CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 13 luglio 2016
673.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SULL'ATTUAZIONE DELL'AGENDA 2030 E GLI OBIETTIVI DI SVILUPPO SOSTENIBILE

INDAGINE CONOSCITIVA

  Mercoledì 13 luglio 2016. — Presidenza della presidente Maria Edera SPADONI.

  La seduta comincia alle 8.30.

Sull'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.
Audizione del portavoce dell'Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), Enrico Giovannini.
(Svolgimento e conclusione).

  Maria Edera SPADONI, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori sarà Pag. 37assicurata anche attraverso la web tv della Camera dei deputati. Introduce, quindi, l'audizione.

  Enrico GIOVANNINI, portavoce dell'Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine.

  Intervengono quindi i deputati Maria Edera SPADONI, presidente, a più riprese, Franco CASSANO (PD), Francesco MONACO (PD), Pia Elda LOCATELLI (Misto-PSI-PLI), Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) e Gianni FARINA (PD).

  Enrico GIOVANNINI, portavoce dell'Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), replica ai quesiti posti e fornisce ulteriori precisazioni ed integrazioni.

  Maria Edera SPADONI, presidente, dichiara quindi conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.35.

  N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE REFERENTE

  Mercoledì 13 luglio 2016. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 15.

Ratifica ed esecuzione dei seguenti Trattati: a) Accordo tra la Repubblica italiana e Bioversity International relativo alla sede centrale dell'organizzazione, fatto a Roma il 5 maggio 2015; b) Accordo tra la Repubblica italiana e l'Agenzia spaziale europea sulle strutture dell'Agenzia spaziale europea in Italia, con Allegati, fatto a Roma il 12 luglio 2012, e Scambio di Note fatto a Parigi il 13 e il 27 aprile 2015; c) Emendamento all'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite sullo status dello Staff College del Sistema delle Nazioni Unite in Italia del 16 settembre 2003, emendato il 28 settembre 2006, fatto a Torino il 20 marzo 2015; d) Protocollo di emendamento del Memorandum d'intesa fra il Governo della Repubblica italiana e le Nazioni Unite relativo all'uso da parte delle Nazioni Unite di locali di installazioni militari in Italia per il sostegno delle operazioni di mantenimento della pace, umanitarie e quelle ad esse relative del 23 novembre 1994, con Allegato, fatto a New York il 28 aprile 2015.
C. 3764 Governo.
(Seguito dell'esame e conclusione).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 7 giugno scorso.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari Costituzionali, Giustizia, Difesa, Bilancio, Finanze, Cultura, Ambiente, Trasporti, Attività produttive, Lavoro, Agricoltura, e Politiche dell'Unione europea.

  Maria Edera SPADONI (M5S), ricorda che nella seduta del 7 giugno scorso, in cui si era incardinato in Commissione l'esame del provvedimento, aveva richiesto l'audizione in Commissione del dott. Stefano Peveri, dirigente dello United Nations Humanitarian Response Depot (UNHRD) di Brindisi, per avere chiarimenti sul tipo di stoccaggio che sarebbe fatto nelle installazioni previste dall'ultimo degli Accordi in titolo.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA osserva che il tema sollevato dall'onorevole Spadoni è ritenuto importante anche dal Governo. Esprime, pertanto, soddisfazione rispetto al fatto che anche il Parlamento se ne occupi.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire all'onorevole Distaso il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

