CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 5 ottobre 2016
703.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Bilancio, tesoro e programmazione (V)
COMUNICATO
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SEDE REFERENTE

  Mercoledì 5 ottobre 2016. — Presidenza del vicepresidente Edoardo FANUCCI. – Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Zanetti.

  La seduta comincia alle 9.25.

Sui lavori della Commissione.

  Edoardo FANUCCI, presidente, avverte che – con riferimento alle dichiarazioni rese dal Ministro dell'economia e delle finanze nell'audizione di ieri presso le Commissioni bilancio riunite di Camera e Senato, secondo cui il Governo, con riferimento alla mancata validazione del quadro programmatico per il 2017 da parte dell'Ufficio parlamentare di bilancio, ritiene di confermare il medesimo quadro programmatico che prevede una crescita reale del PIL all'1 per cento, sulla base della consapevolezza che questo è il risultato della valutazione degli impatti sul tasso di crescita delle misure che saranno comprese nella legge di bilancio 2017 – diciassette componenti della Commissione bilancio hanno chiesto alla Presidenza della medesima Commissione bilancio che l'esame della Nota di aggiornamento del Pag. 51DEF 2016 non sia concluso in Commissione fino a quando il Governo non abbia resi noti, sia alla Commissione che all'Ufficio parlamentare di bilancio, le misure dettagliate che saranno previste nel disegno di legge di bilancio e l'impatto che tali misure potranno avere sul tasso di crescita.

  Rocco PALESE (Misto-CR), in relazione alla richiesta testé ricordata dal presidente, chiede che non si proceda all'avvio dell'esame della Nota di aggiornamento fino a che il Governo non abbia fornito le informazioni relative alle predette misure, in modo da giustificare il tasso di crescita stimato.

  Girgis Giorgio SORIAL (M5S) e Gianni MELILLA (SI-SEL), anche a nome dei rispettivi gruppi di appartenenza, si associano alla richiesta dell'onorevole Palese.

  Maino MARCHI (PD) propone di avviare comunque l'esame del provvedimento, con lo svolgimento della relazione da parte del relatore, con l'impegno a non concludere l'esame in Commissione prima che il Governo fornisca le informazioni necessarie, anche in considerazione del fatto che la discussione da parte della Commissione bilancio non ha come unico oggetto la validazione o meno della Nota di aggiornamento da parte dell'Ufficio parlamentare di bilancio.

  Il Viceministro Enrico ZANETTI si dichiara a favore dell'avvio dell'esame del provvedimento, anche per non mortificare il ruolo della Commissione, che altrimenti potrebbe apparire come un mero spettatore del confronto dialettico in atto tra Ufficio parlamentare di bilancio e Governo.

  Laura CASTELLI (M5S) ribadisce la richiesta di non avviare l'esame del provvedimento, evidenziando come manchino elementi essenziali per un compiuto svolgimento della relativa discussione.

  Edoardo FANUCCI, presidente, osserva che l'illustrazione della relazione sul provvedimento non pregiudicherebbe in alcun modo lo svolgimento della discussione nei tempi e modi che verranno decisi dall'Ufficio di Presidenza, già convocato per la giornata odierna.

  Francesco CARIELLO (M5S), ricordando l'intervento del presidente Boccia nel corso dell'audizione di ieri del Ministro dell'economia e delle finanze, con cui si evidenziava la necessità di acquisire i necessari elementi informativi dal Governo, osserva che sarebbe stato opportuno convocare l'Ufficio di Presidenza prima di iniziare una seduta il cui ordine del giorno prevede l'esame della Nota di aggiornamento del DEF 2016.

  Gianni MELILLA (SI-SEL) evidenzia che la legge n. 163 del 2016, sul contenuto della legge di bilancio, votata a stragrande maggioranza dalla Commissione, stabilisce che nella Nota di aggiornamento siano indicati i principali ambiti di intervento della manovra di finanza pubblica, con una sintetica illustrazione degli effetti finanziari attesi dalla manovra stessa in termini di entrata e di spesa. Poiché la presente Nota di aggiornamento risulta carente di questi elementi, ritiene inopportuno in questo momento svolgere la relazione introduttiva sulla medesima.

  Maino MARCHI (PD) evidenzia la necessità di incardinare il provvedimento, anche per consentire al Governo di intervenire presso la Commissione bilancio e fornire le informazioni delle quali si lamenta la mancanza.

  Rocco PALESE (Misto-CR) ribadisce la richiesta di non procedere all'avvio dell'esame della Nota di aggiornamento, rinviando la decisione sulle modalità e tempi di esame della medesima Nota di all'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, previsto per la giornata odierna.

  Girgis Giorgio SORIAL (M5S) si associa alla richiesta dell'onorevole Palese.

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  Edoardo FANUCCI, presidente, preso atto di quanto emerso dal dibattito, nel preannunciare che nella seduta pomeridiana procederà alla relazione introduttiva sul provvedimento in oggetto rinvia, per la determinazione delle modalità di svolgimento dell'esame della Nota di aggiornamento del DEF 2016, all'Ufficio di Presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, che sarà convocato all'inizio dell'odierna seduta pomeridiana.

  La seduta termina alle 9.55.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 5 ottobre 2016. — Presidenza del vicepresidente Edoardo FANUCCI. – Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Zanetti.

  La seduta comincia alle 9.55.

DL 168/2016: Misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di Cassazione, per l'efficienza degli uffici giudiziari, nonché per la giustizia amministrativa.
C. 4025-A Governo.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione – Parere favorevole – Parere su emendamenti).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto e degli emendamenti ad esso riferiti contenuti nel fascicolo n. 1 trasmesso dall'Assemblea.

  Dario PARRINI (PD), relatore, rammenta che la Commissione bilancio ha già esaminato il testo iniziale del decreto-legge in oggetto, esprimendo parere favorevole con condizioni. Successivamente la Commissione di merito (II Giustizia) ha concluso l'esame del provvedimento, apportando modifiche ed integrazioni al testo volte, tra l'altro, a recepire le predette condizioni.
  Avverte quindi che, di seguito, esaminerà le sole modifiche approvate dalla Commissione di merito che presentano profili di carattere finanziario.
  All'articolo 2, comma 3, in materia di tirocinio formativo di magistrati dichiarati idonei all'esito di concorsi, non ha osservazioni da formulare con riferimento alle modifiche approvate dalla Commissione di merito che escludono dall'applicazione della disposizione (riduzione di sei mesi della durata del tirocinio formativo per magistrati neoassunti) i magistrati ordinari vincitori di uno specifico concorso riservato alla Provincia autonoma di Bolzano, tenuto conto che la quantificazione riportata nella relazione tecnica riferita al testo originario non sembra considerare tale platea. In proposito ritiene comunque utile una conferma.
  Riguardo all'articolo 7, recante disposizioni sul processo amministrativo telematico, ai fini della verifica del vincolo di invarianza finanziaria introdotto al comma 8-quinquies, riferito al complesso delle norme del medesimo articolo, ritiene opportuno acquisire una valutazione in merito agli effetti finanziari delle seguenti disposizioni introdotte dalla Commissione di merito:
   al comma 1, lettera b), numero 3, capoverso comma 2-ter, con specifico riguardo agli effetti connessi all'esonero dal versamento dei diritti di copia per quegli atti o provvedimenti presenti nel fascicolo informatico di cui il difensore può attestare la conformità ai corrispondenti documenti formati su supporto analogico detenuti dallo stesso in originale o copia conforme;
   al comma 7, ultimo periodo, che prevede l'integrazione della composizione del Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa, con il presidente aggiunto del Consiglio di Stato e con il presidente del tribunale amministrativo regionale con la maggiore anzianità di ruolo.

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  Non ha osservazioni da formulare, infine, in merito:
   all'anticipata conclusione della sperimentazione delle disposizioni in materia di processo amministrativo telematico (PAT), considerato che all'introduzione della relativa disciplina non erano stati ascritti effetti finanziari;
   all'integrazione della disciplina relativa alle modalità di pagamento del contributo unificato, posto che la norma – nel demandare ad un decreto ministeriale l'individuazione della specifica modalità di pagamento per i ricorsi amministrativi – fa salva, nelle more dell'adozione del decreto, l'applicazione delle modalità già previste a legislazione vigente che continuano ad applicarsi, comunque, con riguardo a tutti gli altri ricorsi giurisdizionali. Per quanto attiene alla nuova disciplina da adottare con decreto ministeriale, non formula osservazioni nel presupposto che trovi effettiva applicazione la clausola di neutralità finanziaria (capoverso articolo 192) prevista dalla norma in esame (comma 8-ter).

