CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 26 novembre 2015
548.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 68

COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI

COMUNICAZIONI DELLA PRESIDENTE

  Giovedì 26 novembre 2015. – Presidenza della presidente Pia Elda LOCATELLI.

  La seduta comincia alle 8.35.

Sul programma dei lavori del Comitato.

  Pia Elda LOCATELLI, presidente, nell'osservare che la finalità della seduta è precisare gli elementi utili a definire l'agenda dei lavori per i prossimi mesi del Comitato, recentemente ricostituito nell'ambito della Commissione, auspica che – quanto al metodo di lavoro, al pari del suo predecessore, onorevole Marazziti – vi possa essere una regolarità delle sedute, compatibilmente con i lavori dell'Assemblea e della Commissione, e un'assidua partecipazione ai lavori di tutti i suoi componenti.
  Rammenta che in merito all'attività conoscitiva – costituente il filone principale di attività del Comitato – è in corso l'indagine sulla tutela dei diritti delle minoranze per il mantenimento della pace e della sicurezza a livello internazionale, il cui termine di scadenza è previsto per il Pag. 69prossimo 31 dicembre. Tale indagine conoscitiva è stata motivata da un'esigenza irrinunciabile per un Paese come l'Italia, che identifica nella tutela dei diritti umani e delle libertà fondamentali una delle proprie linee portanti di politica estera, anche in risposta all'impulso derivante dal monitoraggio periodico nei confronti dell'Italia da parte del Consiglio dell'ONU per i diritti umani.
  Evidenzia, quindi, che l'indagine conoscitiva si è rivelata particolarmente importante anche alla luce della tragedia umanitaria rappresentata dal conflitto in Siria e dall'espansione di Daesh, che consolida sempre più la sua strategia volta al genocidio di specifici gruppi etnici e religiosi, con la connessa escalation di episodi di devastante terrorismo che hanno recentemente colpito il cuore dell'Europa occidentale, oltre che obiettivi nelle aree prossime al conflitto siriano e alla questione mediorientale, e del dilagare di episodi di intolleranza di tipo antisemita e islamofobico.
  Rammenta, inoltre, che l'indagine ha dedicato dunque specifici approfondimenti ai contesti internazionali in cui il tema dei diritti delle minoranze – in particolare di quelle religiose – appare cruciale anche ai fini dell'azione di politica estera dell'Italia rispetto agli obiettivi di pace e stabilità.
  Ricordando le audizioni già svolte nell'ambito dell'indagine conoscitiva e riproponendo tale filone di indagine, ritiene opportuno focalizzare l'attività conoscitiva del Comitato sugli aspetti inerenti la condizione della donna, anche alla luce degli sviluppi della parità di genere nel contesto internazionale, e sul ruolo positivo – del resto, ampiamente provato – che l'evoluzione della stessa parità di genere può svolgere con riferimento al perseguimento degli obiettivi di pace e stabilità, in particolare nelle aree di crisi e di conflitto, e in relazione alla lotta alla violenza contro le donne e alla tratta e sfruttamento di esseri umani. Richiama a tal proposito la risoluzione ONU n. 1325 del 2000 su «Donne, pace e sicurezza», che valorizza appunto il ruolo e il contributo delle donne nella prevenzione e nella risoluzione dei conflitti, nel peacekeeping e nel peacebuilding – risoluzione di cui si è recentemente celebrato il quindicesimo anniversario dell'approvazione, avvenuta all'unanimità – oltre ai numerosi altri atti internazionali in tal senso.
  Per quanto riguarda il raccordo con gli organismi internazionali che si occupano di questioni connesse alla tutela dei diritti umani, reputa parimenti necessario sviluppare e mantenere un contatto periodico del Comitato con il board dell'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali (FRA – Fundamental Rights Agency).
  Ricorda poi che il Comitato potrà procedere anche all'esame di atti dell'Unione europea, a cominciare dalla Relazione annuale dell'Unione europea sui diritti umani, del Parlamento europeo e delle Assemblee parlamentari internazionali (Consiglio d'Europa, NATO, OSCE) che sono trasmessi al Parlamento e in esito al cui esame il Comitato può predisporre una risoluzione da sottoporre alla Commissione.
  Rileva la pluralità di istituzioni che si occupano, a vario titolo, di diritti umani, evidenziando il rischio di una eccessiva frammentazione, e la necessità di un collegamento al fine di perseguire un'azione più efficace sul fronte della tutela dei diritti umani. Al proposito, manifesta anche l'opportunità di mantenere il contatto con la Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, presieduta dal senatore Manconi nell'altro ramo del Parlamento, dal quale ha già ricevuto manifestazioni di piena disponibilità ad un percorso di lavoro comune.
  Segnala ancora, in conclusione, la fondamentale questione dell'istituzione in Italia di un organismo nazionale indipendente per la promozione e la protezione dei diritti umani e delle libertà fondamentali, ai sensi della risoluzione dell'Assemblea Generale delle Nazioni Unite n. 48/134 del 1993, in attuazione dei cosiddetti Princìpi di Parigi. Desidera evidenziare, al proposito, che sono giacenti presso questo ramo del Parlamento le proposte di legge di iniziativa dei colleghi Chaouki ed altri, Pag. 70Scagliusi ed altri, e Marazziti e Nicoletti, e che il provvedimento è incardinato al Senato presso la I Commissione, dove prevedibilmente il lavoro di esame riprenderà nel gennaio del 2016. Rileva in particolare che l'istituzione di tale organismo è stata oggetto di un esplicito impegno dell'Italia in sede di candidatura italiana al Consiglio delle Nazioni Unite per i diritti umani. Auspica pertanto, pur rientrando la materia nella specifica competenza della Commissione Affari costituzionali, una prossima ripresa dell’iter legislativo sul tema, ribadendo la necessità di colmare il ritardo accumulato dal nostro Paese, al fine di razionalizzare gli interventi e pervenire all'adozioni di strumenti più efficaci sul tema della tutela e salvaguardia dei diritti umani.
  Tutto ciò premesso, invita i colleghi a formulare ulteriori proposte e valutazioni in ordine al programma dei lavori del Comitato.

