CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 17 dicembre 2015
564.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (VIII e X)
COMUNICATO
Pag. 17

SEDE REFERENTE

  Giovedì 17 dicembre 2015. — Presidenza del presidente della X Commissione, Ettore Guglielmo EPIFANI. — Interviene la sottosegretaria di Stato per lo sviluppo economico, Simona Vicari.

  La seduta comincia alle 15.45.

DL 191/2015: Disposizioni urgenti per la cessione a terzi dei complessi aziendali del Gruppo ILVA.
C. 3481 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

  Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 16 dicembre 2015.

  Alberto ZOLEZZI (M5S), nel sottolineare come il decreto-legge in esame sia l'ennesimo provvedimento d'urgenza adottato dal Governo sull'Ilva, fa notare come si tratti di un provvedimento complesso sia sotto il profilo finanziario sia sotto quello ambientale. Ritiene che non sia affatto chiara l'eventuale linea di continuità tra il provvedimento in esame e gli altri decreti-legge sull'Ilva. Richiama quindi l'attenzione sul delicatissimo problema ambientale, e in particolare sul rischio ambientale derivante dal fatto che le scorie prodotte presso lo stabilimento dell'ILVA viaggiano in tutta Italia prive di trattamento. Nell'invitare infine a riflettere sulla circostanza che l'aggiudicatario dovrà redigere un piano industriale e che, in base alle previsione del decreto-legge in esame, dovrà anche restituire i 300 milioni erogati in favore dell'amministrazione straordinaria del gruppo Ilva, auspica congrui tempi di esame su un tema di grande rilevanza.

  Davide CRIPPA (M5S) ritiene preliminarmente che sarebbe utile – ma non intende farlo in questa sede – ripercorrere l'insieme dei provvedimenti adottati dal Governo sull'Ilva di Taranto e richiamare tutte le dichiarazioni del Partito democratico sul fatto che, ogni volta, si sarebbe trattato dell'ultimo intervento urgente. Per quanto riguarda la programmazione delle audizioni, non comprende le ragioni per cui ci si limiti in questa fase alla richiesta di contributi scritti ai soggetti segnalati e si rinvii ad un secondo momento lo svolgimento di audizioni. Si dovrebbe infatti disporre del tempo necessario, dal momento che alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la pausa natalizia al primo punto dei lavori dell'Assemblea dovrebbe essere posto il «decreto Giubileo». Pag. 18Avrebbe desiderato, in particolare, chiamare in audizione il commissario Gnudi soprattutto con riferimento alla definizione del piano industriale.
  Chiede alla sottosegretaria Vicari se sia intenzione del Governo creare una bad company, vendere il Gruppo Ilva nel suo complesso o separatamente alcuni rami di azienda come, ad esempio, gli stabilimenti di Novi Ligure e Verona che hanno senza dubbio un valore commerciale diverso rispetto a quello di Taranto. Ritiene che il prestito previsto di ulteriori 300 milioni di euro all'amministrazione straordinaria rappresenti un aiuto di Stato, secondo la normativa europea, si avrà solo al termine della prevista procedura di notifica prevista nell'ambito del decreto-legge ma al riguardo ritiene che non vi siano particolari dubbi da sciogliere. Sottolinea altresì che si tratta di un ulteriore intervento spot privo di obiettivi coerenti, finalizzato a mantenere in vita un malato terminale.
  Evidenzia inoltre come rispetto alle prescrizioni ambientali siano stati fatti ampi sconti, sia stata riconosciuta l'immunità penale ai commissari straordinari, mentre l'indebitamento finanziario del gruppo continua a salire. Su questo specifico aspetto stigmatizza la scelta rivelatasi del tutto infondata sul piano giuridico di destinare le risorse sequestrate alla famiglia Riva al risanamento ambientale. Sempre sulla questione delle risorse finanziarie ricorda che nel disegno di legge di stabilità è prevista un'anticipazione di 800 milioni di euro assistiti da garanzia dello Stato e che ora con il provvedimento in esame vengono anticipati 300 milioni di euro per accelerare le procedure di cessione del gruppo Ilva. A tale proposito, ricorda che probabilmente l'unica affermazione seria fatta dal commissario Gnudi nell'ultima audizione svoltasi il 23 luglio 2015 è che sarebbe stato necessario vendere lo stabilimento di Taranto.
  Non si sofferma, solo per questioni di tempo, ad elencare le procedure di infrazione attualmente aperte a carico dell'Italia sulla questione Ilva ed evidenzia come nell'ultimo provvedimento, che disponeva il dissequestro degli altoforni sottoposti a provvedimento giudiziario, il giudice si pronunciò a favore del rispetto del principio di bilanciamento fra il diritto al lavoro e il diritto alla salute. Al riguardo, non si ritiene si possa affermare che il processo di ambientalizzazione sia andato avanti e che quel principio sia stato rispettato: oggi si assiste al divieto della ASL di Taranto e alla conseguente ordinanza del sindaco rivolta a tutti i cittadini di giocare all'aperto in alcune fasce orarie. Ritiene che la questione sanitaria non potrà essere risolta in caso di cessione ad un altro acquirente, e ciò dimostra il fallimento delle politiche del commissario straordinario che non è stato in grado di assolvere a nessuno dei compiti che gli erano stati attribuiti. Chiede pertanto alla presidenza di garantire tempi adeguati di esame del provvedimento che affronta questioni rilevanti quali la salute dei cittadini, rispetto alla quale l'urgenza della conversione non può rappresentare l'unico criterio cui ispirare le decisioni parlamentari.