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  Fabrizio CICCHITTO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di mutua assistenza amministrativa in materia doganale tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo degli Stati uniti messicani, con Allegato, fatto a Roma il 24 ottobre 2011.
C. 3940 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Francesca LA MARCA (PD), relatrice, introducendo il provvedimento, rileva che lo stesso, già approvato dal Senato il 28 giugno scorso, si compone di ventitré articoli, un preambolo e un allegato ed è volto a favorire la cooperazione amministrativa tra i due Paesi in materia doganale. L'accordo stabilisce inoltre l'impegno delle parti a fornirsi reciproca assistenza e cooperazione per assicurare la corretta applicazione delle rispettive legislazioni e migliorare le azioni di accertamento e repressione delle violazioni.
  Evidenzia, inoltre, che l'intesa disciplina le modalità per la comunicazione e lo scambio delle informazioni e descrive la tipologia di informazioni interessate e viene stabilita la fornitura di assistenza tra le due autorità doganali, con particolare riferimento alla trasmissione di documenti, con un impegno di speciale sorveglianza su persone e merci che si presume coinvolti in violazioni delle normative doganali.
  Sono inoltre regolamentati i casi in cui l'assistenza possa essere rifiutata, i criteri di ripartizione delle spese fra le parti, l'ambito territoriale di applicazione e le ipotesi di risoluzione delle controversie. La conclusione dell'accordo si è resa necessaria per disporre di un quadro giuridico completo nell'ambito della lotta alle frodi doganali, nel quale ricondurre ogni forma di cooperazione amministrativa nel settore doganale tra le rispettive amministrazioni.
  Rileva, altresì, che l'accordo potrà consentire di assicurare una più corretta applicazione delle rispettive legislazioni doganali; rafforzare i mezzi di lotta contro la frode; contrastare il traffico illecito degli stupefacenti; agevolare e semplificare le procedure doganali connesse a ogni legittima transazione, rendendo più trasparente l'interscambio commerciale e meno oneroso il compito degli operatori. Il provvedimento disciplina anche lo sviluppo dei rapporti diretti ed immediati tra l'Agenzia italiana delle dogane e dei monopoli e l'amministrazione doganale messicana in vista del raggiungimento degli obiettivi prefissati.
  Sotto il profilo finanziario, sottolinea che gli oneri sono valutati in 17.800 euro annui a decorrere dal 2016: ad essi si provvede mediante la corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2016-2018.
  L'accordo consentirà di perfezionare ulteriormente la cornice giuridica di supporto ad un sistema di relazione economico-commerciali bilaterali che è sensibilmente cresciuto negli ultimi anno anche se le potenzialità restano ancora notevolissime. L'interscambio commerciale bilaterale è comunque superiore a quello che l'Italia ha con qualsiasi altro Paese latinoamericano. La seconda economia dell'America Latina sta infatti attraversando un fase congiunturale favorevole e si propone, con sempre maggiore successo, come la piattaforma manifatturiera per il continente Nord America. Rileva, quindi, che alla base di quest'evoluzione positiva ci sono le opportunità offerte dalle politiche ed economiche del Messico, in particolare il livello di apertura economica e la legislazione in materia di investimenti esteri diretti.
  Segnala, infine, la significativa complementarietà economica che si registra fra i due Paesi, e che si colloca nel più ampio contesto di un partenariato strategico che riflette – come ha osservato pochi giorni fa il Presidente della Repubblica, nel corso Pag. 39della sua visita ufficiale a Città del Messico – una comunanza di vedute ed una valutazione comune su ogni problema importante dell'agenda internazionale.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA, ricordando la recente visita in Messico del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cui anch'egli ha preso parte, osserva che i rapporti con tale Paese sono forti anche se che vi sono ancora grandissime potenzialità di sviluppo.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dei seguenti Accordi: a) Accordo di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica dell'Iraq, dall'altra, con Allegati, fatto a Bruxelles l'11 maggio 2012; b) Accordo quadro di partenariato e cooperazione tra l'Unione europea e i suoi Stati membri, da una parte, e la Repubblica delle Filippine, dall'altra, fatto a Phnom Penh l'11 luglio 2012.
C. 3944 Governo, approvato dal Senato.
(Esame e rinvio)