  Il Viceministro Enrico ZANETTI conferma che le modifiche introdotte dalla Commissione di merito all'articolo 2, comma 3, che escludono dall'applicazione della predetta disposizione (riduzione di sei mesi della durata del tirocinio formativo per magistrati neoassunti) i magistrati ordinari vincitori di uno specifico concorso riservato alla Provincia autonoma di Bolzano, non determina nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, anche in considerazione del fatto che la quantificazione degli oneri riportata nella relazione tecnica riferita al testo originario non considera la platea dei predetti magistrati ordinari vincitori dello specifico concorso.
  Rileva inoltre che dall'esonero dal versamento dei diritti di copia per quegli atti o provvedimenti presenti nel fascicolo informatico di cui il difensore può attestare la conformità ai corrispondenti documenti formati su supporto analogico detenuti dallo stesso in originale o copia conforme, previsto all'articolo 7, comma 1, lettera b), numero 3), capoverso comma 2-ter, non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, atteso che si tratta di entrate di entità trascurabile per il Consiglio di Stato finalizzate a spese del bilancio autonomo del Consiglio stesso che dovranno essere corrispondentemente ridotte.
  Fa presente che la disposizione introdotta all'articolo 7, comma 7, ultimo periodo, che prevede l'integrazione della composizione del Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa, con il presidente aggiunto del Consiglio di Stato e con il presidente del tribunale amministrativo regionale con la maggiore anzianità di ruolo, non determina alcuna spesa ulteriore di natura obbligatoria a carico del bilancio dello Stato, posto che ai due nuovi membri di diritto inseriti nell'organo di autogoverno della giustizia amministrativa compete l'indennità di funzione onnicomprensiva di cui all'articolo 42 del Regolamento del 6 febbraio 2012 recante l'esercizio dell'autonomia finanziaria da parte della Giustizia Amministrativa. Al riguardo precisa che la predetta indennità grava sul capitolo 1297 del bilancio del Consiglio di Stato e dei Tribunali amministrativi regionali e viene corrisposta solo nell'ambito e nei limiti dell'ordinaria disponibilità di risorse del bilancio della Giustizia amministrativa.

  Dario PARRINI (PD), relatore, formula la seguente proposta di parere:
  «La V Commissione,
   esaminato il disegno di legge C. 4025-A Governo, di conversione in legge del DL 168/2016 recante Misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di Cassazione, per l'efficienza degli uffici giudiziari, nonché per la giustizia amministrativa e gli emendamenti riferiti agli articoli da 1 a 9 contenuti nel fascicolo n. 1;
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, da cui si evince che:
    le modifiche introdotte dalla Commissione di merito all'articolo 2, comma 3, Pag. 54che escludono dall'applicazione della predetta disposizione (riduzione di sei mesi della durata del tirocinio formativo per magistrati neoassunti) i magistrati ordinari vincitori di uno specifico concorso riservato alla Provincia autonoma di Bolzano, non determina nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, anche in considerazione del fatto che la quantificazione degli oneri riportata nella relazione tecnica riferita al testo originario non considera la platea dei predetti magistrati ordinari vincitori dello specifico concorso;
    dall'esonero dal versamento dei diritti di copia per quegli atti o provvedimenti presenti nel fascicolo informatico di cui il difensore può attestare la conformità ai corrispondenti documenti formati su supporto analogico detenuti dallo stesso in originale o copia conforme, previsto all'articolo 7, comma 1, lettera b), numero 3), capoverso comma 2-ter, non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, atteso che si tratta di entrate di entità trascurabile per il Consiglio di Stato finalizzate a spese del bilancio autonomo del Consiglio stesso che dovranno essere corrispondentemente ridotte;
    la disposizione introdotta all'articolo 7, comma 7, ultimo periodo, che prevede l'integrazione della composizione del Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa, con il presidente aggiunto del Consiglio di Stato e con il presidente del tribunale amministrativo regionale con la maggiore anzianità di ruolo, non determina alcuna spesa ulteriore di natura obbligatoria a carico del bilancio dello Stato, posto che ai due nuovi membri di diritto inseriti nell'organo di autogoverno della giustizia amministrativa compete l'indennità di funzione onnicomprensiva di cui all'articolo 42 del Regolamento del 6 febbraio 2012 recante l'esercizio dell'autonomia finanziaria da parte della Giustizia Amministrativa;
    la predetta indennità grava sul capitolo 1297 del bilancio del Consiglio di Stato e dei Tribunali amministrativi regionali e viene corrisposta solo nell'ambito e nei limiti dell'ordinaria disponibilità di risorse del bilancio della Giustizia amministrativa,
  esprime sul testo del provvedimento in oggetto:

PARERE FAVOREVOLE».

  Il Viceministro Enrico ZANETTI concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  Dario PARRINI (PD), relatore, avverte che l'Assemblea, in data odierna, ha trasmesso il fascicolo n. 1 degli emendamenti.
  Con riferimento alle proposte emendative la cui quantificazione o copertura appare carente o inidonea, segnala l'articolo aggiuntivo Sisto 10.010, che autorizza l'assunzione di 60 funzionari presso la Corte dei conti, in deroga ai limiti assunzionali, provvedendo alla copertura del relativo onere, peraltro non quantificato, mediante utilizzo dei risparmi conseguenti alle cessazioni del personale amministrativo nonché attraverso corrispondente riduzione del Fondo per interventi strutturali di politica economica.
  Con riferimento alle proposte emendative per le quali appare opportuno acquisire l'avviso del Governo, segnala le seguenti:
   Bonafede 8.01, che prevede l'istituzione dell'Ufficio per il processo contabile, prevedendo che all'attuazione di tale disposizione si provveda con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica. Al riguardo, reputa opportuno acquisire l'avviso del Governo in ordine alla effettiva possibilità di dare attuazione alla proposta emendativa senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica;Pag. 55
   Ferraresi 10.02, che prevede, tra l'altro, che il personale del Ministero della giustizia – Dipartimento della organizzazione giudiziaria ed UNEP sia inquadrato nella posizione economico-giuridica immediatamente superiore, provvedendo alla copertura del relativo onere, pari a 58 milioni di euro a decorrere dal 2017, mediante corrispondente riduzione del Fondo per le esigenze indifferibili di cui all'articolo 1, comma 200, della legge n. 190 del 2014. Al riguardo, reputa opportuno acquisire l'avviso del Governo in ordine alla congruità della quantificazione degli oneri nonché alla idoneità della relativa copertura finanziaria;
   Ferraresi 10.03, che incrementa di 1.000 unità il contingente massimo di personale amministrativo non dirigenziale che il Ministero della giustizia è autorizzato ad assumere, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, per il triennio 2016-2018, mediante lo scorrimento di graduatorie in corso di validità, provvedendo all'onere complessivo delle assunzioni potenzialmente effettuabili ai sensi dell'articolo 1, comma 2-bis, del decreto-legge n. 117 del 2016, come modificato dalla presente proposta emendativa, pari a 12 milioni di euro per l'anno 2016 e a 67,5 milioni di euro annui a decorrere dal 2017, mediante corrispondente riduzione del Fondo per le esigenze indifferibili. Al riguardo, reputa opportuno acquisire l'avviso del Governo in ordine alla idoneità della copertura finanziaria individuata;
   Colletti 10.04, che, al fine di conseguire una riduzione dei tempi del contenzioso giudiziario, autorizza il Ministero della giustizia ad assumere 500 magistrati ordinari nell'anno 2017 e provvede alla copertura dei relativi oneri, pari a 35 milioni di euro per l'anno 2017 e, in misura progressivamente crescente, a 64,1 milioni di euro annui a decorrere dal 2026, mediante corrispondente riduzione del Fondo per le esigenze indifferibili. Al riguardo, ritiene opportuno acquisire l'avviso del Governo in ordine alla congruità della quantificazione degli oneri e alla idoneità della copertura finanziaria individuata.

  Avverte infine che le restanti proposte emendative trasmesse non sembrano presentare profili problematici dal punto di vista finanziario.

