONI

  Giovedì 6 ottobre 2016. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Intervengono la sottosegretaria di Stato per i beni culturali e ambientali e il turismo, Dorina Bianchi, e il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 9.50.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, propone che la pubblicità dei lavori della seduta odierna verrà assicurata tramite anche la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone pertanto l'attivazione del circuito.

5-09119 Prodani: Sulla sigla del Trattato di Marrakech del 28 giugno 2013 in materia di accesso ai testi pubblicati alle persone cieche, con incapacità visive o altre difficoltà ad accedere al testo stampato.

  Il sottosegretario Dorina BIANCHI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Aris PRODANI (Misto), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta ottenuta, ritenendo che la rappresentante del Governo abbia compiutamente descritto l'evolvere della questione, a lungo arenatasi per meri problemi di competenza. Sottolinea che sul piano del merito si tratta di temi di rilievo etico, che trovano già ampia disciplina e tutela nel diritto internazionale e nella stessa Costituzione italiana. Auspica, infine, che il Governo Pag. 46voglia comunque dare seguito a quanto oggi prospettato per pervenire alla sigla del Trattato.

5-08391 Tripiedi: Sul caso di un cittadino italiano detenuto in Mauritania.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2), segnalando di avere incontrato per ragioni di solidarietà la famiglia del connazionale. Ribadisce che si tratta di una vicenda complessa, su cui il Governo italiano sta positivamente operando e che vede il nostro connazionale coinvolto essenzialmente in ragione del suo legame con l'azienda da lui rappresentata. Infine, ricorda che il Paese in questione è allo stato sprovvisto di un'ambasciata italiana e questo è un elemento rilevante per chiunque intenda eventualmente recarvisi a sostegno del cittadino italiano in questione.

  Davide TRIPIEDI (M5S), replicando, si dichiara insoddisfatto dalla risposta ricevuta dal sottosegretario Della Vedova ribadendo la carenza di ogni responsabilità da parte del connazionale, che è sostanzialmente tenuto in ostaggio dalle autorità mauritane in ragione di questioni riguardanti l'azienda da lui rappresentata. La condizione di detenzione, che dura da più di un anno, desta profonda preoccupazione per lo stato di salute del cittadino italiano che, in quanto diabetico, ha bisogno di assistenza medica, oltre che di medicinali. Alla luce di quanto qui emerso, annuncia la propria intenzione di recarsi in Mauritania per perorare la causa del connazionale e rendergli visita in carcere.

5-06279 Di Battista: Sulla sottrazione di un minore in Romania.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Alessandro DI BATTISTA (M5S), replicando, si dichiara insoddisfatto ritenendo che, secondo quanto qui riferito dal rappresentante del Governo, non sussistono altre iniziative da intraprendere se non fare pressioni sul Governo romeno per ottenere informazioni sul caso.

5-08797 Tinagli: Sulla libertà di stampa e di informazione in Russia.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Irene TINAGLI (PD), prendendo atto della risposta, rinuncia alla replica.

5-08311 Pini: Sull'indicazione dello Stato di residenza sul passaporto.
5-09509 Quartapelle: Sull'indicazione dello Stato di residenza sul passaporto.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo sulla stessa materia, saranno svolte congiuntamente.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), replicando, si dichiara soddisfatta dalla risposta di carattere fornita dal rappresentante del Governo, che contribuisce a migliorare la condizione di molti nostri connazionali all'estero.

  Roberto SIMONETTI (LNA), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, replicando, si dichiara a sua volta soddisfatto dalla risposta illustrata dal sottosegretario Della Vedova.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, dichiara concluse le interrogazioni in titolo.

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Sui lavori della Commissione.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), con riferimento al seguito dell'esame della Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016, alla luce di quanto nel frattempo emerso, propone che la Commissione possa essere nuovamente convocata in data odierna, al termine della seduta della Commissione Bilancio, già convocata per le ore 14 di oggi e nel corso della quale si prevede che da parte del Governo siano forniti alcuni degli elementi istruttori richiesti.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, si riserva di valutare la proposta della collega Quartapelle anche alla luce dell'evoluzione dei lavori odierni presso la V Commissione.

  La Commissione conviene.

  La seduta termina alle 10.10.

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