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, osserva che la Commissione è chiamata a ratificare, con un unico provvedimento due importanti accordi europei di partenariato. Il primo di tali accordi è finalizzato a definire la cornice giuridica e politico-istituzionale entro cui organizzare la cooperazione fra l'Unione europea e l'Iraq, regolando aspetti relativi al dialogo politico, alle relazioni commerciali, agli aiuti allo sviluppo e ad una serie di ambiti settoriali, dall'ambiente all'energia, dall'istruzione alla cultura.
  Evidenzia quindi che, come è stato spesso osservato in questa Commissione, l'Unione europea è fermamente impegnata a rafforzare le proprie relazioni con l'Iraq, secondo una prospettiva a lungo termine ed in funzione dei reciproci vantaggi. L'Europa è uno dei principali donatori a sostegno della transizione politica e del processo elettorale iracheno, Ricorda anche che dalla caduta del regime di Saddam Hussein – quindi, dal 2003 – l'Unione europea ha fornito sostegno finanziario per circa un miliardo di euro, destinati, in particolare, alla ricostruzione ed all'assistenza umanitaria.
  Osserva, poi, che l'accordo in titolo è stato salutato da Baghdad come un ulteriore passo verso la piena riammissione della giovane democrazia irachena nella comunità internazionale e dall'Unione europea quale simbolo della determinazione comunitaria ad affiancare l'Iraq nel suo impegno per la democrazia. Rileva, altresì, che si tratta in assoluto della prima relazione contrattuale istituita tra le Parti. Esso delinea un quadro giuridico ad ampio spettro, che spazia dal regolare dialogo politico alle relazioni commerciali, dalla cooperazione in materia di regolamentazione agli aiuti allo sviluppo e contiene disposizioni in materia di ambiente, energia, istruzione, cultura, lotta all'immigrazione illegale, investimenti, servizi, appalti pubblici e soluzione delle controversie.
  Se si considera la situazione in cui versava il Paese a seguito della guerra e della caduta del passato regime, la finalizzazione di un accordo di tale portata rappresenta un risultato di grandissimo rilievo, soprattutto politico, per le relazioni bilaterali.
  Ancorché impostato in principio su linee prettamente commerciali, l'accordo è stato trasformato nel corso della fase negoziale, accogliendo le aspettative irachene in questo senso – in un partenariato di più ampio comprensivo del volet di dialogo politico. Al riguardo, ci si era infatti resi conto che la mancanza di capacità amministrative e di adeguata legislazione in Iraq rendevano necessario rivedere in corso d'opera la strategia negoziale, formulando Pag. 40un partenariato di maggiore portata e rafforzando l'ambito e l'intensità della collaborazione tra le Parti.
  L'accordo, che è concluso per un periodo di dieci anni ed è suscettibile, alla scadenza, di proroghe annuali, costituisce una solida base per rinsaldare i legami tra l'Unione europea e l'Iraq. L'elemento innovativo del testo è il dialogo politico, inteso a sostenere l'Iraq nello sforzo verso le riforme e lo sviluppo, facilitandone l'integrazione nel più vasto contesto economico internazionale. Espressione delle dinamiche del dialogo politico è l'istituzione di un Consiglio di cooperazione, che è previsto riunirsi periodicamente a livello ministeriale per discutere dei problemi di reciproco interesse, ma soprattutto di politica estera, sicurezza, diritti umani, lotta alla proliferazione delle armi di distruzione di massa, terrorismo e Corte penale internazionale.