  Il Viceministro Enrico ZANETTI esprime parere contrario sull'articolo aggiuntivo Sisto 10.010, poiché presenta una quantificazione e una copertura carenti o inidonee. Esprime altresì parere contrario sull'articolo aggiuntivo Bonafede 8.01, in assenza di una relazione tecnica che ne attesti l'invarianza finanziaria, nonché sugli articoli aggiuntivi Ferraresi 10.02 e 10.03, Colletti 10.04, perché presentano una copertura inidonea, poiché il Fondo per le esigenze indifferibili non presenta disponibilità sufficienti da destinare alle finalità previste dalle citate proposte emendative. Fa presente, inoltre, che il parere contrario sull'articolo aggiuntivo Ferraresi 10.02 è motivato anche dal fatto che potrebbe in futuro dare adito a richieste emulative di altre categorie di personale.

  Girgis Giorgio SORIAL (M5S) non condivide il parere contrario espresso dal rappresentante del Governo sugli articoli aggiuntivi Ferraresi 10.02 e 10.03, Colletti 10.04, poiché, a seguito di una verifica fatta al momento della presentazione delle proposte emendative, il Fondo utilizzato a copertura sembrava presentare le necessarie disponibilità. Inoltre, con riferimento all'articolo aggiuntivo Ferraresi 10.02, ritiene che le considerazioni del rappresentante del Governo sulla mera eventualità di future richieste emulative, poiché relative al merito della norma, non giustifichino un parere contrario sul piano finanziario. Chiede quindi al Viceministro Zanetti un approfondimento di tali questioni, al fine di addivenire ad una modifica dei pareri espressi.

  Il Viceministro Enrico ZANETTI fa presente nuovamente che il Fondo per le Pag. 56esigenze indifferibili, utilizzato a copertura delle proposte emendative richiamate dal deputato Sorial, non presenta disponibilità sufficienti da destinare alle finalità previste dalle medesime proposte emendative, per cui non può che ribadire il parere contrario precedentemente espresso.

  Antonio MISIANI (PD) invita il Governo ad un supplemento di istruttoria sull'articolo aggiuntivo Ferraresi 10.03, volto ad incrementare di 1.000 unità il contingente massimo di personale amministrativo non dirigenziale che il Ministero della giustizia è autorizzato ad assumere, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, in considerazione della grave carenza di personale di cancelleria presso gli uffici giudiziari che, come anche evidenziato dal presidente dell'Associazione nazionale magistrati, rischia di portare al collasso dei medesimi uffici. Auspica quindi che il Governo riesca ad individuare una copertura finanziaria idonea con riferimento alla proposta emendativa in oggetto.

  Maino MARCHI (PD), nel condividere le considerazioni del collega Misiani, rammenta che in sede di conversione del decreto-legge n. 117 del 2016 è stata prevista l'assunzione di 1.000 cancellieri da parte del Ministero della giustizia al fine di fronteggiare la grave e cronica carenza di personale amministrativo presso gli uffici giudiziari. Poiché, come evidenziato da più parti, tale contingente di personale da assumere servirebbe a sopperire solo in parte alle carenze di organico del personale di cancelleria, ritiene che le finalità della proposta emendativa in oggetto siano meritevoli di considerazione. Invita quindi ad effettuare un supplemento di istruttoria sulle proposte emendative relative all'articolo 10 e in particolare sulla predetta proposta emendativa per individuare una idonea copertura finanziaria, suggerendo che la Commissione si esprima adesso solamente sulle proposte emendative fino all'articolo 9, rinviando l'espressione del parere sulle restanti proposte emendative ad altra seduta della giornata odierna.

  Il Viceministro Enrico ZANETTI fa presente la disponibilità del Governo ad un supplemento di istruttoria sulle proposte emendative indicate all'articolo 10, pur ribadendo la criticità delle coperture finanziarie previste.

  Edoardo FANUCCI (PD), presidente, in considerazione delle richieste di approfondimento su alcune proposte emendative all'articolo 10, ritiene, in assenza di obiezioni, di poter accedere alla richiesta di limitare il parere da esprimere nell'attuale seduta alle proposte emendative trasmesse relative agli articoli da 1 a 9.

  Dario PARRINI (PD), relatore, con riferimento agli emendamenti riferiti agli articoli da 1 a 9 contenuti nel fascicolo n. 1, propone di esprimere parere contrario sull'articolo aggiuntivo 8.01, in quanto suscettibile di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura, nonché di esprimere nulla osta sulle restanti proposte emendative.

  Il Viceministro Enrico ZANETTI concorda con la proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Norme per la realizzazione di una rete nazionale della mobilità dolce e per il recupero e per la valorizzazione delle infrastrutture dismesse, in stato di abbandono o sottoutilizzate.
Nuovo testo unificato C. 72 e abb.
(Parere alla VIII Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 20 settembre 2016.

  Francesco LAFORGIA (PD), relatore, ricorda che la Commissione, nella seduta del 20 settembre 2016 ha deliberato di richiedere al Governo, ai sensi dell'articolo Pag. 5717, comma 5, della legge n. 196 del 2009, la trasmissione, entro il termine di quattordici giorni, di una relazione tecnica sul testo del provvedimento in esame.

  Il Viceministro Enrico ZANETTI fa presente che la relazione tecnica non è stata ancora predisposta, essendo necessari ulteriori approfondimenti istruttori.

  Edoardo FANUCCI (PD), presidente, non essendovi obiezioni, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 10.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.15 alle 14.50.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 5 ottobre 2016. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando.

  La seduta comincia alle 14.50.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016.
Doc. LVII, n. 4-bis, Allegato I e Annesso.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Edoardo FANUCCI (PD), relatore, nel rilevare preliminarmente che, come evidenziato dalla Nota di aggiornamento del DEF 2016, il Governo ha operato fin dal suo insediamento per rilanciare la crescita e l'occupazione, fa presente quanto segue.
  Il predetto obiettivo di una maggiore crescita ed occupazione viene perseguito attraverso un programma pluriennale di riforme strutturali volte a migliorare la competitività del sistema produttivo, il sostegno degli investimenti privati e il rilancio di quelli pubblici, l'aumento del reddito disponibile delle famiglie e quindi dei consumi, la riduzione delle imposte a cominciare da quelle sul lavoro. Dopo una doppia, profonda recessione nel periodo 2009-2013, la crescita in Italia è tornata positiva. Tuttavia il recupero dei livelli di prodotto pre-crisi si sta rivelando più lento di quanto desiderabile. Il ritmo insoddisfacente della ripresa riflette da una parte i ritardi e l'insufficiente azione di riforma dell'economia italiana negli anni precedenti la crisi, che ha solo marginalmente aggredito gli impedimenti alla crescita e dall'altra il tempo necessario affinché le riforme strutturali dispieghino appieno il proprio effetto. Sulla velocità di ripresa pesa il peggioramento delle prospettive di crescita a livello internazionale, caratterizzate peraltro da significativi rischi al ribasso. Nonostante le politiche monetarie fortemente espansive, sulle previsioni di crescita gravano l'eccesso di risparmio e l'insufficiente propensione all'investimento, che si associano a tassi di interesse e d'inflazione su livelli storicamente assai contenuti e prossimi allo zero. Per sostenere l'economia globale è indispensabile, come ampiamente riconosciuto dalle istituzioni internazionali, che la politica monetaria, la politica di bilancio e le riforme strutturali intervengano contemporaneamente e in modo da sostenersi reciprocamente. La Nota fa presente inoltre che, alla luce di un contesto congiunturale più sfavorevole rispetto a quello prospettato ancora pochi mesi fa dalle organizzazioni internazionali, il Governo ha scelto di rimodulare la politica di bilancio in maniera favorevole alla crescita, scegliendo in particolare di intervenire sulle spese e le entrate dando priorità agli interventi che favoriscono investimenti e produttività, pur continuando nel processo di consolidamento dei conti pubblici.
  Più nello specifico, l'articolo 10-bis della legge di contabilità pubblica n. 196 del 2009, come modificato dalla legge Pag. 58n. 163 del 2016, prevede che la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza contenga:
   l'eventuale aggiornamento delle previsioni macro-economiche e di finanza pubblica per l'anno in corso e per il restante periodo di riferimento;
   l'eventuale aggiornamento degli obiettivi programmatici individuati dal DEF, al fine di prevedere una loro diversa ripartizione tra lo Stato e le amministrazioni territoriali ovvero di recepire le indicazioni contenute nelle raccomandazioni eventualmente formulate dalla Commissione europea;
   le eventuali modifiche e integrazioni al DEF conseguenti alle raccomandazioni del Consiglio europeo relative al Programma di stabilità e al PNR;
   l'obiettivo di saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale;
   l'indicazione dei principali ambiti di intervento della manovra di finanza pubblica per il triennio successivo, con una sintetica illustrazione degli effetti finanziari attesi dalla manovra stessa in termini di entrata e di spesa, ai fini del raggiungimento degli obiettivi programmatici;
   l'indicazione di eventuali disegni di legge collegati.