  Ludovico VICO (PD) propone di svolgere le audizioni previste a conclusione dell'esame di provvedimento direttamente a Taranto. Osserva che nel provvedimento si intersecano questioni cruciali: la salute dei cittadini, lo sviluppo industriale e le prescrizioni ambientali vincolate per legge. Osservato che il decreto si concentra sull'amministrazione straordinaria, non essendo stato definito un piano industriale, ricorda che la newco è stata annunciata sin dallo scorso mese di settembre. Osserva che per il completamento delle prescrizioni ambientali manca solamente la copertura dei parchi minerari, le cui dimensioni non sono ancora definite, mentre il rifacimento dell'altoforno 5 esso non risponde a una prescrizione, ma rappresenta una scelta di industriale conseguente alla definizione di un piano che purtroppo non è stato ancora realizzato, anche per questo motivo si è resa necessaria l'adozione del decreto.

  Gianluca BENAMATI (PD) sottolinea come il tema centrale che ha sempre ispirato l'azione del Governo e della maggioranza sia Pag. 19stato la continuità aziendale dell'Ilva, non prendendo mai in considerazione l'eventualità di una sua chiusura. Questo perché si ritiene che l'industria dell'acciaio rappresenti una parte rilevante del sistema industriale e dell'economia del Paese. Parimenti strategica appare pertanto l'Ilva stessa, relativamente alla quale bisogna perseguire l'obiettivo della operatività degli stabilimenti e della compatibilità ambientale delle produzioni unitamente alla tutela del diritto alla salute dei cittadini. Il perseguimento di questi due obiettivi ha portato il Governo e il Parlamento a intervenire su una vicenda complessa dal punto di vista industriale, ambientale e occupazionale e com’è evidente con implicazioni finanziarie e normative internazionali. Osserva che il primo intervento di amministrazione straordinaria originariamente messo in campo è stato attivato per ragioni ambientali, primo esempio in Europa. Mentre solo successivamente, anche per il deteriorarsi delle condizioni economiche del gruppo, si è passati alla cosiddetta disciplina Marzano che ha come scopo quello di rilanciare complessi industriali con buone prospettive produttive e occupazionali in temporanea difficoltà finanziaria, ma in grado di assicurare in prospettiva il ritorno alla normale funzionalità aziendale. Sottolineata l'importanza del processo attivato sulle prescrizioni ambientali, osserva che il mancato recupero in questo momento del miliardo e duecento milioni dai fondi riconducibili ad Ilva presenti in Svizzera ha creato una situazione nuova che impone interventi immediati. Il decreto in esame fissa al 30 giugno 2016 la cessione del gruppo Ilva e il termine ultimo per costituire la newco. Ritiene che in sede europea si valuterà se il finanziamento dei 300 milioni previsto dal provvedimento in esame equivalga ad un aiuto di Stato; per parte sua, ritiene che le disposizioni in esame per come formulate siano state assolutamente rispettose della concorrenza. Ben altri esempi, a suo dire, sono evidenti in Europa relativamente alla presenza degli Stati nelle aziende.
   Per quanto riguarda la questione delle audizioni sollevata da alcuni colleghi intervenuti, sottolinea che nell'Ufficio di presidenza congiunto delle Commissioni, svoltosi lo scorso lunedì 14 dicembre, si è deciso di procedere celermente alla presentazione degli emendamenti, chiedendo l'invio di memorie scritte da parte dei soggetti segnalati, perché il decreto è volto sostanzialmente a accelerare le procedure di vendita e a prorogare i termini del completamento del piano ambientale. Nel prossimo mese di gennaio si potrà effettuare un più ampio ciclo di audizioni per approfondire gli aspetti della cessione del gruppo che deve avvenire nei successivi cinque mesi e che rappresenta il vero passaggio cruciale. Si dovranno operare nel prossimo futuro scelte industriali rilevanti, quali il rifacimento dell'altoforno 5, delle modalità della vendita del gruppo, che non sono in alcun modo toccate dal provvedimento in esame.
  Ritiene che tutti i provvedimenti presentati nel corso degli ultimi tre anni sulla questione ILVA abbiano avuto l'unico obiettivo di operare nell'interesse dei siti industriali, dello sviluppo dell'industria siderurgica, della tutela dei lavoratori e della salute delle comunità locali. Nel comprendere le posizioni delle opposizioni, rileva che obiettivo del Governo e della maggioranza è vincere la sfida di assicurare un futuro all'industria siderurgica italiana. Nel preannunciare infine la presentazione di emendamenti da parte del proprio gruppo, osserva che il Fondo di garanzia di 35 milioni di euro individuato nella legge di stabilità per l'indotto deve trovare forme più semplici di accesso da parte delle imprese che si trovano in difficoltà per causa dei crediti maturati nei confronti dell'Ilva.