  Franco CASSANO (PD), nell'osservare che il tema dei diritti umani si è prestato spesso ad essere utilizzato per finalità diverse, talvolta anche come veicolo di giustificazione di interventi armati in alcune aree del mondo, richiama l'attenzione a considerare le differenze culturali delle tradizioni diverse da quella occidentale, chiarendo che non si tratta di adottare un punto di vista ispirato al relativismo culturale, ma di far prevalere l'esigenza di costruire un rapporto di reciproca comunicazione, evitando di porre il retaggio della cultura occidentale su un piano di superiorità rispetto alle altre tradizioni.

  Pia Elda LOCATELLI, presidente, ricordando che già in occasione di numerose iniziative sulla condizione femminile si è discusso del tema evocato dal collega Cassano, concorda sull'invito al reciproco ascolto tra diverse impostazioni culturali, senza per ciò stesso scadere in una forma di relativismo culturale, e osserva che si è spesso posto l'accento sul rispetto dei tempi necessari ad arrivare alla modifica di alcune tradizioni culturali. A tal proposito, richiama esperienze personali e l'evoluzione che si è avuta nella sensibilità culturale nel nostro Paese, ponendo in particolare l'accento su aspetti drammatici rispetto ai quali non può più essere richiesto tempo per l'evoluzione, ma occorre porre in essere azioni concrete, ad esempio per combattere la pratica delle mutilazioni genitali femminili e il problema dei matrimoni precoci e forzati, recentemente posto all'attenzione dei mezzi di comunicazione, le cui dimensioni anche nel nostro Paese sono probabilmente sottostimate. Nel ribadire pertanto la necessità di prestare ascolto alle altre culture, senza porsi in una posizione di superiorità, evidenzia che vi sono diritti umani dalla cui difesa non si può assolutamente prescindere.

  Franco CASSANO (PD), nel richiamare il ruolo svolto da alcune associazioni femministe di donne di religione islamica attive nel Maghreb, invita a monitorarne l'attività ai fini del lavoro del Comitato, anche attraverso audizioni con docenti universitari specialisti di queste problematiche.