  La Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2016 aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il periodo 2016-2019 rispetto a quello contenuto nel Documento di economia e finanza dello scorso aprile. Con riferimento ai documenti all'esame, alla Nota di aggiornamento risultano allegati:
   le relazioni sulle spese di investimento e sulle relative leggi pluriennali (DOC. LVII, n. 4-bis - Allegato I) ai sensi dell'articolo 10-bis della legge di contabilità e finanza pubblica n. 196/2009;
   il Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all'evasione fiscale e contributiva, ai sensi dell'articolo 10-bis.1, comma 1, della legge n. 196 del 2009 (non ancora presentato);
   la Relazione al Parlamento redatta ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012 (DOC. LVII, n. 4-bis – Annesso) che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo programmatico strutturale (MTO), già autorizzato con la Relazione al Parlamento contenuta nel DEF 2016, presentata alle Camere il 9 aprile 2016 come annesso al documento medesimo.

  In riferimento a tale Relazione va rammentato che, come anche riportato nelle premesse delle Raccomandazioni per l'Italia sul programma di stabilità 2016 approvate dal Consiglio UE lo scorso 12 luglio (2016/C 299/01) l'Italia è attualmente sottoposta al braccio preventivo del patto di stabilità e crescita, ed è soggetta alla regola del debito a partire dal 2016 mentre nel periodo 2013-2015 era soggetta alla regola del debito transitoria.
  Nella Relazione il Governo rileva come, rispetto al Piano di rientro previsto dal DEF 2016 nello scorso mese di aprile, il sostanziale peggioramento del ciclo economico (come espone la revisione dell’output gap, che passa al –1,7 per cento rispetto al –1,1 per cento stimato nel DEF 2016), nonché il ricorrere delle circostanze eccezionali costituite sia dal recente sisma del 24 agosto che dall'intensità del fenomeno migratorio, costituiscano i presupposti richiesti dall'articolo 6, comma 5, sopracitato, in base ai quali può richiedersi l'autorizzazione a modificare il piano di rientro in corso. In particolare il Governo, che nel quadro programmatico di finanza pubblica ha indicato per il 2017 un obiettivo di indebitamento del 2 per cento di PIL, chiede di poter utilizzare ove necessario ulteriori margini di bilancio sino ad un massimo di 0,4 punti di PIL. La ripresa del percorso previsto dall'attuale piano di rientro verrà assicurata dal 2018, al fine del raggiungimento del sostanziale pareggio strutturale di bilancio nel 2019, come già previsto nel DEF dello scorso aprile.Pag. 59
  Per quanto concerne infine gli eventuali disegni di legge collegati, nella Nota si fa rinvio ai disegni di legge già indicati nei precedenti documenti programmatici. Al momento tali provvedimenti risultano individuabili nei seguenti:
   A.S. 2284 «Delega al Governo recante disposizioni per l'efficienza del processo civile»;
   A.S. 2085 «Legge annuale per il mercato e la concorrenza»;
   A.S. 2287 «Disciplina del cinema, dell'audiovisivo e dello spettacolo e deleghe al Governo per la riforma normativa in materia di attività culturali».

