CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 novembre 2015
548.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO

TESTO AGGIORNATO AL 1° DICEMBRE 2015

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SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 26 novembre 2015. — Presidenza del presidente Michele BORDO. — Interviene il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega agli Affari europei, Sandro Gozi.

  La seduta comincia alle 8.15.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Michele BORDO, presidente, comunica che entra a far parte della Commissione il deputato Nicola Fratoianni.

Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (Legge di stabilità 2016).
C. 3444 Governo, approvato dal Senato.
Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018 e relativa nota di variazioni.
C. 3445 Governo, approvato dal Senato e C. 3445-bis Governo, approvato dal Senato.
Tabella n. 2: Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018 (limitatamente alle parti di competenza).
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame congiunto e conclusione – Relazione favorevole con condizione sul disegno di legge C. 3444. Relazione favorevole sul disegno di legge C. 3445).

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  La Commissione prosegue l'esame congiunto dei provvedimenti in oggetto, rinviato nella seduta del 25 novembre 2015.

  Michele BORDO, presidente, ricorda che sul disegno di legge di stabilità sono state presentate quattro proposte emendative, pubblicate in allegato al resoconto della seduta di ieri e che saranno oggi poste in votazione (vedi allegato 1). Ricorda altresì che tali emendamenti, ove approvati, saranno inclusi nella relazione della Commissione; ove respinti, è invece necessario che gli stessi vengano ripresentati alla Commissione bilancio, anche al solo fine di consentire a quest'ultima di respingerli ai fini della ripresentazione in Assemblea.
  Intervenendo in sostituzione dell'onorevole Camani, raccomanda quindi l'approvazione degli emendamenti 1.1, 1.2 e 1.3 della relatrice, formulando un invito al ritiro dell'emendamento 1.4 Occhiuto.

  Sandro GOZI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con delega agli Affari europei, esprime pareri conformi a quelli formulati dal presidente, fatta eccezione per l'emendamento 1.3 della relatrice del quale chiede una riformulazione al fine di semplificarne il dettato e di ridurne l'effetto nel tempo, limitandone l'applicazione retroattiva che potrebbe determinare contenzioso.

  Michele BORDO, presidente, intervenendo in sostituzione della relatrice, accoglie la riformulazione proposta dal Governo dell'emendamento 1.3.

  La Commissione approva quindi, con distinte votazioni, gli emendamenti 1.1, 1.2 e 1.3 (Nuova formulazione) della relatrice e respinge l'emendamento 1.4 Occhiuto.

  Michele BORDO, presidente, formula, in sostituzione della relatrice una proposta di relazione favorevole con condizione sul disegno di legge di stabilità (vedi allegato 2), che illustra.

  Sergio BATTELLI (M5S) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento.

  Florian KRONBICHLER (SI-SEL) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione favorevole con condizione.

  Vanessa CAMANI (PD), relatrice, formula una proposta di relazione favorevole (vedi allegato 3) sul disegno di legge recante Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018 e relativa nota di variazioni, nonché sulla Tabella n. 2, recante Stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno finanziario 2016 e per il triennio 2016-2018 (limitatamente alle parti di competenza).

  Cosimo PETRAROLI (M5S) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento.

  Florian KRONBICHLER (SI-SEL) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sul provvedimento.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di relazione favorevole formulata dalla relatrice.
  La Commissione delibera quindi, ai sensi dell'articolo 120, comma 3, di nominare l'onorevole Camani quale relatrice presso la V Commissione.

  La seduta termina alle 8.30.

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 26 novembre 2015 — Presidenza del presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 14.35.

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Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul trasferimento e la messa in comune dei contributi al Fondo di risoluzione unico, con Allegati, fatto a Bruxelles il 21 maggio 2014, con processo verbale di rettifica, fatto a Bruxelles il 22 aprile 2015.
C. 3449 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione avvia l'esame del provvedimento in titolo.