  Pia Elda LOCATELLI, presidente, ringrazia il collega Cassano per le interessanti osservazioni e proposte e, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara svolte le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 8.55.

SEDE REFERENTE

  Giovedì 26 novembre 2015. – Presidenza del vicepresidente Erasmo PALAZZOTTO. – Interviene il Sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 9.05.

Pag. 71

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul trasferimento e la messa in comune dei contributi al Fondo di risoluzione unico, con Allegati, fatto a Bruxelles il 21 maggio 2014, con processo verbale di rettifica, fatto a Bruxelles il 22 aprile 2015.
C. 3449 Governo, approvato dal Senato.

(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, nell'introdurre il provvedimento rileva che nell'ECOFIN del 18 dicembre 2013 è stato presentato il cosiddetto Meccanismo Unico di Risoluzione (Single Resolution Mechanism – SRM), organo-chiave dell'Unione bancaria europea, al quale si affianca un Trattato intergovernativo, quello al nostro esame, che stabilisce l'obbligo degli Stati membri di trasferire le contribuzioni delle banche aventi sede nel proprio territorio al fondo di risoluzione unico (SRF).
  Evidenzia che insieme al Codice unico europeo e al Meccanismo di vigilanza unico, il Meccanismo Unico di Risoluzione rappresenta uno dei tre pilastri dell'Unione bancaria europea, il cui fine è garantire che il settore bancario nella zona euro e nell'Unione europea sia sicuro e affidabile, e che le banche insolvibili siano soggette a risoluzione senza ricorrere al denaro dei contribuenti e riducendo al massimo l'impatto sull'economia reale.
  Nota poi che il primo pilastro e l'asse portante dell'Unione bancaria è il cd. «Codice unico europeo», dovendosi intendere col termine un insieme di testi legislativi applicabili a tutti gli enti finanziari e a tutti i prodotti finanziari dell'Unione, e riguardanti in primo luogo i requisiti patrimoniali delle banche, i sistemi di garanzia dei depositi e la gestione delle banche in dissesto.
  Quanto al secondo pilastro dell'Unione bancaria pone in evidenza che esso è rappresentato dal Meccanismo di vigilanza unico, un organo di vigilanza bancaria sovranazionale volto a garantire la solidità del settore finanziario europeo mediante controlli approfonditi e periodici dello stato di salute delle banche, effettuati in base a norme identiche per tutti i paesi dell'UE.
  Ricorda ancora che i compiti di vigilanza sono attribuiti alla BCE, in collaborazione con le autorità di vigilanza nazionali. La BCE ha il potere di condurre valutazioni prudenziali, ispezioni in loco e indagini; di concedere o revocare licenze bancarie; di valutare l'acquisto e la cessione di partecipazioni qualificate in enti creditizi; di assicurare la conformità alla normativa prudenziale dell'UE e a fissare requisiti patrimoniali più elevati (cd. «riserve») per scongiurare ogni rischio finanziario. La BCE esercita una vigilanza diretta su 123 banche «significative» dei Paesi partecipanti all'Unione bancaria, che detengono quasi l'82 per cento degli attivi bancari nell'area dell'euro. Per quanto concerne le banche considerate «meno significative», esse continuano a essere sottoposte alla vigilanza esercitata dalle autorità nazionali competenti, in stretta collaborazione con la stessa BCE.
  Rammenta altresì che il terzo pilastro dell'Unione bancaria è il Meccanismo di risoluzione unico: gli obiettivi principali di questo pilastro consistono nel rafforzare la fiducia nel settore bancario; nell'impedire la corsa agli sportelli e il contagio nelle situazioni di dissesto; nel ridurre al minimo la relazione negativa tra banche ed emittenti sovrani; nell'eliminare la frammentazione del mercato interno dei servizi finanziari.
  Circa le norme relative al Meccanismo Unico di Risoluzione (SRM), nota che quando entreranno in vigore, si applicheranno alle banche degli Stati membri della zona euro e a quelle dei Paesi dell'UE che scelgono di aderire all'Unione bancaria.
  Evidenzia ancora che, disciplinato dal Regolamento (UE) n. 806/2014, che fissa norme ed una procedura uniformi per la risoluzione degli enti creditizi e di talune imprese di investimento nel quadro del meccanismo di risoluzione unico e del Fondo di risoluzione unico, l'SRM consta di un'autorità di risoluzione a livello dell'UE: Pag. 72il Comitato di risoluzione unico e di un Fondo di risoluzione comune, finanziato dal settore bancario.