  La Nota non contiene invece il rapporto programmatico sulle spese fiscali (tax expenditures) previsto dal decreto legislativo n. 160 del 24 settembre 2015 emanato in attuazione della delega fiscale. Al riguardo il Governo ritiene che nel 2016, in sede di prima applicazione, non si possa procedere alla predisposizione del rapporto programmatico, non essendo disponibile il rapporto annuale sulle spese fiscali, che sarà allegato allo stato di previsione dell'entrata, nel disegno di legge di bilancio. Tale rapporto contiene le informazioni che il Governo può utilizzare per la predisposizione del rapporto programmatico, valutando i possibili interventi. Si segnala tuttavia che il Cronoprogramma per le riforme prevede che con il nuovo quadro regolatorio (decreto legislativo n. 160 del 2015), il Governo rivedrà annualmente le tax expenditures esistenti considerando il loro impatto economico e presenterà un rapporto al Parlamento insieme alla legge di bilancio.
  La Nota evidenzia uno scenario macroeconomico internazionale che mostra, nel suo complesso, prospettive di crescita più modeste rispetto alle attese, nonostante l'attenuazione delle tensioni sui mercati finanziari e la riduzione della volatilità sui prezzi delle materie prime, diseguali e caratterizzate da significativi rischi al ribasso.
  La bassa crescita registrata nella prima parte di quest'anno appare, in particolare, connessa con la stagnazione del commercio mondiale, penalizzato, in particolare, dal calo in entrambi i trimestri della domanda di importazioni da parte dei paesi emergenti, soprattutto asiatici.
  Gli indicatori congiunturali non evidenziano al momento segnali di superamento della fase di decelerazione, indicando quindi nel complesso una crescita lenta e disomogenea dell'attività economica mondiale anche nella seconda metà dell'anno.
  Per quanto riguarda la crescita economica mondiale, le ultime proiezioni del Fondo monetario internazionale (FMI), diffuse nel World Economic Outlook Update del 19 luglio 2016, ipotizzano una crescita del PIL mondiale al 3,1 per cento nel 2016 e al 3,4 per cento nel 2017, di 0,1 punti in meno per entrambi gli anni rispetto a quanto previsto in primavera.
  Le più recenti previsioni dell'OCSE, diffuse nell’Interim Economic Outlook del 21 settembre, indicano un andamento ancora più debole della crescita globale, prevista rallentare al 2,9 per cento nel 2016, più debole rispetto al 2015, mentre per il 2017 la crescita dovrebbe migliorare solo lievemente al 3,2 per cento, rimanendo comunque ben al di sotto degli standard storici. Il quadro delle variabili esogene sottostanti la Nota di aggiornamento risulta dunque, nel complesso, meno favorevole rispetto a quanto ipotizzato in primavera.
  Per ciò che concerne specificamente l'Area dell'Euro, la Nota riporta i più recenti dati congiunturali forniti da Eurostat, che registra una crescita del PIL dell'Area nel secondo trimestre dell'anno in corso dello 0,3 per cento – ad un ritmo più contenuto rispetto alla crescita dello 0,5 per cento del precedente trimestre – sostenuta dalle esportazioni nette e dal contributo ancora positivo della domanda interna, sebbene più modesto rispetto al trimestre precedente. La crescita del prodotto interno lordo si è normalizzata nel secondo trimestre, dopo il forte rialzo del periodo precedente, con andamenti tuttavia differenziati tra i vari Paesi dell'Area. Pag. 60La crescita del PIL reale è aumentata sul trimestre precedente nei Paesi dell'Est e in Spagna (+ 0,8 per cento in entrambi i trimestri), mentre è rimasta invariata in Francia e in Italia e risulta in rallentamento in Germania (+ 0,4 per cento dopo il + 0,7 per cento del primo trimestre). Nel complesso, la fase di rallentamento registrata nel secondo trimestre delinea, in prospettiva, una crescita più contenuta dell'area rispetto alle attese.
  Con riferimento all'andamento dell'economia italiana, per quanto riguarda il quadro macroeconomico, la Nota di aggiornamento 2016 rivede il quadro macroeconomico tendenziale e programmatico, evidenziando un peggioramento delle prospettive di crescita dell'economia italiana, in considerazione del nuovo contesto internazionale meno favorevole, nonché, per quanto concerne il quadro programmatico, della politica economica e fiscale che il Governo intende impostare per i prossimi anni con la legge di bilancio per il 2017. In particolare, la Nota di aggiornamento presenta, in analogia con il DEF 2016, due scenari di previsioni macroeconomiche, uno tendenziale e l'altro programmatico, coerenti con lo scenario aggiornato riguardante le variabili esogene internazionali. Le previsioni del quadro tendenziale incorporano gli effetti sull'economia del quadro normativo vigente che – precisa la Nota – include gli effetti sull'economia delle clausole di salvaguardia che prevedono aumenti di imposte indirette per il 2017 e 2018. Lo scenario programmatico incorpora l'impatto sull'economia delle nuove misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2017. Le due previsioni, che coincidono dunque per l'anno in corso, si differenziano gradualmente negli anni successivi, in relazione alle future misure di politica fiscale.
  Come già sopra ricordato, la Nota di aggiornamento al DEF 2016 distingue, per le previsioni macroeconomiche, tra uno scenario tendenziale e uno programmatico che, fermo restando le assunzioni relative al quadro macroeconomico internazionale, differiscono per le assunzioni relative alle misure economiche che il Governo intende assumere con la prossima manovra di finanza pubblica.
  Con riferimento alle previsioni tendenziali, la Nota ridimensiona le stime della crescita del PIL per il 2016, che scende dall'1,2 per cento del DEF di aprile allo 0,8 per cento, in relazione agli andamenti congiunturali della prima parte dell'anno, che denotano una fase di rallentamento della ripresa economica. Nei primi due trimestri dell'anno, infatti, il PIL, dopo aver registrato un incremento dello 0,3 per cento, ha fermato la sua crescita registrando una variazione congiunturale nulla nel secondo trimestre. Il rallentamento è da porre in relazione ad un indebolimento della domanda interna, ad una minore dinamica sia dei consumi sia degli investimenti, nonostante il miglioramento della domanda estera netta. Segnali di indebolimento del ciclo economico emersi negli ultimi mesi, inducono la Nota a ritenere che anche nella seconda parte del 2016 la crescita sarà modesta, prospettandosi variazioni congiunturali oscillanti tra un decimo e due decimi di punto di PIL.
  In considerazione del nuovo quadro internazionale e delle nuove informazioni sull'andamento dell'economia italiana in atto, la Nota rivede al ribasso la previsione di crescita del PIL per il 2017, contenuta nello scenario tendenziale, allo 0,6 per cento rispetto all'1,3 per cento previsto nel DEF di aprile. Per il 2018 e il 2019, invece, viene confermata la previsione di crescita del PIL, contenuta nello scenario tendenziale, rispettivamente all'1,2 e 1,3 per cento.
  La Nota precisa che le previsioni aggiornate del quadro tendenziale sopra riportate, che incorporano gli effetti sull'economia del quadro normativo vigente, tengono conto degli effetti sull'economia degli aumenti di imposte indirette (cosiddette «clausole di salvaguardia») per il 2017 e 2018. Nel quadro tendenziale sono presenti, tuttavia – precisa ancora la Nota – anche il taglio dell'imposizione fiscale sulle imprese di capitali, operativo da gennaio 2017, e altre misure di stimolo Pag. 61alla crescita che sono state approvate con la legge di stabilità per il 2016 (legge n. 208 del 2015) che la Nota afferma saranno confermate.
  Rispetto alle nuove previsioni tendenziali, l'Ufficio parlamentare di bilancio (UPB), nella lettera di validazione del quadro macroeconomico tendenziale, ha espresso alcune considerazioni sul quadro previsionale della Nota per gli anni successivi al 2017, vale a dire il 2018 ed il 2019, evidenziando la presenza di significativi fattori di rischio (in particolare la crescita reale del PIL si situa nel 2018 al di sopra del limite superiore del quadro previsivo UPB e, nel 2019, al di sopra del valore mediano previsivo).
  Il quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2017 e successivi presentato nella Nota include, come già ricordato, l'impatto sull'economia delle misure che saranno adottate con la prossima legge di bilancio per il 2017.
  Il profilo della attuale manovra indicata nella Nota avrebbe un impatto positivo sulla crescita del 2017 di 0,4 punti percentuali rispetto alla previsione tendenziale.
  Nel nuovo quadro programmatico si evidenzia, infatti, una crescita del PIL per il 2017 all'1,0 per cento, superiore all'andamento indicato nel quadro tendenziale della Nota (0,6 per cento).
  Il nuovo obiettivo di PIL si pone comunque al di sotto del PIL programmatico previsto dal DEF di aprile, dove l'obiettivo di crescita era fissato per il 2017 all'1,5 per cento.
  Il tasso di crescita previsto per i due anni successivi è di 1,3 per cento nel 2018 e 1,2 per cento nel 2019, in entrambi i casi 0,2 punti percentuali al di sotto della previsione programmatica del DEF, a causa di un abbassamento della crescita prevista dell'economia mondiale e del commercio internazionale.
  La Nota sottolinea che la crescita programmatica dell'economia italiana nel 2017 e negli anni seguenti riportata nel documento ha carattere prudenziale, in quanto non considera la possibilità di innalzare l'indebitamento netto per il 2017 fino a un massimo dello 0,4 per cento del PIL.
  Dal punto di vista macroeconomico, le misure di maggiore impatto della manovra programmata, sono indicate nella disattivazione delle clausole di salvaguardia previste dalla precedente legge di stabilità per il 2016 e dei relativi aumenti di imposte. Si tratta, in particolare, di una ipotesi di clausole di salvaguardia sulle aliquote IVA ed altre imposte indirette per un ammontare di circa 15,1 miliardi nel 2017, e poco meno di 19,6 miliardi negli anni successivi.
  Rispetto allo scenario tendenziale, gli effetti delle misure adottate dal Governo per il rilancio dell'economa, volte ad accrescere la competitività e a sostenere la domanda interna, si tradurrebbero in un aumento del prodotto interno lordo pari allo 0,2 per cento nel 2017 e allo 0,1 per cento nel 2018 e 2019.
  La Nota in esame presenta un aggiornamento del quadro di finanza pubblica incorporando, per l'esercizio 2015, i dati di preconsuntivo diffusi dall'Istat con il Comunicato del 23 settembre scorso. Tali dati confermano la stima del deficit al 2,6 per cento del PIL già indicata nel DEF (aprile 2016), in riduzione rispetto al saldo registrato per il 2014 (3,0 per cento). Contribuiscono al risultato del 2015 un avanzo primario pari all'1,5 per cento e una spesa per interessi pari al 4,2 per cento del PIL.
  Soffermandosi quindi in primo luogo sul quadro tendenziale, si rileva preliminarmente che la Nota di aggiornamento presenta le previsioni aggiornate, basate sulla legislazione vigente, relative al periodo 2016-2019 riviste – rispetto a quelle del precedente Documento – sulla base della revisione del quadro macroeconomico, dei risultati dell'attività di monitoraggio della finanza pubblica e degli effetti dei provvedimenti successivi alla presentazione del DEF 2016.
  La Nota precisa che complessivamente i provvedimenti adottati determinano effetti cumulati netti pressoché neutrali.
  La revisione delle stime appare quindi essenzialmente riconducibile all'aggiornamento Pag. 62del quadro macroeconomico, caratterizzato dal rallentamento delle prospettive di crescita di breve periodo rispetto al DEF di aprile, nonché ai risultati dell'attività di monitoraggio della finanza pubblica.
  Le nuove previsioni di finanza pubblica a legislazione vigente confermano l'andamento complessivo di miglioramento del saldo di indebitamento netto, che passa dal 2,4 per cento del PIL nel 2016 all'1,6 per cento nel 2017 e allo 0,8 per cento nel 2018, per attestarsi sostanzialmente sul pareggio nel 2019.
  Rispetto al precedente quadro previsionale, si evidenziano marginali variazioni per l'esercizio in corso (dal 2,3 al 2,4 per cento del PIL), mentre la revisione appare più consistente negli esercizi successivi con riduzioni del saldo di indebitamento – rispetto alle stime di aprile – di 0,2 punti percentuali nel 2017 e di 0,5 nel 2018. Per il 2019 la revisione determina l'annullamento dell'avanzo (0,4 per cento del PIL), già indicato nel DEF.
  Tale andamento è determinato essenzialmente da corrispondenti revisioni al ribasso dei valori dell'avanzo primario in percentuale del PIL, previsti comunque in costante miglioramento, dall'1,5 nel 2016 al 3,4 per cento nell'ultimo esercizio di previsione.
  Questo andamento del saldo primario contribuisce in modo prevalente al percorso di riduzione dell'indebitamento netto tendenziale, mentre la spesa per interessi evidenzia miglioramenti più contenuti, con un'incidenza sul PIL che passa dal 4 per cento del 2016 al 3,4 per cento nel 2019; le nuove stime confermano essenzialmente le previsioni del Documento di aprile, fatte salve differenze dell'ordine dello 0,1 per cento annuo nel periodo 2017-2019.
  L'indebitamento netto strutturale (calcolato al netto delle misure una tantum e depurato della componente ciclica del saldo) – che risulta pari a 0,8 per cento in rapporto al PIL nei dati di preconsuntivo riferiti al 2015 – registra un peggioramento nella previsione per il 2016 (attestandosi all'1,4 per cento), per poi evidenziare un graduale miglioramento negli esercizi successivi, raggiungendo valori prossimi al pareggio (-0,2) nell'ultimo anno di previsione, in coerenza con l'andamento previsto per il saldo nominale.
  Con riferimento alla pressione fiscale, la Nota afferma che, nel 2015, la pressione fiscale si mantiene al livello del 2014 (43,4 per cento), mentre nel 2016 si riduce di 0,8 punti percentuali (42,6 per cento del PIL). La Nota precisa che il gettito tributario, nell'esercizio in corso, è atteso crescere ad un tasso inferiore a quello dell'economia. Pertanto, la pressione fiscale, stimata in aprile in 42,8 per cento del PIL, viene rideterminata nella predetta misura del 42,6 per cento del PIL.
  Nel 2017 la pressione fiscale presenta un lieve rialzo (42,8 per cento) per poi stabilizzarsi intorno al valore del 42,7 per cento in rapporto al PIL nel 2018 e nel 2019.