  Dalila NESCI (M5S) interviene in apertura di seduta per chiedere chiarimenti in ordine alle motivazioni che hanno condotto alla convocazione della Commissione e circa i tempi di esame del provvedimento. Sottolinea che il M5S non intende procedere nella giornata odierna all'espressione del parere, che merita adeguato esame istruttorio, e invita la presidenza a garantire un andamento dei lavori dignitoso e rispettoso dei diritti delle opposizioni.

  Michele BORDO, presidente e relatore, richiama quanto chiarito dalla Presidente della Camera nella seduta dell'Assemblea appena conclusa, ovvero che, a motivo della necessità di approvare il provvedimento entro il prossimo 1 gennaio, la Conferenza dei Presidenti di gruppo riunitasi ieri sera ha stabilito di avviarne nella giornata di oggi l'esame in Aula. Il M5S ha chiesto un tempo più ampio per la discussione presso la Commissione Affari esteri, competente per il merito, che è stato concesso sino alle ore 17 di oggi. Quanto alla XIV Commissione, che è ora riunita in sede consultiva, non può che attenersi alle indicazioni della Presidenza della Camera, pur nella consapevolezza che tempi così ristretti non consentono adeguato approfondimento. Aveva in effetti qualche perplessità, in considerazione dello scarso tempo a disposizione, circa l'opportunità di esprimere il prescritto parere, ma anche a seguito della sollecitazione pervenuta proprio da parte del M5S, ha convocato la Commissione sul punto.
  Illustra quinti i contenuti del provvedimento, ricordando che nell'Ecofin del 18 dicembre 2013 è stato presentato il cosiddetto Meccanismo unico di risoluzione (Single Resolution Mechanism – SRM), organo-chiave dell'Unione bancaria europea, al quale si affianca un Trattato intergovernativo, quello al nostro esame oggi, che stabilisce l'obbligo degli Stati membri di trasferire le contribuzioni delle banche aventi sede nel proprio territorio al fondo di risoluzione unico (SRF).
  Insieme al Codice unico europeo e al Meccanismo di vigilanza unico, il Meccanismo di risoluzione unico rappresenta uno dei tre pilastri dell'Unione bancaria europea, il cui fine è garantire che il settore bancario nella zona euro e nell'Unione europea sia sicuro e affidabile, e che le banche insolvibili siano soggette a risoluzione senza ricorrere al denaro dei contribuenti e riducendo al massimo l'impatto sull'economia reale.
  Le norme relative al Meccanismo di risoluzione unico (SRM), quando entreranno in vigore, si applicheranno alle banche degli Stati membri della zona euro e a quelle dei Paesi dell'UE che scelgono di aderire all'Unione bancaria.
  Il Meccanismo è disciplinato dal Regolamento (UE) n. 806/2014, che fissa norme ed una procedura uniformi per la risoluzione degli enti creditizi e di talune imprese di investimento, e consta di un'autorità di risoluzione a livello dell'UE – il Comitato di risoluzione unico – e di un Fondo di risoluzione comune, finanziato dal settore bancario.
  Il Fondo verrà costituito nell'arco di 8 anni, e dovrebbe raggiungere almeno l'1 per cento dell'importo dei depositi protetti di tutti gli enti creditizi autorizzati in tutti gli Stati che fanno parte dell'Unione bancaria, per un totale stimato di circa 55 miliardi di euro. Il contributo dovuto da ciascuna banca sarà calcolato in percentuale dell'ammontare delle sue passività (con l'esclusione dei fondi propri e dei depositi protetti) rispetto alle passività aggregate (esclusi i fondi propri e i depositi protetti) di tutti gli enti creditizi autorizzati Pag. 358negli Stati membri partecipanti, e adattato in proporzione ai rischi assunti di ciascun ente.
  I contributi delle banche raccolti a livello nazionale saranno trasferiti al Fondo di risoluzione unico, al quale sarà possibile accedere solo in caso di applicazione corretta e totale delle norme di bail-in e dei principi stabiliti nella direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche e nel regolamento sul meccanismo di risoluzione unico. Tale condizione è volta a garantire il rispetto di uno dei princìpi portanti dell'Unione bancaria, ossia che il costo dei dissesti bancari gravi sul settore finanziario e non sui contribuenti.
  Il Fondo sarà inizialmente costituito da «comparti nazionali», che verranno fusi in modo graduale durante una fase transitoria della durata di otto anni. La messa in comune dell'utilizzo dei fondi versati inizierà con il 40 per cento nel primo anno e un ulteriore 20 per cento nel secondo, per poi aumentare di un importo costante per i successivi sei anni finché i comparti nazionali non cesseranno di esistere.
  Nel caso di crisi le risorse utilizzate sarebbero in primis quelle dei comparti corrispondenti agli Stati in cui hanno sede le banche coinvolte dalla procedura di risoluzione mentre le risorse degli altri comparti verranno coinvolte con un meccanismo di mutualità gradualmente crescente.
  L'accordo in esame definisce, per la succitata fase transitoria, le modalità per il trasferimento e la messa in comune dei fondi.
  La decisione di ricorrere allo strumento d un autonomo accordo internazionale, è stata assunta dal Consiglio allo scopo di venire incontro alle preoccupazioni di natura giuridica e costituzionale sollevate da alcuni Stati membri – in primis, la Germania – secondo i quali i Trattati vigenti non offrivano una base legale sufficiente per imporre alle banche un obbligo di contribuzione diretta al Fondo.
  L'accordo è stato firmato da 26 Stati membri (tutti i Paesi membri dell'UE a parte Regno Unito e Svezia) il 21 maggio 2014. In una dichiarazione separata, i firmatari hanno espresso l'intenzione di completare il processo di ratifica in tempo perché l'SRM diventi operativo entro il 1o gennaio 2016. Successivamente, la Commissione europea ha fissato nel 26 novembre l'ultimo giorno utile per rispettare la succitata scadenza. Da qui l'urgenza dell'approvazione del disegno di legge.
  Gli Stati non appartenenti alla zona euro che hanno firmato l'accordo usufruiranno dei diritti e dovranno osservare gli obblighi che ne discendono solo una volta aderito al Meccanismo di vigilanza unico e al Meccanismo di risoluzione unico.
  Il disegno di legge di ratifica – approvato dal Senato – si compone di 4 articoli che dispongono l'autorizzazione alla ratifica, l'ordine di esecuzione, la clausola di invarianza finanziaria e l'entrata in vigore. Trattandosi di contributi delle banche non sono previsti oneri diretti per le finanze pubbliche.
  Formula quindi una proposta di parere favorevole.