  La sottosegretaria Simona VICARI, con riferimento alla questione posta dal deputato Crippa relativa alla vendita del gruppo ILVA, sottolinea che è obiettivo della procedura di amministrazione straordinaria è cedere il gruppo nel suo complesso e non per parti separate. Per quanto riguarda invece la questione relativa agli aiuti di Stato, precisa che nel momento in cui si prevede che l'aggiudicatario debba restituire con gli interessi di mercato i 300 milioni anticipati, in base Pag. 20alle disposizioni del decreto in esame, non appare configurabile alcuna fattispecie che possa prefigurare un'infrazione europea. Osserva, altresì, che le spese per il completamento del processo di ambientalizzazione dovranno essere sostenute dal cessionario che dovrà elaborare anche il piano industriale. Aggiunge che il decreto è volto ad accelerare le procedure di cessione del gruppo fissando il termine al 30 giugno 2016 e scongiurando al contempo il fermo dell'attività produttiva.
  Per quanto riguarda la copertura dei parchi minerari, ricorda che la scadenza fissata al 4 agosto 2016 è stata prorogata dal provvedimento in esame al 31 dicembre 2017. Aggiunge che il piano sulle prescrizioni potrà essere adempiuto dal cessionario coordinandolo con il piano industriale che ha proposto. Se, ad esempio, in base al nuovo piano industriale, si decidesse di sostituire la produzione a carbone con quella a gas del preridotto certamente vi sarebbe una riduzione dell'inquinamento ambientale. Assicura che il Governo non prevede al momento esuberi e che per 4 mila lavoratori saranno confermati ancora per un anno i contratti di solidarietà.

  Ludovico VICO (PD) sollecita la presenza del Ministro Guidi alla discussione del decreto-legge, trattandosi di questioni generali attinenti alla politica industriale del Governo.

  Gianluca BENAMATI (PD) osserva che il piano industriale implica di scelte impegnative. Stante la sovraccapacità produttiva della siderurgia europea rispetto ai consumi interni – e non è questo il caso dell'Italia – è chiaro che il nostro Paese dovrà condurre a livello europeo una battaglia perché la selezione degli impianti da chiudere si basi anche su criteri di efficienza e ambientale, evitando di penalizzare il nostro tessuto industriale anche dopo gli investimenti in corso. In caso contrario, infatti, si potrebbe verificare anche all'interno dell'Unione quel dumping ambientale da sempre attribuito ai Paesi extraeuropei. Sottolinea che a livello nazionale devono essere seguite le cosiddette best available practice, ma che l'Italia deve pretendere che le scelte degli impianti da considerare prioritari in Europa siano condotte sui medesimi criteri.