  La Nota evidenzia che, scontando da tale valore gli effetti del «bonus di 80 euro», oggetto di diversa classificazione contabile, l'indicatore scende al 42,1 per cento nel 2016 per attestarsi intorno al 42,2 per cento negli esercizi successivi.
  Per quanto attiene all'andamento della spesa nell'arco temporale considerato dalla Nota di aggiornamento, i dati relativi all'incidenza rispetto al PIL delle voci del conto economico evidenziano un'incidenza complessiva della spesa che, al netto degli interessi, si riduce dal 46,2 per cento del PIL (dato di preconsuntivo 2015) al 43,5 per cento nel 2019. Contribuiscono a tale andamento le spese primarie correnti, la cui incidenza sul PIL si riduce progressivamente nel periodo di previsione, attestandosi nel 2019 al 40,3 per cento rispetto al valore di 42,1 per cento del 2015 (-1,8 per cento). Per le spese in conto capitale, la corrispondente riduzione risulta pari allo 0,9 per cento (da 4,1 a 3,2 punti percentuali).
  Sulla base dell'articolo 10-bis della legge di contabilità, la Nota presenta poi, oltre alle nuove previsioni macroeconomiche ed al nuovo quadro tendenziale di Pag. 63finanza pubblica, un aggiornamento degli obiettivi programmatici di finanza pubblica.
  La Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2016 aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il quinquennio 2015-2019 e, in particolare, il percorso di avvicinamento all'obiettivo medio periodo. Rammenta, in proposito, che, con le risoluzioni del 27 aprile 2016 approvate in occasione del DEF 2016, le Camere avevano autorizzato il Governo a rinviare l'obiettivo di pareggio strutturale al 2019.
  Preliminarmente si evidenzia che, in relazione ai contenuti obbligatori (ai sensi dell'articolo 10-bis della legge n. 196 del 2009), la Nota di Aggiornamento del DEF indica, in valore assoluto, gli obiettivi di saldo netto da finanziare programmatico del bilancio dello Stato in termini di competenza e di saldo netto da finanziare in termini di cassa.
  Il primo saldo è determinato nel limite massimo di –40,5 miliardi nel 2017 (indebitamento netto massimo del 2,4 per cento), –28,1 miliardi nel 2018 e –9,7 miliardi nel 2019.
  Il corrispondente SNF in termini di cassa è determinato nel limite massimo di – 103,9 miliardi nel 2017, – 78,3 miliardi nel 2018 e – 58,1 miliardi nel 2019.
  Nel 2016, si evidenzia un saldo dell'indebitamento netto programmatico al –2,4 per cento (rispetto al –2,3 per cento del DEF), in miglioramento di 0,2 punti percentuali di PIL rispetto al –2,6 per cento del 2015, per poi evidenziarsi un ulteriore calo al – 2,0 per cento (-1,8 per cento nel DEF) nel 2017 e al – 1,2 per cento (-0,9 per cento nel DEF) nel 2018.
  L'orizzonte 2016-2019 conferma il raggiungimento del sostanziale pareggio solo nel 2019, prevedendosi che l'indebitamento netto si attesterà in tale anno su di un valore solo lievemente di segno negativo (-0,2 per cento) rispetto alle previsioni del DEF che segnalavano addirittura un accreditamento (0,1 per cento).
  Dal confronto tra l'indebitamento netto tendenziale e indebitamento netto programmatico si evidenzia come, nell'orizzonte previsionale 2017-2019, i vincoli posti dai saldi tendenziali vengano leggermente allentati al fine di incrementare i saldi programmatici. Difatti l'indebitamento netto tendenziale è previsto al – 2,4 per cento del PIL nel 2016, al – 1,6 per cento nel 2017, al – 0,8 per cento nel 2018 e allo 0,0 per cento nel 2019, mentre l'indebitamento netto programmatico è pari al – 2,4 per cento del PIL nel 2016, al – 2,0 per cento nel 2017, al – 1,2 per cento nel 2018 e al – 0,2 per cento nel 2019.
  In termini assoluti, con riferimento al PIL nominale stimato per le annualità, tali variazioni percentuali si sostanziano in un maggior indebitamento netto per circa 6,8 miliardi di euro nel 2017, 7 miliardi di euro nel 2018 e 3,6 miliardi di euro nel 2019. Si consideri a riguardo che il peggioramento dei tendenziali nel triennio 2017-2019 rispetto ai dati del DEF di aprile amplifica la portata di tali variazioni.
  L’output gap, che misura il differenziale tra PIL effettivo e potenziale, evidenzia un profilo evolutivo in miglioramento, evidenziando una costante riduzione, atteso che il dato previsionale passa dal – 3,5 per cento del 2015, al – 2,5 per cento del 2016, al – 1,7 per cento del 2017 e al – 0,7 per cento nel 2018, per poi annullarsi nel 2019 ultimo anno dell'orizzonte di previsione. Analoga dinamica è seguita dalla componente ciclica che passa dal – 1,3 per cento del 2016, al – 0,9 per cento nel 2017 e al – 0,1 per cento del 2018, per poi annullarsi nel 2019.
  Si ricorda che nel DEF dello scorso aprile viene formulata, per il 2016, una richiesta di flessibilità – per tener conto di significative riforme strutturali – nella misura di 0,1 punti percentuali, che va ad aggiungersi a quella per 0,4 punti, già formulata, in ragione della medesima clausola delle riforme strutturali, nel DEF 2015.
  Inoltre, nel DEF è richiesta un'ulteriore deviazione pari a 0,3 punti percentuali di PIL, per tenere conto della spesa nazionale per gli investimenti in progetti cofinanziati dall'UE (clausola degli investimenti).Pag. 64
  La richiesta complessiva ammonta quindi a 0,8 punti percentuali, rimodulata nella misura dello 0,75 per cento per tener conto dei limiti imposti dalle decisioni europee.
  Il DEF 2016 ha inoltre evidenziato l'esigenza di qualificare sia l'inconsueto afflusso dei rifugiati sia la gravità della minaccia terroristica come eventi eccezionali, al di fuori del controllo del Governo ai sensi dell'articolo 5, paragrafo 1, e dell'articolo 6, paragrafo 3, del Regolamento (CE) n. 1466/97, tali da giustificare una deviazione temporanea dal percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine, in base alla normativa europea richiamata. È stato quindi richiesto che l'aggiustamento verso l'obiettivo a medio termine non tenesse conto dei costi supplementari legati alle misure di sicurezza e all'emergenza migranti, computati, rispettivamente, nella misura dello 0,06 e dello 0,04 per cento del PIL nel 2016, per un totale di 0,1 punti percentuali di prodotto.
  La Raccomandazione del Consiglio UE del 12 luglio 2016 indica l'esigenza di limitare la deviazione temporanea dall'aggiustamento verso l'obiettivo di bilancio a medio termine all'importo pari complessivamente allo 0,75 per cento del PIL, concesso per gli investimenti e l'attuazione delle riforme strutturali, subordinando tale deviazione ad una serie di condizioni, tra cui la necessità di riprendere il percorso di avvicinamento all'obiettivo di bilancio a medio termine nel 2017 e di conseguire un aggiustamento annuo di bilancio verso l'obiettivo di bilancio a medio termine pari allo 0,6 per cento del PIL o più nel 2017. Per quanto attiene alla qualificazione quali eventi eccezionali richiesta per le spese del 2016 connesse all'emergenza migranti e all'emergenza sicurezza, il Consiglio fa presente che la valutazione finale, anche per gli importi ammissibili, sarà effettuata nella primavera del 2017 sulla base dei rilevamenti di dati forniti dalle autorità italiane.
  La Nota di aggiornamento in esame e l'annessa Relazione al Parlamento ai sensi dell'articolo 6, comma 5, della legge n. 243 del 2012, non prefigurano una specifica ulteriore richiesta di flessibilità, pur facendo riferimento all'esigenza di usufruire di eventuali margini consentiti dalla normativa europea.
  In particolare, infatti, secondo la Nota di aggiornamento, il Governo intende operare, ove necessario, ulteriori interventi per l'emergenza sisma, la messa in sicurezza del patrimonio abitativo e del territorio e la gestione del fenomeno migratorio. In considerazione delle pressanti necessità che il Paese deve fronteggiare, l'obiettivo di indebitamento potrebbe essere innalzato sino ad un massimo dello 0,4 per cento del PIL, secondo quanto indicato nella Relazione al Parlamento allegata. Tale Relazione inoltre precisa che, fatta salva la disciplina di bilancio il Governo, considerato il prolungamento della fase di debolezza dell'economia ed i segnali di ripresa ancora non pienamente consolidati, intende mettere in campo ulteriori misure di supporto al sistema economico, utilizzando pienamente i margini di flessibilità previsti dall'ordinamento europeo.
  Quindi, nel prefigurare i contenuti del disegno di legge di bilancio 2017, la predetta Relazione afferma che, per fronteggiare la necessità di sostenere interventi straordinari per le finalità già illustrate – considerate le rilevanti ripercussioni sulla situazione finanziaria generale del Paese – il Governo richiede al Parlamento l'autorizzazione a utilizzare, ove necessario, ulteriori margini di bilancio sino a un massimo dello 0,4 per cento del PIL per il prossimo anno. In tal caso, l'indebitamento netto potrà pertanto ulteriormente aumentare nel 2017 per un importo massimo di 7,7 miliardi di euro (che include gli effetti degli interventi correlati alla messa in sicurezza del territorio e a gestire il fenomeno migratorio). Conseguentemente il saldo netto da finanziare programmatico potrà collocarsi fino a 40,5 miliardi di euro nel 2017, in termini di competenza, e di 103,9 miliardi in termini di cassa.
  La Relazione illustra il nuovo percorso di avvicinamento all'Obiettivo di Medio Pag. 65Termine (OMT). A riguardo il Governo si impegna ad assicurare la ripresa del percorso di avvicinamento all'OMT dal 2018, prevedendo una riduzione del deficit strutturale di 0,5 punti percentuali di PIL. Si ricorda che la Nota 2016 aggiorna il percorso di avvicinamento all'OMT senza modificare l'obiettivo di sostanziale pareggio di bilancio in termini strutturali al 2019. Il disavanzo strutturale calcolato secondo la metodologia dell'Unione Europea scenderebbe dall'1,2 percento del 2016 allo 0,7 percento nel 2018 e quindi a 0,2 nel 2019.
  Per quanto concerne l'evoluzione del rapporto debito/PIL, è previsto che nel 2016 tale rapporto si attesti al 132,8 per cento (+0,4 per cento rispetto al DEF di aprile). Tale esito scaturisce da una più contenuta evoluzione del PIL nominale (+1,8 per cento anziché 2,2 per cento) e da una significativa contrazione delle entrate da privatizzazioni, solo parzialmente sterilizzate da numerosi collocamenti di titoli statali sopra la pari, in virtù dell'andamento decrescente dei tassi d'interesse. D'altronde, il fabbisogno del settore pubblico è stimato in linea rispetto al valore previsto ad aprile.
  La Nota prosegue affermando che il rapporto debito/PIL inizia a ridursi dal 2017 (al 132,5 per cento, rispetto al 130,9 per cento previsto nel DEF di aprile), sulla base di stime più favorevoli del PIL nominale e del fabbisogno pubblico, rispetto alla situazione attuale e non già alle previsioni di primavera, per raggiungere nel 2019 il 126,6 per cento, attraverso un percorso di rientro progressivamente più accelerato, in virtù di un ritorno a livelli di crescita più vicini alla stima primaverile.
  La Nota tratta anche l'applicazione della regola del debito prevista dalla governance economica europea. Si ricorda che la regola del debito è stata introdotta nell'ordinamento europeo dal c.d. Six pack ed è poi stata recepita dall'ordinamento nazionale con la legge di attuazione del principio del pareggio di bilancio (legge n. 243 del 2012).
  Nel 2016, al termine di un periodo triennale di transizione (2013-2015) avviato con l'uscita dalla procedura per disavanzi eccessivi avvenuta nel 2012, per l'Italia la regola del debito è entrata a regime. Il rispetto della regola è valutato, basandosi interamente su dati «storici» notificati dall'Istat, verificando il percorso di convergenza del rapporto «debito/PIL» verso il benchmark più favorevole che, nel caso del nostro paese, è quello forward-looking.
  In concreto, affinché la regola sia rispettata, con riferimento all'anno 2016 la stima del livello dell'indicatore nell'anno t+2 (dunque 2018) deve essere pari o inferiore al benchmark, analogamente, in relazione al 2017, tale verifica viene condotta sul 2019.
  Sia con riferimento al 2016 che al 2017 si osserva un gap nel raggiungimento del benchmark forward-looking per il rispetto della regola del debito che, dunque, risulta non rispettata.
  Tuttavia il Governo ritiene che, anche in questa fase, continuino a persistere una serie di fattori rilevanti che giustificano la deviazione del rapporto debito/PIL rispetto alla dinamica prevista dalla regola. A supporto di tale valutazione, nella Nota vengono riportati due casi precedenti (2014 e 2015) di deviazioni eccessive rispetto al benchmark che, pur dando luogo all'elaborazione da parte della Commissione di un rapporto ex articolo 126, paragrafo 3, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE) sono state valutate dalla Commissione, a seguito dell'analisi dei fattori rilevanti, come non significative e quindi non tali da determinare l'apertura di una procedura per deficit eccessivi.
  In conclusione ricorda che, sulla base di quanto previsto dai regolamenti europei, le previsioni macroeconomiche tendenziali e programmatiche presentate nella Nota sono sottoposte alla validazione dell'Ufficio parlamentare di bilancio, costituito nell'aprile 2014 secondo quanto previsto dalla legge n. 243 del 2012, di attuazione del principio del pareggio del bilancio. Lo scenario macroeconomico tendenziale ha già ottenuto la validazione dell'UPB il 26 settembre 2016, mentre il Pag. 66quadro programmatico non è stato validato positivamente poiché l'UPB ha riscontrato un eccessivo ottimismo delle previsioni ufficiali per il 2017. In particolare l'UPB ha trasmesso i suoi rilievi critici al MEF evidenziando che, in assenza di una revisione coerente con tali rilievi del quadro programmatico pubblicato nella Nota di aggiornamento, non è possibile per il medesimo UPB procedere a una validazione positiva. Nell'audizione del 4 ottobre 2016 presso le Commissioni bilancio riunite di Camera e Senato il Ministro dell'economia e delle finanze ha confermato il quadro programmatico per il 2017 che prevede una crescita reale del PIL all'1 per cento, sulla base della consapevolezza che questo è il risultato della valutazione degli impatti sul tasso di crescita delle misure che saranno comprese nella legge di bilancio 2017. Il Ministro ha quindi invitato a considerare che tutte queste informazioni non erano disponibili allorché l'UPB o altri previsori hanno effettuato le loro stime, confidando che alla luce di tali informazioni supplementari si possa colmare il gap previsionale. Auspica pertanto che questo risultato possa essere realizzato prima della conclusione dei lavori in Commissione.