  Ricorda inoltre che il Fondo verrà costituito nell'arco di 8 anni, e dovrebbe raggiungere almeno l'1 per cento dell'importo dei depositi protetti di tutti gli enti creditizi autorizzati in tutti gli Stati che fanno parte dell'Unione bancaria, per un totale stimato di circa 55 miliardi di euro. Il contributo dovuto da ciascuna banca sarà calcolato in percentuale dell'ammontare delle sue passività (con l'esclusione dei fondi propri e dei depositi protetti) rispetto alle passività aggregate (esclusi i fondi propri e i depositi protetti) di tutti gli enti creditizi autorizzati negli Stati membri partecipanti, e adattato in proporzione ai rischi assunti di ciascun ente.
  Pone all'attenzione della Commissione che i contributi delle banche raccolti a livello nazionale saranno trasferiti al Fondo di risoluzione unico, al quale sarà possibile accedere solo in caso di applicazione corretta e totale delle norme di bail-in e dei principi stabiliti nella direttiva sul risanamento e la risoluzione delle banche e nel regolamento sul meccanismo di risoluzione unico. Tale condizione è volta a garantire il rispetto di uno dei princìpi portanti dell'Unione bancaria, ossia che il costo dei dissesti bancari gravi sul settore finanziario e non sui contribuenti.
  Ricorda poi che il Fondo sarà inizialmente costituito da «comparti nazionali», che verranno fusi in modo graduale durante una fase transitoria della durata di otto anni. La messa in comune dell'utilizzo dei fondi versati inizierà con il 40 per cento nel primo anno e un ulteriore 20 per cento nel secondo, per poi aumentare di un importo costante per i successivi sei anni finché i comparti nazionali non cesseranno di esistere.
  Osserva ancora che nel caso di crisi le risorse utilizzate sarebbero in primis quelle dei comparti corrispondenti agli Stati in cui hanno sede le banche coinvolte dalla procedura di risoluzione mentre le risorse degli altri comparti verranno coinvolte con un meccanismo di mutualità gradualmente crescente.
  Pone altresì in rilievo che l'accordo all'esame della Commissione definisce, per la succitata fase transitoria, le modalità per il trasferimento e la messa in comune dei fondi.
  Quanto alla decisione di ricorrere allo strumento d un autonomo accordo internazionale, ricorda che essa è stata assunta dal Consiglio allo scopo di venire incontro alle preoccupazioni di natura giuridica e costituzionale sollevate da alcuni Stati membri – in primis, la Germania –, secondo i quali i Trattati vigenti non offrivano una base legale sufficiente per imporre alle banche un obbligo di contribuzione diretta al Fondo.
  Rammenta ancora che l'accordo è stato firmato da 26 Stati membri (tutti i Paesi membri dell'UE a parte Regno Unito e Svezia) il 21 maggio 2014. In una dichiarazione separata, i firmatari hanno espresso l'intenzione di completare il processo di ratifica in tempo perché l'SRM diventi operativo entro il 1o gennaio 2016. Successivamente, la Commissione europea ha fissato nel 26 novembre l'ultimo giorno utile per rispettare la succitata scadenza. Da qui l'urgenza dell'approvazione del disegno di legge al nostro esame.
  Evidenzia infine che gli Stati non appartenenti alla zona euro che hanno firmato l'accordo usufruiranno dei diritti e dovranno osservare gli obblighi che ne discendono solo una volta aderito al Meccanismo di vigilanza unico e al Meccanismo di risoluzione unico.
  Passando al disegno di legge di ratifica – approvato dal Senato ieri – osserva che si compone di 4 articoli che dispongono l'autorizzazione alla ratifica, l'ordine di esecuzione, la clausola di invarianza finanziaria e l'entrata in vigore. Trattandosi di contributi delle banche non sono previsti oneri diretti per le finanze pubbliche.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA si associa alle considerazioni svolte dalla relatrice ed evidenzia che, pur riconoscendo l'estrema ristrettezza dei Pag. 73tempi imposti al dibattito dall'esigenza di arrivare ad una rapida approvazione dello strumento di ratifica in titolo, si tratta di un Accordo che entrerà in vigore il 1o gennaio 2016. Apprezza pertanto lo sforzo messo in atto dal Parlamento per ottemperare all'impegno internazionale assunto dal nostro Paese.