  Dino ALBERTI (M5S) illustra le motivazioni alla base del voto contrario che il M5S intende esprimere sul provvedimento in esame, trasmesso dal Senato solo alle ore 19 di ieri e che – con decisione a suo avviso poco democratica – è stato oggi posto all'ordine del giorno dei lavori dell'Assemblea.
  Rileva quindi, nel merito, che il Fondo di risoluzione unico del quale si prevede l'istituzione rappresenta uno dei tre pilastri dell'Unione bancaria europea, Unione a cui il suo gruppo è nettamente contrario. Analoga posizione contraria hanno assunto altri Stati membri dell'UE, quale l'Inghilterra, che infatti non fa parte dell'Unione bancaria, né dell'Unione monetaria, sebbene detenga quote di capitale della BCE.
  Si dice – come ha rilevato anche il relatore – che uno dei motivi dell'istituzione del Fondo sia di ottenere che le banche insolvibili siano soggette a risoluzione senza ricorrere al denaro dei contribuenti; rileva tuttavia che per tale finalità non serve affatto una unione bancaria Pag. 359e monetaria. In Italia opera già infatti e con eccellenti risultati – come dimostrato dal recente salvataggio della banca Tercas – il Fondo interbancario per la tutela dei depositi, che interviene nei casi di crisi.
  Il Fondo di risoluzione unico prevede invece, quale requisito per l'accesso, la corretta e totale applicazione delle norme sul bail-in, ovvero di quel meccanismo che consente l'azzeramento dei fondi dei piccoli risparmiatori in caso di crisi dell'istituto di credito e che l'Italia – con il parere contrario del M5S – ha voluto ratificare.
  Sottolinea inoltre che il Fondo, sebbene istituito tra banche, ovvero tra soggetti privati, è oggetto di un accordo tra Stati, dovendo le risorse messe a disposizione dalle banche medesime confluire in un Fondo unico europeo. Si tratta di un passaggio poco limpido, poiché in tal modo si obbligano di fatto gli istituti di credito – in realtà quelli più grandi, quattro dei quali appena salvati dal decreto-legge 183 del 2015 – a sottostare al nuovo sistema.
  Il provvedimento stabilisce poi che nei primi otto anni, periodo transitorio, le banche potranno usare unicamente, in casi di crisi, le proprie risorse; si chiede allora se non basterebbe il ricorso al Fondo interbancario.
  Il M5S ha elaborato alcune proposte alternative per il salvataggio degli istituti di credito in crisi: innanzitutto la separazione tra banche commerciali e banche finanziarie. Si tratta di un tema molto discusso, quindi insabbiato. Ricorda che attualmente, sulla base degli Accordi di Basilea, a qualsiasi operazione di prestito deve corrispondere una quota di capitale di riserva pari all'8 per cento della somma prestata. È questo scarto che ha determinato la bolla finanziaria che ha condotto alla crisi finanziaria. Nel sistema della separazione, invece, le banche commerciali prestano solo quello che raccolgono. Il secondo intervento proposto dal suo gruppo è il ritorno ad una banca centrale italiana in mano pubblica, che svolga serie funzioni di vigilanza.