  Il Viceministro Enrico MORANDO si riserva di intervenire nel corso del prosieguo dell'esame del provvedimento.

  Francesco BOCCIA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 5 ottobre 2016. — Presidenza del presidente Francesco BOCCIA. — Interviene il viceministro dell'economia e delle finanze Enrico Morando.

  La seduta comincia alle 15.

DL 168/2016: Misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di Cassazione, per l'efficienza degli uffici giudiziari, nonché per la giustizia amministrativa.
C. 4025-A Governo.
(Parere all'Assemblea).
(Parere su emendamenti).

  La Commissione riprende l'esame delle proposte emendative riferite al provvedimento in oggetto, contenute nel fascicolo n. 1 trasmesso dall'Assemblea.

  Francesco BOCCIA, presidente, ricorda che nella odierna seduta antimeridiana la Commissione bilancio ha espresso il parere sulle proposte emendative riferite agli articoli da 1 a 9 del provvedimento, essendosi il Governo riservato un supplemento di istruttoria sulle proposte emendative riferite ai rimanenti articoli, ed in particolare sugli articoli aggiuntivi Ferraresi 10.02 e 10.03 nonché Colletti 10.04, fermo restando il parere contrario già espresso dal Governo stesso sull'articolo aggiuntivo Sisto 10.010.