  Manlio DI STEFANO (M5S), nello stigmatizzare la procedura adottata per la discussione dello strumento di ratifica in titolo, dichiara la forte contrarietà del suo gruppo al reiterarsi di simili prassi. Rileva infatti che la ratifica in esame è un tassello assai importante nella costruzione dell'Unione bancaria europea e che pertanto meriterebbe ben altri tempi di discussione rispetto a quelli imposti dal Governo e dalla maggioranza. Chiede pertanto una sospensione della discussione al fine di consentire al suo gruppo di prendere piena visione del testo del provvedimento. Sollecita altresì la fissazione di un termine per la presentazione degli emendamenti in Commissione.

  Erasmo PALAZZOTTO, presidente, rilevando che la necessità di calendarizzazione del provvedimento nella giornata odierna è stata concordata in Conferenza dei presidenti di gruppo, osserva come non si possa modificare l’iter concordato, ma assicura che farà presente le osservazioni del collega Di Stefano al presidente Cicchitto.

  Daniele PESCO (M5S), associandosi alle considerazioni di metodo svolte dal collega Di Stefano, entra nel merito del provvedimento evidenziando come per effetto di esso si registrerà un ulteriore passo nel processo di accentramento bancario in corso da tempo, mentre sarebbe auspicabile la difesa della «biodiversità» anche nel settore bancario, tutelando le piccole istituzioni di credito. Inoltre non si capisce chi deciderà quando una banca sarà considerata in crisi e quali sono i meccanismi che si adotteranno per il salvataggio. Alla luce di quanto esposto, ed allo scopo di svolgere una riflessione approfondita sui temi oggetto del provvedimento, chiede una proroga dei tempi per la discussione.

  Maria Edera SPADONI (M5S), nell'associarsi alle richieste dei colleghi e rileva l'estrema ristrettezza dei tempi concessi per il dibattito e fa presente che la convocazione è arrivata nella tarda serata del giorno precedente, non dando di fatto alcuna possibilità agli uffici legislativi dei gruppi di esaminare l'articolato. Stigmatizza profondamente una tale metodologia di lavoro, che offende e svilisce il Parlamento e che non rappresenta la prassi di questa Commissione.

  Erasmo PALAZZOTTO, presidente, apprezzate le circostanze, annuncia l'immediata convocazione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, per definire l'organizzazione delle ulteriori fasi di esame del provvedimento.

  La seduta termina alle 9.35.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Giovedì 26 novembre 2015.

  L'ufficio di presidenza è stato svolto dalle 9.50 alle 10.

TESTO AGGIORNATO AL 2 DICEMBRE 2015

SEDE REFERENTE

  Giovedì 26 novembre 2015.Presidenza del vicepresidente Erasmo PALAZZOTTO. – Interviene la Sottosegretaria di Stato per le riforme costituzionali e per i rapporti con il Parlamento, Sesa Amici, indi il Sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 14.40.

Pag. 74

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul trasferimento e la messa in comune dei contributi al Fondo di risoluzione unico, con Allegati, fatto a Bruxelles il 21 maggio 2014, con processo verbale di rettifica, fatto a Bruxelles il 22 aprile 2015.
C. 3449 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito esame e conclusione)

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in titolo, rinviato nella seduta antimeridiana.