  Davide CRIPPA (M5S), intende svolgere brevi considerazioni a seguito degli interventi dei colleghi e della sottosegretaria. Per quanto riguarda la trasformazione a gas degli impianti Ilva, ritiene opportuno sottolineare che si tratterebbe di una ipotesi alquanto irrealistica perché comporterebbe un completo rifacimento degli impianti di Taranto, ma soprattutto la definizione di una strategia industriale. Prime della trasformazione si dovrebbe decidere se l'Italia intende posizionarsi sulla produzione di base per cui dovrebbe confrontarsi con paesi come la Corea, che sono all'avanguardia su tali impianti e hanno costi di manodopera ed energia molto inferiori rispetto a quelli italiani. Ritiene che la produzione italiana dovrebbe puntare alla trasformazione in cui potrebbe raggiungere livelli di eccellenza. Ritiene pertanto assurdo decidere il rifacimento dell'altoforno 5.
  In merito alla sovrapproduzione dell'acciaio nel nostro Paese sottolinea come si tratti di una questione nota da tempo e che in altri Paesi, sempre in situazione eccedentaria sono stati fatti interventi nel settore siderurgico, ma in un'ottica sistematica e in base ad un progetto di investimenti realistici. Al riguardo, sarebbe interessante riuscire a calcolare quante risorse sono state destinate, in termini di sussidi diretti e alle aziende dell'indotto dell'acciaio e quante risorse in termini di ammortizzatori sociali per i lavoratori del settore. Non ritiene si tratti – come rilevato dal collega Benamati – di vincere la sfida di sostenere la siderurgia in Italia, ma di prevedere di volta in volta deroghe per aggirare regole e prescrizioni.
  Ritiene infine aberrante procedere alle audizioni dopo l'esame degli emendamenti, ipotesi svilente per il Parlamento e quasi offensiva nei confronti degli interessi dei cittadini. Chiede di attendere le decisioni della Conferenza dei Presidenti di gruppo prevista domani per valutare lo spazio da Pag. 21dedicare ad eventuali audizioni prima dell'inizio della fase emendativa. Dichiara altresì di condividere la proposta del collega Vico di svolgere le audizioni a Taranto, se non altro per rendersi conto visivamente delle condizioni di elevato degrado ambientale di quel territorio. Ritiene infine che la ministra Guidi dovrebbe assumersi la responsabilità del provvedimento in esame assicurando la sua presenza durante i lavori delle Commissioni, così come fanno altri ministri per i rispettivi provvedimenti.

  Federico MASSA (PD), relatore per l'VIII Commissione, rileva come alcune sollecitazioni emerse dal dibattito siano fondate, soprattutto con riferimento all'indotto. Invita poi a considerare che con i decreti-legge sull'ILVA non si è inteso e non si intende decidere sulla migliore politica industriale nel settore siderurgico, ma si è affrontata e si affronta un'emergenza che inizialmente riguardava il profilo ambientale e che successivamente ha assunto anche i caratteri di un'emergenza economico-finanziaria. Ritiene che in questa prospettiva vi sia continuità tra i diversi provvedimenti d'urgenza emanati dal Governo e che l'evoluzione del percorso porterà alla vendita del complesso aziendale. A tale riguardo, fa notare come sia però eccessivo pensare di esaminare e valutare le specifiche tecniche della procedura, che è una procedura rivolta al mercato.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, sottolinea che la situazione dell'Ilva è caratterizzata non solo da emergenza, ma da difficoltà eccezionali. Non ricorda una vertenza aziendale così difficile da districare: manca la proprietà, non perché sia stata espropriata, a perché ha portato l'azienda al fallimento accumulando profitti fuori dall'Italia. Si è dovuto pertanto procedere a una struttura di commissariamento speciale data la «specialità» del gruppo. In secondo luogo, vi è un mercato difficile e, nel contempo, la richiesta di mantenere un presidio forte di produzione siderurgica in Italia. Vi è inoltre un problema enorme di risanamento e di investimenti ambientali ed è necessario un piano industriale che affronti tutte le questioni richiamate, trovando peraltro un acquirente. Aggiunge che, essendovi in Europa una produzione eccedentaria di acciaio, nel caso in cui si dismetta la siderurgia in Italia si diventerebbe ancor più dipendenti dall'importazione estera.
  Sottolinea che sono stati fatti tentativi di risolvere questa complicatissima situazione nei quali sono state effettuale, a volte, anche forzature, quali la responsabilità degli amministratori o l'utilizzo delle risorse sequestrate ai Riva. Il provvedimento in esame certamente non risolve i problemi, ma garantisce continuità produttiva e occupazionale in un settore strategico per il Paese. È pertanto necessario convertirlo in legge entro il prossimo 2 febbraio, in caso contrario si potrà assistere solo al fallimento del gruppo industriale.
  Ritiene che la vera partita si giocherà a partire dal giorno successivo alla conversione in legge del decreto in esame, quando si dovrà individuare un acquirente per il gruppo Ilva. In questo senso, ritiene che la scelta di procedere alle audizioni dal mese di gennaio 2016 sia l'unica percorribile, dal momento che sarà importante comprendere i criteri e le modalità che cui dovrà essere improntata la vendita del gruppo nei successivi cinque mesi. Ritiene, infatti, che sull'individuazione di un cliente solido e adeguato di gioca il futuro della siderurgia italiana e di un presidio industriale fondamentale per il Mezzogiorno e per l'intero Paese. Per questi motivi ritiene che sarà necessario audire la Ministra Guidi, i commissari, gli amministratori locali, Confindustria e anche rappresentanti delle istituzioni europee per consentire alle Commissioni di seguire tutto l'iter della cessione del gruppo industriale.
  Ricorda, infine, che il termine per la presentazione degli emendamenti è stato fissato martedì 22 dicembre 2015, alle ore 12.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 17.