  Il Viceministro Enrico MORANDO evidenzia preliminarmente come gli articoli aggiuntivi Ferraresi 10.02 e 10.03 e Colletti 10.04 non risultano assistiti da apposita relazione tecnica volta a suffragare la quantificazione degli oneri nei medesimi indicata. Tanto premesso, esprime su di essi parere contrario in considerazione del fatto che, oltre alla mancata verifica della corretta quantificazione degli oneri, essi individuano la copertura finanziaria degli oneri stessi a valere sulle risorse del Fondo per far fronte alle esigenze indifferibili che si manifestano nel corso della gestione, di cui all'articolo 1, comma 200, della legge n. 190 del 2014. Al riguardo, fa presente che – per quanto il suddetto Fondo rechi risorse cospicue, in particolare alla luce del rifinanziamento disposto ai sensi dell'articolo 4, comma 2, del disegno di legge di assestamento del bilancio dello Stato per l'anno 2016, approvato definitivamente dal Senato nella mattina di oggi – tale Fondo è destinato a fronteggiare quelle Pag. 67esigenze indifferibili che dovessero verificarsi nel quadro della legislazione vigente nel corrente esercizio finanziario e pertanto il suo impiego con finalità di copertura previsto dalle proposte emendative in commento appare tecnicamente non sostenibile, posto che le medesime recano interventi normativi di carattere innovativo.

  Girgis Giorgio SORIAL (M5S) lamenta l'incoerenza tra quanto testé precisato dal Viceministro Morando e le valutazioni espresse dal rappresentante del Governo sui medesimi articoli aggiuntivi Ferraresi 10.02 e 10.03 nonché Colletti 10.04 nel corso della odierna seduta antimeridiana, laddove il Viceministro Zanetti aveva indicato quale motivazione della contrarietà di fondo sugli stessi la sostanziale incapienza del Fondo in questione. Ritiene, peraltro, che le nuove, diverse motivazioni addotte dal Viceministro Morando a sostegno del parere contrario sui predetti articoli aggiuntivi appaiono comunque pretestuose e basate esclusivamente su di una pretesa impraticabilità dal punto di vista tecnico, laddove a suo avviso dietro di esse si cela in realtà la volontà politica del Governo di non dare corso agli interventi contenuti nei citati articoli aggiuntivi, pur unanimemente ritenuti urgenti sul piano della funzionalità dell'amministrazione giudiziaria. In tale contesto, considera ancor più indifferibile l'accoglimento della specifica richiesta già più volte formalmente avanzata in precedenti occasioni dal gruppo MoVimento 5 Stelle volta a consentire l'accesso diretto da parte dei singoli parlamentari alle banche dati concernenti le disponibilità dei fondi e degli stanziamenti iscritti nel bilancio dello Stato, ciò tanto più in ragione dell'approssimarsi della nuova sessione di bilancio.

  Francesco BOCCIA, presidente, osserva che, anche qualora la Commissione bilancio dovesse esprimere un parere contrario sugli articoli aggiuntivi Ferraresi 10.02 e 10.03, Colletti 10.04, tale deliberazione non avrebbe alcun effetto preclusivo ai fini del successivo esame degli stessi da parte dell'Assemblea, non trattandosi nel caso presente di un provvedimento collegato alla manovra di finanza pubblica.

  Il Viceministro Enrico MORANDO ribadisce che, in assenza di una specifica relazione tecnica, non risulta al momento possibile assentire la quantificazione degli oneri recati dai predetti articoli aggiuntivi, fermo peraltro rimanendo che il Fondo in parola risulta utilizzabile al solo fine di fronteggiare esigenze indifferibili che si manifestassero in corso della gestione nel quadro della legislazione vigente, diversamente configurandosi l'inidoneità della predetta modalità di copertura.

  Maino MARCHI (PD), nel prendere atto delle considerazioni svolte dal Viceministro Morando in merito alla inidoneità della copertura finanziaria recata dagli articoli aggiuntivi Ferraresi 10.02 e 10.03 e Colletti 10.04, ribadisce tuttavia l'esigenza di affrontare quanto prima, ed eventualmente già nell'ambito della prossima legge di bilancio, il tema ineludibile delle carenze di organico del personale dell'amministrazione giudiziaria.

  Girgis Giorgio SORIAL (M5S) fa presente che gli articoli aggiuntivi Ferraresi 10.02 e 10.03, Colletti 10.04 sono per l'appunto finalizzati alla risoluzione della delicata problematica da ultimo richiamata dal deputato Marchi, ribadendo come il parere contrario manifestato dal Governo sugli stessi, nonostante risultino corredati di una puntuale quantificazione degli oneri e della indicazione della relativa copertura finanziaria, rifletta la mancata volontà politica da parte del Governo medesimo di affrontare efficacemente tale tema. Preso atto delle considerazioni svolte dal Viceministro Morando in merito alla presunta inesattezza della quantificazione degli oneri, chiede pertanto al Governo di predisporre una relazione tecnica sui predetti articoli aggiuntivi.

  Il Viceministro Enrico MORANDO manifesta la propria disponibilità a farsi carico di tale richiesta.

Pag. 68

  Rocco PALESE (Misto-CR) ricorda che gli articoli aggiuntivi Ferraresi 10.02 e 10.03 nonché Colletti 10.04 sono stati presentati presso la Commissione di merito sin dal 21 settembre scorso e che pertanto le necessarie verifiche dal punto di vista finanziario avrebbero potuto avere luogo nel cospicuo lasso di tempo da allora intervenuto.

  Dario PARRINI (PD), relatore, formula quindi la seguente proposta di parere:
  «La V Commissione,
   esaminati gli emendamenti al disegno di legge C. 4025-A Governo, di conversione in legge del decreto-legge n. 168 del 2016 recante Misure urgenti per la definizione del contenzioso presso la Corte di Cassazione, per l'efficienza degli uffici giudiziari, nonché per la giustizia amministrativa, riferiti agli articoli da 10 a 12 contenuti nel fascicolo n. 1,
  esprime

PARERE CONTRARIO

  sugli articoli aggiuntivi 10.02, 10.03, 10.04 e 10.010, in quanto suscettibili di determinare nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica privi di idonea quantificazione e copertura;

NULLA OSTA

  sulle restanti proposte emendative».

  Il Viceministro Enrico MORANDO concorda con la proposta di parere del relatore.

  Nazzareno PILOZZI (PD) preannunzia il proprio voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 15.10.

AVVERTENZA

  I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo recante individuazione di procedimenti oggetto di autorizzazione, segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), silenzio assenso e comunicazione e definizione dei regimi amministrativi applicabili a determinate attività e procedimenti.
Atto n. 322.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI SU ATTI DEL GOVERNO

Schema di decreto legislativo recante disciplina sanzionatoria per la violazione di disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 1935/2004 riguardante i materiali e gli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari e di cui al regolamento (CE) n. 2023/2006 sulle buone pratiche di fabbricazione dei materiali e degli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari e per la violazione di misure specifiche per gruppi di materiali ed oggetti.
Atto n. 334.

Schema di decreto ministeriale recante regolamento di adozione dello statuto del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA).
Atto n. 331.

Schema di decreto ministeriale recante approvazione del piano triennale per il rilancio e la razionalizzazione delle attività di ricerca e sperimentazione in agricoltura (piano della ricerca) del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (CREA) nonché del piano per il Pag. 69rilancio e la razionalizzazione delle attività di ricerca e sperimentazione in agricoltura (razionalizzazione della rete di ricerca) del medesimo CREA.
Atto n. 332.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante regolamento relativo all'individuazione degli interventi esclusi dall'autorizzazione paesaggistica o sottoposti a procedura autorizzatoria semplificata.
Atto n. 336.

Schema di decreto del Presidente della Repubblica recante modifiche al regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 aprile 1999, n. 162, per l'attuazione della direttiva 2014/33/UE relativa agli ascensori ed ai componenti di sicurezza degli ascensori nonché per l'esercizio degli ascensori.
Atto n. 335.

SEDE CONSULTIVA

Disposizioni concernenti la comunicazione e la diffusione delle competenze di base necessarie per la gestione del risparmio privato.
Nuovo testo C. 3666 e abb.

Disposizioni concernenti la certificazione ecologica dei prodotti cosmetici.
Testo unificato C. 106 e abb.