  Erasmo PALAZZOTTO, presidente, avverte che il provvedimento è stato inserito nell'odierno ordine del giorno dell'Aula, ai sensi dell'articolo 27 del Regolamento della Camera.
  Ricorda, altresì, che è scaduto il termine per la presentazione degli emendamenti al disegno di legge, fissato alle ore 12 secondo quanto nella riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, e che sono stati presentati 60 emendamenti dal solo gruppo del Movimento 5 Stelle.
  Avverte che gli emendamenti Pesco 1.1, 1.2, 1.3, 1.4, 1.5, 1.6, 1.7, 1.8, 1.9, 1.10, 2.1, 2.2, 2.3, 2.4, 2.5, 2.6, 2.7, 2.8, 2.9, 3.1, Di Stefano 3.5, Sibilia 3.6, Di Stefano 3.7, 3.8, 3.21 e 3.22, Pesco 4.1 e Sibilia 4.5 e 4.6 sono inammissibili.
  Quanto ai tempi di lavoro, avverte che la Commissione potrà lavorare fino alle 15, orario al quale è convocata l'audizione in videoconferenza della Commissaria Malmström, contestualmente al question time in Aula, e che qualora necessario, i lavori potranno riprendere a partire dalle 16 e comunque a conclusione dell'audizione, la cui durata prevista è di un'ora. In ogni caso, avverte che la Commissione non oltre dieci minuti prima dell'inizio dei lavori dell'Aula, previsti alle 17, dovrà necessariamente concludere il proprio lavoro con il conferimento del mandato alla relatrice a riferire in Assemblea.
  Precisa, inoltre, di essere intervenuto poc'anzi in Aula al fine di chiedere tempi congrui per l'esame del provvedimento in Commissione, compatibilmente la programmazione d'Aula, a garanzia delle opposizioni e della stessa dignità della Commissione.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD), relatrice, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti presentati.

  La sottosegretaria Sesa AMICI esprime parere conforme alla relatrice.

  Daniele PESCO (M5S), intervenendo sul complesso degli emendamenti presentati, critica il contenuto dell'Accordo all'esame della commissione, rilevando in particolare come esso si ricolleghi ad un recente decreto-legge volto al salvataggio di quattro istituti di credito italiani al di fuori dell'operatività del Fondo di garanzia interbancaria, e da cui, come noto, molti risparmiatori sono stati profondamente danneggiati.
  Stigmatizza altresì la governance del Fondo di risoluzione unico istituito dall'Accordo, ispirato a scarsa trasparenza ed a una eccessiva discrezionalità d'azione. Sottolinea altresì come nell'opinione pubblica vi sia una scarsissima consapevolezza della rilevanza delle misure previste da questo Accordo. Complessivamente la contrarietà del gruppo del Movimento 5 Stelle si ricollega alla critica ad una Unione bancaria che non fa che peggiorare ulteriormente e rendere ancora più rigida la struttura creditizia del nostro Paese.

  Erasmo PALAZZOTTO, presidente, fa presente che ove non fosse possibile procedere, per esigenze di tempo, ad un esame di tutte le proposte emendative, la Presidenza, ai sensi dell'articolo 79, comma 10 del Regolamento, chiederà al gruppo del movimento 5 Stelle di fare le opportune segnalazioni.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), intervenendo con riferimento ai tempi disponibili per la Commissione e alla necessità prospettata dalla Presidenza di concludere comunque non oltre le 16.50, chiede chiarimenti in merito alla compatibilità di tale scadenza con quanto previsto Pag. 75dall'articolo 79, comma 1, terzo periodo.

  Erasmo PALAZZOTTO, presidente, chiarisce al collega Villarosa che la Commissione è comunque tenuta a rispettare la programmazione dei lavori d'Aula decisi in sede di Conferenza dei Presidenti di gruppo che in questo caso non contemplano il rispetto delle quarantotto ore previste dal Regolamento e su cui peraltro tutti i gruppi hanno convenuto. Sospende quindi la seduta per consentire la partecipazione dei commissari all'imminente audizione che avrà luogo al Senato.

  La seduta, sospesa alle 14.55, è ripresa alle 16.