  Quanto agli aspetti commerciali, osserva, poi, che il partenariato con l'Iraq si sostanzia in un Accordo non preferenziale, comprensivo delle norme base dell'Organizzazione mondiale del commercio (della quale l'Iraq non è ancora parte, e pertanto l'accordo in titolo consente al Paese Mediorientale di fare importanti passi avanti in tal senso), con un significativo accesso al mercato per l'Unione europea e sostanziali elementi positivi, soprattutto per quanto riguarda gli appalti pubblici, i servizi e gli investimenti. Oltre ad escludere i dazi sulle esportazioni, esso garantisce, infatti, adeguati livelli di trasparenza e certezza giuridica per gli operatori economici.
  Rileva anche che, nel quadro degli sforzi profusi sul piano bilaterale a sostegno del processo di ricostruzione e democratizzazione del nuovo Iraq, da parte italiana si è opportunamente sostenuta fin da principio la necessità di una intesa con le prerogative richiamate: ciò andrà in larga misura a beneficio anche del nostro Paese, in ragione dell'ulteriore miglioramento della cooperazione settoriale, delle iniziative di capacity building e del miglioramento delle capacità di governance delle Autorità di Baghdad, nonché in funzione di tutela dei rilevanti interessi nazionali già consolidati e con interessanti prospettive di ulteriore sviluppo.
  Sottolinea, poi, che l'accordo, che si compone di 124 articoli, suddivisi in cinque Titoli, e di quattro Allegati, e che è concluso per un periodo di dieci anni, suscettibile di ulteriori proroghe annuali.
  Evidenzia, peraltro che l'elemento di maggiore rilievo, come detto, risiede nell'impegno a consolidare il dialogo politico fra le Parti per il sostegno al Paese e che il dialogo è affidato ad un consiglio di cooperazione, chiamato, ai sensi dell'articolo 111, a riunirsi a livello ministeriale periodicamente per discutere aspetti di interesse comune, specialmente in materia di politica estera, sicurezza, diritti umani e contrasto al terrorismo. Osserva, inoltre, che di particolare interesse, anche per le Commissioni, è il Comitato parlamentare di cooperazione (previsto dall'articolo 113), preposto a consentire lo scambio di opinione fra i membri dei Parlamenti iracheno ed europeo.
  Evidenzia ancora che tra i Titoli dell'intesa, il I è dedicato al dialogo politico ed alla cooperazione in materia di politica estera e di sicurezza ed è finalizzato a favorire la solidarietà e la comprensione reciproca su temi di interesse comune; il II Titolo, è dedicato agli scambi e agli investimenti ed è finalizzato, fra l'altro, alla progressiva liberalizzazione degli scambi di servizio e ad un'apertura graduale dei rispettivi mercati degli appalti; il Titolo III individua i settori della cooperazione fra le Parti, che spaziano dall'assistenza finanziaria e tecnica, alla cooperazione in materia di sviluppo sociale, dall'istruzione all'occupazione, dall'energia ai trasporti, mentre il Titolo IV è dedicato alla materia della giustizia, della libertà e della sicurezza e tratta, fra l'altro, anche i temi della cooperazione giudiziaria in materia di migrazione e asilo, di lotta alla criminalità organizzata e al riciclaggio di denaro, nonché di cooperazione culturale – aspetto interessante per il nostro Paese – in particolare nell'azione di contrasto al traffico di reperti archeologici.Pag. 41