  Rocco BUTTIGLIONE (AP) concorda interamente con le proteste avanzate dai colleghi del M5S in ordine alle modalità di esame del provvedimento, che avrebbe meritato un lavoro istruttorio approfondito, sebbene – ricorda ai colleghi – i trattati internazionali non siano emendabili in sede di ratifica. Si dimostra in questa occasione la sistematica carenza del Parlamento italiano nella valutazione degli atti dell'Unione europea, il cui impatto sulla politica nazionale viene ampiamente sottovalutato. Invita il Presidente della Commissione a farsi carico della questione, che ha già in diverse occasioni sollevato, senza tuttavia trovare il necessario ascolto da parte dei Capigruppo e della Presidenza della Camera.
  Quanto al contenuto deve invece dissentire da quanto esposto dal deputato Alberti. Si tratta infatti a suo avviso di un provvedimento giustissimo, che trae origine dalle molte crisi bancarie già avvenute e che mette in piedi un sistema che non obbligherà più gli Stati, ovvero i contribuenti, a pagare, ma i banchieri, gli azionisti e più in generale i creditori delle banche, che sono anche i correntisti, sui quali ricade l'onere di avere particolare cautela nella scelta dell'istituto di credito cui affidare i propri risparmi.
  Si tratta quindi di un provvedimento molto utile, che ha quale limite l'inadeguatezza dei finanziamenti.
  Preannuncia quindi il voto favorevole del suo gruppo.

  Antonino MOSCATT (PD) osserva come il rilievo del provvedimento avrebbe certamente meritato qualche ora di dibattito in più, ma si deve nel contempo essere consapevoli dell'urgenza della sua approvazione.
  Ricorda quindi al collega Alberti – che ha svolto una controrelazione – che la XIV Commissione è chiamata a valutare prevalentemente i profili di compatibilità del provvedimento con il diritto dell'Unione europea.

  Dalila NESCI (M5S) rileva che il deputato Alberti non ha svolto una controrelazione ma ha inteso lasciare agli atti le motivazioni del dissenso del M5S sul disegno Pag. 360di legge in esame. Ribadisce che il suo gruppo contrasterà in ogni sede il provvedimento.

  Michele BORDO, presidente e relatore, conferma di non aver riscontrato alcun profilo di contrasto delle disposizioni in esame con la normativa dell'Unione europea, e per tali motivi ha formulato una proposta di parere favorevole.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata.

  La seduta termina alle 15.

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