  Maria Edera SPADONI (M5S) nel contestare la decisione assunta dalla Presidenza richiama la specifica importanza di questo Accordo di cui è di fatto impedito un serio e accurato esame parlamentare. Sottolinea criticamente che sul sito istituzionale della Camera non fosse disponibile ieri sera nessun testo del provvedimento. Pone in rilievo come l'attitudine assunta dal suo gruppo di fronte a questo trattato non abbia assolutamente nessuna valenza ostruzionistica ma sia soltanto dettata dalla esigenza di tutelare gli interessi della cittadinanza e di non soggiacere alle pressioni esercitate dalle istituzioni europee e dallo stesso Esecutivo. Gli ambiti di intervento del Fondo appaiono del tutto discrezionali ed arbitrari. Rileva ironicamente come alcune proposte formulate dal suo gruppo e sostenute in ambito europeo, come quella del reddito di cittadinanza, siano sistematicamente ignorate dalla maggioranza, laddove questo accordo, funzionale soltanto agli interessi della finanza internazionale, sia stato sottoposto ad una approvazione da parte del Parlamento con tempi grottescamente concitati. Chiede infine al presidente di chiarire le motivazioni di alcune declaratorie di inammissibilità, riferite agli emendamenti Pesco 1.1 e 1.2.

  Manlio DI STEFANO (M5S), intervenendo per richiamo al Regolamento, chiede a quale articolo si riferisse il presidente, quando ha detto che l'esame del provvedimento si sarebbe comunque interrotto circa dieci minuti prima dell'inizio dei lavori d'Aula.

  Erasmo PALAZZOTTO, presidente, replicando al deputato Di Stefano, ribadisce quanto già esplicitato al collega Villarosa in merito alla necessità di concludere l'esame del provvedimento entro i tempi convenuti e rammenta la prassi consolidata a tal proposito. Rinnova l'invito affinché il gruppo del movimento 5 Stelle segnali due emendamenti per ogni articolo che debbono essere posti in votazione.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S) osserva che vi sono due differenti valutazioni nel richiamo ad articoli del Regolamento che penalizzano le opposizioni.

  Erasmo PALAZZOTTO, presidente, ribadisce che la Commissione non può derogare a quanto convenuto dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.

  Gianluca PINI (LNA) invita i colleghi del gruppo del Movimento 5 Stelle, in ragione dell'importanza del tema trattato, richiamata anche dai loro precedenti interventi, ad interrompere gli interventi sul complesso degli emendamenti, permettendo alla Commissione di esaminare nel dettaglio gli emendamenti, considerando peraltro che vi potrebbe essere interesse anche da parte degli altri gruppi a modificare il provvedimento, facendo dunque cessare un atteggiamento ostruzionistico che determina l'impossibilità di valutare l'articolato del provvedimento in titolo.

  Maria Edera SPADONI (M5S) osserva che, considerato il numero complessivo degli emendamenti presentati, il suo gruppo necessita di tempo – almeno 10 minuti – per poter segnalare i due da porre in votazione per ciascun articolo. Formula quindi nuovamente richiesta di chiarimento al presidente in ordine ai motivi relativi alla dichiarata inamissibilità di alcuni emendamenti.

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  Erasmo PALAZZOTTO, presidente, replicando alla richiesta avanzata dalla collega Spadoni, evidenzia che una sospensione ulteriore determinerebbe l'impossibilità di conferire il mandato al relatore, la cui deliberazione è necessariamente fissata per le ore 16.45 per esigenze connesse alla fissazione del termine per gli emendamenti in Assemblea.

  Gianluca PINI (LNA) ritiene inverosimile quanto testé affermato dal Presidente, notando peraltro come ai gruppi non sia stata data alcuna comunicazione in merito.

  Erasmo PALAZZOTTO, presidente, esplicitando quanto già detto, chiarisce che la Commissione deve licenziare il provvedimento entro un tempo congruo all'avvio dei lavori presso l'Assemblea, previsto alle ore 17. Replicando quindi alla richiesta di motivazioni avanzata dall'onorevole Spadoni sulla dichiarazione di inammissibilità degli emendamenti Pesco 1.1 e 1.2, tali motivazioni consistono nella intangibilità della formula relativa all'ordine di esecuzione, nonché alla impossibilità di subordinare l'attuazione dell'Accordo a un regime di condizionalità, contraria peraltro al principio di buona fede che governa le relazioni internazionali.