  Passando ad illustrare il secondo accordo di partenariato, quello con le Filippine, evidenzia che esso è finalizzato ad approfondire il dialogo politico e la collaborazione economica e commerciale, consentendo altresì di rafforzare la cooperazione bilaterale in settori quali la lotta al terrorismo, lo sviluppo sostenibile e i diritti umani. L'accordo consentirà, una volta in vigore, di avviare la cooperazione in settori quali la lotta al terrorismo, lo sviluppo sostenibile ed i diritti umani, nonché di sviluppare un partenariato di ampia portata strategica, avrà un impatto positivo anche sull'insieme delle relazioni dell'Unione europea con i Paesi del Sud Est asiatico, e renderà più efficace l'impegno delle istituzioni comunitarie e degli Stati membri nei confronti delle Filippine. Rileva, poi, che l'accordo amplierà notevolmente la portata dell'impegno reciproco per quanto riguarda il settore economico e commerciale, nonché in materia di giustizia e affari interni. L'accordo dedica, per la prima volta, disposizioni rigorose alla tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea, in materia fiscale. L'accordo con le Filippine contempla le clausole standard dell'Unione europea in materia di diritti umani, Corte penale internazionale, armi di distruzione di massa, armi leggere e di piccolo calibro nonché lotta al terrorismo, ed attua le politiche dell'Unione europea in materia tributaria e sulla migrazione. Evidenzia, altresì che il testo è composto di 58 articoli suddivisi in 8 Titoli.
  Illustrando il contenuto del disegno di legge di ratifica, che è unico per i due Accordi, evidenzia che esso si compone di cinque articoli, che dispongono, rispettivamente, in merito all'autorizzazione alla ratifica, all'ordine di esecuzione, alla copertura finanziaria dei relativi oneri economici – circa 100 mila euro a decorrere dall'anno 2015 – ed all'entrata in vigore.
  Nel raccomandare una pronta approvazione del disegno di legge che autorizza la ratifica dei ricordati due Accordi di partenariato annuncia la presentazione di uno strumento parlamentare d'indirizzo, sul quale spero possa registrarsi la convergenza di tutte le forze politiche, inteso ad impegnare il Governo a razionalizzare l'esercizio dell'iniziativa legislativa in materia di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali.
  Riprendendo gli spunti più volte espressi in questa Commissione dal presidente Cicchitto, da molti esponenti dell'opposizione e dallo stesso Sottosegretario Amendola (quando era capogruppo in Commissione), ritiene sia giunto il momento di promuovere uno sforzo per una razionalizzazione dell'iniziativa legislativa in tale materia, evitando da un lato le secche della burocratizzazione, come finisce per accadere con la presentazione di disegni di legge nei quali rifluisce una pluralità di convenzioni, trattati ed accordi dai contenuti estremamente diversificati, e dall'altro si augura che la razionalizzazione consenta una più accurata disamina in sede di commissione di merito, attraverso una coerente scansione dei tempi di lavori, delle intese di maggiore rilevanze politico-diplomatica, come i due accordi all'esame della Commissione.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA concorda con le considerazioni svolte dalla relatrice, anche in relazione all'esigenza di avviare un dibattito tra Governo e Parlamento sull'esercizio dell'iniziativa legislativa in materia di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali.