  Laura GARAVINI (PD), nel ritenere che le decisioni della Presidenza sono coerenti con quanto concordato in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo e con il Regolamento, evidenzia che il provvedimento va esattamente nella direzione contraria a quella paventata dall'onorevole Spadoni, mirando a tutelare i risparmiatori e valorizzando l'Unione europea quale organismo preposto al salvataggio delle economie degli Stati membri. Nel proporre eventualmente di concedere ulteriori cinque minuti di tempo per consentire ai colleghi del gruppo del Movimento 5 Stelle di valutare gli emendamenti da segnalare, ricorda come in Conferenza dei presidenti di gruppo vi sia stata unanimità in ordine alla calendarizzazione del provvedimento nella giornata odierna. Conclude invitando i colleghi del gruppo del movimento 5 Stelle ad assumere un atteggiamento costruttivo e a non insistere con affermazioni che screditano il ruolo del Parlamento.

  Erasmo PALAZZOTTO, presidente, propone dunque una sospensione dei lavori di cinque minuti per permettere ai gruppi di segnalare gli emendamenti da porre in votazione.

  Alessio Mattia VILLAROSA (M5S), nel dichiarare l'opposizione del suo gruppo alla proposta testé formulata dal presidente, chiede perché non sia stato fissato un termine per la presentazione di ricorsi sulle inammissibilità di alcune proposte emendative, lamentando la forzatura della procedura. Evidenzia altresì, nel merito del provvedimento, alcune anomalie quali la non presenza della Banca d'Inghilterra, nonostante essa abbia una quota rilevante nella BCE. Chiede pertanto del tempo per poter avere un confronto sulla materia, rilevando anche come si configuri un palese conflitto di interessi, ragionando di fatto su una nuova nazionalizzazione e su una nuova pubblicizzazione del sistema bancario.

  Erasmo PALAZZOTTO, presidente, nel ritenere che in generale vi sia stata una forzatura nella gestione complessiva del rapporto tra Governo e Parlamento rispetto all'esame del provvedimento in titolo, evidenzia ancora una volta che non è nelle facoltà della Commissione modificare quanto stabilito in sede di Conferenza di presidenti di gruppo.

  Alessandro DI BATTISTA (M5S) chiede alla Presidenza di rispondere in merito alla richiesta, del collega Villarosa in ordine alla mancata possibilità di ricorrere contro la declaratoria di inammissibilità in Commissione, a differenza di quanto è avvenuto in casi analoghi in altre Commissioni.

  Erasmo PALAZZOTTO, presidente, rileva che una tale richiesta avrebbe dovuto Pag. 77essere presentata contestualmente alla declaratoria di inammissibilità, per poterne dare tempestiva segnalazione alla Presidenza alla luce della ristrettezza dei tempi disponibili.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) fa presente che il gruppo del Movimento 5 Stelle al Senato si è astenuto sul provvedimento.

  Dino ALBERTI (M5S), replicando sulla questione dell'inammissibilità, e portando l'esperienza della Commissione Finanze, ritiene che la Presidenza abbia applicato il Regolamento in modo non conforme alla prassi di altre Commissioni.

  Gianluca PINI (LNA) preannunzia la presentazione di una relazione di minoranza.

  Erasmo PALAZZOTTO, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri favorevoli delle Commissioni Affari costituzionali, Bilancio, Finanze e Politiche dell'Unione europea, mentre le Commissioni Giustizia e Attività produttive hanno preannunciato di non procedere all'espressione del previsto parere. Essendo maturati i tempi concordati, pur non essendosi neppur avviato l'esame delle singole proposte emendative presentate, pone in votazione il conferimento del mandato alla relatrice, onorevole Quartapelle Procopio, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame.
  La Commissione delibera quindi di conferire il mandato alla relatrice, onorevole Quartapelle Procopio, di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame.
  Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

  Erasmo PALAZZOTTO, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

  La seduta termina alle 16.50.

COMITATO DEI NOVE

  Giovedì 26 novembre 2015.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo sul trasferimento e la messa in comune dei contributi al Fondo di risoluzione unico, con Allegati, fatto a Bruxelles il 21 maggio 2014, con processo verbale di rettifica, fatto a Bruxelles il 22 aprile 2015.
C. 3449 Governo, approvato dal Senato.

  Il Comitato dei nove si è riunito dalle 17.35 alle 17.45.

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