  Emanuele SCAGLIUSI (M5S), premettendo che l'intento di ottimizzare i lavori della Commissione è visto con favore dal gruppo del Movimento 5 Stelle, rileva, tuttavia, che il provvedimento in titolo riguarda due accordi tra loro del tutto eterogenei: ciò non consente ai commissari di esprimere una valutazione diversificata sui due atti internazionali. Nel caso specifico, il suo gruppo valuta in modo diverso i due accordi, poiché nel caso del partenariato con l'Iraq si è in presenza di un'entità statuale ancora da rafforzare nella compiutezza delle sue istituzioni. Stigmatizza, pertanto, la predisposizione di un provvedimento che accorpa, come Pag. 42detto, due accordi internazionali di contenuto assai diverso.

  Guglielmo PICCHI (LNA), pur apprezzando la finalità di abbreviare la tempistica di approvazione di atti legislativi di autorizzazione alla ratifica all'esame della Commissione, concorda con le osservazioni del collega Scagliusi, evidenziando come, in questo caso, si finisca per andare contro la stessa finalità che si vorrebbe raggiungere. Auspica, pertanto, che il Governo non presenti nuovi disegni di legge, aventi ad oggetto l'autorizzazione alla ratifica di accordi dal contenuto totalmente disomogeneo.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica dell'Armenia nel settore della difesa, fatto a Jerevan il 17 ottobre 2012.
C. 3943 Governo, approvato dal Senato.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Paolo ALLI (AP), relatore, evidenzia che l'intesa in esame risponde all'esigenza di sviluppare e disciplinare la cooperazione bilaterale tra le Forze armate dei due Paesi, Italia e Armenia, con l'intento di consolidare le rispettive capacità difensive e di migliorare la cooperazione in materia di sicurezza.
  Ricorda, quindi, che l'Armenia è membro del Partenariato euro-Atlantico, un forum di regolare consultazione, coordinamento e dialogo tra la NATO ed i suoi partner esterni, e ha sottoscritto fin dal 1994 il programma della NATO denominato Partenariato per la pace. Segnala, altresì, che, all'interno dell'Assemblea parlamentare della NATO, la delegazione armena è una delegazione molto attiva e molto presente.
  Osserva, quindi, che l'articolo 2 dell'accordo dispone sui profili attuativi, le aree di intervento e le modalità della cooperazione, precisando che la cooperazione verrà sviluppata sulla base di piani annuali e pluriennali e che l'organizzazione sarà di pertinenza dei rispettivi Ministeri della difesa. Fra gli ambiti di cooperazione si evidenziano i campi della politica di sicurezza e difesa, della formazione militare-legale, della ricerca, sviluppo e acquisto di prodotti e servizi per la difesa e delle operazioni umanitarie.
  Nel disciplinare le questioni relative alla giurisdizione, l'articolo 4 stabilisce il diritto per il Paese ospitante di giudicare il personale ospitato per i reati commessi sui proprio territorio, salvo i reati contro la sicurezza interna. Sono poi disciplinati i casi di eventuali risarcimenti per danni in relazione al servizio reso e la cooperazione nel campo dell'importazione ed esportazione di prodotti aventi scopo militare, prevedendo in particolare l'impegno a dare supporto ad iniziative commerciali correlate al comparto.
  Sottolinea anche che l'articolo 7 detta norme in merito alla sicurezza delle informazioni classificate, stabilendo che siano trasferite unicamente attraverso i canali governativi designati, disciplinando una corrispondenza delle classifiche di segretezza.
  Rileva, poi, che gli articoli 8 e 9 disciplinano, rispettivamente, le modalità per la risoluzione delle eventuali controversie interpretative, e per gli emendamenti al testo dell'accordo.
  Quanto al disegno di legge di ratifica, sottolinea che esso si compone di 5 articoli che riguardano l'autorizzazione alla ratifica, l'ordine di esecuzione, la copertura finanziaria, la clausola di invarianza di spesa e l'entrata in vigore. Gli oneri economici, riferiti a visite ufficiali ed incontri operativi fra le rispettive delegazioni, sono quantificati in 6.400 euro circa ad anni alterni, a decorrere dal 2016.Pag. 43
  Raccomanda, quindi, l'approvazione del provvedimento in titolo, già adottato dal Senato il 28 giugno scorso, poiché l'Armenia concorre da tempo a garantire la sicurezza e la stabilità in un'area sempre più soggetta a tensioni, come testimonia la partecipazione di una componente armena nel quadro del contingente italiano impegnato nella missione UNIFIL in Libano e come è emerso nel corso della recente visita istituzionale del Presidente della Repubblica, Serzh Sargsyan, a Roma.
  Aggiunge, infine, che l'Armenia è un Paese di grande tradizione, che ha sofferto gli esiti devastanti di un atroce genocidio, un secolo fa – continuato, poi, in una serie di discriminazioni – e una grande diaspora mondiale. Si tratta di uno Stato ancorato ad una tradizione solidamente europea ed è al centro di interessi contrastanti di grandi potenze, in particolare della Turchia – che, peraltro, continua a negare il genocidio degli Armeni – l'Iran e la Russia e soffre a causa di uno dei «conflitti congelati», quello del Nagorno-Karabakh, che ha recentemente ripreso vigore. Giudica, pertanto, particolarmente importante la collaborazione nel settore della difesa con l'Armenia, poiché il tema della sicurezza, per un piccolo Paese quale l'Armenia stessa, è fondamentale in un'ottica di equilibrio, in un contesto regionale molto complesso.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si associa alle considerazioni svolte dal relatore.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che, nessun altro chiedendo di intervenire, è concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.30.